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01\03\2021

Malattie infettive – Lezione 1

Professoressa: Paola Di Carlo

Sbobinatori: Carlotta Cupani, Filippo Romano, Alessandra Graceffa

Controsbobinatore: Chiara Puleo

Indice:

1. Gli elementi costitutivi delle malattie infettive


2. L’epidemiologia delle malattie infettive
3. Gli agenti eziologici delle malattie infettive
4. Rapporto tra microorganismo e ospite
5. Siti sterili e non sterili
6. La flora microbica presente sulle mani
7. Le linee guida
8. Rapporto microorganismo e ospite (2)
9. Le vie di trasmissione

1. GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLE MALATTIE INFETTIVE


 Epidemiologia
 Agente infettivo
 Modalità di trasmissione
 Rilevanza clinica
 Prevenzione che si esplica attraverso campagne vaccinali, cure antibiotiche, antivirali,
antimicotiche, antiparassitarie.

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2. L’EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE
L’epidemiologia permette di studiare le diverse caratteristiche di diffusione delle malattie infettive
in base alla suscettibilità della popolazione e alla circolazione del germe.

In una popolazione, la malattia infettiva può manifestarsi in forma:

˗ Pandemica quando interessa tutto il mondo;


˗ Epidemica quando interessa gran parte della popolazione;
˗ Endemica quando interessa stabilmente la popolazione e dopo un certo periodo di tempo
l’aumento della sua incidenza può portare ad un’epidemia;
˗ Di cluster (outbreak) quando interessa un gruppo limitato di persone.

La differenza tra le varie forme riguarda la modalità di trasmissione tipica dell’agente patogeno.

Attraverso l’indirizzo https://www.cdc.gov/ (Centers for Disease Control and Prevention) si accede
ad un sito americano che aggiorna momento per momento la situazione globale della malattia
infettiva da noi oggetto di studio, indicandone la sua diffusione nel mondo, il trattamento, gli
elementi costitutivi e la possibilità di fare prevenzione.

Il sito corrispettivo dell’Unione Europea è l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il


controllo delle malattie) nel quale è possibile trovare tutte le varie patologie e gli eventi ad esse
dedicati.

Un altro sito interessante è quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, come gli altri
prima citati, permette di fare prevenzione attraverso programmi educazionali (utilizzati anche per
il Sars-CoV-2) fondati sulla capacità comunicativa.

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In Italia bisogna seguire le normative italiane riferendoci ai siti italiani. Quelli di riferimento sono
“Il Ministero della Salute” (http://www.salute.gov.it/portale/home.html) che stabilisce quando fare
i vaccini, i tipi di terapia, le linee guida ecc. ed è più governativo, a differenza del CDC che da
delle indicazioni ai pazienti.

Un altro sito italiano che si occupa prevalentemente dell’epidemiologia delle malattie infettive è
“l’Istituto Superiore della Sanità” (https://www.iss.it/ ) che si occupa sia di ricerca che di raccolta
di dati clinici. In merito alle malattie infettive nell’ambito “dell’Istituto Superiore della Sanità”,
c’è un sito che si chiama “Epicentro” e tratta dell’epidemiologia della sanità pubblica.

Dato che ogni regione d’Italia ha una modalità di comunicazione diversa per quanto riguarda il
concetto di salute, su internet sono disponibili dei siti relativi alla regione della quale si vuole
avere un’idea circa la sanità (es. https://salute.regione.emilia-romagna.it/). Per esempio, cercando
“antibiotico resistenza” si possono visionare le news, i laboratori e soprattutto i report sia mensili
che annuali.

3. GLI AGENTI EZIOLOGICI DELLE MALATTIE INFETTIVE


Le malattie infettive sono delle malattie determinate da un agente patogeno causale.

Questo agente eziologico può essere:

 Un prione, microrganismo proteico più piccolo del virus che può comportare nell’uomo
l’insorgenza di patologie note come prionosi (encefalopatie spongiformi);
 Un virus, entità biologica con caratteristiche di parassita endocellulare obbligato;
 Un batterio, entità biologica autonoma con caratteristiche più vicine alle cellule eucariote,
non sempre identificabile con la microscopia ottica;
 Un protozoo, organismo unicellulare con dimensioni maggiori rispetto a quelle batteriche,
che è possibile identificare attraverso la microscopia ottica. Un esempio è rappresentato dal
Plasmodium malariae;
 Un fungo, organismo eucariota come Candida Albicans ed Aspergillus;
 Un elminta, verme parassita che causa malattie note come elmintiasi come gli Ossiuri,
Tenia saginata, Tenia solium.

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4. RAPPORTO TRA MICROORGANISMO E OSPITE

Le malattie infettive sono determinate dai microbi che sono normalmente presenti sulle piante, sugli
animali, sul suolo, nell’ambiente, ovunque, e nel nostro corpo. Noi siamo costantemente in contatto
con questi organismi e per noi sono fondamentali. Comprendere le malattie infettive è complesso
perché ciò che realmente conta è l’interazione tra il microrganismo e l’ospite, che può essere
l’animale, una pianta o l’uomo.

 La contaminazione è l’arrivo dei germi sulla superficie cutanea o della mucosa, si tratta di
un rapporto di mera contiguità spaziale priva di interazione con il sistema immunitario
poiché il microrganismo non penetra né si localizza. Qualora dovessimo toccare con una
mano una superficie contaminata ad esempio da Pseudomonas, quest’ultimo non è in grado
di determinare una sepsi per il fatto che la cute funge da barriera (quando è integra). Oggi le
metodiche diagnostiche sono cambiate rispetto al passato perché attraverso esami quali la
PCR siamo in grado di identificare se una superficie è contaminata, ma dobbiamo anche
essere in grado di stabilire se nel caso specifico si possono avere delle ricadute cliniche.
 Un altro concetto importante è quello della colonizzazione che deve essere contestualizzata,
ad esempio, se un paziente effettua un tampone rettale e risulta essere colonizzato da
Escherichia Coli non c’è da preoccuparsi, bisogna tenere in considerazione i sierotipi che
normalmente sono presenti nella suddetta mucosa. In alcuni casi però Escherichia Coli è
responsabile della sindrome uremico-emolitica, quindi, il concetto di colonizzazione va
adattato al tipo di patogeno e alle condizioni dell’ospite, perché non è sufficiente che un
batterio sia in grado di produrre determinate tossine affinché si instauri una determinata
patologia, ma è necessario che d’altra parte l’ospite abbia per esempio delle patologie quali
rettocolite ulcerosa (nel caso specifico) o sia neonato.
La colonizzazione deve sempre tenere conto delle caratteristiche del microrganismo, delle
condizioni cliniche del paziente (comorbidità, patologie note ecc.) e della carica di agente
infettivo. Effettuare uno screening prima di un intervento ci permette di capire se un
paziente è colonizzato. Se un paziente è in buona salute non deve prendere un antibiotico
solo perché è colonizzato.

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Il concetto di colonizzazione è estremamente importante perché precede il concetto di
infezione e di malattia:
 L’infezione si verifica quando si stabilisce un rapporto dinamico tra microrganismo
patogeno e organismo, ossia fra i mezzi di difesa dell’organismo da una parte e quelli
dell’agente dall’altra. Rispetto al concetto di colonizzazione c’è una differenza, perché in
questo caso il patogeno deve penetrare all’interno quindi cambia la dinamica, l’interazione.
 La malattia si verifica quando l’infezione si associa a sintomi o segni clinici. La distinzione
tra l’infezione e la malattia dipende anche dal sito sterile o non sterile, ove si opera
l’isolamento.
Ci può anche essere il caso di un soggetto che si infetta e non presenta i sintomi e in quel caso si
parla di asintomatico, quindi, il microbo è penetrato e ha interagito con il sistema immunitario che
è stato in grado di eliminarlo sviluppando degli anticorpi, che ci permettono anche di stabilire se un
individuo è entrato in contatto con un determinato microbo.

5. SITI STERILI E NON STERILI

L’apparato gastrointestinale, così come l’apparato respiratorio, sono esempi di siti non sterili
perché sono in diretto contatto con l’esterno ed è possibile ritrovare dei germi. Un esempio di sito
sterile è il sistema nervoso centrale che risulta essere separato dall’ambiente esterno. Un altro
classico sito sterile è il sangue; qualora venga identificato un microrganismo nel sangue bisogna
stare in allerta, anche se non è detto che la batteriemia si trasformi in sepsi. Talora può verificarsi
una contaminazione del campione a causa dell’operatore che non era adeguatamente igienizzato.

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6. LA FLORA MICROBICA PRESENTE SULLE MANI

Si può distinguere una flora transitoria e una


flora residente. Quando si parla di flora
transitoria, di flora residente e dell’importanza
del lavaggio delle mani bisogna correlare questi
concetti con il concetto della contaminazione.
Quest’ultima prevede che un soggetto entri a
contatto con qualcosa che sta sulla superficie
cutanea senza arrecare alcun fastidio e senza che
ci sia interazione con il sistema immune per cui non si formano anticorpi.

A volte la flora può essere transitoria e ciò vuol dire che un batterio, come ad esempio lo
Pseudomonas, dopo un arco di tempo non si riscontra più oppure può diventare residente e quindi
vive con il soggetto per un periodo di tempo. La flora residente quindi non causa infezione e
costituisce la flora normale di ciascun individuo.

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Se un paziente riferisce di aver fatto un tampone faringeo che ha evidenziato la presenza del micete
Candida, il medico per prima cosa deve capire perché il paziente ha fatto il tampone e poi deve
valutare la bocca del paziente e quindi fare un esame obiettivo.

La flora residente difficilmente causa


un’infezione e non è rimossa dal
lavaggio delle mani con il sapone. Le
mani quindi non saranno mai
perfettamente sterili anche se vengono
lavate, quindi se un paziente fa un
tampone cutaneo si troveranno i
microrganismi della flora normale
residente nella cute (ad esempio nelle
mani solitamente si può ritrovare il batterio Staphylococcus Epidermidis che fa parte della normale
flora residente).

Se in un tampone cutaneo si ritrova invece l’Enterococcus Faecium o l’Enterococcus Faecalis


bisogna pensare che il soggetto non si è lavato correttamente le mani dopo essere andato in bagno
perchè questi batteri si ritrovano nel tratto gastrointestinale. La colonizzazione è la presenza di
batteri sulla superficie corporea senza che causino malattia nella persona. L’infezione è l’invasione
del microrganismo.

7. LE LINEE GUIDA

Le linee guida sono importanti per il medico e sono moltissime. Esistono linee guida americane
(come per il CDC), linee guida canedesi, linee guida europee e linee guida italiane.

Si possono distinguere poi le diverse linee guida di varie branche della medicina, come per esempio
le linee guida della società italiana di malattie infettive oppure della società italiana di cardiologia.

Spesso il medico non riesce a seguire tutte le linee guida.

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In tempi passati era molto importante la profilassi con fluconazolo contro la colonizzazione e le
infezioni fungine nei neonati pretermine. Il neonato pretermine è un soggetto particolare perché
solitamente è piccolo, sottopeso e non ha un sistema immunitario molto efficiente, quindi, bisogna
considerare il concetto di dinamismo che esiste in base allo stato di salute del paziente.

Un’altra categoria di medici con cui lo specialista di malattie infettive lavora è quella dei veterinari
perchè spesso le malattie dell’animale sono malattie dell’uomo.

Per capire come si trasmette una malattia infettiva bisogna ricordare l’epidemiologia, bisogna
distinguere se si tratta di una malattia causata da un batterio oppure da un virus o da un protozoo,
perchè in base a queste valutazioni cambia la terapia.

Bisogna ricordare anche come si trasmettono le malattie e se una determinata malattia infettiva
viene trasmessa attraverso un veicolo o un vettore e quindi bisogna ricordare cosa è la sorgente di
infezione e cosa è il serbatoio.

8. RAPPORTO TRA MICRORGANISMO E OSPITE

Il veicolo è
un elemento inanimato e il vettore è un elemento che fa da ponte nella trasmissione delle malattie
infettive che è animato (un esempio di malattia infettiva trasmessa da un vettore è la Leishmaniosi).

Alcune malattie degli animali possono essere trasmesse all’uomo attraverso un veicolo o un vettore,
quindi, bisogna conoscere il veicolo o il vettore e l’animale se si vuole combattere la malattia
nell’uomo.

Il concetto di sorgente o serbatoio di infezione è importante.

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NB: Dal punto di vista clinico si usa il termine sorgente di infezione perché il termine serbatoio è
più usato dagli igienisti.

Quando un soggetto ha una batteriemia sicuramente vi è un’infezione e quindi il medico deve


pensare quale sia la sorgente di infezione. Quest’ultima può essere l’uomo e quindi essere
all’interno dell’organismo, oppure può essere all’esterno.

9. LE MODALITA’ DI TRASMISSIONE

Le malattie infettive si trasmettono attraverso varie modalità:

 Via aerea, modalità più frequente di trasmissione.


Essa comprende:
˗ La via di trasmissione respiratoria propriamente detta che avviene per
disseminazione di goccioline (piccole particelle evaporate [di dimensioni <5µm o
meno], contenenti i microrganismi, che rimangono sospese nell’aria per lungo
tempo) o di particelle di polvere che contengono l’agente infettivo. I microrganismi
vengono dispersi dalle correnti d’aria e possono essere inalati o possono depositarsi
su persone suscettibili che stanno nella stessa stanza o a grande distanza dalla fonte
di inalazione.
˗ La trasmissione attraverso gocce che avviene quando gocce contenenti i
microrganismi, prodotte dai soggetti tossendo, starnutendo o parlando vengono
espulse a breve distanza e si depositano sulle congiuntive, sulle mucose dell’ospite.
Le gocce non sono sospese nell’aria.
 Contatto diretto;
 Via oro-fecale (anche se oggi si parla di foodborne disease);
 Via parenterale;
 Via sessuale;
 Via verticale durante la gravidanza, al momento del parto e attraverso il latte materno;
 Attraverso gli alimenti.

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Esistono malattie come la mononucleosi, come le meningiti che hanno una modalità di trasmissione
diversa rispetto al morbillo, rispetto alla tubercolosi.

Da questa osservazione nasce il concetto di contagiosità.

Le dimensioni delle particelle sono importanti come anche lo è il colpo di tosse che un soggetto può
espellere. Per la trasmissione di Sars-Cov-2 è necessario un contatto stretto e per questo è
importante mantenere la distanza di un metro ma con lo sviluppo delle varianti la modalità
trasmissione sta cambiando.

Un virus nell’ambiente esterno dove non c’è cellularità ha meno possibilità di sopravvivenza
rispetto a un virus che è accompagnato da sostanze, come ad esempio il muco, che gli permettono la
sopravvivenza (nei rapporti sessuali
può cambiare molto la
sopravvivenza di un virus).

Le variabili sono molteplici e non


sempre possono essere calcolate,
perché il dinamismo è
continuo e l’interazione non è
sempre prevedibile.

Il morbillo si trasmette per via


aerea propriamente detta e quindi se si
riscontra un caso in una scuola tutti i

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bambini possono sviluppare il morbillo se non sono vaccinati. La mononucleosi invece non è come
il morbillo.

È possibile però notare delle eccezioni, ad esempio, che un soggetto a contatto con un malato di
morbillo non sviluppi il morbillo perché può essere presente una carica non adeguata, il virus può
anche non essere sopravvissuto.

Esiste quindi la trasmissione per droplet cioè al di sotto di 1 metro, attraverso gocce, ma esiste
anche quella per via aerea a distanza di tempo.

Gli asiatici, come i giapponesi e cinesi, in tal senso hanno condotto vari studi di epidemiologia e
hanno studiato i vari outbreak.

Fare il medico vuol dire assumersi responsabilità.

Esempio:

Quando l’infettivologo vede un paziente di 80 anni asintomatico che è colonizzato dallo


Streptococcus Pneumoniae e non dà l’antibiotico perché segue le linee guida, il medico corre il
rischio che il paziente si ripresenti dopo qualche tempo accusandolo di aver sviluppato la malattia.
Il medico quindi valutando il caso specifico quando scrive la consulenza deve scrivere: “paziente
asintomatico, non riferisce nessun sintomo, si consiglia la vaccinazione per lo pneumococco per
l’età mostrata”. Quindi se il paziente torna e accusa il dottore di non avergli dato l’antibiotico e
quindi di aver sviluppato la meningite, il medico è sicuro del suo operato perché ha seguito le linee
guida e ha anche consigliato un’adeguata vaccinoprofilassi.

Se un batterio sviluppatosi a causa del cambiamento climatico viene inalato da un soggetto sano
non presenterà una rilevanza clinica, ma se lo stesso batterio viene inalato da un paziente
immunodepresso può sviluppare un’infezione opportunistica. Se con il cambiamento climatico
viene fuori un nuovo batterio (come nel caso del Sars-Cov-2) il problema che si presenta è quello
di non avere un antibiotico funzionale.

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