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Visitando…

Pompei, Napoli, Caserta

7- 8 dicembre 2019
Parrocchia di San Lorenzo a Campi
POMPEI ____________________________________________________
come la maggior parte delle città del Sud Italia, deve le sue origini ____________________________________________________
alla civiltà greca, che vi si stabilì nel VI secolo a.C., fondando una ____________________________________________________
piccola colonia collegata solamente da 3 strade al resto dei centri ____________________________________________________
abitati. Nel IV secolo invece, l’agglomerato cittadino divenne ____________________________________________________
alleato dei romani, che lo ammodernarono, fornendolo di strade ____________________________________________________
lastricate e di una fortificazione in pietra calcarea. Pompei ____________________________________________________
divenne ufficialmente una città sotto il dominio di Roma nell’80 ____________________________________________________
a.C., e passò un periodo florido, con un’economia stabile ed un ____________________________________________________
alto tenore di vita, almeno fino all’anno 79 d.C., quando, in ____________________________________________________
seguito all’eruzione del Vesuvio, tutto quanto venne seppellito ____________________________________________________
sotto una coltre di materiali vulcanici dai 5 ai 7 metri di altezza. ____________________________________________________
Nel XVIII secolo la città sarà riscoperta, ed il tutto farà scaturire ____________________________________________________
un forte interesse da ____________________________________________________
parte di intellettuali di ____________________________________________________
tutta Europa, che la ____________________________________________________
faranno diventare ____________________________________________________
immediatamente una ____________________________________________________
tappa del cosiddetto ____________________________________________________
“Grand Tour”, ma non ____________________________________________________
solo: Pompei infatti sarà ____________________________________________________
anche responsabile della ____________________________________________________
creazione di un nuovo stile artistico che influenzerà tutte le corti ____________________________________________________
d’Europa fino alla metà dell’800, vale a dire il Neoclassico, con la ____________________________________________________
celebrazione della cultura greca e romana. Oggi Pompei gode di ____________________________________________________
un vastissimo sito archeologico, incredibilmente ben preservato ____________________________________________________
grazie al materiale lavico solidificato del Vesuvio, che ha ____________________________________________________
conservato la città nella sua conformazione, con tanto di pitture ____________________________________________________
parietali e calchi di persone rimaste vittime della colata vulcanica. ____________________________________________________
V.
O Vergine e Regina del santo Rosario, Tu che sei la Figlia del
IL SANTUARIO DELLA BEATA
Padre Celeste, la Madre dei Figliuol divino, la Sposa dello Spirito VERGINE DEL ROSARIO DI POMPEI
Santo; Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, devi è un importantissimo santuario mariano (nonché basilica minore)
impetrarmi questa grazia tanto a me necessaria, purché non sia che data la sua costruzione, terminata solo con offerte spontanee
di ostacolo alla mia salvezza eterna. (Si ripeta la grazia che si dei fedeli, al 1876-1901, grazie alla figura di beato Bartolo Longo,
desidera). Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per suo fautore. La chiesa presenta una pianta a croce latina affiancata
la tua divina Maternità, per i tuoi gaudi, per i tuoi dolori, per i da un campanile di 88 metri, ultimato nel 1925.
tuoi trionfi. Te la domando per il Cuore del tuo amoroso Gesù, Il santuario divenne subito così importante, che durante gli anni 30
per quei nove mesi che lo portasti nel seno, per gli stenti della fu necessario un ampliamento di navate e cupola; durante gli anni
sua vita, per l’acerba sua Passione, per la sua morte in Croce, 40, la chiesa resistette fortunatamente all’arrivo dei nazisti, che ne
per il Nome suo santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te minacciarono la distruzione. Il santuario è stato inoltre meta di
la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, pellegrinaggio dei nostri 3 ultimi papi, con la visita più recente
o Maria, che sei Stella del mare, Signora potente, Madre di datata al marzo 2015 da parte di papa Francesco. Ogni anno, la
dolore, Porta del Paradiso e Madre di ogni grazia. In Te confido, basilica attira milioni di turisti, specialmente l’8 maggio e la prima
da Te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen. domenica di ottobre, giorni in cui viene celebrata la Supplica alla
Madonna di Pompei, scritta proprio da beato Bartolo Longo. La
supplica divenne subito molto popolare per i prodigi attribuitigli,
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza ed il seicentesco quadro rappresentante la “Madonna con Gesù
nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo che consegnano il rosario a San Domenico e a Santa Caterina da
gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, Siena” divenne l’opera più importante del complesso. L’esterno
avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E della chiesa si presenta in
mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo stile neoclassico, scandito da
seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. colonne ioniche e corinzie (di
stampo greco-romano
dunque) ed una colorazione
quasi totalmente bianca. Al
centro della facciata, in cima,
una grande statua della
Madonna osserva la piazza
antistante; la statua è fatta esclusivamente con marmo di Carrara,
e si tratta di un blocco unico di 3,25 metri, dal peso di 180 quintali.
Il campanile invece, presenta, al penultimo registro, una gigantesca IV.
statua di Cristo, di ben 6 metri, mentre sulla cima si erge una croce E a chi altri mai ho dovrò ricorrere, se non a Te che sei il Sollievo
bronzea di 7 metri. L’interno si presenta riccamente decorato, con dei miserabili, Conforto degli abbandonati,
un’abside (parte terminale a semicerchio della chiesa, zona altare la Consolazione degli afflitti?
centrale) circondata da colonne di diversi tipi di marmo che Oh, io te lo confesso, l’anima mia è miserabile, gravata da
sorreggono la volta, a sua volta divisa in 9 arcate a spicchio che enormi colpe, meritevole di ardere nell’inferno, indegna di
sorreggono il centro di quest’ultima; al centro della volta, si può ricevere grazie! Ma non sei Tu la Speranza di chi dispera, la
ammirare un affresco raffigurante l’assunzione di Maria. Sempre al Madre di Gesù, unico mediatore tra l’uomo e Dio, la potente
centro, dietro l’altare, si erge un enorme trono, circondato da due nostra Avvocata presso il trono dell'Altissimo,
coppie di colonne e 2 angioletti bronzei; al centro di esso, il quadro il Rifugio dei peccatori?
della Vergine è a sua volta circondato di pietre preziose (onice e Deh! Solo che tu dì una parola in mio favore al tuo Figlio, ed Egli
lapislazzulo) e 20 medaglioni in rame, raffiguranti i 15 misteri del mi esaudirà. Chiedigli, dunque, o Madre, questa grazia di cui
Rosario e i 5 misteri della Luce. La cupola si presenta come una tanto io ho bisogno. (Si domandi la grazia che si vuole). Tu sola
costruzione di 57 metri di altezza, e si trova al centro della chiesa, puoi ottenermela: Tu che sei l’unica speranza mia, la mia
affiancata da 4 cupole minori; all’interno, è stata affrescata con consolazione, la mia dolcezza, la vita mia. Così spero. Amen.
un’altra assunzione di Maria, alla quale presenziano addirittura più
di 360 figure tra santi e uomini di chiesa. Nella cripta riposa il corpo
di beato Bartolo Longo, oltre che ai corpi di diversi altri fautori del
progetto del santuario.
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza
nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo
NAPOLI gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque,
Napoli, come la maggior parte delle città della nostra penisola, ha avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E
da sempre avuto una storia travagliata, contaminata dalle più mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo
disparate nazioni che se ne sono sempre contese il controllo. seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Napoli è infatti una grande metropoli contaminata da
innumerevoli culture, ma forse più di ogni altra città italiana,
III.
Ah! Il sentire che tanti sono stati da Te beneficati solo perché il capoluogo campano ha sempre mantenuto una forte identità
ricorsi a Te con fede, m’infonde novella lena e coraggio personale, assaporabile dai quartieri più famosi fino alle vie più
d'invocarti in mio soccorso. Tu già promettesti a S. Domenico nascoste. Napoli infatti nasce come una colonia della Magna
che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene; ed io col tuo Grecia nell’ VIII secolo a.C., e nel 326 a.C. viene conquistata dai
Rosario in mano oso ricordarti, o Madre, le tue sante promesse. romani, che la elevano a città fondamentale del Sud Italia, sia dal
Anzi Tu stessa ai dì nostri operi continui prodigi per chiamare i punto di vista militare, con l’importantissimo porto, sia dal punto
tuoi figli a onorarti nel Tempio di Pompei. Tu dunque vuoi di vista culturale, dato che la città farà da scuola a Virgilio, Orazio
tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Ed io col e molti altri. In epoca medievale, la città subisce svariate
cuore sulle labbra, con viva fede Ti chiamo e T'invoco: Madre conquiste, dagli arabi, passando dai normanni, fino agli svevi,
mia!…Madre cara!…Madre bella!…Madre dolcissima, aiutami! governati da Federico II, che se ne innamorerà perdutamente.
Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non più tardare a Ad accrescere la bellezza della città ci penserà anche la dinastia
stendermi la mano tua potente per salvarmi: chè il ritardo, come Angiò, che farà soggiornare a Napoli i toscani Boccaccio, Petrarca e
vedi, mi porterebbe alla rovina. soprattutto Giotto, massimo esponente della pittura medievale.
Dopodiché, per tre secoli la città cadrà in mano spagnola
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza (Aragonesi), che la eleverà proprio a capitale dell’Impero e ne
nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo amplierà i confini, costruendo cinte murarie ed imponenti
gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, monumenti.
avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E Durante il 700 e l’800 Napoli assisterà ad un dominio strettamente
mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo francese, cadendo in mani borboniche e napoleoniche, divenendo
seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. italiana in seguito alla spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi
nel 1860. Oggi giorno Napoli è la terza città più popolosa d’Italia,
un importantissimo polo culturale e turistico della penisola e il suo
centro storico è riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio
mondiale dell'umanità.
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza
NAPOLI – TOP 5 nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo
gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque,
1) SPACCANAPOLI avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E
la celeberrima strada di Napoli deve il suo nome al fatto che, da mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo
una certa altezza, sembra seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
che questa lunga linea
II.
retta (antico Decumano
Prostrata ai piedi del tuo trono, o grande e gloriosa Signora,
romano) tagli esattamente
l'anima mia Ti venera tra gemiti ed affanni ond’è oppressa oltre
in 2 la città; percorrendola
misura. In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, io alzo
si può assaporare al
confidente gli occhi a Te, che Ti sei degnata di eleggere per tua
meglio, più che in
dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. E là, di
qualunque altro luogo,
fronte alla città ed all’anfiteatro ove regna silenzio e rovina, Tu
l’antica tradizione
come Regina delle Vittorie, levasti la tua voce potente per
partenopea e la sua storia millenaria, fiancheggiando lungo il
chiamare d'ogni parte d'Italia e del mondo cattolico i devoti tuoi
percorso innumerevoli complessi ecclesiastici, botteghe artigiane
figli ad erigerti un Tempio. Deh! Ti muovi alfine a pietà di
e i famosi Quartieri Spagnoli, vena pulsante di Napoli, da sempre
quest’anima mia che giace avvilita nel fango. Pietà di me, o
dominati da luci e ombre , sebbene in forte rivalutazione in questi
Signora, pietà di me che sono oltremodo ripieno di miseria e di
ultimi anni.
umiliazioni. Tu che sei lo sterminio dei demoni difendimi da
2) CAPPELLA SANSEVERO: questi nemici che mi assediano. Tu che sei l’Aiuto dei cristiani,
La cappella più famosa di tutta la città deve la sua fama alla traimi da queste tribolazioni in cui verso miserevolmente. Tu che
magnificenza e l’audacia di esecuzione del complesso scultoreo che sei la Vita nostra, trionfa della morte che minaccia l'anima mia in
ospita. Voluto dal principe di Sansevero Raimondo di Sangro, la questi pericoli in cui trovasti esposta; ridonami la pace, la
cappella è un imponente progetto iconografico, ricolmo di segreti tranquillità, l'amore, la salute. Amen.
e simbologie, spesso legate al tema della massoneria. Il cosiddetto
“trio d’eccellenza” della struttura è composto da tre statue, Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza
nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo
realizzate nel 700, rappresentanti rispettivamente “il Cristo
gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque,
Velato”, “la Pudicizia” e “il Disinganno”; le statue presentano
avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E
tecniche scultore uniche, talmente ardite che la storia
mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo
della cappella è circondata di leggende.
seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
NOVENA alla MADONNA del CRISTO VELATO
la statua più importante del complesso è un’opera marmorea
ROSARIO di POMPEI raffigurante il Cristo, con il sudario lievemente appoggiato sul
corpo, che ne lascia intravedere tutte le parti in rilievo e i tratti
Prima di cominciare la Novena, pregare Santa Caterina da
facciali. La statua è connotata da un realismo tale che una
Siena che si degni di recitarla insieme con noi.
leggenda vuole che lo scultore
O Santa Caterina da Siena, mia Protettrice e Maestra, tu che (Giuseppe Sanmartino) avesse
assisti dal cielo i tuoi devoti allorché recitano il Rosario di imparato dal principe di Sangro una
tecnica alchemica per calcificare il
Maria, assistimi in questo momento e degnati di recitare
tessuto in cristalli di marmo. Diversi
insieme con me la Novena alla Regina del Rosario che ha studi hanno però dimostrato che la
posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei, affinché statua è stata interamente scolpita
per tua intercessione io ottenga la desiderata grazia. Amen. con tecniche tradizionali. La sofferenza del Cristo, palpabile e
visibile sotto il velo, è sottolineata anche dagli oggetti della
O Dio, vieni a salvarmi.
passione, scolpiti ai piedi del cadavere.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel
principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. LA PUDICIZIA
I. secondo capolavoro della cappella, in questa statua l’artista ha
O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, Tu, in questi deciso di raffigurare una donna, anche qui completamente velata,
della quale però possiamo scorgere ancora una volta i tratti e le
tempi di morta fede e di empietà trionfante hai voluto piantare
forme del corpo, connotando
il tuo seggio di Regina e di Madre sull'antica terra di Pompei
soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dove erano adorati gli un’eccelsa maestria dell’autore, che
idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi rende il tutto quasi surreale ed onirico.
dappertutto i tesori delle celesti misericordie. Deh! Da quel
trono ove regni pietosa, rivolgi, o Maria, anche sopra di me gli
occhi tuoi benigni, ed abbi pietà di me che ho tanto bisogno del
tuo soccorso. Mostrati anche a me, come a tanti altri ti sei
dimostrata, vera Madre di misericordia: mentre io con tutto il
cuore Ti saluto e Ti invoco mia Regina del Santo Rosario.
IL DISGANNO
terza statua del gruppo principale, la scultura raffigura un uomo
- FONTANA di CENERE
che si libera da una rete da pescatore; la resa della rete, eseguita
in questa fontana adorna di piccole cascate, la dea Cerere
nel minimo dettaglio, lasciò esterrefatti gli
spettatori fin dal primo momento in cui la mostra allo spettatore un medaglione con la “Trinacria” incisa
statua fu mostrata al pubblico, dentro, mentre attorno a lei, i fiumi siciliani danzano e
guadagnandosi di diritto di entrare nel festeggiano.
terzetto delle opere principali.
- FONTANA di VENERE e ADONE
in questo gruppo scultoreo la dea della bellezza Venere cerca
di dissuadere Adone (suo amante segreto) dal non cacciare,
poiché potrebbe venire ucciso da un cinghiale (che si scoprirà
essere in realtà il dio Marte trasformato e ricolmo di gelosia).
3) MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI: - FONTANA di ATTEONE
museo di importanza capitale, la struttura si compone di
chiude il ciclo di fontane il capolavoro del parco, la fontana di
diverse collezioni, dai ritrovamenti degli scavi di Pompei, ai
reperti greco-romani fino alle collezioni private archeologiche
Atteone. Nel gruppo marmoreo troviamo Diana, dea della
dei vari regnanti della città. Una curiosità del museo riguarda caccia, sorpresa a farsi un bagno con le sue ninfee dal
una delle sue statue, l’Atlante Farnese, il titano punito da Zeus cacciatore Atteone; secondo la tradizione greca, era vietato
a reggere il cielo sulle spalle, dato che si tratta della prima guardare le dee nella loro intera nudità, e il giovane
rappresentazione nella storia del Globo Celeste. cacciatore, che aveva osato spiare quest’ultima, sarà punito in
maniera cruenta: la dea trasformerà Atteone in un cervo, che
sarà in seguito divorato dalla sua stessa muta di cani.

Alle loro spalle, a contestualizzare l’evento, ruggisce la


magnifica Grande Cascata del parco, che sgorga da un’altura
appena sopra il rettilineo del giardino.
Altra sala singolare è la cosiddetta Sala Ellittica, che ospita al suo 4) PIAZZA del PLEBISCITO:
interno il Presepe Reale. Quella del presepe era una tradizione simbolo della città, questo enorme spiazzo ospita il Palazzo Reale
molto sentita ed amata dai Borbone, tanto che la rappresentazione di Napoli, la Basilica di San Francesco di Paola e l’imponente
occupa una superficie di 40 metri quadrati con 1200 statuette in colonnato che domina la piazza. Al centro, due statue equestri in
terracotta, tra le quali si possono annoverare anche spaccati di vita bronzo raffigurano i re di Napoli Carlo III d’Angiò e Ferdinando I
dell’epoca fedelmente riprodotti, come il “Pascolo delle bufale”, d’Aragona. La piazza presenta anche altre otto statue di sovrani
“la Sosta alla fontana”, “il Mercato” e la “Taverna Napoletana”. della città, poste in
facciata di Palazzo Reale
Il parco invece si estende per 3 chilometri di lunghezza, con due
lunghi viali paralleli, lungo il quale si possono ammirare diverse
fontane di gusto barocco:

- FONTANA MARGHERITA
apre il percorso di fontane questa semplice fontana circolare, che
segue lo stile del “giardino all’italiana”, con siepi geometriche e 5) NAPOLI SOTTERRANEA:
composizioni floreali.
molti edifici di Napoli sono stati costruiti con il tufo raccolto nel
sottosuolo, di conseguenza, negli anni si è sviluppata una vera e
- FONTANA dei DELFINI
propria città, con gallerie, cavità e cunicoli. Questa “città nella
una fontana la cui acqua proviene per l’appunto da questi due
città” ha ricoperto un
mostri marini, detti erroneamente “delfini”.
ruolo capitale per i
napoletani, che l’hanno
- FONTANA di EOLO
usata come riserva di
il dio, sollecitato da Giunone, scatena la furia dei venti
acqua e soprattutto
(rappresentati da 28 figure umane) contro i rivali Troiani
come rifugio per i
bombardamenti della
Seconda Guerra
Mondiale
LA REGGIA di CASERTA La reggia si presenta, proprio come quella di Versailles, come
Situata nell’omonima città, la Reggia di Caserta è un gigantesco l’ultimo e più perfetto esempio di architettura barocca, ricca di
complesso museale (bene dell’Unesco) che ospita la Reggia, ossia stucchi dorati, marmi di svariate colorazioni e soffitti illusionistici.
il palazzo reale usato dalla dinastia Borbone durante l’800, e Entrando dall’ingresso principale giungiamo all’atrio centrale, dove
l’immenso parco che si staglia davanti, realizzato seguendo lo stile una magnifica doppia rampa di scale ci conduce ai piani alti del
del “giardino alla francese” (lunghi viali con bassi siepi e palazzo; alla base delle scalinate, due magnifici leoni marmorei
stupefacenti fontane barocche). “sorvegliano” l’entrata, mentre sul soffitto si stagliano gli affreschi
La costruzione del palazzo fu voluta dal re di Napoli Carlo I di con “le quattro stagioni” nei medaglioni e “Apollo” al centro.
Borbone nel 1752, che per motivi di sicurezza non scelse il Concluse le scale, si trova l’ingresso alla cappella privata di palazzo
capoluogo campano ma Caserta, a 15km dal centro abitato; il (palatina appunto), realizzata nel tipico stile barocco delle chiese,
progetto fu affidato a Luigi Vanvitelli, ma la costruzione sarà con grandi decorazioni dorate, pala d’altare al centro e colonne
ultimata solamente dal figlio Carlo nel 1845, dopo 93 anni di lavoro. doppie in sequenza.
La reggia richiese un tempo così lungo a causa delle imponenti
dimensioni del complesso, rispettivamente 47.000 metri quadrati Ma la sala più importante della reggia è sicuramente la Sala del
e 1.200 stanze (34 scale) per il palazzo, e ben 120 ettari di Trono, dove il sovrano era solito ricevere ambasciatori e
estensione per quanto riguarda parco e giardi amministrare la giustizia; la sala era però anche usata per i fastosi
balli di corte che si tenevano abitualmente, e per questo motivo la
sala misura ben 36 metri di lunghezza e 14 di larghezza; inoltre, si
tratta senza dubbio della sala più ricca e decorata di tutto il palazzo
(ad esempio si può notare una serie di medaglioni dorati,
raffiguranti l’effigie di tutti i sovrani della storia di Napoli).

Altra sala peculiare è quella che un tempo fu la camera privata di


Gioacchino Murat, sovrano di Napoli durante l’era napoleonica,
nonché cognato dello stesso Bonaparte. La camera presenta un
arredo nel tipico stile impero, corrente del neoclassicismo che si
rifà ai fasti dell’impero romano ma anche alla campagna d’Egitto
del Bonaparte. Protagonista della sala è lo stupendo letto a
baldacchino dorato.

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