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TRASFORMAZIONI DODECAFONICHE ED
ELABORAZIONI TIMBRICHE NEL PROCESSO
COMPOSITIVO DI DÉSERTS DI EDGARD VARÈSE
ESTRATTO
da
ARTICOLI
ALBERT GIER, Gegenwelten, Sehnsuchtsorte. Zur Geschichte der Utopie in der Oper . . . . pag. 155
ELISABETTA FAVA, Edipo in Berlino: Mendelssohn e la riscoperta della tragedia greca . . . . » 185
EVELINE VERNOOIJ, Trasformazioni dodecafoniche ed elaborazioni timbriche nel processo
compositivo di ‘‘Déserts’’ di Edgard Varèse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 213
INTERVENTI
ANSELM GERHARD, Il mito del secolo borghese: problemi di storiografia dell’Ottocento
musicale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 237
RECENSIONI
D. CHARLTON, Opera in the Age of Rousseau (H. Schneider), p. 259 – Mozart und die europäische Spätaufklä-
¨rung, a cura di L. Kreimendahl (E. J. Goehring), p. 265.
SCHEDE CRITICHE
G. Olivieri, E. Senici, F. Lazzaro e A. Ficarella su A.-E. CEULEMANS e C. FREI (p. 271), G. W. MARTIN e P.
POLZONETTI (p. 273), S. BOURION (p. 276) e H. DANUSER (p. 279).
NOTIZIE .................................
SUI COLLABORATORI . . . » 283
LIBRI ....................................
E DISCHI RICEVUTI . . . » 285
BOLLETTINO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE «IL SAGGIATORE MUSICALE» 2013 . . . . . » 289
INDICE DELLE ANNATE XI-XX DEL «SAGGIATORE MUSICALE» . . . . . . . . . . . . . . . . » 305
Redazione
Dipartimento delle Arti - Università di Bologna
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(segue in 3ª di coperta)
NOTIZIE SUI COLLABORATORI
ELISABETTA FAVA è ricercatore nell’Univer- vista (XVII, 2010) è apparso un suo studio
sità di Torino, dove insegna Storia e critica sulle rielaborazioni novecentesche dell’Orfeo
della musica; fra le pubblicazioni più recenti, di Monteverdi. È responsabile delle recensio-
Ondine, vampiri e cavalieri (Torino, EDT, ni per i «Cahiers de la Société québécoise de
2006) e Voci di un mondo perduto: Mahler e Recherche en Musique».
il ‘‘Corno magico del fanciullo’’ (Alessandria,
Edizioni dell’Orso, 2012). GUIDO OLIVIERI è professore di Musicolo-
gia e direttore dell’ensemble universitario di
ANNA FICARELLA si è addottorata nell’Uni- musica antica nell’Università del Texas ad
versità di Colonia, ed è stata assegnista di ri- Austin. Tra le pubblicazioni più recenti: The
cerca nell’Università di Bari; attualmente è Gaglianos: Two Centuries of Violin Making
docente comandata nel MIUR. Tra le pubbli- in Naples, in Sleuthing the Muses (a cura di
cazioni più recenti: ‘‘Der Rosenkavalier’’ Kr. K. Forney, Hillsdale, NY, Pendragon,
dall’opera al film (in Musica e cinema nella Re- 2012), e I manoscritti di musica italiana dello
pubblica di Weimar, a cura di F. Finocchiaro,
Harry Ransom Center di Austin, in Da Napoli
Roma, Aracne, 2012); The Revision of the Sco-
a Napoli (a cura di M. Amato, C. Corsi e T.
re in Mahler («Nachrichten zur Mahler-For-
Grande, Lucca, LIM, 2014).
schung», LXV, 2012).
ANSELM GERHARD è professore nell’Uni- HERBERT SCHNEIDER è professore emerito
versità di Berna. Nel 2008 la Royal Musical nell’Università dello Saarland. I suoi àmbiti
Association di Londra gli ha attribuito la me- privilegiati di interesse vertono sulla musica
daglia Dent. È recentissima una monografia francese e i suoi rapporti con la teoria musica-
dedicata alla biografia di Giuseppe Verdi le e con la musica tedesca. Per l’editore Olms
(München, Beck, 2012). cura le «Musikwissenschaftliche Publikatio-
nen» e le Œuvres complètes di Lully (con J.
ALBERT GIER è professore di Filologia ro- de La Gorce); di recente ha dato alle stampe
manza nell’Università di Bamberga. Si occupa gli Écrits inédits di Antonn Reicha (con H.
di letteratura francese e italiana dal Medioevo Audéon e A. Ramaut, ibid., 2011, 2 voll.).
al Novecento; numerose sue pubblicazioni ri-
guardano le relazioni fra musica e letteratura, EMANUELE SENICI è professore nell’Univer-
e in particolare il libretto d’opera (cfr. questa sità di Roma ‘‘La Sapienza’’, dove coordina il
rivista, VI, 1999). dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo.
EDMUND J. GOEHRING è professore di Sto- Saggi sull’opera in video e alla televisione so-
ria della musica nell’Università del Western no apparsi su questa rivista (XV, 2009),
Ontario. I suoi articoli più recenti: Much «Opera Quarterly» (XXVI, 2010) e «Comu-
Ado about Something; or, ‘‘Cosı̀ fan tutte’’ in nicazioni sociali» (XXXIII, 2011), e nella mi-
the Romantic Imagination («Eighteenth-Cen- scellanea Opera and Video (a cura di H. Pé-
tury Music», V, 2008) e A ‘‘Don Juanized’’ rez, Bern, Lang, 2012).
‘‘Macbeth’’ on Austria’s Enlightened Stage:
Its Genesis, Its Critical Fortune («Eigh- EVELINE VERNOOIJ si è addottorata nel-
teenth-Century Studies», XLV, 2012). l’Università di Udine, dove è ora assegnista
di ricerca. Si occupa di filologia musicale
FEDERICO LAZZARO sta ultimando il suo se- del secondo Novecento e dei processi di ri-
condo dottorato nell’Università di Montréal, generazione e riedizione di opere elettroni-
con una dissertazione sui compositori immi- che miste in rapporto ai nuovi sistemi dell’e-
grati a Parigi tra le due Guerre. Su questa ri- ditoria.
EVELINE VERNOOIJ
Udine
TRASFORMAZIONI DODECAFONICHE
ED ELABORAZIONI TIMBRICHE NEL PROCESSO COMPOSITIVO
DI DÉSERTS DI EDGARD VARÈSE
Premessa
1 Si veda in particolare J. W. BERNARD, The Music of Edgard Varèse, New Haven, Yale Univer-
sity Press, 1987, e CH. WEN-CHUNG – E. VARÈSE, A Sketch of the Man and His Music, «Musical Quar-
terly», LII, 1966, pp. 151-170.
2 Si veda in particolare H. DE LA MOTTE -HABER , Die Musik von Edgard Varèse: Studien zu sei-
nen nach 1918 entstandenen Werken, Hofheim, Wolke, 1993, e R. ERICKSON, Sound Structure in Mu-
sic, Berkeley, University of California Press, 1975.
214 EVELINE VERNOOIJ
per un approccio diacronico al testo. Per questo scopo si rende necessaria l’a-
dozione dei metodi della filologia d’autore. Essa vede il testo come un lavoro
in fieri, anziché cristallizzato in una forma assoluta, e muove dal presupposto
che «le singole opere di un autore costituiscono a rigore una sezione ... di
quel flusso continuo di adattamenti e di spostamenti successivi attraverso cui
si esprimono le tendenze fondamentali di un sistema letterario».3 Dall’indagi-
ne critica sull’attività correttoria dell’autore nei diversi livelli redazionali del
testo pare infatti possibile individuare una direzionalità del processo compo-
sitivo e intravedere le linee di forza del linguaggio musicale di Varèse. Lo
studio della tradizione dà ragione delle modifiche testuali e le colloca in
un processo di graduale modellazione delle masse sonore che compongono
la partitura di Déserts.
Integrando i metodi della filologia d’autore con l’analisi interpretativa del-
l’opera, questo saggio mira a fornire un approccio analitico fondato sull’evi-
denza documentaria. I testimoni d’autore saranno pertanto le fonti primarie
di questa analisi: l’analisi dell’attività elaborativa di Varèse, dai primi schizzi
fino ai ritocchi sull’edizione pubblicata, vuol essere strumento fondamentale
per individuare le logiche strutturali che hanno guidato la composizione di
Déserts.
Le trasformazioni dodecafoniche
4 Le batt. 70-109 di questo schizzo sono confluite in parti diverse della partitura. In primo luo-
go, le parti strumentali delle batt. 83-87 dello schizzo furono spostate, con alcune trasposizioni di
ottava e varianti ritmiche, nelle batt. 131-132 della versione finale. In secondo luogo, nelle batt.
98-105, annotate su due frammenti di carta incollati alla pagina principale e inizialmente numerate
1-7, si può riconoscere il materiale musicale dell’inizio della composizione.
216 EVELINE VERNOOIJ
5 È possibile che la classificazione alfabetica sia collegata alla divisione della serie in precisi sot-
toinsiemi. La lettera ‘c’, ad esempio, è sempre associata alla divisione della serie in tre tricordi, un
bicordo e una nota singola.
TRASFORMAZIONI DODECAFONICHE ED ELABORAZIONI TIMBRICHE 217
6 Con la locuzione ‘sottoinsieme seriale’ si indica un raggruppamento non ordinato di più suoni
seriali.
7 Nell’analisi, gli invarianti sono indicati dal simbolo {x,y,z} in cui ‘x’, ‘y’ e ‘z’ indicano gli n-
esimi suoni della serie. Il loro contenuto intervallare è specificato tra parentesi quadre con gli inter-
valli espressi in semitoni: ad esempio [6,7] per un tritono e quinta giusta sovrapposti, e [13] per l’in-
tervallo di nona minore.
8 Negli schizzi J e K la serie nelle batt. 128-130 è erroneamente indicata come RO3c; la nume-
Es. mus. 2 – Riduzione delle batt. 125-132 con le indicazioni dodecafoniche (in questo esem-
pio, come nei successivi, le note sono reali, anche nel caso degli Ottavini; se non altrimenti in-
dicato, gli esempi sono stati realizzati a partire dall’edizione Ricordi, 2006).
Es. mus. 3 – L’invariante {1,2,12} nelle prime due sezioni della partitura.
220 EVELINE VERNOOIJ
La stessa figura tricordale dei timpani ritorna anche nelle batt. 216-238
della partitura. La cellula intervallare è accompagnata dalla nona minore
Re-Mi b nella parte dei Bassotuba e da una breve figura musicale nella parte
dei Tromboni che riprende il tritono della parte dei Timpani e lo accosta a
una terza nota. La massa sonora cosı̀ ottenuta ricorda la parte del clarinetto
in Si b nelle batt. 26-27 (cfr. gli Es. mus. 4 e 5, qui e a p. 221):
Es. mus. 4 – Le parti dei Timpani e dei Clarinetti nelle batt. 26-29, numerazione dodecafonica
secondo la serie OI8a (forma seriale indicata nello schizzo A).
La figura dei Timpani può essere ricondotta all’invariante {2,1,12} con la se-
rie O5. L’applicazione della serie O5 alle batt. 214-238 mostra come la correla-
zione tra le batt. 26-29 e 216-238 sia confermata dalla numerazione dodecafoni-
ca. Analogamente alle batt. 26-29, la figura dei Tromboni alla batt. 216 riprende
le note dei Timpani e forma un nuovo tritono mediante l’accostamento con la
quarta nota della serie (il Mi b della serie OI8a per le batt. 26-29, il Si b della serie
O5 per le batt. 216-238; cfr. gli Es. mus. 4 e 5). La nona minore nei Bassotuba,
altra figura ricorrente nella sezione, appartiene all’invariante globale {9,10}.
Alle parti dei Bassotuba e Timpani si sovrappone a batt. 217 un tetracor-
do cromatico interamente proveniente dal primo gruppo pentatonico croma-
tico della serie O5 (cfr. l’Es. mus. 6, qui a p. 222).
Soltanto in presenza di strutture rigidamente simmetriche, quale il canone
per moto contrario delle batt. 41-45, l’importanza degli invarianti seriali passa
in secondo piano. Le indicazioni seriali per queste battute possono essere tro-
vate negli schizzi A e B. In entrambi i testimoni la forma seriale indicata per le
batt. 41-45 è RI6b.
La progressione intervallare in questo frammento è rigidamente simmetri-
ca: due esacordi cromatici formano un canone per moto contrario che culmi-
na in una sovrapposizione regolare degli intervalli di tritono e quinta (cfr. l’Es.
mus. 7, qui alla p. 222).
In questo frammento della partitura gli invarianti seriali svolgono una fun-
zione secondaria rispetto alla strutturazione simmetrica delle due voci esacor-
dali. È infatti altamente significativo che la stabilità intervallare del binomio
Es. mus. 5 – Le parti per Timpani, Bassotuba e Trombone nelle batt. 216-238, numerazione dodecafonica secondo la serie O5.
222 EVELINE VERNOOIJ
Es. mus. 6 – Riduzione delle batt. 216-217, numerazione dodecafonica secondo la serie O5.
Es. mus. 7 – Il canone per moto contrario delle batt. 41-45 (gli intervalli sono computati per
semitoni).
Es. mus. 8 – Riduzione delle batt. 41-45 con la numerazione dodecafonica secondo la serie RI6.
TRASFORMAZIONI DODECAFONICHE ED ELABORAZIONI TIMBRICHE 223
{3,4} sia sacrificata per dar luogo alla sovrapposizione simmetrica degli inter-
valli alla fine di batt. 45. Inoltre l’invariante globale formato dal tritono di
chiusura della serie {11,12}, benché presente, non è timbricamente delineato.
Nella costruzione del timbro e del registro si riscontra soltanto la presenza
dell’invariante globale {9,10} nella parte dei Bassotuba nelle batt. 41-42. Agli
invarianti globali si aggiunge la presenza dell’invariante locale {5,7,8,}. Nelle
battute precedenti, il tricordo composto da tritono e quinta sovrapposti appa-
re nella parte dei legni alle batt. 31-35 (con la serie OI4c). L’invariante locale
è ripreso nella parte delle Trombe nelle batt. 44-45.
Sebbene le due voci del canone siano costituite da suoni non adiacenti
della serie, esse mantengono uno stretto legame con la struttura della sequen-
za dodecafonica. Qualora si considerino i due esacordi 1-6 e 7-12 della serie
originale come dei sottoinsiemi piuttosto che come due successioni ordinate
di note, essi si relazionano per inversione con t = 1 (Fa # vs Sol). Analogamen-
te, tra le due voci esacordali del canone, benché considerate insiemi non or-
dinati, sussiste una relazione di inversione per t = 1. Le due note iniziali di tali
insiemi, Do e Do # , occupano una posizione importante all’interno della sezio-
ne in quanto costituiscono le note iniziali delle due voci esacordali del canone
e delimitano l’estensione totale del primo agglomerato sonoro (batt. 41-42),
anch’essa un esacordo. La suddivisione della serie nei due esacordi, benché
non formati da note adiacenti della serie, rispecchia dunque proprietà strut-
turali della serie dodecafonica.
Le batt. 41-45 possono anche essere divise in due agglomerati sonori con-
secutivi: l’esacordo delle batt. 41-42 e i due tetracordi di quinte sovrapposte a
distanza di tritono delle batt. 43-45. Di questi, il primo è costituito di suoni
adiacenti della serie, ossia le note 9-10-11-12-1-2 (cfr. l’Es. mus. 8, qui a p.
222).9 La cesura tra gli agglomerati sonori coincide con un ingegnoso scambio
timbrico tra Ottavino e Clarinetto in Si b nell’ultimo quarto di batt. 42.10
In conclusione, vale la pena osservare le caratteristiche della tecnica dode-
cafonica di Varèse in un contesto più generale. La ricerca di coerenza median-
te costellazioni intervallari trova la sua radice nella musica post-tonale di We-
bern, Berg e Schönberg. La visione di Varèse e quella di Schönberg o Webern
divergono però sul grado di variazione ammessa nei confronti delle cellule in-
tervallari. Le costellazioni intervallari schönbergiane sono sottoposte a varia-
zioni ed elaborazioni diverse: 11 il complemento dell’ottava (ossia applicando
9 Il frequente utilizzo di segmenti seriali costituiti dalle note finali e iniziali della serie dimostra
che essa deve essere intesa come una sequenza circolare piuttosto che lineare.
10 Questo frammento sarà ulteriormente approfondito nella sezione seguente.
11 Cfr. J. BOSS , Schoenberg’s Op. 22 Radio Talk and Developing Variation in Atonal Music, «Mu-
sic Theory Spectrum», XIV, 1992, pp. 125-149, e M. LOCANTO, ‘‘Composing with Intervals’’: Inter-
vallic Syntax and Serial Technique in Late Stravinsky, «Music Analysis», XXVIII, 2009, pp. 221-266.
224 EVELINE VERNOOIJ
nesi per adottare un approccio compositivo per ‘‘blocchi sonori’’. Già nel
1936 il compositore parlava di una musica in cui le masse sonore prendono
il posto del contrappunto lineare.14 Una tale concezione compositiva richiama
il paesaggio estetico delineato qualche anno più tardi da Iannis Xenakis. Nel
suo saggio La crise de la musique sérielle, il compositore greco individuava la
necessità di un pensiero compositivo in grado di trascendere il sistema polifo-
nico lineare dei dodecafonisti viennesi. Sebbene i due compositori fossero
giunti a esiti compositivi diversi, Xenakis pose proprio Déserts (pur ignoran-
done la matrice dodecafonica) come esempio di un lavoro in grado di supe-
rare, mediante l’accumulazione di timbri e intensità diversi, la polifonia lineare
della musica seriale.15
L’approccio dodecafonico incentrato su determinati sottoinsiemi seriali ri-
chiama direttamente il concetto di ‘polarità’ sul quale Luigi Dallapiccola, ami-
co intimo di Varè se, si era più volte soffermato:
A me appariva evidente che, anche se tutti i dodici suoni si presentano ognuno un
numero uguale di volte, non si può assolutamente trascurare un fattore di capitale im-
portanza: il momento, cioè il punto della battuta, in cui il suono si fa udire ...
Cosı̀ arrivai alla conclusione che, se nel sistema dodecafonico la tonica non esiste-
va più, ... esisteva tuttavia una forza d’attrazione: spesso nascosta, è vero, ma pur sem-
pre esistente: la polarità ..., il che significa l’esistenza di rapporti raffinatissimi tra certi
suoni; rapporti non sempre facilmente individuabili oggi ..., ma tuttavia presenti.
E l’interesse di questa polarità sta principalmente nel fatto che essa cambia (o può
cambiare) da un’opera all’altra. Una serie potrà presentarci la polarità fra il primo e il
dodicesimo suono; un’altra fra il secondo e il nono... e cosı̀ via.16
14 Cfr. E. VARÈSE , Nuovi strumenti e nuova musica (1936), nel suo Suono organizzato. Scritti sul-
16 L. DALLAPICCOLA , Sulla strada della musica (1950), nelle sue Parole e musica, a cura di F. Ni-
Le elaborazioni timbriche
In uno dei rari luoghi in cui si espresse sulla sua tecnica compositiva, Va-
rèse rivelò un duplice approccio alla composizione di Déserts:
The work progresses in opposing planes and volumes. Movement is created by the
exactly calculated intensities and tensions which function in opposition to one an-
other; the term ‘intensity’ referring to the desired acoustical result, the word ‘tension’
to the size of the interval employed.20
19 Le lettere che Varèse inviò a Dallapiccola sono conservate nel fondo Luigi Dallapiccola del
tik, in Edgard Varèse: die Befreiung des Klangs, a cura di H. de La Motte-Haber, Holfheim, Wolke,
1992, pp. 17-27.
228 EVELINE VERNOOIJ
Es. mus. 9 – Le parti dei Tromboni e del Pianoforte nelle batt. 50-53.
ticolare tra i legni.23 Oltre al dialogo tra Ottavino e Flauto nelle batt. 110-112,
nel canone delle batt. 41-45 vi è uno scambio timbrico tra Ottavino e Clari-
netto in Si b (cfr. l’Es. mus. 11).24 È significativo che Varèse fondi il suono del-
l’Ottavino con il Clarinetto in Si b anziché in Mi b, pur previsto nell’organico.
Nel Clarinetto in Si b, il Si4 si trova infatti in un registro tale da risultare un
suono povero di armonici, che, nel pianissimo, può essere percettivamente
confuso con il suono dell’Ottavino; effetto che invece non può essere ottenuto
con il Clarinetto in Mi b, che suonerebbe nel suo registro naturale. Al posto di
Es. mus. 11 – Lo scambio timbrico tra l’Ottavino e il Clarinetto in Si b nelle batt. 41-42.
Ferruccio Busoni: nei suoi appunti sulla strumentazione, il compositore italiano dedicò una sezione
alla sovrapposizione dei registri nei legni, la «sala comune in cui gli abitanti dei diversi piani si incon-
trano» (F. BUSONI, Qualche appunto sulla strumentazione, nel suo Lo sguardo lieto. Tutti gli scritti
sulla musica e le arti, a cura di F. d’Amico, Milano, Il Saggiatore, 1977, pp. 34-37). Un esempio elo-
quente del modo in cui Busoni esplorava le possibilità strumentali di queste sovrapposizioni è l’as-
sociazione tra Oboe e Flauto nella Berceuse élégiaque, batt. 24-26.
24 L’associazione tra questi due strumenti sembra essere una costante nello stile compositivo di
Varèse, e compare già in diverse sue opere precedenti: cfr. ERICKSON, Sound Structure in Music cit.,
p. 52.
230 EVELINE VERNOOIJ
25 L’effetto di mascheramento degli strumenti a fiato nel registro basso era noto già alla fine del
secolo XIX. Nel 1894 il fisico statunitense Alfred Mayer criticò i direttori d’orchestra che offusca-
vano il suono del violino col suono intenso degli ottoni nel registro basso. Il fisico osservò che un
suono forte di bassa frequenza può mascherare un suono più leggero di frequenza più alta, ma
non viceversa: cfr. J. R. PIERCE, La scienza del suono, Bologna, Zanichelli, 1988, p. 132.
TRASFORMAZIONI DODECAFONICHE ED ELABORAZIONI TIMBRICHE 231
Es. mus. 12 – Le prime sei battute della composizione nella stampa IMP4.
tosto, i nuovi mezzi hanno accentuato un processo già in corso fin dalla fine dell’Ottocento. Al ri-
guardo, si rimanda a M. SOLOMOS, Timbre et son, in Théories de la composition musicale au XXe siè-
cle, II, a cura di N. Donin e L. Feneyrou, Lyon, Symétrie, 2013, pp. 1427-1478: 1427 sg.
232 EVELINE VERNOOIJ
Conclusioni
A 32-40 Paul Sacher Stiftung, fondo Edgard Varèse < IMP3, ulteriore da-
(da qui, PSS), 1 f. (manifesti Greater New tazione incerta
York Chorus incollati), 13,9683 cm
B 41-45 PSS, 1 f. (manifesti Greater New York Cho- < Ms
rus incollati), 24626 cm
C 47-53 PSS, 1 f. (manifesti Greater New York Cho- < Ms
rus incollati), 13,9684 cm
D 54-62 PSS, 1 f. (collage di fogli bianchi incollati), < IMP3, ulteriore da-
21658,2 cm tazione incerta
E 70-109 PSS, 1 f. (manifesti Greater New York Cho- < Ms (primo stadio di
rus incollati), 13,96183 cm elaborazione), IMP3
F 77-85 PSS, 1 f. (manifesti Greater New York Cho- > Ms (primo stadio di
rus incollati), 13,9684 cm elaborazione), IMP3
G 85-95 PSS, 1 f. (fogli pentagrammati incollati), = Ms
23674,5 cm
H 93-114 PSS, 1 f. (collage di fogli e buste postali), IMP3
32,56156 cm
I 110-112 PSS, 1 f. (frammento di carta bianca) < Ms
J 118-134 PSS, 2 ff. pentagrammati Biella NR350/2, < Ms
25,5634 cm
K 130-154 PSS, 1 f. (collage di fogli e buste postali), < Ms
32,5682 cm
L 155-164 PSS, 1 f. (collage di fogli e buste postali), < Ms e = IMP3 (nello
33687 cm schizzo si possono ri-
conoscere due stadi
di elaborazione)
M 194-213 PSS, 1 f. (collage di fogli e buste postali), IMP2b-IMP4
46648,5 cm
N 218-237 PSS, 1 f. (carta intestata di Varèse), 14684 indeterminabile
cm
234 EVELINE VERNOOIJ
ABSTRACT – The article proposes a new analytical model for the technical-aesthetic
interpretation of Varèse’s Déserts (1954), based on a diachronic approach to the text
using the methods of authorial philology. The autograph and ideographic sources of Dé-
serts provide vital information both about the genesis of the work and the structural lo-
gic that guided its composition.
A study of these sources shows that the compositional process of Déserts took place
on two levels: in the early sketches of the work Varèse focused his attention on the or-
ganization of pitch structure, using twelve-tone principles; subsequently, as several
drafts of the score reveal, the composer worked tirelessly on refining the timbral solu-
tions.
The presence of twelve-tone operations in the score of Déserts sheds new light on
Varèse’s late compositional technique. The twelve-tone row in Déserts is used first
and foremost to confer coherence to the interval structure of the instrumental parts,
through the principle of invariance. The juxtaposition of different set forms, character-
ized by the same segmentation in dyadic and trichordal subsets, creates invariant inter-
val cells with a strong timbral profile.
In order to become true ‘‘sound masses’’, the structures that underpin the work
must be inserted into the instrumental medium that determines their effective timbre.
The refining of timbre and dynamics in the various drafts of the work shows the com-
poser’s attention to the organization of sound well beyond the compositional represen-
tation of twelve-tone invariants. Timbre in Déserts is not a static entity; but possesses
236 EVELINE VERNOOIJ
Al lettore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
Articoli
GREGORIO BEVILACQUA, «Materia huius artis est aer et aqua»: The ‘Musical
Rock’ in Roger Caperon’s ‘‘Comentum super cantum’’ . . . . . . . . . . . » 9
FRANCESCO BLANCHETTI , ‘‘Le major Palmer’’ di Antonio Bartolomeo Bruni,
ossia La folle per amore e il disertore perdonato . . . . . . . . . . . . . . . » 79
ELISABETTA FAVA, Edipo in Berlino: Mendelssohn e la riscoperta della trage-
dia greca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 185
ALBERT GIER, Gegenwelten, Sehnsuchtsorte. Zur Geschichte der Utopie in
der Oper . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 155
WILHELM SEIDEL, Händels ‘‘Giulio Cesare’’: der Stoff, das Drama und die
Arien . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 25
EVELINE VERNOOIJ, Trasformazioni dodecafoniche ed elaborazioni timbriche
nel processo compositivo di ‘‘Déserts’’ di Edgard Varèse . . . . . . . . . . » 213
Interventi
ÉTIENNE DARBELLAY, Réponse aux ‘‘considérations préventives’’ de Claudio
Annibali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 125
ANSELM GERHARD, Il mito del secolo borghese: problemi di storiografia del-
l’Ottocento musicale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 237
ERNESTO NAPOLITANO - MARCO TARGA, Sonata e concerto a confronto. Hepo-
koski-Darcy e la teoria delle forme strumentali nella Wiener Klassik . . » 103
Recensioni
D. CHARLTON, Opera in the Age of Rousseau (H. Schneider) . . . . . . . . . » 259
CHR. FLAMM, Ottorino Respighi und die italienische Instrumentalmusik
(M. De Santis) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 129
Mozart und die europäische Spätaufklärung, a cura di L. Kreimendahl (E. J.
Goehring) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 265
G. SOLIS, Monk’s Music (L. Izzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 133
Schede critiche
The Ashgate Research Companion to Japanese Music, a cura di A. McQueen
Tokita e D. W. Hughes (D. Sestili) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 147
S. BOURION, Le style de Claude Debussy (F. Lazzaro) . . . . . . . . . . . . . . » 276
A.-E. CEULEMANS, De la vièle médiévale au violon du XVIIe siècle (G. Oli-
vieri) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 271
H. DANUSER, Weltanschauungsmusik (A. Ficarella) . . . . . . . . . . . . . . . . » 279
C. FREI, «L’arco sonoro». Articulation et ornementation (G. Olivieri) . . . . » 271
A. GARBUGLIA, La comunicazione multimediale e la musica (J. Wijnants) . . » 141
Lettres de Franz Liszt (G. de Van) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 144
M. LONG, Beautiful Monsters (S. Facci) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 139
G. W. MARTIN, Verdi in America (E. Senici) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 273
P. POLZONETTI, Italian Opera in the Age of the American Revolution (E. Se-
nici) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 273
R. RUSSI, Le voci di Dioniso (G. Ferrari) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 146
FINITONEL
FINITO DI STAMPARE DI STAMPARE
MESE DI NOVEMBRE 2014
PER CONTO DI LEO S. OLSCHKI EDITORE
PRESSO ABC TIPOGRAFIA • SESTO FIORENTINO (FI)
NEL MESE DI NOVEMBRE 2014
EdizionE nazionalE
dEllE
opErE di Giacomo puccini
EPISTOLARIO
comitato EditorialE
GabriElla biaGi ravEnni (coordinatorE)
Giulio battElli, michElE Girardi, arthur Groos, JürGEn maEhdEr,
pEtEr ross, diEtEr schicklinG
Piano dell’opera
Volume I: Lettere 1877-1896
Volume II: Lettere 1897-1901
Volume III: Lettere 1902-1904
Volume IV: Lettere 1905-1907
Volume V: Lettere 1908-1911
Volume VI: Lettere 1912-1916
Volume VII: Lettere 1917-1920
Volume VIII: Lettere 1921-1923
Volume IX: Lettere 1924
Epistolario I
1877-1896
a cura di
Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling
COMITATO DIRETTIVO
DIREZIONE
Giuseppina La Face Bianconi (Bologna; direttore)
Andrea Chegai (Roma; vicedirettore), Alessandro Roccatagliati (Ferrara; vicedirettore)
CONSULENTI
Levon Akopjan (Mosca), Loris Azzaroni (Bologna), Andrew Barker (Birmingham),
Margaret Bent (Oxford), Lorenzo Bianconi (Bologna),
Giorgio Biancorosso (Hong Kong), Bonnie J. Blackburn (Oxford),
Gianmario Borio (Cremona), Juan José Carreras (Saragozza), Giulio Cattin (Vicenza),
Fabrizio Della Seta (Cremona), Paolo Fabbri (Ferrara), Paolo Gallarati (Torino),
F. Alberto Gallo (Bologna), Giovanni Giuriati (Roma), Paolo Gozza (Bologna),
Adriana Guarnieri Corazzol (Venezia), Joseph Kerman ({),
Lewis Lockwood (Cambridge, Ma.), Miguel Ángel Marı́n (Logroño),
Kate van Orden (Berkeley), Giorgio Pestelli (Torino), Wilhelm Seidel (Lipsia),
Emanuele Senici (Roma), Richard Taruskin (Berkeley)
SEGRETERIA DI REDAZIONE
Gli articoli inviati al «Saggiatore musicale», o da esso richiesti, vengono sottoposti al-
l’esame di almeno due studiosi, membri del comitato direttivo o consulenti esterni: i
pareri vengono integralmente comunicati per iscritto agli autori. I contributi, in lingua
francese, inglese, italiana, spagnola o tedesca, accompagnati da un abstract (25-35 ri-
ghe), vanno inviati in due formati elettronici sia come file di testo (.doc o simili) sia co-
me file .pdf all’indirizzo segreteria@saggiatoremusicale.it. Sarà data la preferenza agli ar-
ticoli che non eccedono le 25 pagine a stampa (circa 70 000 battute, circa 15 000 parole
in inglese).
ISSN 1123-8615