Le rette d’azione della forza e della normale n formano un piano che intersecato con dA definisce la

direzione della dFt [1h 22 min]; quest’ultima componente rapportata alla dA per dA→0 definisce la tensione
di taglio 𝜏 .

Poiché la semplice proiezione nel piano della dF non ci dice nulla sulla direzione della dF t, conviene definire
una coppia di assi nel piano dA e prendere quindi la dFt e proiettarla lungo tali direzioni ottenendo dFtx , dFty;
ovviamente ciascuna di tali forze può essere rapportata all’area elementare e quindi si ottengono le due
tensioni taglianti.

In questa maniera si possono definire le componenti di tensione che agiscono su qualsiasi sezione che posso
realizzare nella mia struttura. Naturalmente cambiando il piano in termini di rotazione e traslazione tali
proiezioni cambiano e quindi cambiano le tensioni, ecco il perché del detto che le tensioni nell’intorno di un
punto dipendono dalla giacitura; poiché cambiando la giacitura cambia il momento risultante delle forze che
agiscono sulla sezione e poi cambiano gli orientamenti delle forze rispetto agli assi ecco perché cambiano le
componenti di tensione.

[1h 26min] poiché tali forze analizzate si trasmettono lungo tutto il corpo ci si è chiesti se noto le componenti
di tensione nell’intorno di un punto se fosse possibile ottenere le tensioni nell’intorno di un altro punto.

Servendoci della fisica, ossia dicendo che le relazioni esistenti tra le tensioni nell’intorno di un punto e quelle
nell’intorno di un altro punto debbano rispettare le equazioni di equilibrio (che sono 6, 3 di traslazione e 3 di
rotazione che vengono poste tra le forze). Siccome tra un punto e l’altro di un corpo possono esserci anche
forti variazioni di tensioni a noi fa comodo lavorare su piccole distanze riferendoci ad un cubetto di lati dx,
dy, dz che viene utilizzato per spiegare l’equilibrio ossia domandarsi: se conosco le tensioni che agiscono su
una delle sei facce quanto valgono le corrispondenti che agiscono sulle facce opposte?

Slide 4 [1h 31 min].