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L’interpretazione prospettica viene effettuata solo attraverso l’analisi per indici oppure per flussi
del bilancio.
L’analista del bilancio può essere un soggetto:
interno all’azienda: verifica i punti di forza e di debolezza dell’azienda stessa;
esterno all’azienda: per esempio una banca che vuole verificare se l’azienda è in grado di
restituire o meno il credito concesso.
L’analisi per indici è effettuata sulla base di rapporti (detti anche indici o ratios) tra valori.
L’analisi per flussi è basata sullo studio dei movimenti finanziari (fonti e impieghi) che avvengono
durante la gestione.
Per analizzare il bilancio bisogna rielaborare sia lo Stato patrimoniale che il Conto economico al
fine di disporre di dati più significativi.
gli impieghi (attivo) vengono esposti in ordine crescente o decrescente di liquidabilità, ossia
in base al tempo da essi impiegato a trasformarsi in moneta, secondo i seguenti
raggruppamenti:
attivo immobilizzato, che può trasformarsi in denaro solo a scadenza medio/lunga
(immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie);
attivo corrente, che può trasformarsi in moneta nel breve periodo (rimanenze,
disponibilità finanziarie, disponibilità liquide);
le fonti di finanziamento (passivo) vengono esposte in ordine crescente o decrescente di
esigibilità, ossia in relazione al tempo entro il quale si prevede di sostenere l’uscita
monetaria connessa al rimborso. Vengono suddivise in:
patrimonio netto;
debiti a media/lunga scadenza (o passività consolidate) con scadenza oltre i 12
mesi;
debiti a breve scadenza (o passività correnti) con scadenza non superiore ai 12
mesi.
IL CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO
Il Conto economico civilistico deve essere riclassificato poiché non distingue la gestione
caratteristica da quella accessoria e straordinaria e classifica i componenti di reddito per natura e
non per destinazione.
Sono possibili due diverse rielaborazioni, sempre in forma scalare:
La direttiva aveva previsto altre due configurazioni di CONTO ECONOMICO, quello a valore
aggiunto e quello a ricavo e costo del venduto.
Queste due configurazioni vengono usate dalle grosse aziende per poter ottenere più risultati
parziali e fare delle analisi di bilancio.
a valore aggiunto: è la più utilizzata dagli analisti esterni e pone in evidenza la ricchezza
creata con l’attività aziendale; il valore aggiunto rappresenta in pratica l’aumento di valore
che l’impresa riesce a dare ad un bene servizio acquistato da terzi.
Il valore aggiunto è dato da:
La redazione del conto economico a ricavo e costo del venduto la può fare soltanto
un analista interno in quanto occorre che i costi siano classificati in relazione alle
funzioni cui afferiscono, suddividendoli quindi in costi industriali, costi commerciali
e costi amministrativi.
Indici Significato
analisi della produttività: maggiore è la produttività dei fattori produttivi impiegati, tanto
più elevate sono le capacità reddituali dell’azienda;
analisi patrimoniale: esamina la struttura del patrimonio al fine di accertare le condizioni
di equilibrio nella composizione degli impieghi e delle fonti di finanziamento;
Indici Significato
analisi finanziaria: esamina la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni senza
compromettere l’equilibrio economico della gestione.
Indici Significato
Dispon. finanz. + dispon. liquide Indica se le passività correnti sono coperte
Indice di liquidità ------------------------------- = interamente o meno dall’Attivo corrente senza
secondaria Debiti a breve termine ricorrere alle Rimanenze
Disponibilità liquide Indica se le passività correnti sono coperte
Indice di liquidità
---------------------------- = interamente o meno dalle sole disponibilità
primaria
Debiti a breve termine liquide
flussi economici: deriva dalla gestione reddituale, formata da ricavi e costi che non
comportano una variazione finanziaria, in quanto alcune possono essere operazioni
monetarie (TFR, AMMORTAMENTO)
flussi finanziari: corrispondono alle variazioni della liquidità, dei debiti e dei crediti a breve
scadenza.
A seconda della provenienza e dell’utilizzo che l’impresa fa dei flussi provocati dalle operazioni di
gestione distinguiamo:
L’analisi delle fonti e degli impieghi sfocia nella redazione del Rendiconto finanziario, documento
che è parte integrante del Bilancio d’esercizio e che mette in evidenza come si è generato il flusso.
Ac – Db = Cp + Re + Dl – Imm
Le operazioni che modificano il patrimonio circolante netto nell’arco di un esercizio sono causate
da variazioni:
connesse alla gestione reddituale (attività operativa);
intervenute nei debiti a media/lunga scadenza e nel capitale proprio;
intervenute nelle immobilizzazioni.
Il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto è un prospetto che
riepiloga i flussi finanziari avvenuti nel periodo considerato dando informazioni sulle nuove fonti
(origine) e i nuovi impieghi (destinazione).
Prende in esame i flussi di denaro liquido esistenti in cassa, presso le banche e i c/c postali.
Disponibilità liquide =
Valori in cassa
+ c/c postali
+ c/c bancari attivi
Per costruire il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide si parte dal flusso
monetario generato dall’attività operativa calcolato con procedimento indiretto (Utile + Costi non
monetari- ricavi non monetari) e ad esso si aggiungono tutte le variazioni:
delle rimanenze;
dei crediti e dei debiti di breve periodo;
dei ratei attivi e passivi;
dei risconti attivi e passivi.
Di seguito i flussi finanziari vengono esposti nel prospetto del rendiconto in tre aree fondamentali:
A) Flusso finanziario dell’attività operativa;
B) Flusso finanziario dell’attività di investimento;
C) Flusso finanziario dell’attività di finanziamento.