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Lezione 1 del 25/9/12 :Stati di tensione e deformazione

Consideriamo un generico corpo che si trova in equilibrio sotto i carichi e le reazioni vincolari. Se
sezioniamo il corpo e ne rimuoviamo una parte, se la parte restante resta in equilibrio vuol dire che sulla
superfice di taglio è stato applicato qualcosa (un carico). Tale carico deve formare un sistema di vettori
equivalente ai carichi e alle reazioni vincolari agenti sulla parte rimossa. Cioè sulla sezione deve agire un
carico con risultante e momento risultante equivalente alle forze e alle reazioni agenti sulla parte rimossa.

Ciò non è sufficiente alla progettazione degli elementi perché non ci dice nulla sulla distruzione del carico
nella sezione; inoltre l’esperienza insegna che non è il carico che determina la rottura o la resistenza
dell’elemento, ma il rapporto tra il carico e la superfice sulla quale agisce.

Quindi si va a suddividere la superfice d’interesse in tante areole elementari (nell’intorno di ogni punto), e si
va a valutare qual è l’effetto dei carichi della parte rimossa sulle varie areole (suddivido il carico tra le varie
aree). Usiamo dei modelli dei modelli per fare ciò (distribuzione uniforme, a farfalla ecc…); quindi su
qualsiasi area elementare agirà un carico dF che rapporto all’area elementare e per avere una stima puntuale
di tale rapporto ne faccio il limite per dA che tende a zero.

Questa forza dF che agisce su dA avrà una direzione qualsiasi, di cui consideriamo la componente normale
alla superfice e quella tangenziale (la componete normale tende a far allontanare gli atomi nel reticolo
cristallino, quella tangenziale a farle scorrere gli uni rispetto agli altri); ossia per ogni elemento dA ci
tracciamo la normale all’areola e poi proiettiamo la forza dF lungo tale normale ottenendo la dFn, il rapporto
tra la dFn e tutta l’area dA per dA→0 la chiamiamo tensione normale σ.

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