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GEORGICHE

E’ un poema epico(tratta di temi superiori,epici,e fornisce un insegnamento morale)


didascalico(fornisce un insegnamento) che si divide in 4 libri scritti in esametri. Georgiche è il
neutro plurale dell’aggettivo georgicus (relativo ai campi). E’ dedicato a Mecenate. Assume molto
rilievo la dedica nel proemio del III libro in cui elogia Ottaviano. I modelli principali seguiti da
Virgilio nella composizione di quest’opera sono:
- ‘’ Le opere e i giorni’’ di Esiodo
- Arato di Soli e Nicandro di Colofone
- Lucrezio. C’è un raffronto con Lucrezio nella parte finale del libro II in cui virgilio dice ‘’felix cui
potuit rerum cognoscere causas’’(vedere il significato di tale esclamazione).
Il testo appare ricco di implicazioni ideologiche. Cerca di restaurare gli ideali di laboriosità, la
religiosità, il culto per la patria e il rispetto per la famiglia. Questi ideali cerca di restaurarli anche
Ottaviano attraverso la sua politica. Virgilio inserisce anche degli ‘’excursus’’ ovvero delle sequenze
descrittive che tendono a non rendere il testo monotono.

Contenuti:

I Libro

All’inizio del primo libro si dice che nonostante l’impegno ci possono essere dei pericoli che
rendono vana la vita del contadino. Virgilio approda a una visione del mondo più matura, nella
quale il lavoro non appare più come un’assurda condanna, ma viene rivalutato nel suo significato
profondo e nel suo pregnante valore etico-culturale (teodicea del lavoro).

II Libro

Tratta di arboristeria. Nel secondo libro vi è la presenza di due excursus. Il primo è un elogio
all’Italia mentre il secondo è un elogio alla vita agreste. L’elogio all’Italia viene definito ‘’laudes
Italiae’’ e con ciò Virgilio sostiene che L’Italia è superiore alle altre terre per fattori come: le stirpi
che si sono formate, il clima e la fertilità del terreno. Nel secondo elogio, che si trova nella parte
conclusiva del libro, vengono idealizzati i campi visti come un luogo di pace e di giustizia e sono
posti in contrapposizione alla società che Virgilio definisce come un luogo di discordie e
corruzione.

III Libro

E’ dedicato all’allevamento del bestiame. Virgilio sente che entrare nel mondo degli animali
significhi entrare in un mondo di sofferenza. Virgilio avvisa di stare lontani dai vitelli e puledri
perché sono simbolo dell’amore inteso come furia devastante che sconvolge sia l’uomo che gli
animali che provoca rovina e morte. Da qui parte tutta una digressione sull’amore che è causa di
sofferenza e dolore. Virgilio nella parte finale tratta del tema della morte citando l’episodio della
peste di Atene. Qui possiamo notare una differenza tra Virgilio e il suo modello Lucrezio. In Virgilio
prevale la compassione per le vittime mentre Lucrezio, nel descrivere la peste di Atene, prevale
l’aspetto scientifico.

IV Libro
E’ dedicato all’apicoltura ossia alla comunità delle api che a detta di Virgilio conferisce grande
serenità. La comunità delle api viene descritta come una comunità ideale con caratteristiche
uniche: C’è un’armoniosa suddivisione dei compiti. Anche nel 4 libro uno dei temi principali è
quello dell’eros che viene rappresentato come una realtà negativa. Solo le api sfuggono a questa
realtà per beneficio divino. Le api non sono soggette alla schiavitù del sesso ma si riproducono
attraverso la bugonia che è la nascita miracolosa di api dalla carcassa putrefatta di un vitello
ucciso. Questa è una credenza priva di alcun valore scientifico. Per spiegare l’origine di questa
credenza, Virgilio inserisce il poemetto in esametri, detto epilio narrativo, del pastore Aristeo che
perduto i suoi alveari viene a conoscenza di essere stato punito siccome ha causato la morte della
ninfa Euridice che era stata inseguita e morsa da un serpente. Euridice era la promessa sposa di
Orfeo, che venuto a conoscenza della morte della sua amata, inizia la discesa nell’ade per
riportarla in vita. Grazie al suo canto, Orfeo ottiene la possibilità di riportare in vita Euridice a patto
però che, durante il viaggio di ritorno dall’ade, non si volti a guardarla. La tentazione è talmente
grande che induce Orfeo a voltarsi per osservare la sua amata che, dopo tale azione, perderà per
sempre.

Eneide

E’ un poema epico diviso in 12 libri scritti in esametri. Viene pubblicata la versione che Virgilio non
pensava di pubblicare in quanto era ancora incompleta poi però morì e quindi venne pubblicata. In
quest’edizione ci sono 58 versi incompleti che prendono il nome di ‘’tibicines’’ ossia puntelli. Non
è un poema di carattere contemporaneo ma è un poema di carattere storico in cui il tono diventa
più solenne rispetto a quello utilizzato da Virgilio nelle Georgiche. Il poema tratta la storia di Enea,
capostipite della gens Iulia(la stessa di Ottaviano), e di come egli da eroe troiano diventa la
personificazione e il simbolo dei valori romani.

Contenuti:

I Libro

I troiani sono in navigazione e vengono sorpresi da una tempesta causata dalla dea Giunone ma
riescono a salvarsi e a giungere a Cartagine dove vengono accolti dalla principessa Didone.
Durante un banchetto Didone, che si sta innamorando di Enea, chiede all’eroe Troiano di
raccontarle la sua storia. Vi è qui un confronto con l’Odissea infatti Ulisse narra le sue avventure al
re e alla regina dei Feauci che l’hanno accolto dopo il naufragio.

II-III libro

Sono legati al racconto dell’eroe. Nel secondo libro si tratta la guerra di Troia con la caduta della
città e la successiva decisione di Enea di partire. Il III libro tratta del viaggio verso l’Italia e della
morte del padre di Enea

IV Libro

E’ dedicato interamente alla storia d’amore fra Didone ed Enea con la principessa che si uccise alla
notizia della partenza di Enea. L’amore si trasforma quindi in odio.

V libro
Tratta di giochi funebri
VI Libro

Tratta della discesa di Enea agli inferi

VII Libro

Tratta dello sbarco nel Lazio e dello scoppio della guerra.

Gli altri libri trattano principalmente il tema della guerra e della morte.

I modelli a cui si rifa Virgilio per la scrittura dell’eneide sono sicuramente Catone, Ennio, Varrone
ed Omero, che è colui a cui si ispira maggiormente. Da Omero Virgilio ha ripreso entrambi i poemi.
I primi sei libri dell’enide sono la cosiddetta parte odissiaca in quanto raccontano, proprio come fa
l’Odissea, il viaggio dell’eroe protagonista reduce da Troia. Allo stesso modo dell’odissea Enea è
perseguitata da una divinità ostile, la dea Giunone, e anch’egli, come Ulisse, è ospitato dopo una
tempesta ed un naufragio. La seconda esada è detta iliadica che ha per argomento, come l’Iliade,
la guerra tra due popoli che in questo caso sono i Troiani e i Latini. Virgilio segue Omero anche per
quanto riguarda l’apparato mitologico ossia gli interventi degli dei nelle vicende umane, i dialoghi
tra gli dei… Però va ricordato che tra Omero e Virgilio ci sono delle differenze fondamentali. La
prima differenza sta nel fatto che Virgilio va a rinnovare i materiali poetici di cui si serve
organizzandoli ed usando in modo diverso. Questo atteggiamento appare soprattutto nel topos
narrativo della discesa agi inferi dell’eroe che è presente nel libro VI dell’Eneide ed è ispirata al
libro XI dell’Odissea. Vi sono delle differenze anche tra Ulisse ed Enea. Ad esempio Ulisse non
entra nel regno dei morti mentre invece Enea compie un vero e proprio viaggio nell’oltretomba,
molto simile a quello di Dante compiuto nella Divina Commedia.

Enea

Il protagonista è complesso ed originale. Per quanto riguarda le vicende del suo viaggio da Troia e
il suo arrivo in Italia Virgilio ebbe come fonti principali quelle degli antichi annalisti romani e si rifa
ad alcune opere tra cui: Il bellum poenicum di Nevio, le origines di Catone e le opere di Varrone.
Nella costruzione del personaggio di Enea da un punto di vista ideologico Virgilio rappresenta Enea
come il principale capostipite delle virtù romane ossia su quei valori sui quali si basava la
grandezza di Roma, quei valori che Ottaviano voleva restaurare. Il valore più importante era la
pietas, ossia il rispetto e la dedizione verso gli dei,verso la patria e verso la famiglia. Infatti la
formula ricorrente con cui il personaggio viene designato è ‘’pius Aeneas’’. La pietas dell’eroe si
manifesta nella sua sottomissione alla volontà degli dei e nella sua disponibilità a sacrificare le sue
esigenze personali per farsi strumento del destino e compiere una missione universale. C’è quindi
uno spostamento dal piano individuale a quello universale. Virgilio accentua la dimensione
religiosa in cui si compie tutto ciò, sottolineando il messaggio di provvidenza attraverso la figura di
Enea che si concretizza in una missione storica per Roma. Attraverso la fatica e il dolore si iniziano
a gettare le basi per la gloriosa realtà dell’impero romano destinato ad apportare al mondo intero
ordine,pace e civiltà. La meta conclusiva di tutto ciò, a cui tende la storia dell’eneide, è Ottaviano
Augusto che è colui che estenderà l’impero oltre i confini della terra, farà cessare le guerre e
restaurerà le condizioni della mitica età dell’oro. Enea in sé è anche un eroe problematico e
tormentato. L’accettazione in Enea del suo destino avviene di pari passo con sofferenze e conflitti
interiori. In lui ritroviamo anche il tratto dell’ humanitas perché Enea è allo stesso tempo un eroe
ma anche un uomo comune con le sue paure e sofferenze. (narrazione soggettiva)

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