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L’indipendenza americana

Il rapporto fra coloni inglesi e madre patria rimase molto stretto, almeno fino al termine della
guerra dei sette anni.
Esso era regolato da alcuni vincoli per i coloni, primo vincolo fra tutti la necessità di
protezione dagli eserciti francesi e il divieto assoluto di produrre manufatti (secondo vincolo).
(uno di produzione e l’altro di protezione)
Il cui compito era affidato ai fabbricati e alle nascenti industrie che si trovavano sparse
sull’Isola Britannica.
Inoltre per le colonie era tassativo l’obbligo di commerciare esclusivamente con la madre
patria (terzo vincolo).
La fine della guerra dei sette anni, con tutti i suoi esiti, fu un punto di svolta importantissimo.
La sconfitta francese e l’emarginazione del governo di Parigi fece si che per le colonie non
fosse più necessaria la protezione militare inglese.
L’introduzione da parte del governo di Londra di nuove tasse come quella sul commercio
dello zucchero e l’imposta di bollo su atti pubblici (giornali, carte da gioco, fattura) fecero
montare la rabbia nei coloni, soprattutto perchè le assemblee dei vari stati americani e i loro
governatori non erano stati minimamente consultati. Al grido “NO ALLE TASSE SENZA
RAPPRESENTANZA IN PARLAMENTO”, si moltiplicarono le proteste anche segnate da
episodi gravissimi come l’uccisione da parte delle autorità inglesi di alcuni manifestanti di
Boston (1770).
La situazione precipitò nel 1773, quando il governo inglese assegnò il monopolio del
commercio del the alla compagnia delle Indie, sebbene ai commercianti delle 13 colonie
(colonie della Gran Bretagna, situate sulla Costa Atlantica dell’America) risultasse assai più
conveniente trattare con le navi olandesi.
Alla fine dell’anno un’intero carico di the della compagnia delle Indie fu gettato nelle acque
del porto di Boston.
Il governo di Londra rispose bloccandone il porto (Marzo 1774) e limitando l’espansione dei
coloni ai monti Appalachi con un provvedimento, il Quebec Act (Giugno 1774) che allargava
la giurisdizione del Canada nei territori a Nord e tutelava le operazioni indigene.
In Autunno si riunirono i rappresentanti delle 12 colonie su 13, a Philadelphia nel cosiddetto
congresso continentale e chiesero l’abolizione di tutte quelle tasse, soprattutto il Quebec
Act.
La risposta negativa del governo inglese scatenó la furia dei coloni che organizzarono un
proprio esercito affidato a George Washington, dando inizio alla guerra di indipendenza
americana.
Il 4 Luglio 1776 il congresso continentale approvó la dichiarazione di indipendenza scritta da
Thomas Jefferson.
Nascevano così gli Stati Uniti D’America.
Nel frattempo l’esercito di Washington, nonostante l’inferiorità numerica e di mezzo,
conquistava vittoria, passando da una strategia di guerriglia a una di aperta ostilità.
Dopo la vittoria di Lexington del 1775, il generale americano vinse un’importante battaglia a
Saratoga (1777).
Dopo questo successo i francesi decisero di entrare nel conflitto, al fianco degli americani
(1778). Le colonie poterono poi, contare anche sul sostegno di Spagna e Olanda,
interessate a indebolire l’Inghilterra.
Il colpo definitivo alla Gran Bretagna fu dato nel 1771, con la Battaglia di Yorktown.
Nel 1773 il governo londinese sconfitto, riconobbe alle colonie l’indipendenza con la pace di
Versailles.
Al termine della guerra sorsero numerosi interrogativi sull’assetto politico della nuova realtà
nazionale, emarginate dai meccanismi decisionali, ma anche quelle eccessivamente
democratiche, i grandi possidenti americani elaborarono nel 1787 composero la costituzione
composta da soli 7 articoli.
In seguito furono aggiunti altri 26 emendamenti.
Il diritto di voto su riservato esclusivamente ai più ricchi e ai più istruiti, esteso a tutti i
cittadini maschi solo nell’800.
Si preferì adottare un ordinamento centralizzato sulla materia chiave (politica estera, difesa,
politica economica e fiscale) e federalista per tutti gli altri settori.
I poteri erano separati: al congresso il potere legislativo, al presidente e ai suoi ministri il
potere esecutivo e alla corte suprema il potere giudiziario.
Il presidente fu da subito la figura di riferimento dell’ordinamento repubblicano federale.
Eletto ogni 4 anni, deteneva vari poteri, fra i quali vi era il comando delle forze armate.
Restavano però irrisolti alcuni problemi come:
-l’estensione del voto a fasce più ampie della popolazione;
-lo schiavismo;
-l’espansione verso ovest a danno delle popolazioni indigene.
Nel 1789 George Washington fu eletto primo presidente.

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