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Antropologia Filosofica

23 Febbraio

 l’imperante relativismo; Crisi della metafisica; secolo breve in cui tanti gesti oltraggiosi sono
stati compiuti nei confronti dell’uomo.
 uomo: modo di pensare, modo di porsi nei confronti della realtà che mette in discussione
qualsiasi realtà assoluto, con il relativismo assistiamo a un modo di intendere la realtà, c’è un modo
di leggere la situazione, vede non quello che c’è in comune alle varie realtà ma si pensa a quel
modo di presentare la realtà che deve portare a dire che non c’è nessuna verità assoluta.
 In qualsiasi campo si affronti questo modo di pensare, non esistono valori, né ci può essere
qualcosa a cui possano rifarsi, tutto è relativo. Viene messo in discussione qualsiasi idea, possibilità
di accostarsi in maniera razionale alla verità, la ragione non serve per comprendere la verità. In
campo etico, in base a una certa idea rivendicazione di autonomia, si pensa che l’uomo abbia come
suo primo e importante riscontro di libertà malintesa, questo tipo modo di pensare si intende che mi
passa una cosa per la testa e la faccio, quella idea di libertà che hanno i ragazzi oggi, ho una idea e
la faccio senza pensare ai valori. Questa falsa idea di libertà fa pensare che tutto sia lecito, fattibile;
dal punto di vista religioso, se tutte le verità siano scambiabili, non c’è neanche la possibilità di un
dialogo interreligioso, per cui viene messo in discussione qualsiasi concetto di verità e realtà.
 : Prendo una idea di ogni religione. tutto diventi interscambiabile. In questo modo si può
passare di un credo ad altro, si possono prendere da un credo quello che penso importante e un altro
da una’altra religione, tutto diventa relativo al soggetto.
 Nell’antropologia il discorso è più complesso, non esistono, verità, valori (anche l’uomo è verità)
tutto può essere considerato relativo, anche l’uomo può essere considerato relativo, non ha valore di
per sé la situazione diventa pericolosa, se l’uomo non ha valore, non ha valore la sua vita, las sua
esistenza, il rispetto che devo portare per l’uomo.
 La Crisi del pensiero metafisico: Nello scorso secolo abbiamo assistito alla perdita della
trascendenza, tutto legato all’immanenza, qui ed ora, Non esiste una realtà che va oltre questo
mondo ma tutto ciò che è contingente e presente ha valore, la verità che va oltre questo mondo
molto spesso non viene contemplata addirittura negata, Questo no solo ha uno eclisse di Dio ma
anche una crisi dell’uomo (perdere Dio vuol dire perdere l’uomo)
 Secolo breve: la storia del novecento, caratterizzata da grande stermini, lotta dell’uomo contro
l’atro uomo (le guerre mondiali), l’uomo non considera tale il suo simile (ebrei), solo privando
l’uomo dalla sua identità è più facile batterlo. Annotazione di fondo: riguarda il fatto che la storia
stessa è matrice spinta per l’antropologia filosofica, se da un punto di vista, è ciò che ci fa
comprendere che cosa è l’uomo (ambiente, momento nel quale vive) la storia - spinta propulsiva
(studiare caratteristiche antropologiche del momento in quale vivo) ma devo pensare anche a cosa
posso migliorare del momento in cui sto vivendo. L’antropologia e la storia; da una parte è
costatazione di ciò che si vive mi rendo conto quello che è la situazione storica in cui sto vivendo
(progressione - cammino dell’uomo alla ricerca di se stesso, c’è qc che accumuna i vari momenti
che mi deve aiutare a comprendere chi è l’uomo in relazione a questa storia, che ruolo ha l’uomo)
ma non si limiterà a uno studio della relazione contingente (qui ed ora), ma uno studio legata alla
evoluzione storica per cogliere tutti i momenti fondamentali della storia umana, quali sto vivendo e
come li sto vivendo e collegarli e capire quale sono le spinte che posso dare in relazione (un valore
maggiore) a quello che viviamo, non isolato ma che si va a contemplare a tutto il movimento della
storia, capire che sono parte di un tutto, di una evoluzione storica.
Antropologia Filosofica

 Pensiero filosofico: è qc che nasce da una ispirazione naturale dell’uomo, non è condizionato
dagli accadimento naturali. l’uomo è qu che può scegliere il suo abita (gli animali no) è l’unico che
può porsi d elle domande e darsi delle risposte. I primi filosofi cominciarono a chiedersi qual’era
l’arché (il principio di tutto) da dove derivasse questo, cominciarono a interrogarsi sul fondamento
di tutto e a chiedersi qual’e la base dell’uomo, la sua natura, furono i primi a chiedersi qual’e il
ruolo dell’uomo nella storia , che legame ha l’uomo con la sua storia, quale ruolo ha l’uomo nel
mondo. Comincia l’uomo ha dare senso alla sua esistenza, comincia a dare valore alla sua esistenza.
Si va alla ricerca del principio ma con la domanda chi sono io in questo mondo, il suo valore, quale
sia la sua meta.
 L’uomo del periodo greco comincia a farsi delle domande. L’uomo è sempre al centro del
pensiero filosofico, anche se non sempre viene fuori in maniera esplicita, a volte viene messa in
luce quando l’uomo diventa un problema. Quando l’uomo non è un problema è alla base del
pensiero filosofico. altrimenti diventa. La filosofia ha sempre come punto nodale l’uomo ma non è
sempre evidente perché a volte l’uomo viene sottaciuto, non detto come punto centrale del pensiero
filosofico.
 Filosofia Greca caratterizzata da un problema prevalentemente oggettivo, lo sguardo è rivolto al
mondo e al cosmo , si cerca di capire l’universo, l’origine di tutto - l’arché- qual è il fondamento
della realtà? e in tutto questo si cerca di capire le forme e le leggi essenziali alla base della realtà,
l’uomo occupa un posto centrale come centro della ricerca, ma allo stesso tempo considerato come
principio unificante. L’uomo può essere definito come microcosmo (termine usato da Democrito
come se l’uomo racchiudeste tutta quella che è la realtà), l’uomo è una delle realtà ma è quella che
ingloba un po’ tutto, e quella che la contraddistingue è l’anima, lo scritto più importante della
filosofia greca non si chiama sull’uomo, ma sull’anima - peripsyukes (scritta da aristotele) la parte
che viene considerata dall’uomo è la parte spirituale, l’antropologia è soprattutto psicologia(diversa
da oggi) nella cultura greca, che si punta sull’anima. I primi pensatori si trovano gli aceni di
antropologia, pur se l’interesse è l’anima e non la realtà dell’uomo nel suo complesso. Inanzitutto
l’uomo cerca di capire il senso della propria esistenza a apartire della sua origine si chiede se la sua
origine è divina, se viene dagli dei.
 I primi filosofi greci: la domanda dell’arché. I primi due filosofi dicono cose opposte: Eraclito
(alla base di tutto c’è il divenire) e Parmenide(alla base di tutto ci sia l’essere). Mentre eraclito
sostiene che tutto la realtà sia un continuo divenire “tutto scorre come un fiume”; dall’altro lato
Parmenide dice che tutto è essere e il divenire è un’illusione. Nel mondo greco non troviamo solo
qeusto, anche chi c’è che mette discussione relativismo che contraddistingue una parte del pensiero
greco di Protagora “l’uomo è misura di tutte le cose” senza che ci sia alcuna realtà che abbia un
valore assoluto la misura di tutto le cose, ci sarà invece chi come Socrate che dirà che i valori
morali sono importanti.
 Platone pensa che ci siano due mondi - quello dell’essere - iperuranio (abbiamo i prototipi,
modelli, tutto è spirituale, le idee) - e quello del divenire (nel mondo in cui viviamo abbiamo realtà
concrete che però è una brutta coppia delle idee). In questo tipo di visione avviene che tutto ciò che
è materiale ha un valore minore da quello spirituale. Se l’unica parte che importa è quella spirituale
allora la materialità è una realtà inferiore.
 Aristotele, dice che non c’è bisogno di cercare un mondo del al di là, ma l’essere sia in questo
mondo. Parla di materia-forma, potenza-atto. Aristotele riporta nella realtà concreta quello che
Platone aveva separato, riporta nel mondo quella realtà che Platone aveva messo in un altro mondo.
Tutto è un sinolo e un insieme di materia e forma, ogni realtà è fatta di materia e di forma.
Antropologia Filosofica

Aristotele è riuscito a superare il mondo delle idee. Aristotele ha l’idea della superiorità della parte
razionale-spirituale dell’uomo. Nonostante tutti gli sforzi comunque non riescono a superare un
presunta superiorità dello spirito sulla materia.
 Il Binomio potenza-atto, attraverso questo Aristotele risolve la contrapposizione essere-divenire,
ciò che è dopo cambia ciò che era prima. L’uomo ha un suo essere ma anche un suo divenire, è
autentico di per sé ma c’è un continuo cambiamento (divenire) ma non perde la sua autenticità.
L’uomo cerca se stesso, non è un uomo statico e fermo su se stesso, ma alla continua ricerca di sé.
 Valore dell’esistenza umana, l’uomo è un valore di per sé perché è in relazione ad altri uomini,
non può essere isolato dagli altri.
 In epoca cristiana non solo si vedrà il problema di cosa è l’uomo ma che la questione se l’uomo
sia parte di una storia, all’interno della filosofia greca tutto si ripete, con l’epoca cristiana questo
cambierà perché la storia è fatta da un inizio e un fine - storia della salvezza- l’uomo dovrà trovare
il suo posto nella storia della salvezza. L’uomo passerà a formare parte della storia della salvezza.

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