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MEDIOEVO(476-1492)

ARTE ROMANICA
Nella prima metà del tredicesimo secolo, a metà del periodo del basso medioevo(1001-
1492), si sviluppa in Italia quella che dai moderni critici d’arte tedeschi venne definita arte
romanica, per la somiglianza con architettura romana, a differenza di quella del resto
d’Europa di forte carattere gotico.
Già a partire dall’ottavo secolo l’arte italiana si riavvicina a quella classica, ma per
raggiungere quella romanica bisogna aspettare il tredicesimo secolo, con il suo massimo
esponente Giotto di Bondone, così chiamato per il nome del padre.

Per quanto concerne l’architettura, che fiorisce sulla fine dell’undicesimo secolo, solo in Italia
avverranno costruzioni o ristrutturazioni significative di numerose chiese.
Gli esempi più importanti sono, a Milano, la basilica di Sant’Ambrogio e a Bari, la chiesa di
San Nicola.

La scultura romanica presenta come soggetti, unicamente personaggi sacri, rappresentati


con nessuna correttezza anatomica, in scene sia del vecchio che del nuovo testamento.
Presenta elementi di somiglianza con l’arte bizantina e alcuni motivi decorativi di quella
classica.

Nell’arte romanica al mosaico era preferita la tecnica dell’affresco, anche se rimane


comunque di forte ispirazione bizantina

ARTE BIZANTINA
L’elemento caratterizzante dell’arte bizantina é il mosaico, anche conosciuto come arte
musiva, dal nome delle 9 divinità greche delle arti del mondoondo antico.

ARTE PALEOCRISTIANA E BIZANTINA


GLI EDIFICI A PIANTA CENTRALE

Il centro di maggior sviluppo dell’arte bizantina in Italia fu Ravenna, capitale dell’Impero


romano d’Occidente dal 402.
Molti edifici a pianta centrale (o poligonale, derivata dalla tradizione ellenistico-orientale)
realizzati a Ravenna tra il V e il VI secolo uniscono elementi paleocristiani romani ad altri
orientali bizantini. Uno degli esempi più importanti è il Mausoleo di Galla Placidia (425-430).
Si tratta di un piccolo edificio che sembra a croce greca (con i bracci di ugual misura) ma che
in realtà è a croce latina (con un braccio leggermente più lungo). In origine edificato in
memoria di un martire (San Lorenzo) venne in seguito destinato ad edifico sepolcrale, come
testimoniano i tre sarcofagi all’interno. L’esterno è rivestito a mattoni in cotto e presenta
arcate cieche a tutto sesto. L’interno presenta una cupola a pennacchi e bracci laterali
ricoperti da volte a botte. Le pur ridotte dimensioni interne sembrano dilatarsi per l’effetto dei
meravigliosi mosaici di gusto classico-ellenistico che decorano completamente le pareti. Ciò
che colpisce maggiormente è il contrasto tra la sobrietà dell’esterno con lo sfarzo delle
decorazioni interne degli edifici ravennati. Questo effetto corrisponde ad un intento simbolico:
l’esterno rappresenta il corpo umano (misero involucro), l’interno rappresenta l’anima, vera
essenza della vita. Molti dei motivi dei mosaici ravennati rimandano al tema dell’immortalità
dell’anima, ad esempio le colombe e i cervi che si abbeverano alla fonte della vita. Nella
lunetta al di sopra della porta è rappresentato Gesù come Buon Pastore con il suo gregge.
La scena è rappresentata con grande realismo e senso di profondità. Questa scena
contrasta con gli altri decori più stilizzati.

Il Battistero degli Ortodossi ha allo stesso modo l’esterno disadorno mentre è preziosamente
decorato all’interno. Venne costruito tra la fine del IV secolo e l’inizio del V. Si tratta di un
edificio a pianta ottagonale con absidi su quattro lati. Il tetto è piramidale e copre una vasta
cupola decorata all’interno con mosaici del battesimo di Cristo nel fiume Giordano. Nel
centro dell’edificio si trova la vasca ottagonale dove avveniva il rito del battesimo per
immersione (rito paleocristiano).

Il Mausoleo di Teodorico, costruito attorno al 520 dall’imperatore per conservarvi le proprie


spoglie, è caratterizzato dall’uso nella costruzione della pietra in grandi blocchi squadrati che
conferisce una particolare robustezza delle forme. E’ formato da due livelli sovrapposti.
Quello inferiore è a pianta decagonale con all’esterno arcate cieche e all’interno una cella
cruciforme. Il piano superiore è più piccolo e coperto da una calotta monolitica molto
massiccia e pesante e contiene una cella di forma rotonda. La tecnica costruttiva è
chiaramente romana così come la monumentalità dell’edificio, facendo intendere le
aspirazioni di Teodorico nell’assumersi l’eredità del mondo classico.

La Basilica di San Vitale a Ravenna fu eretta da Ecclesio dal 522 circa. E’ attigua al
Mausoleo di Galla Placidia. In quell’area vi era precedentemente un altare già dedicato al
culto del santo. Probabilmente San Vitale sarebbe stato un servo di Agricola che avrebbe
subito il martirio insieme al suo padrone verso la fine del III secolo. I lavori continuarono sotto
Giustiniano nel 540 e finirono sotto Massimiliano nel 547 quando venne consacrata.
La Basilica ha una pianta ottagonale, contiene al centro un ambiente della stessa forma che
si raccorda al resto dell’edificio con esedre (spazio semicircolare con colonne). Lo spazio
centrale è a due piani ed è coperto da una cupola a sua volta sostenuta da otto archi
poggiati su pilastri.
Il presbiterio è rettangolare e l’abside è molto profonda e decorata con il mosaico
dell’Imperatore Giustiniano e del suo seguito, e da quello dell’Imperatrice Teodora, è inoltre
affiancata da due piccole cappelle.
Vi sono poi sette esedre costituite da due ordini sovrapposti di triplici arcate su colonne.
L’ordine inferiore costituisce un anello lungo il perimetro ottagonale, l’ordine superiore è una
sorta di matroneo o tribuna imperiale.
All’esterno il corpo principale ottagonale è sormontato dal tiburio anch’esso ottagonale e
dall’abside. Il tiburio è sormontato da una cupola di 16 metri di diametro.
All’interno di San Vitale il susseguirsi di forme semicircolari crea un effetto particolare che
rende difficile una percezione d’insieme moltiplicando i punti di vista. Anche le finestre
accentuando la luce nella zona centrale e diminuendola nel deambulatorio contribuiscono a
questo effetto. Avendo due ingressi (uno di fronte all’abside e uno laterale sul deambulatorio)
la percezione dello spazio risulta differente entrando dall’uno o dall’altro.
A differenza dello spazio dell’architettura romana che da un’idea di imponenza e staticità lo
spazio nella basilica di San Vitale è fluido e in movimento per l’effetto del continuo aprirsi di
piccole e grandi arcate, alleggerendo anche il peso della struttura.
All’esterno anche questa costruzione è in mattoni, lunghi e sottili.

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo sempre a Ravenna venne costruita all’inizio del VI


secolo. Testimonia una nuova fase della raffigurazione più astratta e simbolica.
La fascia superiore realizzata nel periodo di Teodorico (500-526) è adornata da piccoli
riquadri in cui sono raffigurate scene del Nuovo Testamento. Al di sotto una fascia intermedia
con con figure di santi e profeti e ancora più sotto una decorazione del periodo di Giustiniano
con processioni di martiri e sante vergini adoranti Gesù e Madonna con il Bambino.
Quest’ultime raffigurazioni risalgono alla seconda metà del VI secolo periodo in cui il vescovo
Agnello ricondusse la Basilica al culto cattolico.

ARTE BIZANTINA E ARTE DEL MOSAICO


Il mosaico , che nasce all’incirca nel quarto secolo, è l’arte di comporre immagini mediante
“tessere” che possono essere di grandezza e di colore diverso, la parola mosaico deriva da
muse, che sono le figure mitologiche ispiratici delle tre arti: arti visive, musica, poesia.
Può essere pavimentale o parietale; in quella pavimentale si usano pietre di due colori: pietre
chiare e pietre scure, questo tipo di mosaico è presente nell’attuale Turchia.
Nell’arte romana il mosaico viene usato abbondantemente e si sviluppa anche nelle pareti, I
I mosaici sono composti da tessere in terra cotta invetriata, sono quadrate e sono di lato dai
2cm ai 4mm.
Kairos=opportunità ; Kakos=brutto ; Kay=e ; anythikos=buono ; yera= sacra ( geroglifico >
scrittura sacra) figura ieratica
Nell’arte bizantina è ridotta l’espressione del pathos nelle figure,il chiaro scuro spesso è
incoerente con la natura.
Nella Pittura romanica si nega la tecnica dello sfumato

IL GOTICO
Il termine “gotico” deriva dal nome del popolo barbaro dei Goti ed era usato durante il
Rinascimento in modo dispregiativo per indicare l’arte d’oltralpe che non si ispirava ai canoni
classici e che era considerata grossolana.
A partire dall’inizio dell’ottocento cambiò questo giudizio negativo e la produzione artistica
del periodo dal XII al XV venne definita “arte gotica”, rivalutando il periodo artistico.
Questo nuovo stile esprimeva la grandezza della Chiesa, la potenza dei re e la rinascita delle
città che stavano ripopolandosi.
Il Gotico nacque in Francia nel XII secolo. Mentre il Romanico era sorto
contemporaneamente in molti centri, il Gotico nacque nell’area francese detta Ile-de-France,
cioè l’area tra Parigi e Orléans. Questa era una zona commerciale economicamente florida e
che godeva di una stabilità politica, questi elementi favorirono il sorgere di un nuovo stile
artistico e architettonico.
Successivamente si diffuse in Inghilterra, Germania, Spagna, Austria e Italia.
E’ più difficile stabilire la fine del periodo Gotico. In Italia già tra il finire del Trecento e l’inizio
del Quattrocento venne superato dall’inizio del Rinascimento. A nord delle Alpi si prolungò
per più tempo, fino all’iniziio del XVI secolo. L’utimo periodo viene definito Tardo Gotico.

L’espressione più compiuta del Gotico si ritrova nell’ambito dell’arte e architettura religiosa.

Molti elementi già presenti nell’architettura romanica vengono trasformati per dare slancio
agli edifici e alleggerirli. Le cattedrali sono caratterizzate da un grande sviluppo in altezza. Gli
archi a tutto sesto del romanico diventano a sesto acuto bando maggiore verticalità, le volte
a crociera diventarono ogivali. Questa ricerca di slancio rappresentava il desiderio di
avvicinarsi al cielo e perciò simbolicamente a Dio.

Con l’impiego di contrafforti e archi rampanti si alleggerirono le pareti dalla loro funzione
portante, in questo modo si poterono aprire grande finestre adornate da vetrate colorate.

Le cattedrali, le chiese, le abbazie francesi avevano ridotte superficie murarie, la pittura


perciò in questo periodo non si sviluppò particolarmente. Le vetrate colorate e dipinte in
modo magistrale divennero l’elemento fondamentale dell’estetica gotica francese.

Il Gotico anche in Italia coincise con un periodo storico di crescita economica, culturale e
civile. In Italia la tradizione romanica e bizantina e il permanere del classicismo fecero in
modo che il nuovo stile assumesse forme più equilibrate rispetto agli esempi francesi.
Le chiese mantennero pareti più ampie rispetto a quelle di oltralpe, e queste superfici
vennero decorate con pitture e affreschi.
La ricerca naturalistica:
Tra il XIII e il XIV secolo la pittura in Italia abbandonò i temi bizantini (più mistici e ieratici) per
ricercare un’arte più fedele alla realtà. Divenne importante il paesaggio e la natura, le
ambientazioni divennero via via più realistiche. Gli affreschi di Giotto furono tra le massime
espressioni di questa nuova arte.

Maestro Wiligermo ha realizzato il bassorilievo che si trova sulla facciata del duomo di
Modena. Le opere sono caratterizzate da una cornice classica (1099-1106 circa), presenta
caratteristiche classiche > cornice con modanature, fatte di elementi fitomorfi (floreale,
riferimento a flora, dea della natura vegetale) in stile romano, sulla cornice è presente la
teoria degli archetti a tutto sesto, a tripla modanatura, che prende il nome di ghiera, sotto alla
croce creazione di Adamo ed Eva, dio pantocratore, appartiene alla storia della genesi > si
bassorilievi del duomo di Modena, arcangeli Gabriele e Raffaello che tengono la mandorla,
simbolo della religiosità di dio.
Adamo non ha l’apparto riproduttivo, perché nella religione cristiana c’è una mimesi
sintetizzata al punto da togliere l’apparato riproduttivo, nella scultura non viene mostrato,
perché è una vergogna mostrare l’apparato riproduttivo.
Dio vieta ad Adamo ed Eva di mangiare dall’albero, il serpente entra nel paradiso col
“permesso” di dio, per visionare la trasgressione di Adamo ed Eva, nella scena seguente
sono nudi e si vergognano di esserlo, nel paradiso terrestre sono importali come dio, dio
sembra geloso che i suoi figli siano come lui cosi dio li caccia dal paradiso terrestre, ad
Adamo ed Eva rimane la conoscenza di distinguere il male e il bene ma non rimane
l’immortalità, dio ha creato due trasgressori che hanno trasgredito alle sue richieste e che
hanno imparato a conoscere, la vera trasgressione e quella della conoscenza, questa
interpretazione probabilmente non tutti i sacerdoti la raccontano.
La morte di Gesù è la condizione senza la quale si possa verificare la redenzione, il peccato
dell’uomo è originale, quando un uomo nasce ha già un peccato, il battesimo risana il
peccato commesso con la nascita. Scena morte Gesù, che muore per Asfissia sulla croce
Mazza ferrata ricerca, con esse si spaccavano le ginocchia al condannato sulla croce.
Schema basato sulla orizzontalità, due quadrati affiancati, geometrico vigoroso, rottura della
geometria, morte Gesù, disordine dell’universo.
Una storia nella storia, le mani narrano es. uno ha il coltello > la dividiamo, uno ha il dado >
ce la giochiamo

Nell’arte romana o classica si usava il SERMO AULICUS (linguaggio elevato) nell’arte


bizantina il SERMO VULGARIS (linguaggio del popolo).
Nell’arte classica si basava sulla mimesi (imitazione della natura) intesa come imitazione
della bellezza della natura o simulazione realistica della natura.
Mimesi orientata alla bellezza:
Pulchritudo, in latino = bellezza.
In greco KALOKAGATHIA che deriva da KALOS KAI AGHATOS
(bello fuori e bello dentro, bello e buono).
(ad esempio “Ermes con Dioniso bambino” “Doriforo di Policleto”)

Mimesi orientata alla simulazione realistica della natura:


REALISMO ICASTICO (diretto, immediato, senza fronzoli, veritiero)
Plinio a questo proposito racconta un aneddoto.
ZEUSI E PARRASIO
Intorno al 400a.c. ad Atene vivevano questi due famosi pittori, si sfidarono in una gara
pittorica, sotto i portici dell’agorà e in palio c’era una ingente somma di denaro.
Zeusi dipinse una cesta con dell’uva e un uccellino, ingannato dal realismo dell’uva, cercò di
mangiarla. Zeusi aveva ingannato un animale.
Parrasio sembrava che non si impegnasse abbastanza. Zeusi si avvicinò per vedere cosa
stesse dipingendo il rivale e cercò di scostare una tenda ma in realtà la tenda era l’opera
stessa. Parrasio aveva ingannato un uomo, e vinse.
Il suo era un REALISMO ICASTICO.

Nell’ARTE BIZANTINA la mimesi della natura è invece ridotta e approssimativa, la mimesi


della simulazione realistica e nemmeno quella della orientata alla bellezza della natura sono
presenti.

IL ROMANICO NELL’ITALIA MERIDIONALE.

Il Romanico in Italia meridionale è diversificato, influssi lombardi e pisani, così come elementi
transalpini si mescolano con motivi bizatini e arabi.
-Un esempio di questo intreccio di culture è dato dal Chiostro
del Paradiso nel Duomo di Amalfi. L’influsso arabo è evidente negli archi ogivali che si
intrecciano formando una specie di merletto. Rispetto alla pesantezza romanica qui si
evidenziano forme più leggere.
In Sicilia l’insediamento Arabo per oltre due secoli (dal IX all’ XI secolo) lasciò molte tracce. I
Normanni successivamente introdussero tecniche e strutture architettoniche evolute, anche
la cultura bizantina apportò grandi contributi.
-Altro esempio di cultura araba è visibile nella Chiesa di San Cataldo a Palermo, per le
cupole, gli archi e i muri perimetrali alleggeriti da arcate cieche di gusto orientale. L’interno,
di piccole dimensioni, è diviso in tre navate da colonne e capitelli provenienti da costruzioni
più antiche che sostengono archi arabeggianti.
-Morivi romanici, bizantini e arabi si fondono anche nella Cappella Palatina annessa al
palazzo dei Normanni (fondata da Ruggero II nel 1132).
-Il Duomo di Monreale (1172-1185) mescola elementi dell’architettura normanna a motivi e
decorazioni bizatine e arabe. La facciata è serrata da due poderose torri quadrate. L’interno
ha una pianta a croce latina con ampio transetto, sul fondo di questo si aprono due absidi
semicircolari. Il corpo centrale è diviso in tre navate, quella centrale larga più del doppio di
quelle laterali. Sulle colonne gli archi sono a sesto acuto di derivazione araba. Nell’abside c’è
il mosaico con la gigantesca figura del Cristo.
-Anche il Duomo di Cefalù ha la tipica facciata normanna serrata tra due torri quadrate. La
Chiesa, costruita da Ruggero II tra il 1131 e il 1148 per farne il pantheon della dinastia
normanna, ha una pianta a croce latina con transetto a tre absidi semicircolari. La navata
centrale ha uno sviluppo verticale accentuato dagli archi a tutto sesto (arabi). La costruzione
evidenzia delle modifiche apportate in corso d’opera rispetto al progetto originale. Ad
esempio il transetto ha un’altezza maggiore rispetto la navata centrale.

NICOLA PISANO

Nicola Pisano fu uno scultore del XIII secolo, nonostante il nome Pisano sembra fosse
pugliese (in alcuni documenti compare come Nicola de Apulia).
La sua massima attività si svolse a Pisa. E’ considerato il maggior protagonista della scultura
italiana del tempo. Iniziò la sua attività in un clima di restaurazione classica (motivi decorativi
classici). Prese spunto dalla riproduzione di sarcofagi romani, questi a volte erano eseguiti
secondo un linguaggio aulico o popolare, Nicola preferì quello aulico e il rapporto testa-corpo
non era quello di Policleto ma la testa un po’ più grande del corpo.

Il Pulpito del Battistero del Duomo di Pisa (1257/1260) presenta strutturalmente delle
soluzioni che indicano un superamento della tradizione romanica, fondendo la forte
espressività gotica con la solennità classica. La forma, solitamente quadrata o rettangolare,
qui diventa esagonale.
Presenta una varietà di elementi decorativi in stile romano, con foglie di acanto (stile
corinzio) con capitelli classici. Gli archi sono tutto sesto (gotici) decorati in stile sia greco che
romano. Inferiormente il basamento circolare presenta dei leoni stilofori di tradizione
romanica. Gotici gli archetti trilobati. Sulle cinque facce del Pulpito (una serve per l’accesso
del sacerdote) vi sono bassorilievi che raffigurano la Natività e altre scene della vita di Gesù.
I bassorilievi presentano armonia delle forme come nell’arte classica. Gli abiti sono ricchi di
panneggi. Non vi è correttezza anatomica però tutto è bilanciato dall’armonia generale.

Nicola Pisano è considerato un artista gotico e come tutti gli appartenenti a questa corrente
fa largo uso del pathos per comunicare. Fa uso anche dell’ Horror vacui (terrore del vuoto)
ovvero tecnica di riempimento del bassorilievo in modo che il vuoto dello sfondo non sia
visibile. Le opere del Pisano presentano anche caratteristiche del linguaggio popolare, hanno
un chiaroscuro molto forte e le ombre sono dense perché scava in profondità. C’è forza
espressiva che coniuga arte aulica e arte popolare e il pathos viene espresso ad esempio
con la rappresentazione dei muscoli mimici.

La grandezza di Nicola Pisano è paragonabile a quella di Dante Alighieri e possiamo


considerarlo il padre della scultura italiana.

Il figlio, GIOVANNI PISANO, usò un linguaggio meno composto ed equilibrato, usò


maggiormente elementi gotici (nord Europa) e un pathos più carico e coinvolgente.
Una sua famosa opera è LA VERGINE MARIA, la Vergine ha il corpo un po’ arcuato per il
peso del bambino (anchement= ancheggiamento, postura delle madri che reggono sull’anca
il peso del bambino).
GIOTTO DI BONDONE (1267-1337)

Giotto è considerato il padre della pittura Italiana, come Nicola Pisano, reintroduce l’arte
classica.

Giotto e Dante si conoscevano ed erano amici.


Versi di Dante su Giotto e il suo maestro Cimabue:
Credette Cimabue ne la pittura
Tener lo campo, e ora Giotto il grido,
Sì che la fama di colui è scura

Lorenzo Ghiberti, scultore del tempo ha narrato l’aneddoto secondo il quale Cimabue vide un
pastorello (Giotto) disegnare una pecora su un sasso. Rimase così colpito dal realismo di
quel disegno che si recò dal padre (molto povero) e gli chiese per il bene del ragazzo di
poterlo portare con se. Il padre lo concesse, probabilmente dietro pagamento.

Giotto imparò dal suo maestro Cimabue ma non lo seguì nel suo linguaggio. Giotto preferì la
mimesi della natura e tornò all’arte classica.

IL LINGUAGGIO DI GIOTTO

Giotto usa lo sfumato, dopo circa 1000 anni di storia dell’arte cristiana, reintroduce la tecnica
pittorica dello sfumato, cioè un uso del chiaroscuro che non fa percepire le pennellate,
producendo un passaggio dolce, morbido, graduale tra una zona chiara e una più scura,
evidenziando anche la plasticità e la tridimensionalità delle forme. I rapporti anatomici sono
abbastanza corretti e le ombre coerenti. La mimesi della natura di Giotto tende ad avvicinarsi
alla visione oculare, Giovanni Boccaccio disse che le figure e gli oggetti sembravano più veri
del vero.

Giotto, uomo del medioevo, ma introdusse come Petrarca elementi classici che esplosero
poi nel Rinascimento.

Esistono diversi classicismi: classicismo ellenistico, classicismo romano, classicismo


rinascimentale, classicismo barocco, neoclassicismo e classicismo ottocentesco.

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