Così il Giappone vuole riconquistare la sovranità monetaria L a decisione dalla Banca del Giap- di Guido Salerno Aletta non ci pensano proprio. La gestione del pone (BoJ) di mettere in vendita debito pubblico giapponese, parimenti, yen a un prezzo inferiore a quello non deve trasformarsi in un incubo per di mercato per cercare di calmierarne Una prova evidente delle tendenze. Ma non può prendersela, come si fa in Eu- il governo: hanno risparmio interno esu- il rapporto con il dollaro, così come se la BoJ vende yen a fronte di dollari, e ropa, con Paesi che debbono allinearsi berante. Ma anche quello delle famiglie il contestuale preannuncio di possibili questi yen sono subito investiti in titoli alla produttività tedesca, assegnando europee non sarebbe da meno, se non acquisti diretti di titoli del debito pub- del debito pubblico, aumenta le proprie i compiti a casa come si sta facendo fosse fiscalmente penalizzato, come ac- blico, che ridurrebbero ulteriormente la riserve valutarie e aumenta la liquidità con la Grecia. La repentina svalutazio- cade in Italia, rispetto agli altri impieghi quota già estremamente esigua del 5% interna: niente male, oggi, come risul- ne dell’euro di questo inverno, affatto finanziari. Invece di continuare a scoten- detenuta da investitori stranieri, denota- tato. Se, poi, comprasse direttamente pilotata per riprendere competitività nare l’economia reale europea per portare no la volontà di recuperare sovranità in titoli del debito pubblico, aumenterebbe sull’estero, è stata determinata dall’al- tutti i Paesi al livello di produttività tede- campo monetario e finanziario. Secondo comunque la liquidità del sistema, senza lontanamento dei capitali, preoccupati sca riducendo in modo non plausibile il Tokyo, il cambio deve riflettere i suoi ricorrere al canale bancario. Anche qui, per la tenuta della nostra moneta dopo costo del lavoro, e di adottare politiche interessi commerciali, e quindi mante- un risultato positivo dal punto di vista l’avvio della speculazione sui debiti di rientro immediato dai debiti pubblici nersi su livelli che assicurino la compe- macroeconomico. Ma queste non sono pubblici degli Stati Pigs. I debiti pub- cresciuti che contribuiscono a rallenta- titività della produzione industriale, e il altro che le tecniche tradizionali di go- blici, cresciuti dappertutto per via della re la ripresa economica, sarebbe il caso gigantesco debito pubblico nipponico verno del cambio, di gestione del debito crisi, sono stati sottoscritti dalle banche di osservare con attenzione le mosse di deve continuare a essere sottoscritto pubblico e della liquidità, da qualche europee utilizzando la liquidità fornita Tokyo. Anche in Germania oggi c’è più all’interno, non solo per evitare di dre- tempo desuete, e alcune ormai anche dalla Bce, ma sono stati presi di mira cautela: sulla manovra da 80 miliardi di nare risorse all’estero quanto di esporsi vietate in Europa. Ripercorrere, alla lu- dalla speculazione anche interna al no- euro è calato all’improvviso un sipario alla speculazione. ce degli annunci dati dalla BoJ, quanto stro continente, dalle vendite di Cds allo di silenzio dopo la lettera aperta sotto- è avvenuto a partire dal 2001 nell’area scoperto, dall’andamento degli spreads scritta dai più importanti capi azienda che Sembrerebbe una miscela alquanto dell’euro è un esercizio che può appa- teleguidato dagli annunci delle agenzie contestavano duramente le proposte del male assortita, ma in realtà riflette gli rire ingeneroso: ma la nostra valuta e di rating. Un intero continente ha offerto governo di aumentare le tasse. Se, come interessi nazionali: liberismo in campo i debiti pubblici sono stati lasciati in allo sbandamento dei mercati il proprio si è detto all’inizio della crisi, le sue cause commerciale, dirigismo sul versante va- balia dei mercati. Per quanto riguarda il destino monetario e forse anche quello risiedono negli eccessi del mondo della lutario, protezionismo sotto il profilo cambio, basta ricordare che il 1° genna- politico, fino alla drammatica decisione finanza, sembra curioso chiedere solo del debito pubblico. I livelli di cambio io 2001 l’euro valeva 0,958 dollari e che collegiale dell’Eurogruppo e della Bce all’economia reale di mettere riparo. Sul sul dollaro raggiunti dallo yen nel mese è arrivato alla sommità di 1,570 dollari del 10-11 maggio scorso. tasso di cambio e sui debiti pubblici si di settembre, con una rivalutazione del il 30 giugno del 2008: sono stati anni di gioca da sempre il rapporto tra mercato e 14% in un anno, sono dovuti agli acqui- progressivo apprezzamento, immotiva- Il Giappone prova a reagire. La sua è sovranità degli Stati. Ma mentre Bruxel- sti di valuta, così impiegata in titoli del to sia dal punto di vista delle relazioni una valuta pienamente convertibile, ha un les e Francoforte cercano di rassicurare debito pubblico giapponese: una solu- commerciali sia da quello delle parità di sistema industriale messo in difficoltà dal i mercati, subendone di continuo le rea- zione ideale per mettere i soldi al sicuro, potere di acquisto, che hanno messo alle tasso di cambio, ha un rilevante debito zioni scomposte e gli eccessi, Tokyo ha di questi tempi. D’altra parte, se è pur corde la gran parte delle esportazioni pubblico: ci sono molte assonanze con cominciato a mettersi di traverso. Dopo vero che nel 2009 l’importo del debito europee, e la competitività della nostra l’Europa, se vista nel suo complesso. In aver scontato duramente i danni causati lordo giapponese è stato pari al 217% industria nazionale. Senza trascurare Europa, con l’euro alto, all’estero vende dalla speculazione immobiliare a casa del pil, quello al netto dei corrispon- l’ulteriore vantaggio per le importazio- solo la Germania. E siccome non si fa propria e dall’esplosione di quella bol- denti asset finanziari è circa la metà, il ni dalla Cina rispetto ai prezzi interni: politica valutaria, tutti sono costretti a la finanziaria, non sembra avere alcuna 116%: sono quindi titoli che ingolosi- ma questi aspetti, evidentemente, non ristrutturare la propria economia interna intenzione di pagare anche per le conse- scono i mercati. Nella prima settimana rappresentano un problema per la Bce, tagliando i costi del lavoro: impresa im- guenze di quella americana. Il messaggio di settembre, il differenziale richiesto il cui mandato si limita a difendere il possibile. È un metodo un po’ spiccio, di inizio partita è chiaro: il Giappone non dagli investitori per preferire i titoli a potere d’acquisto dell’euro. L’apertura ma molto in voga. I giapponesi sembrano vuole fare come l’Europa. Chi pensa di 10 anni emessi dal Tesoro americano, del commercio alle economie emergenti pensarla diversamente: nei confronti del continuare a giocare con lo yen e con il rispetto a quelli giapponesi aventi le sarà pure stata impostata male, ma è dollaro, non hanno intenzione di ritornare debito pubblico nipponico adesso deve medesime caratteristiche è infatti salito stata gestita sicuramente peggio. Ben indietro e di ristrutturare la loro economia alzare la posta, ma soprattutto deve venire di 17 punti base, passando da 146 a 163. altra è oggi la reazione della BoJ, che reale. A tornare a fare la parte dei cinesi allo scoperto. (riproduzione riservata)
Svegliati Europa, anche la Cina ha un gran bisogno del gas russo
Q uando si parla di gasdotti con la di Stefano Casertano* Cina in Russia. Più che un gioco di affi- Russia, l’Europa commette un grave nità, si è trattato di un matrimonio d’in- errore. Tale errore non consiste nel teresse. Per quanto riguarda la Cina, la fatto che «i gasdotti ci sottometteranno l’Italia al Nord Africa, come il gasdotto sdotto che collega il Turkmenistan alla sua fame di risorse è nota. La Russia, da al volere politico di Mosca», come ama- Galsi dall’Algeria. Ma un vero, grande Cina, per una capacità di 40 miliardi di parte sua, è alla ricerca di nuovi mercati no ripetere analisti più o meno allarmati. contributo può essere dato solo dal com- metri cubi l’anno, che percorrono oltre d’esportazione. L’errore dell’Europa è considerarsi «mer- pletamento di infrastrutture moderne con 1.800 chilometri per arrivare al confine cato d’obbligo» per Mosca. Il nostro con- la Russia, siano esse South Stream (62 con il paese asiatico, al passo di Alataw. All’apice della crisi economica, i volumi tinente è viziato: ritiene che il gas russo miliardi di metri cubi l’anno), Nabucco A questa infrastruttura si aggiunge l’ole- di gas diretti all’Europa sono scesi anche gli sia dovuto. Forse è un vizio storico. (30 miliardi) o un potenziamento delle odotto che dal Kazakistan trasporta 20 del 50%, e la via orientale sembra essere Verso Ovest è diretto l’oleodotto Druzhba infrastrutture ucraine. milioni di tonnellate di petrolio l’anno una soluzione efficace per risolvere questo (Amicizia), che per anni ha servito e ag- verso la Cina. E ancora, nel 2014 do- problema. È così che i tesori della Russia, ganciato le economie socialiste europee. La Russia ha bisogno dell’Europa per vrebbe essere costruito l’ultimo tratto siano essi l’Oro Blu o l’Oro Nero, non so- Verso Ovest viaggia il gasdotto Uren- vendere il suo gas, ma anche l’Europa dell’oleodotto Eastern Siberia–Pacific no più appannaggio esclusivo dell’Europa. goi, che dalla Siberia raggiunge il centro senza la Russia potrebbe avere problemi Ocean, il primo che collegherà diretta- Negli anni 90 un certo tipo d’entusiasmo dell’Europa, e negli anni 80 è stato causa di approvvigionamento. Si deve consi- mente la Russia alla Cina. Sarà lungo industriale ha consentito all’Occidente di un litigio feroce tra il presidente degli derare poi un altro aspetto: purtroppo più di 4.800 chilometri. La capacità di di costruire infrastrutture importanti, che Stati Uniti Ronald Reagan e il premier bri- l’Europa non è più l’unica potenza indu- quest’ultimo oleodotto è significativa dalle coste occidentali del Mar Caspio tannico Margaret Thatcher. Verso Ovest striale presente sulla piattaforma eura- (1,6 milioni di barili al giorno, rispetto hanno portato l’energia verso la Turchia viaggiano tanti altri tubi, che transitano siatica. La Cina, dall’altra parte, tira per a un consumo che nel 2014 potrebbe e le coste del Mediterraneo. Adesso siamo per l’Ucraina, o per la Turchia. Tanto che, avere la sua quota di gas e petrolio e si essere di 10,4), ed è uno dei risultati in una nuova fase della corsa al gas e al ormai, il ragionamento europeo sembra sta attaccando sempre più forte alle ma- più evidenti della nuova collaborazio- petrolio: una fase in cui vincerà chi saprà essere lineare: se ci serve più gas, la Rus- niche dei russi, dei kazaki, dei turkmeni, ne tra Pechino e Mosca, nata ai mar- pianificare con decisione e ampio antici- sia ce lo deve dare. Di gas, all’Europa, e appena possibile anche degli iraniani. gini della recente crisi finanziaria. Nel po le mosse da intraprendere. Sono tanti ne serve tanto. Attualmente ne bruciamo La Cina riesce ancora a essere quasi au- febbraio 2009 le due potenze hanno i progetti che l’Europa medita di com- 500 miliardi di metri cubi l’anno, ed en- tonoma per quanto riguarda il gas. Tra sottoscritto un accordo in base al quale pletare. Che si chiamino Nabucco, South tro il 2020 il nostro fabbisogno supere- il 1990 e il 2007, però, il suo consumo Pechino fornirà alle aziende energetiche Stream, North Stream, rafforzamento rà i 650 miliardi. Le riserve europee, in è quintuplicato e a malapena la produ- russe 25 miliardi di dollari, in cambio delle pipeline ucraine, o anche Itgi, il bel particolare quelle norvegesi, sono in net- zione autoctona è riuscita a mantenere il di 300.000 barili di petrolio al giorno. progetto di Edison (spesso trascurato), la to declino, e la dipendenza dall’estero è passo. Alcuni analisti stimano che entro Considerando gli interessi che la Russia priorità dell’Europa è dimostrare di essere in aumento. Sulle coste stanno sorgendo il 2030 il consumo di gas cinese aumen- corrisponderà sul prestito, sembra che la un partner industriale serio per la Russia: numerosi terminali per la rigassificazione terà di altre cinque volte: spingersi verso Cina riuscirà a pagare questo petrolio c’è qualcuno che tira dall’altra parte. (ri- dell’Lng, il gas liquefatto che si trasporta il Caspio per soddisfare la propria sete tra i 20 e i 30 dollari al barile (quasi un produzione riservata) per nave, che ci consentiranno di avere di risorse è una strategia obbligata per terzo delle quotazioni attuali). A questi *autore di «Oro Blu: la contesa accesso ai mercati dell’Oceania e del Sud Pechino. E la marcia è già iniziata. Nel 25 miliardi se ne aggiungono altrettanti del gas tra Cina, Russia ed Europa» America. Nuove pipeline collegheranno dicembre 2009 è stato completato il ga- relativi a investimenti progettati dalla Fuoco Edizioni