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AGENDA 2030

RIDURRE LE DI DISUGUAGLIANZE ALL’INTERNO DEI E FRA I PAESI

Il 14 dicembre 2017 è stato pubblicato il Primo rapporto sulle disuguaglianze mondiali, frutto
del lavoro ci circa 100 economisti, raggruppati nel progetto World wealth and income
database. Lo studio, è grandioso dal punto di vista dell’ampiezza sul tema, infatti, ha preso in
considerazione, per ben 70 paesi del mondo, le inchieste sui redditi e sui consumi dell’Onu e
della Banca Mondiale, i dati del fisco e della contabilità ufficiale degli Stati, dal 1980 al 2016.
“La curva dell’elefante”, proposto nel 2013 da Lakner e Milanovic in un lavoro per la World
Bank, è diventato uno dei grafici più citati quando si parla degli effetti della globalizzazione
sulla disuguaglianza mondiale. Il Rapporto registra un aumento delle disuguaglianze di
reddito in tutti i paesi del mondo: dagli anni ottanta ad oggi, il 27% della crescita è andato
all’1% degli individui più ricchi, mentre solo il 12% al 50% dei più poveri. I poveri hanno
visto aumentare i loro redditi per effetto della crescita nei paesi emergenti, in particolare in
Cina. L’aumento delle disuguaglianze però, non è stato uniforme ed ha seguito ritmi diversi
nei vari Paesi. La crescita è stata più evidente negli Usa, meno in Europa Occidentale e nei
paesi nordici. All’aumentare del tenore liberista dei vari governi è aumentato anche il tasso
di disparità, mentre i paesi sono diventati più ricchi, gli Stati si sono impoveriti questo è
accaduto, poiché ci sono stati importanti passaggi dal patrimonio pubblico a quello privato,
ciò ha causato una diminuzione della ricchezza pubblica. Sono aumentate le disparità in
termini di stile di vita e di considerazione sociale. Oggi una grande pop star, un calciatore, un
divo della televisione o del cinema è più lontano dall’uomo comune, di quanto lo fosse il
feudatario rispetto al suo servo. Un tempo infatti, la società era divisa in ordine e caste quindi
la disuguaglianza era legittimata e codificata, questo poneva gli individui al riparo dalla
frustrazione, dall’invidia e dall’odio Quello che viene suggerito dagli autori di questo rapporto
è di considerare: la distribuzione dei redditi, scoraggiare l’accumulazione dei patrimoni,
garantire l’accesso all’istruzione e aumentare gli investimenti nella sanità pubblica.
L'eliminazione delle disuguaglianze è da sempre al centro del dibattito politico-economico
nei Paesi ad economia di mercato. La disuguaglianza sociale è sempre stata, nel corso dei
secoli, un argomento molto discusso dai filosofi, dagli storici e dai critici. Le disuguaglianze
sociali consistono in disparità sistematiche riguardanti il possesso di risorse che danno luogo
ad opportunità di vita diverse. Queste compromettono il progresso economico che a sua volta
acuisce le disparità sociali create dalle ineguaglianze, le disuguaglianze derivanti da reddito,
posizione geografica, genere, età, etnia, disabilità, orientamento sessuale, classe sociale e
religione, continuano a esistere all’interno e fra i diversi Paesi. In alcune parti, queste disparità
stanno diventando più evidenti.
Libertà, eguaglianza e fratellanza sono i tre principi che la cultura illuminista ha individuato
per costruire una società il più possibile orientata verso la giustizia sociale. Sono però ideali
realizzati storicamente solo in minima parte e in maniera irregolare a livello nazionale. Le
disuguaglianze esprimono la disparità tra le persone nelle condizioni di vita, ad eccezione di
rare forme di convivenza egalitaria tra i soggetti di alcune comunità. Nasciamo uguali, ma
l’uguaglianza cessa dopo 5 minuti, dipende dalla ruvidezza del panno in cui siamo
avvolti, dal colore della stanza in cui ci mettono, dalla qualità del latte che beviamo e
dalla gentilezza della donna che ci prende in braccio (Joseph Mankiewicz)
Riferimento irrinunciabile per la promozione dell’uguaglianza in Italia è la Costituzione
proclamata da Enrico De Nicola il 27 Dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
La Costituzione Italiana è composta da 139 articoli ed è divisa in 4 parti; rappresenta la legge
fondamentale che fissa l’organizzazione dello Stato le regole ed i principi posti a fondamento
dell’intero ordinamento giuridico, che nessuno può violare.
Articolo 3: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali
Articolo 36 della Costituzione: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla
quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia
un'esistenza libera e dignitosa
Articolo 37: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni
che spettano al lavoratore.

La riduzione delle disuguaglianze all’interno e fra i Paesi è stata riconosciuta come requisito
essenziale dello sviluppo con l’adozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Le
disuguaglianze globali sono molto ampie e rappresentano uno dei maggiori ostacoli allo
sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. Negli ultimi anni in molti Paesi le
disuguaglianze sono aumentate. Esse limitano le possibilità di alcuni settori della società di
partecipare alla vita sociale, culturale, politica ed economica e di apportare un contributo utile.
La situazione più grave si registra nei Paesi in via di sviluppo dove la fascia più povera è priva
di mezzi di sussistenza e patisce la fame. L’ONU, riguardo a questo obiettivo dell’Agenda
2030, propone una serie di iniziative, come per esempio la Coalizione Internazionale di Equal
Pay (EPIC) per raggiungere la parità di retribuzione tra uomo e donna, o l’invito ai padri a
svolgere con i figli piccoli attività di gioco e insegnamento precoce per ridurre le disparità già
dalla prima infanzia. Inoltre il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) ha
avviato alcuni progetti nei Paesi in via di sviluppo per ridurre le disuguaglianze nei Paesi dove
i diritti umani sono più a rischio. In Messico, per esempio, in collaborazione con l’OMS e
l’UNICEF, l’UNDP sostiene gli sforzi per garantire la piena inclusione dei bambini con
disabilità. In Messico, 144.000 ragazze e ragazzi di età inferiore ai 6 anni hanno una disabilità.
Questo progetto intende rafforzare le politiche pubbliche sulla prima infanzia per consentire
ai bambini con disabilità di raggiungere il loro pieno potenziale ed esercitare pienamente i
loro diritti.
Un numero considerevole di persone si trova in condizione di emarginazione, di inferiorità,
escluse da una vita dignitosa. Purtroppo la ricchezza e la povertà sono i due volti della nostra
realtà, anche perché la povertà è un gravissimo problema che da secoli affligge il nostro
pianeta: mentre da un lato ci sono persone che investono e si arricchiscono, dall’altro ci sono
persone che soffrono la povertà e devono affrontare ogni giorno una realtà distruttiva. Molte
sono le cause di queste disuguaglianze come la posizione geografica e le condizioni
climatiche, poi si aggiungono anche i problemi legati alla politica alla storia e all’istruzione
di un paese.
Andrebbe assicurato il sostegno alle famiglie mediante, da un lato, un sistema di assegni
familiari tassabili e dall’altro lato, un serio investimento negli asili nido, strumento
irrinunciabile ai fini delle pari opportunità oltre che della conciliazione fra cura e lavoro.
Va assicurato un facile accesso a cure sanitarie di qualità per tutti i cittadini, evitando di
trasferire sui più deboli il costo degli aggiustamenti di bilancio, sia esso di un incremento dei
tempi di attesa e di un più complessivo peggioramento dell’assistenza. La salute, però,
dipende anche dalle disuguaglianze di reddito, di istruzione e dalla precarietà del lavoro.
Va assicurato un reddito minimo dignitoso a tutti. Troppo spesso, in molti paesi la tendenza
è quello di richiedere comunque qualcosa in cambio, quasi come se le condizioni di povertà
fossero sempre e comunque frutto di un’irresponsabilità individuale, da punire. È necessario
elevare e uniformare la qualità della scuola e dell’Università, dei docenti e il servizio reso
dovrebbe risultare uniforme su tutto il territorio nazionale. L’educazione permanente lungo
l’intero arco della vita dovrebbe diventare un obiettivo fondamentale dei Governi.
La natura produce differenze non disuguaglianze è l’uomo che con i suoi pregiudizi, i
suoi comportamenti le sue politiche tende a trasformare le differenze in disuguaglianze
e, una volta trasformate, a farle diventare motivo di tensioni, guerre lutti (Giuseppe
Alvaro, Dizionarietto 2017)

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