I RENDICONTI

I parametri NORME & TRIBUTI

per decifrare
i risultati
FOCUS Mercoledì 16 Settembre 2020
www.ilsole24ore.com/focus

di costi e ricavi
di Franco Roscini Vitali
DAL CODICE CIVILE AI PRINCIPI CONTABILI

Guida alla lettura

Leggere un bilancio non è facile,
neppure per gli addetti ai lavori, perché
bisogna conoscere non solo le norme
contenute nel Codice civile, ma anche i
principi contabili che costituiscono le
norme tecniche di redazione dei

dei bilanci
bilanci: infatti, mentre il Codice civile
detta le norme giuridiche, i principi
contabili dettano le regole tecniche per
applicarle. Il Focus, destinato ai non
addetti, si divide in tre parti.

le regole di «ragioneria»

1 Nella prima parte del Focus

sono illustrate alcune regole di
«ragioneria» perché, a diffe-
renza di quanto molti pensano, il
bilancio non si redige alla fine
ILLUSTRAZIONE DI STEFANO MARRA

dell’esercizio ma giorno per giorno,

registrando nella contabilità del-
l’impresa le varie operazioni. Alla
fine dell’esercizio, in sostanza nei tre
mesi successivi, le operazioni sono
riepilogate e sono redatte le scritture
che completano il bilancio: per
esempio, è quantificato l’ammonta-
re delle rimanenze. Tuttavia, molte
imprese redigono, anche solo ai fini
interni, bilanci periodici, general-
mente trimestrali o semestrali.

i principi generali

2 Nella seconda parte sono

illustrati i principi generali di
redazione del bilancio, previ-
sti dall’articolo 2423-bis del Codice
civile, tra i quali particolare impor-
tanza riveste il principio di compe-
tenza. Questo articolo prevede che si
deve tener conto dei proventi e degli
oneri di competenza dell’esercizio,
indipendentemente dalla data
dell’incasso o del pagamento: la
competenza è il criterio temporale
con il quale componenti positivi e
negativi di reddito sono imputati nel
conto economico ai fini della deter-
minazione del risultato d’esercizio.
Il principio di competenza richiede
la «correlazione» tra costi e ricavi: in
sostanza, una volta stabilita la
competenza di un ricavo, allo stesso
sono correlati i costi che hanno
concorso a generare quel ricavo.

i documenti

3 Nella terza parte, che occupa la

maggior parte del Focus, sono
illustrati e commentati i
documenti che compongono il
bilancio di esercizio, guidando alla
lettura degli stessi. Si tratta del conto
economico, nel quale sono rilevati
ricavi e costi; dello stato patrimonia-
le che comprende attività e passività;
del rendiconto finanziario che
fornisce le informazioni per valutare
la situazione finanziaria della
società. Il tutto deve essere letto
mediante le informazioni della
nota integrativa.
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Schema minimo La forma scalare Quattro classi La dinamica d’impresa
00028 definito e obbligo rende più chiari per il valore nella geografia
di comparabilità i risultati d’esercizio dell’attivo circolante delle risorse
9 772282 452006
Anna Pozzi - pagina 5 Brundo e Magnano San Lio - pagina 8 Cristina Brundo - pagina 11 Cioccarelli e Gavelli - pagina 14

2 Guida alla lettura dei bilanci
Ragioneria e contabilità
LE SCRITTURE
I risultati di gestione aumentano
o riducono il patrimonio netto
Altre variazioni,
definite dirette,
sono originate
da versamenti
o da prelievi
PAGINA A CURA DI
Franco Roscini Vitali
N Il bilancio nasce dalle scrittu-
re contabili che si basano sulla ra-
gioneria: questa consiste nello
studio delle scritture contabili
(denominate anche registrazioni
contabili) sulle quali si fonda la
contabilità generale.
La contabilità fornisce le infor-
mazioni per rilevare il valore e la
composizione dei beni inizial-
mente a disposizione dell’impresa
e le successive variazioni che si ve-
rificano durante la gestione.
Inoltre, la contabilità consente
di analizzare la gestione e il risulta-
to della stessa, costituito dall’utile
o dalla perdita dell’esercizio.
A questo punto sono importanti
alcune indicazioni e avvertenze di ca-
rattere tecnico, ma anche lessicale.
I rapporti giuridici di una per-
sona, fisica o giuridica, si di-
stinguono in:
N diritti, ovvero rapporti attivi;
Rappresentazione grafica. Le operazioni rilevate nei conti distinte tra «Dare», sezione sinistra, e «Avere», sezione destra
Accrediti e addebiti senza giudizio di valore
N Le operazioni di gestione so-
no rilevate nei “conti”. Un tem-
po, nei vecchi libri di ragioneria,
il conto era rappresentato come
nella figura a lato che rende bene
l’idea: poi nei tempi moderni,
anche per effetto della contabili-
tà tenuta con sistemi informatici
sempre più evoluti, questo si tra-
duce in differenti modalità
espositive che, tuttavia, si ricon-
ducono sempre al vecchio conto
che, nella sostanza, non ha perso
validità: si tratta di un aspetto
meramente formale.
Per convenzione, «dare» è la se-
zione sinistra del conto, mentre
«avere» è la sezione destra.
Gli importi iscritti nella sezione
di sinistra (dare) del conto sono
denominati «addebitamenti»,
mentre quelli iscritti nella sezione
destra (avere) sono denominati
«accreditamenti».
Ne consegue che addebitare si-
N obbligazioni, ovvero rappor-
ti passivi.
La ragioneria utilizza le espres-
sioni giuridiche di attivo e passivo
che si classificano in due gruppi:
N attivo, che accoglie i valori rela-
tivi ai rapporti attivi;
N passivo che accoglie i valori re-
lativi a rapporti passivi (debiti).
Il risultato che emerge dalla
differenza tra valori attivi e passi-
vi è un valore contabile definito
“patrimonio netto” che è il capita-
le proprio dell’impresa.
il patrimonio netto
Il patrimonio netto rappresenta
il valore differenziale ottenuto
dalla contrapposizione degli
elementi che fanno parte dell’at-
tivo e del passivo: questo emerge
chiaramente dalla lettura del-
l’articolo 2424 del Codice civile
che si occupa dello stato patri-
moniale dell’impresa.
Il patrimonio netto alla costi-
tuzione dell’impresa coincide
con il capitale versato: successi-
vamente è soggetto alle variazio-
ni, positive e negative, derivanti
dal risultato della gestione, costi-
tuito da utile e perdite.
Gli utili, generalmente, incre-
mentano le riserve che fanno parte
del patrimonio netto, mentre le
perdite le decrementano: pertan-
to, il patrimonio netto, dopo la co-
stituzione dell’impresa è costitui-
gnifica «fare una registrazione
nella sezione dare (sinistra)»
mentre accreditare significa «fare
una registrazione nella sezione
avere (destra)».
Questo comporta che i termini
dare = addebitare e avere = accre-
ditare, in ragioneria, non hanno
altro significato a differenza del
linguaggio comune.
Infatti, nel linguaggio comune,
normalmente accreditare ha un
significato favorevole, mentre ad-
debitare sfavorevole: in ragione-
ria, invece, non implicano alcun
giudizio e significano semplice-
mente sinistra e destra del conto.
Da quanto sopra, parafrasando
quanto scrive un illustre studioso
di ragioneria, derivano le seguenti
conseguenze:
a) aumenti delle attività sono
addebitati, le diminuzioni ac-
creditate;
b) aumenti delle passività
to dal capitale sociale, che è quello
versato, e dalla riserve che sono
elencate nello schema di stato pa-
trimoniale dell’articolo 2424 del
Codice civile.
Inoltre, il patrimonio netto è
soggetto a variazioni, che pos-
siamo definire “dirette”, non
originate dalla gestione, ma co-
stituite da ulteriori versamenti
per aumenti di capitale, (varia-
zioni positive), oppure da rim-
borsi, prelevamenti di utili di
esercizi precedenti o altro (va-
riazioni negative).
Con riferimento all’attivo e al
passivo, in una visione “finan-
ziaria” si parla, rispettivamente
di «impieghi» (attivo) e «fonti»
(passivo): queste ultime, poi, si
suddividono in «fonti proprie»,
costituite dal patrimonio netto e
«fonti di terzi», costituite dai
debiti (verso fornitori, banche,
soci, eccetera).
Pertanto, è intuitivo che le fon-
ti (passivo) sono uguali agli im-
pieghi (attivo): non potrebbe es-
sere altrimenti perché l’attivo è
uguale al passivo comprendendo
nello stesso il patrimonio netto.
la partita doppia
L’equazione contabile «attivo
uguale passivo» deve essere co-
stantemente osservata e verifi-
cata quando si determinano va-
riazioni nei singoli valori degli
Il conto
IL CONTO E LE SCRITTURE CONTABILI
DARE
______________________________________________________________________
Per convenzione:
DARE: sezione sinistra
Registrare in dare: addebitare
Attività
Incrementi in dare
Passività
Diminuzione in dare
ESEMPIO: SCRITTURA CONTABILE IN PARTITA DOPPIA
* Acquisto di un’immobilizzazione con pagamento differito:
Immobilizzazioni (incremento dare) a Debiti verso fornitori (Incremento avere)
sono accreditati, le diminu-
zioni addebitate;
c)aumenti dei costi sono adde-
bitati, le diminuzioni accreditate;
d)aumenti dei ricavi sono accre-
ditati, le diminuzioni addebitate.
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
CODICE
CIVILE
L’articolo 2424
Il contenuto che deve avere il
bilancio è indicato nel Codice
civile che dedica diversi arti-
coli a questo documento. In
base all’articolo 2424. lo stato
patrimoniale, che consente di
fotografare la struttura patri-
moniale e la situazione finan-
ziaria dell'azienda, deve
indicare distintamente nel
loro importo complessivo
attività e passività
Le attività
Nell’attivo rientrano 14 voci, che
in sintesi riguardano crediti,
immobili, impianti e macchinari,
brevetti, marchi, liquidità, scor-
te, titoli e partecipazioni
Le passività
Nel passivo rientrano 11 voci,
relative a capitale sociale, riser-
ve, fondi, debiti e obbligazioni
Casi particolari
Ci sono poi due voci che vanno
indicate nell’attivo e nel passivo,
si tratta delle cauzioni degli
amministratori e dei dipendenti,
delle altre partite di giro e dei
conti d'ordine
AVERE
AVERE: sezione destra
Registrare in avere: accreditare
Diminuzioni in avere
Incrementi in avere
Quanto illustrato ai punti c) e d)
deriva dal fatto che le voci di costo
rappresentano diminuzioni del
patrimonio, mentre quelle di rica-
vo rappresentano incrementi del
patrimonio netto.
I focus del Sole 24 Ore
elementi patrimoniali: su que-
sto si basa la «partita doppia»
che prende il nome proprio da
questo concetto.
In estrema sintesi, in base a
quanto definito dagli studiosi di
ragioneria, la partita doppia con-
ferisce ordine alle scritture con-
tabili e consiste nel far funziona-
re in modo simultaneo e antiteti-
co due serie di conti.
Per fare qualche esempio,
l’equazione «attivo uguale pas-
sivo», comporta le seguenti con-
seguenze:
N se aumenta una voce dell’attivo
si determina una diminuzione
delle altre voci dell’attivo: per
esempio, un versamento che in-
crementa il conto banca diminui-
sce la cassa;
N l’aumento dell’attivo produce
un incremento anche delle voci
del passivo: per esempio, un in-
vestimento in un’immobilizza-
zione incrementa l’indebitamen-
to e, ancora, l’erogazione di un
mutuo (debito) incrementa il
conto banche;
N se aumenta una voce del
passivo si determina una dimi-
nuzione fra le altre voci passive
(patrimonio netto compreso):
per esempio, se pago un forni-
tore diminuisce il debito verso
lo stesso ma aumenta il debito
verso la banca.
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Come si può notare, le attività
che sono elementi positivi, e i co-
sti che sono elementi negativi ri-
levano entrambi gli aumenti nel
dare, mentre i conti accesi alle
passività e i ricavi rilevano gli au-
menti nella sezione avere: que-
sto è la conferma che “dare” e
“avere” sono termini convenzio-
nali che, a differenza del lin-
guaggio comune, non implicano
alcun giudizio di valore.
Alla fine dell’esercizio, in genere
annualmente, i conti di costi e ri-
cavi sono riepilogati e girati nel
conto economico dal quale emer-
ge il risultato, utile o perdita, del-
l’esercizio: lo schema di conto eco-
nomico è quello previsto dall’arti-
colo 2425 del Codice civile. Il risul-
tato dell’esercizio, poi, è a sua
volta girato in un conto del patri-
monio netto: se utile lo incremen-
ta, se perdita lo decrementa.
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I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
Ragioneria e contabilità
LA REDAZIONE
Principio di competenza
per attribuire ricavi e costi
L’ammortamento
divide gli oneri
degli impianti
fra gli anni
di effettivo utilizzo
PAGINA A CURA DI
Franco Roscini Vitali
NLa redazione dei bilanci deve ri-
spettare alcune disposizioni gene-
rali contenute, in particolare, nel-
l’articolo 2423-bis del Codice civile
che, come tutte quelle in materia di
bilanci, derivano dalle direttive co-
munitarie.
Come già illustrato, il Codice civi-
le detta le norme giuridiche, mentre
quelle applicative, di carattere tec-
nico, sono dettate dai principi con-
tabili nazionali emanati dall'Orga-
nismo Italiano di Contabilità.
Infatti, il Codice civile non è un
trattato di ragioneria e, pertanto,
contiene norme giuridiche la cui
applicazione, sul piano tecnico, è
affidata ai principi contabili.
Con riferimento ai principi gene-
rali di redazione del bilancio, il prin-
cipio contabile Oic 11 «Finalità e po-
stulati del bilancio di esercizio» sta-
bilisce le modalità applicative.
Per «postulati di bilancio» si
intendono le disposizioni dell’ar-
ticolo 2423-bis del Codice civile,
relativo ai principi di redazione
del bilancio, ma anche quelle pre-
viste dagli articoli 2423 (chiarez-
za, rappresentazione veritiera e
corretta del bilancio e rilevanza) e
2423-ter (comparabilità).
Il principio generale più impor-
tante, che l’interprete del bilancio
deve conoscere, è il principio di
competenza.
La competenza è il criterio tem-
porale con il quale i componenti po-
sitivi e negativi di reddito sono im-
putati nel conto economico ai fini
della determinazione del risultato
d’esercizio.
In base al principio di competen-
za, i costi devono essere correlati ai
ricavi: pertanto, una volta stabilito
l’esercizio di competenza dei ricavi,
a questi sono correlati/contrappo-
sti i relativi costi.
Questo principio si contrappone
a quello “per cassa”, utilizzato, per
esempio, in ambito fiscale per la tas-
sazione di alcuni redditi.
esempi di competenza
Per fare un esempio, il ricavo deri-
vante dalla vendita di un bene nel
mese di novembre dell’anno x rileva
in tale anno, anche se il cliente salda
il debito nel successivo anno x+1: nel
bilancio al 31 dicembre dell’anno x la
contropartita del ricavo è il credito
verso il cliente; se, invece, il cliente
ha già pagato mediante bonifico
bancario la contropartita è l’incasso
che confluisce nel conto “banche”.
Se poi il cliente non dovesse pa-
gare, il credito sarà oggetto di svalu-
tazione/cancellazione con rileva-
zione della perdita nel conto econo-
mico eliminando totalmente o par-
zialmente il credito stesso.
Così, sempre restando all’esem-
pio, se per effettuare la vendita
l’impresa utilizza un rappresen-
tante al quale deve corrispondere
una provvigione, il costo della stes-
sa costituisce un costo di compe-
tenza dell’esercizio x, anche se poi
è pagata nel successivo esercizio.
Infatti, la provvigione è un costo
correlato al ricavo, ovvero un costo
che ha concorso a determinare
quel ricavo: pertanto, deve essere
collegata allo stesso.
Altro esempio può essere il risto-
rante che, nel corso dell’esercizio x
ha acquistato 10.000 bottiglie di vi-
no, “consumandone” soltanto
8.000. Il costo delle bottiglie conta-
bilizzato nell’esercizio x è quello re-
lativo alle 8.000 bottiglie che hanno
concorso a determinare i ricavi de-
rivanti dalle consumazioni effet-
tuate dalla clientela: il costo delle
2.000 bottiglie non consumate –
che rettifica il costo di acquisto - è
contabilizzato nelle rimanenze fi-
nali che costituiscono un’attività
esposta nello stato patrimoniale.
gli ammortamenti
Il rispetto del principio di compe-
tenza, inoltre, si evidenzia con la
contabilizzazione degli ammor-
tamenti. Per esempio, un’impre-
sa acquista un impianto per
1.000: la spesa non entra nel con-
to economico, ma costituisce
un’attività, iscritta tra le immobi-
lizzazioni dello stato patrimonia-
le in quanto il suo utilizzo avviene
in più annualità (esercizi).
La partecipazione dell’impianto
ai costi nei vari esercizi avviene tra-
mite l’ammortamento. Se, per
esempio, la durata prevista
dell'impianto è di 10 anni, ogni an-
no nel conto economico è contabi-
lizzato un ammortamento di 100
che concorre alla determinazione
del risultato (utile/perdita) di cia-
scun esercizio e riduce gradual-
mente la spesa iniziale di acquisto.
In sostanza, con l’ammortamento
l’impianto, come tutte le immobi-
lizzazioni che partecipano al pro-
cesso produttivo, è suddiviso, ov-
vero è “sezionato” in più periodi in
base al previsto utilizzo.
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I POSTULATI
DEL BILANCIO SECONDO L’OIC
L’orizzonte temporale. L’imputazione a conto economico nell’esercizio
Il costo è la parte di spesa dell’anno
NIl principio di competenza
comporta la distinzione tra «spe-
se» e «costi». La spesa è costituita
dall’acquisto di un bene o di un
servizio, mentre il costo è rappre-
sentato dall’imputazione nel con-
to economico.
Nell’esempio dell’acquisto del-
l’impianto la spesa è pari a 1.000,
mentre il costo è dato dall’ammor-
tamento di 100.
Durante l’intera vita dell’impre-
sa tutte le spese diventano costi,
mentre in un periodo di tempo più
breve, costituito convenzional-
mente dall’esercizio (per esempio
1° gennaio – 31 dicembre), non si
verifica sempre l’identità tra costi
di esercizio e spese.
Pertanto, tornando all’esempio
dell’acquisto delle 10.000 bottiglie
di vino del ristorante se, per qual-
siasi motivazione (per esempio,
causa Covid), nell’esercizio x fosse
stato chiuso e non avesse operato
non avrebbe consumato alcuna
bottiglia: pertanto, in tale eserci-
zio non vi sarebbe alcun costo, ma
soltanto la spesa relativa all’acqui-
sto delle bottiglie iscritta nelle atti-
vità dello stato patrimoniale.
Come si può notare, si iscrive nel
conto economico un costo di eser-
cizio quando vi è una connessione
diretta con il ricavo.
Tuttavia, alcuni costi sono ri-
levati nell’esercizio anche se
non direttamente correlati ai ri-
Guida alla lettura dei bilanci
L’Oic
L’Organismo italiano di contabilità
(Oic), è una fondazione di diritto
privato riconosciuta dalla legge
116/2014 , come l’istituto naziona-
le per i principi contabili.
L’Oic emana i principi contabili
nazionali, fornisce supporto all'at-
tività parlamentare e di governo
sulle questioni contabili, partecipa
al processo di elaborazione dei
principi contabili internazionali
adottati in Europa.
I principi contabili nazionali ema-
nati dall’Oic costituiscono la
codificazione delle migliori
prassi operative preordinate a
fornire elementi interpretativi ed
applicativi nella redazione dei
documenti contabili.
cavi come, per esempio, le spese
generali amministrative (costo
del personale amministrativo,
eccetera): in questo caso la cor-
relazione è indiretta.
Un costo può anche essere ori-
ginato dalla riduzione o elimina-
zione di un’attività: è il caso, per
esempio, del credito inesigibile,
oppure della perdita, totale o par-
ziale, di attività (immobilizzazio-
ni, rimanenze) a causa di furti, in-
cendi o altri eventi atmosferici.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Per un bene acquistato
si ha riguardo al costo
di acquisto mentre per un bene
prodotto dall’impresa
rileva il costo di produzione
Rammentando quanto già illu-
strato, in base al principio di com-
petenza fanno parte dei costi di
esercizio, per esempio, stipendi e
salari relativi al personale dipen-
dente anche se non pagati: è il caso
delle retribuzioni relative al mese di
dicembre che, quale contropartita
del costo, non hanno un’uscita di
banca/cassa ma un debito.
In conclusione, nel conto eco-
nomico sono imputate:
N le spese del periodo che sono
anche costi;
3
Qualora i principi Oic dovessero
non prevedere casi particolari le
aziende devono rifarsi a principi
che contengono casi simili e fare
riferimento alle finalità e ai po-
stulati del bilancio
L’Oic 11
Nel marzo del 2018 l’Organismo
italiano di contabilità ha elaborato
i postulati del bilancio che sono:
a) prudenza;
b) prospettiva della continuità
aziendale;
c) rappresentazione sostanziale;
d) competenza;
e) costanza nei criteri
di valutazione;
f) rilevanza;
g) comparabilità
N le spese sostenute in esercizi
precedenti che diventano costi del
periodo: nel bilancio del periodo
precedente erano iscritte nelle at-
tività dello stato patrimoniale co-
me avviene per i prodotti che co-
stituiscono rimanenze.
Ne consegue che le spese soste-
nute nell’esercizio x, che divente-
ranno costi nel successivo eserci-
zio x+1, sono rilevate nello stato
patrimoniale quali attività.
Infine un cenno, per quanto
d’interesse in questa sede, deve
essere fatto ai criteri di valutazio-
ne, previsti nell’articolo 2426 del
Codice civile.
Il criterio di base è la valutazione
al costo di acquisto o di produzio-
ne che, tuttavia, in alcuni casi può
essere derogata.
Pertanto, per un bene acqui-
stato si ha riguardo al costo di ac-
quisto, mentre per un bene pro-
dotto dall’impresa rileva il costo
di produzione. Per esempio, se
un’impresa produce generi ali-
mentari, il costo di produzione
comprende, innanzitutto, il co-
sto delle materie prime e sussi-
diarie acquistate al quale sono
aggiunti i costi interni di produ-
zione: costo del lavoro diretto
(operai), indiretto (tecnici) e tutti
i costi industriali (ammortamen-
ti eccetera) imputati in base a cri-
teri di contabilità analitica.
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4 Guida alla lettura dei bilanci
La compilazione
I PRINCIPI GENERALI
Da indicare solamente
gli utili certi e realizzati
Vanno riportati
i rischi di perdita
di competenza
conosciuti
dopo la chiusura
PAGINA A CURA DI
Franco Roscini Vitali
NAltro principio generale di im-
portanza rilevante è quello della
prudenza che, in alcuni casi, può
prevalere rispetto a quello di com-
petenza. L’articolo 2423-bis del Co-
dice civile delinea un effetto asim-
metrico nella contabilizzazione dei
componenti economici: si possono
indicare esclusivamente gli utili re-
alizzati alla chiusura dell’esercizio,
mentre si deve tenere conto dei ri-
schi e delle perdite di competenza
dell’esercizio, anche se conosciuti
dopo la chiusura dello stesso.
Per esempio, se l’impresa ha in
corso una causa legale con un
cliente per forniture difettose, de-
ve valutarne le conseguenze e, se
del caso, iscrivere nel conto econo-
mico un accantonamento con con-
tropartita uno specifico Fondo per
rischi e oneri, che costituisce un
debito con caratteristiche meno
definite (importo/certezza), ri-
spetto ai normali debiti. D’altra
parte, il cliente, anche fosse ragio-
nevolmente sicuro dell’esito favo-
revole della causa, non può iscrive-
re nel conto economico alcun pro-
vento e, di conseguenza, nessun
Oic 11. Tra i principi di carattere generale riconosciuti dal Codice civile rientrano la rilevanza e la comparabilità
Un’informazione è rilevante se pesa sulle scelte
NAltro principio di carattere ge-
nerale, contenuto nell’articolo
2423 del Codice civile, è quello della
rilevanza: l’Oic 11 precisa che
un’informazione è rilevante quan-
do la sua omissione o errata indica-
zione potrebbe ragionevolmente
influenzare le decisioni prese dai
destinatari primari dell’informa-
zione che sono investitori, finan-
ziatori e altri creditori.
L’Oic 11 precisa che un’informa-
zione è rilevante quando la sua
omissione o errata indicazione
potrebbe ragionevolmente in-
fluenzare le decisioni prese dai
destinatari primari dell’informa-
zione: questi sono investitori, fi-
nanziatori e altri creditori.
La rilevanza dei singoli elementi
credito tra le attività dello stato pa-
trimoniale.
Un altro principio generale che
in tempi normali è dato per scon-
tato ma in tempi di Covid-19 ha ac-
quistato importanza, è quello del-
la prospettiva della continuità
aziendale che impone alla dire-
zione aziendale, nella fase di pre-
parazione del bilancio, di effet-
tuare una valutazione prospettica
della capacità dell’azienda di con-
tinuare a costituire un complesso
economico funzionante, destina-
to alla produzione di reddito per
un prevedibile arco temporale fu-
turo, relativo a un periodo di al-
meno 12 mesi dalla data di riferi-
mento del bilancio.
Infatti, se manca la continuità, i
normali principi di redazione del
bilancio non sono più applicabili,
dovendosi applicare altre regole,
per esempio, quelle relative alla li-
quidazione.
Altro principio generale d’im-
portanza rilevante, ma a volte di
non facile applicazione, è quello
della rappresentazione sostan-
ziale (sostanza dell’operazione o
del contratto) che è alla base del-
l’elaborazione dei principi conta-
bili. L’Oic 11 precisa che le defini-
zioni, le condizioni richieste per
l’iscrizione o la cancellazione de-
gli elementi di bilancio, i criteri di
valutazione, contengono i para-
metri principali attraverso i quali
l’attento esame dei termini con-
trattuali delle transazioni condu-
ce alla loro rilevazione e presen-
tazione in bilancio tenuto conto
del postulato generale della rap-
che compongono le voci di bilancio
è giudicata nel contesto della situa-
zione patrimoniale, economica e
finanziaria dell’impresa ed è quan-
tificata tenendo conto sia di ele-
menti qualitativi che quantitativi.
Gli elementi quantitativi pren-
dono in considerazione la dimen-
sione degli effetti economici, men-
tre quelli qualitativi riguardano le
caratteristiche peculiari dell’ope-
razione o dell’evento, la cui impor-
tanza è tale da poter ragionevol-
mente influenzare le decisioni
economiche dei destinatari prima-
ri del bilancio.
Infine, ulteriore principio gene-
rale, contenuto nell’articolo 2423-
ter del Codice civile è quello della
comparabilità che impone il con-
POSTULATI
DEL BILANCIO (OIC 11)
Il Codice civile
L’articolo 2423 del Codice civile
richiama i principi della chiarez-
za e della rappresentazione
veritiera e corretta del bilancio.
La relazione ministeriale al
decreto legislativo 127/1991,
con cui sono state recepite le
direttive quarta (Bilancio di
esercizio) e settima (Bilancio
consolidato) - direttive poi
sostituite dalla direttiva n.
34/2013 - precisa che la formu-
la «rappresentare in modo
veritiero e corretto» costituisce
la fedele traduzione dell’espres-
sione «true and fair view» cui fa
riferimento la quarta direttiva.
Il significato di veritiero
Inoltre, secondo la relazione,
«l’uso dell’aggettivo veritiero,
riferito al rappresentare la
situazione patrimoniale, econo-
mica e finanziaria, non significa
pretendere dai redattori del
bilancio né promettere ai lettori
di esso una verità oggettiva di
bilancio, irraggiungibile con
riguardo ai valori stimati, ma
richiedere che i redattori del
bilancio operino correttamente
le stime e ne rappresentino il
risultato».
Processo di formazione
Il processo di formazione del
bilancio deve essere condotto
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
con neutralità da parte del
redattore: la neutralità, anche
se non espressamente prevista
dalla legge, costituisce un
corollario della rappresentazio-
ne veritiera e corretta.
Principio di neutralità
Il principio di neutralità richiede
che il bilancio sia scevro da
distorsioni preconcette nell’ap-
plicazione dei principi contabili
o da sperequazioni informative
a vantaggio solo di alcuni dei
destinatari primari del bilancio.
I destinatari primari dell'infor-
mazione del bilancio sono
coloro che forniscono risorse
finanziarie all'impresa: investi-
tori, finanziatori e altri creditori.
I postulati di bilancio
Nel principio contabile per
«postulati di bilancio» si inten-
dono le disposizioni contenute
negli articoli 2423, 2423 bis e
2423 ter del Codice civile.
I postulati del bilancio sono i
seguenti:
• Prudenza;
• Prospettiva della continuità
aziendale;
• Rappresentazione sostanziale;
• Competenza;
• Costanza nei criteri di valuta-
zione;
• Rilevanza;
• Comparabilità
A D O BESTO C K
I focus del Sole 24 Ore
presentazione sostanziale.
Pertanto, la prima e fondamen-
tale attività che il redattore del bi-
lancio deve effettuare è l’indivi-
duazione dei diritti, degli obbli-
ghi e delle condizioni ricavabili
dal contratto e il loro confronto
con le disposizioni dei principi
contabili per accertare la corret-
tezza dell’iscrizione o della can-
cellazione di elementi patrimo-
niali e economici. Sono richiama-
te le definizioni di credito e debito
e, ove previsto, del trasferimento
di rischi e benefici.
Per esempio, nel caso della
cessione di un bene, se non sono
soddisfatte le condizioni previ-
ste nei principi contabili che im-
pongono il trasferimento alla
controparte dei rischi e benefici
derivanti dalla cessione, il con-
tratto – pur giuridicamente vali-
do – non comporta per il cedente
la rilevazione del ricavo.
Questo significa che il bene re-
sta iscritto nel bilancio del “ce-
dente giuridico” il quale tuttavia
non è cedente ai fini della reda-
zione del bilancio.
L’articolo 2423-bis del Codice
civile prevede poi la costanza nei
criteri di valutazione: infatti, i cri-
teri di valutazione non possono
essere modificati da un esercizio
all’altro, anche se sono consentite
deroghe in casi eccezionali con
obbligo di informativa nella nota
integrativa, con indicazione e
quantificazione degli effetti sulla
rappresentazione patrimoniale,
finanziaria ed economica.
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fronto con le corrispondenti voci
dell’esercizio precedente. Nel-
l’ambito della stessa impresa la
comparabilità dei bilanci a date di-
verse è possibile se sussistono le
seguenti condizioni:
a) la forma di presentazione è co-
stante: pertanto, il modo di esposi-
zione (classificazione, separazio-
ne e identificazione per gruppi
omogenei) delle voci deve essere
uguale o almeno comparabile;
b) i criteri di valutazione adottati
devono essere mantenuti costanti;
c) i mutamenti strutturali (ac-
quisizioni, fusioni, scorporazioni
eccetera) e gli eventi di natura ec-
cezionale sono descritti nelle no-
te al bilancio.
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I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
Conto economico
LA STRUTTURA
Schema minimo definito
e obbligo di comparabilità
Sono ammesse
modifiche come
raggruppamenti,
suddivisioni
o nuove voci
PAGINA A CURA DI
Anna Pozzi
NIl conto economico in un bilancio
mette in contrapposizione i costi e ri-
cavi di competenza e illustra il risul-
tato economico della gestione del-
l’esercizio di un’impresa.
I componenti positivi e negativi di
reddito sono presentati in forma sca-
lare: i valori sono classificati secondo
la loro natura e origine.
La struttura del conto economico
secondo le norme italiane sul bilan-
cio d’esercizio è la seguente:
A)Valore della produzione
B)Costi della produzione
A-B) Differenza tra valore e costi
della produzione
C) Proventi e oneri finanziari
D) Rettifiche di valore di attività fi-
nanziarie
Risultato prima delle imposte (A -
B +/- C +/- D)
20) Imposte sul reddito dell’esercizio
21) Utile (perdita) dell’esercizio
Le voci del conto economico,
Il Codice civile. Vanno riportati tutti i componenti, le situazioni eccezionali si spiegano nella nota integrativa
Nel reddito eventi ordinari e non ricorrenti
NContrariamente a quanto acca-
deva fino a qualche anno fa, l’attuale
schema di conto economico non
consente di evidenziare separata-
mente il risultato della gestione stra-
ordinaria da quella ordinaria.
Tutti i componenti di reddito, po-
sitivi o negativi, sono rappresentati
nel conto economico in base alla loro
natura (caratteristica/accessoria, fi-
nanziaria, tributaria), indipendente-
mente dal fatto che essi rappresenti-
no poste ordinarie e straordinarie.
La dottrina aziendalistica ha
fornito una definizione della ge-
stione straordinaria e ne ha sotto-
lineato l’importanza di una sepa-
rata evidenziazione rispetto alla
gestione ordinaria.
Confluiscono, infatti, nella gestio-
ne straordinaria i componenti del
reddito di impresa che derivano da
eventi episodici ed eccezionali, come
ad esempio i furti, gli incendi, le plu-
svalenze e le minusvalenze derivanti
contrassegnate da numeri arabi,
mantengono un’unica sequenza di
numerazione dall’1 al 21: in alcuni
casi è prevista la possibilità di un’ul-
teriore suddivisione in sottovoci,
contrassegnate da lettere minusco-
le dell’alfabeto.
Lo schema è obbligatorio per tutte
le imprese (salvo per quelle che eser-
citano particolari attività per le quali
esistono disposizioni specifiche, co-
me le assicurazioni) ma sono con-
sentite le seguenti modifiche:
N possibilità di ulteriori suddivisio-
ni delle voci precedute da numeri
arabi, senza eliminazione della voce
complessiva e dell’importo corri-
spondente;
N possibilità di raggruppamento
delle voci precedute da numeri arabi,
quando il raggruppamento ha un im-
porto non rilevante e quando viene
favorita una maggiore chiarezza del
bilancio. In questo caso, le voci ogget-
to di raggruppamento dovranno es-
sere esplicitate in nota integrativa;
N aggiunta obbligatoria di altre vo-
ci, qualora il loro contenuto non sia
compreso in quelle previste dal Codi-
ce civile all’articolo 2425;
N adattamento obbligatorio delle
voci precedute da numeri arabi,
quando lo esige la natura dell’attività
esercitata.
Il conto economico deve essere
redatto in forma comparativa,
adattando le voci relative all’eserci-
zio precedente; nel caso in cui non
dalla vendita di beni ammortizzabili
(cioè cespiti aziendali non acquisiti
con l’obiettivo di essere venduti, co-
me macchinari, impianti eccetera). Ai
fini dell’individuazione di un reddito
“normale” dell’impresa, inteso come
ripetibile nei successivi esercizi, è ne-
cessario isolare il risultato della ge-
stione straordinaria, che comprende
eventi che è improbabile che si verifi-
cheranno negli esercizi successivi.
Laddove ciò non avvenga, come
nell’attuale schema di conto econo-
mico, si potrà generare un’impropria
comprensione della dinamica econo-
mica di un esercizio, nel caso in cui il
risultato dello stesso sia influenzato
da eventi non ricorrenti o anormali.
Per tale motivo, il Codice civile im-
pone di segnalare nella nota integra-
tiva l’importo e la natura dei singoli
elementi di ricavo o di costo di entità o
incidenza eccezionali, nonché le cir-
costanze di accadimento e l’inciden-
za sul risultato economico dell’eser-
siano comparabili si dovrà fornire
adeguata informativa nella nota in-
tegrativa in merito ad eventuali
adattamenti apportati ai dati del-
l’esercizio precedente.
La struttura di conto economico
permette di conoscere il valore della
produzione realizzata, i costi della
produzione sostenuti, i risultati inter-
medi conseguiti e la progressiva for-
mazione del risultato dell’esercizio.
Esso consente di individuare il ri-
sultato di quelle che, secondo la dot-
trina aziendalistica, sono le principali
aree della gestione aziendale:
N gestione caratteristica;
N gestione accessoria;
N gestione finanziaria;
N gestione tributaria.
In particolare, la differenza tra va-
lore e costi della produzione esprime,
seppur senza consentire di isolarli
compiutamente, il risultato delle ge-
stioni caratteristica ed accessoria: la
prima include valore e costi della pro-
duzione che rappresentano il risulta-
to della gestione tipica dell’impresa,
provenienti sia dalla cessione di beni
che dalla prestazione di servizi (ad
esempio: l’acquisto di materie prime,
l’ammortamento dei macchinari, gli
stipendi del personale e i ricavi deri-
vanti dalla vendita del prodotto
aziendale); la seconda include pro-
venti e oneri patrimoniali non affe-
renti alla gestione tipica dell’impresa
(ad esempio, un rimborso assicurati-
vo ottenuto a seguito di un sinistro).
cizio e sulla situazione patrimoniale-
finanziaria. La lettura di queste infor-
mazioni consente di completare le
informazioni quantitative riportate
nello schema di conto economico.
I ricavi e costi di entità o incidenza
eccezionali sono proventi e oneri
non ricorrenti e scarsamente preve-
dibili nel loro accadimento che inci-
dono sul conto economico della so-
cietà in modo tale che la loro cono-
scenza possa, per la loro eccezionali-
tà, influenzare le decisioni
economiche degli utilizzatori del bi-
lancio. Tali elementi possono indi-
stintamente riguardare la gestione
tipica, la gestione finanziaria o la ge-
stione tributaria.
Ne sono esempi: componenti posi-
tivi e negativi di reddito derivanti da
operazioni societarie straordinarie
(effetti di una fusione o di un conferi-
mento); svalutazioni o rivalutazioni
con effetti eccezionali sul risultato
economico conseguenti a cambia-
Guida alla lettura dei bilanci 5
I PRODOTTI
IN VETRINA
LA RIVISTA
Guida alla contabilità
La sezione C) del conto economi-
co rappresenta la gestione finanzia-
& bilancio
ria e comprende principalmente
proventi derivanti da partecipazio-
Chiarezza espositiva, sintesi e
indicazioni operative, grafici,
ni, da titoli o da crediti immobilizza-
ti, interessi attivi e passivi, utili e
tabelle, esempi di scritture
contabili rendono questa
perdite su cambi relativi ad opera-
zioni in valuta effettuate nell’eserci-
rivista - disponibile sia in
formato cartaceo che in
zio e rettifiche di valore di attività e
passività finanziarie dovute a svalu-
digitale - un vero e proprio
strumento operativo
tazioni o rivalutazioni di partecipa- indispensabile per il
zioni e strumenti finanziari effet- professionista.
tuate nell’esercizio. Scopri di più su:
I risultati delle gestioni sono rap- offerte.ilsole24ore.com/gcb
presentati al lordo degli effetti fiscali
delle imposte dirette, che trovano
rappresentazione nella riga 20 del
conto economico, accogliendo quin-
di il risultato della gestione tributaria
rappresentativo dell’onere per impo-
ste correnti, differite, anticipate a ca-
rico della società per l’esercizio.
L'ultima voce dello schema espone
il risultato dell’esercizio. In caso di ri- IL SOFTWARE
sultato positivo, si avrà un utile sul Valore24
quale si dovrà calcolare la riserva le-
gale ed eventuali riserve previste dal-
Bilancio Cloud
lo statuto della società. In caso di ri- Il software online completo e
sultato negativo, si avrà una perdita modulabile in base alle
sulla quale si dovrà prevedere ade- esigenze del professionista.
guata copertura. La destinazione del- Partendo dai dati di bilancio,
l’utile o la copertura della perdita so- consente di ottenere: bilancio
no definite mediante delibera as- di esercizio e consolidato, la
sembleare, sulla base di una proposta relazione sulla gestione,
di destinazione dell’organo ammini- monitoraggio degli indicatori
strativo che deve essere illustrata nel- economici, valutazione del
la nota integrativa. merito creditizio, benchmark e
© RIPRODUZIONE RISERVATA molto altro.
Maggiori informazioni
su:valore24.com/bilancio-cloud
menti di strategie aziendali; soprav-
venienze attive o passive derivanti da
fatti naturali o estranei alla gestione
dell’impresa; ricavi e costi non ricor-
renti considerati eccezionali per di-
mensione, controparte e marginalità.
Per completezza, è doveroso sotto-
lineare che i principi contabili evoluti
(non solo italiani ma anche interna-
zionali) non prevedono la separazio- IL MANUALE
ne della gestione straordinaria: e ciò Dal bilancio d’esercizio
anche in quanto la prassi applicative
dei bilanci in cui in passato era con-
al reddito d’impresa
sentito evidenziare le partite straordi- Un volume che affronta gli
narie in una sezione separata del con- aspetti civilistici e fiscali della
to economico aveva mostrato una redazione dei bilanci e della
marcata tendenza a includere tra le liquidazione delle imposte sui
partite straordinarie i componenti ne- redditi,trattando tutti i temi di
gativi di reddito, mentre a considerare interesse per chi deve affrontare
quasi sempre ordinari i componenti gli adempimenti relativi al
positivi, finendo per rappresentare un bilancio, alla determinazione del
veicolo per l’applicazione impropria reddito d'impresa e alle
di politiche contabili volte a migliorare dichiarazioni fiscali.
il risultato della gestione ordinaria. Nelle librerie professionali e su:
© RIPRODUZIONE RISERVATA ilsole24ore.com/vasapolli

6 Guida alla lettura dei bilanci
Conto economico
LE VOCI
Valore della produzione: dai ricavi
alla variazione delle rimanenze
La produzione
può anche essere
destinata
a costruire
immobilizzazioni
PAGINA A CURA DI
Cristina Brundo
NIl conto economico si apre con
il valore della produzione, gran-
dezza che contrapposta ai costi
della produzione consente di de-
terminare un primo risultato inter-
medio dell’esercizio. L’espressione
«valore della produzione» va inte-
sa in senso economico e non lette-
rale: essa include non solo la pro-
duzione delle imprese industriali
(produzione e la cessione di beni),
ma anche quella delle imprese del
terziario (beni e servizi). Il valore
della produzione è un insieme di
elementi eterogenei, di seguito de-
scritti, ciascuno con un preciso si-
gnificato economico.
a1) ricavi delle vendite
e delle prestazioni
Rappresentano i ricavi della ge-
stione caratteristica o tipica. Si trat-
ta di una delle voci più utilizzate co-
me biglietto da visita dell’impresa,
spesso impropriamente denomi-
nata fatturato o volume d’affari, ed
è uno dei parametri di riferimento
per la classificazione delle imprese
nelle differenti categorie dimen-
sionali (piccole, medie, grandi).
Tali ricavi, rilevati secondo il
Resi, sconti e abbuoni. Cosa succede in caso di anomalie relative a merci, pagamenti e prezzi
Rettifiche nel rispetto della competenza economica
N La vendita di un bene o servi-
zio può essere soggetta a rettifi-
che che possono determinarne
una rettifica totale o parziale del
prezzo della transazione. Le cau-
se possono essere molteplici: re-
si per merci difettose o eccedenti
rispetto al quantitativo ordinato,
resi per ritardi di consegna,
sconti concessi per incassi anti-
cipati rispetto alle scadenze, ab-
buoni dovuti a riduzioni di prez-
zo concessi per differenze quali-
tative sulle merci vendute. Fre-
quentemente accade che
l’operazione di vendita è realiz-
zata in un esercizio (ad esempio
in data 15 dicembre) mentre la
principio della competenza, trova-
no la propria contropartita nei cre-
diti verso clienti sia per gli importi
già fatturati, sia per le cosiddette
«fatture da emettere», ossia corri-
spettivi già maturati a seguito di
obbligazioni già eseguite, ma non
ancora fatturati ai clienti finali.
Non va pertanto confusa la cifra dei
ricavi con gli incassi, la cui dinami-
ca dipende altresì dal tasso di rota-
zione dei crediti.
I ricavi devono essere indicati
per competenza e al netto di resi,
sconti, abbuoni e premi, nonché
delle imposte direttamente con-
nesse con la vendita dei prodotti e
la prestazione dei servizi.
a2) variazioni
delle rimanenze di prodotti
in corso di lavorazione,
semilavorati e finiti
Rappresenta la produzione ese-
guita nell’esercizio e trova con-
tropartita nelle voci di stato patri-
moniale dell’attivo circolante ac-
cese alle rimanenze. Esprime il
valore aggiunto dei beni median-
te la produzione industriale che,
alla data di chiusura del bilancio,
non è stato ancora realizzato tra-
mite la vendita.
Algebricamente, la voce rappre-
senta la differenza tra il valore delle
rimanenze alla data di chiusura
dell’esercizio e il corrispondente
valore alla data di chiusura del-
l’esercizio precedente, come espo-
sti nello stato patrimoniale (si ve-
dano, nell’esempio, le voci con-
trassegnate con A2). Le variazioni,
se positive (rimanenze finali mag-
giori di quelle iniziali), incremen-
tano il valore della produzione; se
rettifica si realizza solo nell’eser-
cizio successivo (ad esempio in
data 10 febbraio) e trova forma-
lizzazione in documenti emessi
dalla società venditrice che retti-
ficano la fattura di vendita, ad
esempio la nota di credito.
Tuttavia, per il principio della
competenza economica, l’effetto
di tali rettifiche deve essere rifles-
so già nel bilancio in chiusura al 31
dicembre, al fine di rispettare il
principio della competenza eco-
nomica: l’importo di tale rettifica
è determinato sulla base del-
l’analisi dei contratti e delle spe-
cifiche situazioni esistenti, anche
in base a stime che trovano fon-
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
L'esempio
Variazione delle rimanenze
ESERCIZIO
CORRENTE
ESERCIZIO
PRECEDENTE
VARIAZIONE NOTE
I - RIMANENZE
1) Materie prime,
sussidiarie e di consumo 25.377.758 30.259.816 -4.882.058 B) 11
2) Prodotti in corso di
25.48.219 6.528.646 -3.980.427 A) 2
lavorazione e semilavorati
4) Prodotti finiti e merci 50.870.074 35.218.391 15.651.683 A) 2
Totale rimanenze 78.796.051 72.006.853 6.789.198
CONTO ECONOMICO
ESERCIZIO CORRENTE
A) Valore della produzione
2) Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di
lavorazione, semilavorati e finiti 11.671.256
B) Costi della produzione
11) Variazione delle rimanenze di materie prime,
sussidiarie, di consumo e merci -4.882.058
Totale variazione 6.789.198
negative, lo riducono. Non vanno su ordinazione; esse sono rilevate
incluse in tale voce le variazioni di separatamente in quanto esprimo-
rimanenze di materie prime, sussi- no una produzione realizzata su
diarie, di consumo e merci, che (si specifiche indicazioni della com-
veda a pagina 7) sono rappresenta- mittenza.
te tra i costi della produzione.
a4) incrementi
a3) variazioni dei lavori di immobilizzazioni
in corso su ordinazione per lavori interni
Il funzionamento della voce in og- La produzione dell’impresa può
getto è analogo a quanto visto per la anche essere destinata, oltre che al-
precedente voce A2), ma in essa la vendita, alla costruzione per
confluiscono le variazioni delle ri- l’uso interno di una immobilizza-
manenze relative ai lavori in corso zione. In tal caso, ricorrendone i re-
damento sull’esperienza e su Si pensi ad esempio ad una so-
ogni altro elemento utile. cietà operante nel settore indu-
In alcuni settori, è possibile striale che, negli ultimi giorni di
determinare in modo oggettivo dicembre, ha realizzato vendite
l’importo delle rettifiche: ad di 10 prodotti a 15 euro e ha conta-
esempio, nel caso di vendite sog- bilizzato ricavi per complessivi
gette a diritto di reso da eserci- 150 euro, in contropartita dei re-
tarsi entro un preciso termine lativi crediti commerciali incas-
(ad esempio 14 giorni) dalla data sabili a 60 giorni. Nel mese di
di perfezionamento della vendi- gennaio, a fronte della proposta
ta. È possibile ricostruire in mo- di pagamento anticipato delle
do accurato, tramite analisi delle fatture rispetto al termine ordi-
note di credito emesse nelle pri- nario dei 60 giorni, la società con-
me settimane dell’esercizio suc- cede uno sconto di 5 euro al clien-
cessivo, l’importo delle vendite te, con emissione della relativa
contabilizzate nel bilancio al 31 nota di credito.
dicembre che sono state succes- Nel bilancio in chiusura al 31 di-
sivamente oggetto di rettifica. cembre tale sconto, in quanto ri-
I focus del Sole 24 Ore
quisiti, si rileva nello stato patri-
moniale una immobilizzazione e in
contropartita si valorizza la voce in
oggetto. Si bilancia in tal modo, nel
conto economico, il costo sostenu-
to (ad esempio, personale, ammor-
tamenti, oneri finanziari) con il be-
neficio rappresentato dalla produ-
zione ad uso interno.
a5) altri ricavi e proventi,
con separata indicazione dei
contributi in conto esercizio
Si tratta di una voce residuale, de-
stinata ad accogliere i componenti
del reddito diversi dalla gestione
caratteristica della società, ma pur
sempre attinenti alla gestione or-
dinaria. Può trattarsi ad esempio di
proventi patrimoniali, quali le plu-
svalenze derivanti dall’alienazio-
ne dei cespiti, o proventi derivanti
dalla gestione accessoria, ad esem-
pio affitti attivi derivanti dalla lo-
cazione di immobili di proprietà
della società (terreni, fabbricati),
canoni attivi e royalty da brevetti,
marchi, diritti d’autore derivanti
dalla concessione a terzi del diritto
di utilizzare beni immateriali di
proprietà della società.
In tale voce sono inoltre classifi-
cate le sopravvenienze e insussi-
stenze attive quali, ad esempio, le
eccedenze degli accantonamenti ai
fondi rischi, quando l’accantona-
mento al fondo sia stato inizial-
mente contabilizzato nella classe B
tra i costi di gestione. In tale voce
trovano anche rappresentazione i
contributi in conto esercizio, per i
quali vige l’obbligo di evidenzia-
zione separata nello schema di
conto economico.
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ferito a ricavi già rilevati in tale bi-
lancio, deve trovare rappresenta-
zione attraverso una rettifica dei
ricavi per l’importo di 5 euro, che
troverà contropartita patrimo-
niale in un conto per note credito
da emettere, esposto nello stato
patrimoniale a riduzione dei cre-
diti commerciali. In tal modo è
pienamente realizzato il postula-
to della competenza economica
che permette di rappresentare,
nel bilancio in chiusura al 31 di-
cembre, l’effettivo valore della
produzione al netto delle rettifi-
che, ancorché materializzatesi in
un successivo esercizio.
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I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
Conto economico
I COSTI DELLA PRODUZIONE
Anche gli oneri amministrativi
tra i costi della produzione
Vanno inclusi
anche i costi
di vendita e quelli
della gestione
accessoria
PAGINA A CURA DI
Cristina Brundo
N Il costo della produzione
comprende tutti gli oneri soste-
nuti per l’ottenimento del pro-
dotto e la sua commercializza-
zione (retribuzioni, costi gene-
rali e di consegna, ammorta-
menti ecc.).
Questa configurazione è ampia
e non va intesa in senso letterale:
nel raggruppamento sono inclusi
i costi di vendita, i costi ammini-
strativi, i costi della gestione ac-
cessoria che non sono veri e pro-
pri costi di produzione.
Il costo della produzione è un in-
sieme di elementi eterogenei cia-
scuno con un preciso significato
economico.
b6) per materie prime,
sussidiarie, di consumo e merci
Rappresentano i costi della ge-
stione caratteristica o tipica. La
voce principale è riferibile al-
l’acquisto di materiali che entra-
no nel ciclo di produzione (im-
prese industriali) per la realiz-
zazione del prodotto finito,
nonché all’acquisto di merci per
la commercializzazione (impre-
se commerciali).
Fondi rischi e oneri. Tra le valutazioni da fare alla chiusura c’è la quantificazione delle passività potenziali legate a situazioni già in atto
La natura guida la classificazione degli accantonamenti
N Nell’ambito delle valutazioni
di bilancio da effettuare alla chiu-
sura dell’esercizio i fondi rischi
rappresentano un’area partico-
larmente delicata in quanto il re-
dattore del bilancio deve verifica-
re l’esistenza di passività poten-
ziali connesse a situazioni già esi-
stenti al 31 dicembre, il cui esito è,
però, pendente in quanto si defi-
niranno solo in futuro.
Lo schema previsto dall’articolo
2425 del Codice civile classifica le
voci di conto economico per natura,
ciò vale anche per gli accantona-
menti ai fondi rischi ed oneri (che
trovano la loro contropartita nel
passivo dello stato patrimoniale).
b7) per servizi
Affluiscono a questa voce i corri-
spettivi dovuti a terzi nell’ambito
di un rapporto contrattuale, ad
esempio servizi di trasporto, assi-
curazione, utenze, consulenze tec-
niche, legali, fiscali, amministrati-
ve e commerciali, servizi bancari e
finanziari (diversi dagli oneri fi-
nanziari).
b8) per godimento di beni
di terzi
Sono i costi sostenuti per avere la
detenzione o l’uso di beni di pro-
prietà di terzi, ad esempio i canoni
per la locazione di beni immobili, i
canoni e royalties per l’utilizzo di
brevetti, marchi, i canoni di leasing
di macchinari.
b9) per il personale
Il lavoro rappresenta un altro dei
fattori produttivi dell’impresa, il
suo acquisto avviene tramite un
rapporto di lavoro subordinato dal
quale scaturiscono una serie di ob-
blighi a carico dell’impresa in forza
di norme di legge. Il costo del lavo-
ro, come rappresentato nell’esem-
pio in infografica, comprende una
quota liquidata al lavoratore
(iscritta in B9a)) e una quota corri-
sposta agli enti assicurativi e previ-
denziali (iscritta in B9b)). Include
altresì il trattamento di fine rap-
porto il cui accantonamento è
iscritto in B9c), nonché altri costi
non tipizzati (ad esempio incentivi
all'esodo) iscritti in B9d).
b10) ammortamenti
e svalutazioni
In questa voce sono rilevati tutti gli
ammortamenti e le svalutazioni
Essi sono iscritti in via prioritaria in
una delle voci B6 - B11 del conto eco-
nomico; solo quando non è possibi-
le la correlazione tra la natura del-
l’accantonamento e una delle voci
del conto economico, gli accanto-
namenti sono iscritti in due voci
specifiche, B12 per gli accantona-
menti per rischi e/o B13 per gli altri
accantonamenti.
Ad esempio, l’accantonamento al
fondo indennità suppletiva di
clientela (dovuto agli agenti di com-
mercio in caso di cessazione del
mandato di agenzia) andrà classifi-
cato nella voce B7 costi per servizi,
mentre quello relativo ai fondi per
trattamento di quiescenza (ricono-
Gli esempi
B9 - COSTI PER IL PERSONALE
ESERCIZIO CORRENTE
a) Salari e stipendi
b) Oneri sociali
c) Trattamento di fine
rapporto
e) Altri costi
Totale costi per il
personale
MOVIMENTAZIONE DEL FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
Saldo esercizio
precedente
Utilizzo nell'esercizio
corrente
Accantonamento
dell'esercizio corrente
Saldo esercizio corrente
delle immobilizzazioni materiali e
immateriali e le svalutazioni dei cre-
diti compresi nell’attivo circolante e
delle disponibilità liquide. L’am-
mortamento è un procedimento
amministrativo-contabile con cui il
costo di un bene (ad uso durevole) o
di un’attività immateriale è ripartito
nel corso di più esercizi.
Attraverso l’ammortamento il
costo è spalmato su più anni in ra-
gione della loro durata economica.
Il conto economico prevede la sud-
divisione tra gli ammortamenti re-
lativi alle immobilizzazioni imma-
teriali (B10a)) e materiali (B10b)).
sciuti ai dipendenti e diversi dal Tfr)
andrà classificato nella voce B9d).
Gli accantonamenti alla voce B12
accolgono gli stanziamenti che po-
tenzialmente possono comportare
l’insorgere di una passività negli
esercizi successivi (sono incerti
nell’ammontare e nel verificarsi).
Gli esempi più ricorrenti sono rela-
tivi a rischi per cause in corso, rischi
per crediti ceduti e rischi per garan-
zie prestate a terzi. Ad esempio, al 31
dicembre, l’impresa decide di iscri-
vere un fondo responsabilità civile
poiché la polizza assicurativa con-
tro i danni a terzi ha una franchigia
pari a 3mila euro. La contropartita
patrimoniale di tale fondo sarà B3)
Guida alla lettura dei bilanci
ESERCIZIO PRECEDENTE
35.988.647
12.876.115
37.388.963
12.242.264
2.001.890 2.084.128
392.327 319.673
51.258.979 52.035.028
IMPORTO NOTE
1.318.069
-238.666
406.301 B) 10d
1.485.704
In B10d) sono iscritte le svaluta-
zioni dei crediti commerciali e dei
crediti diversi iscritti nell’attivo
circolante, determinate in base a
stime, che trovano contropartita
nella movimentazione patrimo-
niale del fondo svalutazione credi-
ti, iscritto in contabilità a riduzione
del valore dei crediti verso clienti.
In particolare (si veda l’infogra-
fica) trovano contropartita in que-
sta voce gli accantonamenti. Le
perdite realizzate su crediti, inve-
ce, nella misura in cui non trovino
capienza nel fondo svalutazione
crediti, sono iscritte nella voce B14.
Altri fondi per rischi e oneri.
Gli accantonamenti alla voce B13
accolgono gli altri stanziamenti
che hanno un maggior grado di cer-
tezza nell’insorgere di una passivi-
tà negli esercizi successivi, ma non
nel loro ammontare o nella data di
sopravvenienza. Gli esempi più ri-
correnti sono relativi a fondi per
manutenzione ciclica, garanzie
prodotti e recupero ambientale. Ad
esempio, al 31 dicembre, per far
fronte alla programmata manu-
tenzione degli impianti da effet-
tuarsi fra due esercizi, si accantona
allo specifico fondo l’importo di
5mila euro. La contropartita patri-
moniale di tale fondo sarà B3) Altri
7
b11) variazioni delle rimanenze
di materie prime, sussidiarie, di
consumo e merci
Rappresenta la differenza tra le ri-
manenze finali e le rimanenze ini-
ziali di materie prime, sussidiarie,
di consumo e merci. È utile consi-
derare tale voce assieme alla pre-
cedente B6: la somma algebrica di
tali voci rappresenta i consumi im-
piegati nella produzione realizza-
ta nell’esercizio. Le variazioni, se
negative (rimanenze finali minori
di quelle iniziali) incrementano il
costo della produzione: infatti, in
tale caso, nel corso dell’esercizio si
sono consumate scorte che erano
state accumulate negli esercizi
precedenti, e questo consumo tro-
va rappresentazione nel conto
economico come costo della pro-
duzione. Viceversa, se la variazio-
ne delle rimanenze è positiva, essa
riduce il costo della produzione:
nel corso dell’esercizio, infatti, so-
no stati sostenuti costi per acqui-
stare scorte che rimangono dispo-
nibili a magazzino.
b14) oneri diversi di gestione
Si tratta di una voce residuale, de-
stinata ad accogliere i componenti
del reddito diversi dalla gestione
caratteristica della società, ma pur
sempre attinenti alla gestione
operativa. Può trattarsi ad esem-
pio, di minusvalenze di natura non
finanziaria, di sopravvenienze e
insussistenze passive, imposte in-
dirette, tasse e contributi, contri-
buti ad associazioni sindacali e di
categoria, omaggi ed articoli pro-
mozionali, liberalità, oneri per
multe, ammende e penalità.
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fondi per rischi e oneri.
Anche i rilasci dei fondi, ovvero
le situazioni in cui il fondo iscritto
risulta eccedente rispetto all’effet-
tivo onere che si sostiene al mo-
mento di realizzazione della passi-
vità stimata, sono rappresentati
tra i componenti positivi di reddito
nella macro classe corrispondente
alla propria natura. Se, ad esempio,
a fronte del fondo per la franchigia
di mila euro sopra ipotizzato, l’im-
presa sostenesse un effettivo one-
re di 2.800 euro, la differenza di
200 euro sarebbe contabilizzata
nella voce A5) Altri ricavi e proventi
del conto economico.
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 I focus del Sole 24 Ore
8 Guida alla lettura dei bilanci Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28

Conto economico
LO SCHEMA CIVILISTICO E RICLASSIFICATO

La forma scalare dello schema

rende più chiari i risultati d’esercizio

si evince una contrazione del valore della notaintegrativa,consentirebbedicom-

Evidenziate
in particolare
tre aree: operativa,
finanziaria
e delle imposte
PAGINA A CURA DI
Cristina Brundo
Luca Magnano San Lio
NLo schema di conto economico ha
unaformascalarecheevidenziairisultati
intermedi a seguito della classificazione
pernatura.Ilcontoeconomicoevidenzia
principalmente tre aree, operativa (e ac-
cessoria), finanziaria e delle imposte.
conto economico civilistico
Il conto economico civilistico fornisce
una rappresentazione delle operazioni
di gestione mediante una sintesi dei
componenti positivi e negativi di reddito
che hanno contribuito a determinare il
risultato economico nel suo complesso,
ma consente anche di evidenziare i risul-
tatidelletreareeoperativeseparatamen-
te.ConleclassiAeBsiconfrontanoicom-
ponenti positivi, relativi alla gestione ca-
ratteristica e alla gestione accessoria, co-
stituenti il valore della produzione con i
costi della produzione classificati per na-
tura.ComeevidenziatonellaTabellaAri-
portata in infografica, l’impresa ha un
andamento economico positivo: ciò
vuoldirechel’impresahacopertolatota-
litàdeicostiattraversolagenerazionedei
ricavi. Una più attenta lettura del conto
economico, raffrontando l’esercizio in
corso con il precedente, evidenzia però
che la differenza tra il valore della produ-
zione ed i costi della produzione si è ri-
dottadi4.032.672euro:piùinparticolare,
produzionecuisièassociataunapiùmo-
desta riduzione dei costi della produzio-
ne. L’approfondimento di tale scosta-
mento, anche al fine di comprenderne la
natura, potrà essere svolto mediante
un’attenta analisi delle singole voci delle
macroclassiA)eB)commentateapagina
6 e 7, ma anche utilizzando le informa-
zioni contenute nella nota integrativa.
Ad esempio, la nota integrativa indica
la ripartizione dei ricavi delle vendite e
delle prestazioni secondo le categorie di
attività e secondo aree geografiche, fre-
quentemente utilizzando un’informati-
va tabellare che consente anche un im-
mediato confronto con il precedente
esercizio. Tale tabella può consentire di
acquisire informazioni più di dettaglio
sullanaturadellariduzionedelvaloredel-
la produzione: ad esempio rilevando che
uno specifico prodotto/settore produtti-
vo ha subito una riduzione, piuttosto che
unospecificomercatogeografico(sipen-
siperesempioaunasignificativariduzio-
ne delle esportazioni a seguito dell’intro-
duzionedinuovidazi,comepotrebbeac-
cadere a seguito di fenomeni quali la
Brexit). Come indicato a pagina 5, poi, si
dovrà aver cura di ricercare nella nota in-
tegrativa l’eventuale presenza di ricavi o
costi di natura eccezionale che possono
contribuirenelladiagnosidellariduzione
del valore della produzione.
la nota integrativa
Fondamentale nella comprensione
della dinamica economica è il ruolo del-
la nota integrativa: si pensi con riferi-
mento alla riduzione evidenziata in in-
fografica, se essa fosse imputabile a un
fenomeno esterno, come potrebbe ac-
cadere nei bilanci 2020 a seguito della
diffusione della Covid-19 e ai riflessi ne-
gativi sull’economia. Questa informa-
zione, se correttamente riportata nella
Tabella A prendere che la riduzione del valore
della produzione e della relativa diffe-
Conto economico scalare renza con i costi della produzione sono
da collegare a un generale andamento
CONTO ECONOMICO ESERCIZIO
CORRENTE
ESERCIZIO
PRECEDENTE
economico dell’economia. Va sottoli-
neato che la differenza fra valore e costo
A) Valore della produzione 662.630.066 733.865.398 della produzione nel conto economico
B) Costi della produzione 647.424.140 714.626.800 non è assimilabile al concetto azienda-
Differenza tra valore e costi della 15.205.926 19.238.598
listico di reddito operativo, per la pre-
produzione (A-B) senza delle componenti della gestione
accessoria che quest’ultimo concetto
C) Proventi e oneri finanziari -174.312 9.906.127
tende ad evidenziare separatamente.
D) Rettifiche di valore di attività e passività 2.037.601 -2.397.059
finanziarie
la gestione finanziaria
Risultato prima delle imposte (A-B+-C+-D) 17.069.215 26.747.666 Le classi C e D sono relative ai compo-
20) Imposte sul reddito di esercizio, -5.798.565 -14.214.417 nenti positivi e negativi e alle rettifiche di
correnti, differite e anticipate valore della gestione finanziaria. La ge-
21) Utile (perdita) dell'esercizio 11.270.650 12.533.249 stione finanziaria è riferibile al costo del-
le operazioni di raccolta delle fonti di fi-
nanziamentoattraversol’indebitamen-
to con i terzi, con conseguente sorgere di
Tabella B oneri finanziari ed è inoltre riferibile alle
operazioni che danno vita a proventi fi-
Conto economico a valore aggiunto nanziari attivi derivanti dall’acquisizio-
ne di partecipazioni, titoli, depositi ban-
CONTO ECONOMICO ESERCIZIO ESERCIZIO VARIAZIONE cari. In questo caso è il capitale il fattore
RICLASSIFICATO CORRENTE PRECEDENTE
produttivo che determina le operazioni
Ricavi netti 646.362.338 726.562.726 -80.200.388 di natura finanziaria. Continuando con
Costi esterni -574.665.468 -646.480.292 71.814.824 l’esempio della Tabella A, la gestione fi-
Valore aggiunto 71.696.870 80.082.434 -8.385.564 nanziaria ha ulteriormente incremen-
Costo del lavoro -51.258.979 -52.035.028 776.049 tatoilrisultatoprimadelleimposte:que-
Margine operativo lordo sto potrebbe essere l’effetto di riprese di
(EBITDA) 20.437.891 28.047.406 -7.609.515 valore dei titoli in portafoglio al 31 di-
Ammortamenti, svalutazioni cembre, svalutati nel corso dell’esercizio
-9.771.288 -11.475.909 1.704.621
ed altri accantonamenti precedente per allineare il loro valore di
Margine operativo netto bilancio a quello di mercato.
(EBIT) 10.666.603 16.571.497 -5.904.894
Il conto economico scalare evidenzia il
Proventi non caratteristici 4.539.323 2.667.101 1.872.222 risultato prima delle imposte e il risultato
Proventi e oneri finanziari -174.312 9.906.127 -10.080.439 dell’esercizio. La possibilità di analizzare,
Redditi corrente 15.031.614 29.144.725 -14.113.111 separatamente,ilivellidellagestionedel-
l’impresa consente di avere un’informa-
Rivalutazioni e svalutazioni 2.037.601 -2.397.059 4.434.660
zioneimmediataesinteticadelcontribu-
Reddito prima delle imposte 17.069.215 26.747.666 -9.678.451 tocheciascunagestionehaapportatoalla
Imposte sul rediito -5.798.565 -14.214.417 8.415.852 formazione del risultato dell’esercizio.
Reddito netto 11.270.650 12.533.249 -1.262.599 © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’analisi. Il conto economico può essere riclassificato in diversi modi: a ricavi e costo del venduto, a ricavi e costi variabili o a valore aggiunto

La riclassificazione rende omogenea la lettura dei dati

NNell’analisidibilancioefinanziaria
si ricorre frequentemente alla riclassi-
ficazione extracontabile del conto eco-
nomico al fine di consentire una lettura
di tipo gestionale dei dati omogenei nel
tempo e di ricostruire ed evidenziare
delle grandezze che esprimono in mo-
do più analitico l’andamento attraver-
so, ad esempio, la determinazione del
valore aggiunto e del reddito operativo.
Il conto economico può essere ri-
classificato extracontabilmente in di-
versi modi, ad esempio a ricavi e costo
del venduto, a ricavi e costi variabili o a
valore aggiunto. Il conto economico a
ricavi e costo del venduto evidenzia
soltanto la ricchezza creata dall’im-
presa a seguito dei ricavi di vendita,
senza considerare le variazioni del
magazzino e dal lato dei costi, si iscri-
vono solo quelli relativi alla produzio-
ne venduta. Il conto economico a ricavi
e costi variabili si basa sulla suddivi-
sione dei costi aziendali in base al loro
grado di variabilità rispetto a volumi di
vendita. Infine, il conto economico a
valore aggiunto (si veda nell’infografi-
ca la tabella B), analizzato in dettaglio
nei risultati intermedi, mantiene la
struttura scalare, ed evidenzia i se-
guenti principali margini:
— valore aggiunto, dato dalla diffe-
renza tra valore della produzione e fat-
tori produttivi esterni utilizzati nel pro-
cesso di produzione (consumo materie
prime, costi per servizi, godimento be-
ni di terzi etc.). Questa grandezza eco-
nomica identifica il margine che resi-
dua all’azienda per remunerare i fattori
produttivi interni;
— margine operativo lordo (Ebi-
tda - Earning before interest taxes
depreciation amortization), ottenu-
to dalla differenza tra il valore ag-
giunto e i costi del personale;
— margine operativo netto (Ebit -
Earning before interest and taxes): si
calcola sottraendo all’Ebitda gli am-
mortamenti, gli accantonamenti ed
esprime il risultato economico che
l’azienda è in grado di generare con la
sola gestione caratteristica;
— reddito corrente, ottenuto dal-
la somma algebrica tra il margine
operativo netto e il saldo della ge-
stione finanziaria;
— reddito ante imposte, calcolato
sommando al reddito corrente il saldo
della gestione straordinaria;
— reddito netto, ottenuto sottra-
endo all’utile lordo l’ammontare del-
le imposte da pagare.
Frequente nella prassi è l’utilizzo
dell’Ebitda come indicatore di profitta-
bilità in quanto indica non solo la capa-
cità dell’azienda di generare reddito
basandosi esclusivamente sulla ge-
stione operativa (inerente all’attività
dell’impresa), ma rappresenta anche
una prima (grezza) approssimazione
del flusso di cassa generato dall’azien-
da, in quanto non include le compo-
nenti economiche non monetarie per
eccellenza, quali gli ammortamenti
(depreciation and amortisazion) e gli
accantonamenti ai fondi.
L’Ebitda viene poi spesso utilizzato
per la costruzione di indicatori utili alla
valutazione dell’impresa come ad
esempio il Debito finanziario/Ebitda,
proprio per misurare, seppur in modo
grezzo, la capacità dell’impresa di ge-
nerare flussi di cassa sufficienti al paga-
mento delle proprie obbligazioni.
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I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28 Guida alla lettura dei bilanci 9

Stato patrimoniale
LA STRUTTURA

La natura di debiti e crediti

criterio chiave del bilancio

Le varie voci
dello stato
patrimoniale
misurano la salute
dell’azienda
PAGINA A CURA DI
Anna Pozzi
NLo stato patrimoniale in un bi-
lancio rappresenta la situazione
patrimoniale e finanziaria di
un’impresa.
Lo schema dello stato patrimonia-
le, secondo le norme italiane sul bi-
lancio d’esercizio (Codice civile e
principi contabili emanati dall’Oic,
l’Organismo italiano di contabilità)
prevede la suddivisione in attività,
passività e patrimonio netto.
la struttura
La struttura per l’attivo di stato patri-
moniale è la seguente:
A) Crediti verso soci per versamen-
ti ancora dovuti
B) Immobilizzazioni
C) Attivo circolante
D) Ratei e risconti quando il raggruppamento ha un im- (tra le quali vi sono l’Ires e l’Irap) deve dale rispetto alla destinazione origi-
La struttura per il passivo di statoporto non rilevante e quando viene essere effettuata al netto degli accon- naria. La normativa prevede, inoltre,
patrimoniale è la seguente: favorita una maggiore chiarezza del ti versati, delle ritenute subite nel- che eventuali rettifiche del valore di
A) Patrimonio netto bilancio. In questo caso, le voci og- l’anno e degli eventuali crediti per un’attività, devono essere iscritte a
B) Fondi per rischi e oneri getto di raggruppamento dovranno imposte sorti in esercizi precedenti. diretta riduzione delle rispettive voci
C) Trattamento di fine rapporto essere esplicitate in nota integrativa; Il criterio della destinazione dell’attivo di stato patrimoniale.
D) Debiti - aggiunta obbligatoria di altre vo- aziendale è alla base della classifica-
E) Ratei e risconti ci, qualora il loro contenuto non sia zione degli elementi nelle voci del- il criterio della natura
I gruppi, contrassegnati dalle let- compreso in quelle previste dal Codi- l’attivo di stato patrimoniale. In par- Anche il criterio della natura guida
tere maiuscole dell’alfabeto, sono ce civile all’articolo 2424; ticolare, un’attività sarà classificata la classificazione degli elementi
suddivisi a loro volta in sottogruppi - adattamento obbligatorio delle in alternativa tra le immobilizzazio- nelle voci del passivo di stato patri-
(o classi), indicati con numeri roma- voci precedute da numeri arabi, ni (gruppo B) o l’attivo circolante moniale. In particolare, una passi-
ni, i quali sono ulteriormente suddi- quando lo esige la natura dell’attività (gruppo C) in base alla destinazione vità sarà classificata nello schema
visi in voci, contraddistinte da nume- esercitata. che l’impresa attribuisce alla singola in base alla distinzione per natura
ri arabi. In alcuni casi, è prevista la Lo stato patrimoniale deve essere attività. Tale criterio di classificazio- esistente tra fondi, debiti, ratei e ri-
possibilità di una ulteriore suddivi- redatto in forma comparativa, adat- ne, non è previsto per crediti verso sconti e patrimonio netto. Nel pas-
sione in sottovoci, contrassegnate da tando le voci relative all’esercizio soci per versamenti ancora dovuti sivo di stato patrimoniale non è
lettere minuscole dell’alfabeto. precedente, nel caso in cui non siano (gruppo A) e ratei e risconti (gruppo possibile iscrivere delle voci per ret-
comparabili. Si dovrà fornire ade- D). Per quanto riguarda i crediti, lo tificare degli elementi dell'attivo.
schema obbligatorio guata informativa nella nota integra- schema fornisce alcune informa- Come previsto per i crediti, anche
Lo schema è obbligatorio per tutte le tiva in merito ad eventuali adatta- zioni di natura finanziaria: in base al per i debiti è prevista una suddivi-
imprese (salvo per quelle che eserci- menti apportati ai dati dell’esercizio periodo di tempo entro il quale i cre- sione tra gli importi esigibili entro e
tano particolari attività per le quali precedente. diti si trasformeranno in liquidità, si oltre l’esercizio successivo.
esistono disposizioni specifiche, co- dovranno distintamente indicare La normativa di riferimento pre-
me le assicurazioni) ma sono con- l’esposizione dei valori netti gli importi esigibili entro e oltre vede una chiara identificazione del
sentite le seguenti modifiche: La redazione del bilancio è basata sul l’esercizio successivo. patrimonio netto, mediante la crea-
- possibilità di ulteriori suddivi- criterio di esposizione dei valori net- zione di uno specifico gruppo nel
sioni delle voci precedute da numeri ti, ai fini di esaltare il significato tec- valutazione dell’attività passivo. La funzione del patrimonio
arabi, senza eliminazione della voce nico delle voci stesse e fornire una La destinazione di un’attività deve netto, infatti, è quella di rappresenta-
complessiva e dell’importo corri- migliore rappresentazione della si- essere valutata alla fine di ogni eser- re il “capitale di rischio” della società,
spondente; tuazione finanziaria dell’impresa. A cizio: ciò consente di identificare la cui remunerazione è legata al risul-
- possibilità di raggruppamento titolo di esempio, l’esposizione dei eventuali modifiche di destinazione tato della gestione.
delle voci precedute da numeri arabi, debiti tributari per imposte dirette di un bene nel corso della vita azien- © RIPRODUZIONE RISERVATA

In dettaglio. Da monitorare con attenzione la disponibilità delle risorse necessarie a rimborsare le obbligazioni contratte con altri soggetti

Il patrimonio netto condiziona la gestione dell’impresa

N Il patrimonio netto ha una
importante funzione segnaletica
sullo stato di salute dell’azienda:
anche il Codice civile prevede che
la riduzione del patrimonio netto
oltre un certo ammontare può
determinare lo scioglimento del-
la società, salvo intervento dei
soci per la ricapitalizzazione, ov-
vero il conferimento di nuovi be-
ni nella società.
Il patrimonio netto, infatti,
quale differenza tra l’attivo e il
passivo (classi B, C, D, E) dello
stato patrimoniale misura, pur in
modo estremamente sintetico, la
disponibilità di risorse per rim-
borsare le obbligazioni contrat-
te. Un valore elevato del patrimo-
nio netto è positivo, ma non è di
per sé una garanzia che l’azienda
sia in grado di far fronte alle pro-
prie obbligazioni: si dovrà infatti
avere riguardo anche alla natura
delle voci che compongono l’atti-
vo e il passivo. Ad esempio,
un’azienda potrebbe avere un at-
tivo di un milione di euro, intera-
mente composto da immobiliz-
zazioni, un passivo di 500mila
euro, composto da debiti verso
fornitori, e un patrimonio netto
di 500mila euro: pur in presenza
di un patrimonio netto capiente,
l’azienda potrebbe non essere in
grado di soddisfare le proprie ob-
bligazioni verso i fornitori. Ciò
dipenderà dalla capacità di pro-
durre cassa in futuro attraverso
l’utilizzo delle immobilizzazio-
ni, la vendita di beni o servizi e
l’incasso dei crediti o, in ipotesi
liquidatorie, attraverso la cessio-
ne delle immobilizzazioni.
Il patrimonio netto è un ele-
mento unitario. Tuttavia è possi-
bile individuare le seguenti com-
ponenti:
- capitale sociale: rappresenta il
capitale di rischio investito dai
singoli soci al momento della co-
stituzione della società. Nel corso
degli esercizi il capitale sociale
può subire variazioni in aumento
o in diminuzione;
-riserve: rappresentano gli utili
non distribuiti ai soci ma accanto-
nati come forma di autofinanzia-
mento per la società;
-utili: rappresentano i risultati
della gestione che possono essere
accantonati nelle riserve oppure
distribuiti ai soci, a titolo di remu-
nerazione del capitale investito;
-perdite in sospeso: possono
essere riferite sia alla perdita
dell’ultimo esercizio in ordine
temporale sia a quelle di esercizi
precedenti ancora in attesa di
copertura.
Il patrimonio netto (voce A del
passivo dello schema di stato pa-
trimoniale), è così suddiviso:
1) capitale;
2) riserva da sovrapprezzo delle
azioni;
3) riserve di rivalutazione;
4) riserva legale;
5) riserve statutarie;
6) altre riserve, distintamente
indicate;
7) riserva per operazioni di co-
pertura dei flussi finanziari attesi;
8) utili (perdite) portati a nuovo;
9) utile (perdita) dell’esercizio;
10) riserva negativa per azioni
proprie in portafoglio.
Il capitale sociale include l’im-
porto dei conferimenti effettuati
dai soci in sede di costituzione di
una società e le successive modifi-
che intervenute.
La riserva da sovrapprezzo del-
le azioni si genera nel caso in cui la
società emetta delle azioni, rap-
presentative del capitale sociale, il
cui prezzo di emissione è superio-
re al loro valore nominale.
La riserva di rivalutazione ac-
coglie le rivalutazioni di attività
patrimoniali previste da leggi
speciali.
La riserva legale è una riserva
di utili obbligatoria per legge e
rappresenta un’ulteriore garan-
zia per i terzi in aggiunta al capi-
tale sociale. Può essere utilizza-
ta per la copertura delle perdite
ma non può essere distribuita ai
soci o portata in aumento del ca-
pitale sociale.
La riserva statutaria si genera in
applicazione di specifiche dispo-
sizioni dello statuto della società.
La riserva per operazioni di co-
pertura dei flussi finanziari attesi
si genera per gli effetti della valu-
tazione degli strumenti finanziari
derivati, posseduti dalla società.
Gli utili (perdite) portati a
nuovo sono relativi ai risultati
economici di esercizi precedenti
che non sono stati distribuiti ai
soci, non sono stati accantonati
a riserva o per i quali non è stata
prevista una copertura (in caso
di perdite).
L’utile (perdita) dell'esercizio rap-
presenta il risultato della gestione.
La riserva negativa per azioni
proprie in portafoglio viene iscrit-
ta nel caso in cui una società ac-
quista azioni che rappresentano
una parte del proprio capitale so-
ciale: l’acquisto di azioni proprie,
nella sostanza, si qualifica come
una restituzione/distribuzione di
capitale e riserve ai soci cedenti.
Le altre riserve rappresentano
una voce residuale.
La normativa di riferimento
prevede di indicare in nota inte-
grativa tutte le variazioni interve-
nute nelle voci del patrimonio
netto, in specifici prospetti anali-
tici, indicandone la possibilità di
distribuzione ai soci e di utilizzo
(per copertura perdite o per au-
mento del capitale sociale).
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10 Guida alla lettura dei bilanci
Stato patrimoniale
LA CLASSIFICAZIONE
La destinazione definisce
le immobilizzazioni
L’immobile rientra
nel gruppo B
se utilizzato
come negozio
o ufficio
PAGINA A CURA DI
Luca Magnano San Lio
Anna Pozzi
NLa classificazione di una attivi-
tà nel gruppo B dello schema di sta-
to patrimoniale dipende dalla de-
stinazione durevole attribuita al-
l’attività stessa in sede di redazione
del bilancio: un immobile è classifi-
cato nel gruppo B se è destinato a
essere utilizzato (ad esempio, come
negozio o ufficio). Ma nel bilancio
della società edile costruttrice del-
l’immobile per poi venderlo, esso
sarà classificato nell’attivo circo-
lante, tra le rimanenze, in quanto
nel business di tale società è assimi-
labile ad una merce.
tre tipologie
Il gruppo delle immobilizzazioni è
suddiviso in tre sottogruppi.
Le immobilizzazioni immateria-
li, caratterizzate da un elemento di
intangibilità, sono costituite da co-
sti che non esauriscono la loro utili-
tà economica in un solo esercizio,
ma generano benefici economici
nel medio e lungo periodo. Sono
esempi di immobilizzazioni imma-
teriali diritti di brevetto, concessio-
ni, licenze, marchi, costi di sviluppo
e oneri pluriennali. È inoltre com-
preso tra le immobilizzazioni im-
materiali, quando acquisito a titolo
oneroso, l’avviamento ovvero la ca-
pacità di un’impresa di produrre
utili derivanti da fattori specifici
che non hanno un valore autono-
mo. Esso va sempre valutato con
cautela, in quanto pur contribuen-
do al patrimonio netto della società
come elemento dell’attivo, non è
suscettibile di un proprio valore,
ma è intrinsecamente legato all’an-
damento economico futuro del-
l’azienda. In presenza di un avvia-
mento, un eventuale andamento
negativo dell’azienda può avare un
effetto ancora più marcato, ad
esempio perché alle perdite opera-
tive d’esercizio si somma l’effetto
delle svalutazioni dell’avviamento,
a seguito della sua svalutazione da
impairment test, incrementando la
perdita che intacca il valore del pa-
trimonio netto.
Le immobilizzazioni materiali si
riferiscono a beni fisicamente tan-
gibili destinati a essere utilizzati in
Gli step dell’impairment test
Esistono indicatori NO
di perdita di valore?
SÌ
Il Fair value è superiore
al valore netto contabile?
NO
Il valore d’uso è superiore
al valore netto contabile?
NO
Svalutazione
dell’immobilizzazione
più esercizi. Esse sono normal-
mente impiegate come strumenti
di produzione del reddito della ge-
stione caratteristica di un’impresa
e non sono, quindi, destinate alla
vendita, né alla trasformazione per
l’ottenimento dei prodotti della so-
cietà. Sono esempi di immobilizza-
zioni materiali terreni, fabbricati,
impianti, macchinari, automezzi,
mobili d’ufficio, computer e attrez-
zature. La rilevazione iniziale in bi-
lancio delle immobilizzazioni ma-
teriali e immateriali è basata sul cri-
terio del costo di acquisto o di pro-
duzione, comprensivo di oneri
accessori, che comprendono tutti i
costi collegati all’acquisto che la so-
cietà sostiene affinché l’immobiliz-
zazione possa essere utilizzata.
Le immobilizzazioni finanziarie
comprendono gli investimenti di
natura finanziaria destinati a per-
manere per più anni nel patrimonio
della società a titolo di investimen-
to. Tra le immobilizzazioni finan-
ziarie sono incluse le partecipazio-
ni, i crediti finanziari, i titoli e gli
strumenti finanziari derivati.
Al termine di ciascun esercizio,
le immobilizzazioni materiali e
immateriali sono assoggettate a
una tecnica contabile denominata
«ammortamento», per ripartire il
loro costo su più esercizi di bilan-
Nessuna ulteriore
verifica da effettuare
SÌ Nessuna ulteriore
verifica da effettuare
SÌ Nessuna ulteriore
verifica da effettuare
cio, in funzione della loro vita uti-
le, ovvero il periodo di tempo du-
rante il quale l’impresa prevede di
poter utilizzare l’immobilizzazio-
ne. Tutte le immobilizzazioni
pronte per l’uso sono soggette ad
ammortamento ad eccezione di
quelle la cui utilità non si esaurisce
nel tempo (ad esempio, i terreni e
le opere d’arte).
il valore
Il valore a cui un’immobilizzazione
risulta iscritta negli schemi di bi-
lancio è pertanto pari al valore netto
contabile, ovvero al netto delle ret-
tifiche di valore per ammortamenti
e per eventuali svalutazioni effet-
tuate nell’esercizio e in esercizi pre-
cedenti: l’importo esposto in bilan-
cio sarà quindi pari al valore del-
l’immobilizzazione nel momento
della chiusura dell’esercizio, e non
al valore di acquisto originario.
La normativa di riferimento ri-
chiede di indicare in nota integra-
tiva la composizione delle voci
relative alle immobilizzazioni, le
variazioni intervenute nel corso
dell’esercizio, i criteri di ammor-
tamento utilizzati (per le immo-
bilizzazioni immateriali e mate-
riali) ed eventuali rettifiche di va-
lore effettuate.
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Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
Svalutazioni. La procedura
L’impairment test
identifica le perdite
NIn sede di redazione del bilan-
cio d’esercizio si valuta la presenza
di perdite durevoli di valore delle
immobilizzazioni: situazioni in cui
il costo sostenuto per l’acquisto
delle immobilizzazioni, al netto
degli ammortamenti già effettuati,
non risulta più recuperabile attra-
verso l’uso dell’immobilizzazione
per la produzione o la sua vendita.
Come indicato nel diagramma a
lato, tale procedimento si può rias-
sumere nelle seguenti fasi:
1 valutazione dell’esistenza di po-
tenziali perdite di valore, sulla base
di indicatori;
2 determinazione del valore recu-
perabile (impairment test);
3 attribuzione della perdita di valo-
re alle attività oggetto di verifica.
Nella prima fase, per valutare se
si è in presenza di una possibile di-
minuzione di valore di un’immo-
bilizzazione, si tiene conto di indi-
catori esterni (quali, ad esempio,
aumento dei tassi di interesse di
mercato o dei tassi di rendimento
degli investimenti, diminuzione
del valore di mercato di un’attivi-
tà, variazioni significative nel-
l’ambiente tecnologico, di merca-
to, economico o normativo in cui
l’impresa opera) e interni (quali,
ad esempio, obsolescenza, dan-
neggiamento fisico dell’immobi-
lizzazione o modifiche nelle mo-
dalità di utilizzo). In presenza di
tali indicatori, si procede con la fa-
se 2, mentre in assenza di tali indi-
catori, come riportato nel dia-
gramma a lato, non è necessario
svolgere ulteriori analisi.
La seconda fase prevede la de-
terminazione del valore recupera-
bile, pari al maggiore tra:
O il fair value, cioè l’ammontare
ottenibile dalla vendita di un’im-
mobilizzazione, dedotti i costi di
vendita; e
O il valore d’uso, cioè il valore at-
tuale dei flussi di cassa o di reddito
che saranno generati in futuro
mediante l’utilizzo dell’immobi-
lizzazione.
Si pensi a un camioncino di uno
spedizioniere usato da due anni e
iscritto in bilancio a 60 euro che
può essere utilizzato ancora per un
anno. L’azienda potrà usarlo per
consegnare nel successivo eserci-
zio, prevedendo di incassare 50
euro; oppure potrà venderlo, il
I focus del Sole 24 Ore
prezzo dell’usato al netto delle
commissioni è di 70 euro. Il valore
recuperabile è di 70 euro, anche se
lo spedizioniere non vuole vende-
re il camioncino ma utilizzarlo: in-
fatti è una sua decisione quella di
utilizzare un bene che ha un certo
valore (70 euro) per portare avanti
una attività commerciale che ge-
nera perdite (50 euro di incassi/ri-
cavi a fronte dell’ammortamento
di 60 euro del camioncino).
Se l’impresa riscontra che il va-
lore netto contabile di un’immo-
bilizzazione alla data di bilancio
è superiore al valore recuperabile
procederà ad iscrivere una svalu-
tazione. L’importo di tale svalu-
tazione sarà rilevato nel bilancio
d’esercizio tra i costi nel conto
economico e a diretta riduzione
del valore delle immobilizzazio-
ni nello stato patrimoniale. Il no-
stro spedizioniere non dovrà ri-
levare alcuna svalutazione: il ca-
mioncino ha un valore recupera-
bile di 70 euro superiore al suo
valore in bilancio di 60 euro; ciò
anche se in futuro saranno con-
seguite perdite operative. L’as-
senza pertanto di svalutazioni da
impairment test non è una garan-
zia circa il futuro conseguimento
di risultati economici positivi da
parte dell’azienda.
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PAROLA
CHIAVE
Fair value
Secondo l'IFRS 13- il fair value
è un criterio di valutazione di
mercato, non specifico del-
l’entità.
È il prezzo che si percepirebbe
per la vendita di un'attività o
che si pagherebbe per il trasfe-
rimento di una passività in una
regolare operazione di opera-
tori di mercato alla data di
valutazione.
La finalità della valutazione del
fair value è stimare il prezzo di
chiusura alla data di valutazio-
ne dal punto di vista dell'ope-
ratore di mercato che detiene
l'attività o la passività.
I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
Stato patrimoniale
L’ATTIVO CORRENTE
Quattro classi per riconoscere
il valore dell’attivo circolante
Fondamentale
quantificare bene
le poste
che sono destinate
a realizzarsi
PAGINA A CURA DI
Cristina Brundo
NL’attivo circolante, come indi-
ca il nome, racchiude le poste che
sono destinate a realizzarsi nel cor-
so della normale operatività del-
l’azienda. La denominazione non
deve trarre in inganno: non neces-
sariamente le poste sono destinate
a realizzarsi in un arco temporale
breve. Ad esempio, un credito di
natura operativa (originato dalla
cessione di un bene) potrebbe pre-
vedere una tempistica di incasso
anche superiore ai 12 mesi, per
esempio a seguito della concessio-
ne di una dilazione ad un cliente
importante. Per tale motivo, nello
schema di stato patrimoniale, è ri-
chiesta la separata indicazione del-
le poste esigibili oltre i 12 mesi dalla
data di chiusura dell’esercizio. Sot-
traendo tali poste all’attivo circo-
lante, si approssima il cosiddetto
attivo corrente, che comprende gli
elementi caratterizzati da una so-
glia temporale di monetizzazione
inferiore ai dodici mesi.
Il costo ammortizzato. Viene elaborato sulla base di stime dei redattori su crediti e debiti con la ripartizione di tutti i costi
Il calcolo determina i valori di iscrizione
NI crediti (ma anche i debiti) a
lunga scadenza infruttiferi di in-
teressi sono iscritti al costo am-
mortizzato, ove applicabile. L'uso
di questo metodo affonda le basi
sul concetto economico del valore
attuale e serve a riflettere in bilan-
cio tale valore alla data di chiusura
dell'esercizio. Si pensi ad esempio
ad una operazione di vendita: es-
sa può essere realizzata venden-
do un bene a 94 euro con incasso a
30 giorni, oppure vendendo un
bene a 100 euro con incasso a 36
mesi senza interessi (n pratica si
finanzia l'acquirente).
Se i crediti (e i relativi ricavi)
fossero iscritti al loro valore no-
minale, nel primo caso l'azienda
realizzerebbe un credito e un ri-
cavo di 94 euro, mentre nel se-
condo caso di 100 euro: in realtà
le due operazioni sono economi-
quattro classi
L’attivo circolante è suddiviso in
quattro classi.
Le rimanenze (dette anche scor-
te, magazzino o giacenze) includo-
no beni che devono essere ancora
utilizzati o venduti. La valutazione
delle rimanenze deve essere al mi-
nore tra il costo sostenuto per il lo-
ro acquisto e/o fabbricazione e il
valore di realizzazione desumibile
dall’andamento del mercato.
I crediti seguono una sotto-clas-
sificazione basata sulla natura del
debitore, evidenziando separata-
mente quelli relativi a imprese ap-
partenenti allo stesso gruppo
(controllanti, collegate, controlla-
te e così via). Nella voce crediti tri-
butari sono inclusi i crediti deri-
vanti dalle eccedenze o rimborsi di
imposte dirette e indirette. Le im-
poste anticipate sono una posta
valutativa diversa da un credito:
esse vanno analizzate con partico-
lare criticità perché il loro effettivo
recupero presuppone la realizza-
zione nel futuro di imponibili da
assoggettare a tassazione da parte
dell’azienda. Un esempio sono le
perdite pregresse: se l’impresa
nell’esercizio 2019 ha subito una
perdita fiscale, essa vanterà nei
confronti del fisco il diritto di com-
pensare tale perdita con un futuro
imponibile. Questo diritto può es-
sere iscritto nella voce imposte an-
ticipate solo nella misura in cui è
ragionevolmente certo il suo uti-
lizzo in futuro, il che presuppone
camente indifferenti se si ipotiz-
za che il differenziale, pari ad 6
euro, altro non è che il rendimen-
to di un capitale di 94 euro nell’ar-
co temporale di 36 mesi. Infatti il
valore attuale (ipotizzando un
tasso di circa il 3%) oggi di un cre-
dito di 100 euro incassabile a 36
mesi sarebbe di 94 euro.
Un altro esempio utile per com-
prendere il costo ammortizzato
riguarda le commissioni. Una
banca può concedere un prestito
annuale di 100 euro a un tasso del
IL CRITERIO
Il metodo affonda le basi
sul concetto economico
del valore attuale da riflettere
in bilancio alla data
di chiusura dell’esercizio
che l’azienda realizzi degli utili im-
ponibili in futuro. Proprio per
l’alea connessa alle tempistiche di
realizzo e per la loro particolare
natura, per le imposte anticipate
non è richiesta la separata indica-
zione degli importi esigibili oltre i
12 mesi, che sarebbero di dubbia
determinabilità.
I crediti sono rilevati al costo
ammortizzato (si veda l’ articolo
in basso) e devono essere esposti
al netto del fondo svalutazione e
di altre rettifiche per ridurli al va-
lore di presunto realizzo. In prati-
ca, i crediti che non sono ancora
stati incassati alla chiusura del-
l’esercizio sono soggetti ad un’at-
tenta valutazione al fine di riflet-
tere eventuali rischi di incasso de-
gli stessi (totale o parziale) me-
diante l’iscrizione di un apposito
fondo. Ad esempio, l’impresa
vanta un credito nei confronti del
cliente “A” per 25.000 euro; tale
credito è di dubbia esigibilità e si
ritiene necessario svalutarlo al
30%. Per rilevare tale svalutazio-
ne si procederà con un accanto-
namento a conto economico (si
veda altro articolo a pagina 7) di
7.500 euro e la rilevazione del
fondo svalutazione crediti (che
sarà classificato a riduzione del
valore dei crediti) per lo stesso
importo. Grazie a questo procedi-
mento di valutazione ed all’espo-
sizione al netto del fondo svaluta-
zione crediti, il valore dei crediti
iscritto in bilancio dovrebbe esse-
5%: alla fine del primo anno il co-
sto per interessi sarà 5 euro. La
stessa banca potrebbe elargire lo
stesso prestito annuale di 100 eu-
ro a un tasso dell'1%, ma applicare
un costo di 4 euro come spesa di
istruttoria: pur avendo formal-
mente un tasso di interesse
dell'1% invece del 5%, il costo reale
dell'operazione non varia e vale
sempre 5 euro, di cui 1 euro per in-
teressi e 4 euro per commissioni.
La redazione del bilancio, in
base al principio della rappre-
sentazione sostanziale, richiede
che una operazione che nella so-
stanza produce i medesimi ef-
fetti debba trovare la medesima
esposizione in bilancio anche se
ottenuta con strumenti giuridici
(ad esempio l'interesse e la com-
missione nel secondo esempio)
diversi. Nei casi in oggetto ciò
Guida alla lettura dei bilanci 11
DEFINIZIONE E CRITERI
DELL’ATTIVO CIRCOLANTE
L’attivo
- L’attivo circolante, come
indica il nome, racchiude le
poste che sono destinate a
realizzarsi nel corso della nor-
male operatività dell’azienda.
Le classi
- L’attivo circolante è suddiviso
in quattro classi: le rimanenze
(dette anche scorte di magazzi-
no o giacenze); i crediti, le
attività finanziarie, le disponibili-
tà liquide.
I crediti
- I crediti a loro volta seguono
una sotto-classificazione basata
sulla natura del debitore e
vengono evidenziati separata-
mente quelli relativi a imprese
appartenenti allo stesso gruppo
(controllanti, collegate, control-
late e così via).
Il trattamento
- I crediti sono rilevati al costo
ammortizzato e devono essere
esposti al netto del fondo svalu-
tazione e di altre rettifiche per
ridurli al valore del presunto
realizzo. In pratica i crediti non
ancora incassati alla chiusura
dell’esercizio sono soggetti a
un’attenta valutazione.
avviene attraverso l'applicazio-
ne del metodo del costo ammor-
tizzato. Tale metodo comporta
la ripartizione di tutti i costi (sia
interessi sia commissioni o altri
costi di transazione) attraverso
l'uso del tasso di interesse effet-
tivo, cioè il tasso interno di ren-
dimento costante lungo la dura-
ta del credito/debito, che rende
uguale il valore attuale dei flussi
finanziari futuri derivanti dal
credito/debito e il suo valore di
rilevazione iniziale. Tale tasso è
poi applicato ogni esercizio per
la determinazione e rilevazione
nel conto economico degli inte-
ressi effettivi.
Quindi, riprendendo l'esempio
iniziale della vendita di un bene a
100 euro con incasso a 36 mesi
senza interessi, al momento della
rilevazione iniziale occorrerà ri-
re rappresentativo, per la quota
esigibile entro 12 mesi, di incassi
attesi nel successivo esercizio. Va
tuttavia previsto che le stime ef-
fettuate ai fini del bilancio, per
quanto precise alla data della loro
effettuazione, possono rivelarsi
diverse dai valori di effettivo rea-
lizzo, e pertanto l'affidamento
sulla realizzabilità dei crediti
iscritti in bilancio va sempre pon-
derato tenendo conto di informa-
zioni quali la rischiosità del setto-
re di appartenenza e la natura/
geografia dei clienti serviti.
Le attività finanziarie rappre-
sentano investimenti in titoli,
azioni e quote di capitale effettuati
dalle imprese per diverse finalità
che non hanno carattere durevole,
ma sono destinati principalmente
allo smobilizzo. Esse sono valutate
al minore tra il costo di acquisto ed
il valore desumibile dall’anda-
mento del mercato.
Le disponibilità liquide sono
costituite da depositi bancari, de-
positi postali, assegni, denaro e
valori in cassa; i valori iscrivibili
in tale voce hanno il requisito di
poter essere incassati a pronti o a
breve termine. Le disponibilità li-
quide sono valutate al presumi-
bile valore di realizzo che nor-
malmente coincide col valore no-
minale. La nota integrativa indi-
ca la presenza di disponibilità
liquide vincolate o non immedia-
tamente esigibili.
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levare il credito (e i connessi rica-
vi) ad un valore di 94 euro; nel
corso dei successivi 36 mesi si ap-
plicherà il tasso di interesse effet-
tivo (circa il 3%) al valore del cre-
dito iscritto in bilancio e si rileve-
rà nel tempo un valore comples-
sivo di interessi (non di ricavi) per
i rimanenti 6 euro, incrementan-
do in contropartita il valore del
credito che, alla scadenza del 36
mese, avrà un valore di 100 euro
pari al valore nominale che sarà
oggetto dell'incasso.
Il costo ammortizzato, ove ap-
plicato, va compreso attenta-
mente in quanto può alterare sen-
sibilmente i valori di iscrizione di
crediti e debiti rispetto ai corri-
spondenti valori nominali, sulla
base di stime formulate dai redat-
tori del progetto di bilancio.
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12 Guida alla lettura dei bilanci
Stato patrimoniale
IL PASSIVO
La competenza fa da bussola
alla completezza dei debiti
Il ruolo della nota
integrativa
rilevante
per la comprensione
del passivo
PAGINA A CURA DI
Cristina Brundo
NIl passivo dello stato patrimo-
niale è suddiviso in cinque classi, di
cui la prima è il patrimonio netto (si
veda pagina 9).
I fondi rischi e oneri sono relativi
a passività o rischi di competenza
economica dell’esercizio in chiusu-
ra ma che avranno la manifestazio-
ne finanziaria in esercizi successivi.
Il trattamento di fine rapporto
(Tfr) è una forma di retribuzione a
corresponsione differita rinviata
alla fine del rapporto di lavoro e
matura in base alla durata del rap-
porto di lavoro.
I debiti sono esposti nella voce D e
classificati in base alla natura del
debitore. In questo modo sono evi-
denziati separatamente quelli rela-
tivi a imprese controllanti, collega-
te, controllate, sottoposte a comu-
ne controllo, nonché a finanzia-
menti dei soci. Ancorché riferite ad
operazioni con soci e soggetti cor-
relati e spesso postergati nella re-
stituzione rispetto ad altre catego-
ria di creditori, è importante osser-
vare che si tratta comunque di ob-
bligazioni che comportano un
obbligo di restituzione. È tuttavia
frequente che, per esigenze legate
al supporto patrimoniale (ad esem-
pio quando la società, a seguito di
perdite d’esercizio, presenta un pa-
trimonio netto inferiore al minimo
legale o addirittura negativo), si ri-
corra allo strumento della conver-
sione in capitale del debito verso il
socio: ciò è però solo possibile
quando quest’ultimo manifesta,
mediante una rinuncia espressa al-
la restituzione, la propria volontà di
convertire il debito in versamento
in conto capitale, da iscrivere nella
voce del patrimonio netto.
I debiti verso banche accolgono
sia i debiti per finanziamenti otte-
nuti dagli istituti di credito sia i saldi
negativi (scoperti di conto corren-
te) dei conti correnti bancari. In pre-
senza di finanziamenti erogati è
molto importante la corretta rap-
presentazione della quota entro e
oltre l’esercizio successivo.
Gli acconti sono anticipazioni ri-
cevute dai clienti per obbligazioni
ancora da adempiere.
Nella voce debiti tributari sono
inclusi i debiti derivanti dal calcolo
delle imposte dirette e indirette,
mentre i debiti verso istituti di pre-
videnza e di sicurezza sociale accol-
gono i versamenti che l’impresa de-
ve effettuare in base alle norme di
legge o in base al contratto di lavoro.
Gli altri debiti rappresentano una
voce residuale (ad esempio, per po-
ste relative al personale).
Nella voce debiti verso fornitori
sono contabilizzati tutti i debiti di
natura commerciale. La rilevazione
in bilancio dei debiti verso fornitori
deve rispettare il principio di com-
petenza, è quindi importante che
l’impresa al 31 dicembre stimi tutti i
costi che alla data di chiusura del bi-
lancio non sono ancora stati fattu-
rati da parte dei creditori sulla base
delle evidenze in possesso a quella
data. Ad esempio, alla data di chiu-
sura del bilancio l’impresa ha già ri-
cevuto il servizio di consulenza da
parte del sistemista It; l’ordine sot-
toscritto il mese precedente preve-
deva un costo di 5mila euro più Iva;
l’impresa non ha ancora ricevuto la
fattura e quindi dovrà effettuare
uno stanziamento di pari importo,
senza considerare l’Iva, per il servi-
zio ricevuto iscrivendo un costo a
conto economico nella voce costi
per servizi e un debito per fatture da
ricevere nella voce debiti verso for-
nitori del passivo patrimoniale.
I debiti sono rilevati al costo am-
mortizzato (descritto a pagina 11) e
devono essere esposti al netto delle
rettifiche (quali premi, abbuoni,
sconti eccetera).
La comprensione del comples-
so debitorio di un’azienda è un’in-
formazione assai rilevante, anche
per comprenderne la solidità e la
performance, ed è quindi impor-
tante conoscere le convenzioni
che sono alla base dell’inclusione
di un valore numerico nel passivo
di stato patrimoniale.
Nella scheda in pagina si eviden-
ziano due particolari fenomeni: il
leasing finanziario e le passività
potenziali. Si tratta tuttavia di in-
formazioni che possono essere ri-
levanti per la comprensione della
situazione patrimoniale di
un’azienda: esse, anche se non
hanno comportato l’iscrizione di
una passività nel bilancio, devono
pertanto essere descritte in nota
integrativa, anche con riferimenti
di tipo quantitativo che, nel caso
del leasing, consentano di com-
prendere l’ammontare delle rate
non ancora maturate e dell’even-
tuale valore di riscatto, e nel caso
delle passività potenziali possibili
consentano di apprezzare gli effet-
ti nel caso, ancorché non probabile,
di soccombenza.
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I CASI
PARTICOLARI
Il fattore tempo. Disallineamento tra competenza e manifestazione finanziaria
Ratei e risconti per l’attribuzione
NI ratei e risconti si riferiscono a
ricavi e costi la cui competenza è
anticipata o posticipata rispetto
alla manifestazione finanziaria.
I ratei sono quote di costi o di
proventi di competenza di più
esercizi, in parte già maturati nel-
l’esercizio in corso che avranno
manifestazione numeraria negli
esercizi successivi. I ratei attivi so-
no quote di proventi maturati in
proporzione al tempo già trascor-
so, mentre quelli passivi sono
quote di oneri maturati in propor-
zione al tempo già trascorso.
Ad esempio: l’impresa detiene
titoli obbligazionari a tasso fisso
5% per mille euro con cedole se-
mestrali posticipate (1/5 e 1/11);
al 31 dicembre occorre rilevare la
quota degli interessi attivi matu-
rati alla data di incasso dell’ulti-
ma cedola (1/11) che verranno in-
cassati con la prima cedola del-
l’esercizio successivo. Il rateo da
calcolare è di due mesi (novem-
bre e dicembre). L’importo della
cedola è di 25 euro (1.000*5%/2)
e la quota di competenza è 8,3 eu-
ro (25/6*2) che sarà classificata
tra i ratei attivi.
I risconti sono quote di costi o di
proventi già sostenuti o conseguiti
nell’esercizio in chiusura, ma di
competenza dell’esercizio o degli
esercizi successivi. I risconti attivi
rappresentano le quote di costi da
sospendere nell’esercizio in chiu-
sura in proporzione al tempo non
ancora trascorso, mentre quelli
passivi rappresentano le quote di
ricavi da rinviare al futuro.
Ad esempio: in data 1° dicembre
2019 viene stipulato un contratto
Leasing finanziario
Pur rappresentando nella sostanza
un’operazione di acquisizione di un
cespite con relativo finanziamento,
non comporta l’iscrizione di un
debito nel passivo di bilancio se non
per le rate già maturate
Le passività potenziali
Le passività potenziali sono possibili
ma con un grado di accadimento
inferiore al probabile; non trovano
rappresentazione nel passivo patri-
moniale tra i fondi per rischi ed oneri:
di assicurazione con corrispettivo
di 1.200 euro e durata 12 mesi, pa-
gamento anticipato. La società ri-
leva pertanto un costo per servizi
di 1.200 euro nel conto economico.
L’assicurazione, però, si riferisce
per un mese all’esercizio 2019 e per
i restanti 11 mesi all’esercizio 2020.
Al fine di assicurare il rispetto del
principio della competenza, si ret-
tificherà il costo dell’assicurazio-
ne iscritto nel conto economico
2019 attraverso la tecnica del ri-
I CALCOLI
Per determinare l’importo
bisogna tenere conto
alternativamente
del tempo fisico
o del tempo economico
sconto: si calcolerà la quota di
competenza dell’esercizio 2020
del costo assicurativo (per sempli-
cità 11/12 di 1.200 euro, pari a 1.100
euro, anche se il calcolo andrebbe
fatto sui giorni effettivi) e si iscri-
verà un risconto attivo nell’attivo
di stato patrimoniali pari a 1.100
euro andando a stornare in avere il
costo assicurativo. Alla fine di tale
processo, il conto economico del-
l’esercizio 2019 avrà un costo assi-
curativo pari ad 100 euro (1.200
euro di costo totale meno 1.100 eu-
ro di risconto attivo), rispettando
pienamente il principio della com-
petenza economica.
Per la determinazione dell’im-
porto da iscrivere per competen-
za tra i ratei e i risconti è necessa-
I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
si pensi ad esempio ad una causa
legale o ad un accertamento fiscale,
di importo estremamente rilevante,
nella quale la società ritiene di avere
solo il 35% di probabilità di soccom-
bere (e quindi pagare)
La nota integrativa
Leasing finanziario e passività
potenziali vanno indicati in nota
integrativa, ne l primo caso si riporta
l’ammontare delle rate non ancora
maturate nel secondo caso il valore
della passavità
rio tenere conto alternativamen-
te del tempo fisico e del tempo
economico. Nel primo caso la
prestazione ha un contenuto eco-
nomico costante nel tempo, nel
secondo caso le prestazioni non
hanno un contenuto economico
costante nel tempo.
Gli esempi tipici in presenza di
prestazioni correlate al tempo fisi-
co, sono i canoni o i premi annuali,
dove la ripartizione del provento o
del costo va effettuata in propor-
zione al tempo di durata del cano-
ne o del premio stesso. Un esem-
pio di prestazione correlata al
tempo economico è un canone
concordato per una locazione sta-
gionale (attività alberghiera sta-
gionale) pagato nel corso dell’an-
no e a cavallo di due esercizi e,
quindi, la ripartizione del proven-
to o del costo avviene in rapporto
alle condizioni di svolgimento
della prestazione. In tal caso, non
si dovrà calcolare il rateo o riscon-
to sulla base del periodo durante il
quale il canone viene corrisposto
(anno solare) ma con riferimento
all’economicità dell’operazione e
quindi avendo riguardo alla corre-
lazione tra costi e ricavi.
La rilevazione dei ratei e dei ri-
sconti si rende necessaria per il ri-
spetto del principio della compe-
tenza per rappresentare le opera-
zioni che hanno la loro manifesta-
zione economica finanziaria in un
arco temporale che ha inizio in un
esercizio e termine in quelli suc-
cessivi e generano costi e ricavi che
maturano in proporzione al tra-
scorrere del tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
Redazione
GLI STANDARD
Documenti contabili
con due chiavi di scrittura
Nell’ordinamento
italiano convivono
i principi contabili
internazionali Ifrs
e nazionali dell’Oic
PAGINA A CURA DI
Luca Magnano San Lio
NI bilanci non sono uguali, anzi,
possono tra loro essere ben diversi,
indipendentemente dalla realtà so-
cietaria che intendono rappresenta-
re e dalla soggettività di coloro che lo
redigono. È importante pertanto
comprendere che tipo di bilancio si
ha di fronte prima di analizzarlo.
le norme di redazione
Una prima differenza tra i bilanci ri-
guarda le norme di redazione: nel-
l’ordinamento italiano convivono
infatti i principi contabili interna-
zionali Ifrs, destinate alle imprese
non piccole, con un sistema di regole
nazionali costituito dalle norme del
codice civile e dai principi contabili
nazionali emanati dall’Oic (l’Orga-
nismo italiano di contabilità), de-
scritto nelle pagine precedenti.
Per distinguere le due tipologie di
bilanci si usano varie terminologie:
frequentemente si distingue, ad
esempio, il bilancio degli Ifrs-adop-
ter da quello degli Oic-adopter, det-
to anche Italian-Gaap. Le differenze
tra i due “set contabili” sono rilevan-
ti, anche se vi è un tentativo di pro-
gressivo avvicinamento di alcuni
IL BILANCIO D'ESERCIZIO
PER CATEGORIE DIMENSIONALI
BILANCIO
ORDINARIO
Limiti dimensionali
- Mancato superamento per due
Composizione
Relazione sulla gestione
Stato Patrimoniale
Conto Economico
Rendiconto finanziario
Nota integrativa
I FOCUS DEL SOLE 24 ORE
Settimanale - Registrazione Tribunale
di Milano n. 170 del 07-06-2013
principi contabili Oic verso gli omo-
loghi Ifrs; al contempo però gli Ifrs
sono soggetti nel tempo a frequenti
modifiche che creano nuove e a volte
più profonde divergenze.
tre tipologie
All’interno dei bilanci d’esercizio
redatti secondo le norme codicisti-
che, è possibile distinguere tre di-
verse tipologie sulla base delle di-
mensioni dell’impresa, come indi-
cato nell’infografica: il bilancio or-
dinario (composto da stato
patrimoniale, conto economico,
rendiconto finanziario e nota inte-
grativa e corredato dalla relazione
sulla gestione), il bilancio abbrevia-
to per le piccole imprese (composto
da stato patrimoniale abbreviato,
conto economico abbreviato e nota
integrativa abbreviata) e il bilancio
delle micro-imprese (composto dai
soli schemi di stato patrimoniale
abbreviato e conto economico ab-
breviato). Questo sistema modula-
re consente di incrementare il con-
tenuto informativo del bilancio al
crescere delle dimensioni azienda-
li, anche al fine di contenere i costi
amministrativi per la produzione
del bilancio d’esercizio per le im-
prese di dimensioni minori.
Va poi richiamata l’attenzione alle
differenze tra il bilancio d’esercizio
della singola impresa (coincidenza
tra soggetto giuridico e soggetto
contabile) e il bilancio consolidato di
Gruppo, in cui viene meno la coinci-
denza tra il soggetto giuridico ed il
soggetto contabile, perché quest’ul-
timo diviene il Gruppo: il bilancio
per essere compreso deve essere let-
to nel presupposto che la società ca-
BILANCIO
ABBREVIATO
Limiti dimensionali
esercizi consecutivi di due dei
seguenti limiti:
- totale attivo: €4.400.000
- totale ricavi delle vendite:
€8.800.000
- numero medio di dipendenti: 50
Composizione
Stato Patrimoniale abbreviato
Conto Economico abbreviato
Nota Integrativa abbreviata
direttore responsabile
Fabio Tamburini
pogruppo e le sue controllate costi-
tuiscano un soggetto unitario che
viene rendicontato.
gli esempi applicativi
Per comprendere questa differenza
di fondo tra i due bilanci, si pensi ad
una società A che detiene una parte-
cipazione totalitaria nella società B.
La società A ha prodotto merci so-
stenendo costi per 50 euro e le ha ri-
vendute alla società B per 100 euro.
La società B ha rivenduto tali merci
ad una terza parte esterna al gruppo
per un valore di 120 euro.
Nel bilancio di esercizio della so-
cietà A, si rileverà un utile di 50 euro,
pari alla differenza tra il prezzo di
vendita a B delle merci e il costo della
produzione relativo alle stesse. Nel
bilancio consolidato, invece, saran-
no incluse tutte le operazioni delle
società controllate, pertanto anche
di B: l’utile rilevato sarà pertanto di
70 euro, e cioè:
N utile della vendita da A a B:
50 euro;
N utile della vendita da B a terzi:
20 euro.
Se invece B non avesse proceduto
alla vendita dei beni a terzi entro la
data di chiusura dell’esercizio (31 di-
cembre, per esempio), nulla sarebbe
cambiato nel bilancio d’esercizio
della società A, che avrebbe conti-
nuato ad esporre un utile di 50 euro;
invece nel bilancio consolidato di A
non sarebbe stato possibile esporre
alcun utile (nemmeno i 50 euro) in
quanto il Gruppo nel suo insieme
non ha posto in essere alcuna opera-
zione di vendita nei confronti di sog-
getti esterni al gruppo.
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BILANCIO
DELLE MICRO-IMPRESE
Limiti dimensionali
Mancato superamento per due
esercizi consecutivi di due dei
seguenti limiti:
- totale attivo: €175.000
- totale ricavi delle vendite:
€350.000
- numero medio di dipendenti: 5
Composizione
Stato Patrimoniale abbreviato
Conto Economico abbreviato
caporedattore
Maria Carla De Cesari
Guida alla lettura dei bilanci 13
Casi di crisi. Disciplina particolare nella fase di liquidazione
Regole ad hoc se manca
la continuità aziendale
NI bilanci di funzionamento so-
no redatti nel presupposto della
continuazione dell’attività di im-
presa (si veda l’articolo 2423-bis
del Codice civile). A segnare il con-
fine dei bilanci di funzionamento,
l’articolo 2490 del Codice civile re-
ca la disciplina dei bilanci annuali
nella fase della liquidazione: in
quei casi la continuità aziendale
(going concern con termine anglo-
sassone) è venuta meno e si appli-
cano regole ad hoc. Le differenze
tra criteri di funzionamento e cri-
teri di liquidazione sono normal-
mente molto significative e tali da
rendere spesso non comparabili
queste tipologie di bilanci.
Si pensi ad esempio a un parco
autovetture di uno spedizioniere,
che ha un valore netto contabile di
80 euro e un valore di realizzo sulla
base dei prezzi dell’usato di 40 euro.
Se la società è in funzionamento e il
valore d’uso (si veda articolo a pagi-
na 10) è superiore al valore netto
contabile, nel bilancio il parco auto-
vetture è iscritto tra le immobiliz-
zazioni materiali al valore di 80 eu-
ro, in quanto utilizzato come fatto-
re produttivo nella produzione del
reddito. Anche se il valore di vendi-
ta è inferiore (40 euro), viene man-
tenuto il valore netto contabile di
80 euro in quanto attraverso l’uso
del parco automezzi si conseguono
utili che consentono di recuperare
anche il costo originariamente so-
stenuto per l’acquisto dei veicoli. Se
la società è in liquidazione e ha ces-
sato l’attività produttiva, nel bilan-
cio il parco autovetture è iscritto al
valore di 40 euro, corrispondente al
valore di presumibile realizzo di tali
beni sul mercato dell’usato. Il recu-
pero del costo originario sostenuto
con il loro acquisto è infatti possibi-
le solo attraverso la vendita, in
quanto le autovetture non costitui-
scono più un fattore produttivo es-
sendo cessata l’attività di impresa.
Tra continuità aziendale e liqui-
dazione ci sono anche alcune zone
grigie, situazioni in cui la capacità
dell’impresa di continuare ad ope-
rare è incerta: ad esempio perché
COORDINAMENTO
Andrea Maria Candidi
sono state sostenute perdite ed il
ripristino dell’equilibrio econo-
mico dipende da molteplici fattori
sia interni sia legati all’andamento
del mercato e dell’economia. Si
pensi allo scenario attuale dei set-
tori maggiormente colpiti dalla
diffusione del Covid- 19 (turismo,
trasposti, ristorazione). In tali casi
vi è l’obbligo di indicare nella nota
integrativa le eventuali significa-
tive incertezze che possono far
sorgere dubbi significativi sul-
l’adeguatezza del presupposto
della continuità aziendale nella
redazione del bilancio.
Pertanto un aspetto particolar-
mente importante nella fase di
comprensione di un bilancio ri-
guarda l’accertamento – anche tra-
mite la lettura della nota integrativa
– di informazioni relative alla pre-
senza di simili circostanze ed alla
valutazione delle stesse da parte
degli amministratori. Se il bilancio
è comunque redatto nell’assunto
della continuità aziendale, la nota
integrativa deve fornire le informa-
zioni relative ai fattori di rischio, al-
le assunzioni effettuate e alle incer-
tezze identificate, nonché ai piani
aziendali futuri per far fronte a tali
rischi ed incertezze.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I CASI DI APPLICAZIONE
PER GLI STATI DI CRISI
Continuazione attività
I bilanci di funzionamento sono
redatti nel presupposto della
continuazione dell’attività di
impresa: si veda in questo caso
l’articolo 2423-bis del Codice
civile.
Mancata continuità aziendale
A segnare il confine dei bilanci di
funzionamento, l’articolo 2490
del Codice civile reca la disciplina
dei bilanci annuali nella fase della
liquidazione ovvero quando viene
a mancare la continuità aziendale.
inserto a cura di
Nino Amadore e Federica Micardi

14 Guida alla lettura dei bilanci
Rendiconto finanziario
LA STRUTTURA
La dinamica dell’impresa
nella geografia delle risorse
Complemento
ideale dello stato
patrimoniale
e del conto
economico
PAGINA A CURA DI
Andrea Cioccarelli
Giorgio Gavelli
NÈ possibile comprendere, os-
servando lo stato patrimoniale e il
conto economico, la dinamica fi-
nanziaria dell’impresa? La risposta
non può che essere negativa.
In altri termini, stato patrimo-
niale, conto economico e nota inte-
grativa ben difficilmente consen-
tono, se non dopo sforzi eroici, di
rispondere a due domande di im-
portanza assoluta:
1 dove l’impresa ha preso le risorse
(e quante ne ha prese) per svolgere
la sua attività?
2 dove ha impiegato le risorse così
raccolte?
Lo strumento idoneo in questo
caso è il rendiconto finanziario, va-
lorizzato dal legislatore che ne ha
reso da pochi anni obbligatoria la
stesura per le aziende di maggiori
dimensioni (in particolare, per
quelle che redigono il bilancio in
forma ordinaria).
È nel rendiconto finanziario che
l’imprenditore, o il lettore meno
Il documento. Due esempi di redazione
Le sorprese della stesura automatizzata
NLa stesura del rendiconto fi-
nanziario può essere fortemente
automatizzata, e molti in effetti si
affidano ai software gestionali per
demandarne la redazione, senza
troppo curarsi di entrare nel merito
di operazioni di gestione: in questo
caso però le informazioni sono
parziali e anche talvolta poco utili.
Si vedano i due esempi di seguito.
mutui accesi, mutui rimborsati
Se dall’anno t all’anno t+1 i mutui
sono scesi da 100 a 80, in prima
battuta si potrebbe ipotizzare vi
sia stato un rimborso di 20. Se
però nel periodo ci fosse stata
una nuova erogazione per 30 e
un rimborso delle vecchie posi-
zioni per 50, la corretta indica-
zione nel rendiconto finanziario
non sarà, nella parte C,
esperto di bilanci, può trovare ri-
sposta alla domanda che spesso si
pone: va bene produrre utili, va be-
ne avere un buon patrimonio, ma
questa azienda «fa cassa» o «bru-
cia cassa»?
Purtroppo stato patrimoniale e
conto economico, rispondendo a
logiche affatto diverse (il primo cri-
stallizzando la situazione della ric-
chezza in un dato momento, il se-
condo rispondendo alla logica ri-
cavi e costi, che non è certo sinoni-
mo di entrate e uscite) non riescono
a colpire nel segno, e spesso quindi
si sentono imprenditori sconsolati
che guardando i propri bilanci ve-
dono utili, con conseguente carico
fiscale, ma non vedono aumentare
le proprie disponibilità finanziarie.
È la famosa sindrome dell’utile che
appare sulla carta, ma che non si
vede in banca.
Il rendiconto finanziario (si veda
lo schema nella pagina a fianco) dà
utili indicazioni in merito, ricor-
dando che la gestione aziendale
viene di fatto suddivisa nelle tre
aree di maggiore interesse.
a – la gestione reddituale
Si fa riferimento alla normale atti-
vità operativa di acquisto trasfor-
mazione e vendita: questo dovreb-
be essere il fulcro dell’indagine fi-
nanziaria, condividendo il princi-
pio che una azienda sana non può
che produrre flussi della gestione
reddituale positivi.
Si noti che a sua volta la gestione
reddituale implica anche l’osserva-
O rimborso finanziamenti 20,
bensì, sempre nella parte C:
O rimborso finanziamenti 50
O accensione finanziamenti 30.
Chiaro che al termine del percor-
so il “saldo” sarà sempre una uscita
di 20, ma altrettanto chiaro che la
dinamica reale è diversa da quella
ipotizzata.
investimenti e disinvestimenti
Il passaggio delle immobilizzazio-
ni materiali da 1.000 a 1.300 non si-
gnifica affatto che si siano fatti in-
vestimenti per 300, e ciò perché vi
potrebbero essere stati:
1 ammortamenti pari a 40: è allo-
ra più corretto indicare il reddito
“monetario” maggiorato di 40, e
gli investimenti non pari a 300,
bensì a 340;
2 disinvestimenti, con cessione di
zione delle variazioni di capitale
circolante, che spesso “corregge” in
modo pesante il dato economico
(banalmente, si pensi al caso di un
prodotto venduto a 1.000 e compe-
rato a 800: il margine lordo sarà po-
sitivo e pari a 200, ma se il 1.000 non
fosse stato ancora incassato, la di-
sponibilità finanziaria sarebbe ne-
gativa per 800).
Fanno parte di questa sezione
anche gli assorbimenti determinati
dai fabbisogni per il pagamento
delle imposte e degli interessi pas-
sivi (che quasi mai coincidono con
le relative componenti esposte in
conto economico).
Queste tre componenti, margine
IL PRINCIPIO CONTABILE
E IL RENDICONTO FINANZIARIO
Il rendiconto finanziario
È un prospetto contabile che pre-
senta le variazioni, positive o negati-
ve,delle disponibilità liquide avve-
nute in un determinato esercizio
L’Oic 10
Il rendiconto finanziario ha un
proprio principio contabile, l’Oic 10
che ha le seguenti finalità:
Odisciplinare i criteri per la redazio-
ne e presentazione
del rendiconto finanziario. La risorsa
finanziaria presa a riferimento per la
redazione del
rendiconto è rappresentata dalle
un cespite del valore contabile di 70
realizzando 90 (plusvalenza di 20).
Sarebbe a questo punto corretto
e necessario dire che:
O il reddito deve essere ridotto di
20 (la plusvalenza infatti non ha
avuto alcun impatto monetario);
O tra gli afflussi di risorse deve es-
sere indicato il 90, realmente in-
cassato dalla vendita;
O gli investimenti effettivi, prima
indicati in 300 (e poi in 340 dopo la
considerazione degli ammorta-
IL RISCHIO
Se si vuole un ’elaborazione
veloce il risultato finale
sarà sicuramente corretto,
ma le informazioni
potrebbero risultare poco utili
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
lordo, variazione di capitale circo-
lante e impegni per imposte e inte-
ressi determinano il flusso della ge-
stione reddituale, elemento impre-
scindibile della analisi finanziaria.
b – l’attività di investimento
In questo caso la lettura è piuttosto
semplice, perché le imprese ad alta
vocazione all’investimento saran-
no in genere grandi consumatrici di
cassa, e questo spiega ancora me-
glio l’“essenzialità” della presenza
di un flusso della gestione reddi-
tuale ampiamente positivo. Si noti,
ancora una volta, che potrebbero
esservi elementi di complessità
nella ricostruzione della variabile,
disponibilità liquide;
O fornire informazioni per valutare
la situazione finanziaria della socie-
tà (compresa la liquidità e solvibili-
tà) nell’esercizio di riferimento e la
sua evoluzione negli esercizi suc-
cessivi;
Ofornire informazioni su:
- le disponibilità liquide prodotte /
assorbite dall’attività operativa e le
modalità di impiego/ copertura;
- la capacità della società di affron-
tare gli impegni finanziari a breve
termine;
- la capacità della società di autofi-
nanziarsi
menti) dovranno essere ulterior-
mente aumentati di 70 (stralcio del
valore contabile del bene dismes-
so), e quindi indicati in 410.
In pratica, chi si accontentasse di
una informazione molto grezza in-
dicherebbe banalmente una ge-
stione reddituale (sezione A del
rendiconto) pari ad esempio a 500
(il reddito di bilancio) e una attività
di investimento (sezione B del ren-
diconto) pari a 300, con una varia-
zione positiva della liquidità di 200.
Volendo invece indicare in
maniera corretta la reale dina-
mica finanziaria intervenuta si
dovrebbe indicare:
O un flusso finanziario della
gestione reddituale (sezione A)
pari a +500 (il reddito di bilan-
cio) – 20 (la plusvalenza senza
rilievo monetario) + 40 (ammor-
I focus del Sole 24 Ore
poiché spesso vi sono operazioni
complesse che rendono difficile il
conteggio (si pensi alla sostituzio-
ne di un cespite con realizzo di plu-
svalenza).
c – l’attività di finanziamento
A chiudere il rendiconto, nella se-
zione C, troviamo i flussi dell’attivi-
tà di finanziamento, molto oppor-
tunamente suddivisi tra i flussi as-
sorbiti ovvero generati dai mezzi di
terzi (e quindi da politiche di rien-
tro ovvero di erogazione di nuova
finanza), e quelli relativi ai mezzi
propri, in sintesi gli assorbimenti
per distribuzione ai soci ovvero le
generazioni per apporti variamen-
te configurati.
Saper leggere il rendiconto di-
venta essenziale, perché l’azienda
che non riesce a produrre adeguati
flussi di cassa attraverso la gestione
(parte A) sarà costantemente obbli-
gata alla ricerca di nuova finanza,
vuoi attraverso la delicata e perico-
losissima (dal punto di vista strate-
gico) attività di dismissione di as-
sets (parte B), vuoi attraverso la
continua ricerca di fonti di raccolta,
che in assenza di una compagine
societaria pronta a fornire capitale
non potrà che realizzarsi attraverso
l’assunzione di nuovo debito, posto
che di nuovo debito vi sia la dispo-
nibilità (parte C). Ma sarà proprio in
queste condizioni (assenza di flussi
della gestione reddituale adeguati)
che si renderanno necessari gli in-
terventi dei vertici aziendali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tamenti) e quindi pari a 520;
O un flusso finanziario della atti-
vità di investimento (sezione B)
pari a +90 (il valore incassato con
la cessione) - gli effettivi investi-
menti pari a 410 e quindi un “net-
to” pari a -320.
Si noti che il risultato “grez-
zo” (miglioramento della liqui-
dità per 200) non può che coin-
cidere con il risultato raffinato,
vale a dire dopo aver considera-
to tutte le informazioni rilevan-
ti, sempre pari a 200.
Ed è proprio questo il messaggio
che deve essere recepito: se si vuole
un rendiconto finanziario veloce
ed automatico, il risultato finale sa-
rà sicuramente corretto, ma le in-
formazioni da esso ritraibili saran-
no assai poco utili.
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I focus del Sole 24 Ore
Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28 Guida alla lettura dei bilanci 15

Rendiconto finanziario
L’ESEMPIO

Il rendiconto finanziario
l’esempio conto economico
La situazione di Alfa Srl riclassificata è la seguente
31/12/x 31/12/x +1 31/12/x 31/12/x +1 31/12/x +1 31/12/x +1

Immobilizzazioni 13.500 16.000 Fornitori 400 500 Vendite 12.600 = reddito operativo 3.350

Consumi -5.100 - oneri finanziari 420

Crediti v / clienti 800 1.100 Mutui 4.000 3.450

Costo del lavoro -1.900 = reddito ante imposte 2.930

Rimanenze 700 900 Debiti c / c 4.250 6.150
Spese generali -950 - imposte 1.700

Cassa liquidità 50 100 Patrimonio netto 6.400 8.000 4.650 1.230

= Margine operativo lordo = reddito netto

Totale 15.050 18.100 Totale 15.050 18.100 Ammortamenti e accantonamenti -1.300

rendiconto finanziario (1)

A. Flussi finanziari derivanti dalla gestione reddituale (metodo indiretto)
Utile (perdita) dell’esercizio 1.230 B. Flussi finanziari derivanti dall’attività d’investimento
Imposte sul reddito 1.700 Immobilizzazioni materiali
Interessi passivi/(interessi attivi) 420 (Investimenti) -3.800 (4)
(Dividendi) Prezzo di realizzo disinvestimenti
(Plusvalenze)/minusvalenze derivanti dalla cessione di attività Immobilizzazioni immateriali
nUtile (perdita) dell’esercizio prima d’imposte sul reddito, interessi, (Investimenti)
dividendi e plus/minusvalenze da cessione 3.350 Prezzo di realizzo disinvestimenti
Rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel Immobilizzazioni finanziarie
capitale circolante netto (Investimenti)
Accantonamenti ai fondi Prezzo di realizzo disinvestimenti
Ammortamenti delle immobilizzazioni 1.300 (2) Attività finanziarie non immobilizzate
Svalutazioni per perdite durevoli di valore (Investimenti)
Altre rettifiche per elementi non monetari Prezzo di realizzo disinvestimenti
Rettifiche per elementi non monetari 1.300 Acquisizione o cessione di società controllate o di rami d’azienda al netto delle
oFlusso finanziario prima delle variazioni del ccn 4.650 disponibilità liquide
Variazioni del capitale circolante netto Flusso finanziario dell’attività di investimento (B) -3.800
Decremento/(incremento) delle rimanenze -200
Decremento/(incremento) dei crediti vs clienti -300 C. Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento
Incremento/(decremento) dei debiti verso fornitori 100 Mezzi di terzi
Decremento/(incremento) ratei e risconti attivi Incremento (decremento) debiti a breve verso banche 1.900
Incremento/(decremento) ratei e risconti passivi Accensione finanziamenti
Altre variazioni del capitale circolante netto Rimborso finanziamenti -550
Flussi finanziari da variazioni del capitale circolante netto -400 Mezzi propri
pFlusso finanziario dopo le variazioni del ccn 4.250 Aumento di capitale a pagamento 370 (5)
Altre rettifiche Cessione (acquisto) di azioni proprie
Interessi incassati/(pagati) -420 Dividendi (e acconti su dividendi) pagati
(Imposte sul reddito pagate) -1.700 (3) Flusso finanziario dell’attività di finanziamento (C) 1.720
Dividendi incassati
(Utilizzo dei fondi) Incremento (decremento) delle disponibilità liquide (A ± B ± C) 50
qFlusso finanziario dopo le altre rettifiche 2.130 Disponibilità liquide a inizio periodo 50
Flusso finanziario della gestione reddituale (A) 2.130 Disponibilità liquide a fine periodo 100
NOTE: (1) Modello semplificato ipotizzando l’assenza di rettifiche (2) Si ipotizza che si tratti di soli ammortamenti (3)In realtà si dovrebbero indicare le imposte effettivamente pagate e non quelle di competenza (4) Somma della variazione patrimoniale e degli ammortamenti (5) La
variazione di 1.600, da 6.400 a 8.000, è per 1.230 ascrivibile al reddito di periodo
 I focus del Sole 24 Ore
16 Mercoledì 16 Settembre 2020 - N. 28
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