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ANAL/SI E DIAGNOSI RILIEVO DEL PAESAGGIO
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ANAL/SI E DIAGNOSI RILIEVO DEL PAESAGGJO
, AMBITIOI
~
IMPlUVI
lrJCISIOtll r-=\ MOFOWIESI
AflTICHE l11il.::1l1 ATTIVA
C--::J CllAE, WERGEIJZE ~ llOROI, ~ TERAAZZI
º. .
C-:::J COSTE
~~
CRHJALIE .CONFIGURAZIOlll
- OELIMITAZIO/jj GEO· L=---:1
,· SECotlDARIE MORFOlOGICHE
•111
lifilt!fil Il
lriCLlllAZIO~iE
DEI VERSAi/Ti
PWDHIZA>25'/,
~
At.1BITI
) ~ rom.1AUfülTE
,,_.,._> DEFlfJIBLI
.DISCOIJTlrJUnA
~ tl.ORíOLOGICHE
Fl UVIALI
0
~OUllHE
~VISIVE
GRAi/Di
Fig. 4.2. Elaborazione della morfologia di sintesi di un paesaggio (da Romani, 1990). Analoghi
disegni si possono elaborare anche per la semiologia antropica e naturale.
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ANAL/SI E DIAGNOS/ RILIEVO DEL PAESAGGIO
,.:=~~,,~_
L' analisi della eterogeneita si puo fare con il gia menzionato metodo delle linee di
rile~neiltoºffaéClatedo.ve gradiente ambientale appare piú caratteristico. Tali linee vengono
suddivise in segmenti di uguale lunghezza, ognuno dei quali incontra uno o piú elementi del
'~1'6!f~~- paesaggio, che cosl vengono rilevati. Come indicano Forman e Godron ( 1986), il numero di
segmenti in cui vengono divise le linee, quindi la lunghezza di ogni segmento, e arbitrario, e
SVILUPPO il massimo contrasto coincide con lunghezze adatte alla risoluzione della scala •e del tipo di
CONSERVAZlot~E-
eterogeneita della zona. Di solito la dimensione dei segmenti varia da 50 a 250 m, per scale
da l: 10.000 a 1:50.000.
TRASPORTO
~~~d~L9l~leruemLpL~1111!i.m~ll' '!~J:ÜIL1'.~m!1~¿,..I1e]l'.ordin~...dei.
p~·i~cip~ill~J:~~~~ya~~!~ici._~.f~~-1:1ª~(}Jl} ~-n.~~nc:tri~.~.tnelse1~:'º matematico) per ogni line.a
Fig. 4.3. lllustrazione del principio forma-funzione in elementi che fanno parte di sistemi s.'1 nle.Y'.1l11~1!1Q1 C()p'Te]JJ:!ll~ pan al numernde1 suddf!.tt1 el_ementL~Je,colonne pari al numero
biologici, e di cui esiste il corrispettivo anche a livello di paesaggio, come e. g. per l'oasi .de[:~~~-~.12~: Tale rnatrice registra, pe{ógñfseglnenlo (col~mi~) la presenza di tn; elemento'o
disegnata a sinistra. la sua assenza, segnalandoli ad esempio con asterischi (*)e punti (.).
Si
~ -
ottengono cosl degli strumenti
.-······ ·-· . . . - ~· ..... di.. ..controllo
e .
sugli insiemi di elementi
······ . .. .. ·- .. . ..•.
~esaggi, utilizzabili sfa.j)ei: seTezionaré éomprendere i1 tipo di paesaggio o di ecotessuto in
che formano
.
i
Tale rapporto e minimo per sistemi di conservazione delle risorse (e. g. oasi e costruzioni
esame, sia per studiarne le trasformazioni ne! tempo o le previsioni di interventi.
fortificate), e grande per sisterni con grandi scarnbi di risorse (e. g. fogliame), e dendrítico per
Si possono poi eleborare tali matrici anche matematicamente, adoperando ad esempio il
sistemi associati al trasporto (e. g. nervi).
concetto di informazione. L'informazione H ottenuta registrando i segmenti con presenza di
La forma del confine degli elementi del paesaggio e pure interessante. I due casi piú
elementi e nell'ipotesi di mancanza di conoscenze a priori e:
significativi sono quello convesso e quello concavo. Il primo caso e associato a una dinamica
di espansione (o fine di espansione), il secondo a reliquati (o inizio di espansione).
Il legame forn\a/funzione e importante a qualsiasi scala, tanto che la rnancanza di una (Godron, 1966) H = logS
congruenza in tal senso e sintorno di degrado nelle trasformazioni del paesaggio. Puo essere F! (S-F)!
che il rapporlo forma/funzione risulti piU evidente a una data scala, rna cio non deve trarre in
dove: F = frequenza assoluta
errare: e necessario infatti estendere l'indagine a tutti i livelli di pertinenza per verificare che
S = n. segmenti
tale rapporto sia operante.
H = informazione [bit, se Jog2]
Infine si ricorda che il rapporto forma/funzione puo cambiare col cambiamento di scala,
ma alcuni caratteri si mantengono. Per esempio J:!g51.J.ogljé~-~i.91:!..~1:s.@.JlQlL~'-1: 1:1.J~~ma
.dell'albero di quercia, manei passaggi di scala (frasche, rami,chioma) si mantiene Úna Per ogni riga della matrice si puo calcolare l'informazione media: h =H/S. L'eterogeneita
.c:arat.teris ücá~iñ frii1secq·:eh~ co~Ia1naten1atTcaaei'frattaií~ipuo .dimosfrare éostaí1te.eprüb~feñ;ct~ e legata ah: cambiando scala (es: raddoppiando la lunghezza dei segmenti), se tale informa-
,110~1)ontano da quello c!~!le. coste.ln geogratü0: Cfoe o,gni:c!~ttáglici: ;tát[,tlcá~e~te··¡;~;:r~;~;, zione tende all'unita, si e in presenza di macro-eterogeneita, nel caso contrario di micro-ete-
~jgrnne omot.etico al tutto. (Cfr. par. 4.5). .. .. .... ··· -·~·-·~····- rogeneita (Forman e Godron, 1986).
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R!L/EVO DEL PAESAGGIO
ANAL/SI E DIAGNOSI
PERIMETRO DEL
PARCO REALE
PERIMETRO DELLA
AREA DI STUDIO
Fig. 4.5. Rilevamento della grana di un paesaggio, in cui si nota una polarizzazione nei confronti
del corso d'acqua: allontanandosi, si allarga la grana (sia quella dovuta ad antropizzazione che
e
quella naturale). Cio dovuto all'ambiente semi-arido dell'agrigentino (lngegnoli, 1991 ).
Su. A - CARTA DEL BRENNA
Cord d'acqua .......... • .... • ....
............................................. • .. •• ....... •••• ....................... • .. La discussione dei dati analizzati da una linea di rilevamento si puo avvalere di alcuni
•.••. ······· .... ·• ......... • ... .
BMro fortc
Bo«X> ceduo ......................................
........... • ...................... • .. ••• •• ..................... . aspetti significativi, messi in evidenza e comparati fra loro sia con P!l'.~Ü!tfileJ'lEl!ici che con
Si<¡¡l e r!Wi
Edífltalo .... •..................................... • ....................................
............................................. •• .. .
Strlode pavimcnt. • ............................. .. ~~.s~rva~~~I1} ragionate. Gli aspetti piu significativi per la determinazione di configurazioni
. ........... • ............ • ............. • ................. •, •, .. • ....... • .....
Stn.de mrr.
Sem. vita.to ··············· .................... ·· ..........................
......... •• ............................... ·····.·······.··········.
••• .............................. .
caratteristiche di elementi del paesaggio, sono:
.................. ····.·········· .... • .........
Arativo &.
Prato umido "'" ............. •.•
Sez. B • CARTA DEL BRENNA a) La ,P_g_sizio~e in,i~ial~cli ogni tipo di elemento.
Coni d'acqua ..........
• .............................................. ·
Boc.co forte ..........................................................
Bo«X> eeduo b) La posizione finale.
Siepi e filari ••.••••,,••.•,,,•,,••••• .. ••.••·····.··· .... • .. • ..... • ....
EdifJC&to ..... • ................................. .
Strade pa.virnent.
Strade .ttecr. ..... • .................... •• ...... ••.•• ............... •• .. c) L' aggregazione.
San. Vita.to
Arativo 1.
Prato um.ido ···············.··········································
........ • ............................................ . d) La ~~gglaritA .º il. p.arallelismo.
Fig. 4.4. Rilevamento degli elementi del paesaggio perlo studio del parco di Monza (lngegnoli, e) 11 legame spaziale di \'.CSclusione/esaltazione.
1987). Le linee segmentate fanno risontro alle tabelle sottostanti, riferite alle carte del Brenna
(1845). f) Punti üferiti .a confini rilevabili otticament~,.~
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(
A ti tolo esemplificativo, si riportera una elaborazione eseguita sul gia menzionato territorio Ricchezza relativa: R=--X 100
s
di Monza. Essa comprende due linee parallele, lungo il gradiente ambientale piu caratterizzante dove: s = n. dei differenti tipi di Smax
(Fig. 4.4). habitat presenti,
Oltre all' eterogeneita puo avere interesse valutare il contrasto e la grana di un paesaggio, Smax. =max n. di tipi di
~~>ff?"'°~"""~'w~,,,,,.o'"ww~'j""'~'wwo,_W~""-~%~
quanto piu forti sono lejiff~@Jl~e fra gli elementi e piU strette le ~eme dit~,a]1.Sizi9.11e (e. g. elemento di tipo k nell' ecomosaico,
K= 1
margini) fra un tipo e l'altro. Si puo parlare di basso e alto contrasto, ma spesso e difficile la s =n. dei tipi di elemento osservati.
valutazione.
Ad esempio una foresta tropicale appare da un rilevamento aereo a basso contrasto, invece
a terra si possono individuare diverse aggregazioni. Un alto contrasto viene di solito creato s
dalle popolazioni umane che si insediano in una matrice paesistica omogenea.
La trama degli apparati paesistici forma diversi tipi di disegni in un mosaico di elementi. Dominanza (D):
dove: Hmax = max diversita,
D = Hmax +L. (Pk ) In (Pk )
Diversita degli apparati, continuita e discontinuita, orientamenti, danno modo di distinguere K=l
altri caratteri dei paesaggi e degli ecotessuti in esame. quando i tipi di elementi
compaiono in egua! proporzione.
111 11
Gli indici tradizionali, conosciuti e utilizzati nello studio delle popolazioni animali, della Si deve precisare che per habitat si intende elemento paesistico, ecotessuto, paesaggio o
vegetazione, dell'ecologia dell'ecosistema, si possono in parte usare anche nelle analisi di sistema paesistico, a seconda della risoluzione necessaria all'analisi.
ecologia del paesaggio, con opportuni accorgimenti. Non staremo quindi a entrare ne! detta-
glio, ci dovremo limitare agli indici piú importanti.
Distribuzione di Poisson. Viene utilizzata per verificare la distribuzione di piante o animali
di una data specie in un territorio, suddividendo l' area in rettangoli di uguale superficie. In
S =cAz ogni quadrante vengono contati il n. di individui (o di specie), mentre a noi interessa il n. di
Ricchezza di specie:
ecotopi (o tessere) di un certo tipo di elemento paesistico.
quindi: log S = z logA + c
dove: A = area territoriale,
z =pendenza della regressione, k -m
c = costante (tassonomica). P (X=k) = m k~ formula che descrive il tipo di dispersione casuale
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ANAL/SI E DJAGNOS/ MISURE BIOTJCHE TRADIZIONALI
do ve: Gruppi faunistici che determina- Numero totale delle Unita Sistematiche costituenti la comunita (secando ingresso)
no con la loro presenza l'ingres-
so orizzontale in tabella (primo
P = probabilila che X assuma uno specifico valore k ingresso)
01 25 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36-...
X= n. di ecotopi
m = np = valore medio di X
Tricotteri Piú di una sola - 5 6 7 8 9 10 11 -
presenti (ed us
Si noti che la varianza di X= m, quindi la media e la varianza di una distribuzione di Poisson inoltre Fam.
Cl).ENiDAE)
hanno lo stesso valore numerico. Quando i dati rilevati si discostano da questa uguaglianza, Una sola US - 4 5 6 7 8 9 10 -
la distribuzione in esame non e casualt;.
Gammaridi Tulle le US - 4 5 6 7 8 9 10 -
presentí assenti
Fra gli indicatori biotici tradizionali, non si devono dimenticare anche quelli di tipo EBI '
Oligocheti o Tulle le US 1 2 3 4 5 - - - -
(Extended Biotic Index) (Tab. 7) o BMWP (Biological Monitoring Working Party). Chironomidi sopra assenti
Modificazioni nelle caratteristiche fisiche echimiche di un corso d'acgua'"' superiori alle
c~pacitz!~~eÜSTutiche deÜep-o¡)oTaZíoni d[organlsmi-bentgni~Í,indu~~o l~;cÍifi~~zi~ni nelle Tutti i laxa Possono - o 1 - - - - - -
precedenti esserci
relative coiilunita,-ql.ühcÜ negíi ecosistemi fluviali. La definiz;ionedella quafftilch~EJJ ambiefüí assenti organismi a
di acqua corre11te ~ulla ?~se -cli analisi delle suddette co1pu11ita-Oeve.haii1-§[i>[~yal~1~~i~e~t~- respirazione
ae rea
su unavalutazione dell'effetto di insieme dei c.listurbi. ~,
Nell 'analisi di un paesaggio e necessario sempre rile vare lo stato di funzionalita della rete Legenda:
di corpi idrici, vista la loro delicata funzione paesistica (escretriceY/ --·· ~~ · ' · --- ... ~ : giudizio dubbio, per errore di campionamento, per presenza di organismi di dril! non scartati dal computo, per ambiente
non colonizzato adeguatamente, per tipología non valutabile con l'EBI (es. sorgenti, acque di scioglimento di nevai, acque
ferme, zone deltizie, salmastre).
Tab. 4.1. Tabella per il calcolo del valore dell'EBI (da Ghetti, 1986). ': questi valori di indice vengono raggiunti raramente nelle acque correnti italiane per cui occorre prestare attenzione, sia
nell'evitare la somma di biotipologie (incremento artificioso della ricchezza in taxa), che nel valutare eventuali effetti prodotti
Gruppi faunistici che determina- Numero totale delle Unita Sistematiche costituenti la comunita (secando ingresso)
dall'inquinamento, trattandosi di ambienti con una naturale elevata ricchezza in laxa.
no con la loro presenza l'ingres-
so orizzontale in tabella (primo
ingresso)
01 25 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36-...
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ANAL/SI E DIAGNOSJ ALTRE MISURE ECOLOG!CHE
Il GAI globale [m2/nl] di tutte le terre coltivate e paria 4, variando da 1,3 per un campo Per applicare tali indici si deve costruire un gi:_afo capa~~ di porre in evidenza i leg~mi
di mais diserbato, fino a 8-10 se non diserbato, e 5,7 per un prato, fino a 8 se fertilizzato al esistentinella strutturapaesistica in e~ª'"lll~ fra~Qlaffhie, Ccii1Td()i ~i=giill(écotoni) di confine.
massimo. Volendo confrontare tali valori con quelli degli ecosistemi naturali, si ha (Tab. 4.2): íñ evíaeñ:ia-sTdev~1}0 successivamente pon:e i legami possibÜi, da ripristinare o da progettare.
Con ragionamenti piu complessi, che vagliano lo stato del paesaggio in esame anche con altri
Tab. 4.2. Green Area lndex per gli ecosistemi naturali (da Tomaselli, 1977). indicatori, si deve infine stabilire il giusto livello di connettivita.
Ecosistema Clorofilla GAi
Paludi, torbiere 3 7
Foreste tropicali pluviali 3 12
Foreste tropicali decidue
Foreste boreali
2
3
5
12 0.
<?
•°o· ··~
• .
••
.
••¡, ••
Savane tropicali 1,5 4 '! ••. ··~ l
•••. .·.\.·º •
Praterie temperate
Tundre artiche, alpine
1,3
0,5
3,6
2
o
...
Semideserti e deserti 1
Molti di questi indici sono presi anch'essi da altri preesistenti, ma il loro utilizzo si PJtO-
dire prevalen te nell ~analisi del paesaggio. In ogni caso si e pensatóCfíerenc11rli á ·parte-per
(}üestlü11idici.~üicfle. · • - · · ~- · ·
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ANAL/SI E DIAGNOSJ ALTRE MISURE ECOLOGJCHE
MJJdel/9 .a_grai'.fta. Viene dalla fisica, e si puo usare quando i nodidi unarete o u11a
di~ibuzione di ecotopi presentano differenze nette e si vuole conoscere la loi:o interazione
-rispettü-uii 'area(Flg:-4.7):Gffcfrrntmff Iasegueiite:
.. -K ~
l 13- P¡XPj
do ve: 1 = interazioni fra i nodi i e j,
d2
P =a.rea dell'ecotopo o delle popolazione,
d = distanza.
4.4.2 Trasformazioni
1
1 F,
COMPONENTI DEL TERRITORIO
1890 ' 1980
SOSCO FORTE
A B e n E
SOSCO CEDUO
PRA TI UMIDI
URSANIZZA TO
~
Controllo delle interazioni fra elementi paesistici unita' di misura =ha
nel caso delle macchie di bosco ad alta Btc. le variazioni si inlendono in ha per anno
Fig. 4.7. Applicazione del modello a gravita allo studio del parco di Monza (lngegnoli, 1989). Si Fig. 4.8. Esempio di mosaico di conversione ( «Shifting mosaic» ). 1valori sono inerenti all'analisi
del paesaggio del parco di Monza (lngegnoli, 1987).
noti la perdita di interazioni fra le macchie forestali piu antiche, quantificata nel grafico a lato.
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r/
ANAL/SI E DJAGNOSJ
./ ALTRE MISURE ECOLOGJCHE
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ANAL/SI E DIAGNOS/
ALTRE MISURE ECOLOGICHE
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ANAL/SI EDIAGNOSI ALTRE M!SURE ECOLOGICHE
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ANAL/SI E DIAGNOSI TEORIA DEI FRATTALI
Anche se il macrobenthos rappresenta nell'RCE una sola voce, provando a incrociare (Fig. la ti della matrice. Le relazioni fra il numero di margini interni ed esterni delle macchie risultanti
4.9) i dati risultanti dagli indici tradizionali (EB IBMWP) si arriva a una ottima convergenza, .El1º essere usata per valufareil grado di frammentazione di un paesaggio. Per margine interno
dimostrando come l'analisi delle popolazioni bentoniche e quella dei corridoi fluviali siano si intende quello di «fori» entro una macchia: essi sono frequenti se p e alto.
egualmente valide.
Habitat standard. Deriva dalla misura della dens!_!~ifi_ca_di polazione,, di cui e
!'inverso, ma prende notevole importanza pratica ·riferendo l'indice agli apparati paesistici
4.4.4 Altre misure . (Cfr. par. 2.5) e utilizzandolo anche perle popolazioni umane. Ad esempio, l'habitat standard
(HS) ~ essere scom_po_stQ__nei__IB!ill1!:~31J_ortxel.f1tjy_Lalle are.e__difl)nzione protettiva (pt),
Control/o della percolazione. Viene dallo _studio dei liquidi percolanti attraverso materiali proci_ll_ttiva(pd2;-¡}bit<}tiyaJabJeJ>l1ssidi¡¡rLa (ss¿, se,_ra¡:¡portati all 'habitat umano di un paesaggio:
aggregati ed e accettato come modelfo neutrale. Si riferisce a una matrice grande a piacere (m
x m) e nel paesaggior----~~---
considera la probajJilita p che le celle delfa1nat1:ic::e si.ano··- occupate da un
·------~······-·----·--···----
oggetto di interesse (e. g. vegetazione, costruzioni). HS=HU dove: HU =habitat umano;
,.--~rnumero,-1it dimensione e la forma degli insiemi formati dalle celle della matrice Nab Nab = n. di abitanti;
cambieranno in funzione di p, con cambiamenti rapidi se ci si avvicina alla probabilita critica 2
HS = HSpt + HSpct + HSab + HSss [m ].
(Pe) quando cioe il piu grande insieme arriva ad estendersi da un lato all'altro, cioe percola
(Gardner et al., 1992). 11 valore di Pe per distribuzioni molto vaste e stato determinato
sperimentalmente paria 0,5928.
A!!_c_he la fo1:ma clell'in~ne.peI:c:_o_lªnJt\ml_s_t1.ra@_c.;Ql!_clirnen~iº!l:eJrattal~ e dipendente da p.
C~me-sI vede dall~FTg. 4.1 O, i ri;ultati dl una analisi di percolazione mostrano che quando
p e bassa la distribuzione di celle mostra macchie piccole e isolate. Quando p supera la soglia
critica le macchie precedenti si riuniscono in un insieme aggregato che arriva a loccare i due 4.5 TEORIA DEI FRATTALI
a p = 0.4 b p =0.6 e p = 0.8
4.5.1 Richiami teorici
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ANAL/SI E DIAGNOSI TEORIA DEI FRATTALI
una omologia equindi individuata da un centro, un asse e da una coppia di punti corrispondenti. La dimensione frattale risulta calcolabile quindi come rapporto fra due logaritmi facilmente
In una omotetia (Fig. 4.11) l' asse e improprio, quindi il rapporto (r) di due segmenti identificabili. 11 significato e piU difficile da comprendere, ma non va del tutto contro
COITispondenti e COStante (invariante omotetica): l'intuizione. La dimensione D = 1 corrisponde a una linea, la D = 2 a un piano, la D = 1, y si
puo far corrispondere a una linea che si comporta in modo da riempire un piano, pur senza
r = (ORoo AA')= (AA'ORoo) = (AA'O) = ~g coprirlo in modo del tutto uniforme.
In realta si puo generalizzare la D frattale come relazione fra una quantita Q e la scala di
grandezza L alla quale Q e misurata:
11 rapporto delle aree di due figure omotetiche (Fig. 4.11) limítate da linee chiuse, euguale
al quadrato della variante.
Nel caso di un parallelepipedo (con dimensione euclídea paria due) il rapporto omotetico Q(L) = LDq
r riferito alle N partí in cuí una figura sta nell'altra e dato dalla formula:
Si puo cosl studiare la dipendenza spaziale di un insieme di punti, misurando la probabilita
112 P(m, L) di trovare m punti in finestre D-dimensionali di grandezza L centrate su ogni punto
r (N) = l/N
dell' in si eme
da cuí: log r (N) = log (1/N 110 ) = - (logN) / D N(L)
m=l
E=1
dove q e un indice del momento della distribuzione frattale e N(L) e il nº dei valori di m
r(N)= _1 per un dato L. Quando q=l (momento primo), Q(L) indica la media dei punti trovati in una
N finestra L; quando q=2 (momento secondo), Q(L) indica la varianza dei punti nello spazio. Si
puo cogliere allora la differenza fra i frattali «esatti» e quelli «statistici»; quest'ultimi non
avranno identica D per ogni momento, perla presenza di disturbi casuali
Per utilizzare questa teoria nelle analisi di ecología del paesaggio, ci riferiremo a una serie
gerarchica di reti a maglia quadrata, con r = 1, 1/2, 1/4, 1/8, 1/16, ... essendo tali numeri la
misura dei rapporti di un lato della grata (Fig. 4.12).
Essendo le reti a maglia ortogonale degli ottimi riferimenti per il rilievo degli elementi del
Fig. 4.1 ·1. Omotetia piana con asse improprio. Si noti che le figure riportate sono parallelepipedi paesaggio, possiamo individuare e valutare le celle occupate da un valore significativo (e. g.
(vedi testo). E= dimensione euclídea. 25 o/o) che attesti la presenza di un certo elemento paesistico (e. g. vegetazione arborea) rispetto
162 163
ANAL/SI E DIAGNOSI TEORIA DEI FRATTALI
la matrice (o l'insieme di altri elementi) del paesaggio in esame. Per ogni salto di scala e per
1808. dm = 1,70 1935. d =1.82
t'I\
ogni cella unitaria, avremo:
1/0,25 4
0,25/0,0625 16
0,0625/0,0156 64
0,0156/0,0039 256
Controllando, ad esempio, come cambia l'eterogeneita per ogni scala, misuriamo ora i log
N per ogni cella e il rapporto log N /log l/r = D per ogni salto di scala.
Quindi, con regressione lineare, troviamo la D frattale per ogni cella unitaria.
Mappiamo poi le D a intervalli di tempo significativi, cioe dopo aver effettuata la misura
di D alla data attuale, e a una serie di date passate, nelle quali sia possibile ovviamente avere
i dati per ricostruire il paesaggio come era un tempo. Si potranno cos1 interpretare le variazioni
di D nel tempo, e cio aiutera a diagnosticare le trasformazioni avvenute e le prossime possibili
(Fig. 4.12).
Per comprendere meglio l'utilita di queste misurazioni, si osserva che se abbiamo da
restituire ~~~ll_".'.CE!:i~I1-Z_(:l_ fra strutturi:l. e funzioni .in un paesaggio, dopo aver
verificato con altri criteri cosa sia necessario fare, dovremo provare a ricostruire certe strutture
(e. g. rete di corridoi e macchie).
Quadro di riferimento 1989. ct,_=1.91 Dopo di che dovremo effettl!an~ 1111 ul teti9.rQ_Controllo, perché e_ indispensabile che tali
(5x5 Km)
i:i~()_sJ!:uzioni siano le minime. n~cessari~~;n sol9 per quj;!stioni di economiaJ Il1ª anche. di
...!e~.P.º dell 'operazione di recuper~ ( «restoration ecology» ), e di mantenimento dei caratteri del
paesaggio stesso.
D
0-0. 25
•• •
0.25-0.75 0,75- 1.25 1,25-1,75 1,75-2,0
Un buon controllo si puo ottenere verificando la variazione della dimensione frattale, che
deve risultare appunto minima.
Per questo puo essere necessario riferirsi a un grafico (Fig. 4.13) che pone in relazione il
numero delle celle considerate con il grado di risoluzione utilizzato nella misurazione. La
percezione del cambiamento della D frattale e COSI palese.
Anche le relazioni aree/perimetro, (A/P), importanti nell'analisi delle macchie paesistiche,
si possono misurare coi frattali:
Fig. 4.12. Esempio di suddivisione di una griglia di rilevarnento di un carattere del paesaggio,
secando quanto detto nel testo. Si notino i risultati dell'analisi, con la distribuzione delle D
nell'area rilevata, in 3 date diverse, nel territorio di Torrile e Colorno (Parma). (~,y= cost.)
164 165
ANALISI E DIAGNOSI BIOPOTENZIALITÁ. TERRITORIALE
Data la massima distanza fra due punti dal perímetro, Da (dimensione frattale dell'area) e Si puo scrivere allora log (A) "' D log (P) dove D=Da/Dp, sintetizza le precedenti
sensibile a lobi e convessita, per cui Da "' 2 indica forme ottuse, mentre Dp "' 2 indica un informazioni sulle macchie.
perímetro molto convoluto.
700 I Si eno tato che la mas sima metª'8tªbilita .ciiunpm~saggio, non corrisponde alla somma delle
massime metastabilitll degflcle~enti º()mJ?onentLil livello dÍ metastabilita dipende dalla.
I complessft~C!é1P organizzazione, gl1i;di daii·~r<li~~. che for~isce una soglia di omeostasj, assai
600 I IJ.ilii~·daU;~~Üpmontare déll'energia potenziaie <!isponibile (i. e. biomassa). Se gli elementi
500 I paesisticihanno livelli complementafféli mefasiabilita, essi possono aluu-e la soglia omeosta-
dFa~dell' in tero paesaggio.
I In realta, un paesaggio e composto da elementi a bassa metastabilita, con poca resistenza
400 I ai disturbi, ma rapida capacita di recupero (i. e. alta resilienza), e di elementi di buona
300 I metastabilita, con alta capacita di resistenza ai disturbi, ma bassa resilienza.
I Tutto cio si avvicina al concetto di metaclimax (Blondel, 1986), anche se a nostro avviso
200 I e comunque una ragionevole ipotesi che un buon equilibrio fra elementi con livelli comple-
mentari di metastabilita possa formare la piu adattata organizzazione in un particolare tipo
100 di paesaggio. Un concetto di adattamento valido per l'organizzazione del paesaggio dipende
o -- -- --- -- D:: 1 dalle risposte attive degli elementi componenti ai disturbi ambientali. Se questi elementi
hanno livelli complementari di metastabilita, essi arrivano a formare un piu vasto campo di
esistenza per l'intero paesaggio, acquisendo la capacita di incorporare una piu vasta gamma
o3 6 :20 30 40 50 RISOLUZIONE
di perturbazioni.
VARIAZIONE DELLA DIMENSIONE FRA TT ALE (0) Le trasformazioni di larga scala sono difficili da misurare, anche in un paesaggio, e in molti
RIFERIT A AL RECUPERO DI UN CORRETTO casi non e possibile valutare se il cambiamento sia buono o no. Tuttavia puo essere possibile
P AESAGGIO LOCAL E val utare se i cambiamenti stanno portando il paesaggio a un punto di instabilita, controllandone
la sua metastabilita.
Raggiungere una soglia di metastabílita significa cambiare il tipo di paesaggio. Esso tende
Fig. 4.13. Cambiamento della dimensione frattale (D) riferita al risanamento del paesaggio ad essere rimpiazzato da un nuovo paesaggio. Se tale rimpiazzamento non ecompatibile con
dell'alto bacino del Magazzolo, Agrigento (lngegnoli, 1991 ).
un paesaggio di scala maggiore, o non e in grado di incorporare il regime locale di disturbi,
166 167
ANALTSJ E DIAGNOSJ
BIOPOTENZIALTTÁ TERRJTORIALE
cio puo indicare che tutto il sistema e in degrado e si profila la necessita di una azione di
risanamento.
Per cercare di valutare la metastabilita di un paesaggio, abbiamo bisogno di identificare i ELEMENTI DEL PAESAGGIO o1 2 .
3 1 ' 5' 6.7' 8 1o 2 3 1 5 6 7 8 9 10 1112 13
menzionatfliveili di .r1mpiazzo e-cf!misurare lámctastabilit~-dlogni elemeñtoperconSlderarne
iaeompleme11tarist4. A-quést; proposito, ci oobbiail1~-rifenie_aí.coñce'tt-;-d{c-ap[icltifatente 1. DESERTO. GHIAIE r- ,...,
._cl_L9¿:neostasi di un ecosistema O· e. elemento paesistico). 2. TUNDRA ALPINA r-""'
:E cosi possibile definire un inclicatore sintetico, denominato ~-ªcita
¡
biologica territoria!e
~m,-·-~~''""~ "''"''~-,,, '~~'~'~
"' '"''' ''''"
3. SEMI-DESERTO, CESPUGLI SPARSI ..--
o Btc (lngegnoli, 1980, 1987, 1991), sulla base: (1) del concetto di stªpilita resistente 4. PRA TI
(«resistance stability» ); (2) dei p1:inci¡:>a]i tipi djec:;osistemi della biosfera; (3) ;ui l~;.--;Óati _ 5. PRA TI ARBORA TI
metabolici, cioe biom¡¡ssa {B), produzione primaria lorda (PG), respirazio11e,(R, R/PG, R/B). 6. SIEPI E CESPUGLI
I>ossiamo elaborare due coefficienti: -· · .
7. VEGETAZIONE PIONIERA
8. ZONE UMIDE
rll
*bil
-11
. --
..-
a¡ = (R/PG) ¡/ (R/PG) rnax, b¡ = (dS/S) mini (dS/S) i
9. FORESTA ALPINA SOREALE *r::ll ÜilAI
011:11
- ¡,
'-h
do ve 10. FORESTA TEMPERA TA *' 131
R =respirazione 11. FORESTA MEDITERRANEA *1':3 *113 011:111 ' .... i..,
12. COLTIVAZIONI LEGNOSE r- l:::all
PG = produzione primaria lorda
r--::11111
-
dS/S = R/B =rateo di mantenimento della struttura 13. ORTI E OLIVETI
i = principali ecosistemi della biosfera K PARCHI URSANI rt::::a
15. VIGNE 1111111
11 fattore a¡ misura il grado di capacita metabolica relativa dei principali ecosistemi; b¡ 16. SEMINA TIVI 1111111111111111
misura il grado di mantenimento antitermico degli stessi ecosistemi. 17. CASE SPARSE E GIARDINI 111 lilla
Sappiamo che il grado di capacita omeostatica di un ecosistema e proporzionale alla sua 18. CAMPI POVERI E PRATI llillil h
·-·
respirazione (Odum, 1971). Cosi attraverso i coefficienti a, b, anche correlati nel modo piu 19. URBANIZZA TO 1111111111111
semplice, possiamo avere una misura di tale capacita: 20. URSANIZZA TO DENSO
Una gamma di valori indicativi di Btc e stata calcolata sulla media di elementi paesistici
tipici dell'Europa centro-meridionale, elencati rispetto naturalita e antropicita (Fig. 4.14).
Fig. 4.14. Stima dei valori dell'indice di biopotenzialita territoriale calcolati per i principali tipi di
Possiamo utilizzare la Btc in molti casi di studio dei paesaggi, come ad esempio le analisi elementi paesistici dell'Europa centro-meridionale. Valori in Mcal m- 2 per anno (lngegnoli, 1980,
delle funzioni ecologiche piu caratteristiche dell'habitat umano, come vedremo. 1991 ).
168
169
ANAL/SI E DIAGNOS/ ANAL/SI DELLE FUNZIONI ECOLOGICHE DELL'HABITAT UMANO
La Btc, come indicatore sintetico, non ha bisogno di grande precisione anche se usata per 4.7 ANALISI DELLE FUNZIONI ECOLOGICHE
verificare i livelli di metastabilita degli elementi paesistici, essendo tali livelli di per sé DELL'HABITAT UMANO
definibili solo in bande. Inoltre, la Btc, per come e costruita, registra gli elementi in modo
corretto, dando alti valori agli ecosistemi con alta resistenza (alta metastabilita), in modo che
gli elementi paesistici con bassa B te corrispondono generalmente bene a ecosistemi con bassa
metastabilita. 4.7.1 HS teorico pro capite
J;a Btc, asso~iata con dati statistici riguardo un te{ritorio~ permette il riconoscimento di
~lie gLi:i.1!1pia~z;() dei tipi di ecotessuto, cioe delle loro sogíle.di íñetasiabilita. l,,JLcapacitadiun territoriQ di.osp~are una popolazi(meurnana ~Jl}tt'altro.che i!limitata, e.
. Viene infatti controllato il cambiamento degli ecotessuti (o deí paesaggi), sia naturali che quindi e indispensabile che la correlazione individuo/habitat..si9 basa.ta suprincipi ecologici,
antropici, nel tempo. Si puo visualizzare questo controllo, come vedremo. nüñ ~ indici economico-urbanistic.i. .. ..
Un ulteriore utilizzazione della Btc viene riportata come esempio di selezione di una Non dirnentichiamo del resto che nella nostra storia si trovano tentativi empirici che hanno
gamma di classi per il rilievo di sottosistemi paesistici formati da insiemi di ecotopi differen- dimostrato grande efficacia, laddove i colonizzatori romani erano ricorsi a codificare un
2
ziati per tipo di stabilita (Tab. 4.3). appezzamento minimo ereditabile nell'Heredi11111, paria 5.040 m , divisibile in 2jugera o 4
acta, cioe una quantita minima che potesse sostenere il sorgere di una famiglia. Con le tocniche
agricolc dell'epoca, ne! clima temperato, abbiamo calcolato che era perfettamente possibile, e
Tab. 4.3. lndividuazione di sottosistemi paesistici, differenziati per tipo di stabilita, per l'analisi infatti !' Heredium era alla base delle centuriazioni, le quali hanno formato paesaggi cosl stabili
di un ecotessuto mediterraneo (lngegnoli, 1992).
(Cfr. 3.3.2, i) da essere rimasti fino a oggi in molte parti d'Europa (Caravello, 1990).
Attraverso il gia citato HS (habitat standard), abbiamo calcolato un indice di HS pro capite
Classi Ordinazione Btc [Mcal/m 2/a] per l'habitat umano (HU), riferito ai sistemi paesistici lombardi, ma estendibile all'Italia del
Nord.
A RC/D > 1, RS/D < 1, e.g. sistemi con sussidio Esso consta di quattro parti, corrispondenti ai 4 apparati funzionali principali dell'HU:
<<-0,5
d'energia, o con una resistenza molto alta produttivo (PD), abitativo (AB), sussidiario (SS), protettivo (PT) (Cfr. par. 2.5).
172 173
DJAGNOSI, PREVISIONE, CONTROLLO
ANAL/SI E DIAGNOS/
'
Suburbano 1,4-1,5 500-800 1,45 593,6 (esporta energia degradata
Suburbano rurale 1,5-1,6 800-1600 1,52 936,6 - dopo aver prodotto lavoro)
-
CONSUMATORE
(usa energia convertita;
4.8 DIAGNOSI, PREVISIONE, CONTROLLO capace di mantenersi)
Il principio di organizzazione g~~rchica-d~i sisterni viven ti era gia stato per questo scop~
evidenziato da Odum ne! 1971: non e necessario conoscere precisamente i sub-componenti di
INTERAZIONE
un sistema per prevedere il cornportamento del «tutto organico», quindi !'uso di modelli e (due o piu flussi interagiscono
lecito in ecologia. E comunque indispensabile descrivere uno schema provvisorio dell'intero per produrre una piu alta
sistema in esame, perché si puo comprendere una singola parte solo dopo aver compreso anche qualita di energia)
tutte le altre. Non e corretto, anzi e fuorviante, cercare di approfondire funzioni o strutture
parziali, prima che la nostra conosc:enza abbia raggiunto una comprensione contemporanea di
tutte le parti. Fig. 4.16. Simboli propostí da H. T. Odum come línguaggío per la compílazíone di modellí
Un modello ein sostanza un insieme_ diipotesi e quindi va sottoposto a prove con la realta,
energetíci (da E. P. Odum, 1989).
cer~ando l'esperienza «cruciale» (metodo classico) valutando le cause una dopo l'altra e
175
174
ANALJSJ E DIAGNOSJ DIAGNOSI, PREVJSIONE, CONTROLLO
18) allora significa che i parametri erano correlati da una f~~~-c!ie.~~glta lt.!.~()!!8.e_gt1~ze parti dell' eco logia, ma anche di formare i ricercatori a una metodologia ca pace di tener con to
~ congiunte. 11 nocciolo del problema della modellazione e saper ~ªrreJ'essenzialedfilfJll;. di tali principi di base.
' cessorio. Non staremo ora a entrare nel dettaglio, elencando tutte le possibilita che uno studioso o
1 modelli comunque possono essere valutati per tre proprieta: realismo, precisione, gene- un professionista ha per all'ivare a costruire modelli adatti ai vari casi in esame. Diversi modelli
_r~ita.. Tali caratteri possono essere pill o meno labili in funzione delloscopo e-c.J~ff~tiJitK:·· di fatto sono gia stati esposti o accennati ne! corso. Ricorderemo invece le possibilita di
Altri caratteri dei modelli sono: deterministico, stocastico, decisionale simulativo a !_~egrnre }'uso di p!u.i!ld.ii,;at9ri_p_e!.~aggi1mgern...maggiore.cornprensione del comportamento
retroazione. ,...~-----------··---'-~ jel_gaesaggi().s!a~a!1.aliizare ..
'~ ·Perle applicazioni dei modelli in ecologia e util~ rlcordare che sono ormai codificati alcuni
simboli (Odum e Odum, 1976) che si riportano in figura 4.16. Es si concernono le -~ge11ti di
e11ergia, ~_dispersioni.~Ji.calore, i prbduttori, i consumatori, i deposi!i,i n{).di di interazio11e._ 4.8.2 Esempi di modello diagnostico per parti
/ Pu.r essendo.sfudiati per l' analiSi cfegff ecosrsteiiil, jioss()l1Q~~.i:.e u!ili~2:_<l!_Lallcl1~~~<!io
~lP.'!esagg1.
Uno strumento dimostratosi utile in diversi casi, puo essere composto avvicinando il rilievo
Per quanto concerne l 'ecologia del paesaggio, sarebbe bene a nostro avviso procedere a
del paesaggio secondo il metqdo cielle linee segmentate di Godron (par. 4.2) con la contestuale
costruire un modello con_@etQdC?._<~'!..sch~ggia», composto quincli da una serie correlata di
sottomodelli. . .. ··· ···\ ···----~---~-~···-~. valutazione .della BJc (Fii4.i 7). Si puo ad esernpi~ ~~Ju tare lá corrispondenza o 1heno di
Dato un sistema in esame (un paesaggio) dopo le fasi d~azj.Q.11e rilie~Q e_d.YJ¡Cri~ne ••
(ü;;ontfn~it~ tfa t~rreno, ecotopi e Btc ed evidenziare eventuali alterazioni del paesaggio.
Inoltre, la Btc, associata agli indici di HS e alle soglie di trasformazione dei paesaggi
in cui si mette in evidenza un in_§ieme di proprieta e di attributispecifici e si cerca di 'Oíl:íinarli
dell'habitat umano, e contemporaneamente al peso % della Btc dell'habitat naturale rispetto
a
per,gunpren.9ere le prigc,:ipaliintel·ftziÓni, si aiiiva fm:;;~fare un cosiddetto modello «inge-
la Btc media, puo creare un r1)odeU<J ..dLYf1:if.k<t__cl.d m.Qvjn~11ti. .di stªt9.di-un sistema di
nuo».
ecosis.terr!i.. ·
Esso e composto da un insieme di ipotesi il pill completo possibile rispetto il punto di vista
Cio permette non solo di _ili:QsJruireJe trasfo1111azioni nel.pªs~ato, ma anche di riportare i
della ricerca. Si inizia quindi una serie di fasi successive, per raffinarlo. Riassumendo, i passi
dati propositivi di intervento e quindi g:>J!~~o!Iaré il comp()rtamento futuro, cercando di vederne
son o: le eventuali incongruenze (Fig. 4.18). ~--... -~· --
a) descrizione degli .Q~vi; Per il CQ!!1!91ill-de1le~<!!!.ernz_iQ11,LdLun.~ªggjo, puo essere piu significativo cercare di
individuare il campo di esistenza dell'ecotessuto in esame, e su di esso compiere le operazioni
b) ricerca dei ¡xinc;jpa!ikgami; di proiezione e controllo.
c) assemblaggio provvisorio (modello); Naturalmente, dopo quanto detto sui modelli formati con metodo a scheggia, ricorderemo
che di campi di esistenza se ne dovranno definire diversi, legati cioe a diverse verifiche
d) i:kercafunzioname11to del modello; fisio-patologiche dell' ecotessuto.
Infatti abbiamo gia scritto che non e possibile fare altrimenti, quando si constati la natura
e) {)S~ervazione disc;repanze con la realta;
dell'iper-spazio atto a rappresentare in sintesi l'intero sistema.
f) rjtorno ai passi precedenti, o: Riporteremo quindi un grafico in tal senso (Fig. 4.19). Si notera che gli assi coordinati
rappresentano ciascuno un i11siemedi variabi.li di.stato del sistema: preferibilmente un gruppo
g) <;:ostruziorn~di.m.llikllQlunzion<t_l~.
di variabili ?,!1-.~ui 11rnYªle~l'J1~pett9~fü~¡,¿~~=~ii'ííñcrociAf~ co.11..un. a,!trnJ.n cuLpi:evaJe
Le parti del modello funzionale possono essere formalizzate a scheggia, quando raggiun- .;..J~..strntt.iarale.
gono un raffinamento opportuno. Dato che le parti formalizzate sono schegge isolate, e Nell'esempio, tratto da un recente studio per il recupero ambientale del parco di Monza
l' osservatore che, sapendo come usarle e conoscendo il modello del sistema, garantisce la loro (Ingegnoli, 1990), V x rappresenta la capacita teorica di riequilibrio del parco, Y y il grado di
correttezza semantica. consistenza della configurazione strutturale. Si noti che prima della formazione del parco
Anche per queste ragioni vogliamo sottolineare quanto riportato ne! primo capitolo, nel (1720) il paesaggio local e era gia prossimo al campo di definizione (esistenza), mentre oggi
quale i riferimenti propedeutici hanno il compito non solo di preparare allo studio delle altre (1985) il paesaggio del parco risulta assai deteriorato.
176 177
ANALISI E DIAGNOSI DIAGNOSI, PREVIS!ONE, CONTROLLO
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o
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~1 ~
;;-,.,;.,;oo; dol
in Lombardia
pm•ggi1
•• Variazioni del paesaggio
di Torrile-Colorno
' :1
.........
I 'I - "'
1
~ ~
suburbano
010ZZ\l'OVH
010ZZVDVH
¡
151110 ozzoo '
~
a:deserti, rocce. strade
E
VNOAIS -
u
CD
.......
b:semi-deserti, tundra alpina, pralí, coltivi poveri, urbano rado
c:cespuglieli, prati arborati. siepi, coltivi ricchi
d:arbusteti, corridoi boscali, cedui semplici, parchi urbani,
::- UJ
:e
>Y
-
u
CD
;!.
filare, legnose agrarie
e=arbusteti densi, corridoi boscati densi, cedui composti,
parchi extraurbani
~ f=aree umide, foreste di conifere, boschi
g=foreste temperate mature, foreste mediterranee
1 1
1 1
Fig. 4.18. Controllo delle trasformazioni del paesaggio di Colorno e Torrile (Parma), dal 1808
Fig. 4.17. Esempio di analisi della eterogeneita di un paesaggio, compiuto su un transetto al 1985, e proiezione delle tendenze in atto al 201 O. Si pub verificare inoltre l'effetto di una
dell'alto bacina del Magazzolo, nell'agrigentino (da lngegnoli, 1992). eventuale pianificazione al 201 O (da lngegnoli, 1992).
178 179
ANALISI E DIAGNOSI DIAGNOS/, PREVIS/ONE, CONTROLLO
Nel caso riportato in figura 4.19, Y y e stata calcolata come riassunto nella tabella 4.6: e
11 calcolo di V x stato eseguito sulla base della variazione della capacita teorica di riequilibrio
ecologico del parco (Cfr. anche par. 5.5), come qui sotto riassunto nella tabella 4.7:
Tab. 4.6. Variazione del grado di consistenza della configurazione strutturale del parco di
Monza. Tab. 4.7. Variazione della capacita teorica di riequilibrio ecologico del parco di Monza.
1720 1845 1895 1920 1985 1720 1845 1895 1920 1980
Diversita (H) 1, 14 1,80 1,84 1,84 1,58 (P) Btc area p 2,48 2,70 2,91 2,95 2,14
H/Hmax 0,548 0,865 0,885 0,885 0,759 (R) Btc regione (2,30) 2,15 2,00 1,90 2,06
Grana (n/Km 2 ) 11 13 14 14 25 (1) Btc intorno 2,16 1,95 1,80 1,65 1, 16
Ag/Ap 0,0126 0,0106 0,0099 0,0096 0,0055 Ar (1,68} 3,41 3,96 3,71 1,09
Ges 0,691 0,917 0,876 0,849 0,418 dove: Ar= (P-1) J (R-1) [nAp], Ar= area teorica di riequilibrio ecologico, Ap = area
dove: Hmax = 2,08, Ag = area grana media, Ap = area parco, Ges = [(H/Hmax) _llarco.
(Ag/Ap}) x100 =grado di consistenza configuraz.
_,
llJ CONTROLLO OELLE TRASFORMAZIONI DEl.L 'EC:OMOSAIC:O CIRCUIT AZIONE
Vv DEL PARCO DI MONZA
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180 181
ANAL/SI E DIAGNOSJ
Portiamo inoltre un esempio di modello di controllo della connettivita, relativo all'analisi 5 APPLICAZIONI DI ECOLOGIA
ambientale del territorio fra Gallarate e Busto Arsizio (Cfr. Fig. 4.6): Viene evidenziato lo stato
attuale e il campo ottimale da raggiungere attraverso operazioni di risanamento ecologico delle
DEL PAESAGGIO
strutture paesistiche (Fig. 4.20).
Log P = 1.48 + 0.33 ( +/- 0.09) Log MEI alk Gli studiosi di ecologia tendono a porre in evidenza il lato teorico di questo importante
Log P = 0.75 + 0.27 (+/- 0.11) Log MEI cond ramo della biologia: non si de ve pero dimenticare che l' eco logia e anche la scienza che ci
permette di affrontare e risolvere i problemi ambientali, oggi tanto preoccupanti.
do ve P rappresenta la concentrazione media di P totale [mg/m3]. Sulla base di tale semplice Per queste ragioni, al 5th International Congress of Ecology promosso dall'INTECOL a
correlazione e cosi possiblie valutare la frazione della concentrazione di P dovuta solo alle Yokohama, la definizione di ecologia sostenuta dagli organizzatori (Golley, 1990) tratta di
cause naturali. scienza ci~dic_ªlé:iéllla compr~nswnedcliereliZionitra Ía vita e il suo ambiente, come interazioni
t1·~~éffv~rse f9rme di vlta,-~omo incluso, quiiidi come scienza di base per affrontare i nostri
maggiori problemi ambientali.
· Dobbiamo sottolineare che in real tal' ecologia non ha solo contribuito a risolvere i problemi
ambientali attraverso le sue applicazioni, ma e stata essa stessa stimolata ne! suo sviluppo dai
problemi pratici che richiedevano di essere affrontati. Tanto e vero, che un ruolo di sintesi e
propulsione hanno assunto nella ecologia innumerevoli studiosi dedicati nello stesso tempo a
diversi rami disciplinari, in particolare teorici e pratici, come gli stessi Frank Golley e Wolfgang
Haber.
Inoltre si ricorda che iJJ>ro~leJ!la della()ggettivita.dellascienza e superato da! sorgere di
9.ll.U1!9YQ.J)_ªradigma cultural.e (Cfr. par. 1.2.1 ), do ve il processo del sapere el' oggetto della
conoscenza non possono essere legittimamente separatiFuno dal1' altro (Pauli, 1964 ) .
. - ni conseguenza i concetti di f>!'edntivita <leila sci~nza e ctr spedmentazione si devono
adeguare a questo nuovo paradigma. Cio e molto significativo, perché le differenze fra le
ricerche di base, la sperimentazione sulla realta e le applicazioni, non rimangono piu del tutto
nette e separate e acquistano nuovi e piu stimolanti rapporti.
Se, alla luce dei nuovi paradigmi scientifico-culturali, la parte applicativa di una disciplina
e in grado di portare un contributo significativo alla scienza di base, per gli stessi motivi epur
in grado di acquisire maggiore importanza anche di per sé. Questa asserzione si potra meglio
182 183