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L
a nostra visita a Barcellona non si è limitata all’osservazione della prima squadra (vedi “l’Allenato-
re” n. 1 del 2010), ma ha riguardato anche lo studio del settore giovanile. Per certi aspetti questa se-
conda parte ci pare più interessante della prima. Noi pensiamo che la Cantera del Barcellona sia una
vera scuola di calcio nella quale, oltre alla qualità dei singoli, esistono una filosofia di gioco e un metodo di
lavoro che sono condivisi dal Barcellona B fino ai più piccoli. Un modello che vale un mondiale, dato che la
Spagna che ha vinto la sua prima Coppa del Mondo in Sudafrica si basava sul blocco del Barça, nato pro-
prio nella Cantera Blaugrana.
Metodi e Filosofia
l’ allenatore
Italia. Come anticipato, gli atleti della prima
squadra e quelli del settore giovanile si allenano,
seppur in orari diversi, all'interno della cittadella
sportiva. Le gigantografie di Messi, Iniesta, Xavi,
Puyol e di tutti gli altri campioni che si sono for-
mati nella cantera blaugrana adornano le reti di
recinzione dei vari impianti e, oltre a fungere da
esempio e punto di riferimento. sembrano invi-
tare i più giovani a ripeterne le gesta. Pep Guar-
diola conosce perfettamente i metodi di lavoro
di lavoro del settore giovanile e insieme a Begui- Giovanissimi del Barça in allenamento sotto gli occhi del loro
tecnico.
ristain (direttore generale al tempo della nostra
visita, poi sostituito da Andoni Zubizarreta),
Alexanco (responsabile della Cantera) e Capellas
(responsabile tecnico della Cantera) forma una Gli allenatori
specie di “comitato centrale” che pilota il lavoro
di tutto il settore giovanile. Per essere allenatori del settore giovanile del
Barcellona bisogna avere tre requisiti: formazione
universitaria, essere stati giocatori di calcio ed ave-
Le squadre del Barcellona re particolari doti da un punto di vista tecnico ed
educativo. Tutti gli allenatori fanno parte di una
Oltre alla prima squadra il Barcellona dispo- struttura tecnica che ha come riferimento i re-
ne della squadra B (Barcelona Atlètic) che di- sponsabili Albert Capellas ed Albert Banaiges. Il
sputa un campionato paragonabile alla Prima primo è il responsabile dalla categoria Barça B alla
divisione italiana e dove giocano i migliori pro- categoria Cadet A (nati nel ’94). Benaiges è invece
dotti del vivaio, ma anche giocatori più anziani. responsabile dalla categoria Cadet B (nati nel ’95)
La categoria Juvenil A è invece composta dai ra- fino ai Prebenjamì (2002). La metodologia di la-
gazzi del ’91 e del ’92, mentre alla categoria Ju- voro, i mezzi e gli obiettivi dell’allenamento sono
venil B appartengono i nati nel ’92 e ’93. Sotto predeterminati e ciò fa sì che i tecnici debbano at-
la Juvenil c'è la categoria Cadet A e B per i nati tenersi al modello formativo del club.
dal ’94 al ’95, la categoria Infantil A e B per i
nati dal ’96 al ’97, Alevì A e B (’98 e ’99), Ben-
jamì A e B (2000 e 2001) e Prebenjamì (2002).
Ogni squadra ha un allenatore ed un vice. Fino
alla categoria Cadet c'è l'obbligo per ogni alle-
natore di far disputare almeno il 40% dei mi-
nuti di gioco a tutti i componenti della rosa.
C'è poi un tecnico, Carlos Bueno, che si occu-
pa della tecnica specifica e che lavora giornal-
mente con giocatori di diverse età, ma omoge-
nei per ruolo. Le squadre effettuano dalle tre al-
Ragazzi delle giovanili del Barcellona si preparano a un torello.
le cinque sedute settimanali, oltre alla partita, a
seconda della categoria e gli allenamenti vengo-
no svolti dalle 17.30 alle 19 per ciò che concer-
ne la categoria Juvenil e dalle 19 alle 20.30 dai La formazione della persona
Cadet in giù. Il team tecnico di ogni squadra è
composto delle seguenti figure: allenatore, vice- Obiettivo della Cantera è quello di formare
allenatore, fisioterapista, magazziniere, dirigen- “buone” persone. Un’attenzione maniacale viene 7
te accompagnatore. data all'educazione, al rispetto delle regole e dei
l’ allenatore allenatore sul campo
valori sportivi. Tutti i giocatori, prima o dopo la 2. Prima parte: lavoro specifico sulla tecnica
seduta, salutano non solo il proprio allenatore, mediante combinazioni di gesti tecnici.
ma anche tutti gli altri tecnici che dovessero in- 3. Seconda parte: torello, gioco di posizione,
contrare in spogliatoio, negli spazi esterni o nel possesso-palla.
tragitto che li porta fuori dal centro. Sono vietati 4. Parte finale: minipartite a tre squadre – ti-
tatuaggi, piercing, capelli colorati e grande im- po tornei, partite con “comodini” (così si chia-
portanza viene data al comportamento scolasti- mano in Spagna i giocatori-jolly che in allena-
co, all'uguaglianza, al rispetto reciproco. L'unico mento giocano sempre con la squadra in posses-
modo attraverso il quale i giocatori del Barça de- so di palla), partite a tema (con riferimento agli
vono distinguersi è legato all'abilità sportiva e al obiettivi della sessione).
fair-play. 5. Defaticamento: questa fase serve per creare
un’abitudine nel giocatore del settore giovanile.
l’ allenatore
piedi, rasoterra, cambio di gioco). A livello di-
fensivo gli obiettivi sono: marcatura, copertura,
anticipo e pressione.
Il settore giovanile del Barcellona, come ac- Le squadre lavorano effettuando esercitazioni
cennato, si avvale di un istruttore, Carlos Bueno, a secco solo in rare occasioni. La palla è sempre
che cura esclusivamente la tecnica individuale presente. Anche quando l’obiettivo è lavorare
con allenamenti specifici per giocatore e per ruo- sulla rapidità e sulla reattività, le squadre si alle-
lo. Per assimilare appieno la filosofia del gioco nano mediante staffette con l’utilizzo della palla.
del Barcellona i fondamentali più importanti so- L’allenamento viene considerato come un mezzo
no come detto il controllo della palla ed il pas- per formare il calciatore in maniera integrale.
saggio, lavorando molto anche sul piede non do- Ogni esercitazione, pur nella sua specificità, cer-
minante. ca di sviluppare più aspetti della personalità del
calciatore che si cerca di formare.
Modalità di possesso-palla
l’ allenatore
• Stretching individuale.
l’ allenatore
riuscire a portare molti talenti in prima squadra.
Innanzitutto, a Barcellona c’è grandissimo ri-
spetto per il settore giovanile che viene visto dal-
la società come essenziale e primario e non come
un elemento accessorio. Un altro aspetto fonda-
mentale consiste nella filosofia e nello stile di
gioco del club che, indipendentemente dalla ca-
tegoria, è univoco. Lo stile e i flussi di gioco del-
la squadra campione del mondo e dei giovani,
dalla Juvenil alle altre categorie del settore, è
identico. Tutti schierate con il tipico 4-3-3, sia i
grandi che i “piccoli” interpretano la partita allo
stesso modo. Questo è indubbiamente un enor-
Fig. 11. Schemi offensivi con sagome: appoggio, apertura sul- me vantaggio per il giovane che, affacciandosi al-
l’ala dal lato opposto, scarico e passaggio di ritorno, cross. la prima squadra, conosce già a memoria buona
parte del contesto tattico nel quale è chiamato a
esprimersi e molte esercitazioni che sarà chiama-
– il terzino gioca centralmente sul mediano to ad eseguire in allenamento. I vari Puyol, Mes-
che apre per l’ala sul lato opposto. L’ala scarica si, Piqué, Iniesta, Xavi e tutti gli altri campioni
nuovamente palla sull’interno che a sua volta forgiatisi nella Cantera sono visti dai giovani co-
apre con un lancio lungo sul lato debole per l’ala me esempi viventi e punti di riferimento di un
che si orienta per effettuare uno stop a seguire, sogno che può diventare realtà: e a sua volta il
guidare la palla in avanti ed effettuare il cross dal campione ormai affermato accoglie con piacere
fondo. In area a ricevere si inseriscono il centra- in prima squadra il giovane, ricordando bene il
vanti, l’interno e l’ala opposti (fig. 12). percorso che lui stesso ha fatto anni prima.
Un’ultima considerazione è però opportuna.
Uno studio statistico pubblicato sul “Guerin
Sportivo” di aprile 2010 evidenzia che il Barcel-
lona non è la squadra della Liga ad avere tra le
proprie fila il maggior numero di giocatori “fatti
in casa”. La squadra catalana, che ha in rosa dieci
prodotti del vivaio, è preceduta dall’Athletic Bil-
bao con addirittura dodici giocatori cresciuti nel
proprio settore giovanile. Il Real Madrid ha in
rosa solo cinque giocatori provenienti dalla Fa-
brica Blanca di Valdebedas. Meglio del Real, ol-
tre ai già citati Athletic Bilbao e Barcellona, fan-
no Osasuna (nove giocatori), Espanyol (otto),
Fig. 12. Schemi offensivi con sagome: appoggio, apertura sul- Valencia e Malaga (sette), Racing Santander, Gi-
l’ala dal lato opposto, passaggio di ritorno sull’interno, lancio jon e Siviglia (sei). La Fabrica Blanca del Real
lungo, conduzione e cross. Madrid è però il settore giovanile dal quale sono
usciti più giocatori che in questa stagione milita-
• Stretching. no nella Liga (ben quaranta). Si nota pertanto
che tutti i club spagnoli sono particolarmente at-
tenti ed efficaci nella formazione e nella valoriz-
Riflessioni zazione dei giovani.
Concludiamo riassumendo quelli che sono i
In questa parte conclusiva proviamo a riassu- “punti forti” del settore giovanile blaugrana: 13
mere i motivi che consentono al Barcellona di 1. la ricerca del talento.
l’ allenatore allenatore sul campo
2. il lavoro tecnico e in modo particolare quel- 4. l’omogeneità di lavoro e di gioco che porta
lo specifico con l’istruttore della tecnica di base. facilmente a salire di categoria, di anno in anno,
3. gli esercizi di possesso-palla che trasmetto- fino alla prima squadra in modo graduale.
no la cultura del gioco e in modo particolare del- 5. la voglia e l’obiettivo di far debuttare gio-
lo smarcamento nel rispetto del ruolo, del pas- catori della Cantera (meglio se catalani) nella
saggio forte rasoterra e del controllo orientato. prima squadra.
Gli autori
Maurizio Viscidi
Nato a Bassano del Grappa il 18 maggio 1962.
Alenatore professionista di prima categoria UEFA-pro, diplomato con lode all’ISEF di Padova con la tesi La tattica
nel calcio. Ha allenato le seguenti squadre: Padova giovanili, Milan Primavera, Casarano, Lodigiani, Viterbese,
Treviso, Lucchese in serie C1; Pescara, Vicenza e Modena in serie B. Autore del DVD Allenare le transizioni, del
CD Come fare goal, teoria e didattica e di numerosi articoli di argomento tattico per riviste specializzate in Italia e
all’estero. Relatore a innumerevoli corsi, convegni e seminari di aggiornamento per allenatori.
Massimo Lucchesi
Nato a Viareggio il 25 gennaio 1968.
Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnico-tattici del gioco del calcio tra-
dotti e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo, greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenato-
re.net e della omonima casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentemente al-
l’estero.
Alessandro Pane
Nato a Tripoli il 20 novembre 1967.
Ex-calciatore professionista, ha conseguito successivamente il diploma di allenatore professionista. Da tecnico, oltre al-
le giovanili dell’Empoli, ha guidato per due stagioni la Cuoiopelli in C2 prima di approdare alla Reggiana con la qua-
le ha disputato tre esaltanti stagioni, vincendo il campionato di C2 nella stagione 2007-2008 e sfiorando la promozio-
ne in serie B l’anno successivo. In questa stagione ha guidato per cinque mesi l’Ascoli in serie B. Nel 2008 è stato insi-
gnito del premio Panchina d’argento come miglior tecnico della serie C2, l’odierna Lega Pro Seconda Divisione.