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ElettroMagnetismo
IL MAGNETISMO
Introduzione
Si possono costruire anche calamite artificiali. Per esempio, una sbarretta di acciaio può essere magnetizzata avvicinandola a un pezzo di
magnetite, oppure strofinandola con la magnetite sempre nello stesso verso.
È ben noto che un ago magnetico, libero di ruotare intorno a un asse verticale, si dispone in modo che una delle due estremità (sempre la
stessa) si orienti verso il Nord terrestre e l'altra verso il Sud; le due estremità del magnete sono chiamate rispettivamente polo Nord o
polo N e polo Sud o polo S.
Le calamite interagiscono fra loro con forze attrattive e repulsive che sono particolarmente intense vicino
ai poli: poli di nome diverso si attraggono come le cariche elettriche di segno opposto, mentre poli dello
stesso nome si respingono, così come le cariche dello stesso segno.
C'è però una notevole differenza fra i poli magnetici e le cariche
elettriche: mentre le cariche di un segno si possono separare da quelle
di segno opposto, non si può fare altrettanto con i poli magnetici. Infatti,
se tagliamo in due una calamita (esperienza della calamita spezzata), si
ottengono due magneti, in quanto nella regione del taglio si generano
altri due poli di nome diverso. Continuando la suddivisione si ottengono
sempre, da ogni singolo magnete, due nuovi magneti.
Sebbene si possa teoricamente prevedere l'esistenza di poli separati, la ricerca sperimentale dei cosiddetti monopoli magnetici non ha
ancora dato risultati positivi.
Campi magnetici dei magneti
In analogia con la forza gravitazionale e la forza elettrica, l'interazione fra due magneti si interpreta come
l'azione che il campo magnetico generato da un magnete esercita sull'altro magnete.
Per definire il campo elettrico e determinare le sue proprietà ci siamo serviti della forza agente su una
carica di prova puntiforme; per esplorare il campo generato da un magnete dobbiamo invece utilizzare un
piccolo ago magnetico. Pertanto, in generale, diciamo che in una certa regione dello spazio è presente un
campo magnetico se un ago magnetico posto in quella regione è soggetto ad azioni meccaniche.
La direzione lungo la quale si orienta l'ago si assume coincidente con la direzione del campo magnetico
nel punto considerato. Il verso del campo, inoltre, è definito come quello che va dal Sud al Nord dello
stesso ago.
Il campo magnetico, indicato con B e chiamato anche induzione magnetica, è un campo vettoriale,
cioè è caratterizzato da una direzione, un verso ed un modulo.
Il campo magnetico è l’insieme dei vettori che servono per descrivere l’influenza che una calamita
(sorgente) esercita nella zona a essa circostante su un qualsiasi ago magnetico (esploratore).
Come qualsiasi campo vettoriale, anche il campo magnetico può essere visualizzato mediante linee di
forza, cioè linee tangenti in ogni punto al campo e orientate secondo il verso del campo.
All'esterno le linee di forza escono dal polo Nord ed entrano nel polo Sud, assumendo un andamento
analogo a quello delle linee di forza di un dipolo elettrico. È ragionevole pensare che tali linee proseguano
all'interno del magnete, che siano cioè delle linee chiuse.
Possiamo notare che le linee si addensano in prossimità dei poli del magnete e si diradano
allontanandosene. Così come abbiamo visto per il campo elettrico, a linee di forza più ravvicinate
corrisponde un campo di maggiore intensità e a linee di forza diradate un campo più debole. Osservando
l'andamento delle linee di forza possiamo dedurre perciò che l'intensità del campo magnetico, massima
vicino ai poli di un magnete, diminuisce man mano che ci si allontana da essi.
Gli angoli di declinazione e d'inclinazione magnetica variano sia con il tempo sia con la posizione sulla
superficie della Terra. Nel corso dei millenni i poli magnetici hanno addirittura subìto dei ribaltamenti, l'ultimo
dei quali è avvenuto 780000 anni fa.
Fra le varie ipotesi, si pensa che il campo magnetico della Terra sia dovuto al moto rispetto alla crosta terrestre di materiali fusi dotati di
elevata densità di carica elettrica. Come vedremo qui di seguito, infatti, al pari dei magneti, le correnti elettriche danno origine a campi
magnetici.
Inoltre si nota che le linee di forza all'interno della spira sono più fitte,
Man mano che ci si avvicina alla spira, le linee di forza tendono
mentre all'esterno sono sempre più distanziate, cioè il campo
ad assumere una forma circolare, poiché il contributo al campo
magnetico della spira è più intenso all'interno e meno all'esterno. In
magnetico dovuto all'elemento di filo più vicino (il quale, se
effetti, mentre all'interno i campi magnetici prodotti da elementi
sufficientemente piccolo, si può considerare rettilineo) prevale sui
opposti della spira hanno lo stesso verso e quindi si sommano,
contributi degli elementi lontani. In prossimità della spira perciò il
all'esterno i campi degli stessi elementi hanno verso opposto e quindi
campo magnetico è analogo a quello prodotto da un filo
si sottraggono.
rettilineo.
Le linee di forza del campo magnetico generato dalla corrente che scorre in un
solenoide, o bobina, cioè in una serie di spire molto vicine fra loro realizzate con
un unico filo, e quindi il verso del campo magnetico, sono analoghi a quelli di
una spira circolare.
All'interno della bobina, lontano dalle estremità, le linee di forza sono con buona
approssimazione rette parallele equidistanti, e quindi il campo magnetico è
uniforme. All'esterno invece, se la lunghezza del solenoide è molto grande
rispetto al diametro delle sue spire, cioè se idealmente il solenoide ha lunghezza
infinita, il campo magnetico è nullo.
2. INTERAZIONI MAGNETE-CORRENTE E CORRENTE-CORRENTE
Se osserviamo le linee di forza del campo
magnetico prodotto dalla corrente che scorre
lungo una spira circolare, notiamo che, a una
Poiché un circuito percorso da corrente certa distanza dalla spira, il loro andamento è
esercita un'azione meccanica su un ago uguale a quello delle linee di forza del campo
magnetico, per il terzo principio della prodotto da una barra magnetica. Possiamo
dinamica un magnete deve esercitare una quindi dedurre che la spira, riguardo al
forza su un circuito percorso da corrente. campo magnetico generato, si comporta
come un magnete con i poli orientati
perpendicolarmente alla sua superficie.
Questa relazione è utilizzata per definire l'unità di misura dell'intensità di corrente, chiamata ampere (A), che nel SI è assunta come unità
di misura fondamentale, e dall'ampere si deriva l'unità di misura della carica elettrica, il coulomb (C):
conduttore di lunghezza infinitesima ∆L, ortogonale al Il tesla è una unità di misura piuttosto
grande, per cui spesso viene usata
campo nel punto P e percorso da una corrente di un'altra unità, il gauss (simbolo G), così
intensità i, mediante la relazione: definita:
1G = 10-4 T
∆F = i∆L ⊗ B
4. INDUZIONE MAGNETICA DI ALCUNI CIRCUITI PERCORSI DA
CORRENTE
Filo rettilineo
I fisici francesi Jean Baptiste Biot e Felix Savart il 30 ottobre e il 18
dicembre del 1820 comunicarono i risultati delle loro ricerche, iniziate Dalle misure eseguite ricavarono che il modulo dell'induzione
subito dopo la scoperta di Oersted, sul campo magnetico generato da magnetica è inversamente proporzionale alla distanza dal filo.
un filo rettilineo percorso da corrente.
Vogliamo ora dedurre questa stessa legge dall'espressione della forza d'interazione
fra due fili rettilinei paralleli percorsi da corrente.
I due conduttori sono visti in sezione e le correnti di intensità i1 e i2 che li attraversano, entrambe con
verso uscente dalla pagina, sono contrassegnate con un puntino. Le circonferenze concentriche sono le
linee di forza del campo magnetico generato dalla corrente di intensità i1; di tale campo è rappresentato
anche il vettore B1 nel punto in cui si trova il filo percorso dalla corrente di intensità i2, la cui direzione è
perpendicolare a B1.
Applicando la regola della mano destra si In modo analogo, considerando la forza agente sul filo
trova facilmente che la forza F12 che il percorso dalla corrente di intensità i1 come l'azione del
primo filo, mediante il suo campo campo magnetico generato dalla corrente di intensità i2
magnetico, esercita sul secondo è diretta che scorre nel secondo filo, si trova che il modulo
come in figura, cioè è una forza attrattiva di dell'induzione magnetica sul primo filo è:
modulo:
F12 = B1i2L
µ0 i2
B2 =
2π d
D'altra parte, F12 è anche uguale a:
Generalizzando il risultato, possiamo
µ ii
F12 = 0 1 2 L enunciare la seguente legge:
2π d
( )
di una spira circolare di raggio r, per il modulo
dell'induzione magnetica in un punto sull'asse della spira a r2 + z2 2
distanza z dal centro:
Come già sappiamo, il vettore B sull'asse della spira è perpendicolare al piano della spira e il suo verso
dipende dal verso della corrente.
Tracciando le linee di forza del campo magnetico secondo il criterio di Faraday, il flusso del campo B attraverso una superficie, come il
flusso del campo elettrico, è direttamente proporzionale al numero di linee di forza che attraversano la superficie. Questa ultima
considerazione ci permette di enunciare una proprietà fondamentale del flusso dell'induzione magnetica.
Osserviamo anzitutto che, mentre le linee di forza del campo Questa particolarità del campo magnetico è dovuta al fatto che non
elettrico generato da cariche ferme iniziano sulle cariche positive esistono monopoli magnetici, o meglio, finora non ne è stato
e terminano sulle cariche negative, le linee di forza del campo osservato nessuno. Le sorgenti elementari del campo sono dunque i
magnetico non hanno né inizio né fine, cioè sono linee chiuse, dipoli e, come sappiamo, ogni linea di forza che ha origine dal polo
come si può verificare in tutti gli esempi finora considerati. Nord di un dipolo si richiude su se stessa rientrando per il polo Sud.
Poiché dunque le linee di forza del campo magnetico sono curve chiuse, comunque si tracci una
superficie chiusa, il numero delle linee di forza entranti è uguale al numero di quelle uscenti. Di
conseguenza il flusso netto che entra nella superficie o esce da essa è nullo.
Φ(B) = 0
6. LA CIRCUITAZIONE DEL CAMPO DI INDUZIONE MAGNETICA
Un campo vettoriale è conservativo se e solo
se la sua circuitazione lungo qualsiasi
Calcoliamo dunque la circuitazione di B
cammino chiuso è nulla. Se allora riusciamo
lungo una linea di forza del campo
a individuare un percorso lungo il quale la
magnetico prodotto da un filo rettilineo
circuitazione dell'induzione magnetica B è
molto lungo percorso da corrente. µ0 i
diversa da zero, possiamo concludere che il
B=
campo magnetico è non conservativo. 2 r
Il filo e la linea di forza, una circonferenza di raggio r con centro sul filo, sono visti in sezione; il campo
magnetico è diretto in ciascun punto tangenzialmente alla linea di forza e, ha lo stesso modulo B su tutti i
punti della linea.
Percorriamo ora la linea nel verso del La somma ∆s1+∆s2+… = 2πr Sostituendo a B la sua espressione, si ottiene:
campo magnetico e suddividiamo il rappresenta la lunghezza della
percorso in tanti spostamenti infinitesimi circonferenza, per cui µ0i
C(B) = 2πr = µ0i
∆s1, ∆s2 ... La circuitazione dell'induzione possiamo scrivere: 2πr
magnetica è:
Fissato un verso positivo di percorrenza della linea chiusa, facciamo la convenzione di assumere positiva la
corrente nel caso in cui il suo verso coincida con quello del pollice della mano destra quando queste sono
avvolte lungo la linea nel verso positivo; se invece il verso della corrente e quello del pollice sono opposti
attribuiamo alla corrente concatenata un segno negativo.
Il risultato che abbiamo trovato può essere generalizzato al campo prodotto dalla
corrente che scorre in un circuito di forma qualsiasi. La circuitazione dell'induzione
magnetica può essere inoltre calcolata lungo qualunque linea chiusa. In ogni caso per
corrente concatenata si intende quella che attraversa una qualunque superficie avente
come contorno la linea lungo la quale si calcola la circuitazione.
La circuitazione del campo di induzione magnetica B dipende sempre dalla corrente
totale concatenata con il percorso chiuso, data dalla somma algebrica di tutte le
correnti concatenate, prese ciascuna con il proprio segno.
ESEMPIO - Per il percorso rappresentato in figura, sul quale è fissato come verso di percorrenza
positivo quello antiorario, la corrente di intensità i1 uscente dal foglio rappresenta una corrente
concatenata positiva, mentre la corrente di intensità i2, che ha verso entrante rappresenta una
corrente concatenata negativa. Indicando con ic la corrente totale concatenata, è ic = i1 – i2.
Purché le correnti che generano il campo magnetico siano costanti nel tempo (vedremo più avanti cosa
cambia quando le correnti sono variabili), il seguente teorema dovuto ad Ampère:
C(B) = µ0ic
7. CONFRONTO TRA CAMPO MAGNETICO E CAMPO ELETTRICO
Entrambi sono campi vettoriali e, in quanto tali, possono essere Il fatto che esistano due poli magnetici, che si respingono se
rappresentati da linee di campo. Per tracciare le linee del campo hanno lo stesso nome e si attraggono in caso contrario,
elettrico si usa una carica positiva di prova, mentre per disegnare rappresenta un'altra analogia tra fenomeni magnetici ed elettrici.
quelle del campo magnetico si esplora lo spazio con un aghetto
magnetico di prova.
La somiglianza, però, non va oltre, perché tra i due campi esistono differenze sostanziali.
Mentre le cariche elettriche positive possono essere separate Mentre un corpo può essere elettrizzato in modo da avere un
da quelle negative, è impossibile isolare i poli magnetici. eccesso di carica positiva o negativa, non esiste un corpo magnetizzato
che abbia un eccesso di magnetismo «nord» oppure «sud».
In generale dunque la relazione Osservando l'espressione, si Questa considerazione suggerisce l'opportunità di introdurre un
trovata esprime il momento M della nota che il momento torcente vettore chiamato momento magnetico della spira, avente
coppia in forma scalare, cioè fornisce dipende, oltre che modulo µ = i S, direzione perpendicolare al piano della spira e
la proiezione del vettore M lungo dall'induzione magnetica, da verso coincidente con quello del versore n.
l'asse di rotazione: tale proiezione alcune proprietà della spira,
Il vettore M può quindi essere espresso come prodotto
assume valori positivi quando il come l'intensità i della corrente
vettoriale fra µ e B:
momento tende a far ruotare la spira che vi scorre, la superficie S da
in senso antiorario e valori negativi essa delimitata e l'orientazione
quando tende a farla ruotare in di tale superficie rispetto al
senso orario. campo magnetico.
M = µ ⊗B
Galvanometro a bobina mobile
Il momento torcente esercitato da un campo magnetico su una spira percorsa da corrente fa
ruotare la spira intorno a un asse passante per il suo centro di massa. Questa proprietà è sfruttata
in numerose applicazioni, come il galvanometro, lo strumento che costituisce la parte essenziale
degli amperometri e dei voltmetri analogici.
La bobina, fatta ruotare dal momento torcente esercitato dal campo magnetico, si arresta nella
posizione in cui tale momento è equilibrato da quello delle forze elastiche sviluppate dalla molla
collegata con la bobina.
Nel motore elettrico gli estremi della spira sono rigidamente fissati a un collettore, per cui un
estremo della spira è a contatto con il polo positivo del generatore durante mezzo giro e con il
polo negativo durante il successivo mezzo giro. Il collegamento cambia nell'istante in cui la
spira supera la posizione di equilibrio; nello stesso istante cambia anche il verso della corrente.
Di conseguenza il momento torcente ha sempre lo stesso verso e la spira ruota senza oscillare.
9. L’ORIGINE DEL CAMPO MAGNETICO
Può sembrare strano che oggetti Per comprendere questa strana somiglianza prendiamo in
esteriormente così diversi come i circuiti esame il fatto sperimentale che le cariche elettriche in
elettrici e i magneti generino nello spazio che movimento hanno un comportamento del tutto simile a
li circonda lo stesso stato di cose (cioè un quello di un circuito percorso da corrente. Per esempio, il
campo magnetico) e che subiscano gli stessi campo magnetico generato da una calamita esercita una
effetti da parte dello stesso campo di forze forza su un fascio di elettroni in un tubo a raggi catodici,
(ancora una volta il campo magnetico). proprio come se si trattasse di una corrente che ha verso
opposto a quello del moto degli elettroni.
Possiamo provare anche a disporre un filo elettrico in modo che sia parallelo al
fascio di elettroni di un tubo a raggi catodici. Quando nel filo viene fatta
scorrere una corrente elettrica con il verso che va dallo schermo del tubo al
catodo, il fascio di elettroni è attratto verso il filo, come accadrebbe a una
corrente elettrica che fluisce nello stesso verso di quella del filo. Se il fascio di
elettroni è molto intenso e l'esperimento è condotto con grande precisione, si
può osservare che anche il filo percorso da corrente è attratto verso il tubo a
raggi catodici.
Materiali diversi sono caratterizzati da valori differenti di µr . In base ai valori assunti da µr i materiali possono
essere raggruppati in tre classi.
Infine esistono sostanze, come il ferro, il nichel e il cobalto, dette ferromagnetiche, per le quali µr dipende sia
dalla temperatura sia dal campo magnetico e può raggiungere ordini di grandezza da 103 a 105.
In analogia con quello che abbiamo fatto per le sostanze ferromagnetiche, interpretiamo
Nelle sostanze diamagnetiche, invece, i circuiti elementari si
le proprietà magnetiche dei diversi materiali come una conseguenza delle loro
dispongono in modo da creare campi magnetici che hanno
caratteristiche microscopiche. Questo significa che anche nelle sostanze paramagnetiche
verso opposto a quello di B0.
i circuiti elementari sono ordinati da un campo magnetico esterno (che indicheremo con
B0), in modo che essi creino campi magnetici con lo stesso verso di B0. Questo effetto,
però, è molto meno intenso di quello che si ha nelle sostanze ferromagnetiche.
Le sostanze ferromagnetiche sono attirate molto intensamente da campo magnetico; le sostanze diamagnetiche vengono
respinte da un campo magnetico, mentre quelle paramagnetiche sono debolmente attirate.
Queste considerazioni sul comportamento della materia in presenza di un campo magnetico esterno B0 ci chiariscono ancora meglio come
il campo magnetico all’interno della materia può essere scritto come:
B = µr B0
Momenti magnetici atomici e molecolari
Gli atomi, e conseguentemente le molecole, possiedono un Il momento magnetico degli atomi deriva dal moto degli elettroni
momento magnetico proprio, che interagisce con il campo intorno al nucleo e anche dal momento magnetico intrinseco
magnetico modificandone l'effetto a seconda della natura della delle particelle (elettroni, protoni e neutroni) che costituiscono
materia. l'atomo.
SPIEGAZIONE - Per capire perché al moto degli elettroni atomici sia associato un momento magnetico, basta
osservare che ogni particella carica in movimento dà origine a una corrente elettrica. Così, secondo un modello
classico non del tutto corrispondente alla realtà fisica ma comunque efficace, un elettrone che ruota intorno al nucleo
di un atomo si comporta come una microscopica spira percorsa da corrente.
Indicando con e il valore assoluto della carica elettrica e con T il periodo di rotazione dell'elettrone, la spira è
attraversata da una corrente di intensità i = e/T avente verso opposto al moto dell'elettrone.
Detta S l'area delimitata dalla traiettoria dell'elettrone, la spira presenta un momento magnetico µ diretto come in
figura e di modulo µ=i·S=e·S/T. Questo vettore si chiama momento magnetico orbitale dell'elettrone.
Secondo la meccanica quantistica il momento magnetico orbitale di un elettrone di un atomo può assumere solo valori che siano multipli
interi di un'unità µB=9,27·10-24 A·m2 chiamata magnetone di Bohr.
Molte particelle elementari, e fra queste L'elettrone possiede perciò un momento angolare detto
l'elettrone, indipendentemente dal loro moto spin (dall'inglese to spin, "ruotare") e anche un
orbitale, hanno anche un momento magnetico momento magnetico µspin che risulta uguale a un
intrinseco. L'esistenza di questo momento può magnetone di Bohr.
essere spiegata in modo intuitivo con il modello
Tuttavia lo spin trova una giustificazione rigorosa solo
dell'elettrone ruotante, proposto nel 1925 da
nell'ambito della teoria quantistica relativistica e
Samuel A. Goudsmit e George E.
l'immagine dell'elettrone che ruota intorno a un proprio
Uhlenbeck, in base al quale un elettrone è
asse non va presa alla lettera.
assimilato a una sferetta carica che ruota come
una trottola intorno a un asse passante per il
suo centro di massa.
Per ottenere il momento magnetico di un atomo si sommano vettorialmente i momenti magnetici orbitali e quelli di spin corrispondenti a
tutte le particelle che costituiscono l'edificio atomico. In realtà, poiché i momenti magnetici del protone e del neutrone sono molto piccoli
rispetto a quello dell'elettrone, vengono in genere trascurati. Perciò il momento magnetico di un atomo deriva dalla somma dei momenti
orbitali e di spin dei suoi elettroni.
Può succedere anche che i momenti magnetici dei singoli elettroni si compensino totalmente per dare un momento risultante nullo, qual è,
in effetti, il momento magnetico proprio degli atomi delle sostanze diamagnetiche.
11. IL CICLO D’ISTERESI MAGNETICA
Per i materiali ferromagnetici la relazione tra B e B0 è molto più complessa di quella vista nel paragrafo
precedente per i materiali paramagnetici e diamagnetici. Per studiarla, supponiamo di avvolgere un
solenoide attorno a un lungo cilindro fatto di una sostanza ferromagnetica. Questo solenoide fornisce il
campo magnetico esterno B0 , la cui intensità può essere variata a piacere cambiando l'intensità della
corrente i che fluisce nel solenoide stesso.
I valori assunti dall'intensità del campo magnetico totale B al variare dell'intensità di B0 sono riportati
nella seguente figura:
Come si vede, prima di fare fluire corrente nel solenoide sia B sia B0 sono nulli: lo stato del magnete è
rappresentato dal punto 0. Poi, al crescere di B0 aumenta anche B, ma la curva che descrive la relazione
tra di essi non è una retta (come nel caso delle sostanze diamagnetiche e paramagnetiche): B e B0 non
sono quindi direttamente proporzionali. Ciò significa che per le sostanze ferromagnetiche lo scalare µr
(che può assumere valori molto elevati) non è una costante, ma varia al variare di B0.
In principio, all'aumentare di B0 il campo magnetico
B cresce molto rapidamente. Poi il ritmo di tale Se, giunti a questo punto, riduciamo la corrente i nel solenoide in modo da far diminuire
crescita diminuisce e si giunge a una condizione l'intensità di B0, vediamo che il sistema magnetico non ripercorre a ritroso il comportamento
(zona del punto a del grafico) in cui il valore di B precedente, come è mostrato dal tratto superiore della curva che porta una freccia da a a b. Al
tende a rimanere costante (valore di saturazione). contrario, quando B0 si annulla nel cilindro ferromagnetico rimane un campo magnetico residuo
di intensità Br (punto b del grafico).
In effetti, per eliminare questa magnetizzazione residua è
Questo significa che il cilindro ha acquistato una magnetizzazione permanente: in
necessario invertire il segno del campo esterno B0 (cioè
questo modo abbiamo costruito un magnete artificiale. Ciò è possibile perché i circuiti
invertire il verso in cui scorre la corrente elettrica nel
microscopici della materia, che sono stati ordinati dal campo magnetico esterno, ora
solenoide). In questo modo si giunge al punto c, in cui B è
risentono degli effetti della loro interazione reciproca e molti di essi si mantengono
uguale a zero, ma B0 ha un valore negativo.
ordinati senza che sia più necessario l'effetto di un campo magnetico esterno.
Facendo in modo che B0 diminuisca ancora e poi torni a crescere si ottiene la curva di cui sopra, che prende il nome di curva di isterèsi magnetica. Si
vede che questa curva non passa più dall'origine (che corrisponde allo stato in cui sia B0 sia B sono eguali a zero). Per riportare il materiale
ferromagnetico in questa condizione è necessario riscaldarlo al di sopra di una certa temperatura caratteristica della sostanza (temperatura di Curie). Al di
sopra di essa ogni materiale ferromagnetico diviene paramagnetico e perde la propria magnetizzazione residua.
Introduciamo il vettore campo magnetico H che descrive il
Abbiamo visto che il campo magnetico B nel cilindro di materia nel
contributo al campo magnetico fornito dalla corrente nel
quale è avvolto il solenoide è la somma del campo magnetico B0
solenoide. Si dimostrare che:
generato dal solenoide e del campo Bm della materia:
Questa relazione è valida in generale per i campi
B = B0 + Bm B0 = µ0H magnetici generati nel vuoto da configurazioni arbitrarie
di correnti.
Il magnetismo residuo dei materiali ferromagnetici può essere, tuttavia, per certe applicazioni, una
proprietà indesiderata. Per realizzare ad esempio un elettromagnete, dispositivo capace di produrre, con
tempi rapidi di accensione e spegnimento, un intenso campo magnetico, si fa uso di un nucleo di ferro
dolce, cioè un ferro piuttosto puro caratterizzato da un magnetismo residuo praticamente nullo, inserito
fra le spire di un solenoide.