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oQQe · Co~ Q/i.v,cre
Giunto ia meti def canto medo dela mia via · rilrovai a va e in una buia erche
aveva[ __ ,., la• dil!li ben ~ c....__ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _____
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Olllpax:1111)
Ahim6 CJ.1an1D clllc:ile t descrivere raapetD c1 ques1a Selva onibile(aatterazione:
aelvaggia) Jntricata e clflcile (aspra e forte: prrTa..oGIA S1NONIMICA) da allraverw1t .,......._
C I l 13):....._ e non,_...par.,..,
\/IA DEi.. BENE:__.. dlacclllpl nanoe Oilo,
,che al solo '1)erlSarci rangoscia ricrea in me cl nuovo la paural Questa conclzione 6 coal
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1anto angoaciosa c:he la morte provoca una dispe.azione poco superiore; ma per spiegare ii
bene che rilrovai in esea parlen) prima dele alre cose che ho vis1o al suo lntemo.
C I 9 (SJ: IIIO di -....i par ......,_ .I .W
clqi--. llr'lqulllocaeodlhl.,._
lo non so spiegse come entrai nela eelva tanto ero assonnato (sonno apirituale) nel

....
momento In cul abbmdonai la via dela verili (alillerazione: verace via). Ma dopo che glunBi
ai pledl di un cole dove termlnava quela Selva c:he aveva tralllD di paura II mio cuore,
guardal vereo ra e vldi la sua sommtii .,minata dai ra i del o sole c:he conduce lli:11NO al dlllldalio cl pu1llculona •
ruomo nella giusta clrezione OVUrKJJe egll sia.
01111--- (7J: 9fflll1 dll'Uamo IMdlwele
Allora si calmc) un po' la paura che era rimasta a lungo nela protonclti del mio cuore(nel dlla aa.-..a c:heerano - dl1pollZlone
Iago del cor) durante la notte trasc:orsa con fa1ta IWlgoscia. E come ii
nautago(SIMIUTUOINE) c:he con ii respiro(lena) ancora affannato, ~nto a riva dopo
essere fugglto al mare pericoloso, si volge venso racqua plena di pericol, coal lo mi vollai
ad ouervare quel luogo c:he non penrise mal ad alcuna penaona di soprawlvere. Dopo c:he
mi rlposal, ripresl II cammino sul pendlo solitaio e salendo pogglavo Dcorpo sul piede pi(I
baaao. (plede d'appoggio, atlaccatD al suolo perch6 pi(I atlacc:atD ale coae material quk,cl
attlrato dal peccato)

Ed ecco apparlre alrlmprowillo una a e e mollo veloce che era rico rta cl elo • _ 011 s 1 (lll:unadlill3..,.,e,.un fttllno e
chlazze; e non sl alontanava dal mlo sguardo. Anzi, ml lq,ediva di tomare lncletro tanto ........,. ..,..,. LUSSURIA. Era cl6
ct. l"UamoV91WO I pecmto
che pk'.I volte ml voltal (Paronornaliia: volte votto .....gioco cl parole, ac:coatamento di 2 parole
Ca a,1: II ..,. etano 3 :
per sonorltA) per farto. -lona•---
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in pa:tiercrorn° 01Sllo Srrno~ .
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1-9 Scende la sera e Dante-personaggio etormentato al pensiero di intraprendere un cammino cosi pericoloso.
Dante-autore invoca l'aiuto delle Muse, del proprio ingegno e della propria memoria.

10-42 Dante rivela a Virgilio ii suo dubbio. Enea e san Paolo "visitarono" l'aldila per i loro meriti e per le conseguen-
ze positive dei loro viaggi: quello di Enea fu all'origine di Roma, futura sede dell'lmpero e della Chiesa; quello
di san Paolo rafforzo la fede cristiana; ma egli non ha i meriti ne di Enea ne di san Paolo e teme che ii proprio
percorso nel mondo dei morti sia un'impresa empia.

43-75 Virgilio lo rincuora dicendogli che Beatrice escesa dal cielo nel Limbo - sede eterna del poeta latino - per
indurlo ad andare in aiuto a Dante.

76-84 Virgilio promette a Beatrice che obbedira e le chiede ii motivo per cui essa non ha avuto timore a scendere
nella cavita infernale.

85-11 4 II racconto di Virgilio prosegue: per iniziativa di Maria, Beatrice estata pregata da santa Lucia di prestare soc-
corso a Dante, ii cui amore per lei l'aveva posto al di sopra della gente comune.

115-126 Concluso ii racconto, Virgilio esorta Dante a mettere da parte ogni timorosa esitazione e a tarsi coraggio poi-
che puo contare sull'aiuto di tre donne benedette.

127-142 Dante dichiara baldanzosamente di aver ritrovato ii proprio ardire e segue Virgilio su un sentiero alto e silve-
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1-21 Dante_ Virgilio sono davanti alla porta dell'lnferno che reca sulla sommita una scritta minacciosa. Dante esita
e Virg1llo, esortandolo, lo prende per mano e lo conduce al di la della porta.
22-51 Appena entrato, Dante e colpito da un vorticoso mescolarsi di pianti, voci e suoni; Virgilio spiega che quella e
la condizione degli ignavi; con loro ci sono gli angeli neutrali, respinti, come gli ignavi, sia dal cielo sia
dall'lnfemo. Virgilio invita Dante a limitarsi a guardare e a passare oltre.
52-69 Dante vede una bandiera che gira rapidamente seguita dagli ignavi e riconosce colui I che fece per viltade ii
gran rifiuto. Scorge anche mosconi e vespe le cui punture fanno sanguinare ii volto delle anime: sangue e lacri-
me sono raccolti a terra da vermi.
'0-81 Vede poi ancora molte altre anime sulfa riva di un fiume; chiede a Virgilio chi siano e la guida risponde che
comprendera quando arriveranno sulfa sponda dell'Acheronte.

2-99 Appare improwisamente ii nocchiero Caronte, che trasporta le anime dannate e che grida a Dante di andar-
sene perche, dopo morto, e destinato a sbarcare in un altro luogo. Virgilio gli risponde che ii viaggio di Dante
e voluto da Dio e Caronte si placa.
10-120 Le anime, terrorizzate e in lacrime, sono raccolte nella barca; appei1a la barca si e staccata dalla riva, altre
anime si ammassano sulla sponda def fiume.
1-136 Virgilio spiega che le parole dette da Caronte hanno un senso perche nessuna anima in Grazia di Dio deve tra-
ghettare in quel punto. lmprowisamente si verifica un terremoto accompagnato da un lampo: Dante sviene.
Cantov OIAUaA&.BWI!

8 aprlle 1300 (venerdl santo), sera.

: Secondo cerchlo (Alto Inferno).


: L'atmosfera 6 tenebrosa e domlnata
: dal slnlstro •mugglto• di un vento
• tempestoso, dentro II quale rlsuonano
• I lamentl e le bestemmle del dannatl •

• Mlnosse. VNICO
MALEIOL

COIJla .
.
La lussurla.

Pen : Una bufera incessante trasclna le anime


: e le colplsce con le rafflche del vento.
• Contnppa9SO per analogla con II turbine IXC<

: delle passloni; la passivita delle anime


• al vento richlama anche la passiva
: sottomlssione della ragione
• al desiderio (lncontinenza).

Persollalli : Dante e Virgilio. Semiramide, Didone, Cleopatra,


: Elena, Achille, Paride, Ttlstano,
• Francesca da Rimini, Paolo Malatesta.

1-24 Dante scende nel secondo cerchio guidato da Virgilio. All'ingresso si trova Minosse che giudica le colpe delle
anime facendole poi precipitare nel cerchio dell'lnfemo corrispondente al loro peccato.

25-45 Vengono descritti l'ambiente del secondo cerchio e la pena: ii buio e ii vento che fa roteare le anime. Dante
comprende che qui sono puniti i lussuriosi, che in vita hanno sottomesso la ragione al desiderio amoroso.

46-72 Dante chiede a Virgilio chi siano le. anime che ii vento trascina in una lunga fila e ii poeta latino gli mostra, tra
e
le molte, alcune anime illustrl. Dante a tal punto colpito che quasi perde I sensi per la pieta.

73-87 e
Dante attirato da due anime, un uomo e una donna, che, a differenza delle altre, volano unite; si rivolge a loro
cortesemente ed esse, come colombe, escono dalla loro schiera e si accostano ai due poeti.

88-108 La dorma parta a Dante e narra ii proprio dramma mentre l'uomo tace: ii loro amore Ii ha portati alla morte.
sono Francesca, moglie di Glanclotto Malatesta, signore di Rimini, e Paolo, cognato e amante della donna:
entrambi fatti uccldere dallo stesso Glanciotto.

109-120 A queste parole, Dante abbassa gli occhl ed e turbato. Poi chiede a Francesca In quali circostanze lei e Paolo
abbiano compreso di essere innamorati l'uno dell'altra. ·

_142 Francesca narra la seconda parte della sua storia. Un giomo lei e Paolo stavano leggendo le gesta di L.ancillotto;
121
quando 1essero ii passo In cui ii cavallere bacia la regina Ginevra, Paolo bacio Francesca. Alie parole di
Francesca e al pianto di Paolo, Dante perde i sensi.
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(:: osl discesi del cercbio prl~aio . 1-<1 Pol ,..,; dal (deQ prlmo cercluo.ncl ..,.ndo,
g1u nel Secondo, che men loco cmgh1~ ... che racchiude (cinghia) uno spazio mino~e (men,loco)
3 e tanto piu dolor, che punge a guaio. ma (e) tanto maggiore sofferenza. cqe to~ enta
o . , ~::i °'" '""oll.,:,c.., (punge) [i dannati] spingendoli al lamento (a guaio).
S · M' .:,. 'b'l ·n
h' lo\. , Qui sta ritto Minosse, dall'aspetto orribile, e ringhia:
tavv1 mus orn 1 ~ente, g 1,~· es~min_a J_e c?lpe [~~i ~eccatori] all'ingresso [del cer-
_:~S~ma le colpe ne I mtrata, . . chio); Ii gmd1ca e Ii mv1a (manda) al luogo di pena in
6 g1\R1rca--e manda~ econtlo-clt''8:vvmgh1a. base al numero degli avvolgimenti della coda (secon-
- - do ch'avvinghia).
Dico che quando l'anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa; 7-15 Intendo dire che, quando l'anima dannata
(ma/ nata) giunge davanti a Jui (Ii), confessa intera-
e quel conoscitor de le peccata mente (tutta) [le proprie colpe]; e quel giudice esperto
(conoscitor) dei peccati comprende (vede) quale cer-
vede qual loco d'inferno e da essa; chio (loco) infemale lee adatto (e da essa);si avvolge
cignesi con la coda tante volte (cignesi) con Ia coda tante volte quanti (quantunque)
12 quantunque gradi vuol che giu sia messa. sono i cerchi (gradi) che vuole che essa scenda (giu sia
messa). Le anime che sostano davanti a lui sono sem-
pre molte: tutte, una dopo l'altra (a vicenda), si sotto-
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: pongono (vanno) al giudizio, confessano (dicono) [le
vanno a vicenda ciascuna al giudizio, colpe), ascoltano (odono) [Ia sentenza] e poi sono pre-
15 dicono e odono e poi son giu volte. cipitate giu (giu volte).

16-24 «O tu che giungi in questo luogo (ospizio) di


«0 tu che vieni al doloroso ospizio», do lore», mi disse Minosse quando mi vide, sospenden-
disse Minos a me quando mi vide, do (lasciando) lo svolgimento (atto) di un compito
18 lasciando l'atto di cotanto offizio, cosl importante (cotanto offizio), «bada (guarda) a
come entri e a colui di cui hai fiducia (fide); non
«guarda com' entri e di cui tu ti fide; lasciarti ingannare dall'ampiezza dell'entrata!». E Ia
mia guida (duca) [Virgilio] gli rispose: «Perche conti-
non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!». nui (pur) a gridare? Non impedire il suo cammino
21 E 'l duca mio a lui: «Perche pur gride? voluto dalla Provvid,eiµa (fatale andare,Y'cosh t vuole
V,\"\f,t" ~tl\:,r,,\es ),O ~ Jeno ' =_ la [in Paradiso], dove s( puo"bttenere cio che si vuole,
Non impedirId suo fatale andare_;_ e non chiedere altro (piu)».
vuolsi cosl cola dove si puote
25-30 Ora incomin~ ~.!~ .L sentire le_voci di
24 ( cio che si vuole, e piil non dimandare». dolore (dolenti note); ora sono giunto Ia dove molto
s, Gr-IT ~ n~L ·;, 10 otl f\\ 1;- 11 0 _ J>ianto mi colpisce. Io giunsi in un luogo privo (muto)
Or incomincian le dolenti note v0e, 0 1, J,, -i.:. di ogni luce, che rumoreggia (mugghia) come fa il
mare a causa di una tempesta, se e sconvolto da venti
¾,.,
a farmisi sentire; or son venur_,
la dove molto pianto mi percuote. che spirano da opposte direzioni (contrari).
27
51 /IH::°':il{,,~I A 31-36 La bufera infemale, che non si arresta mai
Io venni in loco.d'ogiie luce muto,~ \?u,o (mai non resta), trascina (mena) gli spiriti con il suo
che mugghia come fa mar per tempesta, vortice travolgente (rapina); Ii tormenta (molesta)
30 se da contrari venti e combattuto. facendoli roteare (vo/tando) e colpendoli (percoten-
do) [con le sue raffiche]. Quando giungono davanti
alla frana nella roccia (ruina), la (quivi) le anime alza-
La bufera infernal, che mai non resta, no grida (strida), pianti e lamenti, la bestemmiano la
mena li spirti con la sua rapina; potenza (virtll) divina.
33 voltando e percotendo li molesta.

Quando giungon davanti a la ruina,


quivi le strida, ii compianto, ii lamento;
36 bestemmian quivi la virtil divina.
I' cominciai: «Poeta, volontieri
73-78 Poi cominciai: d>oeta, parlerei con piacere
parlerei a quei due che 'nsieme vanno, (volontieri) a quei due che procedono uniti ('nsieme)
75 e paion si al vento esser leggeri». e sembrano essere cosl (sl) leggeri ai colpi della bufe-
ra.. Ed egli (elli) mi rispose: «Farai attenzione
(Vedrai) quando saranno piil vicini (piu presso) a noi;
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno allora pregali (Ii priega) in nome di quell'amore che Ii
piu presso a noi; e tu allor ii priega (i) conduce, ed essi (ei) verranno,..
78 per quello amor che i mena, ed ei verranno».
- -81 Non appena (Si tosto come) ii vento Ii e~be
, • • • . · (piega) verso di noi, iniziai a parlare: •O annne
S1 t~sto come 11 ve~to a no1 h p1ega, tormentate (affannate), venite a parlare con noi, se
81 mo~s1 la vo~e: «O an!me _affann~te, nessuno (altri) lo impedisce (niega)!,.[Come colombe
vemte a no1 parlar, s altn nol mega!». 0 spinte (chiamate) dall'istinto amoroso (disio) volano
~"' -\"'- c\v10i"Ylo' -ti 0-'\\M..Q €. .tQ/Lo (\"l'l,l(.J.i'W\\oJU~' (vegnon)nell'ariaconlealispiegate(a/.zate)eferme
1f
:::-
Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
verso ii loro amato (dolce) nido gui.date (portat~)
lor~ desiderio (voler), all~ stesso m~o (co~) ~1
84 1 l' d l
vegnon per aere, a vo er portate, l . USCJiono dalla
venendo (~Jw
verso di nm 1sc~~r~ove
~lla~ s1 (maligno)Vuia
trov~ D1don~,

\
\ cotali uscir de la schiera ov' e Dido, so) richiamo (grido) .(_~ JJ
infema1e;raxi1:6--i8tihso fu ii mio commosso (affettao-
0 a noi venendo per l'aere maligno,
87 ...c-5i-forte fu l'affettuoso grido. _ 88-96 «O essere vivente (animal) cortese (gra-
...tl£1.A t~~ ~l ltS(A-f~~"'-~: _-,. · zioso) e benevolo che attraverso l'aria oscura (perso)
• «O-aminal grailoso e benigno [dell'Infemo] vai visitando noi che macchiammo
che visitando vai per l'aere perso (tignemmo) la terra di rosso con ii nostro sangue, se
90 Dio (ii re de l'universo) ei fosse amico, noi lo preghe-
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
remmo di darti la pace perche provi (poi c'hai) pieta
per ii (de!) nostro terribile tormento (ma/ perverso).
se fosse amico il re de l'universo, Noi ascolteremo e vi parleremo di cio che (quel che)
noi pregheremmo lui de la tua pace, voi desiderate ascoltare e dire finche (mentre che) ii
93 poi c'hai pieta del nostro mal perverso. vento, come fa ora, si placa (tace) qui (ci) dove siamo.
,~ ~;' .
!?.:!9,:' La citta (terra) [di R~venna] in cui (dove)
Di quel che udire e che parlar vi piace, 'nacqui e posta (Siede) sul h'to~le (marina) dove scen-
noi udiremo e parleremo a voi, de ii Po per trovare la-ealmt (pace) [del mare] con i
96
men t re che 'l vento, come f a, c1• t ace. t suoi affluenti (co' seguaci sui): ,t,., ;,€..I c
IP: f\ l 1.?.-n-'f' ol, \.<J· "100-108 L'amore, che si unisce (s'apprende) rapida-
14Siede la terra dove nata fui Q0 ,~,,~tJ .~S~\~ '~ mente (ratto) all'animo nobile (cor gentil) fece inna-
V(""I • V ., '-" ' 'J. ~
7
(p ) '
99 su la marina dove 'l Po-discende 0 ,,.., \' o .12-V' ,),J' morare rese costui [~aolo] della mia bellezza fisica
per aver pace co' seguaci sui. 40 ·,o su€: flYoni, (be/la persona) che mi fu tolta [con la morte]; e ii
nr> modo violento ancora mi indigna (offende). L'amore,
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, che non permette (perdona) a nessuna persona amata
prese costui de la bella persona (nu/lo amato) di non riamare, mi fece innamorare (mi
102 prese) della bellezza fisica (piacer) di costui [Paolo]
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
cosi intensamente che, come puoi constatare, mi
avvince tuttora (ancor non m'abbandona). L'amore ci
\ Amor, ch'a nullo amato amar perdona, condusse a una morte comune (una). La Caina atten-
/ i::,i prese del costui piacer si forte, de colui che ci fece uccidere (a vita ci spense)». ~tt!:,
105
iche, come vedi, ancor non m'abbandona.
l1
---.,,_.,,.,__
___g~ ole ci fur.ono_detteJfk.oJ porte) da Joro.

Amor condusse noi ad una morte.


Cain a attende chi a vita ci spense». •
108
Queste parole da lor ci fuor porte.
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Quand' io intesi quell' ~ime offens~) 109-114 Quando lo ebbl ascolta~ (intesl) quelle
china' il viso, e tanto ii tehni basso, anime sofferenti (offense), chinal all OQChj, o IJ tem1i
111 fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?». rivolti a lungo (tanto) verso dJ-j,asso, Jjnf-b,6 il pq~ta
[Virgilio] mi disse: «A che oos&'itai pensando7» .
Quando risposi, cominciai: «Ahlm~ ( Oh lasso), quanti
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso, teneri (dolci) pensieri, quanto desiderio (disio) con-
quanti dolci pensier, quanto disio dusse (meno) costoro~ l grave peccato (doloroso
114 meno costoro al jdoloroso passo!>\+'D\lL,, \<1 .... passo)!». ( c-&-," 1• •, '7c'
115-120 Poi mi rivols™
· a oro, oresi la parola e, comin-
Poi mi rivolsi a loro e parla' io, ., .. •tt . . . rut""'->"~( .
ciai: «Francese~. le ,t~, ne (martl:1) m1 tnaucono m,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martlri _ fanno) a-piange~ aodolorato e ptetoso (tristo e pio).
117 a lagrimar mi fanno tristo e pio. \'i' , , 1 ,,{:S .., Ma dimmi: al tempo dei vostri desideri amorosi (dolci
' ~ ;-; IJ sospiri), attraverso quali indizi (a che) e in che modo
1
,\\ ,,, •

Ma dimmi: al tempo d'i dolci sos~h{ , : (co~e) l'a~ore ~ermi~e c~e. si rivelassero (c~nosce- '?
a che e come concedette amore ste) 1 vostrt sentiment, (dism) ancora malcert1 (dub-
120 che conosceste 1. d u bb'1os1. d'1s1n.
. '? »:::- , N c. i.: 1~1 \~ \:'('-..,),, , biosi)?».
~, , ,, :, \o o,Vl w r 1,,
r, c)L k, •. , 1 , , <
k·\'.);'I\Jt:: 1 1'..' 1 ·l.\ :_;.,. ,C- - -- 121-126 Ed ella mi rispose: «Non c'e dolore maggiore
E quella a me: «Nessun maggior dolore che ricordarsi della felicita passata (tempo felice) nei
che ricordarsi del tempo felice momenti di infelicita (ne la miseria); e cio lo sa bene ii
123 ne la miseria; e cio sa 'l tuo dottore. tuo maestro (dottore) [Virgilio]. Ma se tu hai tanto
desiderio (cotanto affetto) di (a) conoscere l'origine
(radice) prima della nostra relazione amorosa (amor),
Ma s'a conoscer la prima radice ti rispondero (diro) piangendo e parlando al tempo
del nostro amor tu hai cotanto affetto, stesso (come colui che piange e dice) .
126 diro come colui che piange e dice. ( ;, 0 ""' (.,~V(\.,).

H V c;: I , ,'Y\l'Y\'.): - Y-o _rJ ,> ' ' ' '..\


127-132 yn giorn~ noi stavamo leggendo (leggiava-
mo) per 'ciilet'to di come l'amore avvinse (strinse)
V NoLleg~iav.¢10 un giorno per diletto Lancillotto; eravamo soli e senza alcun presentimento
di i½,ci_alo~t~ come amor lo strinse; .. , ~. ,, (sospetto) [di cio che poj sa~ bbe accaduto]. Piu volte
- 1)
129 eravamo e sanza alcun sospetto. : , . " (fiate) quella lettura spinse (sospinse) i nostri occhi a
guardarsi e ci fece impallidire in volto (scolorocci ii
Per piu fiate Ii occhi ci sospinse viso ); ma solo un passo (punto) de! Ii bro fu quello ch_e
vinse le nos\re esitazioni. _ , '·'-' ,"', 1v·1, "'' ., \ ,,
quella lettura, e scolorocci il viso; .t"{) r• ) f,, l r r ../ \'' ' \.,°' , , .L / j l ,

132 ma s_plo un punto fu quel che ci vinse. 133-138 Quando leggemmo che la bocca desiderata
(disi'ato riso) [di Ginevra] fu baciata da un cosl nobile
Quando leggemmo ii dis'iato riso innamorato (cotanto amante), questi [Paolo], che non
esser basciato da cotanto amante,=4\Noll.o"'"' sara (fia) mai separato (diviso) da me, mi bacio la
bocca tutto tremante. .IJllecwediario ( Galeotto)
135 questi, che mai da me non fia diviso,
...nostra relazionelU-i!Jibro,-e-lo.fu-anche-il-suo..autore..
(chi lo scrisse): quel giomo non procedemmo oltre
la bocca mi emante. (avante) nella lettura (piu non vi leggemmo)».
aleotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
138 _guel giorno piu non vi leggemmo ava_!lte». 139-142 Mentre uno dei due spiriti [Francesca] diceva
queste parole, l'altro [Paolo] piangeva; a tal punto che
(si che) io per la pieta (di pietade) persi i sensi (venni
Mentre che l'uno spirto questo disse, men) proprio come (cosi com') se stessi per morire
l'altro piangea; si che di pietade (morisse). E caddi a terra come cade un corpo inani-
141 io venni men cosi com' io morisse. mato (morto).
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E caddi come corpo morto cade.
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