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2010-11
Acchiappare l’infinitob
calcolo infinitesimale
I metodi geometrici per calcolare le aree e i volumi
sono abbastanza facili quando vengono utilizzati con i
poligoni e i solidi che hanno contorni rettilinei, ma non
consentono di risolvere il problema quando le figure
hanno contorni curvilinei.
Il paradosso Zenone
Zenone d’Elea (V secolo a.C.) è considerato uno dei principali precursori dei metodi
infinitesimali. Il paradosso di Achille e della tartaruga è notissimo ed è stato spesso
interpretato nell’àmbito della polemica che oppone Zenone ai seguaci della scuola
pitagorica. L’argomento di Zenone è erroneo perché non considera che una somma di
infiniti addendi può essere, sotto alcune ipotesi, finita . D’altra parte era nella concezione
scientifica del periodo che una somma di infiniti addendi dovesse essere infinita.
Nel celebre paradosso di Achille e della tartaruga possono essere rilevati anche altri elementi, che
probabilmente superano per importanza la semplice ed ovvia considerazione dell’incapacità di Zenone di
determinare la somma di una serie geometrica convergente: Bertrand Russell, ad esempio, propone
un’interessante interpretazione del paradosso che equivale al rifiuto, da parte di Zenone, di accettare che un
insieme sia in corrispondenza biunivoca con una sua parte propria. Dunque, seguendo l’interpretazione di
Russell, nel paradosso è celata una intuitiva considerazione critica riguardante quella che diventerà la
moderna definizione di insieme infinito.
L’ingresso delle nozioni di infinitesimo e di infinito nella scienza greca non potrebbe non essere causa di
perplessità e di dubbi, per gli aspetti paradossali che un’applicazione soltanto intuitiva di tali concetti sempre
comporta. Proprio queste difficoltà portano Aristotele al rifiuto dell’infinito attuale, che sarà pienamente
superato soltanto nel XIX secolo con le riflessioni di Bernard Bolzano (1781-1848) e di Georg Cantor (1845-
1918).
Questo dava valori approssimati per eccesso e per difetto dell’area del cerchio. Usando un
numero sempre maggiore di lati dei poligoni inscritti e circoscritti, si otteneva un grado di
approssimazione sempre maggiore.
Qui Archimede incontrò due concetti che divennero molto importanti più avanti, quello di
limite e di infinito, per cui il valore perfetto dell’area sarebbe dato da un poligono avente
un numero infinito di lati.
Infatti un cerchio può essere considerato come un poligono avente infiniti lati, così che i
due poligoni, inscritto e circoscritto, coincidono. Così che se il numero dei lati tende
all’infinito, la differenza tra l’area dei poligoni e l’area del cerchio tende a zero e i limiti
coincidono.
Il calcolo infinitesimale
L’invenzione del calcolo infinitesimale è stato uno dei passaggi più importanti della storia
della matematica. Risolse problemi che per 2000 anni i matematici avevano tentato di
risolvere e aprì porte che nessuno prima aveva mai pensato fosse possibile.
Facciamo un esempio.
Achille e la tartaruga
Il paradosso di Zenone in cui Achille non può mai raggiungere la tartaruga se la tartaruga
ha un certo vantaggio può essere espresso (ma non risolto) usando il calcolo.
Indichiamo con il vantaggio iniziale della tartaruga e con il tempo passato. Abbiamo
una successione di tempi e distanze corrispondenti e La velocità
della tartaruga è funzione del tempo e della distanza e indica quanto aumenta la posizione
della tartaruga. La sua velocità nell’intervallo di tempo è data da:
Se dopo 15 secondi la tartaruga si trova a 3 metri dal punto di partenza e dopo 20 secondi
a 4 metri la sua velocità è
Se invece la tartaruga avesse uno scooter. Invece di una velocità uniforme lo scooter
accelera fino a raggiungere la velocità massima. Il grafico della velocità potrebbe essere il
seguente:
In tal caso per calcolare la distanza percorsa dalla tartaruga dovremmo calcolare l’area al
di sotto del grafico, ma non è facile. L’accelerazione ad ogni istante è il coefficiente
angolare della tangente alla curva in ogni punto.
Il primo problema è risolto dal calcolo integrale, il secondo dal calcolo differenziale.
Integrazione
L’integrazione calcola l’area al di sotto di una curva considerando una serie di rettangoli
infinitamente piccoli sotto la curva e addizionando insieme le loro aree
L’area calcolata tende all’’area della parte al di sotto della curva quando il numero dei
rettangoli tende all’infinito. Quest’area è l’integrale della funzione v(t), l’integrale si scrive:
Differenziazione
L’accelerazione media in un dato intervallo di tempo (nel grafico velocità-tempo) è data dal
coefficiente angolare della secante che passa per i punti iniziale e finale.
L’accelerazione istantanea è data dal coefficiente angolare della retta tangente alla curva
nel dato istante.
Leibniz e Newton
Gli elementi fondamentali del calcolo infinitesimale – sia differenziale che integrale -
furono scoperti verso il 1670 in modo indipendente dallo scienziato inglese Isaac Newton e
del tedesco Gottfried Liebniz.
Entrambi scoprirono un metodo per calcolare la tangente ad una curva in un punto, data
l’equazione della curva. Il coefficiente angolare della tangente (derivata) fornisce il valore
della frequenza di variazione della funzione. Scoprirono anche che l’integrazione è
l’inverso di questo processo di differenziazione.