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considerazioni si ispirano in parte a che ho pronunciato a Barcelona 1'8
Queste quelle
2004, presentando il libro insieme a Emilio Suarez de la Torre e Jaume P?rtulas.
giugno
n6 VITTORIO CITTI
tribuito non poco a rendere di attualit? con la sua opera e con i dibattiti
che ha promosso, nella linea di un rinnovamento metodol?gico degli studi
antichistici che si ? svolta in buona parte proprio nell'ambito della scuola
urbinate, un rinnovamento del quale peraltro anche Miralles e i suoi allie
vi delle varie generazioni son? stati costantemente parte attiva, vi hanno
contribuito e reciprocamente ne hanno tratto profitto. Ma forse qualcosa
manca, in questa visione cosi lucida di consapevolezza per le acquisizioni
del sapere, anche quando in seguito lo stesso Gentili si sofferma puntual
mente sull'importante contributo che Miralles ha dato alla determinazione
dell'io po?tico, quando lo ha definito "n? empirico n? biogr?fico, ma rap
dell'espressione musicale".
Renderci conto
dell'esperienza personale di poeta vissuta dal nostro au
tore ci deve aiutare a comprendere il significato dello scavare che egli fa
sempre nello spessore della parola dei poeti antichi, e le acquisizioni che
questo procedimento comporta anche sul piano della critica testuale, e non
solo dell'esegesi: ne ho avuto personalmente pi? di una verifica nel corso
dei seminari eschilei del dottorato di Trento, nei quali spesso ? intervenu
to mostrando come nel testo tr?gico una parola acquisisce nuova valenza
in relazione al contesto in cui sta inserita e per questa via si sana una crux
1
Ora su Lexis 24, 2006,313-335. Una valutazione di Riba nell'in
pi? compiuta delTopera
tra la coscienza nazione e a Bar
terazione profonda della catalana gli studi di antichistica
celona si legge in C. Miralles, 'Da strisce di sangue a colonne: e nazione catalana', in
polis
corso di pubblicazione in Con gli occhi degli antichi. Filolog?a epol?tica nelle stagioni della cultura
Atti del Convegno 27-29 sett. 2006), a cura di G. Nuzzo.
europea. (Palermo-Agrigento,
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ria [...]. Il poeta Riba, il traduttore dal greco che con tanto successo aveva
messo la sua lingua alla prova di ricevere la poesia di Eschilo, aveva da una
parte un'idea chiara di questa poesia e della tragedia greca [...] dall'altra i
suoi pi? generali criteri di giudizio in poesia: e questa sua idea era ci? che
voleva comunicare ai lettori della sua versione di Eschilo". Sia ben chiaro:
Miralles non ? Riba, ha una assolutamente sua e una
personalit? dispone di
strumentazione di ricerca che negli anni in cui Riba lavorava era assoluta
mente e per cui aveva evidentemente meno int?resse,
impensabile quello
ma ha con lui una affinit? che aiutarci a ilmodo spe
spirituale pu? capire
cifico con cui egli agisce nel quadro della filologia moderna europea.
D'altronde l'analisi antropol?gica, condotta con forte consapevolezza
storica, sia della storia politica sia di quella della religione in gen?rale, dei
culti e dei riti in particolare, ? l'altra via qui seguita per la comprensione del
mondo antico e dei testi che ci ha tramandato. La distinzione tra la tradizio
ne eroica e quella demetriaca, prospettata nel saggio Xa tradizione giam
bica', stabilisce una cornice interpretativa valida non solo per la poesia ar
caica, ma non meno per quella attica, attraverso la prosecuzione di queste
due linee di ispirazione ma di arcaica che
religiosa, quella religiosit? greca
coinvolge interamente la sfera pubblica, concepite nell'ambito del simposio
aristocr?tico, che rivivono rispettivamente nella e nella commedia
tragedia
dell'Atene democr?tica: questa distinzione comporta una
quindi acquisi
zione di m?todo valida per la comprensione di tutta la poesia greca fino
alia fine del v sec?lo, dalle poleis arcaiche alia democrazia matura.
Cos? la raccolta inizia riproducendo la recensione che nel 1970 Miralles
dedico al Tirteo di Cario Prato, e segue con il saggio che si ? detto su Xa
poesia di Mimnermo' (1988), e quindi a Xa renovaci?n de la eleg?a en la
?poca cl?sica' (1971), in cui illustra personaggi di quell'et? scarsamente con
siderati nella storia letteraria, come lone di Chio, Dionisio Calco, Crizia;
su Eveno di Paro (1984) ancora a Dionisio
dopo alcune pagine Calco ? de
dicato il saggio che segue, gi? apparso nella miscellanea Tradizione e inno
vazionenella cultura greca da Omero alVet? ellenistica, offerta a Bruno Gentili
nel 1993. Ancora a lone di Chio,
dopo la prima edizione di Leurini, ? de
dicato il saggio 'Dalla vite al vino: il cottabo, la poesia' (1995, uscito per la
prima volta nella miscellanea in onore di Giovanni Tarditi). Una lunga re
censione al volume di Marcello Gigante su Vedera di Leonida e un saggio
su 4,10,1-4 danno inizio alie pagine dedicate in questo libro alia
Properzio
poesia ellenistico-romana.
La sezione dedicata al giambo si apre con il saggio gi? nominato su Xa
tradizione giambica', del 1989, segue poi con XI dell'86, un lavo
yambo',
ro non meno per il rapporto tra rito e culto
significativo poesia giambica,
di Hermes e Demetra, mentre dal volume Archilochus and the Iambic Poetry,
pubblicato nel 1983 a Roma, in collaborazione con Jaume P?rtulas e che
CARLES MIRALLES SU ELEG?A E GIAMBO II9
Universit? di Trento