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L'entrata in guerra dell'Italia portò all'apertura di diversi teatri bellici in Africa e nell'area del mar

Mediterraneo. La Regia Marina italiana ebbe come compito principale quello di contrastare la presenza
navale britannica nel Mediterraneo, rappresentata dalla Force H di base a Gibilterra e dalla Mediterranean
Fleet dislocata ad Alessandria d'Egitto; tanto i britannici che gli italiani concepivano il conflitto navale come
ricerca e conduzione di una battaglia decisiva tra i nuclei centrali delle due flotte, ma rimasero ben presto
delusi: il primo di questi scontri, la battaglia di Punta Stilo il 9 luglio 1940, fu un'azione fugace e
assolutamente non risolutiva anche per la prudenza dei rispettivi comandanti, che non volevano rischiare
perdite catastrofiche.

La guerra navale del Mediterraneo si strutturò ben presto come una gigantesca battaglia di convogli: da un
lato, la Regia Marina doveva garantire il flusso dei rifornimenti verso la Libia italiana, dall'altro i britannici
dovevano sostenere la difesa della strategica isola di Malta, importante base aeronavale posta proprio al
centro del Mediterraneo e posta sotto assedio dalle forze dell'Asse. La maggior parte delle azioni belliche in
Mediterraneo risultarono quindi il frutto del tentativo di uno dei contendenti di insidiare i convogli di
rifornimento dell'altro e di proteggere i propri; non mancarono comunque azioni più audaci: i sabotatori
subacquei della Xª Flottiglia MAS italiana tentarono varie infruttuose incursioni contro gli ancoraggi di
Gibilterra e Alessandria, mentre nella notte tra l'11 e il 12 novembre aerei britannici decollati dalla
portaerei HMS Illustrious andarono a colpire la grande base di Taranto mettendo fuori uso tre corazzate
italiane[20].

Un carro britannico Mk II Matilda in movimento nel deserto libico-egiziano

Le colonie italiane in Africa furono ben presto teatro di ampi scontri. Desideroso di ottenere risultati da
contrapporre ai successi tedeschi, Mussolini ordinò alle forze schierate in Libia di invadere l'Egitto nel
settembre 1940, paese neutrale ma occupato da ampie forze britanniche che difendevano lo strategico
canale di Suez. L'avanzata delle truppe del maresciallo Rodolfo Graziani, ostacolate dalla mancanza di mezzi
motorizzati, si arrestò a Sidi Barrani ad appena 90 km oltre il confine, esponendosi però al contrattacco
delle forze britanniche del generale Archibald Wavell, meccanizzate e ben addestrate alla guerra nel
deserto. L'offensiva britannica (operazione Compass), lanciata a partire dall'8 dicembre, fu un successo ben
oltre ogni aspettativa: le forze di Graziani furono accerchiate e distrutte e l'avanzata proseguì oltre il
confine fino in Cirenaica, portando alla caduta delle piazzeforti di Tobruch e Bengasi e alla cattura di 130
000 prigionieri italiani al prezzo di soli 2 000 morti e feriti tra i reparti britannici[21].

La vasta colonia dell'Africa Orientale Italiana aveva un destino segnato: praticamente isolata dalla
madrepatria fin dal giorno dell'entrata in guerra e circondata da territori in mano ai britannici, il massimo
che poteva ottenere era di prolungare il più possibile la resistenza. Dopo limitate operazioni offensive, che
portarono all'occupazione della piccola colonia della Somalia britannica, gli italiani dovettero subire gli
attacchi concentrici delle forze alleate (britannici, indiani, sudafricani e guerriglieri etiopi): sconfitti nella
battaglia di Cheren tra febbraio e marzo 1941, gli italiani dovettero abbandonare in mano al nemico Addis
Abeba il 6 aprile. L'ultima piazzaforte italiana a cadere fu Gondar, dopo una strenua difesa, il 27 novembre
1941[22].
Altre zone dell'Africa videro operazioni su più piccola scala. De Gaulle era desideroso di portare le vaste
colonie africane del suo paese sotto le bandiere della Francia Libera, ma un tentativo di sbarcare reparti
"gollisti" a Dakar il 23-25 settembre 1940 con l'appoggio della flotta britannica fu respinto con la forza dalle
truppe fedeli al governo di Vichy in una serie di scontri fratricidi tra francesi. I francesi liberi ebbero più
fortuna in novembre, quando con una breve campagna si assicurarono il controllo delle colonie dell'Africa
Equatoriale Francese.

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