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Antongiulio Bua
1
La Qualità Totale è un modo di
gestire le organizzazioni nelle
loro tre componenti:
- i prodotti-servizi;
- i processi produttivi;
- le persone.
2
Il termine qualità è stato
soggetto nel tempo a una
continua evoluzione
concettuale.
3
Negli anni '70 e '80 la qualità
nell'organizzazione viene
vissuta sempre di più come
uno strumento di vendita e di
profitto.
Dagli anni '90 diventa un
indispensabile strumento di
sopravvivenza delle
organizzazioni.
4
In dettaglio, la Qualità può essere
intesa come conformità del
prodotto alle specifiche tecniche o
idoneità ai requisiti richiesti.
5
La qualità non va intesa come grado di
perfezione. Essa è un concetto relativo.
6
Obiettivo dell'organizzazione è quello di
ridurre o eliminare il divario esistente fra
qualità attesa e qualità percepita sia
dall'utente (cliente esterno) che dagli
operatori (clienti interni).
7
Secondo l'International Standard
Organisation (ISO) la Qualità è
"l'insieme delle caratteristiche di un'entità
che conferiscono ad essa la capacità di
soddisfare le esigenze espresse ed
implicite".
8
Il sistema qualità è l'insieme delle
attività pianificate e sistematiche che
garantiscono che lo sviluppo dei processi
e la fornitura dei prodotti/servizi sia
conforme alle aspettative del cliente.
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La Qualità permette
all'organizzazione di:
- prevenire i problemi;
- essere più efficiente;
- migliorare la propria immagine;
- essere più flessibile.
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Tutti questi significati di qualità prendono consistenza
soltanto se alla base vi è una strategia orientata ai
processi organizzativi e alla valorizzazione delle
risorse umane.
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Per il personale, qualità significa responsabilità di
trasferire un lavoro perfetto alla persona (collega) che
lo riceve e lo utilizza (cliente interno).
12
In un sistema gestionale orientato
alla qualità, professionalità
significa:
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Tradizionalmente le aziende basano la propria organizzazione
soprattutto sul ruolo delle singole funzioni aziendali.
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Nelle organizzazioni il valore del prodotto-servizio è dato dal
risultato dei processi aziendali e non dalle singole funzioni.
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Un processo è una sequenza di attività logicamente correlate
che impiegano risorse (persone, procedure, macchine e materiali)
per fornire uno specifico risultato finale.
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Il processo si scompone in sottoprocessi o fasi nell'ambito delle
quali si svolgono attività in serie o in parallelo costituite da
compiti.
Le attività che compongono il processo sono svolte da "uffici-
reparti" diversi.
La debolezza di un solo
anello della catena
fornitore/cliente interno
può pregiudicare il
risultato finale del
processo.
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L'organizzazione, nell'ottica del miglioramento continuo del
prodotto-servizio, deve quindi individuare i processi, i
sottoprocessi e le attività critiche, non necessarie o mancanti,
puntando ad ottenere un'elevata integrazione interfunzionale.
18
La convivenza con le difettosità.
19
Solo quando si verifica un inconveniente che esce dalla norma,
le funzioni competenti si mobilitano.
20
Ogni organizzazione deve
essere dotata di una
capacità di pianificazione
che le permetta di definire
obiettivi a breve, a medio
e a lungo termine.
21
Per questo motivo l'organizzazione
deve definire:
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La logica che sottende al miglioramento è quella della
valorizzazione degli errori e delle informazioni relative ai
problemi.
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Le attività di sviluppo si prefiggono di snellire:
- i rapporti interfunzionali;
- sviluppare l'innovazione dei servizi offerti dall'organizzazione;
- elevare la qualità delle risorse umane.
25
Il PDCA è il
metodo da
seguire per la
soluzione dei
problemi e per
realizzare il
miglioramento
continuo.
26
La prima fase del PDCA è la
pianificazione (Plan).
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La terza fase (Check) si caratterizza per il confronto fra risultati
conseguiti e obiettivi di miglioramento che l'organizzazione si era
prefissata nella fase di pianificazione.
30
Il miglioramento può seguire due diverse
strategie.
31
In alternativa è possibile realizzare il
miglioramento per grandi salti attraverso
innovazioni tecnologiche e/o organizzative.
32
Ogni azione di miglioramento deve basarsi sulla
raccolta e sulla elaborazione di dati relativi al
fenomeno oggetto di studio.
33
I dati possono essere suddivisi in due grandi categorie: dati
quantitativi e dati qualitativi.
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La statistica insegna che i dati raccolti devono soddisfare i
requisiti della significatività e della rappresentatività. I dati
devono avere un'adeguata consistenza numerica
(significatività).
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I metodi principali di campionamento sono due.
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La chiarezza.
Chi esegue una raccolta dati e chi, sulla base di questa, compie sintesi
ed elaborazioni deve conoscere con estrema chiarezza lo scopo per cui
tale raccolta viene eseguita.
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La facilità.
40
L'univocità.
I supporti devono
essere strutturati in
modo univoco per
evitare interpretazioni
errate e consentire un
corretto
inquadramento
storico e logico dei
dati.
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Per raccogliere i dati
vengono utilizzati
appositi "fogli di
raccolta dati".
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I dati, una volta elaborati con gli
opportuni strumenti statistici, sono pronti
per essere interpretati.
43
Il diagramma causa-effetto è la
rappresentazione grafica di tutte le possibili
cause relative a un fenomeno.
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La costruzione del diagramma causa-effetto
si inserisce in un più ampio processo di
analisi che prevede come primo passo
l'identificazione dell'effetto/problema
che si vuole studiare.
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Per costruire il diagramma causa-
effetto bisogna elencare tutte le
possibili cause che lo influenzano.
46
La costruzione del diagramma causa-effetto
si inserisce in un più ampio processo di
analisi che prevede come primo passo
l'identificazione dell'effetto/problema
che si vuole studiare.
47
Le cause (o le famiglie di cause) suggerite vengono riportate sul
diagramma come rami principali.
48
Le cause devono essere strutturate evidenziando le relazioni
reciproche sotto forma di diagramma, attraverso la loro
connessione sui singoli rami.
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Il passo successivo consiste
nel definire le azioni
necessarie per eliminare o
ridurre l'influenza delle
cause considerate più
importanti.
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Il diagramma di Pareto è un metodo di rappresentazione
grafica di un insieme di dati che consente di individuare
quali sono gli aspetti prioritari da affrontare nel fenomeno
in esame.
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Secondo Pareto infatti ogni situazione è caratterizzata da
pochi aspetti importanti e tanti di scarsa rilevanza.
Tale principio è conosciuto come "legge universale delle
priorità" (o "legge di Pareto" o "legge dell'80/20").
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Come si costruisce un
diagramma di Pareto?
Supponiamo, per
esempio, che ogni
giorno la nostra
organizzazione riceva
un determinato
numero di reclami.
La prima fase consiste
nel classificare i dati
da raccogliere. Nel
nostro caso
classifichiamo i reclami
per tipologia di
disservizio.
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E' quindi necessario decidere per quanto tempo
raccogliere i dati al fine di avere dati sufficienti per
l'analisi.
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Ordiniamo i dati in una nuova tabella per ordine di
importanza e raggruppiamo i tipi di disservizio che appaiono
un numero di volte trascurabile sotto la voce "varie".
Poniamo sull'asse
orizzontale le voci di
classificazione dei
disservizi, poste da sinistra
a destra in ordine di
frequenza decrescente.
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Disegnate le barre di
altezza proporzionali alla
frequenza, per ogni voce di
classificazione, e tracciata
la linea cumulativa, il
diagramma è pronto.
Evidenziare le priorità, in
particolare legate ai clienti
e ai costi, su cui
intervenire.
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Inoltre, il diagramma di
Pareto, redatto prima e
dopo le azioni di
miglioramento, consente di
verificare l'efficacia degli
interventi organizzativi
confrontando:
- l'ordine di importanza e la
consistenza delle singole
voci di classificazione;
- i valori cumulati totali.
58
Secondo le logiche del Total Quality
Management il lavoro in team è uno
strumento indispensabile per conseguire il
miglioramento. Nei progetti di
miglioramento si possono trovare:
- gruppi di miglioramento;
- circoli della qualità.
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I gruppi di miglioramento sono costituiti da un numero ristretto
di persone alle quali viene assegnato un obiettivo di
miglioramento significativo e trasversale all'attività
dell'organizzazione e dei servizi.
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Nel gruppo vengono nominati un coordinatore e un segretario.
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Anche i circoli della qualità sono gruppi ristretti. Si differenziano
dai gruppi di miglioramento soprattutto perché la partecipazione è
volontaria.
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Il CEDAC è una forma di miglioramento a
"gruppo aperto" in quanto le persone
possono contribuire a risolvere i problemi pur
continuando a svolgere l'attività di tutti i
giorni. Ciò consente una maggior
partecipazione al miglioramento nelle
organizzazioni in cui, per esempio, sono
previsti più turni di lavoro.
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Il CEDAC si presenta come un grande cartellone
dislocato nel luogo dove si intende affrontare il
problema (settore, reparto, ufficio).
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Come funziona il CEDAC?
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Un ruolo importante è svolto dal CEDAC leader.
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Il CEDAC leader deve, inoltre,
stimolare i suggerimenti per le idee di
miglioramento al fine di superare gli
ostacoli evidenziati sui cartellini delle
cause.
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Antongiulio Bua
antongiuliobua (at) me (dot) com
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