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DINAMICA DEL PAESAGGJO

3.9.4 Rischi di involuzione ulteriore 4 ANALISI E DIAGNOSI


Procedendo da! generale al particolare, e necessario chiedersi per quanto tempo ancora i
sistemi paesistici circostanti (prealpi e appennini) siano in grado di incorporare ulteriori
alterazioni. Una risposta precisa e quanto mai difficile da formulare. Si puo notare tuttavia, dai
dati della Tab. 3.4, che la li11ea di re!!,ressione relativa .alle vari~kmi di metastabilita della
regione Emilia ha leggera p~nd;;ñza-négativa, mentr~ l~-J¡;~~·¿¡¡ regrns;i~~e-cai<;;Iateper le
altre due regioni sono pressoché orizzontali. Con le tendenze. at.tuali si impiegherebbero circa
.10~~º-~nni. p~r.ar1:Q:~~:-~- valori. di B5c m~uo1Tscii1a~ M~-potrébber~gere
c6inplicazioni imprevedibifí,qu~11anfrischi~~i degrado afs'!sfema·a..eyfi\Zere un coeffici~Dle
' .1di sicúrezza rton súpedofe a O;). Cio sigñítlca cfie-eiiiiQJ0-40añríisi de ve ave?coñcretamente 4.1 L' ANALISI DEL PAESAGGIO
,_,,,_,._, '~'~' '''~'' '' ',, ,, '' ',~-'"-----~--
,,,,;'\., -"·--·--·--·--~-...""'- -~·~- ''""'"~·-"'~' .~
, pftrontato la situazione conlrí5er~t;:n!~ªEEropr~a!i?_~o_!!?!L5.~!1!I:2lloAelJ' efQ!Sfgiª~!?E}i~ª.t'k
Dato che la scala temporale per gli lnterventi esecutivi di risanamento paesistico e
dell' ordine di grandezza di 10-20 anni come mínimo, i tempi per affrontare la situazione si
4.1.1 Diversi approcci
dimezzano ulteriormente.
Si osserva pero che a l''M'~M-,,,
scala intermedia o inferiore i '~~-__..--"'-,
_,,,,,,,~,--,,,-~~·~,~"'"'-~
rischi di ulteriore involuzione del
.~=-="'"=~~M,.:_;;;;;:,,,,,¿,
,, ' M "'
Veniamo cosl a parlare, sempre in modo mol to sintetico¡ c:]eglLstrumentiJ2i1Lutilizzati per
__degradopaei;a..egisticoj>QSJ>J:lno-ésserfªiversi. Non si puo-ííifatti omettere mñotare il compor-
.l'.IDIB.lisi dei ¡:i_aesaggi.
tamento non lirieáredelle p~Í:tl:1r6ilz:ionrantropiche in rapporto alla scala: !'influenza umana
sembra essere molto alta a micro-scala, piu bassa a media-scala, abbastanza alta a macro-scala,
N;terélno~-Innañzi tutto, che le misure dei modelli spaziali ( «spatial patterns») sono in
prevalenza derivate da indici gia noti in ecología, ma applicati, con le adatte modalita, ai
talvolta alta a mega-scala.,Laragione principale di ciü sta probabilmente ne! ruolo dell'uomo
paesaggi. Si utilizzano ad esempio gli indici di_dh'.S!I§.ita (H), dmninanza (D), <;.Q!lL~i9 (C),
nella evoluzione naturale dei paesaggi.
Certo e che la lcndenza all )ndm1tdªlizzazione da parte del!' agricoltura continua di fatto, .tiff~~~uluIL~~cie~l:___ .. --· .... ___ .~--~~-·-- _------·- ...
come pure 1;,e.s¡:mn~ion_e d~Lpaesªggi ~r.i;ini?,:z¡¡ti, prop1:ió é(;1;-~fiaf;;i;i'~cre-di trasformazioni a
r "E pero necessario cercare e utilizzare altri indicie metodi di ªlll!li.siad-hoc, tenendo presente
micro-scala, con ben pochi control!í. Per queste ragioni, nei rischi in oggetto e seriamente 1che!' obiettivo principale ne!l.:CCOlo.gi<1ciel paesaggio rimane li!.ricerca deilegami fras!ruttQra
compresa la~~·~7~•~"·~.
lentezza ne! .tinnoym11.ento dei metodi dLgestione dell' ambiente che devono \ e funzioni, in particolare f~_i~~-~2J.lf..ÜrnE(l~Í.QI1~. .§P.JlÚQ~t~IDporale sui.. pr9cessi che
~~P''' > ' ·~,,,.~'"'/%~-·~"'"-~''-'""~'~m'-=r::t" ,,,,,•'"'"P'•-~~·--··~~~
, , , ' ' •''' .,, '

K()Sed_e!·e a scala d1 paesagg10, 111 senso sisterríicó e guid<iti 9a .QQgnizi211l.sf!~]füi~he.


'' ''' ' ,,,,c>' / ' ' 0'n ,'
J----......_
avvengQn()
~ ____________ 11~i.P.ªesaggie.suUaJoro fqrmazions.

Come vedremo (par. 4.7), il ~onoscir11eJ1to di sogli.e q:itkhe.c,lj lli1sformazione dei


~a~s~gi. (soglie di metastabilita deg1recotessuti) puo essere effettuato a livello di sistema Blandin (1986) ha bene messo in rilievo la suddetta necessita, in un capitolo «Indicateurs
paesistico, e essere u~lizzato peri! ~.<?!~lr()ll()clei..cam:bia!J}.eI1ti.11~ipaesaggl. Dato che a biologiques et bioévaluation a l'échelle des écocomplexes», dove oltre agli inclici scientifici
()gni soglia son o associabili ünoo
Pfi'tjndic~ .ec()JQgici, possil¿ile ~are i rischi di e. citava anch~_el!!J2irico-~oggettivi. Riteniamo importante evidenziare questo fatto, perché
. superamento di dette soglie critiche. se le stime ambientali sui Sfsteffii di' ecosistemi sono fatte con me.todo e con prucienza, esse
possono diventare preziose per la diagnosi, nei casi in cui (e sono purtroppo frequenti) non
~~~ ~i~ponibili dati P!§cisi ltmgo .u11.arco.Cfíte1ll110.sufficiente a comprendere le trasforma:
z;.iqni.e)l.c(.}ffipg1tarne11tq cieJ paesªggiohi esame.
f Gli approcci fondaifentali per integrare le diverse scale spaziali e temporali sono tre:
(~~.?mma'.ín?ici, mode~li.¡}'~~di~i~n~ e solitamente non utilizzabi.le, per ra~ioni siste.miche (i.
e. propneta emergentt). Gh md1c1 s1 possono usare, a patto che siano ª1JJ2hcabili a p1u scale e
che sappianodescrivere opportunamente l~ yariabili parametriche. e di stato dei sistemi di
ecosistemi..J modelli vanno bene sia per cI.escrivere i fenomeni.che per integrarli nelle scale
spazio-temporali e compiere previsioni.

136 137
ANAL/SI E DIAGNOSI RILIEVO DEL PAESAGGIO

In particolare e utile sviluppare 1~i_c'.~~~olla~~ i~~~i~ in 4.2 RILIEVO DEL PAESAGGIO


esame_~~~He gruppiJ!iv¡¡riabilLc!isi<lto e parametri~he ~ ~eri-¡1~tter~pr~;_i~j~ni ~ul!'~Y~ºJ~­
zione dello stesso. Cio puo essere fatto in rapporto a soghe cntlche, ad esemp10 d1 melastab1hta,
ea eventualmente a campi complementari di habitat umani e naturali. Per questo enecessario 4.)d ·Controllo delle fisionomia
mettere a punto indici appositi, come quello diJ~ü2¡;mteJJ~i!lli!ate1:ritoriale, o Btc, riferito al
degli ecosistemi, come -vedremo. E~J2Ul~11>1LaL
//
/
concetto di capacit}l
- -------
latente di ..omeostasi
- ~----'"'""-- ---
..---- ·--------------------~
promettente l'uso di indicie diplodel.libasati sui frattali (Mandelbrot, 1975, 1987). Il rilievo del paesaggio richiede un insieme complesso di operazioni, supportate da adatta
~Dafüéhe i paúerns paesistici sono talvólta fortemente dipendenli dalla scala, soprattutto in / cartografía e da fotografíe aeree, sia a ..c:olorL11º1:111ªli che di tipo multispetlrale o almeno
domini non antropici, dobbiamo aggirare questa difficolta cercando di derivarne le dimensioni
aff'lñfra~no; Nüileñtreremo qui nel dettaglio di tali operazioni, né nella problematica
d'uso, dato che esistono materie apposite di tipo tecnico (e_:..Rl()~()l~-~:PEe!¡¡:z:ioDetcapaci di
frattali (Wiens, Milne, 1989). Infatti, essendo lali.,9.lm~2.1~()!1(0!.lg_()lal~j!!~..Q<~
istruire su tale campo. Ci limiteremo quindi a trallare i due argomenti piu legati al rilievo del
~~; es~~~~g@!1.()~ª~.()1112I~8-~ita_~s.Lmocle}li.cl!fil.li~l1JiYi: Quesla strad~ puo essere utilizza~a
paesaggio dal punto di vista della fisionmni.a.e<:!ell.a distribuzione degli .elemenli.
pure per individuare i domini di scala legati a un certo fenomeno: ~E.~1~;z:andoJ<tgf.Q!!l.~~
\\ L' ana. li.si de. lla fisionomía dei ¡~~;;ggi (o loro parti)~i b<~~; p1:~:y¡¡¡e;;te.;;JerÍt~· s~cliscipline
frattale¿u un «range» di scale si determina in quali pun~i)e dime11si()1:iLg~~tg1JLc;!:11~~!1Q,.., ···
~ ·-----~-~-~'"'~---~--"-----~-----------~,---,,,-- ---~--- esletico-percettive, ivi compreso il disegno dal vero, supportate pero dalle conoscenze speci-
1Téhe~on-irp;sliivismo logico eil_razionalisl11o critico, il mondoscientifico ha guardato con
molta 4iJfidenza, talvolta conscherno, aitentativi di affiªncare.a.i .me.todi scientlriCi tradizionali
¡;¡.;¿e~~i p~1:cettivl di tipo g;raficoJ2igi_n~~-b~~c~;1 ·Ü c~mbia;;;~;1to deLpmadigma cultural~
4.1.2 Analisi aggiuntive ~jintª·~Y:~1·~,c?_U!!ii"Iot~grazione di tutte le capacita conosciti\le, queste operazioni hanno ripreso
la l_~~E_i~1~a clignita. · ·· ·
Vogliamo qui solo accennare a due campi di analisi che non saranno compresi ne] presente Aquesto!)roposito, si vuole sottolineare il giusto richiamo di_~2111:~~dLoi:.enz (1978).al modo
s!iJJ.i:CJSedere di un pittore, per chi voglia compiere ricerche nel carnpo della biologiiL Tale richiamo ' :
lavoro, in quanto necessitano di approfondimenti molto specifici: si tratta ~ell'utilizz.ª-z.ÍQll.~
e ben pib di un pai:agorie, qualora si pensi che pon eimportante solo per ¡¡ metodo, ma anche per e
degli elab.oratori.~:QJJj~ d~E()_<i.~Lcl!~egnQJ~.atoallep~1~c~z.iQ11.L\li§.l!ª-l1.
~().s\lilt1pp9 clella sensibilita alle. clifferenze di valorefra processi non razionali.
j2Lgra.¿~cl.~_ln~ress~-~)~us? cl.i_111etQ.~basati sull' ana~_i_ SEaziaje informatica, ad esempi~
di tipo GIS (Geographic Information Systen1JJlQISSta avendo un buon successo, perche
E: noto da tempo che una delle funzioni pii:t importanti della ~.z:iº-~-d_elle forme.» e '
quella di permetterci di distinguere cio che e sano dacio che e malato. II che e inclispensabile
permette di manipulare grandi numeri di dati spaz.iali eJorn.mlare nu9.YJ:ÜJlOtesi sugli «spatial
~u;~~>;froccolini, 1991)~ / -~ ·- ·---~--~- soprattutto peri medici, gli studiosi e gli allevatori di animali, e per gli ecologi del paesaggio ..
lndispensabile perché l' «occhio clinico» non potra mai essere sos ti tui to da un' accumulazione
.. L'uso di sislemi informatici assai sofisticati, composti da un elaboratore centrale e diverse
di dati quantitativi, anche se co111pute1:izzati, per la non completa esprimibilita, in senso
subunitá fra cui «scanners» (digitalizzatori) e «plotters» (disegno automatico) necessita Ji:z:im1ñíe,.éü mol te integrazioni di funzi¡;ni proprie cli t1n si.stema biologico. Il contri bu to del
sovente di personale specializzato, che si dedichi a tempo pieno a elaborazioni che, pur di per disegi10 va_guindi persino oltre il controllo della fisionomü1, e infatti lo si dovrebbe considerare
sé facili da eseguire con i nuovi programmi, richiedono comunque molto tempo (digitalizza- <~la11do dldiagnosi ambiental e e di processi applicativi .cl~ll '.eco logia.
zione e controllo delle mappe). ··~sT riporta come esempio (Fig. 4.1) il rilievo della vegetazione di clue transetti (Van de
Non vogliamo infine dimenticare i metodi .d!sJIJQÍO erilievo della fisi()_no!llLadeL:P.aes.aggL Winckel, 1980; Ingegnoli, J982), pernotare la differenza di caratterizzazione della fisionomía
,Sappiamo che essi si basano su discipline grafico-percetÜve[rionescfoso il dísegno f Fra questi di un bosco planiziale (entrambi a dominanti di farnia), in due stagioni diverse.
~etodi ~i sorio éfaborazioni anche molto cc)lnplessedelfá~_mio)Qgia natural e e antro pica, della
....
visibilita assoluta, che devono essere rimandati a discipline particolari.
-- ----·-----···-··~.........,
II disegno deJ.paesaggio, nelle Sl!e varíe tecniche, rimane quindi uno strumento fondamen-
taie.perl~-~tudio c.leicaratteri dei sistemi di ecosistemi.Per tali motivi, fin dal 1946 il Field
In ogni caso, nell'uso di indicie metodi di analisi, si dovranno sempre tenere presentí i ~Co~~Cll di Londra ha introdotto un corso di dÍs'égí10 (e acquarello) nell'insegnamento
riferimenti teorici - che abbiamo tentato di inquadrare in questo scritto - e i principi (e le sfide) deí1'ec0logfa,e11botánico Ruggero Tomaselli ha utilizzato suoi personali di~egrú a mano libera
ad es si connessi. L' avanzare dell' eco logia del pae,;ªggio ric]1iede nuovi n1gfli di pensare, che ~ neüe'pubblicazionisCíeiiiifiche ( 1981 ). Non si elontani dallo spii:ito cli ricercadi Leonardo .da
non siano ristretÍiai concetti e ai metodi delle discipline corr~Íate. . ... - ..... ·--....... , Villci,'di Ciii' si í·icordan~·stra-;rdÍnari disegni di paesaggio (Fig. 1.1).
----
......

138 139
ANAL/SI E DIAGNOSI RILIEVO DEL PAESAGGJO

, AMBITIOI

~
IMPlUVI
lrJCISIOtll r-=\ MOFOWIESI
AflTICHE l11il.::1l1 ATTIVA
C--::J CllAE, WERGEIJZE ~ llOROI, ~ TERAAZZI

~ ~~TE~~/~~1rm VISl\11~ ~ i'~ r~t'sno


1 1
~ ~:~~IR:~~·PfSE

º. .
C-:::J COSTE
~~
CRHJALIE .CONFIGURAZIOlll
- OELIMITAZIO/jj GEO· L=---:1
,· SECotlDARIE MORFOlOGICHE

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lifilt!fil Il
lriCLlllAZIO~iE
DEI VERSAi/Ti
PWDHIZA>25'/,
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At.1BITI
) ~ rom.1AUfülTE
,,_.,._> DEFlfJIBLI
.DISCOIJTlrJUnA
~ tl.ORíOLOGICHE

fTmnPHJOErJZA llMllEDELLE DROCCE


W1W25·i0/,
n
1
CO/fflGURAZIONI
l OOWf/AllTI
SPARSE
00!.\ll!ANTI

CARTA DELLA MORFOLOGIA DI SINTESI


.o PHJOENZA5i.
n:--1 RETICOL I
j_=:nJ
TALWEG

Fl UVIALI
0

~OUllHE
~VISIVE
GRAi/Di

Fig. 4.2. Elaborazione della morfologia di sintesi di un paesaggio (da Romani, 1990). Analoghi
disegni si possono elaborare anche per la semiologia antropica e naturale.

~elterritorio, articolata nei rami principali della .SeIJ1iologia.naturale e


Fig. 4.1. Disegno della fisionomia di due transetti di foresta planiziale a dominante di farnie: (a) jig!l~llaJ!Ll!.I.'9.Pigt,_ecertg¡menteJ:Il1Q§l:!11_nmúo uJil~a1Ja...CQ1!9..§.C..e!1~íl..§..Cle.1.1ti[ic,:Ac!elj)[1esaggi9.
in Alsazia, Van de Winckel (Oldeman, 1990), (b) in Lombardia, lngegnoli. Si notino le tecniche
Anche per guesto ,tipo di studi (Fig. 4.2) si rimanda a ,c;orsL.s12~cifici di raepresentazione e
diverse, malo stesso intento di controllo dello stato della vegetazione.
_[lnali_sipercettiva. E possibile anche compiere le operazioni di disegno seguendo i criteri della
e~gi~-dcl paesaggio.
Ricordiamo pero che j,Jnetodi d~Ldisegno per lo studio fision9111jco, del paesa,ggio Poniamo in evidenza guindi if\¡irlric!J?i~ foE_.rpa~f~i:zione,1 che eJegato alla topologia
),;QIJ1j)fe!J~Ono ang!ier(lpprn¡¡~ntazioni di rilevamenti e C()<:\ificaf:i<:mipei:cettiv~ di tlpo«ctecnico J!!ªí~_!, e che e conosciuto anch~ in biologia (Fig. 4.3).
,_oltre che (ll'-ffsTíco (Romani, 1988). L'osservazione piu importante riguarda I~11zion~Ji:.'1cJlle9.ggetri, che risulta di solito
I graficl~di"rllievo non riguardano solo le mappe, ma anche le sezioni di controllo, proporzio11<1Je,_.<ii cor1fini comuni. La forma stessa di un oggetto, ad esempio una macchia
dettagliabili molto bene nelle scale da 1:500 a 1:5.000 (codificabili per scale piu sintetiche). (~s-tic;), e stlictiabile guañtifiC'ando il rapporto area /perimetro (a/p).

140 141
ANAL/SI E DIAGNOS/ RILIEVO DEL PAESAGGIO

4.2.2 Controllo delle modalita distributive

® A/P=5.0 Nel controllo della ~~12i_Je degli ecotessuti) e di centrale


~ A/P=2.2 importanza il ~~ta, articolato intorno alle due forme ti piche di micro- e
macro-eterogeneita. Quando la struttura di un paesaggio eassai sminuzzata e piccoli elementi
si ripetono per ogni quadrante dell'area in esame, si parla di micro-eterogeneita (e. g. landa
arida). Se invece la struttura e diversa per ogni zona (e. g. montagna) siamo in presenza di
-~~-
macro-eterogeneita. Gli ecotessuti sono sovente compresi nel secondo caso.
,-·----------
/··~~-~

,.:=~~,,~_
L' analisi della eterogeneita si puo fare con il gia menzionato metodo delle linee di
rile~neiltoºffaéClatedo.ve gradiente ambientale appare piú caratteristico. Tali linee vengono
suddivise in segmenti di uguale lunghezza, ognuno dei quali incontra uno o piú elementi del

'~1'6!f~~- paesaggio, che cosl vengono rilevati. Come indicano Forman e Godron ( 1986), il numero di
segmenti in cui vengono divise le linee, quindi la lunghezza di ogni segmento, e arbitrario, e
SVILUPPO il massimo contrasto coincide con lunghezze adatte alla risoluzione della scala •e del tipo di
CONSERVAZlot~E-
eterogeneita della zona. Di solito la dimensione dei segmenti varia da 50 a 250 m, per scale
da l: 10.000 a 1:50.000.
TRASPORTO
~~~d~L9l~leruemLpL~1111!i.m~ll' '!~J:ÜIL1'.~m!1~¿,..I1e]l'.ordin~...dei.
p~·i~cip~ill~J:~~~~ya~~!~ici._~.f~~-1:1ª~(}Jl} ~-n.~~nc:tri~.~.tnelse1~:'º matematico) per ogni line.a
Fig. 4.3. lllustrazione del principio forma-funzione in elementi che fanno parte di sistemi s.'1 nle.Y'.1l11~1!1Q1 C()p'Te]JJ:!ll~ pan al numernde1 suddf!.tt1 el_ementL~Je,colonne pari al numero
biologici, e di cui esiste il corrispettivo anche a livello di paesaggio, come e. g. per l'oasi .de[:~~~-~.12~: Tale rnatrice registra, pe{ógñfseglnenlo (col~mi~) la presenza di tn; elemento'o
disegnata a sinistra. la sua assenza, segnalandoli ad esempio con asterischi (*)e punti (.).
Si
~ -
ottengono cosl degli strumenti
.-······ ·-· . . . - ~· ..... di.. ..controllo
e .
sugli insiemi di elementi
······ . .. .. ·- .. . ..•.
~esaggi, utilizzabili sfa.j)ei: seTezionaré éomprendere i1 tipo di paesaggio o di ecotessuto in
che formano
.
i
Tale rapporto e minimo per sistemi di conservazione delle risorse (e. g. oasi e costruzioni
esame, sia per studiarne le trasformazioni ne! tempo o le previsioni di interventi.
fortificate), e grande per sisterni con grandi scarnbi di risorse (e. g. fogliame), e dendrítico per
Si possono poi eleborare tali matrici anche matematicamente, adoperando ad esempio il
sistemi associati al trasporto (e. g. nervi).
concetto di informazione. L'informazione H ottenuta registrando i segmenti con presenza di
La forma del confine degli elementi del paesaggio e pure interessante. I due casi piú
elementi e nell'ipotesi di mancanza di conoscenze a priori e:
significativi sono quello convesso e quello concavo. Il primo caso e associato a una dinamica
di espansione (o fine di espansione), il secondo a reliquati (o inizio di espansione).
Il legame forn\a/funzione e importante a qualsiasi scala, tanto che la rnancanza di una (Godron, 1966) H = logS
congruenza in tal senso e sintorno di degrado nelle trasformazioni del paesaggio. Puo essere F! (S-F)!
che il rapporlo forma/funzione risulti piU evidente a una data scala, rna cio non deve trarre in
dove: F = frequenza assoluta
errare: e necessario infatti estendere l'indagine a tutti i livelli di pertinenza per verificare che
S = n. segmenti
tale rapporto sia operante.
H = informazione [bit, se Jog2]
Infine si ricorda che il rapporto forma/funzione puo cambiare col cambiamento di scala,
ma alcuni caratteri si mantengono. Per esempio J:!g51.J.ogljé~-~i.91:!..~1:s.@.JlQlL~'-1: 1:1.J~~ma
.dell'albero di quercia, manei passaggi di scala (frasche, rami,chioma) si mantiene Úna Per ogni riga della matrice si puo calcolare l'informazione media: h =H/S. L'eterogeneita
.c:arat.teris ücá~iñ frii1secq·:eh~ co~Ia1naten1atTcaaei'frattaií~ipuo .dimosfrare éostaí1te.eprüb~feñ;ct~ e legata ah: cambiando scala (es: raddoppiando la lunghezza dei segmenti), se tale informa-
,110~1)ontano da quello c!~!le. coste.ln geogratü0: Cfoe o,gni:c!~ttáglici: ;tát[,tlcá~e~te··¡;~;:r~;~;, zione tende all'unita, si e in presenza di macro-eterogeneita, nel caso contrario di micro-ete-
~jgrnne omot.etico al tutto. (Cfr. par. 4.5). .. .. .... ··· -·~·-·~····- rogeneita (Forman e Godron, 1986).

142 143
R!L/EVO DEL PAESAGGIO
ANAL/SI E DIAGNOSI

PERIMETRO DEL
PARCO REALE

PERIMETRO DELLA
AREA DI STUDIO

classl djmensionali delle mauhie

m< o.s lla


~O.S-1 Ha
l'.ZI 1-2 Ha
!:;] ) 2 Ha

DISTRIBUZIONE DELLA GRANA DEL PAESAGGIO ... ltNA

Fig. 4.5. Rilevamento della grana di un paesaggio, in cui si nota una polarizzazione nei confronti
del corso d'acqua: allontanandosi, si allarga la grana (sia quella dovuta ad antropizzazione che
e
quella naturale). Cio dovuto all'ambiente semi-arido dell'agrigentino (lngegnoli, 1991 ).
Su. A - CARTA DEL BRENNA
Cord d'acqua .......... • .... • ....
............................................. • .. •• ....... •••• ....................... • .. La discussione dei dati analizzati da una linea di rilevamento si puo avvalere di alcuni
•.••. ······· .... ·• ......... • ... .
BMro fortc
Bo«X> ceduo ......................................
........... • ...................... • .. ••• •• ..................... . aspetti significativi, messi in evidenza e comparati fra loro sia con P!l'.~Ü!tfileJ'lEl!ici che con
Si<¡¡l e r!Wi
Edífltalo .... •..................................... • ....................................
............................................. •• .. .
Strlode pavimcnt. • ............................. .. ~~.s~rva~~~I1} ragionate. Gli aspetti piu significativi per la determinazione di configurazioni
. ........... • ............ • ............. • ................. •, •, .. • ....... • .....
Stn.de mrr.
Sem. vita.to ··············· .................... ·· ..........................
......... •• ............................... ·····.·······.··········.
••• .............................. .
caratteristiche di elementi del paesaggio, sono:
.................. ····.·········· .... • .........
Arativo &.
Prato umido "'" ............. •.•
Sez. B • CARTA DEL BRENNA a) La ,P_g_sizio~e in,i~ial~cli ogni tipo di elemento.
Coni d'acqua ..........
• .............................................. ·
Boc.co forte ..........................................................
Bo«X> eeduo b) La posizione finale.
Siepi e filari ••.••••,,••.•,,,•,,••••• .. ••.••·····.··· .... • .. • ..... • ....
EdifJC&to ..... • ................................. .
Strade pa.virnent.
Strade .ttecr. ..... • .................... •• ...... ••.•• ............... •• .. c) L' aggregazione.
San. Vita.to
Arativo 1.
Prato um.ido ···············.··········································
........ • ............................................ . d) La ~~gglaritA .º il. p.arallelismo.
Fig. 4.4. Rilevamento degli elementi del paesaggio perlo studio del parco di Monza (lngegnoli, e) 11 legame spaziale di \'.CSclusione/esaltazione.
1987). Le linee segmentate fanno risontro alle tabelle sottostanti, riferite alle carte del Brenna
(1845). f) Punti üferiti .a confini rilevabili otticament~,.~

145
144
(

ANALISI E DIAGNOSI MISURE BIOTICHE TRADIZIONALI

A ti tolo esemplificativo, si riportera una elaborazione eseguita sul gia menzionato territorio Ricchezza relativa: R=--X 100
s
di Monza. Essa comprende due linee parallele, lungo il gradiente ambientale piu caratterizzante dove: s = n. dei differenti tipi di Smax
(Fig. 4.4). habitat presenti,
Oltre all' eterogeneita puo avere interesse valutare il contrasto e la grana di un paesaggio, Smax. =max n. di tipi di
~~>ff?"'°~"""~'w~,,,,,.o'"ww~'j""'~'wwo,_W~""-~%~

~JrfülliL~!L¡¡pp¡¡!ati habitat possibili.


· La grana indica la~.Il~~medi! delle_m~e, e cornunque la dimensione degli
elernenti in gioco. Essa ein rapporto all¡¡. scala consid.erata. La misura della media dei diametri
s
degli elementi del. paes~p;;;rtiin~u;~~:eadT stuclio~Í~~~varfazígne.:~relfil!i.a.cle}le
·'ªirnén.sionljfresénti puo ésseré sufflciente per un conti:ollo (Fig. 4:5).'
' ~-ficontrastQ indicaJl.ti11Qr.~l~~~~e.&Le.leme~1ti del paesaggio, ed e tanto maggiore
Diversita (H):
dove: Pk = percentuale di presenza di un
H=- L. (Pk ) ln (Pk )

quanto piu forti sono lejiff~@Jl~e fra gli elementi e piU strette le ~eme dit~,a]1.Sizi9.11e (e. g. elemento di tipo k nell' ecomosaico,
K= 1
margini) fra un tipo e l'altro. Si puo parlare di basso e alto contrasto, ma spesso e difficile la s =n. dei tipi di elemento osservati.
valutazione.
Ad esempio una foresta tropicale appare da un rilevamento aereo a basso contrasto, invece
a terra si possono individuare diverse aggregazioni. Un alto contrasto viene di solito creato s
dalle popolazioni umane che si insediano in una matrice paesistica omogenea.
La trama degli apparati paesistici forma diversi tipi di disegni in un mosaico di elementi. Dominanza (D):
dove: Hmax = max diversita,
D = Hmax +L. (Pk ) In (Pk )
Diversita degli apparati, continuita e discontinuita, orientamenti, danno modo di distinguere K=l
altri caratteri dei paesaggi e degli ecotessuti in esame. quando i tipi di elementi
compaiono in egua! proporzione.

111 11

4.3 MISURE BIOTICHE TRADIZIONALI


Contagian (C):
dove: q¡j = probabilita dell 'habitat i
e = 2s log s +L. L. q¡j log q¡j

di essere adiacente all'habitat,


s = n. degli habitat osservati.
4.3.1 Indici biotici piii comuni

Gli indici tradizionali, conosciuti e utilizzati nello studio delle popolazioni animali, della Si deve precisare che per habitat si intende elemento paesistico, ecotessuto, paesaggio o
vegetazione, dell'ecologia dell'ecosistema, si possono in parte usare anche nelle analisi di sistema paesistico, a seconda della risoluzione necessaria all'analisi.
ecologia del paesaggio, con opportuni accorgimenti. Non staremo quindi a entrare ne! detta-
glio, ci dovremo limitare agli indici piú importanti.
Distribuzione di Poisson. Viene utilizzata per verificare la distribuzione di piante o animali
di una data specie in un territorio, suddividendo l' area in rettangoli di uguale superficie. In
S =cAz ogni quadrante vengono contati il n. di individui (o di specie), mentre a noi interessa il n. di
Ricchezza di specie:
ecotopi (o tessere) di un certo tipo di elemento paesistico.
quindi: log S = z logA + c
dove: A = area territoriale,
z =pendenza della regressione, k -m
c = costante (tassonomica). P (X=k) = m k~ formula che descrive il tipo di dispersione casuale

146 147
ANAL/SI E DJAGNOS/ MISURE BIOTJCHE TRADIZIONALI

do ve: Gruppi faunistici che determina- Numero totale delle Unita Sistematiche costituenti la comunita (secando ingresso)
no con la loro presenza l'ingres-
so orizzontale in tabella (primo
P = probabilila che X assuma uno specifico valore k ingresso)
01 25 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36-...
X= n. di ecotopi
m = np = valore medio di X
Tricotteri Piú di una sola - 5 6 7 8 9 10 11 -
presenti (ed us
Si noti che la varianza di X= m, quindi la media e la varianza di una distribuzione di Poisson inoltre Fam.
Cl).ENiDAE)
hanno lo stesso valore numerico. Quando i dati rilevati si discostano da questa uguaglianza, Una sola US - 4 5 6 7 8 9 10 -
la distribuzione in esame non e casualt;.
Gammaridi Tulle le US - 4 5 6 7 8 9 10 -
presentí assenti

4.3.2 Indicatori biotici per i corpi idrici Asellidi Tutte le US - 3 4 5 6 7 8 9


presentí sopra assenti

Fra gli indicatori biotici tradizionali, non si devono dimenticare anche quelli di tipo EBI '
Oligocheti o Tulle le US 1 2 3 4 5 - - - -
(Extended Biotic Index) (Tab. 7) o BMWP (Biological Monitoring Working Party). Chironomidi sopra assenti
Modificazioni nelle caratteristiche fisiche echimiche di un corso d'acgua'"' superiori alle
c~pacitz!~~eÜSTutiche deÜep-o¡)oTaZíoni d[organlsmi-bentgni~Í,indu~~o l~;cÍifi~~zi~ni nelle Tutti i laxa Possono - o 1 - - - - - -
precedenti esserci
relative coiilunita,-ql.ühcÜ negíi ecosistemi fluviali. La definiz;ionedella quafftilch~EJJ ambiefüí assenti organismi a
di acqua corre11te ~ulla ?~se -cli analisi delle suddette co1pu11ita-Oeve.haii1-§[i>[~yal~1~~i~e~t~- respirazione
ae rea
su unavalutazione dell'effetto di insieme dei c.listurbi. ~,

Nell 'analisi di un paesaggio e necessario sempre rile vare lo stato di funzionalita della rete Legenda:

di corpi idrici, vista la loro delicata funzione paesistica (escretriceY/ --·· ~~ · ' · --- ... ~ : giudizio dubbio, per errore di campionamento, per presenza di organismi di dril! non scartati dal computo, per ambiente
non colonizzato adeguatamente, per tipología non valutabile con l'EBI (es. sorgenti, acque di scioglimento di nevai, acque
ferme, zone deltizie, salmastre).
Tab. 4.1. Tabella per il calcolo del valore dell'EBI (da Ghetti, 1986). ': questi valori di indice vengono raggiunti raramente nelle acque correnti italiane per cui occorre prestare attenzione, sia
nell'evitare la somma di biotipologie (incremento artificioso della ricchezza in taxa), che nel valutare eventuali effetti prodotti
Gruppi faunistici che determina- Numero totale delle Unita Sistematiche costituenti la comunita (secando ingresso)
dall'inquinamento, trattandosi di ambienti con una naturale elevata ricchezza in laxa.
no con la loro presenza l'ingres-
so orizzontale in tabella (primo
ingresso)
01 25 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36-...

Plecotteri pre- 1 Piu di una sola - - 8 9 10 11 12 13 14* 4.3.3 Indici vegetazionali


sen ti us

- Un altro settore importante e dato dagli ~li~yegetazione. Ad


Una sola US - 7 8 9 10 11 12 13'
esempio il rapporto terofite/emicriptofite (T/H) per ecotopo, che da la misuradeITefclazioni
4~::!1Qra, lª~ita di specie per are~~l!!1ita!}~ (Pignatti, l 989),J:iig_JJ1~1L(kg/m )JJ:Qdu.-::.,
2
Efemerotteri Piú di una sola - - - 7 8 9 10 11 12
present us zione lorda (kg/m TaññOfTa!VoTfa.nsuÍtanÜUtili anche indici derivati dalle scienze forestali.
(tranne Fam.
BAETIDEA,
'. :r;n;-;;~Üi (1977) aveva sottolineato l' uso dell' indice G. A I. («Green Area Index» di
CAENIDAE)
Una sola US - - 6 7 8 9 10 11 -
Geyer), che esprime il rapporto fra la 1¡upe1:fi.cie. .Y.et:Qe.fQt,()~in_teüz;i~...Eif~_I:ila allasu~1fi_c:je
..disuolo,_____ coperta.
,.-w.c-·~-__,

148 149
ANAL/SI E DIAGNOSJ ALTRE MISURE ECOLOG!CHE

Il GAI globale [m2/nl] di tutte le terre coltivate e paria 4, variando da 1,3 per un campo Per applicare tali indici si deve costruire un gi:_afo capa~~ di porre in evidenza i leg~mi
di mais diserbato, fino a 8-10 se non diserbato, e 5,7 per un prato, fino a 8 se fertilizzato al esistentinella strutturapaesistica in e~ª'"lll~ fra~Qlaffhie, Ccii1Td()i ~i=giill(écotoni) di confine.
massimo. Volendo confrontare tali valori con quelli degli ecosistemi naturali, si ha (Tab. 4.2): íñ evíaeñ:ia-sTdev~1}0 successivamente pon:e i legami possibÜi, da ripristinare o da progettare.
Con ragionamenti piu complessi, che vagliano lo stato del paesaggio in esame anche con altri
Tab. 4.2. Green Area lndex per gli ecosistemi naturali (da Tomaselli, 1977). indicatori, si deve infine stabilire il giusto livello di connettivita.
Ecosistema Clorofilla GAi
Paludi, torbiere 3 7
Foreste tropicali pluviali 3 12
Foreste tropicali decidue
Foreste boreali
2
3
5
12 0.
<?
•°o· ··~
• .
••
.
••¡, ••
Savane tropicali 1,5 4 '! ••. ··~ l
•••. .·.\.·º •
Praterie temperate
Tundre artiche, alpine
1,3
0,5
3,6
2
o
...
Semideserti e deserti 1

4.4 ALTRE MISURE ECOLOGICHE

4.4.1 Connettivita, interazioni

Molti di questi indici sono presi anch'essi da altri preesistenti, ma il loro utilizzo si PJtO-
dire prevalen te nell ~analisi del paesaggio. In ogni caso si e pensatóCfíerenc11rli á ·parte-per
(}üestlü11idici.~üicfle. · • - · · ~- · ·

J!Ic/Jc{.cJico1211ettiviti:. Sono n.S~ari E~r~.-~~l:lcliQ c!elleretLe si possono usare (Fig. 4.6)


per l' analisi dei corridoi ~eltéc91111.essi.oniJra ecotopi,
·· ·L'iriaice gamma (connessione) e dato dal rapporto fra il numero dei legami esistenti (L) e LEGAMI ESISTENTI LEGAMI POSSIBILI
il suo massimo (Lmax) =3 (V- 2), essendo V il numero dei nodi. di macchia di ricucitura
L'indice alfa (circuitazione) e dato dal rapporto fra il numero di circuiti esistenti (L-V+ 1) • • • di corridoio - per superamento barriere
e quello massimo (2V-5).
Fig. 4.6. SiJ:itesi (grafo) della rete di connessione di macchie e corridoi esistenti, con esplicita-
L a= (L-V + 1)
zione dei legami possibili. Comune di Gallarate, area limitrofa al parco del Ticino, 1992
y= 3(V - 2) 2V-5 (lngegnoli).

150 151
ANAL/SI E DIAGNOSJ ALTRE MISURE ECOLOGJCHE

MJJdel/9 .a_grai'.fta. Viene dalla fisica, e si puo usare quando i nodidi unarete o u11a
di~ibuzione di ecotopi presentano differenze nette e si vuole conoscere la loi:o interazione
-rispettü-uii 'area(Flg:-4.7):Gffcfrrntmff Iasegueiite:
.. -K ~
l 13- P¡XPj
do ve: 1 = interazioni fra i nodi i e j,
d2
P =a.rea dell'ecotopo o delle popolazione,
d = distanza.

4.4.2 Trasformazioni

/'.J.~sJJic.o._cl_iE_qJIJ!!!l~if!L!!! ( «Shifting mosaic» ). Si tratta di una piccola matrice (t x el) tempo


per elementi paesistici, che registra i cambiamenti, ad esempio di superficie o d'altri caratteri.
Vengono pero messi in evidema una serie di vett~ri ~he unlscono le celle della matrice (cell~
tenute separate da righe vuote) dalla colonna (t-1) alla colonna (t) e che rappresentano i _tflssi _
.di trasformazione (Fig. 4.8).
-~-~cTCi ~ assailitile per ~11.re .1<3 mqdificazioni del mosaico di ecotopi, anche guando uno
stesso tip2cJ.i~l~mento rimane quantitativamente costante ne! tempq, quindi sembra non subire
variazioni.

1
1 F,
COMPONENTI DEL TERRITORIO
1890 ' 1980

SOSCO FORTE
A B e n E

SOSCO CEDUO

PRA TI UMIDI

SEMINA TIVO ARSORA TO

ARA TIVO SEMPLICE

URSANIZZA TO
~
Controllo delle interazioni fra elementi paesistici unita' di misura =ha
nel caso delle macchie di bosco ad alta Btc. le variazioni si inlendono in ha per anno
Fig. 4.7. Applicazione del modello a gravita allo studio del parco di Monza (lngegnoli, 1989). Si Fig. 4.8. Esempio di mosaico di conversione ( «Shifting mosaic» ). 1valori sono inerenti all'analisi
del paesaggio del parco di Monza (lngegnoli, 1987).
noti la perdita di interazioni fra le macchie forestali piu antiche, quantificata nel grafico a lato.

152 153
r/
ANAL/SI E DJAGNOSJ
./ ALTRE MISURE ECOLOGJCHE

A[atrice di transizione. Utilizzata in medicina e genetica. Al tempo Tl,,!l,t<lem@(i.,P.ªe~i~ti,c;i 2


Confrontiamo la matrice F con le frequenze relative delle transizioqi 1840-1980:
~~~!l:tano ~~~ceiiadi~~~z!~°-e ~~lp~~sag_~i~.~()n~jder.'1!()"' Dopo un intervallo di tempo,
T2, ognuno di es si puo rimanere intatto o venire in parte (o tutto) rimpiazzato da un altro a b e d e
elemento. Si puo quindi formare una matrice n x n, in cui viene registrato iLtasso__di
cambiamento eventuale.
a 0,14 0,43 o o 0,43 o
~Siposs;~;:;·q~ndi verificare matematicamente diverse proprieta, ad esempio quella di b 0,082 0,781 o o 0,137 o
Marcov, cioe se le transizioni consecutive siano indipendenti tra loro.
1 tassi di cambiamento vengono registrati come frequenze relative delle transizioni fra due
e o 0,308 0,015 o 0,343 0,334 (F')
stadi, in una matrice F. Ad esempio (dati perle trasformazioni del parco di Monza 1720-1840): d o o o 0,21 0,55 0,429
e o 0,226 o o 0,401 0,373
a b e d e [somma=1]
o o o o o 1,0
a 0,59 0,41 o o o o
. L'~ccordo fra F e F' e debole, non vi sono le proprieta di Marcov (se non in picrnla parte)
2
b 0,053 0,763 0,184 o o o
q~md1 le transiz~oni non sono indipendenti del tutto tra loro, cioe gli eventi futuri non
e o o 1,0 o o o (F) d1pendono solo da! tempo presente. Questa indicazione puo risultare significativa, perché
d o 0,023 0,003 0,79 0,70 0,014 nell'esempio del Parco di Monza, verifica che !'alto grado di antropizzazzione recente non ha
ancora del tutto snaturato l'ecotessuto.
e o o o o 1,0 o
o o o o o 1,0
4.4.3 Misura dei corridoi fluviali
(Essendo: a, b, c, d, e, f = elementi paesistici)
. Un interessante, indicatore della qualita deiE()!:Si d'ac:;mmet'RCE di Robert Petersen, che
tiene conto di molti parametri ambientali, ed e capace quindi di verificare lo stato dei corridoi
Assumendo che tale matrice corrisponda (valori empirici) alle probabilita di transizione, pu~i~1 ..1!011_ s~ol()_c!~l; :c:;21~p() id_rjco, .~ ..con:e.!~le ..~.a,~~aj yc:;inQ.<!Lcilnc.etti. di .e.c::ol()giª del
ed estendendo l'indagine a due stadi (e. g. 1840-1980), sotto l'ipotesi di Markov si possono J2.~~~-a,.is:1510. S1nporta1 md1ce nella vers10ne elaborata da Maurizio Siligardi e Bruno Maiolini
generare le nuoveyroQ.~!i.~!t!.9iJran~izione facendo il quadrato (riga per colonna) della (1993) dopo diverse applicazioni ne! territorio trentino.
precedente matrice F: · Il Riparation, Channel and Enviromental Inventory proposto dal limnologo svedese ( 1990)
prevede 16 domande, con 4 risposte predefinite relative alle caratterist_iche ecologiche dei corsi
a b e d e d'acqua. La somma dei punteggi associati a tali domande consente di ¿¡assíficáre l'an1bient~
in esame in 5 classi di qualita.
a 0,370 0,555 0,075 o o o La versione che si riporta, migliorata dalle esperienze dei ricercatori italiani, e detta RCE-2.
b 0,071 0,604 0,324 o o o CLASSE SCORE GIUDIZIO COLORE
.

e o o 1,0 o o o (F2) 1 251-300 ottimo blu


11 201-250 buono verde
d 0,001 0,036 0,009 0,624 0,304 0,025
111 101-200 mediocre giallo
e o o o o 1,0 o IV 51-100 scadente arancio
o o o o o 1,0 V 14-50 pessimo rosso

154
155
ANAL/SI E DIAGNOS/
ALTRE MISURE ECOLOGICHE

RCE INVENTORY MODIFICATO (RCE2)


- interruzioni frequenti con qualche erosione (5)
Ente - zona riparia profondamente alterata o artificiale (1)
Bacino Fiume 5 Condizioni idriche dell'alveo
- alveo di morbida assente (25)
Local ita
- larghezza dell'alveo di morbida doppia di quella dell'alveo bagnato (20)
Codice Scheda N
- alveo di morbida molto maggiore dell'alveo bagnato (5)
Operatore Data - alveo bagnato inesistente o quasi (1)
1 Stato del territorio circostante 6 Stabilita delle rive
- coperto da foreste e boschi (25) - rive stabili trattenute da radici arboree (25)
- prati pascoli, boschi pochi arativi ed incolti (20) - rive trattenute da erbe e arbusti (15)
- seminativi e/o colture stagionali (5) - rive trattenute da un sottile strato erboso ' (5)
- aree urbanizzate e/o colture permanenti ( 1) - rive in erosione facile o con interventi artificiali ( 1)
2 Ampiezza della zona riparia primaria e secondaria 7 Strutture di ritenzione degli apporti trofici
- zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa > 30 m (30) - alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati (20)
- zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa 5-30 m (20) - massi e/o rami presentí con deposito di sedimento (15)
- zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa 1-5 m (5) - strutture di ritenzione libere e mobili con le piene (5)
- zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa assente ( 1) - alveo di sedimenti sabbiosi o sagomature artificiali (1)
lisce con corrente uniforme
3 Vegetazione della zona riparia primaria
8 Erosione delle rive
- prevalenza di bosco maturo (25)
- nessuna o poco evidente (20)
- alberi pionieri vicino alle rive e bosco maturo dietro (15)
- arbusti sparsi e vegetazione pioniera (5) - solamente nelle curve e nelle strettoie (15)
- vegetazione di erbe senza alberi o assente (1) - erosioni frequenti con scavo delle rive e delle radici (5)
3 bis Vegetazione della zona riparia secondaria - erosione molto evidente con rive scavate e franate o presenza di (1)
interventi artificiali
- arbustivo/boscosa consolidata (15)
9 Naturalita della sezione dell'alveo bagnato
- arbustivo/paludosa con pochi alberi (1 O)
- sezione naturale (15)
- erbacea consolidata con qualche arbusto (5)
- naturale con lievi interventi artificiali (1 O)
- erbacea rada o assente (1)
- artificiale con qualche elemento naturale (5)
4 lntegrita della zona riparia
- sezione artificiale ( 1)
- zona riparia intatta, senza interruzioni della vegetazione (20)
10 Fondo dell'alveo(negli ambienti lotici)
- zona riparia intatta, con interruzioni saltuarie (10)
- fondo a massi e ciottoli, irregolare e stabile (25)

156
157
ANAL/SI EDIAGNOSI ALTRE M!SURE ECOLOGICHE

- fondo ciottoloso e facilmente movibile, con poco sedimento (15)


- fondo di ghiaia e sabbia, stabile a tratti (5)
- fondo di sabbia e sedimento limoso o cementificato (1)
10 bis Fondo dell'alveo (negli ambienti lentici)
- fondo sciolto senza sedimento organico (20)
- fondo sciolto uniforme con poco sedimento organico (10) Legenda
- fondo limoso con sedimento organico (5) Classe 1
nm11mmm Classe II
- fondo limoso con abbondante sedimento organico (1)
Classe III
11 Raschi, pozze e meandri == Classe IV
- ben distinti, ricorrenti, distanti al massimo 5-7 volte la larghezza (25) Classe V
•»••m•111 CJ.intennedia lll/II
- presentí a distanze diverse e con successione irregolare (~-º2__
- lunghe pozze che separano corti raschi; pochi meandri (5)
- meandri, raschi e pozze assenti; percorso raddrizzato (1)
12 Vegetazione in alveo
F.Bardel!c (Va) - Andamento punteggio inventario RCE
- assente o formata da muschi e gruppi di idrofite (15)
- idrofite dominanti nelle pozze, elofite sui bordi (1 O)
- tappeti algali presenti, rare macrofite e pochi muschi (5)
- tappeto algale dominante (1)
e/o batteri filamentosi
13 Detrito
- formato da foglie e legno indecomposto (15)
- materiale organico parzialmente decomposto (10) Legenda

- materiale organico decomposto (5) Classe 1

- detrito anaerobico (1) '"'""""" Classe lI


Classe llI
14 Macrobenthos Classe IV
- molte specie presenti (15) Classe V
....,,.,...,... Cl.intermedia lll/TV
- molte specie presenti solo in habitat ben ossigenati (1 O)
- poche specie presenti, ma in tutti gli habitat (5)
Fig. 4.9. Esempio di applicazione dell'indice RCE di Petersen, allo studio del fiume Bardello
- poche specie presenti e solo negli habitat piu ossigenati (1)
(Varese) e sua comparazione con !'indice BMWP (Battegazzore, lngegnoli, Malgioglio, 1992).
Punteggio totale (..... ) Si noti la convergenza dei dati di qualita delle acque e del corridoio fluviale nel suo insieme.

158 159
ANAL/SI E DIAGNOSI TEORIA DEI FRATTALI

Anche se il macrobenthos rappresenta nell'RCE una sola voce, provando a incrociare (Fig. la ti della matrice. Le relazioni fra il numero di margini interni ed esterni delle macchie risultanti
4.9) i dati risultanti dagli indici tradizionali (EB IBMWP) si arriva a una ottima convergenza, .El1º essere usata per valufareil grado di frammentazione di un paesaggio. Per margine interno
dimostrando come l'analisi delle popolazioni bentoniche e quella dei corridoi fluviali siano si intende quello di «fori» entro una macchia: essi sono frequenti se p e alto.
egualmente valide.
Habitat standard. Deriva dalla misura della dens!_!~ifi_ca_di polazione,, di cui e
!'inverso, ma prende notevole importanza pratica ·riferendo l'indice agli apparati paesistici
4.4.4 Altre misure . (Cfr. par. 2.5) e utilizzandolo anche perle popolazioni umane. Ad esempio, l'habitat standard
(HS) ~ essere scom_po_stQ__nei__IB!ill1!:~31J_ortxel.f1tjy_Lalle are.e__difl)nzione protettiva (pt),
Control/o della percolazione. Viene dallo _studio dei liquidi percolanti attraverso materiali proci_ll_ttiva(pd2;-¡}bit<}tiyaJabJeJ>l1ssidi¡¡rLa (ss¿, se,_ra¡:¡portati all 'habitat umano di un paesaggio:
aggregati ed e accettato come modelfo neutrale. Si riferisce a una matrice grande a piacere (m
x m) e nel paesaggior----~~---
considera la probajJilita p che le celle delfa1nat1:ic::e si.ano··- occupate da un
·------~······-·----·--···----
oggetto di interesse (e. g. vegetazione, costruzioni). HS=HU dove: HU =habitat umano;
,.--~rnumero,-1it dimensione e la forma degli insiemi formati dalle celle della matrice Nab Nab = n. di abitanti;
cambieranno in funzione di p, con cambiamenti rapidi se ci si avvicina alla probabilita critica 2
HS = HSpt + HSpct + HSab + HSss [m ].
(Pe) quando cioe il piu grande insieme arriva ad estendersi da un lato all'altro, cioe percola
(Gardner et al., 1992). 11 valore di Pe per distribuzioni molto vaste e stato determinato
sperimentalmente paria 0,5928.
A!!_c_he la fo1:ma clell'in~ne.peI:c:_o_lªnJt\ml_s_t1.ra@_c.;Ql!_clirnen~iº!l:eJrattal~ e dipendente da p.
C~me-sI vede dall~FTg. 4.1 O, i ri;ultati dl una analisi di percolazione mostrano che quando
p e bassa la distribuzione di celle mostra macchie piccole e isolate. Quando p supera la soglia
critica le macchie precedenti si riuniscono in un insieme aggregato che arriva a loccare i due 4.5 TEORIA DEI FRATTALI
a p = 0.4 b p =0.6 e p = 0.8
4.5.1 Richiami teorici

Non <lirado, stl!cliando variprob!e,111i ecologici,c;_i_sja_c:c.;prge, che_le dime,11~iQ!Ü S()ttes,e, 11_011


va¡'.i~no in modo linear.e. Ad ese~pio, i disturbi antropici sembrano essere molto alti alle
ffii(;.o-sc~pi~ ba;si-alle scale medie, alti alle macro-scale, talvolta abbastanza alti alle mega.
In realta Mandelbrot (1975) ha mostrato come cio possa accadere con la teoría dei frattali.
Perla verita la teoria dei frattali e nata dall'antico problema della misurazione delle linee
di costa, misurazione tipicamente scala-d!Qt:n_ciel1te. E proprio per questa capacita di affrontare
i fenome~i- ~he-sonÓ-scara::crrpe;;delltf:1a teoria dei frattali e ut~lizzabile nell' ecologJa del
p~~;io_(Cfr. anche par. 4.2.1). _ . .
No. of clusters: 49 No. of clusters: 17 No. of clusters: 1
Size of largest: 18 Size of largest: 163
Un frattale e definibile come entita geometrica complessa, basata su una d1mens1one
Size of largest: 320
euclidea frazionaria. Per calcolare tale dimensione (D), osserveremo che essa puo coincidere
con la dimensione di una omotetia, cioe di una omologia con asse improprio. Ricordiamo che
Fig. 4.1 O. Esempio di matrice di percolazione (20x20), in cui p e la parte di matrice occupata una omologia e una corrispondenza biunivoca fra elementi euclidei, che mantiene i birapporti:
da celle grige o nere. L'insieme che forma la macchia di percolazione e nera (da Gardner et
al., 1992).
ABCD = ABC/ABD = AC/BC: AD/BD = AC x BD / BC x AD

160 161
ANAL/SI E DIAGNOSI TEORIA DEI FRATTALI

una omologia equindi individuata da un centro, un asse e da una coppia di punti corrispondenti. La dimensione frattale risulta calcolabile quindi come rapporto fra due logaritmi facilmente
In una omotetia (Fig. 4.11) l' asse e improprio, quindi il rapporto (r) di due segmenti identificabili. 11 significato e piU difficile da comprendere, ma non va del tutto contro
COITispondenti e COStante (invariante omotetica): l'intuizione. La dimensione D = 1 corrisponde a una linea, la D = 2 a un piano, la D = 1, y si
puo far corrispondere a una linea che si comporta in modo da riempire un piano, pur senza
r = (ORoo AA')= (AA'ORoo) = (AA'O) = ~g coprirlo in modo del tutto uniforme.
In realta si puo generalizzare la D frattale come relazione fra una quantita Q e la scala di
grandezza L alla quale Q e misurata:
11 rapporto delle aree di due figure omotetiche (Fig. 4.11) limítate da linee chiuse, euguale
al quadrato della variante.
Nel caso di un parallelepipedo (con dimensione euclídea paria due) il rapporto omotetico Q(L) = LDq
r riferito alle N partí in cuí una figura sta nell'altra e dato dalla formula:
Si puo cosl studiare la dipendenza spaziale di un insieme di punti, misurando la probabilita
112 P(m, L) di trovare m punti in finestre D-dimensionali di grandezza L centrate su ogni punto
r (N) = l/N
dell' in si eme
da cuí: log r (N) = log (1/N 110 ) = - (logN) / D N(L)

e ancora: D = - logN/log r (N) = log N / log (l/r) Qq (L) = L mq P(m, L)

m=l
E=1
dove q e un indice del momento della distribuzione frattale e N(L) e il nº dei valori di m
r(N)= _1 per un dato L. Quando q=l (momento primo), Q(L) indica la media dei punti trovati in una
N finestra L; quando q=2 (momento secondo), Q(L) indica la varianza dei punti nello spazio. Si
puo cogliere allora la differenza fra i frattali «esatti» e quelli «statistici»; quest'ultimi non
avranno identica D per ogni momento, perla presenza di disturbi casuali

4.5.2 Frattali e paesaggio

Per utilizzare questa teoria nelle analisi di ecología del paesaggio, ci riferiremo a una serie
gerarchica di reti a maglia quadrata, con r = 1, 1/2, 1/4, 1/8, 1/16, ... essendo tali numeri la
misura dei rapporti di un lato della grata (Fig. 4.12).

E=2 Cio misura scale di risoluzione crescente, vale a dire:


r(N)=_1_
N v2 [m 2 ] 1, 0,25, 0,0625, 0,0156, ,0039, ...

Essendo le reti a maglia ortogonale degli ottimi riferimenti per il rilievo degli elementi del
Fig. 4.1 ·1. Omotetia piana con asse improprio. Si noti che le figure riportate sono parallelepipedi paesaggio, possiamo individuare e valutare le celle occupate da un valore significativo (e. g.
(vedi testo). E= dimensione euclídea. 25 o/o) che attesti la presenza di un certo elemento paesistico (e. g. vegetazione arborea) rispetto

162 163
ANAL/SI E DIAGNOSI TEORIA DEI FRATTALI

la matrice (o l'insieme di altri elementi) del paesaggio in esame. Per ogni salto di scala e per
1808. dm = 1,70 1935. d =1.82
t'I\
ogni cella unitaria, avremo:

(un ita) (N unita inferiori)

1/0,25 4

0,25/0,0625 16

0,0625/0,0156 64

0,0156/0,0039 256

Controllando, ad esempio, come cambia l'eterogeneita per ogni scala, misuriamo ora i log
N per ogni cella e il rapporto log N /log l/r = D per ogni salto di scala.
Quindi, con regressione lineare, troviamo la D frattale per ogni cella unitaria.
Mappiamo poi le D a intervalli di tempo significativi, cioe dopo aver effettuata la misura
di D alla data attuale, e a una serie di date passate, nelle quali sia possibile ovviamente avere
i dati per ricostruire il paesaggio come era un tempo. Si potranno cos1 interpretare le variazioni
di D nel tempo, e cio aiutera a diagnosticare le trasformazioni avvenute e le prossime possibili
(Fig. 4.12).
Per comprendere meglio l'utilita di queste misurazioni, si osserva che se abbiamo da
restituire ~~~ll_".'.CE!:i~I1-Z_(:l_ fra strutturi:l. e funzioni .in un paesaggio, dopo aver
verificato con altri criteri cosa sia necessario fare, dovremo provare a ricostruire certe strutture
(e. g. rete di corridoi e macchie).
Quadro di riferimento 1989. ct,_=1.91 Dopo di che dovremo effettl!an~ 1111 ul teti9.rQ_Controllo, perché e_ indispensabile che tali
(5x5 Km)
i:i~()_sJ!:uzioni siano le minime. n~cessari~~;n sol9 per quj;!stioni di economiaJ Il1ª anche. di
...!e~.P.º dell 'operazione di recuper~ ( «restoration ecology» ), e di mantenimento dei caratteri del
paesaggio stesso.

D
0-0. 25
•• •
0.25-0.75 0,75- 1.25 1,25-1,75 1,75-2,0
Un buon controllo si puo ottenere verificando la variazione della dimensione frattale, che
deve risultare appunto minima.
Per questo puo essere necessario riferirsi a un grafico (Fig. 4.13) che pone in relazione il
numero delle celle considerate con il grado di risoluzione utilizzato nella misurazione. La
percezione del cambiamento della D frattale e COSI palese.
Anche le relazioni aree/perimetro, (A/P), importanti nell'analisi delle macchie paesistiche,
si possono misurare coi frattali:
Fig. 4.12. Esempio di suddivisione di una griglia di rilevarnento di un carattere del paesaggio,
secando quanto detto nel testo. Si notino i risultati dell'analisi, con la distribuzione delle D
nell'area rilevata, in 3 date diverse, nel territorio di Torrile e Colorno (Parma). (~,y= cost.)

164 165
ANALISI E DIAGNOSI BIOPOTENZIALITÁ. TERRITORIALE

Data la massima distanza fra due punti dal perímetro, Da (dimensione frattale dell'area) e Si puo scrivere allora log (A) "' D log (P) dove D=Da/Dp, sintetizza le precedenti
sensibile a lobi e convessita, per cui Da "' 2 indica forme ottuse, mentre Dp "' 2 indica un informazioni sulle macchie.
perímetro molto convoluto.

NUMERO DELLE CELLE


I 0::2
·4.6 BIOPOTENZIALITÁ TERRITORIALE
I
I
4.6.1 Assunti teorici
J
1000 / La ricerca di un indice che possa risultare utile nella valutazione delle soglie di metastabilita
900 I di un sistema di ecosistemi, rimanendo pero molto sintetico, non e cosa facile. qovremo
richiamarci a cío che abbiamo gia esposto per vedere come procedere verso !' obiettivo
800 I proposto.

700 I Si eno tato che la mas sima metª'8tªbilita .ciiunpm~saggio, non corrisponde alla somma delle
massime metastabilitll degflcle~enti º()mJ?onentLil livello dÍ metastabilita dipende dalla.
I complessft~C!é1P organizzazione, gl1i;di daii·~r<li~~. che for~isce una soglia di omeostasj, assai
600 I IJ.ilii~·daU;~~Üpmontare déll'energia potenziaie <!isponibile (i. e. biomassa). Se gli elementi

500 I paesisticihanno livelli complementafféli mefasiabilita, essi possono aluu-e la soglia omeosta-
dFa~dell' in tero paesaggio.
I In realta, un paesaggio e composto da elementi a bassa metastabilita, con poca resistenza
400 I ai disturbi, ma rapida capacita di recupero (i. e. alta resilienza), e di elementi di buona
300 I metastabilita, con alta capacita di resistenza ai disturbi, ma bassa resilienza.
I Tutto cio si avvicina al concetto di metaclimax (Blondel, 1986), anche se a nostro avviso
200 I e comunque una ragionevole ipotesi che un buon equilibrio fra elementi con livelli comple-
mentari di metastabilita possa formare la piu adattata organizzazione in un particolare tipo
100 di paesaggio. Un concetto di adattamento valido per l'organizzazione del paesaggio dipende

o -- -- --- -- D:: 1 dalle risposte attive degli elementi componenti ai disturbi ambientali. Se questi elementi
hanno livelli complementari di metastabilita, essi arrivano a formare un piu vasto campo di
esistenza per l'intero paesaggio, acquisendo la capacita di incorporare una piu vasta gamma
o3 6 :20 30 40 50 RISOLUZIONE
di perturbazioni.
VARIAZIONE DELLA DIMENSIONE FRA TT ALE (0) Le trasformazioni di larga scala sono difficili da misurare, anche in un paesaggio, e in molti
RIFERIT A AL RECUPERO DI UN CORRETTO casi non e possibile valutare se il cambiamento sia buono o no. Tuttavia puo essere possibile
P AESAGGIO LOCAL E val utare se i cambiamenti stanno portando il paesaggio a un punto di instabilita, controllandone
la sua metastabilita.
Raggiungere una soglia di metastabílita significa cambiare il tipo di paesaggio. Esso tende
Fig. 4.13. Cambiamento della dimensione frattale (D) riferita al risanamento del paesaggio ad essere rimpiazzato da un nuovo paesaggio. Se tale rimpiazzamento non ecompatibile con
dell'alto bacino del Magazzolo, Agrigento (lngegnoli, 1991 ).
un paesaggio di scala maggiore, o non e in grado di incorporare il regime locale di disturbi,

166 167
ANALTSJ E DIAGNOSJ
BIOPOTENZIALTTÁ TERRJTORIALE

cio puo indicare che tutto il sistema e in degrado e si profila la necessita di una azione di
risanamento.
Per cercare di valutare la metastabilita di un paesaggio, abbiamo bisogno di identificare i ELEMENTI DEL PAESAGGIO o1 2 .
3 1 ' 5' 6.7' 8 1o 2 3 1 5 6 7 8 9 10 1112 13
menzionatfliveili di .r1mpiazzo e-cf!misurare lámctastabilit~-dlogni elemeñtoperconSlderarne
iaeompleme11tarist4. A-quést; proposito, ci oobbiail1~-rifenie_aí.coñce'tt-;-d{c-ap[icltifatente 1. DESERTO. GHIAIE r- ,...,
._cl_L9¿:neostasi di un ecosistema O· e. elemento paesistico). 2. TUNDRA ALPINA r-""'
:E cosi possibile definire un inclicatore sintetico, denominato ~-ªcita
¡
biologica territoria!e
~m,-·-~~''""~ "''"''~-,,, '~~'~'~
"' '"''' ''''"
3. SEMI-DESERTO, CESPUGLI SPARSI ..--
o Btc (lngegnoli, 1980, 1987, 1991), sulla base: (1) del concetto di stªpilita resistente 4. PRA TI
(«resistance stability» ); (2) dei p1:inci¡:>a]i tipi djec:;osistemi della biosfera; (3) ;ui l~;.--;Óati _ 5. PRA TI ARBORA TI
metabolici, cioe biom¡¡ssa {B), produzione primaria lorda (PG), respirazio11e,(R, R/PG, R/B). 6. SIEPI E CESPUGLI
I>ossiamo elaborare due coefficienti: -· · .
7. VEGETAZIONE PIONIERA
8. ZONE UMIDE
rll
*bil
-11
. --
..-
a¡ = (R/PG) ¡/ (R/PG) rnax, b¡ = (dS/S) mini (dS/S) i
9. FORESTA ALPINA SOREALE *r::ll ÜilAI

011:11
- ¡,

'-h
do ve 10. FORESTA TEMPERA TA *' 131

R =respirazione 11. FORESTA MEDITERRANEA *1':3 *113 011:111 ' .... i..,
12. COLTIVAZIONI LEGNOSE r- l:::all
PG = produzione primaria lorda
r--::11111

-
dS/S = R/B =rateo di mantenimento della struttura 13. ORTI E OLIVETI
i = principali ecosistemi della biosfera K PARCHI URSANI rt::::a
15. VIGNE 1111111

11 fattore a¡ misura il grado di capacita metabolica relativa dei principali ecosistemi; b¡ 16. SEMINA TIVI 1111111111111111

misura il grado di mantenimento antitermico degli stessi ecosistemi. 17. CASE SPARSE E GIARDINI 111 lilla

Sappiamo che il grado di capacita omeostatica di un ecosistema e proporzionale alla sua 18. CAMPI POVERI E PRATI llillil h

·-·
respirazione (Odum, 1971). Cosi attraverso i coefficienti a, b, anche correlati nel modo piu 19. URBANIZZA TO 1111111111111
semplice, possiamo avere una misura di tale capacita: 20. URSANIZZA TO DENSO

Btc¡ = 1/2 (a¡+b¡) x R


CRITERI DI A TTRISUZIONE
E ST ASILIT A' PREVALENTE
Abbiamo stimato questo indicatore ecologico in riferimento a un gruppo di 15-20 principali
tipi di ecosistemi, basandoci sui dati di Golley (1972), Golley e Vyas (1975) e Wittaker (1970,
RECUPERO lRESISTENZA l
1975). CONDIZIONI PREVALENTI: C::J NA TURALE 111111111111 ANTROPICO

*=PICCOLE MACCHIE. FORESTA GIOVANE O SOSCO DEGRADA TO E ARSUSTI CEDUI


4.6.2 Misura della Btc
0= SOSCO CEDUO, FORESTA IMMATURA, ETC.

Una gamma di valori indicativi di Btc e stata calcolata sulla media di elementi paesistici
tipici dell'Europa centro-meridionale, elencati rispetto naturalita e antropicita (Fig. 4.14).
Fig. 4.14. Stima dei valori dell'indice di biopotenzialita territoriale calcolati per i principali tipi di
Possiamo utilizzare la Btc in molti casi di studio dei paesaggi, come ad esempio le analisi elementi paesistici dell'Europa centro-meridionale. Valori in Mcal m- 2 per anno (lngegnoli, 1980,
delle funzioni ecologiche piu caratteristiche dell'habitat umano, come vedremo. 1991 ).

168
169
ANAL/SI E DIAGNOS/ ANAL/SI DELLE FUNZIONI ECOLOGICHE DELL'HABITAT UMANO

La Btc, come indicatore sintetico, non ha bisogno di grande precisione anche se usata per 4.7 ANALISI DELLE FUNZIONI ECOLOGICHE
verificare i livelli di metastabilita degli elementi paesistici, essendo tali livelli di per sé DELL'HABITAT UMANO
definibili solo in bande. Inoltre, la Btc, per come e costruita, registra gli elementi in modo
corretto, dando alti valori agli ecosistemi con alta resistenza (alta metastabilita), in modo che
gli elementi paesistici con bassa B te corrispondono generalmente bene a ecosistemi con bassa
metastabilita. 4.7.1 HS teorico pro capite
J;a Btc, asso~iata con dati statistici riguardo un te{ritorio~ permette il riconoscimento di
~lie gLi:i.1!1pia~z;() dei tipi di ecotessuto, cioe delle loro sogíle.di íñetasiabilita. l,,JLcapacitadiun territoriQ di.osp~are una popolazi(meurnana ~Jl}tt'altro.che i!limitata, e.
. Viene infatti controllato il cambiamento degli ecotessuti (o deí paesaggi), sia naturali che quindi e indispensabile che la correlazione individuo/habitat..si9 basa.ta suprincipi ecologici,
antropici, nel tempo. Si puo visualizzare questo controllo, come vedremo. nüñ ~ indici economico-urbanistic.i. .. ..
Un ulteriore utilizzazione della Btc viene riportata come esempio di selezione di una Non dirnentichiamo del resto che nella nostra storia si trovano tentativi empirici che hanno
gamma di classi per il rilievo di sottosistemi paesistici formati da insiemi di ecotopi differen- dimostrato grande efficacia, laddove i colonizzatori romani erano ricorsi a codificare un
2
ziati per tipo di stabilita (Tab. 4.3). appezzamento minimo ereditabile nell'Heredi11111, paria 5.040 m , divisibile in 2jugera o 4
acta, cioe una quantita minima che potesse sostenere il sorgere di una famiglia. Con le tocniche
agricolc dell'epoca, ne! clima temperato, abbiamo calcolato che era perfettamente possibile, e
Tab. 4.3. lndividuazione di sottosistemi paesistici, differenziati per tipo di stabilita, per l'analisi infatti !' Heredium era alla base delle centuriazioni, le quali hanno formato paesaggi cosl stabili
di un ecotessuto mediterraneo (lngegnoli, 1992).
(Cfr. 3.3.2, i) da essere rimasti fino a oggi in molte parti d'Europa (Caravello, 1990).
Attraverso il gia citato HS (habitat standard), abbiamo calcolato un indice di HS pro capite
Classi Ordinazione Btc [Mcal/m 2/a] per l'habitat umano (HU), riferito ai sistemi paesistici lombardi, ma estendibile all'Italia del
Nord.
A RC/D > 1, RS/D < 1, e.g. sistemi con sussidio Esso consta di quattro parti, corrispondenti ai 4 apparati funzionali principali dell'HU:
<<-0,5
d'energia, o con una resistenza molto alta produttivo (PD), abitativo (AB), sussidiario (SS), protettivo (PT) (Cfr. par. 2.5).

Tab. 4.4. HS teorico pro capite (Lombardia):


B Campi agricolo-tecnologici, ecotopi naturali 0.5 - 1.5
degradati, o capaci di resilienza naturale (ma non Btc-Btc* %HS
Apparati paes. Btc dft
alta)
HS'Pd 1.043 1,65 -0,35 -364, 1 75,6
e RC/D = RS/D = 1, e. g. campi agricoli seminaturali, 1.5 - 2.5
ecotopi semidegradati, o di tipo arbustivo HS'Ab 105 0,95 -1,05 - 99,5 7,6

HS'Ss 79 0,60 -1,40 -111 ,3 5,7


D «Giardini» mediterranei, oliveti seminaturali, o 2.5 - 3.5
ecotopi naturali a medía Btc dft tot. -574,9

HS'Pt 152 6,56 +4,56 +578,3 11, 1


E RC/D < 1, RS/D > 1, e. g. ecotopi senza sussídio di 3.5 - »
energia seminaturali ad alta Btc, o ecotopi ad alta HS tot 1.379 [m 2/abítante]
resistenza
dft = deficit di trasformazione (Cfr. par. 3.6) Btc* = media regíonale
dove: RC =resilienza, RS =resistenza, D =disturbo
170 171
ANALISI E D!AGNOS! ANALISI DELLE FUNZIONI ECOLOGICHE DELL'HABITAT UMANO

Riportiamo in sintesi (Tab. 4.4) i risultati p}_ll!l_calcolo ~eJr\~~~;;.i~~~~·iferito alla regione


Lombardia. Tale calcolo e stato basato su dati dedotti da: -.._,

a) dati medi di consumo ---alimentare


:-·--~~·- ----
~- -'
(ISTAT, 1979);
500
m2 ao 1
b) bisogno calorico.(medio) per gli organismi ymaqi alla nostraJatitudiQ~ (Travia, 1979);

c) produzioni ottim~li agricole (non forzate);


--100%
d) statistiche dello statp ediliziQ, industriale, di servizi, agricolo, forest_a~e;
90%
e) Btc media regionale; 80%
300 70%
f) Btc media perle terre emerse;
60'%
g) su! rapporto HU/HN.
200
Viene posta in evidenza una Btc* teoricamente ammissibile per !'HU lombardo paria 2,00. 160 sic < M cal m2 á 11
Questo dato serve per una valutazione del deficit di trasformazione, come si puo vedere dalla 160 1.5 ro
'O
tabella 4.4. 140 OJ
120 E
100_
u
.,_.,
80
60 o.5 en
4.7.2 HS reate: verifica sui paesaggi lombardi 40
20
o -Ulc;..__~r-r__Jl-r~.-~,---,-_:_..:......:.....:..:r:.::..:.:.=.:~r==o.:~=;:r===='-'-'j~~~~-::?-:::k
Questi dati leorici si devano porre a confronto con i dati reali, provenienti dalle statistiche oººººg o o o o
regionali (IRER, 1981) e ulteriormente elaborati sulla base di una metodologia ca pace di tener º ººººº
-MU'ltoOO.-
o
N
CD
N
o
<">
o
...
conto di quanto detto sugli apparati funzionali del paesaggio, e comunque sui principi di TIPI DI PAESAGGIO
ecología del paesaggio. ,.,
Il grafico ripmiato (Fig. 4.15) mostra sull'asse delle ascisse i valori di HS [m'"/ab], mentre
rurale agricolo-rurale agricolo
sull'asse delle ordinate sono segnate tre scale di valori: HS'( ... ), HU[%], Btc; una quatia scala di
urba o rura e
valori non e segnata direttamente, ma compaiono valori significativi lungo il ratno di iperbole che
suburbano
esprimono la densita specifica in abitat1ti/Ha. La CQJJelazione fµnzionale delle sette vatfabili in ab 111 HSSS
urbano normale A HS
gioco e ulteri01111ente rapportata ai cambiame~ti d~i ti pi -di p~esaggio risc~~traln;tatísiicaíñente
urbano den~ e HS pd o Ble
come reali in Lombat·dia in modo da format·e una banda parallela ali' as se delle ascisse e da rendere
o HS pi llfo/o HU
palese tali correlazioni. HU• HN
Le equazioni di interpretazione dei dati statistici elaborati risultano essere di tipo parabo-
1981 REGIONE LOMBARDIA
liforme. Si osserva che l'HS teorico pro capite risulta collocabile ne! grafico nel paesaggio
suburbano-rurale, cosa del resto credibile. I tipi di paesaggi in vario grado antropizzati correlati
ne! grafico sono sette: urbano denso, urbano normale, suburbano, suburbano rurale, rurale,
agricolo rurale, agricolo. I valori dei parametri che li caratterizzano sono stati verificati di verse
volte in vat·i casi di studio in Lombardia.
Si riporta di conseguenza una tabella che avvicina tali valori con uno studio del territorio Fig. 4.15. Studio delle principali funzioni paesaggistiche dell'habitat umano e loro correlazioni
in cui si e sviluppato il fenomeno urbano di Milano: con i tipi di paesaggi (da lngegnoli, 1987). ·

172 173
DJAGNOSI, PREVISIONE, CONTROLLO
ANAL/SI E DIAGNOS/

sommando. Ad esempio, un parametro da valore 6, l'altro da v~lore_4, sommando d~vrebbe


Tab. 4.5. Tipi di paesaggio dell'HU in Lombardia (1981 ).
risultare un valore 10. Se dall'esperienza invece risulta, come d1 solito, un altro valore (e. g.
Classificazione Btcm HU HS Btc HS Milano
Paesaggi dominanti

Urbano denso 0,6-1,2 80-260 0,80 116,9 SORGENTE DI ENERGIA

Urbano normale 1,2-1,4 260-500 1,21 394,1


DISPERSIONE DI CALORE

'
Suburbano 1,4-1,5 500-800 1,45 593,6 (esporta energia degradata

Suburbano rurale 1,5-1,6 800-1600 1,52 936,6 - dopo aver prodotto lavoro)

Rural e 1,6-1,65 1600-2600 1,63 1930,4 PRODUTTORE


(converte e concentra
Agricolo rurale 1,65-1,70 2600-6700 energia solare;
capacita di automantenimento)
Agricolo > 1,7 > 6700

-
CONSUMATORE
(usa energia convertita;
4.8 DIAGNOSI, PREVISIONE, CONTROLLO capace di mantenersi)

4.8.1 Cenni sui modelli


-
E noto che per poter compiere delle diagnosi (ma anche perle previsioni o i controlli) sui
sisterni di ecosistemi, le á~alisi di per sé non sano sufficienti, tanto piu che sano in gioco, come
e stato sottolineato fin da! primo capitolo, dei sistemi complessi di tipo ecologico. Da qui
l 'importanza di avvicinarsi con dei modelli allo sti1dio del comportamento dei metaecosistemi.
--0--- MAGAZZINO

Il principio di organizzazione g~~rchica-d~i sisterni viven ti era gia stato per questo scop~
evidenziato da Odum ne! 1971: non e necessario conoscere precisamente i sub-componenti di
INTERAZIONE
un sistema per prevedere il cornportamento del «tutto organico», quindi !'uso di modelli e (due o piu flussi interagiscono
lecito in ecologia. E comunque indispensabile descrivere uno schema provvisorio dell'intero per produrre una piu alta
sistema in esame, perché si puo comprendere una singola parte solo dopo aver compreso anche qualita di energia)
tutte le altre. Non e corretto, anzi e fuorviante, cercare di approfondire funzioni o strutture
parziali, prima che la nostra conosc:enza abbia raggiunto una comprensione contemporanea di
tutte le parti. Fig. 4.16. Simboli propostí da H. T. Odum come línguaggío per la compílazíone di modellí
Un modello ein sostanza un insieme_ diipotesi e quindi va sottoposto a prove con la realta,
energetíci (da E. P. Odum, 1989).
cer~ando l'esperienza «cruciale» (metodo classico) valutando le cause una dopo l'altra e
175
174
ANALJSJ E DIAGNOSJ DIAGNOSI, PREVJSIONE, CONTROLLO

18) allora significa che i parametri erano correlati da una f~~~-c!ie.~~glta lt.!.~()!!8.e_gt1~ze parti dell' eco logia, ma anche di formare i ricercatori a una metodologia ca pace di tener con to
~ congiunte. 11 nocciolo del problema della modellazione e saper ~ªrreJ'essenzialedfilfJll;.­ di tali principi di base.
' cessorio. Non staremo ora a entrare nel dettaglio, elencando tutte le possibilita che uno studioso o
1 modelli comunque possono essere valutati per tre proprieta: realismo, precisione, gene- un professionista ha per all'ivare a costruire modelli adatti ai vari casi in esame. Diversi modelli
_r~ita.. Tali caratteri possono essere pill o meno labili in funzione delloscopo e-c.J~ff~tiJitK:·· di fatto sono gia stati esposti o accennati ne! corso. Ricorderemo invece le possibilita di
Altri caratteri dei modelli sono: deterministico, stocastico, decisionale simulativo a !_~egrnre }'uso di p!u.i!ld.ii,;at9ri_p_e!.~aggi1mgern...maggiore.cornprensione del comportamento
retroazione. ,...~-----------··---'-~ jel_gaesaggi().s!a~a!1.aliizare ..
'~ ·Perle applicazioni dei modelli in ecologia e util~ rlcordare che sono ormai codificati alcuni
simboli (Odum e Odum, 1976) che si riportano in figura 4.16. Es si concernono le -~ge11ti di
e11ergia, ~_dispersioni.~Ji.calore, i prbduttori, i consumatori, i deposi!i,i n{).di di interazio11e._ 4.8.2 Esempi di modello diagnostico per parti
/ Pu.r essendo.sfudiati per l' analiSi cfegff ecosrsteiiil, jioss()l1Q~~.i:.e u!ili~2:_<l!_Lallcl1~~~<!io
~lP.'!esagg1.
Uno strumento dimostratosi utile in diversi casi, puo essere composto avvicinando il rilievo
Per quanto concerne l 'ecologia del paesaggio, sarebbe bene a nostro avviso procedere a
del paesaggio secondo il metqdo cielle linee segmentate di Godron (par. 4.2) con la contestuale
costruire un modello con_@etQdC?._<~'!..sch~ggia», composto quincli da una serie correlata di
sottomodelli. . .. ··· ···\ ···----~---~-~···-~. valutazione .della BJc (Fii4.i 7). Si puo ad esernpi~ ~~Ju tare lá corrispondenza o 1heno di

Dato un sistema in esame (un paesaggio) dopo le fasi d~azj.Q.11e rilie~Q e_d.YJ¡Cri~ne ••
(ü;;ontfn~it~ tfa t~rreno, ecotopi e Btc ed evidenziare eventuali alterazioni del paesaggio.
Inoltre, la Btc, associata agli indici di HS e alle soglie di trasformazione dei paesaggi
in cui si mette in evidenza un in_§ieme di proprieta e di attributispecifici e si cerca di 'Oíl:íinarli
dell'habitat umano, e contemporaneamente al peso % della Btc dell'habitat naturale rispetto
a
per,gunpren.9ere le prigc,:ipaliintel·ftziÓni, si aiiiva fm:;;~fare un cosiddetto modello «inge-
la Btc media, puo creare un r1)odeU<J ..dLYf1:if.k<t__cl.d m.Qvjn~11ti. .di stªt9.di-un sistema di
nuo».
ecosis.terr!i.. ·
Esso e composto da un insieme di ipotesi il pill completo possibile rispetto il punto di vista
Cio permette non solo di _ili:QsJruireJe trasfo1111azioni nel.pªs~ato, ma anche di riportare i
della ricerca. Si inizia quindi una serie di fasi successive, per raffinarlo. Riassumendo, i passi
dati propositivi di intervento e quindi g:>J!~~o!Iaré il comp()rtamento futuro, cercando di vederne
son o: le eventuali incongruenze (Fig. 4.18). ~--... -~· --
a) descrizione degli .Q~vi; Per il CQ!!1!91ill-de1le~<!!!.ernz_iQ11,LdLun.~ªggjo, puo essere piu significativo cercare di
individuare il campo di esistenza dell'ecotessuto in esame, e su di esso compiere le operazioni
b) ricerca dei ¡xinc;jpa!ikgami; di proiezione e controllo.
c) assemblaggio provvisorio (modello); Naturalmente, dopo quanto detto sui modelli formati con metodo a scheggia, ricorderemo
che di campi di esistenza se ne dovranno definire diversi, legati cioe a diverse verifiche
d) i:kercafunzioname11to del modello; fisio-patologiche dell' ecotessuto.
Infatti abbiamo gia scritto che non e possibile fare altrimenti, quando si constati la natura
e) {)S~ervazione disc;repanze con la realta;
dell'iper-spazio atto a rappresentare in sintesi l'intero sistema.
f) rjtorno ai passi precedenti, o: Riporteremo quindi un grafico in tal senso (Fig. 4.19). Si notera che gli assi coordinati
rappresentano ciascuno un i11siemedi variabi.li di.stato del sistema: preferibilmente un gruppo
g) <;:ostruziorn~di.m.llikllQlunzion<t_l~.
di variabili ?,!1-.~ui 11rnYªle~l'J1~pett9~fü~¡,¿~~=~ii'ííñcrociAf~ co.11..un. a,!trnJ.n cuLpi:evaJe
Le parti del modello funzionale possono essere formalizzate a scheggia, quando raggiun- .;..J~..strntt.iarale.
gono un raffinamento opportuno. Dato che le parti formalizzate sono schegge isolate, e Nell'esempio, tratto da un recente studio per il recupero ambientale del parco di Monza
l' osservatore che, sapendo come usarle e conoscendo il modello del sistema, garantisce la loro (Ingegnoli, 1990), V x rappresenta la capacita teorica di riequilibrio del parco, Y y il grado di
correttezza semantica. consistenza della configurazione strutturale. Si noti che prima della formazione del parco
Anche per queste ragioni vogliamo sottolineare quanto riportato ne! primo capitolo, nel (1720) il paesaggio local e era gia prossimo al campo di definizione (esistenza), mentre oggi
quale i riferimenti propedeutici hanno il compito non solo di preparare allo studio delle altre (1985) il paesaggio del parco risulta assai deteriorato.

176 177
ANALISI E DIAGNOSI DIAGNOSI, PREVIS!ONE, CONTROLLO

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in Lombardia
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•• Variazioni del paesaggio
di Torrile-Colorno

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a:deserti, rocce. strade
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b:semi-deserti, tundra alpina, pralí, coltivi poveri, urbano rado
c:cespuglieli, prati arborati. siepi, coltivi ricchi
d:arbusteti, corridoi boscali, cedui semplici, parchi urbani,
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filare, legnose agrarie
e=arbusteti densi, corridoi boscati densi, cedui composti,
parchi extraurbani
~ f=aree umide, foreste di conifere, boschi
g=foreste temperate mature, foreste mediterranee
1 1
1 1
Fig. 4.18. Controllo delle trasformazioni del paesaggio di Colorno e Torrile (Parma), dal 1808
Fig. 4.17. Esempio di analisi della eterogeneita di un paesaggio, compiuto su un transetto al 1985, e proiezione delle tendenze in atto al 201 O. Si pub verificare inoltre l'effetto di una
dell'alto bacina del Magazzolo, nell'agrigentino (da lngegnoli, 1992). eventuale pianificazione al 201 O (da lngegnoli, 1992).

178 179
ANALISI E DIAGNOSI DIAGNOS/, PREVIS/ONE, CONTROLLO

Nel caso riportato in figura 4.19, Y y e stata calcolata come riassunto nella tabella 4.6: e
11 calcolo di V x stato eseguito sulla base della variazione della capacita teorica di riequilibrio
ecologico del parco (Cfr. anche par. 5.5), come qui sotto riassunto nella tabella 4.7:
Tab. 4.6. Variazione del grado di consistenza della configurazione strutturale del parco di
Monza. Tab. 4.7. Variazione della capacita teorica di riequilibrio ecologico del parco di Monza.
1720 1845 1895 1920 1985 1720 1845 1895 1920 1980
Diversita (H) 1, 14 1,80 1,84 1,84 1,58 (P) Btc area p 2,48 2,70 2,91 2,95 2,14
H/Hmax 0,548 0,865 0,885 0,885 0,759 (R) Btc regione (2,30) 2,15 2,00 1,90 2,06
Grana (n/Km 2 ) 11 13 14 14 25 (1) Btc intorno 2,16 1,95 1,80 1,65 1, 16
Ag/Ap 0,0126 0,0106 0,0099 0,0096 0,0055 Ar (1,68} 3,41 3,96 3,71 1,09
Ges 0,691 0,917 0,876 0,849 0,418 dove: Ar= (P-1) J (R-1) [nAp], Ar= area teorica di riequilibrio ecologico, Ap = area
dove: Hmax = 2,08, Ag = area grana media, Ap = area parco, Ges = [(H/Hmax) _llarco.
(Ag/Ap}) x100 =grado di consistenza configuraz.

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llJ CONTROLLO OELLE TRASFORMAZIONI DEl.L 'EC:OMOSAIC:O CIRCUIT AZIONE
Vv DEL PARCO DI MONZA
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1,68 0.40 0.45 0.67 1


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> 0.64
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IIIIIIJ]]] CAMPO DI OTTIMIZZAZIONE
> VX• VARIABILI DI STA TO DELL'ORGANIZZAZIONE FUNZIONALE 1111 V AL ORE AL 1991
e VALORE AL 2006
Fig. 4.19. Controllo delle alterazioni di un paesaggio, tratto da uno studio sul parco di Monza
(lngegnoli, 1990). Si noti che prima della formazione del parco (1720) il paesaggio locale era
Fig. 4.20. Controllo della connettivita nel territorio fra Gallarate e Busto Arsizio, 1992. La situazione
gia prossimo al campo di definizione, mentre oggi (1985) il paesaggio del parco risulta assai
deteriorato.
e
odierna fuori dal campo di definizione di una connettivita corretta, e deve entrare, mediante
pianificazione, nell'area di ottimizzazione compatibile col paesaggio locale.

180 181
ANAL/SI E DIAGNOSJ

Portiamo inoltre un esempio di modello di controllo della connettivita, relativo all'analisi 5 APPLICAZIONI DI ECOLOGIA
ambientale del territorio fra Gallarate e Busto Arsizio (Cfr. Fig. 4.6): Viene evidenziato lo stato
attuale e il campo ottimale da raggiungere attraverso operazioni di risanamento ecologico delle
DEL PAESAGGIO
strutture paesistiche (Fig. 4.20).

A conclusione di questo paragrafo, ci limiteremo a sottolineare che i criteri diagnostici


derivano da quanto esposto al paragrafo 3.8.3. In particolare e forse bene ricordare che e
necessario cercare quale possa essere il comportamento normale di un sistema ecologico, onde
poter compiere delle valutazioni critiche mirate, cioe delle diagnosi.
A tale proposito possono essere utili anche alcuni indici, come ad esempio il MEI (Vighi
e Chiaudani, 1985), capace di misurare jl grado dicondjzioniJJ:oJiche_g~Lillghi. Questi autori 5.1 CAMPI E METODI DI APPLICAZIONE
hanno trovato una significativa correlazione fra il MEI (Morphoedaphic Index), calcolato come
rapporto fra la profondita media e!' alcalinita (o la conduttivita), e la concentrazione di fosforo,
secondo le seguenti equazioni di regressione: 5.1.1 Teoria e pratica

Log P = 1.48 + 0.33 ( +/- 0.09) Log MEI alk Gli studiosi di ecologia tendono a porre in evidenza il lato teorico di questo importante
Log P = 0.75 + 0.27 (+/- 0.11) Log MEI cond ramo della biologia: non si de ve pero dimenticare che l' eco logia e anche la scienza che ci
permette di affrontare e risolvere i problemi ambientali, oggi tanto preoccupanti.
do ve P rappresenta la concentrazione media di P totale [mg/m3]. Sulla base di tale semplice Per queste ragioni, al 5th International Congress of Ecology promosso dall'INTECOL a
correlazione e cosi possiblie valutare la frazione della concentrazione di P dovuta solo alle Yokohama, la definizione di ecologia sostenuta dagli organizzatori (Golley, 1990) tratta di
cause naturali. scienza ci~dic_ªlé:iéllla compr~nswnedcliereliZionitra Ía vita e il suo ambiente, come interazioni
t1·~~éffv~rse f9rme di vlta,-~omo incluso, quiiidi come scienza di base per affrontare i nostri
maggiori problemi ambientali.
· Dobbiamo sottolineare che in real tal' ecologia non ha solo contribuito a risolvere i problemi
ambientali attraverso le sue applicazioni, ma e stata essa stessa stimolata ne! suo sviluppo dai
problemi pratici che richiedevano di essere affrontati. Tanto e vero, che un ruolo di sintesi e
propulsione hanno assunto nella ecologia innumerevoli studiosi dedicati nello stesso tempo a
diversi rami disciplinari, in particolare teorici e pratici, come gli stessi Frank Golley e Wolfgang
Haber.
Inoltre si ricorda che iJJ>ro~leJ!la della()ggettivita.dellascienza e superato da! sorgere di
9.ll.U1!9YQ.J)_ªradigma cultural.e (Cfr. par. 1.2.1 ), do ve il processo del sapere el' oggetto della
conoscenza non possono essere legittimamente separatiFuno dal1' altro (Pauli, 1964 ) .
. - ni conseguenza i concetti di f>!'edntivita <leila sci~nza e ctr spedmentazione si devono
adeguare a questo nuovo paradigma. Cio e molto significativo, perché le differenze fra le
ricerche di base, la sperimentazione sulla realta e le applicazioni, non rimangono piu del tutto
nette e separate e acquistano nuovi e piu stimolanti rapporti.
Se, alla luce dei nuovi paradigmi scientifico-culturali, la parte applicativa di una disciplina
e in grado di portare un contributo significativo alla scienza di base, per gli stessi motivi epur
in grado di acquisire maggiore importanza anche di per sé. Questa asserzione si potra meglio

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