Il #DDLZAN che vuole estendere le aggravanti che derivano della legge “Reale-
Mancino”, anche a quei crimini d’odio e discriminazione non soltanto per motivi
religiosi, etnici e razziali, ma anche per il sesso, il genere, l’identità di genere,
l’orientamento sessuale e quelli motivati da misoginia e quelli rivolti alle persone
disabili.
Crediamo che questa estensione non sia solo necessaria. Ma urgente. L’Italia è in
ritardo sul contrasto dei crimini d’odio e delle discriminazioni fondate su queste
dimensioni personali di circa trent’anni. E quella che dovrebbe essere una legge di
civiltà incontra incredibilmente ostacoli incomprensibili nel 2021.
Una parte, che noi crediamo minoritaria, della società minaccia l’approvazione di
questa norma al Senato. Norma tra l’altro già approvata alla Camera dei deputati. Se
questa fosse anche solo modificata al Senato, di fatto perderemmo l’appuntamento
fondamentale con la storia dei diritti umani in Italia. E non possiamo permettercelo,
visto la situazione sociale che vive l’Italia rispetto l’odio misogino, l’odio verso le
persone LGBTQIA+ e verso le persone con disabilità. Vogliamo non solo che vengano
puniti i delitti contro l’uguaglianza ma che si mettano in cantiere le azioni culturali per
un reale cambiamento sociale e le azioni a protezione delle vittime.
Il DDL Zan non può più essere rinviato.
Cosa succede? Succede che una legge che avrebbe dovuto vedere l’approvazione
unanime in Parlamento è contrastata da gruppi che non vogliono ostacoli alla
possibilità di operare discriminazioni basate su alcune dimensioni dell’identità
personale. Alcuni di questi gruppi mirano a bloccare completamente l’approvazione
del DDL Zan, come i gruppi cattolici fondamentalisti e le destre fasciste. Altri invece
vogliono eliminare da questo disegno di legge il termine “identità di genere” per
potersi sentire liberi di discriminare e opprimere le persone transgender e tutte le
persone che vivono una identità di genere diversa da quella attribuita alla nascita.
Non possiamo permetterci una legge che non tuteli le persone trans* e gender
creative che sono tra quelle più oggetto d’odio e discriminazione nella società insieme
alle donne.
Non solo. Vogliamo affermare pienamente, attraverso anche l’approvazione del DDL
Zan, la necessità di una reale e completa applicazione di quanto previsto nella
Convenzione di Istanbul, per contrastare violenza e odio contro le donne.
Vogliamo la piena applicazione dei Principi di Yogyakarta, per una tutela piena e senza
eccezioni delle persone non cisgender ed eterosessuali.
Vogliamo piena tutela e riconoscimento di pari dignità e cittadinanza per tutte le
persone con disabilità, non solo tutelandole dall’odio, ma anche con azioni volte a
sostenerne la piena autodeterminazione e autonomia.
Vogliamo che lo Stato italiano, attraverso l’adozione del DDL Zan, affermi con
chiarezza da che parte sta.
Vogliamo uno Stato che non si faccia intimorire da chi ancora crede legittimo costruire
cittadinanze di serie b, se non di serie zeta.
Vogliamo una scelta precisa da parte del nostro Parlamento. Vogliamo che lo Stato
scelga i diritti umani e la tutela di tutti.
Perché tutelare le caratteristiche umane indicate nel DDL Zan significa tutelare tutti e
tutte, senza lasciare fuori nessuno.
#ddlzansubito
#Idahobit #giornatainternazionalecontroomofobia
#nohatecrime #nohatespeech
FIRME
Arcigay del Trentino,
Comitato laici trentini per i diritti civili,
I Sentinelli di Trento
Rete ELGBTQI* del Trentino Alto Adige Südtirol
AGEDO Trentino
Famiglie Arcobaleno Trentino-Alto Adige
UDU Trento
Arci del Trentino
Collettivo transfemminista queer Trento
Non una di meno - Trento
ANPI Trentino
Forumpace Trentino
Rete degli Studenti Medi Trento