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Quando vado a sostituire ottengo che per assicurare la resistenza la tensione assiale σ1 deve essere minore

di tre quantità; ovviamente quella che regola il fenomeno è quella più bassa di tutti.
Andiamo anche in questo caso a fare le prove sperimentali e ci troviamo peggio rispetto al caso precedente

Questo ci fa dire che il comportamento di un materiale ortotropo di tipo fibroso è piuttosto complesso, ciò
non deve meravigliarci perché già nel caso dei materiali metallici il criterio della massima deformazione o
massima tensione rispondevano male, tant’è vero che utilizziamo un criterio il cui dominio di resistenza è
un’ellisse che nello spazio diventa un ellissoide.

(**)

(*)

Proprio di questa somiglianza Tsai - Hill hanno fatto uso per costruire il loro criterio di resistenza che è
quello che oggi si adopera nel campo dei laminati. Questa è una base perché poi ci sono stati tanti piccole
correzioni.
Quindi avremo che la superfice che limita i domini di resistenza è un ellissoide, cioè è una funzione di
secondo grado.
In linea di massima noi siamo interessati agli stati piani di tensione quindi la relazione si semplifica ed in
essa compaiono solo σx, σy, τxy (vedi slide 35).
Dove per poterla utilizzare ci dobbiamo calcolare tutti i coefficienti, applicando per esempio al nostro
componente degli stati tensionali mono assiali. Allora se per esempio applico solo un carico lungo x avrò che
la funzione diventa :
in condizioni di incipiente di rottura cioè quando σx = ∑x che è la resistenza in
direzione x, quindi analogo discorso può essere fatto per le altre direzioni.

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