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Esercizi di Geometria - Foglio 1

Corso di Laurea in Matematica

A. Struttura affine e euclidea di Rn .

Esercizio A.1 La Geometria Euclidea


Supponendo note dal corso di Algebra Lineare le nozioni di punto, segmento,
retta, cerchio, congruenza, angolo e parallelismo in Rn (definite tramite il
formalismo dei vettori, sottospazi affini e prodotto scalare):
(i) dimostrare che lo spazio R2 , con tali nozioni, soddisfa tutti e cinque gli
assiomi della geometria euclidea;
(ii) utilizzando l’agebra lineare e il prodotto scalare di Rn per ritrovare il
Teorema di Carnot: dato un triangolo in Rn con lati di lunghezza a, b, c
e sia ϑ l’angolo opposto al lato di lunghezza c, vale: c2 = a2 + b2 − 2ab cos ϑ.
Esercizio A.2 Operazioni su C
Verificare che per ogni z1 , z2 ∈ C si ha:
(i) (z1 + z2 ) = z1 + z2 , (z1 z2 ) = z1 z2 , (z1 ) = z1 e z1 z1 = |z1 |2 .
(ii) Siano ora z = r(cos ϑ + i sin ϑ) e z 0 = r0 (cos ϑ0 + i sin ϑ0 ). Verificare la
formula di de Moivre: z · z 0 = rr0 (cos[ϑ + ϑ0 ] + i sin[ϑ + ϑ0 ]).
Cosa vuol dire questa formula geometricamente? Cosa vuol dire moltiplicare
per i un numero? Cosa vuol dire moltiplicarlo per 1 + i?
Esercizio A.3 Proiezione su un vettore in Rn
(i) Calcolare la lunghezza della proiezione del vettore u = (x, y, z) sul vettore
v2 = (1, 2, 3) usando la formula della proiezione.
(ii) Mostrare che se u, v sono unitari, la lunghezza della proiezione di u su v
è uguale alla lunghezza della proiezione di v su u.
Esercizio A.4 Prodotto vettoriale in R3
Sia E la base canonica di R3 . Dimostrare le seguenti proprietà:
(i) u · (v ∧ z) = determinante della matrice che ha per righe [u]E , [v]E , [z]E .
(ii) u · (u ∧ v) = v · (u ∧ v) = 0;
(iii) se ∠(u, v) = ϑ, si ha |u ∧ v|2 = |u|2 |v|2 − (u · v)2 = |u|2 |v|2 sin2 ϑ;
(iv) u ∧ v = 0 se e solo se u, v sono proporzionali;
(v) se u, v sono linearmente indipendenti, allora {u, v, u ∧ v} formano una base di R3
equiversa alla base canonica.
Interpretare geometricamente (vii) e (viii): cosa ci dicono sul vettore u ∧ v?
Cosa ci dice com’è orientato il vettore u ∧ v nello spazio?
Richiami: ricordiamo che due basi B, B 0 di R3 sono dette equiverse se e solo se la matrice
di cambio di coordinate dall’una all’altra ha determinante positivo.
(Cosa si intende per matrice di cambio di coordinate? È la stessa cosa della matrice di
cambio di base? Come si calcolano? Se non sapere rispondere, c’è un problema.)
Dedurne che B e B 0 sono basi ortonormali equiverse di Rn se e solo se esiste una rotazione di
Rn che trasforma B in B 0 . (Ma cos’è una rotazione di Rn ? perché si chiama cosı̀ per n > 3?)
Regola della “mano destra”. Supponiamo di disporre gli assi x1 , x2 , x2 ortogo-
nalmente nello spazio, in quest’ordine, come pollice, indice e medio della mano destra:
riportando due vettori u, v non proporzionali in tale sistema di coordinate cartesiane, il
vettore u ∧ v risulta orientato come il dito medio della mano destra, una volta sovrapposti
pollice ed indice rispettivamente su u e v.

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Esercizio A.5 Vero o falso?
Dimostrare o confutare le seguenti identità (dimostrazione o controesempio):
(i) (u ∧ v) + z = (u + z) ∧ (v + z);
(ii) (u + v) · z = u · z + v · z;
(iii) (u · v) + z = u · z + v · z;
(iv) u ∧ v = −v ∧ u;
(v) (u ∧ v) ∧ z = u ∧ (v ∧ z);
(vi) λ(u ∧ v) = (λu) ∧ (λv);
(vii) λ(u ∧ v) = (λu) ∧ v = u ∧ (λv) ;
(viii) (u + v) ∧ z = u ∧ z + v ∧ z;
(ix) (u ∧ v) + z = u ∧ z + v ∧ z;
(x) (u · v) ∧ z = (u ∧ z) · (v ∧ z);
(xi) (u ∧ v) · z = (u ∧ z) · (v ∧ z);
(xii) u · (v ∧ z) = v · (z ∧ u)

Esercizio A.6 Esempi e non-esempi di sottospazi affini


Determinare quali dei seguenti insiemi sono sottospazi affini (precisando di
quale spazio vettoriale V , e la loro giacitura):
(i) l’unione r ∪ s di due rette r, s del piano R2 , passanti per l’origine;
(ii) S = {X ∈ Kn | X soluzione del sistema AX = 0} (A matrice fissata);
(iii) S = {X ∈ Kn | X soluzione del sistema AX = b} (A, b fissati, b 6= 0).
Nei casi (ii)-(iii), se K = R, cosa rappresentano geometricamente le righe
della matrice A?
(iv) l’insieme delle matrici triangolari superiori T (n, K);
(v) l’insieme delle matrici T r0 (n, K) con traccia uguale a 0;
(vi) Kn [T ] = {polinomi p(T ) ∈ K[T ] di grado n};
(vii) T K[T ] = {polinomi p(T ) ∈ K[T ] con termine noto nullo};
(viii) S0 (R) = {successioni(sn ) a valori in R tali che limn→∞ sn = 1};
(ix) Fx0 ,0 ([a, b], R) = {f : [a, b] → R t.c. f (x0 ) = 0} (x0 ∈ [a, b] fissato);
(x) Fx0 ,1 ([a, b], R) = {f : [a, b] → R t.c. f (x0 ) = 1} (x0 ∈ [a, b] fissato).

Esercizio A.7 Proprietà elementari dei sottospazi affini


Sia V uno spazio vettoriale su K, e sia A = a + A ~ un suo sottospazio affine,
di giacitura A. ~ Mostrare che:
(i) se A non è uno spazio vettoriale, allora A ∩ A ~ = ∅;
(ii) si ha A~ = {P~Q | P, Q ∈ A}, e A = a0 + A ~ per qualsiasi a0 ∈ A.
(iii) A è un sottoinsieme convesso (che vuol dire?).
Sia ora B = b + B ~ ⊂ V un altro sottospazio affine. Mostrare che:
(iv) se A ⊂ B e dim(A) = dim(B) allora A = B;
(v) se A ∩ B 6= ∅ allora è un sottospazio affine (qual è la sua giacitura?)
(vi) se A k B ed A 6= B allora A ∪ B non è convesso.
(vii) In quali casi A ∪ B è un sottospazio affine?
(viii) Il più piccolo sottospazio affine di V che contiene sia A sia B è denotato
Spanaf f (A, B). Perché non A + B ? Se A ∩ B 6= ∅, qual è la giacitura di
cos’è Spanaf f (A, B)? Che dimensione ha Spanaf f (A, B)?

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Esercizio A.8 Parametrizzazioni affini e equazioni cartesiane di rette
(i) Mostrare che se una retta r di R3 ha equazioni cartesiane

ax1 + bx2 + cx3 = d
a0 x1 + b0 x2 + c0 x3 = d0
allora un vettore direzione di r è dato da v = (a, b, c) ∧ (a0 , b0 , c0 ).
(ii) Dare una parametrizzazione affine della retta r di R4 per P = (1, 1, 1, 1)
e di direzione v = (1, 2, 3, 4); determinare le equazioni cartesiane.
(iii) Dare una parametrizzazione affine del piano σ di R4 per P = (1, 0, 1, 0)
e di giacitura uguale a Span(e1 , e4 ); determinare le sue equazioni cartesiane.
Dare una parametrizzazione affine del piano σ passante per P = (1, 0, 1, 0),
Q = (0, 1, 0, 1) e R = (1, 1, 1, 1); determinare le equazioni cartesiane.
Esercizio A.9 Esercizi elementari su rette e piani
Si trovino le equazioni cartesiane della retta s nei seguenti casi:
(i) s passa per l’origine ed è complanare a r : x − 1 = y − 2 = z − 3 ed a
r0 : x − 1 = y−2
2
= z − 2;
(ii) s incide le rette r, r0 del punto (i) ed è a loro ortogonale;
(iii) s passante per l’origine e (debolmente) parallela ai piani π : x+y +z = 1,
π 0 : x + 2y + z = 1.
Si trovi l’equazione cartesiana del piano π nei seguenti casi:
(iv) π contiene r : x + y + z − 1 = x − z + 0 e fa angolo π6 con l’asse x.
Esercizio A.10 Posizioni reciproche di rette, piani e iperpiani
Si dimostri analiticamente che le possibili posizioni reciproche di:
(i) due rette in R2 sono: coincidenti, incidenti, parallele;
(ii) due rette in R3 sono: coincidenti, incidenti in un punto, parallele, sghembe;
(iii) un piano π e una retta r in R3 sono: r contenuta in π, oppure r (debol-
mente) parallela a pi, oppure r e π incidenti in un punto;
(iv) due piani in R3 sono: coincidenti, incidenti in una retta, paralleli.
Si determinino le possibili posizioni reciproche e le intersezioni di:
(v) due piani di R4 ;
(vi) due iperpiani di R5 .
Esercizio A.11
(i) Siano P = (p1 , ..., pn ) e σ un iperpiano di Rn di equazione cartesiana
a1 x1 + ... + an xn + b = 0. Mostrare che, la distanza di P da σ è data dalla
formula:
|a1 p1 + ... + an pn + b|
d(P, σ) = p
a21 + ... + a2n

(ii) L’iperpiano fondamentale di Rn è l’iperpiano hn passante per gli n punti


fondamentali, cioè i punti Pi = ei . Scrivere l’equazione cartesiana di hn .
Disegnarlo in R2 ed in R3 . Calcolare la distanza di O da hn .
Dedurre che, a parità di spigolo, le tende canadesi a base triangolare sono
più scomode in Rn+1 che in Rn .

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