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la WB Bl ha Ba lk ei is sss = & = ANDREA MEeRcANTI '§ | MANUALE : DEL TRAPPER | LLLLEELELEEEEBE i Sulle montagne e nelle praterie, nei boschi e nei deserti i trapper dovevano cavarsela sempre. Possedevano quello che indossavano: alla cintura un coltello, in spalla un sacco, in testa un cappello, al collo un fazzoletto. Gonoscevano i trucchi per soprawivere in ogni situazione e in ogni clima. Sapevano camminare sulla neve, costr re una capanna, rizzare una tenda, riconoscere le orme, gettare un ponte, scavare un rifugio, pescare con le mani, accendere un fuo- co da bivacco, impiombare le corde, affumicare la carne. Cucivano le pelli come le squaw e intrecciavano la paglia come gli indiani. Sapevano usare una coperta in mille modi: come poncho, come tenda, come sacco. Costruivano rifugi di frasche flessibili e capan- ne di tronchi con focolari di pietra. Possedevano una sapienza ine- sauribile, una conoscenza della natura illimitata. Questo libro vi insegna quello che loro imparavano in una vita. Mille disegni e mille spiegazioni per vivere nei boschi e sulle montagne, per cavarsela sempre, per saper fare tutto con niente: per diventare un trapper. SBN 88-304~0442-X IN CL 043 - 05181 Lire 25000 (i.i.) alt 5 ha ail Bs Ds Bs Bs Per prima cosa bisogna imparare a equipaggiarsi EQUIPAGGIAMENTO - BASE (fig. 1) Deve essere asclutto per non creare sul cor- po zone umide difficill da riscaldarsi; deve essere leggero perché non appesantisca chi cammina o chi si deve muavere liberamente al'aria aperta; deve, ancora, essere ampio per permettere qualsiasi movimento e non fermare la circolazione del sangue; deve. insomma, riparare dall’acqua, dal freddo e dal sole, Cominceremo a descrivere l'equipaggiamen- to per difendersi dal freddo, perché é i! pit complesso e il pit: completo. Per la composizione dI un equipaggiamento invernale, secondo la numerazione della fi- gura 2, si seguano queste indicazioni: tempo asciutto e poco freddo: 2+3 tempo piovigginoso e poco freddo; 24+3+6 tempo freddo e neve gelata: 1+2+3+4+6 freddo intenso, forte gelata, vento: 142+ 34+4A44B44C+5+6 notte tredda: 4A+7 notte molto fredda: 1+4A+7. Anche se si parte per un solo weekend, oc- corre avere un minimo di indumenti di ri- cambio; una camicia, un pullover, un paio di calzettoni di tana > Legenda della figura 2 1) collant da ski (0 « long john +) non molto stretto per permettere {a circolazione del sangue e impedire congelamenti; 2) pantaloni lunghi che si possono ripiega re sotto il ginocchio (fig. 3) per non osta- colare il movimento della caviglla e del pol- paccio, fermandoli con un grosso elastico (da portare in pravisione di simile adatta- mento} sotto il glnocchio, dentro | calzetto- ni. | pantalon! lunghi possono venire sosti- tulti_ efficacemente con i knickerbockers (fig. 4), specialmente quando si deve cam- minare su percorsi fangosi o nevosi; 3) pullover di lana lungo da coprire reni e ventre, con una scollatura davanti per una Maggiore aerazione. In caso di freddo in- tengo infilare il pullover dentro i calzoni Que maglioni di media grossezza possono sostituirne uno solo, formando un compar. timento termostatico. e in caso di tempo buono si pud indossarne uno solo: 4A) berretto in tessuto di cotone (i tessuti artificiali non fermano | raggi ultravioletti), con copriorecchie e con visiera per proteg- gersi dal sole, dalia pioggia, dalla neve. Per fa stagione invernale o per l'alta montagna si pud sostituire con il passamontagna; 4B) guantl con le dita separate che consen- tono una presa pill sicura: tuttavia con il freddo @ preferibile usare le muftole che, avendo il solo pollice separato dalle altre dita, consentono un magglore movimento 1 nel loro interno. Si pud, per lavoro, usare le muffole con il pollice e l'indice separati che consentono una presa abbastanza pre- cisa e nello stesso tempo mantengono le altre dita protette contro i congelamenti. Guanti 0 muffole debbono essere lunghi ol- tre I! polso, per fare corpo unico con la giacca a vento o il pullover: 4C) gilet di protezione per il torace, che Permette ampl movimenti @ pud essere usa- to come isolante contro il vento, andando in bicicletta, o durante le marce, o nel lavoro al campeggio. sostituendo per la sua forma pratica la giacca a vento imbottita pesante e causa di eccessiva sudorazione; 5) giacca canadese in panno di lana. Sosti- tuisce efficacemente |'imbottitura della giac- ca a vento, utile agll sciator! ma non a chi deve camminare. La lana permette una mag- giore traspirazione e protezione da! freddo: 6) glacca @ vento in tessuto impermeabile. Ampia, con I! cappuccio e la chiusura davan- ti, J polsini regolabili con un secondo botto- ne (evitare l'elastico), e di lunghezza com presa fra le ginocchia e il ventre affinché protegga, stringendola con un cordino pas- sante nel bordo inferiore, dal vento ¢ dalla pioggia (per evitare lo sgocclolio sulle gam be. si pud indossare, anche, un paio di so- prapantaloni In nailon impermeabilizzato) Una giacca a vento apribile consente {a tra: spirazione de! corpo assicurandogli un’aera- zione adeguata. Durante le salite 0 fe marce © nel lavoro, la traspirazione aumenta e si deve, percid, poter aumentare l'aerazione per evitare |e conseguenze di un umidore attaccaticcio sulla superficie del corpo. > In caso di pioggia improwisa o di breve durata, si pud usare l'anorak (fig. 5) che, ELASTICO CALZETTONE in nailon resinato © In plastica vinilica, as- sicura, anche se solamente per alcune ore, una perfetta protezione dall'acqua. Prowvi- sto di una tasca sul petto utile per ripor- vi carte topografiche © picca!i ogdettl po- co pesanti, risulta comodo per la sua legge- rezza e di poco ingombro, anche se @ causa della completa chiusura non risulta ottimale per chi deve camminare molto e con lo zai- no (fig. 6). Per una perfetta protezione dal- la pioggia e per un‘aerazione completa del corpo, la giacca a vento pud essere sostitul- ta dal poncho (fig. 7) che, arrivando fino ai polpacci, protegge dallo sgocciollo della ploggla, e permette, per la sua forma, an- che la protezione dello zaino. II poncho, inol- tre. pud essere usato anche come tappeto impermeabile da mettere sotto il saccoletto (fig. 8), come coperta impermeabile (fig. 9}, come tiparo improwisato (fig. 10). > Per impermeablilizzare la giacca a vento: 1) diluire una soluzione di acetato d’ailumi- nio a 8° Beaumée in acqua quaranta volte il suo volume. Immergervi la stoffa e lasciar- vela per uno 0 due giorni rimuovendola ogni tanto. Lasclar asclugare lentamente; 2) immergere la stoffa in : a) un bagno di 5 litri di acqua boliente e 500 gr di sapone neutro; b) quindi in un bagno di 5 litri di acqua calda e 500 gr di allume; 3) usare a freddo una soluzione di 30 gr di paraffina per litro di benzina. immergere la stoffa @ lasciar asciugare lontano dal fuoco. > Per Ia nott 7) pigiama di iana (pud essere sostituito con una tuta da ginnastica): plu lungo di 20 cm alle gambe e di 10 cm alle braccia e chiuso con un elastico a ciascuna estremita, pud proteggere meglio dal freddo 6 ALTERNATIVE ALL'EQUIPAGGIAMENTO BASE € ASTUZIE Luso delle ghette (fig. 11) permette di non bagnare i pantaloni lunghi, soprattutto quan- do si deve camminare nella neve, ed evita di dover Indossare pantaloni impermeabili. Sono indispensabili con le racchette da ne- ve. & utile averle quando si deve attravel sare lande coperte da cespugli spinosl, in luoghi Infestat! dalle vipere, quando piove, alla mattina quando l'erba @ ancora bagnata di rugiada. Vengono confezionate in nailon © in cotone con o senza chiusura lampo; le pit pratiche risultano essere quelle alte munite di chiusura dietro Il polpaccio. » In. sostituzione del berretto, con tempo freddo si pud usare un copriorecchle di lana (fig. 12). » Berretto (fig. 13) Tagiiare da due pelli di conigiio (o da una pelle di monto- ne) una striscla lunge quanto la clrconfe- renza della testa (A); una striscia pit: lar- ga (C) che setvira per coprire le orecchle e lunga quanto la distanza fra le tempie pas- sando dietro la nuca; un ovale (B) che avra la circonferenza uguale alla lunghezza della striscla A. Cucire e ribattere i! berretto. La striscia inferiore, ripiegata verso I'alto, sl portera davanti. > Berretto-soprawivenza (fig. 14) Con un foglio di alluminio per alimenti si pud im- provvisare un copricapo @ protezione dalla ploggia ¢ dalla neve. > Guanti-sopravvivenza (fig. 15) Con tem- po freddo, si pud inserire nell'interno delle mutfole uno strato di fogllo dall'altuminio per alimenti, fissandolo con larghi punti o con punti metallict. > Gilet con carta da glornale (fig. 16) Unire con nastro adesivo (0 con spille da ba- lia, 0 con punti metallic!) del fogli di gior- nale e ripiegarli in due nel senso della mag- giore lunghezza. Tagliare al centro una lat- ga fessura per farvi passare la testa. Que- sto gilet si porta fra la canottiera e la ca- micia, trattenuto con uno spago alla cintura. € opportuno allargare le aperture sotto le ascelle per permettere un movimento pitt agevole. > Oppure [fig. 17): altra protezione contro il freddo si pud ottenere da un mollettone come quello usato per i! tavolo da stiro (tessuto con una parte alluminizzata e dal- Yaltra con sottile spessore di spugna sinte- tica morbida). A larghezza spalle; B lunghez- za complessiva. Al centro, l’apertura per infi- lare la testa (circa 25 cm). > Gilet-sopravvivenza (fig. 18) Si pud usa re un foglio di alluminio (del tipo per alimen- tl largo circa 45 cm), avvolgendolo attorno al torace come un gilet, oppure sopra il pullover per coprire anche le spalle a pro- tezione dalla pioggia o dal freddo. > Gilet lappone (fig. 19) Pud essere di feltro o di pelliccia di montone con pelo verso l'intemo. Con un’abbottonatura a tac- ct di cuoio (particolare A), servira per Il weekend invernale o In giornate ancora fi sche. Le misure indicate sono per una per- sona alta circa 170 cm. @ Poncho Fa parte dell'equipaggiamento personale del campeggiatore e pur con il suo piccolo Ingombro e la sua leggerezza, rende molteplici servizi, come abbiamo gid visto, a chi lo usa. Pud essere In tessuto resistente impermeabilizzato, in nailon rest nato o in plastica (vinlipelle, PVC, ecc.) 6 in diversi modelli. Dovendo usare il poncho ber lavori al campeggio, pud risultare utile stringere con un cordino la parte anteriore attorno alla vita, affinché si possa rimanere liber! nei movimenti (fig. 20). La confezione di un ‘poncho (fig. 21) in tessuto resistente e impermeabilizzato richiede alcune tecniche costanti (fig. 22): A) non fissare direttamente gli occhiel metallici; ma 8) fissarli ribaltando l'angolo del tessuto affinché risulti magglormente rinforzato: C) & meglio interporre degli anelli di ne stro robusto, perché non rischiano di strap- pare jl tessuto; D) usare anelll metaltici a D, da inseri negli anelli di nastro @ poncho ultimato, una striscia di nastro resistente; E} piegare a meta il nastro, riplegarlo in- ternamente alle estremita e cucire. Per cucire gli anelli di nastro (fig. 23): A) usare delle cuciture diagonal; B) seguire il percorso indicato. E opportuno, anche, aggiungere sempre un tha -- -9) eral = | quadrato di tessuto di rinforzo sul nastri, che si disporra come indicato secondo i casi: C) per il rintorzo al centro; D) per i tati; E) per gli angoli. >» Per fare gli occhielli direttamente sul tessuto (fig. 24), invece: A) fare due tagli incrociati e lunghi quanto il diametro interno dell'anello metallico: B) mettere Ianello sui tagll, ripiegadovi sopra i triangoti del tessuto; C) cucire con un ago (dalla punta a sezio- 10 ne triangolare) fittamente I'anello con filo resistente @ bene incerato: ©) questo tipo di occhielli si usa per inse- rire direttamente i picchettl da piantare per terra o per farvi passare la punta del mon- tanti per le tende: E) gli anelll metallici si possono sostituire sfficacemente con anelli di corda; oppure F) si possono cucire direttamente degli oc- chielli di corda come indicato. Nella figura 25, il punto della cucitura de- gli occhielli di corda viene eseguito con una tecnica leggermente differente perché risult! pid solido ¢ resistente. "1 2 29 > Le. cuciture (fig. 26) A) sistema di cuciture per unire due orli di tessuto non orlato. | margini vengono chiusi insieme nella cucitura; B) cuciture per unire i bordi; C) per cucire bordi non orlatl plegare in dentro; D) te fasi per fare una cucitura interna. Questo tipo di cucitura @ il pid facile per unire due orli rifinitl. Per fermare il filo della cucitura (fig. 27), formare un nodo semplice nel tessuto. i strappi Dovendo riparare nel poncho (0 nella tenda), si possono usare alcuni punti che risultano essere | migliori come resistenza ed effica- cia ura 28 indica come eseguire i! punto a spina di pesce, che risulta i! miglio- re. Oppure si pud eseguire i! punto a biscia (fig. 29) e se il tessuto @ abbastanza leg- gero si puo allargare il punto precedente con un’altra cucitura @ zigzag (fig. 30). Se, eseguito il punto a biscia, si volesse ram- mendare di piu lo strappo. si potra ripassa- re la cucitura con una serie fitta di punti (fig. 31) Per ricoprire e fermare un oggetto con una cucitura continua, si usera il punto a spirale (fig. 32), che si inizia generaimente con due © tre giri di filo attorno alla parte piu gros- sa dell’oggetto da ricoprire, e se questo si assottigiia, pol, alle estremita, lo si ricopri- ra lavorando dal centro nei due sensi dove si restringe. > Bottoni (fig. 33) !n caso di emergenza si possono ottenere utilizzando dello spago © i lacci delie scarpe. La successione dei vari passaggi termina quando I'interno del nodo @ triplicato 0 quadruplicato (D). i cap- plo per ottenere I'asola del bottone viene spostato dal suo punto originale per fissarlo al centro del nodo (E}. Stringere forte e ta- gliare la coda a bottone ultimato. 12 Per fissare | bottoni (fig. 34): A) quando II fissaggio deve essere resi- stente si passano le due estremita del filo del bottone in un occhiello, sotto i quale si Mette una guarnizione di cuoio. poi si lega normalmente; B) con stoffe pesanti o doppie, si aprono le cuciture e le estremita dei botton! di corda, sfilacciate. vengono infilate fra i due strati della stotfa e cucite all'interno; C) le estremita dei bottoni di corda si pos- sono anche passare in occhielli, sfilacciate e cucite sul rovescio; D) talvolta | bottoni si fanno in fila sullo stesso spago che verra, poi, cucito sull'orlo della stoffa. Le asole sull'altro orlo si pos- sono fare, anch’esse, su un unico pezzo di spago. » Bottonl di cuoio (fig. 35) A) prendere una striscia di cuoio che si pro- lunga in un laccio: 8) arrotolare la parte larga e forarla con una grossa lesina; C) introdurre il laccio nel foro e stringere; D) praticare tre fori a triangolo dove far passare |I laccio del bottone nel modo in- dicato; £) oppure cosi; Fle asole sono formate da una fessura bloceata da due fori perché impediscano al cuoio di strapparsl. > Botton! di cuolo Intrecciato {fig. 36) A) prendere una striscia di cuolo da una parte pit stretta e dall'altra divisa in tre lacci; B) segnare 1-2-3 i lacci che serviranno per intrecciare il bottone; C) seguire le fasi lavorative fino al parti- colare Q per il fissaggio del bottone; R) fare tre for! allineatl nel cuolo; 15 37 | S) passare |'estremita pit) stretta del botto- ne nel modo indicato. || bottone cosi finito avra, allora, quattro capl liberi al posto dei tre Iniziali. © Poncho argentino (fig. 37) In lana, rica- vato da una coperta o da un plaid, ha for- ma rotonda e un‘apertura abbottonabile lun- go un raggio che oltrepassera centro di circa 15 cm perché rlmanga un‘apertura centrale di circa 30 cm per il passaggio del- la testa. La sua forma awolgente lo rende particolarmente adatto per le soste con ten po freddo e umido. 16 >» Poncho per fuoco da bivacco (fig. 38) Ricavato da una coperta di lana grezza, di forma quasi quadrata @ dagli angoli arro- tondati, ha un‘apertura anche davanti che si pud stringere con una serie di occhielli ¢ Un laccetto. Gli orli verranno rinforzat! con un nastro di teasuto resistente, cucito a ca vallo della stoffa. 10 » Poncho Ecuador (fig. 39) Reallzzato con grossa lana grezza (0 altra stoffa a pisce- re), 8 ricavato da un rettangolo di tessuto di cm 110X150 e ha un taglio che va dalla meta del lato corto a 15 cm oltre la met& della lunghezza. Nella figura la linea trat- teggista indica il centro e la piegatura del- le spalle, davanti & indicato iI taglio per apertura. Per eseguire il cappuccio (fig. 40), tagliare un rettangolo di tessuto di cm 30x 64 che, plegato e cucito lungo il lato C, viene poi cucito sul taglio centrale del poncho secondo lo schema di unire i lati A-B del cappuccio col poncho. > Giacea in polletilene o in plastica vinill- ea (fig. 41) Prendere un foglio di plastica largo circa 50 em e lungo circa 200 cm; A) plegarlo a meta, quindi in quattro parti; B) tagtiare secondo il segno punteggiato; C) aprire e tagliare un’apertura davanti, lun- ga circa 20 cm: D) fermare i iati e rinforzare davanti con nastro adesivo; £) su un altro foglio di plastica piegato dop- pio, segnare I'altezza e la curva posteriore della’ testa per formare il cappucclo da fls- sare alla glacca Vapertura » Poncho copri zaino In‘ plastica (fig. 42) Prendere un foglio di polietilene o, meglio, di plastica vinillca e tagliare un cerchio del diametro di 150 cm. Ribaltare Il bordo per circa 3 cm e cucire con un filo di nallon (oppure con punti metaHlici). Nel particolare A viene indicato Ingrandito il bordo cucito. Tagliare due fessure sul bordo ribaltato, di- stant! circa 20 cm l'una dall'altra, affinché si possa far passare un cordino di nailon che stringera, avvoigendolo, io zaino da proteg- gere dalla ploggia (particolare 8B). Si potra, eventualmente. rinforzare || bordo inseren- dovi a cavallo un nastro di tessuto largo 6 cm. Questo poncho potra essere usato, an- che, come copricapo {fig. 43), 0 come va sca artificlale per l'acqua (fig. 44) @ impermeabilizzazione della stoffa > Con ollo di lino crudo: scaldare l'olio di lino crudo su un fornello elettrico (in quan- to si tratta di liquid infiammabile) e farvi fondere perfettamente del pezzi di para, nella proporzione del 10%. Con un largo pennello si spalmeraé {a miscela sulla stof- fa, prima che si raffreddi. > Stoffa + polietilene: sovrapporre al tes- suto un foglio di plastica e fissarlo cucendo- lo fra gli orli ripiegati de! tessuto. > Con paraffina: un metodo semplice che rende la stoffa impermeabile anche all’aria @ quello di sciogliere mezzo kg di paraffina vegetale in 5 litri di petrolio (0 benzina o benzolo). Applicare la miscela cosi ottenuta con un pennello mettendo sotto la stoffa dei fogil di glornale. » Con colla di pesce: far bolllre 15 gr di colla di pesce in mezzo litro d'acqua finché 17 sia completamente sciolta. Filtrarla con te- a di lino in un secondo recipiente. Scio gilere 8 gr di sapone blanco di Castiglia in mezzo litro d’acqua, filtrarla come detto in precedenza e aggiungerla alla prima soluzio- ne. Sciogliere 30 gr di allume in 1 litro d'ac- qua, filtrare e aggiungere all'altra miscela. Agitare il tutto e riscaldarlo su fuoco dolce finché {1 liquido comincia a bollire: allora ap- plicare questa soluzione calda con una pic: cola spatola piatta. Queste quantité servo- no per circa 89 m’ di stoffa. » Con allume: si diluira questo prodotto con una quantit’ d'acqua che sia 34 volte il suo volume, perché sia simile a una con- centrazione vicina al 4° del peso-sale. Asi gandosi si decompone lasciando un residuo di alluminio impermeablle all'acqua, ma che pormette all'aria dl circolare. La stoffa po- tra essere impermeabilizzata per Immersio- Re 0 con uno spruzzatore. Lasciar asciugare a una temperatura di almena 50°. > Con olfo di lino cotto: utillzzare del buon olio di lino cotto nel quale si versera dal 2% al 5% di essiccativo, e farlo scaldare. Stenderlo, pot, sulla stoffa servendosi di un tampone ‘di flanella poco impregnato del composto. Lasciar asciugare all'ombra e al- Varia, Dopo quindici glorni ripetere l'opera- zione. La stoffa @ pronta quando risulta ben asciutta e non « s‘incolla » piv. Lavorare lon- tano dal fuoco @ usare un fornelio elettrico. > Con gomma: tagliare a piccoli pezzi della gomma elastica e metterla in acqua bollen- te per ammorbidirla, quindi in un solvente adatto (benzolo, essenza di trementina, to- luene). Si usano circa 100 parti di solvente per 25-30 parti di gomma. Si dovra. poi, im- pastare la miscela e filtrarla con una reti- cella metallica a maglie strette. Nell'appli- care la miscela occorre fare attenzione a spalmarla quanto piu uniformemente posst bile, Asciugando il solvente evapora lascian- do un leggero strato di gomma Bulla stoffa. Lavorare lontano dal fuoco, perché i vaporl Et) si sviluppano sono altamente inflamma- ii. > Per stoffe leggere: sciogliere 113 gr di allume in 4,5 litri d’acqua calda. In un altro recipiente sciogiiere 113 gr di zucchero di piombo (velenoso) in altri 4,5 ltr d’acqua calda. Unire le due soluzioni e lasciarvi im- Mmersa per una notte la stoffa. > Per i vestitl: far fondere a bagnomaria 75 gr dl paraffina, 20 gr di bianco di bale- na, 50 gr di. vaselina blanca. Lasciar raf- freddare e incorporarvi 300 cm’ dI benzina {infiammablile). Quindi, lontano da ogni fiam- ma, immergere i! recipiente contenente que- sta soluzione in acqua calda a 50°. Tuffarvi Il vestito da impermeabllizzare. Quando sa- ra ben impregnato, sfregarlo e lasclarlo poi asciugare all’aria aperta, dove l'odore scom- parira completamente © Fazzoletto da collo (fig. 45) Di forma quadrata, di 90 cm di lato e piegato in due lungo una diagonale, oppure di forma trian- golare ricavata dal semiquadrato, @ molto utile nelle escursion! per proteggere Hl c lo e Ia testa dal vento, dal sole, dall’umi t&, € per la notte come berretto di emergen- za (fig. 46). Oppure (fig. 47): A come lac- clo emostatico: B per il trasporto di perso- ne incoscienti; C per legature; D come cin- tura; E come slip: F a protezione contro il fumo e la polvere; G come tump-line; H per segnalazione; | come portapacchi: L per sca- la di primo soccorso; M come fascia attor- no alle tempie, 0 copricapo. 20 Ltuso del fazzoletto da collo per il pronto soccorso (fasciatura) risulta di estrema uti- lita per la sua forma triangolare (fig. 48; dove: p = punta; e = estremita; b = ba se) con una base lunga circa 1 m. Per ple- gare il triangolo a forma di cravatta segui- re le indicazioni della figura 49 nelle tre fasi della piegatura. Con simili bende trian- golari si fasciano ferite o tagli come rime- dio provvisorio 0 sl sostengono stecche in caso di fratture di ossa, 0 comunque si pos- sono immobilizzare gli arti offesi. Sono Inol- tre utili quando @ difficile servirsi di bende a rotolo, specialmente per alcune parti del corpo. » Come eseguire le fasciature con il faz- zoletto da collo: figura 50: per una mai figura 51: per un ginocchio; figura 52: per un piede; figura 53: per una slogatura senza poter togliere la scarp: figura 54: per la testa; figura 55: per un bracclo e per la sua im- mobilizzazione. In ogni caso bisognera annodare 1 due capi del fazzoletto da collo eseguendo un nodo piano (fig. 56), che risultera sicuro quando @ in continua tensione e nello stesso tempo facile da sclogliere. caviglia, 22 49 Baad Ware, p Sty Arn . > Per sterilizare una garza (fig. 57) In mancanza di alcool o di succo di limone, si pud usare un fiammifero o metterla so- pra alcune braci accese, tenendola distesa mediante un ramo forcuto. 57 UL > Cintura-sopravvivenza (fig. 58) Per ave- re sempre con sé alcuni piccoli oggettl uti- Ii nell'awentura del campeggio (cerotti dl varie dimensioni, fiammifer! impermeabiliz- zati nella cera, spille di sicurezza, fischlet- to per sdccorso, lamette per rasoio di sicu- rezza, spago, zollette di zucchero, ecc.), si possono applicare alla cintura alcuni con- tenitori di plastica a chiusura ermetica per pellicole fotografiche da 36 mm. Esecuzione: A) segnare con una matita sulla cintura le misure Indicate; B) segnare su una fascia elasticizzata le misure indicate, verificando perd che la di- stanza di circa 7 cm dave trattenere perfet- tamente Il contenitore anche con movimen- ti violenti del corpo; C) cucire la fascia sovrapponendola gni fat! precedentemente sulla clnturs D) inserire i contenitori, i se- 26 @ Toggle-+ope (fig. 59) in sostituzione del- la cintura e per poter avere sempre una corda a disposizione in caso di necessita, si pud portare una corda con un occhiello a un’estremita e all‘altra una caviglia: uni- ta ad altre, si possono formare corde della lunghezza voluta per attraversare flumi, per Hl recupero di persone, per legature, ecc. Si possono fabbricare due modalli di toggle- rope con dimensioni differenti; una grande, costituita da una corda di 3 m di lunghezza utile e con diametro di 16 mm, con una ca- lia in legno di cm 3x 10 (fig. 60); e una Piccola, costituita da una corda di 2,50 m di lunghezza utile e con dlametro di 10 mm, con una caviglia in legno di cm 25x X75. L'occhlello (di circa 5 cm) @ costitui- to da una piombatura ad occhiello. La cavi- glia (in legno scelto e resistente: quercia, Carpine, faggio, ecc.) avra a meta lunghezza un‘incavatura dove si possa fissare la corda con la piombatura ad occhiello. La caviglia si pud costruire senza I'uso del- la raspa e rifinire con carta abrasiva, e la piombatura ad occhiello pud essere sosti- tuita da semplic! sopralegature (fig. 61). Per poter portare contemporaneamente i due modelli di toggle-rope (fig. 62), quello grande verra avvolto attorno alla cintura @ sostenuto dal modello piccolo passante ‘sopra la spalla. > Piombatura ad occhiello [flg. 63) Ser- ve per fare un anello all'estremita di una corda: A) aprire i legnoll a-b< e metterli nel loro ordine naturale sopra la corda, dove si inl- zieré l'occhiello. Immobllizzare provvisoria- mente i legnoll con una legatura L; B) passare il legnolo ‘a’ sotto un legnolo qualsiasi delia corda, e passare il legnolo 27 60 ‘b’ sotto il legnolo successivo. Passare It le- gnolo ¢ sotto la corda. | legnoll ab « esco- no = dalla corda all’altezza x-y; C) capovolgere ta corda e si ha ‘c’ in ct. dove i! punto T di entrata risulta fra ij due legnoli che sono di uscita al legnolo b. | legnoli a-b-< vengono allora a uscire sulla stessa linea del piano trasversale y-x; D) continuare come detto in precedenza. Nel caso di una corda a quattro legnoli, i legnoll a-b vengono Inseriti come nel par- ticolare B, mentre E) gli altri due legnoli c-d vengono inseriti dall'altra parte della corda capovolta. > Piombatura d'arresto (fig. 64) Serve ad evitare che i legnoli di una corda si sfi- laccino 0 si aprano: A) aprire per circa 10-15 cm i legnoli ab- ¢ della corda da piombare (pit: la corda & grossa pii @ necessario aprirli); B) allacciare | legnoti secondo il loro sen- 80 di torsione (freccia) e stringere in blocco perché i legnoli vengano a trovarsi alla stessa altezza e sullo stesso piano: C) considerando il legnolo a che esce dalla corda nel punto x, si passera sopra il primo legnolo 1 della corda per passare sotto il legnolo 2: D) la stessa operazione avverra per Il le- gnolo b: esce dalla corda nel punto s, passe- r& sopra il legnolo 2 della corda per passa- fe sotto li legnolo 3. La stessa operazione gi fara per il legnolo c: E) continuare con alcuni passaggl. per ot- tenere la piombatura finita. > ll bastone a forcella II legno migliore @ ricavato da un ramo di nocciolo o di quer- cla, della lunghezza di circa 130 cm, for- cella compresa. Occorre cercare un ramo (fig. 65) di spessore unitorme di circa 2-3 cm, con una forcella dalla base larga perché si possa Inserirvi bene II pollice (fig. 66). bi Cc A 64 B | bracei della forcella devono misurare cir- ca 15 cm di lunghezza e Ia distanza tra le due punte circa 10 cm, Tagliare una pun ta della forcella piatta, che servira per spin- gere; l'altra obliqua, che servira per forare. Ne! caso fossero troppo aperte, stringerle con una corda che si toglier& quando Il le- gno & perfettamente seco. Qualora il ramo non fosse diritto s! pud cercare di raddrizzarlo,, ancora fresco ¢ flessiblle, con i! sequente metodo: prendere un tubo di lamiera e chluderne un'estremi- ta con cemento, o argilla, o terra, ecc. Rlem- pire Il tubo con sabbia umida ¢, insericovi al centro il bastone, sppogglario su alcuni fuo- 30 68 chi (fig. 67). Lasciar scaldare perché II le- gno col-calore umido si ammorbidisca e si possa poi curvare e raddrizzare secondo le necessita. $1 pud, anche, usare un panchet- to (fig. 68) provvisto di un foro, che ser- vira da leva nei punti da raddrizzare del bastone. Infine, 5! tega il bastone a un al- tro diritto, oppure Io sl appende con un peso fissato all‘estremita in basso per tasciarlo seccare completamente. | nodi vanno levati con un coltello e lisciati con carta abrasiva. Usi: camminando, da sostegno al braccio ed equilibrio nei terreni difficili. La forcel- la servira per aprirsi un varco fra | rovi perché, infliata e ruotata su se stessa fra i rami, li spezza tirandoli verso la persona (fig. 69). Oppure servira per sollevare qual- che piccolo oggetto (fig. 70); per fermare quatche animale (vipere) senza ferirlo; come attaccapanni per preservare i vestiti dal con- tatto del terreno (fig. 71); come sostegno per il fuoco (fig. 72). In inverno, attraver- sando punti ghiacciati pericolosi, o in caso di una caduta in acqua, il bestone a forcella servira da appoggio e da sostegno del cor- po (fig. 73). ou 71 = t 72 MY L 7 Hh 32 a We ‘ ee Poa) EQUIPAGGIAMENTO ESTIVO (fig. 74) Nei paesi caldi gli indumenti devono proteg- gere il corpo dall'intensa azione del raggi so- lari e favorire la tibera emissione del ca lore interno, permettendo il continuo rinno- varsi dell’aria che si trova a contatto della pelle e facilitando I'evaporazione det sudo- re. in modo perd da Impedire eccessivi @ Improwisi raffreddamenti, specie quando il corpo si trova in uno stato di surriscal- damento e di abbondante trasplrazione. inoltre gli indumenti estivi devono riparare il corpo dall'umidita atmosferica e del terre- no, specie nei paesi con forti oscillazioni termiche nelle stagioni asciutte. Devono, infine, riparare dalle punture degli insettl @ dalle morsicature degli animali Indossando i pantaloni corti sara utile pro- teggere efficacemente le gambe mediante le ghette sopra i calzettoni che, oltre a ri- parare contre improwisi morsi di animali, serviranno da protezione contro spinl ed erba tagliente. Nei luoghi infestati da zan- zare 0 da sanguisughe o da zecche, se non si hanno le ghette si Infileranno le estremi- ta dei pantaloni lunghi dentro i calzettoni € 9i legheranno saldamente, oppure si im- prowiseranno delle ghette con fazzoletti o con bende da medicazione. Gli indumenti sciolti, non aderent! (le ma- niche della camicia non arrotolate), manter- ranno Il corpo pitt fresco e ventilato, @ pro- teggeranno dal caldo, dalle scottature sola- ti, dalla sabia. Tenendo il corpo ¢ la testa coperti durante il giorno si potra vivere piu a lungo con minor consumo di acqua. > Mettersi un fazzoletto sulla nuca per pro- teggersi dal sole, trattenendolo sotto il cap- pelio, oppure farsi un copricapo del tipo usato dagli arabi (figg. 75, 76). Per proteg- gere la faccla dal sole e dalla sabia solle- vata dal vento, si potrd improwisare una maschera usando gli occhiali da sole e un fazzoletto (fig. 77). > Non avendo una reticella antizanzare. si potra infilare una maglietta o una camicia leggera (fermando le maniche nel colletto) attorno alla testa per prevenire, specialmen- te all‘alba e alla sera, le punture delle zan- zare (fig. 78) » Per ottenere un turbante indiano (fig. 79): A) prendere della tela leggera, nella misu- ra di cm 70x 300; 8) piegarla a soffietto: 33 vis) C) iniziare a fasciare la testa partendo dal davanti; D) awolgere strettamente [a tela; E) seguire le indicazioni delle frecce; F) infilare {a parte -terminale della fascia sulla nuca da sotto in su, » Avendo due camicle, & possibile toglier- s| la camicia umida di sudore e sostitulrla con quella asclutta, per far asciugare la camicia bagnata tenendola sulle spalle con le _maniche annodate attorno al collo. In- fatti, occorre asclugare gli indumenti pri- ma che sopraggiunga la notte per evitare | disagi dovuti al freddo e all'umidita not- turna. Nel paesi caldi, o nella stagione esti- va, occorre sempre lavare gli Indumenti, specie | calzettoni, tuttl i giorni, perché, se sporchi, si rompono pill facilmente e pos- sono causare, anche, malattle della pelle. > Non avendo disponibilita di acqua, ci si pud lavare alla mattina presto rotolandosi nell’erba bagnata di rugiada e asciugarsi con un asclugamano ruvido per ottenere u- na reazione igienica di benessare. Le popo- lazioni australlane, durante | viaggi nei ter- riton deserticl, seguono alcuni accorgimen- ti per soprawivere al clima caldo: parten- za all'imbrunire dopo un‘abbondante bevuta: 34 sosta dal mattino fino alla sera sotto un ab bero, immersi fino al collo nel terreno ap- Positamente scavato per sottrarsl all'azi diretta del sole @ assorbire, attraverso i pori della pelle, l'umidita del suolo; ripresa del viagglo e proseguimento fino ail’arrivo a destinazione. > Nei paesi caldi, per non eliminare la propria utile autodifesa epidermica, non usa- re i deodoranti, perché Impediscono la tra- spirazione della pelle. > La respirazione si pud fare piu rapida (da circa 10 I/min. a circa 18 l/min.) sotto Veffetto de! caldo. E una reazione benefica, percid non bisogna allarmarsi. » Avendo la pelle seca e bruciante si pud prendere un bagno caldo a 37° ¢ bere abbor- dantemente, ma a piccole dosi, acqua sala- tae zuccherata nella proporzione del 2%. » Sudando molto si eliminano i sali minera- li delorganismo, e una ricetta ideale di bevanda sostitutiva pud essere: in un litro d’acqua mettere: 10 gr dI cloruro 0,10 gr di fosfato di iodio; un piz- zico di bicarbonato; II succo di un limone. La stoffa pit adatta per gli indument! esti- vi & la tela perché possiede Ia proprieta di F assorbire poco iI calore e di cederlo invece {speciaimente se @ bianca o chiara) quasi subito. Inoltre ha Il vantaggio di riscaldarsi relativamente f0co sotto 1" dei raggi solari anche con un‘esposizione prolungate. Per la tessitura fitta e la superficie Hscia, prende poca polvere ed @ un discreto riparo contro le punture degli insetti. La scelta del colore & importante perché influisce sul potere di assorbimento e di emissione del tessuti rispetto al calore solare: | colori pid idenei sono il bianco, Il kaki e il grigio chiaro. Fissando a 100 il potere assorben- te del bianco, si hanno per alcunl altri colo- fii seguenti valori: 102 per il giallo paglle- tino chigro; 140 per il giallo scuro; 155 per il verde chiaro; 168 per il rosso; 198 per tazurro; 208 per il nero. II grigio ha un po- tere assorbente fra il bianco e Il giallo. Altre cause di effetti dannosi per la pelle sono i raggi ultravioletti che possono esse- re assorbiti e trattenuti in magglore quan- tit dalle stoffe di color rosso, colore che molti popoli de! paesi tropicali istintivamen- te preferiscono. Per rlunire i vantaggl del colori chiari o grigi e del colore rosso, si rd utilizzare un tessuto a due colori: kaki esternamente @ rosso internamente. | caro- vaiieri, in mancanza di tale tessuto bicolo- 1, par la loro posizione di riposo che espo- min colonna vertebrale direttamente ai raggi solari, causa spesso di effetti doloro- sl, usano portare sotto la camicia una larga e lunga striscia di panno rosso. » Per evitare le malattie dei dentl. nei pae- si caldi, & opportuno dopo ogni pasto pulirl accuratamente con una soluzione antisetti (acide borico al 3%, oppure acqua ossige- nata a 12 volumi, alquanto allungata con acqua). Non avendo uno spazzolino da denti, si potra passare un filo introdotto fra i den- ti. come una sega: oppure usare un baston- cino seco, lungo circa 15 cm, al quale sfrangiare un'estremita per ottenere un‘a- zione sostitutiva di pullzia (fig. 80). 35 CALZATURE Per poter camminare a lungo senza affatica- re it piede & necessario usare solo calza- ture di cuoio che proteggono dall'umi e assicurano l'aerazione del piede. Le piante delle calzature dovranno seguire la forma del piede (fig. 81) di chi deve camminare per molte ore su terrenl accidentati: né troppo strette né troppo larghe. Inoltre, dovranno permettere di indossate due paia di calzet- toni (un palo lunghl di cotone a contatto della petle, laltro di lana non sgrassata ~ cruda - perché impermeabile, piu corti e privi di cuciture - tubolare). Infatti, due paia di calzettoni di spessore media (fig. 82) Proteggono meglio di un solo paio di grossi calzettoni: le intercapedini d’arla fra le due Paia risultano jl migliore isolante. » Un'ottima precauzione, dovendo usare due pala di calze, @ di - stringere » con un elastico, non troppo stretto, la calza prima i ripiegarla sulla calzatura, per prevenire ed evitare cosi I'intrusione di corp! estranel. > Qualora te calzature fossero, perd, un po’ troppo larghe, una cinghia (fig. 83) pas- sante sotto la suola, Incroctata sul davantl e affibbiata attorno alla caviglia eviter& ve- sciche e distorsion|. » Non si devono mai usare calzature nuove {messe per la prima volta) per una lunga marcia perché i piedi generalmente si gon- fiano camminando molto e Ia forma interna della scarpa non ancora perfettamente & dattata al piede produrrebbe inevitabilmen- te delle vesciche. Se @ necessarlo usare gli scarponl nuovi subito, si possono indossare € quindi immergerli in 5 0 6 cm d’acqua per cinque minuti circa e fare, pol, una rapida marcia perché asclughino. Questo metodo permette che la forma del cuolo si adattl nel modo migliore alla struttura dei piedi Ancora: le caizature dovranno avere ia suo- la (sempre rivestita con un‘altra suola di gomma a rilievi stampati, tipo vibram, per- ché offrano un‘adesione al terreno) rigida. per permettere di utillzzare eventuall minu- scoli appoggi nel terreno, e aderente alla curva del piede, per sostenerlo su tutta la volta‘ plantare affinché appoggi perfettamen- te sul terreno senza fargli subire alcuna de- formazione o compressione, cause Inevita- bili di indurimenti e di vesciche. La tomaia dovra essere fissata alla suola con una du- plice cucitura esterna. Le caratteristiche tecniche e€ anatomiche delle calzature (fig. 84) dovranno essere, In- fine: A) la punta quadrata perché le dita 36 INTERCAPEDINE del piedi possano muoversi per evitare Il congelamento; 8) la punta alquanto lunga: C) Il tacco alte almeno 2 cm: D) la parte In terna diritta @ Manutenzione Per mantenere morbida la tomaia degll scarponl e renderli Impermea- bill all'acqua, occorre usare dei grassi che. oltre a possedere proprieta idrofughe, sia. no suscettibili di penetrare nelle fibre del cucio stabilmente per impedire efficace- mente |'assorbimento deli’acqua. Inoltre, I'a- zione idrofuga del grasso non deve subire alterazioni quando le calzature sono sotto- poste a temperature differenti dalla norma: |e. It sistema migliore di spalmare |! grasso ¢ di usare il palmo della mano, in quanto Toperazione viene fecilltata dal calore na turale @ perché non rimanga inutile, anche se abbondante, sulla superficie del cuoio In mencanza di grasso per calzature, tempo- raneamente si potra usare della vaselina, della paratfina_o dello strutto, fluidificati con il calore. Oppure: 1) pareffina gr 50, olio dt lino cc 45, essen- na di trementina cc 20; mescolare bene 6 spalmare. Sulla tomala e specialmente sul- le cuciture si faranno ripetute spenneila- ture di allo di lino; 2) fare tre pesi uguall di cera gialla, di strutto, di miele: far fondere a fuoco dot- ce e mescolare bene; togliere I'impasto dal fuoco e aggiungere essenza di trementina per ottenere una pasta morbida che si spal- ner sul cuoio, Insistendo sulle cuciture » Rientrando da una marcia, le scarpe do- wrenno essere riempite con carta da gior- male spiegazzata, perché assorba l'umidita ¢ le mantenga in forme. Non metterle mai vicino a una sorgente di calore. Quando le scape saranno asciutte, grattare con una spazola il fango. quindi Ingrassarle nuova- mente. Le scarpe si lasceranno asciugare appoggiate sui fianchi. In caso di necessita si potranno prendere del piccoli sassi e, dopo averli scaldati (non troppo) sul fuoco, si metteranno negli scarponi affinché pos- sano asciugare in pochi minut! » Per ogni escursione si portera sempre con sé un paio dl laccetti di ricambio. » Al mattino, in caso di tempo molto fred- do, portare gli scarponi slacciati per circa mezz‘ora affinché il calore del pledi ammor- bidisca il cuoio che, eventualmente, si fosse indurito. » In caso di freddo intenso si potranno awolgere i piedi con un fazzotetto triango- lare foderato di carta da giornale, foglie o erba seca. paglia, lana, oppure con un fo- glio di alluminio per alimenti (fig. 85): ma teriali che formeranno un isolamento con l'esterno. Questo sistema pud servire anche se gll scarponi o i calzettoni sono umidi e non si possono cambiare. Si pud. ancora, so- stituire { calzettoni con lana estratta dal sac- coletto, Per mantenere |'isolamento si dovra tenere il materiale asciutto e sprimacciarlo quando diventa troppo compatto. » In caso di emergenza si potranno sosti- tuire gli scarponi con fazzoletti, scatoloni © pezzi di copertone d'auto (fig. 86) 37 > Quando si @ al campeggio, durante la notte gli scarponi dovranno essere messi al riparo (fig. 87) con la suola verso I'alto sotto il doppiotetto della tenda per ripa- rarli dall'umidita o dalla pioggia, oppure in- serirli, sempre con la suola volta verso Kaito, sotto it saccoletto (come cunel) per formare una specie di cuscino. © Scarpe basse Sempre in cuoio con la se- conda doppia suola in gomma, permettono un’ottima aerazione del piede e, se usate solo su terreni pianegglanti, non affaticano la caviglla. > Un sistema per allacciare le scarpe bas- se (fig. 88) & di fare un nodo a un‘estremita del laccetto, quindi passarlo nell'occhiello inferiore della scarpa (#1 nodo all'Interno), poi di portarlo verso Ialto e allacciare la scarpa dall‘alto verso il basso. Si blocchera, alla fine, il capo libero del laccetto fra ti calzettone © il bordo interno della scarpa. Questo metodo evita che una normale al- lacciatura, durante una marcia, si slact costringendo a soste continue e causan- do quindi nola e contrattempo. (Nell'illu- strazione, il laccetto @ disegnato in blanco all'esterno della scarpa e tratteggiato nel- Vinterno.} © Stivaletti dl gomma Sono necessari in caso di pioggia o di lavori nel fango, In ac- qua, nella neve. | calzoni si potranno tenere dentro o fuorl a seconda del tipo di terreno. Il modello migliore degli stivaletti di gom- ma risulta essere quello di tipo basso e ri- vestito internamente di feltro. Dovranno es- sere di misura giusta per evitare l'usura del calzettoni @ le vesciche per sfregamento del tallone. La loro prerogativa di essere impermeabili @ una qualita assolutamente negativa durante le soste prolungate, nelle lunghe marce e con tempo molto freddo, perché trattengono l'umidita della traspi- razione dei pledi. Rimarranno pullti se si spalmeranno con glicerina. 38 © Sandali Durante le pause col bei tempo sl pud restare a piedi nudi, o mettersi un paio di sandali di cuolo, o di mocassini indiani. » Per fabbricare un paio di sandali (fig. 89), occorre usare cucio di un certo spessore (5 mm circa) per la suola, e pelle sottile (ma robusta), morbida e flessibile per lo cinghle. Per poter cucire il cuolo s} usa un ago con la punta a sezione triangolare (ve- di particolare A della fig. 101) perché possa penetrare facilmente e senza fatica nel cuo- io. Disegnare la forma dei piedi appoggiati sopra |! cuoio (0 prima sopra un foglio di carta resistente) mantenendosi pitt larghi di circa 1,5 cm. Tagliare, poi, queste due forme delle suole. Se si desidera, invece. il tacco, si dovra lasclare dietro al piede circa 5 cm di suola che si pieghera e si fis- sera sotto la suola, oppure questa parte terminale potra servire per la modellatura del calcagno (fig. 92). Per tutte le operazio- nl @ per le altre lavorazioni del sandall, sara sempre opportuno controllare le misure af- finché risultino corrispondenti a quelle del Piedl. Alcune forme e disposizioni delle cinghie di allacciatura vengono suggerite dalle fi- gure 90, 91, 92. 39 I > Sandal tuareg (fig. 93) Tracciare il con, torno dei due piedi appoggiandoli sopra un! pezzo di cuoio (fig. 94). Tagllare le suole e tracciare la linea x-y che separa |'alluce! dalle altre dita del piede (fig. 96). Tagllare| su questa linea quattro fessure e due! sotto la volta plantare del piede. Tagliare | due pezzi A-B come indicato nella figura 95.) Passare la cinghla A nelle fessure F2, e Il pezzo B nelle fessure F1 (fig. 97). Annodare| la cinghia A. > Mocassini canadesi (fig. 98) Disegnare il contorno del pledi sopra un pezzo di cuoio resistente ma morbido. e tagliare i cuoio come nella figura 99. Cucire il mo- cassino unendo | punti B-C-D. Quindl unire i lati AB e DE. Ribattere il mocassino e cu- cire la linguetta L sul davanti cercando di suddividere, arricclandola, la pelle in modo uguale e facendo rimanere la linguetta ben tesa. Unire, poi, | lati FG e IL; ribattere la linguetta H in alto e cucirla. Infine, cucire il pezzo P at lati del mocassino per formare un ccllare che potra anche essere alto tan- to da coprire la caviglia e ricavato dalla tmaggiore altezza del pezzo P (fig. 100). a 42 > Mocasaini indlani (fig. 101; dove il partico- lare A indica la forma triangolare della pun- ta dell’ago per cucire i! cuoio) Appoggiare ll piede a 6 mm dal bordo di un foglio di carta plegata, e disegnare il contorno [fig. 102), Attorno al primo bordo disegnato farne un secondo maggiorato di 6 mm {fig. 103) & tagliare quest'ultimo. Mettere il_modello aperto sul cuoio e tagliare (fig. 104). Fare wma plega a meta e praticare 6-8 fori a 3 mm [uno dall'altro con un punteruolo sui due tordi tagliati e sovrapposti (fig. 105). Cucire, con un ago da calzolaio, usando filo res stente di cotone cosparso di cera, 6-8 fori alla volta (fig. 106). Quindi rivoltare il mo- cassino dalla parte diritta e con una bac- chetta liscia ribattere la cucitura. Infilato Il mocassino nel piede, unire i due lati poste- riori e segnare Il profilo posteriore del pie- de con l'unghia del pollice: tagliare lascian- do un margine di 6 mm (fig. 107). Cucire, indi, iI tallone seguendo le fasi dei dise- mi A, B, C della figura 108. Tagliare un pez- 2 di pelle per la linguetta, largo quanto apertura (cm’ 5) e lungo cm 7,5 circa, da cucire come indicato nella figura 101. Da un pezzo di pelle resistente ricavare, quindl, 1: > Lacci di cuolo (fig. 109) Inchiodare su una tavola un pezzo di legno che abbla un lato diritto e conficcare forte un coltello bene affilato o un trincetto da calzolaio in modo che la lama sia parallela al lato diritto del p.zzo dl legno e distante quanto si vuole siano larghi i lacci. Bagnare completamen- te la pelle, quindi, dopo avere ottenuto 1a pelle di forma circolare, appoggiarne un mar- gine contro il pezzo di legno e, tenendo la pelle tesa al di [a della lama e bene splanata sulla tavola, prendere il margine della pelle @ tirarlo in modo che Il taglio risulti netto e costantemente largo uguale. | lacci bagnati verranno arrotolat! @ lasciati ad asciugare in un lvogo fresco e ventilato, cosi da renderli plu resistenti. Infatti i tacci di pelle grezza (non conciata}, se vengono usati umidi, per il naturale restringersi della pelle asciugan- do renderanno pit rigide le legature. fa | 4 111 [E > Il punto del sellaio (fig. 110) A) passare il filo di cotone impeciato (nella cera gialla) nel primo foro, con le lunghezze F1 e F2 uguali, infilare F2 in una lesina; B) pas- sare la lesina nel secondo paio di fori dove 1 filo F2 formera un anello: C) sfilare la lesina lasciando lanello di filo per farvi passare dentro il filo F1. Tirare simultanea- mente i due capi Ft e F2 del filo (fig. 111) Continuare le stesse operazioni per i fori seguenti. Si otterra, cosi, una cucitura nella guale F1 F2 si incrociano in ciascun paio di come Indicato nella grand tura si raddoppieranno gli ultim! due punti rr ritornando indietro e si taglieranno i due capi del filo pari al foro di uscita. @ Piedi Al termine di una tunga marcia, un bagno completo toglie Ia polvere e a stan- chezza del percorso, poiché esercita un's zione tonica e insieme sedativa. Per non rendere la pelle dei piedi troppo sensibile non bisogna, perd, fare un bagno prolun- gato (fig. 112 » Le unghie dei piedi debbono essere ta- gliate corte trasversaimente senza essere arrotondate ai lati per prevenire le unghie Incarnate (fig. 113). In caso d'eccessiva su- dorazione @ utile, prima di una lunga mar- dia, spolverare i pied! con un miscugllo in parti uguali di acido borico, amido, ossido i zinco. Ancora, si possono rendere i piedi meno delicati facendo dei bagni con acqua @ allume o con acqua salata. > Vesciche Se si dovesse formare qualche vescica, disinfettarla con alcool o succo dl limone, quindi attraversare ta base della vescica con un ago sterilizzato (passato sul- ia fiamma di un fiammifero) infilato con un pezzo di filo di cotone (fig. 114). Tagliare ilfllo sporgente ai lati della vescica. Disinfet- tare ancora e applicare un cerotto (fig. 115) ZAINI E CARICHI (fig. 116) © Conoscere lo zaino e saperlo portare Moiti sono | modelli di zaino, ma il mo- do di prepararli & simile perché @ neces- sario che lo zaino, una volta chiuso, non presenti una forma sferica, causa di uno spostamento del centro di gravita del corpo e di sbilanclamenti laterali, ma che sia rlem- pito mettendo gli oggetti (secondo il loro Peso @ le necessita di pronto impiego) nel senso dell’altezza, perché il baricentro si avvicini il piu possibile al centro di gravi- 116 45 A ta del corpo (fig. 117). inoltre occorre che vi sia e si mantenga una aderenza aerata con la forma anatomica della schiena e che, lasctando |'intercapedine fra lo zaino e il corpo, i punti di appoggio siano distribuiti fra le spalle e le reni (fig. 118; A = spor- genza superiore della scapola; B = punto di attacco delle braccia; C = lunghezza del- Tarmatura dello zaino; D = posizione infe- riore della fascla pi bassa dell'armatura dello zaino, che avvoigera le reni), e le bre- telle regolate per lasciare liberi | movi- menti delle braccla. Infatti, le bretelle deb- bono suddividere in parti uguali il peso del- {o zalno, sulla linea verticale centrale della schiena, ed avere una tensione tale da per- mettere un giusto appoggio inferiore sulle reni. Un‘ottima e razionale precauzione & mettere gli oggetti, divisi per categorie, in sacchetti di tela o di nailon trasparente con chiusura lampo in plastica, contrassegnati da simboli di utilizzazione (fig. 116, partico- lare A), perché non si perdano o non si debba stare a cercarli. || materiale di pron- to Impiego sara messo In alto; contro Il dor- so cid che @ morbido o imbottito: nelle ta- sche esterne. non troppo sporgenti, i! ma- teriale piccolo e da utilizzare durante la marcia, ma non troppo pesante. Gli oggetti taglienti, isolati con un’intercapedine di ma- teriale morbido, verranno inserit! vertical- mente contro il dorso. > E bene ricordare che nessun oggetto do- vra avere un dopplo Impiego, perché nessun oggetto specifico inutile. 46 > Un anello fissato nella parte superiore dello zaino permettera di alzarlo con pil facilita, specialmente se Ii carico & pesante. > Rientrando da un'escursione, _rivoltare per terra il contenuto dello zaino. Di questo Contenuto fare tre mucchl: il mucchio nu- mero uno comprendera gli oggetti che si sono usati tutti i giorni, il mucchio numero due quelli che si sono usati qualche volta, il mucchio numero tre quelli che non si so- no mal usati: le idee preconcette, le abitu- dint della nostra cultura si mescolano alle vere necesita del campeggiatore, Quindi, con decisione, eliminare gli ultim! due muc- chi perché solo con I! materiale veramente necessarlo si potra avera lo zaino meno pe- sante ed essere pronti per qualsiasi avven- tura (salvo la catastrofe). Di conseguenza {anche in previsione di carichi superiori), occorre fissare un limite di peso proporzio- nato alle proprie forze fisiche e alla durata dello sforzo: generalmente, per un’escursio- ne lunga e dovendo camminare per molti giorni di continuo, non bisogna superare i 12 kg: per una marcia media (circa 3 ore) si pud arrivare a 15 kg: per una marcia cor- ta a 20 kg. > € bene ricordare che facendo due viaggi con 15 kg si fatica meno e non si perde molto pi tempo che facendone uno solo con 30 kg, soprattutto su terreno difficile, e che con un carico superlore a 20 kg (0 molto ingombrante) & indispensabile farsi aiutare da un compagno per mettere Io zai- no sulle spalle. > Tabella dei pesi per una normale escur- » La pressione delle bretelle dello zaino sione sulle spalle dovra essere equilibrata @ uni- . forme perché non caus! dolorl o impedisca eta, peso in kg il libero movimento delle braccia. Se le 14 10 bretelle risultassero troppo dure o strette 15 13 sara opportuno prendere due strisce di 16 16 cuoio (0 di stoffa molto resistente) lunghe 17 17-18 circa 20 cm e pil larghe di aimeno 1 cm 18 20 delle bretelle, incollare o cucire della gom- 19, 20. ... 22 mapiuma sotto e fissare sopra dei passanti 47 perché vi possano passare le bretelle dello zaino (fig. 119). > Per evitare | movimenti laterali dello zaino, caricato in altezza, 8 necessarlo che sia prowisto di una cintura da allacciare attorno alla vita. Qualora ne fosse sprowvi- sto, prendere una larga cintura di stoffa re- sistente, fissarla all'armatura perché costi- tuisca una fascia d'appoggio sulle reni e un distacco dalla schiena per una maggiore ae- razione, e stringere attorno alla vita (fig. 120). @ Miglioramenti della capacita degli zalni (fig. 121] Alcune cinghie di tela resistente (del tipo di nailon per serrande da finestre) della lunghezza di circa 1,50 m ciascuna po- tranno trasformare lo zaino in un portapac- chi. E importante che queste cinghle siano di tela (non di cuoio, perché sensibile al- 48 Tumidita; e neppure di tela elasticizzal perché non risulterebbe solidale con lo z no), con fa fibbla a blocco automatico, tipo ramponi da ghiaccio. Per caricare, bisogna far passare le due cinghie verticalmente attorno allo zaino e al pacco da portare, con le due fibbie di bloccaggio in alto. String re forte perché vl @ sempre una ricaduta de! carico all'indietro quando si mette lo zaino sulle spalle. Quindi far passare una © due cinghie trasversalmente per evitare che Il carico si muova lateralmente. Se si dovesse aggiungere un ulteriore oggetto sopra l'insieme gia cosi formato, occorre ripetere le stesse operazioni precedenti aggiungendo altre cinghie verticali e tr sversall, perché la solidita dell’insieme deve risultare perfetta: nessun movimento dei vari pacchl deve verificarsi, soprattutto se il carico & pesante e ingombrante. Se I! ca- 123 ico viene effettuato in altezza, & opportu. 0 fare attenzione allo schiacciamento dei pesi verso Il basso nel momento di mettere lo sulle spalle. Attualmente gli zaini vengono costrulti con un telaio di sostegno (armatura), perché il peso da trasportare risulti anatomicamente equilibrato e mediato da un portapacchi or- ganico. Questa struttura portante deriva dagli an tichi portapacchi delle popolazioni nomadi fig. 122), costruita secondo la figura geo- metrica della lettera A. Infatti, da que- sta linea sono possibili variazion! di costru- zone portante semplicemente ribaltando la figura (per formare una struttura a U) e ag- giungendo una base di appoggio e di soste- go al carico da trasportare. Questi telai portapacchi sono resistenti e° raionali » Telaio raider (fig. 123) Materiale: + due montanti di legno (quercia o frassino) dello spessore di 6 mm, tunghi 75 cm e larghi 5-6 cm; + quattro traverse dello spessore di 6 mm, lunghe 55 cm e larghe 4-5 cm; * due fasce trasversali di appoggio (tela o cuoio) della lunghezza di 45 cm e larghe quanto le traverse; + due bretelle larghe circa 8 cm e lunghe 90 cm. Procedimento costruttivo: perché I'armatura sia della propria taglia, occorre calcolare esattamente la distanza che separa la traversa d'appoggio sulle sca- pole alla traversa d'appoggio sulle reni Tagliati 1 montanti ¢ le traverse, arrotonda- re le estremita e pulire con carta abrasiva. 49 1 due montant! avranno due intaccature (par- ticolare A) alle estremita inferiori per ag- ganciarvi le estremita delle bretelle median- te un anello. Immergere nell'acqua (24 ore se fredda, qualche ora se bollente) le tra- verse da curvare, quindi appogglarle con- tro una forma curva (18 cm di raggio) © in- chiodarvi altri blocchetti di legno affinché le quattro traverse asciughino completamen- te curvate. Fissare le cinghie, i montantl, le traverse contemporaneamente. A telaio finito, fissare sui montantl due cordini che formino quattro grandi anelli, per poter le- gare il materlale da trasportare bloccandoli con un terzo cordino. so (misure in millimetri) > Telalo svedese (fig. 124). Materlale: + 1 traversa di legno di 430x459 mm (A); + 1 traversa di legno di 370x459 mm (B); + 2 montanti di legno di 800x35x15 mm + 2 listelli di rinforzo in legno di 740x409 mm (D): * 4 cunel di legno di 40X20x13 mm, per bloccare le traverse A-B ai montanti (E). Procedimento costruttivo: assemblare I! telalo mediante | quattro cu- nei (E). quindi fissare le bretelle attraverso le due fenditure della traversa superiore A 125 e attorno alla traversa interiore B mediante rivetti_metallici (particolare R). A telaio nito, fissare sui montanti due cordini che fermino una doppla serie di anelli, per po- ter legare il materiale da trasportare bloc- candoli con un terzo cordino. » Telalo canadese (fig. 125) | due montanti dell’'armatura vengono uniti da tre traverse: due perpendicolari con una leggera curva. tura per evitare che tocchino la schiena, Valtra, centrale, parailela al montanti per- ché impedisca la deformazione all’armatu- ra. Un tondino fissato nella parte superiore permetter’ di alzare lo zaino completo, Gli schienali, in stoffa resistente (larghi circa 20 cm) e mantenuti tesi mediante cordini, verranno messi adattandoli alle spalle e alle reni. Le bretelle, fissate alla traversa supe- riore perpendicolare, verranno agganclate a due fori inferiori praticati nei montanti 51 > Telalo canadese con appoggio (tig. 126) 1 due montant! di legno (cm 70x5x2) ven- gono assemblati da tre traverse (cm 41x 6X1,5) prowiste di una leggera curvature alle due traverse (superiore-Inferlore) ven- gono agglunti due rinforzi posteriori. Nella parte inferiore sporgeranno due supporti perché si possa fissara una tavoletta d'ap- poggio al carico della larghezza di 15 cm. Per legare il pacco-materiale (tre fori in ‘ogni montante e due for! nella tavoletta di appoggio) si eseguira la legatura a nodo diamante (vedi fig. 134). » Telaio In legno compensato (fig. I due montanti, sagomati secondo le indicate nella figura 127, vengono uniti da un compenssto (larghezza: 40 cm per ragaz- zi; 45 cm per adulti). Posteriormente, ad una traversa di legno (particolare A), ver- ranno fissate le bretelle che, con un cordl- No Passante nel foro inferiore del montanti, seranno regolate secondo la struttura del corpo del portatore. Due cinghie di stoffa resistente, tese fra i montantl, sl! appogge ranno al corpo de! portatore. > Telaio det trapper (fig. 128) Costruito indicato nella figura 128, si avol- struttura con un trapezio di stoffa 127 resistente, con | lati obliqu! provvisti di oc- chielli da stringere con un cordino. Le bre- telle, passant! da una finestra dolla stoffa (larga _un po’ pitt delle due bretelle e alta circa 3 cm), verranno fissate inferiormente e lateraimente ai due montantl. A lavoro ultimato, si avviteranno dieci viti ad occhiel- lo sul due montantl {tre viti passeranno at- traverso tre forl orlat! della stoffa, perché si possa muovere secondo Ia tensione data dal cordino) che con un cordino trattengano fermo il pacco-materiale; > oppure (fig. 129) il telaio, di forma ret- tangolare, viene essemblato alle traverse, prowiste di una leggera curvatura, median te angolari di ferro (am), e nella parte infe- rlore viene aggiunta una base trapezoldale d'appoggio provvista di un largo anello di orda che sostenge © leghi i! pacco-mate rlale. > Tump-line (fig. 130) Con una striscia di cusio (0 di stoffa resistente), lunga circa 20 cm e larga circa 10 cm, alle cui estremita sono fissati due lacci di cuolo lunghi circa 2 m ciascuno, appoggiata alla fronte, si pos- sono portare pacchi o s! pud alleggerire il peso dello zaino. Questo sistema limita i moviment! della testa e richiede un allene- mento, una preparazione particolare dei mu- scoli del collo e un perfetto bilanciamento laterale del peso, ma permette di traspor- tare pesi superiori alla norma. Inoltre que- sto sistema permette Ii trasporto, anche, di pesi molto ingombranti (fig. 131). Alternative alla striscla di cugio possono essere (fig. 132): A) una fascia (0 un fazzoletto da colo} prowista di due occhielli per fissarvi due lace! di corda; B) una cintura; C) una fascia che awolga le braccia e che pud venire fissata a un cesto, In sostituzic- ne dello zaino. L'uso diversificato della tump-line permette, anche, di trasportare il materiale necessario alle escursioni avvolto in una coperta (0 nel Poncho, o nel telo-tenda), semplificando II problema contenitore. Alcune regole sono necessarle per la confezione del pacco-ma- teriale perché risulti platto e soffice, come viene indicato nella figura 133, dove: A) sacco-letto; B) oggetti pesanti {0 cibo); C) esterno del pacco (di qualsias! materia- le disponibile); D) gli oggetti duri, il necessario di pronto Impiego, i! pemmican (0 altr! cibi) devono essere impaccatl In modo uniforme @ posti nella parte superiore de! pacco. Non bisogna arrotolare il pacco in modo da farlo diventare una massa dura, ma piegario 56 in modo da ottenere una forma come quella indicata; E) inerociando la corda per la legatura del pacco, sara necessario fare il nodo come indicato; si ottiene facendo un anello tenu- to fermo fino ad averne fatto un altro sup- plementare Invertito che blocchi il nodo; F) quindi afferrare i! pacco nei due punti 'p’ @ lasciarlo libero di ruotare perché dovrebbe pendere verso chi lo sostlene; G) | due lacci del fondo pacco verranno fis- sati agli anelli del tump-ine, costituit! da una striscla di stoffa lunga circa 60 cm 8 larga circa 40 cm riplegata alcune volte per- ché risultl une fascia soffice e resistente larga circa 10 cm. @ Legatura diamante (fig. 134): A) fissare la corda nella tacca 1 del telalo e ritornare in 1 dopo essere passati in 2. Attorcigliare la doppia corda 1-2 pid volte su se stessa; 8) portare la corda nella tacca 3, quindi -far- la passare nell'occhlello centrale formato dal'attorcigliatura 1-2, portare pol la corda nella tacca 4 per ritornare nell’occhlello cen- trale del diamante; C) far passare 1a corda nella tacca 5, poi, passando di nuovo nel centro del diamante, portarla nella tacca 6; D) tirare bene la corda e fissare l'estremit& nella tacca 1. Una semplificazione della !egatura diamante @ riprodotta nella figura 135. {I trasporto di pesi mediante la tump-line, coadiuvata da un pettorale, é in uso presso molte popolazioni nomadi (fig. 136). Un sacco duro e di forma sferica spinge sulle spalle, sulla schiena e sulle reni, cau- sando un sovraffaticamento eccessivo; l'uso della sola tump-line riduce la possibilita di movimenti laterali della testa e richiede Il’ac- curato bilanciamento delle parti laterali del sacco da trasportare. L'uso contemporaneo di questi due support! permette un‘andatura eretta.e con minore fatica, ma richlede la confezione di un sacco soffice, secondo le piegature dei lati della coperta indicate nel particolare A. > Pettorale (fig. 137) Confezionato con ro- busto nastro, largo circa 6 cm, & costituito da una fascia trasversale prowista di due occhielll (a) 0 di due anelli di corda (b) e di due bretelle terminanti con due lacci di corda da far passare sotto le ascelle e da annodare al due fori superiori della fascia trasversale. I! fissaggio delle corde alle bre- telle verra fatto mediante una semplice le- gatura {c) o con una piombatura di arresto (d) della corda, perché non sfilino dalle bretelle piegate e cucite a imbuto. Even- tualmente, due cinghie, fissate sulle bre- telle del pettorale, bloccheranno meglio Il sacco da trasportare (fig. 138). La piomba- tura di arresto della corda potra venire ese- guita secondo lo schema della figura 139, oppure, meglio, secondo le indicazioni della figura 64, dove la piombatura dei legnoli, anziché verso l'alto, dovra essere esegult: verso Il basso. 139 » Coperta a tracolla Per una breve escur- sione, in alternativa o in appogglo allo zaino e in sostituzione de! sacco-letto, si potranno awvolgere alcun! materiali con una coperta e un telo impermeabile, seguendo le indica- zioni A, B, C della figura 140, € legando le estremita fra loro per formare un largo anel- lo da poter portare a tracolla » Come arrotolare una coperta da legare attorno allo zaino (fig. 141): suddividere 1a coperta in cinque parti nella sua lunghezza e piegare le due parti esterne. Piegare poi un lato corto, perché arrotolando stretta Yaltra estremita si formi un pacco da inse- rire e bloccare nella parte precedentemente piegata. La coperta, arrotolata, rimarré bloc- cata e potra essere legata attorno allo zaino. 59 > Pacco-materiale tresportato con corda (fig. 142) Per-una breve escursione che ri- chieda f'uso di molta corda, si pud confe- zionare un pacco trattenuto dalla stessa corda da trasportare. Occorre, per legare U pacco, una corda lunga circa 3 m, mentre per le bretelle s! usera la lunga corda da trasportare: A) awvolgere il materiale con it telo imper- meabile messo al centro; B) ripiegare II telo sul materiale; poi C) plegare i lati (e non anche I'altra parte del telo impermeabile): D) disporre a terra la corda piu corta, aven- 60 do fatto al centro un grande nodo composto da una specie di croce, dove | due bracc! sono dua lunghl anelll’ e il terzo braccio sono le estremita della corda, una delle quali & molto pitt lunga. Metterv! sopra il pacco con {I nodo alla base e passare le due estremita della corda negli anelli ri- baltati sul pacco; E) stringere contemporaneamente I nodo; F) girare attorno al pacco con |'estremita plu lunga della corda, quind! annodare le due estremita contro fl nodo precedente; G) ribaltare il lato del telo Impermeabile sotto la corda e fermarlo passandovi so- pra Vestremitd lunga della corda, che verra poi fermata dietro sulla corda trasversale: H) per portare il pacco: piegare la lunga corda piu volte e passarla attorno al nodo del pacco. Accorciaria per formare le bre- telle che, per larghezza, permette- ranno di trasportare anche pach! pesantl. » Zaino-amaca (fig. 143) E possibile confe- zionare un‘amaca che, con alcuni accorgi- menti tecnici, sostitulsca lo zaino. SI otter- r& cosi un di trasporto e di pernotta- mento unificati. Esecuzione (fig. 144): prendere della stoffa resistente larga 80 cm @ lunga 240 cm. A 40 (eseeeee terse 61 cm da un‘estremita fare due tagli perché I! pezzo, orlato, possa venire riplegato a for- mare II cuscing. | bord! dell'amaca, arrotolatl dovranno permettere il passaggio di due corde lunghe ciascuna circa 8 m e con diametro di circa 8 mm. Cucire poi le corde coi bordi dell’amaca. Perché l‘amaca non si ribalti per i movimenti laterali di chi dorme, ard necessario legare le corde di sostegno attorno a due alberi passando dall'esterno. Un secondo pezzo di stoffa, 1ungo m 1.60. verra cucito sopra l'amaca (come coperta-len- zuolo), lasciando che afcuni occhielli corri- spondenti permettano I passaggio di un lac- cio di chiusura dell’amaca-letto (particolare A). Un bastone, lungo circa 1 m, manterrd distesa Ia parte del cuscino, imbottito con gli indumenti personali, con paglia o con erba secca. Un leggero telo impermeabile (nailon resinato) posto sopra |'at formera il tet- to. In estate, nelle localité infestate dalle zanzare, si potré sostituire i! telo imper- meabile con una zanzarlera di protezione. Si trasformera |'amaca in zaino nel seguen- te modo (fig. 145): capovolgere I'amaca e determinare ta lunghezza L, che sara quella dello zaino. Sulla linea superlore, al centro, fissare un grosso anello con un rinforzo in cuolo (particolare A). Sulla linea Inferiore cucire due fibbie per le bretelle, ¢ altre tre fibble che blocchino le tre cinghle fissate sul lato superiore dell’amaca. Le bretelle (particolare B), formate e sagomate da due strisce di nastro resistente, largo circa 6 cm. verranno assemblate all'anello, come indi- cato ne! particolare C, con un passante (particolare ). | due particolari E, F indi- cano lo zaino arrotolato e riempito con il materiale da trasportare. © Sacchi nautici (fig. 146) Per trasportare normalmente il materiale, si possono utl- lizzare del sacchi. |! modelo nautico, In uso anche presso Iesercito, ha una maniglia cucita sulla parte longitudinale; il prolunga- mento della maniglia ha un moschettone e un anello che aggancia e chiude gil occhlelli deli’apertura. | sacchi possono venire con- fezionati con stoffa resistente e impermea- bile secondo le misure standard della figu- ra 147, e possono avere particolar! di tra- sporto differenziati. Particolare A: una {un- ga bretella, imbottita al centro, verra usata come tump-line, mentre una cinghia Inferio- re, allacciata attorno alla vita, evitera | mo- vimenti lateral causat! dal camminare. Par- ticolare B: i! sacco vera trasportato me- diante due bretelle da passare sopra le spalle; due o quattro passanti serviranno per il trasporto esterno di materiale lungo e sottile (pall della tenda, accetta, badilino pieghevole, ecc.). » Zaino con sacco neutico (fig. 148) Esecu- zione: A) legare attorno al sacco due corde: nella Superiore cucire un nastro resistente per- ché formi le due bretelle; in quella inferiore fare due anelli di corda: B) questi serviranno per annodare due cor- dini_legati alle bretelle. Mediante alcune cinghie si potra legare attorno al sacco una coperta o jl telo-tenda; C) viene indicato come le bretelle, passan- do davanti al corpo, vengono ad annodarsi ai due anelli della corda inferiore del sacco nautico; D) lo zaino @ terminato » Come chiudere i sacchi nauticl * Figura 149: per } piccoli sacchi conte- nenti il materiale da cucire o materiale di Piccolo ingombro, @ opportuno rinforzare 1] fondo con dopplo tessuto impermeable o con cuoio. Liallacciatura si esegue parten- do da un occhiello con Il laccio di chiusura, passarlo poi a stella attraverso gli altri oc- chielli per ritornare infine all’occhiello di partenza e annodare. + Figura 150: con sacchi molto grandi e non potendo stringere l'apertura con la sem- plice chiusura descritta sopra, sara necessa- rio eseguire lallacciatura normale a stella © passare poi alternativamente sui raggl della stella (dal centro verso l'esterno), per- ché si formi una tela di ragno @ Intreccio che copra @ chiuda I’imboccatura del sacco. Ritornare al punto di partenza e annodare. + Figura 151: la chiusura dei sacchl me- dlante una corda si esegue facendo il nodo indicato. Stringe bene l'imboccatura, ma si sciogli¢ facilmente. + Figura 152: per chiudere ermeticamente | sacchi nautici impermeabili da usare sulle barche. si ripiega I'imboccatura aicune vol- te su se stessa e si stringe con un grosso elastico, » Zalno con sacco (fig. 153) In caso di & mergenza, si possono utillzzare sacchi per riso, farina, ecc. inserendo due piccoli sassi tondi (0 altro) negli angoll in basso perché, con i! loro spessore, impediscano alla corda da usare come bretelle di sfilarsi. Mediante un nodo per picchettl a meta della corda, si potré chiudere I'apertura del sacco: si annoderanno agli angoll del sacco quattro cordini eventualmente allungati con alcuni fazzoletti o strisce di stoffa (fig. 154). > Zaino sopravvivenza con i pantaloni (fig 155) Per alcune escursioni che renderanno necessarlo || camblo dei pantaloni, o doven- do avere uno zaino senza disporre di mate- riale adeguato, s| potranno usare allo scopo | pantaloni. 157 La figura 156 indica: A) chiudere con due lacci il fondo del due gamball e infilare nei passanti una corda; B) riempire i pantalon! col materiale da tra- sportare, stringere la corda infilata nel pas- santi, farla passare poi sotto il cavallo dei pantaloni e annodare: C} ribaltare i gambali e legare alla corda dei passant! | due lacci di chiusura, perché sl ottengano le bretelle dello zaino. » Oppure (fig. 157): mettere il pacco ma- teriale in un sacco ¢ unirlo ai pantaloni se- condo lo schema della figura 158. Si forme- ra cosi uno zaino di doppia capacita. 67 159 Una soluzione simile nel!'unire II pacco ma- teriale ai pantaloni viene indicata nella fi- gura 159: il pacco viene fissato ai panta jonl con alcune corde che, legate alla cin- tura, passeranno sotto il pacco e si uniran- no fra loro a paniere con Il nodo indicato nel particolare A. Le bretelle, formate dai gamball dei pantatoni, potranno essere pro- lungate con I'agglunta di due cordini, > Gilet-portapacchi (fig. 160) In caso di emergenza, @ possibile trasportare viverl o altro piccolo materiale di estrema utilita con un pezzo di robusta stoffa: fare un foro al centro per farvi passare la testa, e anno- dare quattro lacci agli angoli della stoffa. Infilare il giletportanacch! e stringerlo ai fianchi con i quattro lacci. @ Travois {1 travois era un mezzo di tra sporto usato dai pellerossa, che ignoravano 160 161 Tuso detla ruota. Veniva tirato da cani o da cavalll ed era costitulto da una specie di ossatura triangolare in legno, con due tiche incrociate, dalle estremita inferiori in- curvate, che scivolano sul terreno. Alcune traverse, legate sulle due pertiche, servono a irrigidire la struttura e a sostenere il ca- rico. E un sistema semplice e applicabile, con diverse soluzioni tecniche, alle esigenze di un campeggio in terren! poco accidentatl e planeggianti, + Nella figura 161 viene Indicata una solu- zione per la costruzione di un travois per il trasporto di tegna: le due pertiche vengono assemblate con due traverse prowiste di forcella perché si incastrino alternativamen- te, ottenendo una maggiore resistenza con le legature. La distanza delle impugnature sara in rapporto alla persona che dovra ti- rare. + Nella figura 162 viene indicato il modelio classico de! travois: le due pertiche ven- gono incrociate @ legate perché risulti un triangolo superiore adatto ad appoggiar: sulle spalle e che servira, anche, da impu- gnatura. II traino verra aiutato dall'impiego della tump-line legata alfincrocio delle due pertiche. Sul triangolo inferiore, che appog- gia sul terreno, verranno legate alcune tra- verse per il sostegno del carico. 63 163 166 + Nella figura 163, il travois viene modifi- cato e utllizzato perché, mediante due tre- verse imbottite alle loro estremita (partico- lare A), si possa appoggiare su due bicl- clette afflancate (vicino al manubrio e sul Portabagagli posteriors). || telaio poggera sulle due traverse, cercando di mantenere una certa solidita nell'installazione sulle bi- ciclette. Questo sistema pud essere u: per il trasporto di materiale o di un ferito. + Nella figura 164 viene indicato come il travois possa venire modificato fissando un telaio rettangolare alle estremita curve di due pertiche. Con questa soluzione si ot- 70 terranno quattro punt! d'appogglo e di scor- rimento. + Nella figura 165, il travols, per carichi pesanti, viene costruito in forma trapezoi- dale e irrigidito da due diagonali. Viene tirato da una persona Impugnandolo nei pun- ti a-b, e da altre due (0 una) persone me- diante le due corde c-d. + Nell'Africa centrale viene usato il tipoye (fig. 166): quattro portatorl sostengono sul- le spalle le due sbarre s del che si appoggia sulle traverse centrali. Risulta un sistema di trasporto a bilancla per carichi molto pesanti. @ Nodi per il trasporto di pesi Per poter legare un pacco soffice, occorre fare un nodo triplo (fig. 167) che freni lo slittamen. to della corda, permettendo di terminare feciimente la legatura. Un risultato finale migliorato s] ottiene aggiungendo un nodo piano (fig. 168), dove il secondo nodo vis- ne fatto nel senso inverso al primo perché si abbla uscita della corda sullo stesso piano della prima corda. Per poter traspor- tare una fascina di legna (0 altro), occorre eseguire i| nodo dell’allodola (fig. 169), co- stituito, a meta corda. da un gancio ripie- gato su se stesso. II sollevamento di un tronco d’albero si pud ottenere avvolgendo aleuni di corda doppia e facendo pas- sare nell‘anello le due estremitd unite della corda rimasta libera (fig. 170). Per legare efficacemente l'estremita di una corda at- torno a un albero, occorre eseguire il nodo n del boscaiolo (fig. 171). arrotolando almeno tre volte l'estremita libera alla corda che gira attorno all'alhero. Esercitare la trazione nel senso della freccia. Per trainare oggettl 0 costruire una scala, occorre eseguire il modo galera (fig, 172): A) iniziare un nodo semplice: 8) aprire il nodo in due semicit conferenze perché C) il diametro dell'og- getto da bloccare sia sempre sull’asse del nodo galera. Esercitare sempre e@ solo lo sforzo di tra- tione nel senso dove avviene il nodo (senso della freccia f). Per sollevare un oggetto cilindrico, occorre ancorarlo mediante una imbracatura, come indicato nella figura 173. Una doppia corda ancorata a un albero (o a un robusto picchetto) costituisce un sistema pratico per smuovere un grosso ceppo [0 altro}, riducendo lo sforzo di tiro (fig. 174). La possibilitd di smuavere un‘automobile, di sollevare grandi pesi, richiede laluto di corde e carrucole (fig. 175). Queste opera. zioni possono avwenire, anche, mediante Tuso della sola corda: + Figura 176: A) il diagramma indica come il sistema di tiro con due carrucole per- mette, tirando |'estremita libera di due uni- ta, di spostare i! peso P di una unita; B) so- stituzione delle carrucole mediante un nodo galera e l'awolgimento della corda attorno ‘al peso P: tema che permette all'incirca raddoppio della forza esercitata. + Figura 177: si modifica eseguendo il no- do galera con doppio anello, uno del quali viene legato alla corda. * Figura 178: se si vuole moltiplicare !a forza F quattro volte, si pud applicare que- sto sistema, anche se Il guadagno risulta molto teorico a causa della dispersione che awiene per attrito e che, quindi, occorre vincere. Questo sistema, in ultima analisi, equivale ai due sistemi accopplati della fi- gura 176 (particolare 8). + Figura 179 (tourniquet spagnolo): permet- te di esercitare una forza decuplicata se si dispone di una grossa corda che possa re- sistere alla trazione. Si pratica nell'ordine delle operazioni 1, 2, 3, 4, facendo tuttavia attenzione: a non usare mai baston! morti o rigidi; che Il diametro dei baston! deve avere una dimensione di sicurezza tale da resistere alla trazione esercitata; a non lasciare mai la presa quando si opera la torsione perché si avrebbero delle con- seguenze pericolose per gli operatori: che, eseguita in due persone, loperazione risulta piu rapida e pitt facile. 75 Poi bisogna viaggiare sicuri e essere pronti a affrontare qualunque imprevisto LA MARCIA Camminare in montagna o nei boschi richie- de una cura particolare nello studio de! ter- reno e ogni passo deve avere sempre lo stesso ritmo, la stessa ampiezza per rispar- miare pli: energie possibile. In sallta {| pas- so dovra essere uniforme e regolare e in terreni pianegglant! o in discesa non biso- gna accelerare, ma continuare sempre con lo stesso ritmo (dettato dal proprio allena- mento e dalle proprie capacita polmonarl). Generalmente occorre Iniziare con passo lento e sicuro, per scaldare progressiva- mente i muscoli e per trovare la glusta car- burazione dell’organismo. > Terreno e tecnica Anche nei pendil pli ripidi e difficili, nel ghlaccial, nel nevai, la posizione fondamentale del corpo & quella diritta, con il baricentro perpendicolare sul piede che appoggia Interamente sul terreno, perché spostandosi verso monte T'attrito di- 181 minuirebbe e i piedi scivolerebbero. In sa lita Il corpo rimarra diritto con una leggera flessione del busto In avant! @ | piedi ap- Poggiati completamente. In caso di salite molto riplde sara opportuno compierle a zigzag per risparmiare molte energie (fig. 180). Nella discesa il corpo rimarra diritto con una leggera flessione in avanti, mentre le ginocchia verranno spinte un poco in a vanti @ i piedi appoggeranno completamen- te con le punte verso la discesa. Occorre, nelle discese, spostare Il peso subito sul plede che avanza (fig. 181). Se nella discesa si scivola senza fermarsi, si dovra girare il corpo con la faccia a monte e cercare di frenare con le punte dei piedi (fig. 182); le gambe e le braccla andranno tenute legger- Mente aperte perché con la loro pressione si possa frenare. » Pause Generaimente, durante una lunga marcia (senza codificare}, si fara una pausa di dieci minuti dopo circa cinquanta minuti di marcia. Comunque la pausa dovra essere effettuata sempre prima o subito dopo un passaggio difficile. II riposo, d'altronde, non dovra risultare troppo lungo in quanto ren derebbe | muscoli delle gambe lenti per la ripresa della marcla, e Inoltre potrebbe cau- sare un taffreddamento generale del corpo. Occorre riprendere la marcia prima che que- sti Inconvenienti accadano e, generalizzan- do, si pud considerare che si marcla meglio e con minore sforzo se si tiene un ritmo regolare con piccole pause piuttosto che con un ritmo veloce, rapido, intervallato da pause lunghe e falsamente riposanti. To- gliersi lo zaino € sdraiarst con le gambe plu alte del corpo (fig. 183) affinché I! san- gue torni ed afflulre regolarmente in tutto il 73 corpo, facendo pero attenzione a non sdraiar- si completamente (colpi di freddo nella schiena causati dal sudore). Con carichi pe- santi, non lasclarsi cadere, ma appoggiarsi allo zaino mediante un bastone di sostegno {fig. 184), senza slacclare pero le bretelle, perché se ci si lascia cadere non si riesce plu ad alzarsi da soli. > Se si deve complere una salita partico- larmente ripida, si fara una pausa di cinque minuti ogni mezz‘ora dl marcia. > Non si deve mai bere durante una mar- cia: se si ha sete si pud succhiare un filo d’erba o un pezzetto di stoffa o tenere un sassolino in bocca: aumentano la salivazio- ne togliendo la noiosa sensazione della boc- ca secca. » Una vecchia regola: mangiare durante la salita, bere nelle discese. Se facesse mol- to caldo si potra succhiare mezzo timone © lavarsi la faccia e la nuca. Oppure si po- tra tenere un fazzoletto umido sotto il cap- pello perché appogg! sulla nuca; cid servird anche a proteggere dai colpi di calore. > Un pezzetto di tubo di plastica lungo cir- ca 15 cm permettera di aspirare Facqua che traspira e scorre sulle rocce. > Durante una marcia ci si deve adeguare al passo della persona pid lenta, non parta- re, respirare col naso. Una buona media: 45-5 km all’ora di strada senza zaino, oppu- re circa 3,5 km all'ora se carichi. » Non si deve pensare costantemente al cammino e alla fatica che si sta sopportan- do, ma considerare la strada ancora da per- correre. ‘@ Passo scout Questo metodo di marcia ri- sulta ottimale per fare presto quando si de- vono compiere distanze non superiori al 56 km in pianura o In discesa. Consiste nel- lalternare 50 passi di marcia con 50 di cor- sae cosi di seguito. Naturalmente la mar- cia e la corsa devono essere regolari (con una velocita di ritmo di circa 5 km all’ora in corsa una velocita doppia, per ottenere una media di 7,5 km all’ora). Perlodicamen- te, occorre camblare il capofila per non ral- lentare la marcia © Jog & una tecnica dei pellerossa, con an- datura rapida, regolare, uniforme, che pud essere mantenuta per molto tempo. Si pud praticare anche con lo zaino, ma richiede una grande elasticita. Con passi corti, circa quat- tro per ogni metro, | pied! scivolano rapidi sul terreno. E una specie di passo ginnico, senza alzare le ginocchia. | bambini lo imi- tano bene quando giocano a fare il treno. E inutile sollevare o piegare molto le ginoc- chia. {I peso del corpo, con una leggera fles- sione del busto in avanti rispetto al centro di gravita, si sposta sul piede che avanza. Le mani si mantengono ferme, senza contra- zion|, con i pollici aperti. La respirazione de- ve essere regolare, |unga e profonda. > | ramponi (fig. 185) Possono essere co- struiti mediante una suola di legno (o di cuolo di un certo spessore — 5 mm circa —) dove si awiteranno e si stringeranno con dadi delle lunghe viti sporgenti, appuntite perché aderiscano, conficcandosi nel ghiac- cio © nel fango. > Un'astuzla (fig. 186) per gli hikes @ quel- la di utilizzare una piccola bicicletta pleghe- vole da poter portare sulle spalle » In terreni particolarmente difficili, si pos- sono utilizare i bastoncini per gl scl (fig. 187) che permettono di bilanclare, appog- giandovell alternativamente, il peso del cor- Po e quello dello zaino. ! bastoncin|, di legno 186 0° di bambi, dovranno essere lunghi abba- stanza da poter passare facilmente sotto le ascelle (fig. 188) rimanendo a piedi uniti so- pra una superficie solida. A un'estremita vi @ una rotella (circa 10 cm di diametro) che ha Ia funzione di bloccare. a circa 8 cm, la penetrazione del bastoncino nel terreno (0 nella neve). All'aitra estremitd si trova un laccio di cuolo dove si infila la mano da sotto in su (fig. 189) perché possa muoversi liberamente nel momento della distensione del braccio all'indietro. @ Ritmo di marcia Ogni passo, clod dove il piede andra ad appoggiarsi, deve essere Previsto e visto, soprattutto su terreno im- pegnativo. Hl peso dello zaino curvera natu- ralmente II corpo In avanti e faciliterd que- ste osservazioni del terreno. II piede deve scivolare diritto in avanti, appogglando com- 189 187 | 80 191 = 2 a A pletamente, parallelo (fig. 190) e non divari- cato, affinché il peso del corpo si distribui- sca mediamente fra le ossa del calcagno e delle dita del piede. £ bene camminare con piccoli passi lenti. Un‘astuzia contro 1a fati- ca della marcia & di camminare per una de- cina di passi trattenendo il respiro nei pol- moni gonfiati. Al decimo passo si espira vio- lentemente l'aria trattenuta e poi si aspira profondamente di nuovo. Dopo altri diect passi circa si ripete l'operazione e cosi di seguito per cinque minutl circa. > Come riposarsi (fig. 191) Normalmente nelie pause ci si siede per terra incrocian- do le gambe. Quando, per®, il terreno & ba- gnato occorre « accosciarsl » per rimanere sollevati da terra senza bagnarsl. | tuareg. gil Indiani, gli africani si accosciano sui cal- cagni (fig. 192), posizione che permette in qualsiasi momento di potere agire rapida- mente @ di rimanere all’ascutto. Questo si- stema, se non vi si é abltuat!, 8 doloroso & stancante, quindi riuscira pil facie se si inserira sotto | calcagni un sasso inclinato © un pezzo di legno 0 se cl sl appoggerd a un albero (fig. 193). Generalmante } mina- ‘orl @ | vecchl trapper canadesi si accoscle- no su un solo tallone (fig. 194), mentre i cow-boy e gli scout si appoggiano su un tal- fone con una gamba plegata e incroclata sot- to l'altra gamba (fig. 195) > Un'astuzla (fig. 196) per potersi sedere su un terreno bagnato é di usare un qua drato di stoffa impermeabile (40 cm circa di lato) prowisto di due lac! perché s! possa legarlo attorno alla cintura. > Equilibrio Dovendo trasportare un cari- co molto pesante (per un trasporto breve), & opportuno cercare |'equilibrio facendo pas- at sare, con le gambe divaricate e nelle vici- nanze di un possibile appoggio, il peso da una spaila all’altra per sentire quanto ci si pud inclinare lateralmente camminando sen- za perdere lequilibrio del carico. Fare la ‘stessa prova Inclinando avanti @ indletro it corpo. Queste due prove daranno sicurezza in certi movimenti causati dagli imprevisti del terreno e porteranno alla ricerca di un equilibrio bilanciato del peso del carico me- diante opportuni spostamenti e assestamen- ti degli oggetti messi nello zaino. > Animali Pud capitare. attraversando luo- ghi dove gli animali domestici vengono la- sclati liberl, di essere assaliti con gravi con- seguenze. In questi casi occorre distrarre 0 far cadere I'animale mediante un bastone, una corda, una glacca, perché cl si possa sottrarre (0 sottrarre |'infortunato) all'im- mediato pericolo. Nel caso di un cane arrabblato, occorre li- berare la vittima cercando di strozzare I'a- nimale con una cintura, una corda, una sciar- pa (0 altro), o di allontanarlo. Se cl si trova da soli, proteggersi all'altezza delle gambe marcia 25 corsa 10 13 22 © del petto con un bastone, un cappelio, una glacea. Fermare f'assalto con un calcio sotto la mascella del cane. Annotare (se @ possl- bile) il nome e Tindirizzo del proprietario de! cane e recarsi in un posto di pronto soc- corso per le eventuali punture antirabbiche. @ Calcolo delle distanze Per poter calcolare la distanza che intercorre fra due punti (non troppo distanti, perd) o per sapere quanta strada si @ percorsa, occorre sapere la mi- sura della lunghezza del proprio doppio pas- 30 @ ricordarla. Per calcolare questa misura, si traccia un percorso: ad esempio 200 m, @ alle due estremita si fissano due paletti. Quind! contando | doppi passi, andare e tor- nare da un paletto all'altro, Dividere poi questo doppio percorso (clod 400 m) per il numero del doppi passi; si ottiene cos! ta misura de! proprio dopplo passo. > Un altro sistema (fig. 197) per valutare la distanza, consiste nel sapere quanto tempo sl @ Impiegato a percorrerla e applicare la tabella (teorica) del tempo-spazio. Invece, per sapere quanto é lunga l'ampiez- za del proprio passo normale, ¢ necessario fissare una distanza precisa ‘® percorrerla atcune volte contando, per clascun percorso, il numero del passi. Eseguito questo per- corso, si potra fare una media del numero del passi necessari a percorrerlo e avere, di conseguenza, una maggiore precisione sulla lunghezza del proprio _passo. Inoltre, si dovrebbe essere in grado di calcolare quante ore di salita si rlesce a sopportare e quale @ il tempo globale giornallero dl marcia che non si deve superare. Ad esem- pio, normalmente, per circa 300 m di disll- vello si pud calcolare mediamente un‘ora di salita senza zaino; se carichi, circa 255 m. @ Norme-base Alcune semplici norme pre- ventive permettono di salvaguardare la pro- pria (e l'altrui) sicurezza. Vivere nella natu- ra significa conoscerla portarsi. > Le ferite cause marcia o caduta su un oggette tagliente apriscatole rimbalzo dell’accetta accetta, sega, mar- tello che si smarri- scono sapere come com Prevenzione + non lasciare mal per terra gil utensili taglienti dopo averll usatl: Fi + pulire accurata- mente II terreno dal- le _schegge di vetri roti 0 dal barattoll; non gettare mai per terra chiodi_ar- rugginiti 0 piegati + usare lutensile con propriet’; + scegliere un mo- dello sicuro + lavorare sempre su un piano di tegno + verificare sempre il perfetto stato di conservazione degli utensili; + non lavorare mai davanti a un compa- gno o con le parti del corpo vicino al- Vattrezzo. Nessuna parte del corpo de- ve frapporsi nella tralettoria (0 even- tuale deviazione) del- Vutensile > Le bruciature cause si procurano soprat- tutto in cucina pentola di acqua bol- lente che si rovescia di frittura che si infiamma Prevenzione + verificare sempre la stabilita dei fuo- chi (sbarre o pletre di sostegno); + usare manici ste bill + evitare, per le frit- ture, le fiamme alte; parete esterna della padella non de- ve essere sporca di clio 0 grasso infiam- mabile; + se lollo s'incen dia: coprire la pa della con un coper- una_tavoletta. Se niente rischia di bruciare attorno, [a- sciar bruciare. Non cercare mal di spe- gnere con acqua (ri- schio grave di scot- taral perché l'acqua farebbe —_schizzare tutt’ttorno gocce dl olio bollente) > Sulla strada Solo: camminare sul lato si- nistro della strada, faccia ai veicoli in arri- vo. Spostars! sempre all’arrivo degli auto- veicoli (cadute provocate dallo spostaménto daria). Di notte, segnalare sempre {a pro- pria presenza mediante una torcla elettrica 0 un catarifrangente sul petto (é bene, an- che, mettere un secondo catarifrangente dietro, sullo zaino). In gruppo: camminare in fila indiana !ungo il lato sinistro della strada (fig. 198). Di notte, legarsi un fazzoletto bianco alla gamba sini- stra, affinché rifletta la luce della torcia elettrica del capofila (fig. 199). & utile, di notte, avere un catarifrangente posto sullo zaino, perché venga segnalata !a propria pre- senza. » Nel boschi Non accendere mai un fuoco a meno di 200 m dagli alber!; pullre sempre accuratamente attorno al fuoco per un dia- metro di 2 m. Un fuoco, di qualunque tipo sia, deve essere sempre sorvegliato. Spezzare sempre i flammiferi usati (fig. 200). Per spegnere un fuaco {fig. 201}: se si dispo- ne solo di una piccola riserva di acqua e i! luogo dell'approwiglonamento si trova lon- tano e isolato, invece di gettarla in una sola volta su un piccolo fuoco, la si attinge dal deposito con una gavetta o una tazza e la si proietta violentemente spruzzandola con le dita della mano aperta in piccole quantita sul fuoco, Questo procedimento permette dl economizzare molta acqua e di spegnere magglor! superfici, In attesa di ulteriori ap- Provvigionamentl. Quindi {flg. 202), spezzare e schlacciare le braci con una pala e coprire accuratamente con terra, sabbia, zolle, ricordando che il fuoco si pud propagare nel sottosuolo se- guendo |e radicl degli alberi resinos! In ter- reni sabbiosi o aerati. N.B. Se dopo alcun! istanti il fuoco sfugge al vostro controllo, chiamate Immediatamen- te soccorso. © Tecnica di pronto intervento per incendl {fig. 203) Generalmente le cause di un in- cendio sono dovute o ad autocombustione oppure al dilagare di flamme non control- late (mozziconl di sigarette, flammiferl non spenti, bottiglie di vetro che per la loro forma rotonda concentrano, come una lente, i raggi solari). L'autocombustione pud avve- nire In giornate calde e secche, in mucchl di paglia, di fascine, di stoppie, ecc., dove la circolazione dell'aria @ scarsa. Percid occor- re fare attenzione che questi materiall in- fiammabili_ non siano troppo « ammucchia- ti = e troppo vicini al fuoco. perché il calore non [i asciughl e {i Incendi. » Piccoli Incendi Per « soffocare » \e fiam- me di un piccolo incendio si possono usare una coperta, un telo, frasche verdl (fig. 204) violentemente e rapidamente sbattute su cid che brucia. || fattore rapidita & molto impor- tante, sia per soffocare le flamme, sia per evitare che prendano fuoco, a loro volta, gil ‘oggetti che s! usano per spegnerle. Buttare acqua, 0 terra, o sabbla, @ un altro sistema. DI acqua, pero, ne occorre sempre dl pitt che di terra: l'acqua, infattl, scorre ed evapora 86 @ non @ pertanto recuperabile pitt volte, A parita di quantitativo « trasportato = sul luo- go dell’incendio @, percid, di magglore ren- dimento ta terra. > Sistema indiano (fig. 205) Un sistema che richiede molta accortezza e capacita con: ste nell'appiccare un fuoco (sempre perd controllato e seguito e dominato) nella zona antistante al fronte dell'incendio. Le fiam- me, arrivando nella zona bruciata « artificial- mente », si fermeranno non trovando pid ali- Mmentazione, mentre I! fuoco acceso artifl- cialmente, una volta bruciata una fascia suf ficientemente larga da garantire Iarresto dell'incendio effettivo, verra spento. Questo sistema vale per grandi incendi e se i! vento dominante non & eccessivamente forte: se poi non si & in grado di controllare I fuoco acceso artificialmente, si aumentera il di- sastro. » Incendi di boschi Innanzi tutto, appena ci si accorge di un incendio, occorre dare {'al larme avvisando i pompierl o gil uomini va- lidi della zona. Gil altri dovranno, invece, recarsi subito sul posto. Uno solo assumera la direzione dei lavorl da eseguire perché occorre: 1) non perdere tempo; 2) avere unita direttiva e di azione; 3) sapere cosa si vuole fare: 4) avere un minimo di attrezzatura: sacchl, piccozze, scale, pale, picconi, zappe, accette, ecc. La conoscenza della meteorol tante in quanto |'umidita del secca, da quale direzione tira il vento, ecc., sono fattori di valutazione di estremo inte- resse. Il fuoco va aggredito di fronte In quanto avanza secondo la direzione del vento domi- nante. Occorrera, percid, recarsi sulla parte antistante le fiamme che avanzano. Se il fuo- TERRA INCENDIO INCENDIO BRUCIATA ARTIFICIALE co si dirige verso un fiume o un ruscello, questo @ il punto migliore per arrestare I'in- cendio, in quanto si fermera se si taglieran- no, lungo la riva, rami sporgenti. ponti di legno, o altri materiali combustibili che pos- sono far proseguire oltre le fiamme. Un al- tro ostacolo naturale (in quanto persistente) @ una strada o un sentiero o un muro o un fossato: anche questi risultano ottiml punti per organizzarvi una difesa. Se mancassero queste barriere o se fossero troppo lontane dall'incendio, staré al coordinatore giudicare (in base alla forza del vento, alla forma del terreno, ecc.) In quale punto convenga fer- marlo scavando una trincea (fig. 206) e but- 87 tando terra verso |'incendio. SI verra cos! a costituire un fossato pill o meno largo di terra sterile sul quale fe flamme non potran- no propagarsi, pi una zona antistante di terriccio brullo. Se si buttasse la terra alle proprie spalle, al momento della « fuga » si dovrebbero scavalcare anche i mucchi di ter- ra, complicando fa situazione. Mentre alcuni scavano, altri tagliano rami sporgentl @ ce- spugli. Se sara possibile e facile (anche se non @ essenziale) si potra mettere la trincea in comunicazione con un corso d’ecqua, alia- gandola. Arrestato il fuoco frontalmente, ai marginl bastano poche persone che con frasche bat- tano le fiamme per impedire che si allar- ghino. Utile sara usare, anche qua, terra e acqua. Una volta spento !incendio, occorrera stare attenti alle braci che potrebbero ravvivarsi al sopraggiungere di nuovo vento. Occorre. ancora, stare attenti ai cambiamenti del ver ta stesso, perché potrebbero spostare la di rezione di propagazione delle fiamme. Per- tanto occorre un'esatta conoscenza meteo- rologica della zona [venti dominanti, even- tuall brezze variabili al cadere della sera o al mattino, e altro). E opportuno che, lavo- rando nei pressi delle fiamme, s] abbla un fazzoletto umido sempre davanti alla bocca e al naso. > Incendi in lvoghi abitati Prima di entrare in una casa in fiamme: avere possibilmente dele calzature pesantl, un impermeabile di protezione (non in tessuto sintetico!). un cappello (dentro federarlo con carta o stoffa umida), dei guanti, un fazzoletto umido sulla bocca e sul naso. Cospargersi di acqua pri- ma di entrare. In casa: guardare spesso in alto, soprattutto sulle scale, per poter prevenire la caduta di pezzi di muro, Camminare lungo i murl pli resistentl. Controllare di avere sempre la possibilita di ritornare indietro. Attaccare |! fuoco alla base delle fiamme (fig. 207). In locall pleni di fumo camminare piegati i! pid vicino al suolo (fig. 208). Chiudere porte e finestre per evitare correnti d'arla. Una sem- plice porta in legno verniciata di blanco Im- Pedisce la propagazione del fuoco per circa una decina di minuti. Gettare lontano tutto cld che pud diventare alimento per il fuoco, senza perd ingombrare corridoi o scale. Per soccorrere una persona con | vestiti inflam- mati, buttarla a terre (le fiemme sotto) e av- volgerla in un tappeto o in una coperta per soffocs le fiamme. Dovendo trasportare delie persone incosclenti (fig. 209). far pas- sare le braccia legate sopra la propria nuca per trascinarle con minor fatica. Se si @ In due soccorritori, si pud usare una seggiola (fig. 210). 209 an @ Nodi di sicurezza Dovendo trascinare una persona incosciente (0 in difficolta) con una corda occorre saper fare alcun! nodl: > Nodo semplice [fig. 211) Ne risulta un anelio sicuro ma molto difficile da sciogtiere. >» Gassa d’amante semplice (fig. 212) A) Av- volta la corda attorno al corpo, tenendo stretta con la mano |'estremita libera, B) for- mare un anello attorno al polso affinché C) si possa far passare dentro. dopo averia girata attorno alla corda, l'estremita libera tenuta con la mano; D) terminare sotto con un nodo semplice di sicurezza. £) Il nodo gassa d'amante semplice finito. 212 Con questo nodo si possono trasportare persone incoscienti; un ramo frondoso so- stituisce la barella (fig. 213). > Gassa d'amante doppia (fig. 214) A) Cal- colare la lunghezza facendo un anello man- tenuto fermo sotto Il piede e con il braccio teso sopra la testa; B) all’altezza del ginoc- chio {tenendo sempre teso I'anello con 1a mano alzata) fare C) un nodo da galera con Yaltra mano; D} non stringere perché, E) la- sciato Il grande anello tenuto alto con la mano tesa, esso passa attorno al nodo da galera. F) Regolare la dimensione degll = nelli finall tirando in alto. Modo d'impiego: alzare le braccla sopra la testa della persona da spostare; Infllare i due anelll uno sotto le ascelle, l'altro sotto le gambe, affinché risulti un doppio appog- gio per la persona. » Sotto un temporale Se si viene sorpresi da un temporale bisognera: + non ripararsi mal sotto un albero o nelle vicinanze di alberi (fig. 215), poiché oltre alla corrente elettrica totale del fulmine che col- pisce direttamente |’albero, vi @ la corrente parziale trasmessa dal terreno all'intorno; + tenersi lontano dagli oggetti metailici: croci, pall dell’alta tensione, macchine agri- cole, cavi metallici, acc. Anche le corde tese fanno da conduttrict; * non riparars! sotto tettoie di iamiera, né nelle grotte dove l'aria &@ conduttrice di elettricita: * non restare presso distese d’acqua (sta- gni, ruscelli), © grossi massi isolati, o pareti roccios + se ci si trova sotto un temporale, non correre mai, ma continuare la marcia senza a1 fermarsi. Oppure sedere su una corda arro- tolata o sullo zaino, per isolarsi dal terreno. © Neif'acqua L'annegamento @ un incidente spesso causato dall'imprudenza. Per evitare questo rischio molto grave occorre: + farsi visitare da un medico {fig. 216) af- finché controlll te condizioni fisiche; ‘+ mai fare il bagno da solo o in posti privi di sorvegliant! o con persone che non san- no nuotare. Nuotare sempre con un amico vicino (fig. 217); + mai tuffarsi in posti che = sembrano buo- ni = (fig. 218): vi pud essere una forte cor- buche profonde, massi o altri oggetti pericolosi non visibili In superficie » Per chi non sa nuotare, Ia linea dell'ac- qua non deve mai arrivare sopra lo stomaco (fig. 219). L'acqua che supera le spalle pud risultare perlcolosa. > Salvatagglo in acqua Decidendo di inter- venire in un salvataggio in acqua occorre analizzare le condizioni del salvamento per 92 non buttarsi in acqua senza avere riflettuto su alcune precauzioni: 1) restere calmi e con sangue freddo; 2) non perdere di vista la vittima o il punto dove 6 scomparsa, 6 prendere del punti di riferimento per non commettere errori quan- do si @ in acqua; JF) togliersi il maggior numero di vestiti (la sequenza della figura 220 Indica come dal momento di avvistamento all’aiuto effetti- vo, lo sguardo deve restare fissato sulla per- sona In difficolta); 4) calcolare la distanza da percorrere a nuo- to, la velocita e la direzione della corrente, la profonditd approssimativa ¢ la limpidezza 93 dell'acqua, eventuali piante acquatiche che potrebbero avviluppare Il corpo. Calcolare anche lo stato di agitazione della vittima e avvicinarsi da dietro, sia direttamente sla sott'acqua. Se la vittima lotta e cerca di pa- rallzzare il soccorritore, prendere fiato e Jasciars| andare a fondo insieme: la vittima cercher& naturalmente di ritornare a galla e quindi lascera la presa al soccorritore. » Lancio di una corda da salvataggio (fig. 221) Alle volte pud essere necessario soc- correre una persona che sta annegando me- diante i! lancio di una corda da salvataggio con l'estremita fissata a una cintura di sal- vatagglo. Ma perché il lanclo avvenga cor- rettamente @ necessario sapere esattamente come eseguirlo + Figura 222: A) generalmente avvolgendo la corda si formano degli « otto =. In quanto la corda, essendo ritorta, tende a girare su se stessa; B) perché cid non avvenga, bisogna annodare al polso |'estremita fissa della corda 'n’ e mettere [‘altra estremita ‘a’ sotto la presa del pollice con la corda che venga da dietro in avanti verso se stesso. Sul palmo della mano disporre, poi, del cer- chi di corda successivi, bene allineati af- fiancati. Questi cerchi ‘c' saranno sempre pili grandi perché non si accavailino. Per evitare che la corda girl su se stessa, occorre ruo- tarla fra Il pollice e I'indice {freccla f) ver- so alto. Terminare quando rimarra solo circa 1,50 m dl corda tra le mani. > Esecuzione del lancio (fig. 223) Metters! sulla finea di lancio con le gambe aperte e i piedi sensibilmente allineati verso l'obiet- tivo. Prendere slancio e mirare esattamente come per Il lancio del disco neflo sport. Lasclare la corda con il palmo della mano in basso. 94 > Come aiutare un nuotatore affaticato (fi- gura 224) A) Soccorsa al nuotatore: Il soccorritore si porta davanti e alla portata del nuotatore, che gli mettera le mani sulle spalle, senza perd appoggiarsi troppo, e si lascer& rimor- chiare immerso fino al mento con le brac- cia, Il tronco e le gambe sulla stessa linea. Per questo metodo occorre che II rimorchia- to abbla conservato completamente la pro- pria calma. B) Soccorso in superficie: Per salvare un nuotatore stanco che si dibatte In, superti- cie, awicinarsi e immergersi sott’acqua tre © quattro metri prima per passare sotto i suoi pied! e risalire dietro II nuotatore stan co. Controllare per impedire che Il nuotato- Fe stanco si volti. C) Presa sotto |'ascella: Il soccorritore pas- sa il bracclo sotto I'ascella del nuotatore e senza stringere troppo gli tiene la mano sotto il mento sollevato perché la faccia resti fuori dell’acqua e la nuca appoggiata alla sua spalla. D) Presa sotto le ascelle: II soccorritore sostiene con ie mani il nuotatore sotto le ascelle, le braccia sono allungate e sciolte. Lo rimorchia con la sola facia fuori del- Vacqua. E) Presa sotto il mento: Se Il nuotatore & calmo, @ possibile rimorchiarlo sostenen- dolo solamente per il mento. La liberta d'e- zione del soccorritore ne risulta cosi au- mentata. > Quando il nuotatore si dibatte (fig. 225) A) Presa al collo: Il soccorritore & stretto al collo dalle mant o dalle braccia del nuo- tatore. Rimedio: il soccorritore passa le sue brac- cla verticalmente fra quelle del nuotatore @ si stacca aprendole. Se i] nuotatore man- tiene la presa mettendo le braccia nella posizione di cintura davanti senza perd strin- gere le braccia de! soccorritore, si dovra: 8) Cintura davanti senza stretta delle brac- cia: {1 soccorritore & abbracciato, ma man- tiene la Iiberta di azione delle braccia. Rimedio: 11 soccorritore nuota a rana e ri- morchia il nuotatore che, completamente sommerso, dovré lasciare la press. Allora: C) II soccorritore potra effettuare un’altra presa dl salvamento. 226 D) Presa per un piede: II soccorritore, nel corso delle ricerche, viene afferrato a uno 9 a entrambl | piedi. Rimedio: rimorchiare il nuotatore nuotando ‘sul ventre. Allorché il nuotatore lasceré la presa, effettuare un‘altra presa di salva- mento. E) Cintura dietro: II soccorritore viene ab- bracciato completamente dal nuotatore, che gli immobilizza le braccia. Rimedio: allungarsi completamente sul dor- 0 con la testa in estensione. Il nuotatore, completamente sommerso, viene rimorchis- to con laluto delle gambe fino a quando lascers. la presa. Portare, allora, un’altra presa di saivamento. F) Presa in avanti con cintura alle braccia: W soccorritore viene paralizzato da! nuotato- re che gli stringe il corpo e le braccla 96 Rimedio: portare il sedere Indietro e alzare un ginocchio per appogglarlo sul ventre del nuotatore mentre si portano le mani all'al- tezza delle rem per staccare Il nuotatore con l'estensione delle braccia e la spinta del_ginocchlo. > Un sistema per ottenere un maggiore galleggiamento nel'acqua 8 di usare i pro- pri Indumenti se sono di cotone. La figura 226 indica come si pud usare ta propria ca- micia di cotone sbottonata e gonfiata dal- aria della corsa prima di buttars! In’ acqua, in sostituzione temporanea del salvagente; mentre nella figura 227 la stessa camicia di cotone viene usata come piccola e tempo ranea riserva per alcune boccate d’aria, ¢ I calzoni di cotone chiusi alle estremita co- me un pallone per fa riserva di aria e come aiuto al proprio gallegglamento. > In estate, al mare o sulle rive dei fluml © dei laghi, bisogna sempre esporsi ai rag- gi del sole ‘gradualmente e con precauzione (fig. 228) per evitare nolose scottature o colpi di calore. > Per chi sa nuotare: + si nuota sempre meno bene di quanto si crede; mai bagnars! da solo (rischio di stanchez- za, di crampi + uscire dall'acqua appena ci si sente un po’ stanchi o si sente freddo (fig. 229); * non salire mai su barche senza !a cintura di salvataggio. @ In montagna Per la media montagna (fi- no a 2000 m), senza una guida competente, senza un equipaggiamento adatto e senza la dovuta precauzione, occorre osservare rigo- rosamente alcune regole general: + non lasciare mai un sentiero: per cercare delle scorciatoie in luoghi disabitati 0 poco frequentati si possono incontrare posti in- valicabili e soprattutto pericolosi in discesa (in salita possono venire aggiratl). Se si ha la sensazione di inoltrarsi in una situazione dalla quale non si sa come uscire, sara ne- cessario fermarsi per analizzarla con calma ragionamento. Se anche dopo tale analisi non si riesce a vedere almeno una soluzione ottimale, non esitare a chiedere soccorso; + non lanciare sassi ed evitare di fare ca- dere delle pletre: un sasso cadendo e rim- balzando pud ferire (0 uccidere) chi si tro- va pitt in basso (fig. 230). L'uso di un casco del tipo antinfortunistica Industriale, senza vislera, puo ridurre sensibilmente i danni causati dalla caduta di sassi. E opportuno, perd, assicurarsi che ll sistema di appog- gio del casco sulla testa sia regolato per- ché, in caso di caduta, possa offrire l'ela- sticité necessaria ad attutire il colpo; 97 + fare estrema attenzione alle vipere: si possono trovare nelle zone solegglate e nel fitto delle plante all’ombra delle pietraic, nelle vicinanze di cisterne, corsi d’acqua. la vipera & un rettlle timido e prudente, morde solo se molestata e poiché, molte volte, non si riesce a vederla In mezzo alle pietraie 0 alla vegetazione per il suo man- tello mimetico, pud capitare di scatenare la sua reazione calpestandola o toccandola i- nawertitamente. Percid camminare a pied! nudi o con sandali @ pantaloni corti, met- tere le mani nei cespugli, nell'erba alta, noi muri ricoperti di edera, nelle cavita degli al- beri, ecc., @ molto pericoloso e imprudente. Anche abbandonare per terra giacche o al- tri vestiti senza poi scuoter!l prima di ripren- derli @ pericoloso, perché le vipere possono esservisi annidate avendo trovato un tiepi- do rifugio. Queste cautele valgono anche se si lasciano aperte le portiere delle automo- bili in sosta. Le vipere perceplscono le vi- brazioni del terreno e fuggono ai rumori in- soliti: @ opportuno percid, nel luoghi so- spetti, camminare con passo pesante e bat- tere | cespugli con un bastone; ‘non fanclare urli senza motivo perché possono essere scambiatl per richieste di soccorso; 98 + tre urll, tre spari, tre fischi 0 altro, quasi ovunque, sono il segnale-simbolo di disgra zia; + se & possibile, evitare le forti pendenze perché t'inclinazione del corpo non permet- te una completa visione del successivo pun- to d'appogglo dei piedi. Anche se nelle sa. lite si possono incontrare delle situazioni progressivamente pli difficili, si potra sem- pre continuare, perché ridiscendere risulte- ra pill difficile che salire; + nelle arrampicate libere (senza corda) oc- corre sempre, per sicurezza, osservare la regola dei tre punti: non muovere un arto se gli altri tre non sono saldamente appog- ji avere del responsabili compete stabilire un itinerario adatto alle possibilita fisiche dei meno for- tl (adatto anche alle loro possibilita psi- chiche: la paura paralizza); + prevedere sempre un possibile cambia mento del tempo: in montagna un temporale improvwviso con vento, pioggia, nebbia o ne- ve pud rendere difficoltoso un percorso semplice. Spesso ci si viene a trovare fer- mi, bloccati, impauriti e sperduti su un sen- tiero reso Impraticabile da una tormenta. Per evitare questi inconvenienti occorre: + portare sempre un equipagglamento di so- prawivenza in caso di sosta obbligata (fig. 231): A scarponi; B sacco-letto; C pigiama (0 tuta); D calzettom! di ricambio; E nove gior- nali (uno per imbottire gli scarponl, otto da usare come isolante sotto I! sacco-letto): F candele e fiammifer! impermeabill; G_ for- nello a meta o ad alcool e tre picchetti co- me sostegno per | tegami. Inoltra: anorak poncho, bussola, fischietto, corda (circa 12 ™ con diametro di 10 mm}, alcune zollette di zucchero o tavolette di cioccolato o ca- ramelle, 0 frutta secca, o marmeilata; + evitare di camminare lungo la base delle pareti rocciose: il calore del sole distacca Ie pietre crepate dal freddo notturno. Que- sta cautela @ anche necessaria per evitare la caduta di valanghe. » II pericolo della caduta di valanghe di ne- ve richlede ta conoscenza di alcune regole di base per un comportamento prudente @ prontamente adeguato. Infattl, fra le tante cause, il brusco camblamento del tempo, le rilevanti osclilazioni della temperatura, il vento forte, la lunga esposizione al sole so- no spesso causa della caduta di valanghe di neve. Per evitare tale pericolo & necessario conoscere prima le Informazioni trasmesse dai boilettini delle stazioni radio, e le condi- zionl atmosferiche del luogo, e usare le nor- me di sicurezza preventiva necessarle per andare In montagna. Generalmente & opportuno camminare lungo la base del pendii pit cald! nel ‘iodo. in- vernale ¢ lungo la base dei pendil plu freddi (0 all'ombra) nel periodo primaverile. Ac- corgendosi della caduta di una valanga di neve, occorrera subito uscire, diagonalmen- te o di lato, dalla traiettoria di caduta, to- gllendosi contemporaneamente gli scl e | bastoncini, oppure cercare di aggrapparsi a gli alberi, agli arbusti che si trovano nelle immediate vicinanze. Se la neve & molto pol- verosa, corre creare un filtro di protezio- ne all'aria che si respira con un fazzoletto, una sciarpa o con il braccio piegato sulla facela, Se la neve @ soffice, occorre cerca: wre di = quotare » per poters! mantenere in superticle 0 raggiungere i margini della va- langa. Se la neve @ compatta, occorre cer- care di rlmanere in piedi per evitare i bloc- chi di neve che altrimenti trascinerebbero e schiaccerebbero chi si trova sulla loro traiettoria. Se, invece, si sta per essere im- prigionati e sepoltl dalla neve, sari neces- sario piegarsl In avanti @ creare, con le brac- cia incroclate sulla faccia, una camera d'a- ria sufficiente a sopravvivere In attesa del soccorritorl. In questa fase di attesa occor- re restare assolutamente calmi per econo- mizzare la piccola riserva d'aria creata con la posizione del corpo; determinare la pro- pria posizione, se verticale o inclinata, per vedere se @ possibile usclre; aspettare e se- gnalare ai soccorritori la propria presenza urlande; non abbandonars! al desiderio di dormire {morte rapida); non lasclarsi vin- cere dalla paura o dall’angoscia della soll- tudine. Occorre non perdere Ja testa. ma tendere verso lo scopo finale, cercando di concentrarsi_e pianificare e agire anche quando sl ha paura, perché bisogna aver fede in se stesso; non bere acqua ghiacciata: pud causare violente coliche intestinali; * il riverbero del sole sulla neve pud cau- sare una cecité temporanea o violenti col- pi di sole. Se si fossero dimenticatl o per- si gli occhiali da sole, si potrd costruirne un paio con cartoncino {o una striscla di cor- teccia, o altro materiale) ritagliato nella for- ma adatta € provwvisto di due fessure larghe alcuni millimetri piegate leggermente come la sporgenza dei tetti delle case (fig. 232). | colori resteranno natural @ non si verra abbagliati dal raggi solari. SI potra, anche. usare due cucchiai di plastica (fig. 233) col manico spezzato, uniti sul naso con uno spa- go e incidendo le due fessure con un col- tello; + non tagliare mai a punta degli abetl: non crescerebbero pid): + l'uso di un lungo bastone (0 della forcola) sara utile per attraversare | pendii ghiaios) (fig. 234) 0 zone innevate (fig. 235), perché si potra verificare di continuo lo spessore della neve o improwisi ostacoli nascosti. > In caso di nebbia Improwvisa (0 di bufe- ra di neve) bisogna stabilire il punto preciso in cui ci sl trova e, mediante carta topogra fica e bussola, determinare il luogo verso il quale fare ritorno. Camminando nella nebbla (o nel bulo) si & portati a deviare a destra (0 a sinistra secondo la propria pre- disposizione naturale) fino a descrivere del cerchi. Bisognera pertanto, spesso, control- 99 lare il percorso per mantenere la direzione stabilita (azimut) mediante punti intermedi (compagni, alberi, bastone, zaino, ec.) in allineamento progressivo. Oppure (fig. 236): dato il punto A di partenza, si allineeranno i compagni distanziandoli al massimo della visibHita per formare una linea perfettamen: te diritta verso il punto B di arrivo (0 della massima visibilita lontana). Con questo alll- neamento si faranno passare successiva- mente in avanti i compagni 1-2-34 ecc. nel puntl 1A-2A-3A-4A ecc., @ cosi di seguito. 236 E arrivato il momento di fare il campo TENDE: NOZIONI-BASE E ALCUNE PROPOSTE > Scelta del terreno Gia alcune ore prima del tramonto, occorre cominclate a cercare uno spazio asciutto, compatto, leggermente soprelevato @ inclinato, con caratteristiche valide per fermarsi sia un solo glorno sia una settimana (fig. 237). Ad esempio: un ter- reno argilloso non riesce ad assorbire ra- pidamente |'acqua piovana, mentre un ter- reno composto di ghiala o di sabia risul- ta essere migliore. Erba alta e folta @ indi- ce di umidita, Non bisogna campeggiare nei sottoboschi folti e bul, sui bordi im- mediati del fiumi o dei laghi (umidita ec- 237 mm. NO 238 101 cessiva), o sulla riva del mare (perlcolo della marea), all'ombra degll olmi, dei_90- cl, dei salici. Inoltre, non bisogna campeg- glare sotto gli alberi, perché le foglle con- tinyano a sgocciolare anche dopo che [a pioggia @ cessata, ed anche perché, In ca- so di forte vento, i ram! minacciano di spezzarsi ¢ di cadere Improvvisamente. Sot- to gll olmi si ha un‘ombra spessa e Il pe- ricolo della caduta di raml; sotto le quer- ce il terreno & umido, vi si trovano molti insettl ed @ facile l'improwisa caduta di rami che si credevano ancora sani. Un ter- reno morbido, aerato, si trova sotto | pini (anche se occorre fare molta attenzione al- V'accensione di fuochi), oppure sotto le be- tulle, dove Il terreno & sabbioso. Rlassumendo: il terreno dovré essere leg- germente soprelevato e inclinato perché le acque di ruscellamento delia pioggia non ristagnino o invadano la tenda (fig. 238); nelle immediate vicinanze vi sia dispont bilita di legna per i! fuoco e per le costry zioni da campo, e la possibilité di approv- vigionamento di acqua potabile; lorienta- mento solare sia determinato in modo da poter avere sole al mattino, proteggersene a mezzogiorno, contemplarlo al tramonto, > I montaggio della tenda (fig. 239) richie- de che sia ossorvata una perfetta geome- tria fra le corde di tensione e i! fissaggio dei picchetti. necessario un picchetto per ognl corda di tensione, perché ta glusta tensione viene mantenuta su tutta la super- ficie delle pareti solo’ se si esercita una 102 trazione uniforme (fig. 240). Le pisghe, le tensioni non uniformi causano rotture e strappi nella stoffa o nelle cuciture. Prima di montare la tenda, il terreno verrd accu- ratamente ripulito dei sassi, dei cespugli. delle radici, perché rischierebbero di fo- rare il tappeto impermeabile o potrebbero impedire ai campeggiatori di dormire. Inol- tre, occorre verificare accuratamente_|’as- senza di formicai o di nidi di insetti. Even- tualmente cospargere il terreno con polve- re insetticida, da rinnovare spesse volte, poi, lungo le pareti della tenda, La tenda, possibilmente, dovra essere protetta dai forti venti dominanti la zona mediante un rialzo del terreno, una slepe, un bosco. Oc- corre evitare l'impatto diretto del vento sul fianchi della tenda, perché in questa situa- zione le corde di tensione verrebbero fa- cilmente spicchettate. In caso di forte ven- to, sui lati pid ampf della tenda, si scatena contemporaneamente una forza ‘schiac- ciamento e di gonfiaggio. Per evitare queste sollecitazion! negative usare: > rinforal Incrociati (fig. 241; la linea con- tinua indica le due corde a-b-c e d-e-f sopra |l telo esterno e Ja linea tratteggiata due corde sotto II telo (parallele alle corde ester- ne) che bloccheranna i movimenti dei tell. Se questa operazione viene eseguita nelle ore calde, non st dovra tendere al massimo le varie corde, perché l'umidita notturna {0 la ploggia)’ provocherebbe un'ulteriore tensione con la fuoruscita del picchetti o la rottura delle corde stesse. > Una giusta tensione @ verificabile riuscen- do a plegare a Z, senza sforzo eccessivo. la corda fra due dita. Sempre in caso di for- te vento, si potra evitare il sollevamento del- la tenda con alcuni oggetti pesanti (0 una persona) messi sul tappeto. Questo servira, anche, ad aiutare la strut- tura portante a resistere. L'impatto del 103 vento risultera atténuato se avviene di spi- golo, obliquamente alla tenda (circa 45°}, oppure medisnte un rompivento autocostrul- to (fig. 242), che riduca la forza diretta delle raffiche di vento. > In caso di rottura del fissaggio della corda di tensione di un angolo della tenda (fig. 243), si pud mettere un sasso nell’an- golo ripiegato della stoffa perché bloccht il nodo per picchetti della corda. » Il picchetto (fig. 244) viene piantato, per una migilore tenuta nel terreno, obliqua- Mente, a 45", e 8 una distanza dalla tenda tale che la direzione della corda di tensio- ne sia sul prolungamento esatto dell'in nazione del telo della tenda. Terreni di sab- bia, di terra soffice, con erba folta, richie- dono picchett! lunghi che possono venir co- struiti sul posto. Per rluscire (fig. 245): 104 A) prendere rami di legno duro e in buono stato, dello spessore dl circa 4 cm, come quercia, faggio, carpine, ecc. Non togllere la corteccla; B) lavorare sempre su uno zoccolo di legno, tenendo il picchetto obliquo perché |'ac- cetta lavorl sempre verticalmente, secondo il suo asse naturale. Tagilare la punta nel cuore del legno (parte piu dura), con lati di- suguali per una migliore presa ne! terreno: ottenuto I primo lato, ructare if plechetto di 90°, affinché s! ottengano quattro lati della punta e, alla fine, una punta ottagona- le asimmetrica; C) lincavo per la corda di tensione potra essere ottenuto artificialmente, oppure usando un ramo prowilsto di biforcazione. Infine (fig. 246): tagliare obliquamente la punta perché non si sfibri o si rompa. Smus- sare la testa del plcchetto perché, colpen- 250 dola con II mazzuolo, non si fessuri. Even- tualmente, carbonizzare leggermente la punta, passandola su una fiamma, perché risulti pid dura e resistente. Si pud anche ottenere un picchetto di for- tuna da un angolare metallico (fig. 247). @ Nodi per le corde di tensione + Figura 248: non avendo il tenditore me- tallico, la corda verra: A) legata al telo della tenda con un nodo, come indicato nella sequenza In alto; 8) fermata al picchetto, secondo la tensio- ne che si desidera, con un nodo, come in- dicato nella sequenza in basso. * Figura 249: A) ribattare la funzione del tenditore me tallico, perché la corda venga legata diret- tamente al picchetto con un nodo, come In- dicato nella sequenza in alto, oppure come indicato nella sequenza in basso (nodo per piochett). Uinstallazione dei picchettl in terreni con poca tenuta richiede procedimenti tecnicl di soluzione particolare (fig. 250), dove: A) Il picchetto viene ancorato fra due ple- tre (0 due tronchetti di legno); B) In terreni sabbiosi, nella neve, si fa un buco profondo circa 30 cm e si immerge completamente Il picchetto (inclinato, in questo caso, di circa 30"); ricoprire schiac- ciando la sabbia, o la neve. SI pud sostituire al picchetto un mazzo di rametti, un sac- chetto di terra, una grossa pletra; C) sI costruisce una croce di legno (lunga circa 30 cm) da immergere e coprire com- pletamente; 106 D) oppure si applica al picchetto normale un disco ricavato da un barattolo perché, con la sua superficie, aumenti la tenuta nel terreno. Per poter piantare un grosso plicchetto di ancoraggio con sicurezza @ pracisione, oc- corre poterlo tenere in posizione mediante la tensione opposta e bilanciata di una cor- da (fig. 251). Figura 252: altre soluzioni perché i pic- chetti abblano una tenuta sicura possono essere cosi ottenute: A) al picchetto piantato normalmente viene contrapposto un altro picchetto; B) sopra la corda legata al picchetto si met- te un grosso tronco o una pietra; C) si costruisce con fll di ferro, o una cor- da, un ancoraggio triangolare perché il ter- reno venga sollecitato, con minore sforzo, In puntl differenziati. + Figura 253: s! planta normalmente Il chetto che viene ancorato a una serie neata di altri picchetti. + Figura 254: per l'ancoraggio di una cor- da, si pud utilizzare un tronchetto di legno sepolto nel terreno. Due pietre lunghe e Platte contro la parete sottoposta alla ten- sione aumentano la superficie di appoggio. + Figura 255: altri sistemi di ancoraggio Possono essere: A) due picchett! trattengono una traversa, attorno alla quale passare la corda: B) una serie di picchettl, ancorati a un’al-

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