Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Dato → materia prima che i sistemi informativi elaborano per produrre informazioni,
sono materiale grezzo, “descrizione originaria e non interpretata di un evento”; essi
non hanno di per sé alcun significato a meno che non subiscano un processo di
elaborazione. Deve possedere certe caratteristiche: completezza, omogeneità,
sincronia.
Informazione → manipolazione dei dati al fine di ottenere la loro trasformazione in
una forma significativa. A volte è sufficiente una manipolazione semplice, mentre per
manipolare grandi quantità di dati servono operazioni complesse. L’informazione è
relativa, cambiando dipendentemente dalla sua destinazione e finalizzazione.
Conoscenza → ultimo stadio di un possibile processo evolutivo che, attraverso un
processo di elaborazione e interpretazione, muove dal dato, passa attraverso
l’informazione fino a diventare conoscenza. Il concetto di conoscenza è difficile da
definire perché legato alla soggettività. Può essere implicita e individuale o esplicita e
collettiva; il compito di fare in modo che la prima si trasformi nella seconda è affidato
al knowledge manager.
Know how → insieme di conoscenze e abilità operative necessarie per svolgere una
determinata attività lavorativa.
Al giorno d’oggi si parla di società della conoscenza → ogni giorno in rete viene
prodotta un’enorme quantità di informazioni, che rappresentano un vero e proprio
capitale e possono essere sfruttate a fini di guadagno. Allo stesso tempo questo può
portare all’information overload → produzione di una quantità eccessiva di
informazioni, con conseguenti problemi di gestione e archiviazione. Molte di queste
informazioni sono spam.
Business intelligence → insieme dei programmi che estraggono dai Big Data i dati
utili a livello economico.
2. Social media
Le aziende usano i social media per migliorare la relazione con la clientela e
incoraggiare la collaborazione tra i dipendenti; inoltre, sfruttano la “potenza della
massa” per spingere le persone a partecipare all’innovazione e ad altre attività.
3. Tecnologia mobile
Negli ultimi anni si è osservato un sempre maggiore diffondersi di dispositivi mobili
per uso sia privato che professionale, che permettono di gestire sempre più attività in
tempo reale. L’utilizzo di device da parte dei dipendenti può rappresentare una fonte
di preoccupazione per le aziende, ma può anche produrre un aumento della
collaborazione e della produttività. L’obiettivo è sconfiggere il cosiddetto gap digitale
di cui soffrono alcuni Paesi, anche perché l’accesso ad internet coincide con una
maggiore libertà e dunque democrazia.
4. Internet of things
Rappresenta un’ampia varietà di oggetti fisici, device, dispositivi indossabili, svariati
oggetti comuni che, dotati di chip e altre tecnologie e attraverso la rete internet, sono
interconnessi e condividono autonomamente i dati relativi al loro e/o alle condizioni
dell’ambiente che li circonda. Essi possono non solo generare e utilizzare dati, ma
anche essere gestiti e controllati a distanza attraverso la rete. Con l’aumentare di
questi dispositivi, l’Internet of Things evolverà verso l’Internet of Everything.
5. Cloud computing
La trasmissione dei dati necessita di un cloud, “nuvola”, per archiviarli. Uno di questi
è Google Drive, su cui è possibile caricare/scaricare file. Nonostante si tratti di un
magazzino virtuale il cloud ha una sede fisica, che si trova in un luogo irrilevante per
l’utenza.
6. Intelligenza artificiale
Disciplina dell’informatica che studia come mappare e automatizzare prestazioni di
pertinenza umana.
Chatbot → interlocutore virtuale che agisce mediante lettura sematica su siti web e
nello scouting (es. scrematura cv).
Informatica → scienza che si occupa della risoluzione dei problemi con l’auto del
computer.
Prima fase: Information Technology (IT) 1960-1970s
→ sistemi elaborazione dati
Seconda fase: Information and Communication Technology (ICT) 1980-1990s
→ elaborazione dati e telecomunicazione
Terza fase: Information and Communication and Media Technology (ICMT) 2000s
→ elaborazione dati, telecomunicazione e media
Qualsiasi cosa noi digitiamo sulla tastiera viene tradotto in byte secondo un codice
(ASCII) che si basa su due linguaggi diversi (alfanumerico e digitale).
Unicode → altro sistema di codifica che assegna ad ogni carattere 2 byte (16 bit) con
65.536 possibili combinazioni.
L’HARDWARE
IL SOFTWARE
Server → computer collegato in rete che consente a più computer (client) di accedere
ai dati.
INTERNET
Dorsali/backbone → connessioni più robuste tra nodi della rete che vengono “posate”
anche nell’oceano per permettere la connessione tra più nodi. Alcune aziende, per
motivi di riservatezza, trasmettono dati su backbone a parte. Le backbone non sono di
un unico gestore, ma di proprietà di più provider che tramite accordi ci permettono di
utilizzarle.
www.example.com
www → World Wide Web
example → domain name
.com → top level domain
Web → nato nel 1993 al Cern di Ginevra, sulla base del concetto di ipertesto (oggi
diventato ipermedia, perché non si collegano più solo link di pagine di testo, ma anche
media). Il web nacque perché Tim Barners Lee voleva creare una connessione tra vari
autori di testo, a scopo di ricerca.
World Wide Web → esprime il concetto di “ragnatela” globale.
TELEFONIA MOBILE
GPRS → general packet radio service, è una delle tecnologie di telefonia mobile, a
metà tra la seconda e la terza generazione.
Evoluzione dei device → nel corso degli anni i dispositivi si sono evoluti per andare
incontro alle esigenze dell’utenza (es. ampiezza crescente dello schermo).
Sistemi operativi mobili → piattaforma sulla quale girano tutti i software e le
applicazioni. I due principali sistemi operativi sono IOS (device Apple) e Android
(presente su quasi tutti i device).
Grazie alla tecnologie di prossimità è possibile fornire servizi sempre più user-
friendly, contestualizzati ed integrati con servizi location-based e di infomobilità. Per
abilitare i servizi di mobile commerce è fondamentale la collaborazione tra i player
per creare un ecosistema interoperabile, standard, trusted e non frammentato.
Quarta generazione 4G (LTE) → long term evolution, eredita gli standard del 3G e
fornisce accesso ad internet a banda ultra-larga aprendo così le porte alla tv mobile ad
alta definizione, ai servizi di videoconferenza e al cloud-computing.
E-COMMERCE
Molte aziende offrono ai propri clienti diversi e indipendenti punti di contatto, come il
negozio fisico, il catalogo o un sito di commercio elettronico, ognuno usato in
alternativa all’altro → retail multicanale. Recentemente si è progrediti all’utilizzo di
più canali contemporaneamente nello stesso processo d’acquisto (es.acquisto online
con possibile consegna del reso in negozio) → retail cross-canale.
Retail omnicanale (omnicanalità) → consiste nel fornire interazioni simultanee
usando diversi canali, in modo tale che il cliente non interagisca con un singolo canale
ma con il brand in generale, garantendo una shopping experience uniforme.
Catena del valore → definisce e rappresenta tutte le attività del ciclo produttivo che
intervengono nei passaggi che trasformano la materia prima in prodotto finito. In
ognuno di questi passaggi il prodotto acquisisce valore, fino ad arrivare all’ultimo
passaggio, ovvero il prezzo di vendita.
Online store → deve offrire qualcosa di unico, avere un aspetto gradevole (usabilità),
essere facile e veloce da usare, spingere le persone a visitarlo e a tornarci; inoltre, è
necessario pubblicizzare la propria presenza sul web (web marketing e adv) e
imparare dal sito web (cookies, file di log, web analytics).
Coda lunga → concetto che indica di concentrarsi sui mercati di nicchia anziché
puntare unicamente su prodotti di massa. Le esigenze e i desideri del mercato sono
rappresentati da un grafico al cui centro vi sono consumatori mainstream e sulle
“code” consumatori con preferenze e necessità diverse. La maggior parte dei venditori
è costretta a limitare la propria offerta ai consumatori mainstream, mentre e-tailer a
raggio d’azione più ampio possono raggiungere anche i consumatori delle “code”
creando un business di grande successo. Per esempio, la libreria di Amazon ottiene
guadagni in gran parte da libri introvabili in qualsiasi altro posto, e che non sono
prodotti di massa.
Personal network → ha lo scopo di far passare il tempo, è usato per fini personali.
Professional network → ha lo scopo di investire il tempo, usato per fini professionali
Vision → creare opportunità economiche per ogni componente della forza lavoro nel
mondo.
Su LinkedIn ci sono 600M di utenti, 30k skills, 50M aziende, 20M lavori, 90K scuole,
280B informazioni (aggiornamenti, notizie etc.).
Ogni 2 secondi:
fornendo così milioni di data points ogni ora che ci mostrano le intenzioni della nuova
utenza.
Su LinkedIn ci sono circa 42 milioni di studenti, e a loro vengono rivolte 45.000
offerte di lavoro.
Cos’è LinkedIn?
Personal branding → identità personale, modo in cui si è percepiti dagli altri, che non
corrisponde sempre a quello che vorremmo; dobbiamo essere consapevoli che
possiamo cambiare la nostra immagine non falsificandola, ma migliorandola.
Per creare il proprio futuro si può diventare follower delle aziende in cui si è
interessati a lavorare; queste aziende, sulla loro company page di LinkedIn,
promuoveranno tutte le loro attività ed eventi, e nuove offerte di lavoro nell’area jobs.
Si può manifestare interesse per un ruolo lavorativo e scoprire non solo quali sono i
job titles e le skills richieste, ma anche quali aziende offrono quel genere di posizione.
WEB MARKETING
Web marketing → utilizzo di internet, dei suoi strumenti e delle tecnologie digitali
ad essi collegate per il perseguimento degli obiettivi di marketing dell’impresa.
Nelle primissime esperienze di e-commerce, comunicazione e marketing erano basati
sul brand awareness → promozione della marca. E’ necessario però che questa
promozione venga convertita in un atto concreto, ovvero l’acquisto da parte del
consumatore, e che questo acquisto si ripeta nel tempo, secondo la cosiddetta fidelity.
Evangelisti della marca → persone che si occupano di promuovere il brand e spingere
all’acquisto, dal momento che l’esperienza del singolo condiziona più della pubblicità.
Il marketing deve perseguire i seguenti obiettivi, pur senza essere invasivo o elemento
di fastidio:
1. conquistare l’attenzione
2. creare un dialogo e instaurare e curare una relazione (punctuation)
3. attuare one-to-one marketing (essere in target, marketing personalizzato).
CRM → customer relationship management, applicazione sofisticata che
raccoglie i dati del consumatore e li aggiorna costantemente.
Cookie → non si tratta di virus, ma di file di testo di piccola dimensione che viene
copiato sul disco rigido dell’utente da un server di pagine web e costituisce la carta
d’identità dell’utente. Non può essere eseguito e può essere letto solo dal server che lo
ha inviato.
File di log → fornisce notizie sul numero delle visite al sito in un periodo, sulle visite
alle singole pagine, sulle entrate e uscite dalle singole pagine, sul tempo trascorso su
ogni pagina, sul percorso tra le pagine e l’attraversamento del sito, sulla provenienza
geografica del visitatore; queste informazioni vengono riviste e diventano strumenti
statistici.
La scienza dei siti di successo si basa su:
- tracciabilità
- profilazione
che permettono di svolgere one-to-one marketing.
Display Ads (banner) → esiste un ente specifico (IAB) che stabilisce come devono
essere fatti; i banner possono essere statici, dinamici etc.
I fattori di successo di un banner sono:
- localizzazione nella pagina
- posizionamento su siti in target
- creatività
- messaggio veicolato
- tipologia di attività/prodotto/servizio promossi
- dinamicità
- frequenza di esposizione per singolo utente → impression
Lo scopo del banner è produrre engagement → coinvolgimento del consumatore, che
deve essere stupito.
Click-through → percentuale di click che si calcola a partire dall’impression, ovvero
quante persone colpite dal banner hanno anche cliccato. La percentuale di click-
through è solitamente bassa, circa 1\2%.
Reputation economy → immagine di noi stessi che proiettiamo online. Uno studio ha
dimostrato come un colloquio di lavoro su tre venga scartato dopo aver osservato il
comportamento del candidato sui social. Attualmente, il 50% della comunicazione è
fatto da persone che parlano di noi e della nostra azienda. Es. caso pubblicità di
Melegatti, che ha ottenuto un responso negativo causando il 10% in meno delle
vendite nell’arco di due anni.
Al giorno d’oggi è essenziale stare attenti a come ci si presenta online per entrare nel
mondo del lavoro con successo. Personal branding → attività di promozione di noi
stessi, “tutto ciò che si dice di noi quando usciamo dalla porta”.
La reputazione digitale si basa su:
➢ recensioni
➢ discussioni sui social
➢ pareri via messaggistica (dark social)
➢ comportamento dei dipendenti online
➢ contenuti generati dai clienti
Come abbiamo fatto a diventare la specie dominante sul pianeta? Grazie ad una
combinazione di curiosità e paura, ovvero riconoscimento del pericolo tramite i cinque
sensi. Rispetto a quello che accade aldilà di uno schermo, però, i nostri sensi non
funzionano e non percepiscono pericoli che in realtà ci sono. Solitamente si
commettono due errori: pensare che la nostra presenza online non interessi a nessuno
e che di conseguenza non si sia esposti a rischi.
Teoria dei 6 gradi di separazione → sostiene che tra due persone sconosciute vi siano
al massimo sei intermediari; alla luce dei social network, i gradi si sono ridotti a 3,14.
Questo rappresenta grandi possibilità ma dimostra anche che siamo sospesi tra un
mondo reale e uno virtuale nel quale i nostri cinque sensi non funzionano e siamo
circondati da persone potenzialmente malintenzionate.
Google fattura circa 7 miliardi di dollari ogni trimestre, ma come è possibile se i suoi
servizi sono gratuiti?
Perché è in grado di fornire le informazioni giuste alle persone giuste nei momenti
giusti. Ogni individuo infatti ha valore in quanto insieme di dati.
Per esempio l’applicazione Faceapp ha riutilizzato i milioni di dati prodotti dai
download per creare un database con cui ha addestrato l’intelligenza digitale
rivendendo il tutto per 10 milioni di dollari.
In linea generale bisogna ricordarsi che la sicurezza informatica non è una scienza
esatta, ma è in primo luogo una questione di consapevolezza personale di ognuno di
noi.