Il Genji propone una questione molto dibattuta sulla letteratura
di tutti i tempi, esiste uno specifico femminile in letteratura? Il termine specifico è anche un sostantivo, inteso come lo specifico, una spiccata caratteristica nello scrivere – in questo caso femminile. Nel caso del Genji o in altre opere coeve, più donne hanno scritto capolavori. La possibilità riservata alle donne di usare il kana ha dato un grande impulso, gli uomini erano bloccati nella scrittura cinese che era limitata per definire concetti pensati in una lingua autoctona che è il giapponese. Particolare forma di sensibilità femminile? Non si ha risposta perché c’è un elemento soggettivo nel giudicare le opere. Come Cime Tempestose di Emily Bronte con la narrazione di un personaggio maschile. Zuihitsu e poesia. Già nel Manyoshu ci sono autrici donne, in generale si ritiene che ci sia una differente espressione e scelta nel trattare il tema amoroso, dal punto di vista femminile è accentuata la malinconia. Nel Genji si manifesta in varie forme ma la principale è la creazione di un personaggio maschile che riflette un ideale femminile. Mondo raffinato ed elegante del Genji. Personaggio realistico oppure no? Genji non è perfetto, idealizzato ma anche imperfetto, significa che è una creazione o una visione che si ha di una persona che per varie ragioni porta a nasconderne gli aspetti negativi e a concentrarsi su quelli positivi – visione alterata dovuta a innamoramento o infatuazione, in un personaggio letterario l’ideale va oltre il reale. Può risultare artificioso per questo motivo. Il reale serve a creare una credibilità. Murasaki tiene entrambe le parti in Genji, definito lo splendente (hikaru) già si attinge all’ideale, fattore fisico e psicologico, descritto come un essere molto bello e anche splendente nel suo modo di comportarsi, provetto nella calligrafia, poesia, danza, arte, nel suo atteggiamento con le donne entra in gioco la sua imperfezione perché può tradire, ma si prende cura di tutte le donne con cui ha una storia o anche quando non ha una storia. La sua fedeltà può essere considerata come un elemento idealizzato e quindi creato da una donna, proiezione di un ideale femminile. Falsificare la discendenza è una trasgressione di tipo religioso, Genji tradisce la discendenza avendo un figlio dalla moglie di suo padre, fa soffrire alcuni personaggi come Murasaki anche se la considera superiore a tutte, nessuna la può superare. E’ diverso da un Casanova o un Dongiovanni che aggiungono solo tacche alla collezione di conquiste femminili. Dal 42esimo capitolo cambia tutto perché Genji muore fuori campo, la morte non è descritta, nessuno può eguagliare Genji e si inizia la storia di Uji con Niou e Kaoru, si rafforza lo splendore della prima parte per contrasto perché non ci sarà la stessa luminosità di Genji. Strategia di Murasaki Shikibu per rafforzare il suo mito. Condizione femminile che solo una donna poteva descrivere con tanta sensibilità. Secoli più tardi anche Higuchi Ichiyo espresse la sua sensibilità come donna. Elena Ferrante, L’Amica Geniale opera sviscerata attraverso gli studi per cercare di capire se l’opera sia veramente stata scritta da una donna o da un uomo, molti dicono che non può essere stata scritta da un uomo. Nel caso del Genji si potrebbe pensare al mono no aware, quindi alla malinconia espressa da donne ma c’è anche in poesie scritte da uomini. Il Makura No Soshi scritta negli stessi anni e nella stessa corte imperiale da Sei Shonagon presenta il mono no aware ma anche umorismo e arguzia che non sembra essere presente in Murasaki Shikibu. Indole maschile e femminile, Mishima credeva che il Giapponese avesse seguito troppo il taoiyameburi (quindi femminilizzato) e Kawabata sembrava essere stato colui che ha dato inizio a questo stile. Masurameburi, stile guerriero e maschile, preferito da Mishima, tutto legato all’eroismo e al sacrificio. Chi ha scritto il Genji è davvero Murasaki Shikibu o c’erano più autori? Non c’è quasi nessun dubbio sul fatto che comunque sia stata una donna a scriverlo. Lo spazio pubblico non era concesso alle donne e quindi si dedicavano alla cultura, esercitandola appunto nelle arti. Virginia Woolf* ha scritto un saggio una stanza tutta per sé, una donna prima di avere un suo stile deve avere uno spazio fisico tutto suo dove potersi dedicare alla scrittura o quel che sia – la vita a corte non prevedeva una privacy tra le dame seppur nascoste agli uomini, era una convivenza con le altre donne. In Giappone nelle librerie si dividono libri di narrativa scritti da uomini e da donne, nel quartiere dei libri usati (Jinbouchou) ci sono molti negozietti chiamati furuhonya che vendono libri di un unico tema o generici. *1925 recensione sul Genji di Virginia Woolf, Willey? Orientalista ha adattato il mondo giapponese ai modi occidentali, alcuni giudicano il suo atteggiamento con severità, altri lo apprezzano anche se è una traduzione un po’ infedele ma rende meglio l’estetica di Murasaki. Siden Stiker? Genji Days, diario di traduzione, commentava i passi che traduceva con riferimento a quelli di Whiley in maniera un po’ sleale, rende meno l’originale. Royal Tyler altra traduzione ma con un senso di leggera insoddisfazione. Dennis Washburn è più criticata e bene accolta di Tyler perché contiene spiegazioni nel testo che non dovrebbero esserci ma come se fossero scritte da Murasaki. Woolf ha letto la traduzione di Waley membro del circolo letterario Bloomsbury, ben disposta verso l’opera di un personaggio che apparteva al suo circolo ma era anche lettrice ideale per un’opera come il Genji. Fa una recensione solo sul primo volume – Waley aveva diviso l’opera. Lei ha pubblicato questa recensione su Vogue 1925 ed esprime nel suo diario la gioia di aver scritto su questa rivista, apprezza l’autrice e ritiene che si tratti di un testo dal quale emerge la descrizione di una civiltà meravigliosa priva di violenze e crudezza. Fa però anche un commento sulla presenza delle donne nella letteratura – dopo Saffo e altre scrittrici è caduto il silenzio ma nell’anno mille c’è Murasaki in Giappone. Riflessione: Murasaki si può mettere a paragone con gli altri della letteratura come Tolstoj o Cervantes? Una stella del massimo splendore? Secondo lei no, perché il mondo descritto da Murasaki è troppo perfetto dove non ci sono violenze e quindi si eliminano la forza e il vigore di tutti gli altri autori della letteratura. Aveva comunque letto solo una parte dell’opera e non aveva familiarità con la cultura dell’Asia Orientale. Nel Genji ci sono comunque episodi di crudezza, violenza o imperfezione: presenza di spiriti o di personaggi posseduti, capitolo 9, Genji ha un rapporto con Murasaki, lui l’ama ma molti considerano l’episodio uno stupro perché l’ha cresciuta e quando diventa matura la vede come una donna con cui avere un rapporto sessuale. Percezione dell’età diversa da oggi. Murasaki si rivela comunque offesa dopo l’atto perché forse non era emotivamente pronta per quanto matura a livello fisico. Potrebbe essere prevaricazione, come con Yugao, dove Genji esercita una certa forza nel rapporto. All’epoca era comunque una scrittura molto ambigua rispetto al presente.