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Il cerchio del tempo chronos F e la totalità

(Tratto da “Oltre La Trance” del dr. Marco Paret http://www.neurolinguistic.com )

Ogni simbolo può essere una chiave per il percorso verso stati “fuori dal tempo” coi quali
mette in contatto diretto. Mentre la descrizione verbale di un’idea infatti prende tempo, la
diretta cognizione no. Un simbolo può agire direttamente ed impregnare la nostra vita.
In questo senso i simboli costituiscono dei modi di moto e di azione, dei fattori che
spingono, guidano e portano a condizioni di coscienza non ancora esperimentate, e ad una
conoscenza effettiva, diretta, superiore.
Il simbolo che esaminiamo ora è la totalità rappresentato da un cerchio: F questo simbolo è
rappresentato con un cerchio ed anche con il famoso “ouroboros” il serpente che si morde
la coda, in unione con sé stesso.
Nel simbolismo greco rappresenta “en to pan”, l’uno nel tutto. Il cerchio di Ouroboros
intorno all’Uovo Cosmico era chiamato Crono. Pitagora lo definì la psiche dell’Universo, e
perciò il tempo e il destino erano entrambi cerchi.
Chronos è il tempo, è qualcosa che scorre alla superficie dell’uovo cosmico, e quindi
penetrare al suo interno permette di accedere alla dimensione “senza tempo” 1. Quando
viviamo il tempo e gli eventi della vita siamo sulla superficie orizzontale esterna della
realtà, la periferia, quando lo trascendiamo entriamo all’interno.
Nel cerchio possiamo vedere anche il come simbolo di riunione del “principio con la fine”.
In altre parole, la comprensione piena di questo simbolo corrisponde alla connessione
con la totalità ed al superamento del concetto abituale di tempo/Chronos. La
dimensione senza tempo è infatti fuori dal divenire, è la dimensione verticale dell’ora.
Questo appare allora ancor meglio espresso dal simbolismo del sole , che è il cerchio con
l’aggiunta di un punto . e rappresenta appunto, col puntino di individuazione e di
autodeterminazione al centro, l’accesso alla dimensione “al di fuori del tempo”. Essere
nell’ora significa essere totalmente nell’ora.

Esercizi di vivificazione dell’”opus circulare” F a livello fisico

Diamo ora alcune chiavi pratiche per tradurre fisicamente il simbolo del circolo-totalità 2. Il
concetto può tradizionalmente ad esempio essere strettamente legato all'"opus circulare"
delle sostanze nel contenitore alchemico. Nella simbologia il “contenitore alchemico” è
1
Questa è la dimensione dell’adesso, l’unico tempo esistente. Come dice Dom Pernety: Serpent qui dévore sa
queue: Etait celui que l'on mettait à la main de Saturne, comme symbole de l'œuvre, dont la fin, disent les
Philosophes, rend témoignage au commencement. In pratica l’alfa e l’omega coincidono, l’inizio coincide con
la fine, e questo non è possibile che nel presente.
2
Come detto, la conoscenza a livello fisico può essere il livello di partenza dal quale comprendere il simbolo.
E’ essenziale essere assolutamente presenti durante l’esecuzione degli esercizi.
l’uomo. Ogni stimolazione globale dell’uomo tenderà allora a vivificare tale concetto F
ricordando il tutto. Spieghiamolo fisiologicamente. Praticamente è come se solo una parte
di noi operasse quando vediamo una parte della realtà. Questo è confermato anche da varie
pratiche terapeutiche che sbloccano i traumi attraverso stimolazioni globali, come la
stimolazione dei due emisferi od il recupero di “elementi mancanti” 3. Se mettiamo in atto
una stimolazione GLOBALE che porta attenzione alla nostra “totalità”, questa avrà allora il
risultato di aprirci ad una “intuizione” della realtà globale. Ci avviciniamo a quello che
alcuni chiamano il “livello quantico” della realtà.
NOTA: Tutte le pratiche che seguono devono essere fatte stando nel PRESENTE, cioè
cercando di mantenere tutte le percezioni nell’ora (no immaginazioni).
Esercizio 1: Il circolo di energia che sale e poi scende
Una traduzione dell’Opus Circolare è attraverso un duplice movimento, dal basso in circolo salendo, e poi
riscendendo (un poco più lentamente) – vedi anche disegni che seguono.
Esercizio 2: Le circolarità attorno al corpo
Un’altra traduzione è eseguire una serie di circolarità che salgono lungo il centro del corpo (salendo dal
centro) e ridiscendono lungo i lati del corpo. (una tradizione tibetana riportata da Alexandra David Neel
riporta esattamente la stessa tecnica).

Le circolazioni di origine occidentale ora mostrate sono esteriorizzanti. Parallele a queste


circolazioni espansive abbiamo le traduzioni pratiche orientali interiorizzanti di tale
concetto: ad esempio esistono le tecniche cinesi di circolazione dell’energia chiamate
“orbita microcosmica” ed “orbita macrocosmica”.
Notiamo la parola “cosmo” presente in queste orbite che corrisponde pienamente al senso
di “tutto” contenuto anche nel simbolo del cerchio F.
Esercizio 3 : L’orbita Microcosmica
Una maniera molto utile di operare tale circolazione è sul piano antero posteriore. Nel tragitto
dell’orbita microcosmica cinese l’attenzione viene condotta lungo la parte mediana del corpo
con discesa nella parte frontale e risalendo lungo la colonna vertebrale 4. 5

Oltre alla spirituale, vi è qui anche una chiara componente fisiologica. Ogni
emisfero cerebrale controlla le percezioni duna metà del corpo. La linea
mediana è quindi il punto di connessione tra i due emisferi
3
Vedi ad esempio la tecnica chiamata EMDR che si basa su movimenti oculari rapidi i più direzioni, o le
tecniche di PNL di “recupero strategie”.
4
La meditazione cinese dell’Orbita Microcosmica risveglia e dirige il Chi nel Canale Governatore, che parte
dalla base della spina dorsale e arriva fino alla calotta cranica, e nel Vaso di Concezione, che scorre attraverso
la parte anteriore del corpo. Questa meditazione è la base della circolazione energetica in tutto il corpo. La
lingua, perché l’esercizio sia ben condotto, deve toccare il palato. E’ importante che la rotazione dell’energia
sia eseguita in stato di PRESENZA.
5
La circolazione è anche una “non dispersione”. Far circolare la luce significa invertire la direzione, riportare
la luce su sé stessa e all’origine, appunto come in un circolo. Nella filosofia cinese questo moto circolare della
“Piccola Rivoluzione Celeste”(xiaozhoutian) permette di entrare in contatto con il ritmo dell’universo e di
stabilire una circolazione ad anello che può essere paragonata alla rivoluzione che la terra compie attorno al
sole in un giorno. Il corpo si trasforma: i due canali, di controllo e di funzione vengono riuniti e il Vero
Liquore (la saliva) può scendere nel campo inferiore. (cfr. Monica Esposito “l’alchimia del soffio” pag. 55)
cerebrali, per cui questo tipo di esercizio produce una sensazione positiva di equilibrio.
Tale modo di operare la vivificazione ha somiglianze con la rappresentazione
dell’ouroboros (dal manoscritto di San Marco 299 fl88v riprodotto a fianco). Anche in
occidente sono infatti testimoniate pratiche di questo tipo6.
Le circonduzioni: Una seconda maniera di effettuare la vivificazione è effettuata
attraverso rotazioni o circonduzioni del corpo (anche immaginate), che portino l’energia a
diffondersi in tutto il corpo. Questo è anche il metodo delle rotazioni utilizzato dai Sufi.
Esercizio 4: la circonduzione sufi
Se volete, potete effettuare qualche circonduzione per rendervi conto dell’esperienza. In piedi, allargate le
braccia e ruotate su di voi stessi. Già dopo aver effettuato qualche circonduzione si può avvertire una
sensazione diversa. L’orientamento delle braccia può allora portare l’attenzione su zone del corpo diverse.
Esercizio 5: la circonduzione di testa
Oltre che muovendo tutto il corpo, potete anche eseguire ora qualche circonduzione con solo la testa
ruotandola con un ritmo di circa tre secondi ogni rotazione completa

I risultati ottenuti attraverso il principio della circonduzione rotatoria possono nel caso
della testa avere una spiegazione fisiologica aggiuntiva oltre a quella da noi già data
riguardo all’orbita microcosmica. Quando si opera fisicamente il principio della rotazione
porta infatti ad irrorare fisicamente meglio il cervello rendendolo più vitale, allo stesso
tempo ponendo più in movimento la realtà. In altre parole vivifichiamo TUTTO l’uomo
(Homo Totus) ed infatti notiamo che a tutti i livelli ne consegue una maggiore efficienza.
I nostri risultati sperimentali: Questi esercizi possono essere un vero toccasana naturale in tutta una
serie di situazioni. Operando nei nostri corsi con circonduzioni di testa ed esercizi simili abbiamo osservato
praticamente una più veloce risoluzione di una serie di problematiche psicologiche ed un incremento del
numero di idee dei soggetti 7 coi quali abbiamo operato in tale maniera. Abbiamo quindi inserito tali
metodiche nei nostri modi di operare.

Tempo e circolazioni.

Vi è ovviamente un legame sottile anche fra tutte queste circolazioni e modificazioni della
percezione del tempo. Il tempo è infatti vissuto sul corpo ed attraverso il corpo. Ad
esempio i bioritmi vitali sono attivazioni periodiche delle varie parti del corpo. Le
circolazioni sono allora un sistema che ci avvicina alla conoscenza del tempo nel suo
riflesso fisico e incomincia a modificarlo rendendolo più “denso”.

Lo sguardo. Un’altra maniera visiva che porta ad una prima “intuizione” di alcuni
significati del simbolo F è l’apertura dello sguardo. La forma circolare senza punto di
individuazione corrisponde infatti anche all’apertura totale dello sguardo (cosiddetta
visione periferica totale non fissata su nessun punto). Ripetiamo che tutti i simboli che
adoperiamo in questo libro sono anche infatti realtà nella loro forma fisica stessa. In tal
caso la vivificazione avviene aprendo totalmente lo sguardo senza però mantenere
particolare attenzione alla visione centrale.
Esercizio 6: Lo sguardo aperto

6
Riportata ad esempio nel 1930 da Parah Maya “Die Macht der Spiegel”
7
Analoghi risultati appaiono esaminando le ricerche del dr. Lefebure, che ha operato in Francia con
metodiche analoghe di circonduzione ed ha esaminato con attenzione tutte le componenti fisiologiche di tali
pratiche.
Sedetevi ed osservate calmamente l’ambiente. Rendetevi conto della sensazione che consegue
all’allargamento dello sguardo. Lo sguardo aperto vi porta in uno stato chiamato tecnicamente di “seconda
attenzione” dove invece che l’attenzione specifica si fa largo l’attenzione generale.

Un'interpretazione può anche vedere il serpente che si nutre di sè stesso come la coscienza
indifferenziata.
Infine l’Ouroboros è simbolo di manifestazione e di riassorbimento ciclico; è in unione
sessuale con se stesso, autofecondatore permanente, come indica la coda infilata in bocca.
Il sesso. Questo legame con il sesso non è casuale. Nell’atto sessuale molta gente
sperimenta un trascendere la dimensione temporale abituale, e quindi il simbolismo è
anche molto appropriato.
C'è infatti anche una stretta relazione con quello che viene chiamato l'androgino, ovverosia
l'unione dei principi maschili e femminile. Nell’ermetismo e nella tradizione alchemica
occidentale la nascita dell’androgino corrisponde al risveglio della kundalini nella
tradizione indiana. Il manoscritto di San Marco citato precedentemente rappresenta
l’ouroboros con il corpo mezzo nero e mezzo bianco, analogo al simbolo del Tao orientale
. Notiamo come gli esercizi di circolazione cinesi da noi precedentemente descritti
mettono anche in relazione un canale “femminile” con un canale “maschile” (ren mai e du
mai).
E' quindi la riunione che da nascita a totalità e creazione. Questo principio è ben chiaro sia
nella tradizione alchemica occidentale che in quella tantrica tibetana, così come in quella
cinese.
Quando l'energia è utilizzata per il mantenimento di sè stessi è rappresentabile da un
serpente che si morde la coda.8 Quando invece incomincia ad elevarsi è quando vi è un
innalzamento del livello di coscienza.
A questo punto vi può essere un movimento lungo i vari piani dell'esistenza fino ad
arrivare al livello massimo dove quella che prima veniva chiamata “realtà” e con la quale ci
si identificava non appare più invece che come una piccola parte di un tutto infinito.

8
Si può fare un confronto perfetto con la tradizione indiana: Il sonno della kundalini (il serpente di energia)
si identifica con la materia ottusa, con la mortalità umana e con l’esistenza oppressa dalla morte e con la
schiavitù dell’ignorante. La kundalini addormentata è allora assimilata al fuoco del tempo (kalagni) poiché il
mortale che le permette di prosciugare il suo seme (inteso a tutti i livelli compreso quello di farsi “assorbire”
dalle cose) è condannato ad essere consumato dal fuoco del tempo. (Cfr. White “Il corpo alchemico” pag.
239)

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