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Vie metaboliche

Le fonti principali del metabolismo energetico sono glicogeno e lipidi, nonostante anche le proteine
forniscano un apporto per quanto riguarda il metabolismo energetico. Per tutte le biomolecole,
possiamo osservare una prima parte di ossidazione specifica per ciascuna categoria di biomolecole e
una seconda parte comune che va a terminare nel ciclo di Krebs, via comune all’ossidazione di tutte
le macromolecole e i substrati energetici parzialmente ossidati, che completeranno l’ossidazione con
il ciclo di Krebs.

Metabolismo
Il metabolismo è l’insieme di tutte le trasformazioni chimiche che avvengono in una cellula o in un
organismo, comprendendo sia la parte di demolizione (catabolismo) delle macromolecole in
molecole semplici tramite la loro ossidazione, producendo ATP e coenzimi ridotti, quindi energia e
utilizzata per tutte quelle vie che portano alla costruzione (anabolismo) partendo da precursori
semplici portano alla costruzione di macromolecole e attività biologiche che richiedono energia
come i trasportatori attivi di membrana. Per cui tanto più attive saranno le vie anaboliche che
portano al consumo di energia, tanto più attivo sarà il catabolismo che dovrà produrre energia da
utilizzare. Per quanto riguarda l’attività fisica, viene incrementato il catabolismo per incrementare la
produzione di energia per rispondere alle esigenze energetiche durante l’attività. L’ATP viene
utilizzato per tutte le attività metaboliche all’interno dell’organismo, per cui tanto più saranno alte
queste richieste, tanto più veloci dovranno essere i processi che vanno a produrre tali molecole. La
produzione di ATP non è continua e l’organismo ogni volta non dispone di grandi riserve , esiste
infatti solamente una capacità migliore o peggiore di mantenere costante la piccola riserva di ATP di
ogni cellula, producendo tanto ATP quante sono le necessità energetiche dell’organismo in un dato
momento, senza far scendere troppo quella minima riserva. L’ATP è una molecola antica e
universale, sintetizzata da tutti gli organismi viventi e utilizzata come fonte energetica per compiere
il lavoro cellulare. È formata da 3 gruppi fosfato legati tra di loro da un legame ad alto contenuto
energetico, ci quali sono i responsabili dell’importanza energetica di tale molecole.

Catabolismo del glucosio


L’ossidazione completa del glucosio si può schematizzare come una reazione redox che richiede
ossigeno producendo di risposta energia. Da una molecola con 6 atomi di carbonio, in presenza di
ossigeno, otteniamo anidride carbonica, acqua e una certa quantità di energia. Ossidando una
molecola di glucosio, non si va ad eliminare la molecola, ma si rompono i legami tra il carbonio,
andandoli a trasformare in diossido di carbonio, utilizzando poi l’energia derivante dalla demolizione
di questi legami covalenti tra i 6 atomi di carbonio. Questo per quanto riguarda l’ossidazione
completa della molecola di glucosio. Tuttavia non esistono reazioni ossidative senza una
corrispondente riduzione. Per cui dal glucosio si crea per ossidazione anidride carbonica, mentre
viene ridotto ossigeno. Ossidazione e riduzione sono processi corrispettivi e inscindibili, ossidazione
vuol dire perdita di elettroni e chi li perde viene chiamato riducente, riduzione vuol dire invece
acquisto di elettroni e chi li acquista viene chiamato ossidante. Gli enzimi coinvolti nelle reazioni di
ossidoriduzioni sono detti ossidoreduttasi.

Deidrogenasi
È una categoria di enzimi facenti parte a loro volta nelle ossidoreduttasi.
Hanno due funzioni:
1. Trasportano una molecola di idrogeno da un substrato (ossidandolo) ad un altro substrato
(riducendolo)
2. Trasportano elettroni
Sono di fatto dei trasportatori.
Tutte le deidrogenasi utilizzano dei coenzimi, una parte di enzima che ne completa la struttura, non
di natura proteica, senza il quale l’enzima non funziona. Nelle deidrogenasi, i coenzimi sono NAD + o
FAD.

NAD +
Deriva dalla vitamina NIACINA (complesso B), per cui in carenza di tale micronutriente, non può
essere costituito e tutte le reazioni attivate da questo coenzima non possono essere completate, a
maggior ragione perché la vitamina è la parte che effettivamente innesca reazioni e ne costituisce la
delocalizzazione di carica positiva. Le deidrogenasi ossidano 2 protoni e 2 elettroni da una substrato,
di questi, 1 protone si va a legare alla niacina, i 2 elettroni si vanno a localizzare nell’anello della
niacina, perdendo di fatto la carica positiva, mentre l’ultimo portone viene rilasciato in soluzione.
Una volta completati questi passaggi il NAD si trasforma in NADH, una forma puramente di
transizione, fino a che non verranno trasportati ad una altro substrato ossidandosi tornando quindi
ad operare come NAD+ e ripetere questi passaggi. Il trasferimento dei protoni e degli elettroni sugli
enzimi è solamente temporaneo che dovrà esser completato della riossidazione degli enzimi per
permettergli di continuare a catalizzare le reazioni.

FAD
Deriva dalla vitamina RIBOFLAVINA (complesso B). Come nel NAD, anche qui il sito attivo del
coenzima è la vitamina di cui è composto, quindi in assenza, non possono avvenire le reazioni di
ossidoriduzione. Nell’ossidoriduzione anche il FAD prende 2 protoni e 2 elettroni, diventando FADH 2,
senza rilasciare molecole in soluzione.

È presente anche un altro coenzima, meno comune che viene utilizzato solo in particolari passaggi.

La demolizione del glucosio


L’ossidazione del glucosio libera energia, sino alla sua completa demolizione che porterà ad ottenere
anidride carbonica, infatti gli atomi di idrogeno vengono rimossi poco alla volta dal glucosio tramite i
coenzimi di ossidoriduzione NAD+ e FAD, l’energia rilasciata, viene immagazzinata e usata nella
fosforilazione ossidativa per produrre ATP, in cui NADH e FADH 2 vengono ossidati nuovamente. Per
ogni NADH ossidato si producono 3 ATP, mentre per ogni FADH 2 molecole di ATP. La produzione di
energia, derivante dalla demolizione del glucosio, deriva in realtà dalla riossidazione dei coenzimi
ridotti.

La glicolisi (COSE IMPORTANTI PER ESAME: dove avviene la glicolisi, localizzazione del
processo metabolico, che ti po di via metabolica è)
La glicolisi è una via metabolica in più tappe, e non può avvenire in una sola volta perché
dall’ossidazione diretta del glucosio ad esempio con il calore, non avviene produzione di energia, che
viene dispersa sotto forma di calore e non viene impacchettata sotto forma di ATP. L’ossidazione in
più tappe invece permette di portare alla produzione di ATP senza una grande dispersione di calore,
nonostante una piccola parte dell’energia durante la glicolisi viene dispersa sotto forma di calore. Il
vantaggio di queste vie metaboliche che avvengono per tappe è quello di imprigionare l’energia
liberata dalla rottura dei legami e imprigionarla sotto forma di molecole come NADH e FADH che
andranno poi a produrre ATP. La glicolisi è quindi costituita da una serie di reazioni ognuna
catalizzata da un enzima specifico. È una via metabolica lineare composta da 10 tappe, un composto
viene lavorato linearmente per 10 tappe che portano ad un composto finale, avviene nel citoplasma
e ogni tappa viene catalizzata da un enzima specifico. L’unica cellula che ha perso tutti gli organelli e
ha solamente citoplasma sono gli eritrociti, avvenendo quindi nel citoplasma la glicolisi, il glucosio è
quindi l’unico nutriente che i globuli rossi sono in grado di assumere, per cui la glicolisi è
importantissima per questo tipo di cellule.
Come tutte le vie metaboliche, anche la glicolisi è regolata, tramite regolatori ormonali (esterno) ed
enzimi (regolazione interna), la prima influisce sulla seconda.
Gli ormoni che agiscono sulla glicolisi sono:
 Insulina: stimola la glicolisi e viene secreto in casi di iperglicemia, es. dopo un pasto,
andando a stimolare l’ingresso del glucosio all’interno della cellula per abbassare la glicemia.
Una volta entrato nella cellula il glucosio stimola la glicolisi e tutte le cellule hanno maggiore
disponibilità di energia, in carenza di glucosio, le cellule utilizzano altri substrati energetici
così da mantenere stabili le riserve di glucosio per quelle cellule per cui è indispensabile
come eritrociti e neuroni, ad esempio il sarcomero utilizza acidi grassi per la produzione di
energia
 Glucagone: inibisce la glicolisi, la risposta al suo stimolo è il rilascio di glucosio da parte di
alcuni tessuti che ne hanno delle riserve come il fegato e inibisce la glicolisi negli altri tessuti,
così da impedire il consumo eccessivo di glucosio.
L’effetto generale di questi ormoni è legato ad un cambiamento fisiologico dei livelli di glicemia e un
effetto metabolico che permette o meno il consumo del glucosio all’interno delle cellule.
Le vie metaboliche possono essere stimolate o inibite, ma mai disattivate, sono infatti sempre attive
e può essere solamente regolato il loro consumo, ma mai spento.
La glicolisi è composta da una serie di reazioni da glucosio ad acido piruvico ed è comune al
metabolismo dei carboidrati sia in condizioni aerobiche che anerobiche. Fino all’acido piruvico si
parla sempre di glicolisi, da quel punto in poi si parlerà di altre vie metaboliche come il ciclo di Krebs
o di fermentazione. Dall’acido piruvico, possono essere intraprese due vie, se il glucosio verrà
ossidato ancora, trasformando l’acido piruvico in acetil-coenzima-a finendo nel ciclo di Krebs, in
questo caso si parla di glicolisi aerobica, l’altro caso invece porta alla formazione di acido lattico in
situazione di anaerobiosi.
Per essere metabolizzato il glucosio deve prima essere trasportato per mezzo di specifici
trasportatori, i GLUT (proteine di membrana specifici che si aprono sotto stimolo ormonale), una
volta entrato nella cellula il primo processo è la fosforilazione, venendo fosforilato a GLUCOSIO 6-
FOSFATO, trasferendo un gruppo fosfato dall’ATP al glucosio, che si lega al carbonio 6. Questo
passaggio è particolarmente importante perché una volta entrato nella cellula viene sicuramente
fosforilato e rimane intrappolato in esse visto che i GLUT ad esclusione del 2 funziona ad una sola
via, non può essere nemmeno espulso dal GLUT2 perché fa passare solo glucosio semplice e non può
passare la membrana in quanto carico positivamente. Nel caso in cui il glucosio6 fosfato proceda per
la via glicolotica, essendo una via metabolica lineare e non ossida completamente il glucosio ma
ottiene piruvato, una molecola a 3 atomi di carbonio, per cui se ne ottengono 2; la glicolisi si divide in
2 parti principali: la fase preparatoria in cui si ha un investimento energetico in cui si spendono 2
molecole di ATP, mentre nelle fasi di recupero energetico vengono recuperate altre 4 ATP, con un
guadagno effettivo di 2 ATP durante la glicolisi. Altre sostanze prodotte con il processo della glicolisi
oltre a 2ATP e ai 2 piruvati sono 2 NADH (coenzimi ridotti), perché affinché la glicolisi possa
procedere con la velocità della richiesta è necessari che i NADH prodotti vengano rapidamente
riossidati e se ciò non avviene questa via metabolica si arresta, dal momento che per ottenere un
NADH ha bisogno di un NAD. Nella fase preparatoria abbiamo utilizzato quindi 1 ATP per produrre
G6P con l’esochinasi, poi un’ulteriore ATP da un’azione catalizzata da una chinasi in cui si ha
l’aggiunta di un secondo gruppo fosfato al fruttosio, l’ATP si consuma quindi nella prima e nella terza
reazione, producendo 2 prodotti fosforilati, mentre la seconda reazione è una isomerizzazione
trasformando il G6P in F6P (fruttosio 6 fosfato), essendo si glucosio che fruttosio 2 isomeri. La
differenza sostanziale tra le reazioni di questa prima fase è che la 1° e la 3° sono azioni irreversibili e
procedono in un solo senso, come tutte le reazioni a consumo di ATP, a meno che non avvenga una
reazione opposta catalizzata da un enzima consumando ATP. 2, 4 e 5 sono tutte azioni reversibili,
quindi la glicolisi può subire una modulazione legata agli enzimi che catalizzano le reazioni
irreversibili, mentre saranno libere le reazioni reversibili. Dopo il FRUTTOSIO bi-fosfato, si avrà una
scissione a metà che andrà a creare 2 composti a 3 atomi di carbonio, ognuno con un gruppo fosfato:
la gliceraldeide fosfato e il deidrosi aceton-fosfato, due isomeri tra di loro. Durante questa fase si
passa dal glucosio, per il fruttosio per terminare questa fase con due molecole da 3 atomi di
carbonio.

Fosforilazione
La fosforilazione è una reazione chimica che consiste nell’addizione di un gruppo fosfato (PO 43_) ad
una proteina o ad un’altra molecola, gli enzimi che catalizzano questa reazione sono le CHINASI.
Tutte quelle molecole che terminano quindi con -chinasi, sono state fosforilate, generalmente
questo gruppo fosfato viene trasferito da un ATP alla molecola. Le chinasi fanno parte degli enzimi
TRASFERASI, enzimi che catalizzano trasferimenti di elementi chimici da una molecola all’altra, più
nello specifico traferiscono gruppi fosfati. Gli enzimi che catalizzano la fosforilazione sono
ESOCHINASI o GLUCOCHINASI, entrambe trasferiscono un gruppo fosfato sul carbonio6 del glucosio
a formare glucosio 6 formato, con rilascio di 1 ATP, la differenza tra i due enzimi risiede nella
specificità dell’enzima, la GLUCOCHINASI trasferisce infatti il gruppo fosfato solamente sul glucosio,
mentre la ESOCHINASI trasferisce il gruppo fosfato su qualsiasi esoso. Le uniche cellule che hanno
anche la glucochinasi sono quelle del fegato, questo perché le due chinasi hanno due differenti
soglie di attivazione alla concentrazione del glucosio nella soluzione. Quindi il fatto che il fegato
possieda entrambi gli enzimi, significa che può fosforilare il glucosio ad ogni sua concentrazione.
L’esochinasi è presente in tutte le cellule e si attiva a bassa concentrazione di glucosio, in grado di
fosforilare anche a basse concentrazioni, inoltre è inibito dal suo prodotto(retroinibizione, quando la
concentrazione di glucosio6 fosfato è troppo alta, blocca automaticamente ulteriori fosforilazioni).
La glucochinasi è presente nel fegato, pancreas e nell’intestino tenue, è importante quando la
glicemia è elevata fosforilando molto più rapidamente dell’esochinasi, ma non è inibita dal glucosio6
fosfato .La fosforilazione è la prima fase del processo catabolico, anche se ancora non si conosce la
via metabolica di destino del glucosio fosforilato, ma tale processo caricando negativamente il
glucosio con un gruppo fosfato, impedisce qualsiasi passaggio di membrana. Una volta fosforilato il
glucosio può andare incontro all’ossidazione con la glicolisi, venendo ossidato a piruvato; può andare
nella via dei pentoso fosfati; può essere messo a riserva con il processo di glicogeno-sintesi.

Isomerizzazione
Con l’isomerizzazione l’enzima fosfoglucosio-isomerasi apre l’anello, catalizza l’isomerizzazione e
promuove la chiusura del nuovo anello. Trasforma quindi il glucosio6fosfato in fruttosio6fossfato, ciò
significa che il gruppo fosfato risiede sempre sul 6° carbonio, è un’azione reversibile, potendo
procedere in un senso e nell’altro, anche se l’equilibrio è più spostato a chiudere l’anello che a
mantenere la forma lienare.

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