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prensione della vita umana, trova subito dei motivi per metterle titolo Love's Labor:
da parte. Così facendo, esprime una convinzione cliffo.sa nel- 1Je,venae11cv, Routledge, London & New York 1999, sarà
l'intera filosofia morale. il dibattito dei anni. Si veda
Philosophical on Disabilìty,
e la recensione che ne fa A. Silvers su «Ethics» 107
altro testo che probabilmente si rivelerà fondamentale è A. Silvers
1
Cfr. A. Smi th, The Sentiments, Clarendon Press, Oxford 1997; IV, - D. Wasserman - M. Mahowald, Di!Jerence, Discrimination: Perspectives on
Zanini, Teoria dei sentimenti morali, Rizzali, Milano ]ustice in Bioethics and Public Rowman and Littlefield, Lahnam-MD 1998
riportati nel testo è nostra). (con una di Lawrence Becker).
6 A"'\fIMALI RAZIONALI DIPENDENTI DIPE'\TDENZA, ANil'vL'\LITA 7
Aristotele lui san attribuiva oltre che uomi- che realizza manufatti. «Per le cose dei
ni anche ad alcune animali sulla base della loro capacità di perché non ci fidiamo di noi
i"4·-~~L~~ Stando così
• cose, bisogna chiedersi ovviamente essere all'altezza di conoscerle . Tuttavia, è assai
1inrrn'1P\·1~ di alcune la dei nostri e
non-umani e la razionalità che caratterizza l'uo- Aristotele non ha colto il valore del dolore e della
diversi commentatori hanno questo dipendenza a causa dei suoi politici.
così facendo si sono tagliati la via alle Un altro ostacolo tipicamente aristotelico per una corretta
più concernenti le relazioni tra nostra percezione di queste realtà si deve due caratteristiche tipiche di
razionalità e nostra animalità. Essi hanno sottovalutato l'im- una concezione segnatamente maschile della virtù. Laddove
del che i nostri con l'i- Aristotele discute del particolare che abbiamo dell'ami-
dentità e le continuità di cizia, ci troviamo nell'avversità e nel egli sotto-
linea marcatamente che come tali
sono diversi dalle non accettare che altri
soffrano per le loro E arriva sostenere senza ter-
mento di mini che gli uomini che agiscono in quest'àmbito come fossero
del umano, l'anima non è l'intero essere donne non sono all'altezza della loro virtù
non corrisponde al mio .È una maschile. Inoltre l'uomo che secondo Aristotele
di noi 02."gigiorno si identificano con la tra-
Ut t. costituisce il dell virtuoso, rifiuta di accettare
forse andare a qualsiasi aiuto o consolazione da parte degli altri. «Si vergogna
che hanno portato nel ricevere benefici, accettarli d'inferiorità,
l'altro che io sono il mio corpo. mentre suo si ._......,.""'"'"-"" piuttosto di rn. E su questa
dimensione animale della nostra umanità non linea lo Stagirita che «SÌ ritiene poi anche che i
è evidentemente l'unico motivo che di cogliere il dato "'L'-' si ricordino
.......c.i;;. ............. ma non di colo-
Aristotele stesso accettava due
'-AJ.IJ'-'A"'"''-'''L,,C . .
roda cui hanno ricevuto benefici
di la di inferiore chi lo e invece
superiore) e dei benefici fatti sente
la razionalità pratica senza alcune 1.-,,...,..._..,""·.... li ricevuti, invece, con t
1
facciamo ricorso in buona sostanza a un armamentario di con- fronte ad alcune caratteristiche dell'agire razionale. en-
cetti, tesi e argomentazioni tipicamente aristotelici: benché trambi i generi di virtù sono necessari per rendere attuali le po-
Aristotele e alcuni aristotelici sostengano posizioni contro le tenzialità distintive specifiche dell'animale razionale che è l'uo-
quali non deve esser risparmiata la critica, bisogna riconoscere mo. La comprensione delle ragioni e delle modalità che le ren-
che è proprio Aristotele colui che ha offerto le migliori risorse di dono necessarie è una condizione essenziale per capire il loro
cui noi disponiamo ora come ora per identificare gli errori di posto nel genere di vita umana in cui può essere realizzata la vita
queste posizioni e per poterli correggere. Così sarà necessario a buona per l'uomo.
un certo punto usare Aristotele contro se stesso, talora con l'aiu- La domanda che sorge a questo punto riguarda il tipo di rela-
to di san Tommaso, per difendere tre tesi. zione sociale e di concezione del bene comune necessari perché
La prima riguarda quanto ci accomuna agli individui apparte- vengano sostenute e trasmesse all'interno di un gruppo sociale e
nenti ad alcune altre specie di animali intelligenti. Sosterrò nei attraverso di esso le virtù dell'indipendenza razionale e quelle
prossimi capitoli benché la nostra differenza da altre specie della dipendenza riconosciuta. Un terzo gruppo di argomentazio-
sia sicuramente di importanza, è ugualmente rilevante ni offre delle risposte a tali interrogativi e cercherò di dimostrare
che sia inizialmente, nella nostra primissima infanzia, sia più che né la figura dello stato nazionale moderno né la famiglia così
avanti, noi ci comportiamo nei confronti del mondo in modo come essa è intesa al giorno d'oggi possono rappresentare il tipo
assai simile agli altri animali intelligenti. Anche quando superia- di associazione sociale e politica di cui ci sarebbe bisogno.
mo alcuni dei loro limiti, non arriviamo mai ad affrancarci com-
da quanto abbiamo in comune con loro. Di fatto, la
nostra abilità nel superare quei limiti dipende in parte da alcune
di quelle caratteristiche animali: tra queste, la natura della nostra
identità.
Non è soltanto, come ho già detto, che i nostri corpi siano
corpi animali con l'identità e le continuità dei corpi animali.
L'identità umana è in primo luogo, se non addirittura soltanto,
corporea e di conseguenza è un'identità animale, ed è in riferi-
mento a quest'identità che le continuità delle nostre relazioni
con gli altri sono parzialmente definite. Tra le varie malattie che
ci affliggono ci sono quelle che alterano queste continuità -
amnesie o turbe della memoria, per esempio, o situazioni di sfi-
guramento, che impediscono agli altri di riconoscerci - così
come quelle che ci rendono disabili in altri modi.
Un secondo gruppo di tesi riguarda l'importanza morale del
non limitarsi semplicemente a riconoscere tali vulnerabilità e
dolori, ma anche le dipendenze che ne conseguono. La filosofia
morale moderna ha posto l'accento con molta ragione sull'auto-
nomia individuale, sulla capacità di compiere scelte indipenden-
ti. Cercherò di argomentare che proprio le virtù che garantisco-
no un agire razionale indipendente hanno bisogno di essere
accompagnate da quelle che chiamerò le virtù della dipendenza
riconosciuta. Non capire questo punto può renderci ciechi di
lismo evoluzionista
l'accento sulla distinzione
esseri umani nel ,.,.""''"''°"'""
smo razionalità
come una forma
dovremmo ormai aver storia umana,
essa sia stata, la storia naturale di una tra le
animali e che
trova un suo
accumulato un bagaglio di
alle diverse situazioni.
sono ovviamente solo delle
trovare .,.,_.,~ ''""'., di re-i denti-
non abbiamo difficoltà ficazione e informati da un'attenzione ·r":.. .-r.urr'''"
mo diretta. per il momento ci interessa esclusiva-
mente il fatto che soltanto nella misura in cui ci inseriamo in una
trama di risposte riconoscimenti di e
è di nostro inserimento, noi siamo in grado di
gli altri e sentono, i loro
p1amo come s1en sentimenti riguardo nostri stessi e sentimenti.
In genere non dovrebbero nel caso della rela- In senso non vi una differenza sostanziale nell'identi-
zione tra due esseri umani. Ma mi azzarderei a sostenere che non ficare i e i sentimenti di individui ad altre
18 ANl~·L'\U RAZIONALI DIPENDENTI L'ANIMALE RAZIONALE 19
animali. Vicki Hearne ha una di trovare delle premesse dalle inferire come il cane si com-
di è implicato nella relazione di porterà, per prevedere se li morderà o meno. La contaminazio-
sviluppa tra addestratore ne a chi ne è affetto (o infetto?) di
livello nel l'addestratore bilire quell'unico di relazioni con cani o altri animali,
del cane, in maniera che quali i loro e sentimenti essere corretta-
ai suoi interventi e diventi mente interpretati, relazioni che trovano la loro
all'interno di un'attività interattiva. E quanto noi
a riconoscere l'interazione, sia con i bambini sia con
muove il manico del o gorilla, elefanti o delfini, è sufficiente per iniziare
il cane presta attenzione alle U.1'L'-'J.lLiV.l.11 con un certo tipo di teorie sugli animali.
destratore e riconosce le intenzioni nella A analisi si muovere almeno due tipi di criti-
misura in cui in modo piuttosto che in un altro. In che. La prima consiste nell'obiettare che sia ciò che dice Hearne
tal il cane non solo a rispondere comando di proposito deHa sua comprensione dei sia io sosten-
capisce anche si propone nel dei bambini, è - 'contaminato' - dalla teorizzazione
cui filosofica, esattamente corne comportamenti che lei critica.
Vicki Hearne potrebbe aver tratto la sua competenza da una
Poter comandare
lunga teoria di addestratori, da Senofonte fino William
di fatica[ ... ].
Koehler, ma ha appreso sui cani mostra un evidente debi-
lo farà a un passo
to nei confronti di ed è un dato di fatto che lei
lo stesso che
applichi alla pratica dell'addestramento la nozione di gioco lin-
fatto
Allo stesso modo, io ho sostenuto circa il modo
in cui i bambini imparano parlare, deriva fin troppo chiara-
mente da quanto dice Wittgenstein (particolarmente in
«sedersi in
e da idee sull'origine del significato
. La comprensio-
ricade nel concetto di 'sedersi' è dalla teoria di Peter Grice. Tuttavia, in entrambi i casi non si può
concludere da ciò che sia la le affermazioni per-
un modo per caratterizzare
,,,_H... LU" comunicando le sue~·-"~·"~ ... . ,........
L ... '-./
il tipo di d'interazione, senza la quale
Inoltre persino cani ben addestrati noi non saremmo in grado di attribuire pensieri e sentimenti
sono
avvicinati da che ha di altri, siano essi bambini, cani altro. Le di interpre-
come né tantomeno come tazione non sono ovviamente le stesse nei due di fatto
Sono quelli Hearne «bocconi naturali». I «bocconi del senso del richiamo all'esperienza è ricordarci che le
naturali sono quelle il cui approccio ai cani [ ... ] è rienze interpretative mediante le quali tali
. Essi sono coloro che sperano di sono vincolate in maniera determinante alle diverse
La risposta a quest'obiezione potrebbe essere
descrizioni della pratica e dell'esperienza di
Hearne, How to come di Hearne possano aiutarci a come
come capitolo m di noi di fatto attribuiamo pensieri, sentimenti e intenzioni ad alcu-
Ihi, p. 16. ne specie di animali non-umani, essi non hanno rilevanza alcuna
Jbi, p. 17. per alla domanda circa quale modo di attribuzione di
20 ANIMALI RAZIONALI DIPENDENTI
CAPITOLO TERZO
ne
movimenti cor-
._U,LL ... u lo stesso
... ,
bene muove un azione verso
fine e a considerare fine come bene
. Così uomini sono orientati al fine in loro
hnows or know its natural world, in
.. , p. 359, inoltre K.S. Norris P.T. Dohl,
struclure and of cetacean schools, , Cetacean ii V.M. Bel'kovich al., Herd S!ntclurt'. and in - Norris (eds.),
Behavior: l'vledwnìsms and Functions, 1980. ~""'·"""·"··· pp. 69-70.
Cfr. Storia animali XLVHI, 63la 11eo t.of!7.ae I, q.
1
RAZIONALI
certo modo.
n1e e
sol-
e cominciare la
cui il resto
giunge suo
per i delfini sia per
Si adesso
attribuite ai delfini di coloro che hanno con loro una
consuetudine: non soltanto relative
mezzo sì sia dimostrato UA•~ A~._ .._~
.... .. riconoscimento, all'identifi-
Così e i suoi colleghi rife- ma anche quelle che dimostrano
che avevano possesso e manifestazione la
un branco di di formulare intenzionalmente
in un secondo dei fini che
in alto mare, verso il resto del
risulta ,~.,.. _,.. ~
per attri-
~LL ~~~·A• di percezione
.....
dei
11
' Herman, lV7wt k11ows .. ., (eds.), Societies ... ,
p. 351
I