L'opera di corte
Il successo degli intermedi fiorentini porta alla sua diffusione nelle varie corti italiane.
E' una forma altamente rappresentativa dello stato sociale dei vari ceti.
L'uomo di corte è rappresentato da personaggi mitologici e in tale forma il linguaggio si pone in
primo piano.
Per linguaggio non si intende solo l'aspetto musicale (la parola in musica) ma anche i movimenti
scenici e gli elementi del Divismo, ovvero la sacralizzazione degli interpreti che si esprimono in un
linguaggio aulico.
I primi esemplari di Opera erano spettacoli creati e realizzati dal personale fisso della corte
( letterati, musicisti,architetti, ingegneri,...), e il pubblico veniva scelto e vi poteva accedere solo
tramite invito.
Una delle prime esecuzioni fu Orfeo scritto nel 1607 da Monteverdi, seguita da altre opere
organizzate dalla corte gozanghesca (di Mantova), come la Dafne e l'Arianna su testi di Ottaviano
Rinuccini.
Una città che promuoveva assiduamente l'opera di corte era Roma, i cui spettacoli assunsero
esclusivamente una connotazione legata fortemente alla religione cattolica infatti le produzione più
ricche e grandiose sono quelle realizzate proprio a Roma sotto il papa Urbano, il quale aveva come
concetto ideologico la glorificazione della fede.
Importante a Roma è anche la famiglia dei Berberini, i quali coniugano il melodramma alla
controriforma.
Nel 1600 c'è un grande mercato del virtuosismo, e c'è una documentazione estesa di un'educazione
al virtuosismo.
Non a caso nascono istituzioni come i conservatori a Napoli e gli ospedali e Venezia.
Dall'unione di tecnica e espressione nasce una virtù di valore tecnico e etico, tali abilità diventa un
veicolo della catarsi.
Tale virtuosismo barocco è necessario per il concetto di Meraviglia che porta al miglioramento di
se stessi.
Di questa dimensione extraordinaria fa parte tutto il mondo delle virtù.
Il melodramma si sviluppa nelle citta di Firenze,Ferrara,Torino,Parma e Piacenza.
La famiglia Barberini
Nel 1630 fu pubblicato a Firenze un trattato, “Corago”, che elencava le forme e i contenuti che
dovevano caratterizzare il melodramma del 1600.
Molto importante era il libretto, si esaminavano i soggetti delle opere, in generale ci si orientava su
temi di tipo pastorale e mitologico.
Tutto quello scritto nel Corago viene realizzato nel “Sant'Alessio” di Stefano Landi, usato per
inaugurare il teatro all'interno del palazzo dei Barberini nel 1631 (capacità 2000 posti)
Sant'Alessio fu molto importante per 3 motivi principali:
1 per la prima volta si metteva in scena la vita di un uomo concreto con i suoi problemi e drammi
interiori;
2 la seconda rappresentazione inaugurò la stagione delle cosiddette “opere barberiniane”;
3 il suon libretto è stato scritto da Giulio Rospigliosi, cardinale diventato pochi anni dopo Papa.
Altro elemento importante in questo periodo sono le macchine sceniche( continuamente rinnovate e
inventate) ricordiamo Bernini,si può quindi parlare di virtuosismo scenografico.
Accanto a questi melodrammi di tipo aristocratico (finanziamento da corti private) si producevano
anche altre opere di natura più popolari ed è interessante notare la presenza di personaggi comici, i
quali si identificano nei servitori e nei contadini.
Alla morte, nel 1644, di Carlo Urbano viene eletto come Papa un membro della famiglia Pamphily,
nemici dei Barberini, quindi i Barberini sono costretti a spostarsi a Versailles, alla corte francese,
dove si portano dietro tutto il loro patrimonio, compresi i musicisti.
L'arrivo di questi musicisti, porta alla diffusione del melodramma anche in Francia.
La potenzialità del melodramma fu inizialmente sfruttata dalla città di Venezia (città più
commerciale e libera).
Nella dimensione borghese, la diffusione degli spettacoli fu altissima,l'impiego economico era
sostenuto dalle famiglie nobili per ritorni economici.
La rappresentazione non è più una vicenda circoscritta ma collettiva, consentita solo ad alcuni ceti.
Nel 1637 apre il teatro San Cassian ( tutti i teatri portavano il nome di un santo in quanto erano
locali che si trovavano vicino alla Chiesa e appartenevano a tale istituzione).
La prima opera pubblica a pagamento è stata “Andromeda” con musica di Francesco Manelli e
libretto di Benedetto Ferrari.
In ambito aristocratico quindi la cultura del melodramma è omologa a temi mitologici mentre in
ambito più popolare c'è una consonanza con i sentimenti della vita romana.
I soggetti tendono quindi a umanizzarsi ( teoria degli affetti di Monteverdi),in quest'ottica
Monteverdi produce le ultime 2 opere:
Il ritorno di Ulisse in patria e L'incoronazione di Poppea.
Teatro impresariale
Tra il 1500 e 1600 abbiamo un passaggio significativo: la dimensione modale cede il posto alla
dimensione tonale. (la dimensione modale verrà poi recuperata con la musica contemporanea)
Le funzioni armoniche della dimensione tonale assumono degli schemi.
Nella cantata i testi utilizzati sono quelli di autori come Tasso o Marino su temi amorosi e
cavallereschi (temi preferiti nell'ambito della corte).
Il tema amoroso (fin dal medioevo uno dei temi principali) si intreccia sempre con il tema eroico
(esigenza politica che si mescola con quella amorosa).
Nel 1600 c'è un'elevata produzione della cantata da camera.
Forma: 1 o 2 cantanti e accompagnamento di basso continuo e 1 o 2 strumenti solistici.
Durata:15 minuti circa
L'alternanza fra le aree e i recitativi è quella standard.
Le cantate vengono pubblicate in delle raccolte, a occupare il posto dei madrigali.
Il numero di queste cantate è esorbitante, solo Scarlatti scrive più di 700 cantate (formulario delle
cantate).
Queste raccolte hanno titoli fantasiosi, derivanti dall'espressione dell'esigenza della Meraviglia.
Nel barocco la divisione fra esecutori e interpreti è molto sentita (c'è complicità fra muovere e
commuovere gli affetti).
Come viene espresso anche dai Titoli : L'armonia delle Sirene elemento mitologico sempre espresso
(passato nel presente).
Il concetto di Meraviglia è un contratto: il prezzo del biglietto per essere commosso ( motivo per cui
un'opera si rivede più e più volta)
Sul piano tecnico, forma dell'aria col da capo.
Il da capo non nasce con lo scopo di ribadire una cosa ma di fiorirla (A-B-A'), con A' si intende ti
faccio rivedere la stesso cosa sorprendendoti.
Nel barocco il da capo assume un'importanza fondamentale.
Nel passato con il termine variazione si intendeva un'improvvisazione su dei modelli ( modifiche
sul tema che seguivano dei modelli).
Sonata Barocca
Un'altra composizione dell'epoca era la sonata barocca, che non era altroche la versione sonata della
cantata barocca.
Il termine sonata barocca inizialmente aveva un accezione molto vasta (indicava composizione da
suonare)
Le prime sonate derivano da quelle trascrizioni delle chanson francesi (canzone da sonar) trascritti
per insieme di strumenti spesso a fiato.
Giovanni Gabrieli pubblica a fine 1500 la “ Sacre Sinfonie” a 36 voci.
La sonata barocca si sviluppa circa 30 anni dopo le composizione di Gabrieli e acquisisce sempre
maggiore autonomia.
L'esigenza è sempre quella di “muovere gli affetti” e ciò si ottiene grazie al virtuosismo.
Quindi accanto al virtuosismo vocale c'è anche quello strumentale.
Il campo della sonata diventa importante e diffuso grazie alla stampa ( si diffonde in tutta Europa).
Il basso continuo veniva spesso improvvisato.
Uno strumento monodico eseguiva una linea melodica mentre uno strumento polifonico
(clavicembalo e organo ) improvvisava una successione accordale.
La sonata è quindi detta a 3 perchè 3 sono le parti (anche se gli esecutori sono 4 ( 2 cantanti e basso
continuo)).
L'autore più importante in questo periodo è Arcangelo Corelli.
Virtuoso e insegnante di Violino ( da lui nascerà il virtuosismo violinistico), importante compositore
di sonate da chiesa e per Violino solo.
Scrisse molto poco, solo 6 raccolte :
5 per sonate
1 per concerti grossi
Concerti grossi = forma strumentale con vita breve e successo limitato, importante per lo sviluppo
del concerto solistico che conosciamo oggi.
E' un'espansione orchestrale della sonata a 3: il “grosso” è l'orchestra + i solisti + il basso continuo
( intermediario fra questo dialogo)
Il virtuosismo strumentale porta alla costruzione dei nuovi strumenti (gli strumenti possono essere
modificati, le corde vocali no, e per questo che si da tanta importanza agli strumenti in senso
virtuosistico).
Quindi la produzione della sonata barocca coincide con lo sviluppo della liuteria.
Momento di esplosione per gli strumenti ad arco, 90 percento delle sonate sono per violino e altro
strumento solista più basso continuo.
CAP. 19 Storia di una 'seconda prattica' nella musica strumentale
Girolamo Frescobaldi
Solo agli inizi del Seicento, soprattutto per merito del ferrarese Girolamo Frescobaldi, la musica
strumentale iniziò con decisione un lungo cammino.
Frescobaldi è il primo compositore di grande rilievo ad aver legato la propria fama ad una
produzione quasi esclusivamente strumentale.
Era considerato un eccezionale virtuoso di strumenti a tasto, a tal punto di essere definito 'mostro
degli organisti'.
A 14 anni divenne organista dell'Accademia della Morte, per poi ricoprire a 24 anni la stessa carica
nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma, l'anno dopo divenne fu assunto come organista
della Cappella Giulia a San Pietro, incarico che mantenne fino alla sua morte.
Musiche di Frescobaldi
Notorietà di Frescobaldi
La notorietà di Frescobaldi varcò le Alpi, fino ad arrivare alla corte di Vienna, dove il compositore
tedesco Johann Jakob Froberg,organista presso tale corte, ottenne il permesso dal suo imperatore
per andare a studiare a Roma con il maestro italiano, diventando così il principale veicolo per la
diffusione delle novità frescobaldiane nel mondo tedesco.
Tre anni prima della morte il letterato Pietro della Valle scrisse di lui che da 'stupire e commuovere'
stava inaugurando un'altra maniera con più galanterie alla moderna.
Ma di questo nuovo stile più galante e meno scientifico non sembra purtroppo essere sopravvissuta
alcuna pagina musicale scritta.
CAP. 20 Storia di vari modi di orare in musica
Le laudi polifoniche
In questi oratori, San Filippo Neri propone delle preghiere attraverso il canto che mano a mano si
evolvono in una forma più spettacolare che si orienta verso il virtuosismo.
Questi canti venivano raccolti e poi cantati anche da altre confraternite, erano Laude in volgare,
generalmente a tre voci e caratterizzate da una forma strofica e un andamento quasi sempre
omoritmico. Tali raccolte portavano dei titoli molto retorici.
Intorno al 1570 le adunanze venivano frequentate non più dal ceto basso, ma da numerosi cardinali,
vescovi e aristocratici.
In presenza di personaggi così qualificati i laici retrocessero e la gestione degli esercizi fu affidata a
professionisti che andarono a costruire cose sempre più complicate che poi vennero affidate a
musicisti.
La produzione musicale arrivata a quel punto andò a cercare nuove strade.
I madrigali di Anerio
Dalle semplice Laude si passò al madrigale, con Giovanni Francesco Anerio con una raccolta di 100
madrigali spirituali con basso continuo per l'organo.
Negli anni 30-40 del Seicento assistiamo alla congiunzione della caratteristiche principali dell'epoca
barocca sotto il segno della musica sacra.
Monodia con basso continuo, stile concertante, con tendenza a muovere gli affetti, genere musicale
che prende il nome di Oratorio.
Nelle numerosi sedi si eseguirono opere in miniatura, scritte in versi poetici italiani senza
scenografie o movimenti scenici tutti rigorosamente di carattere sacro.
Impiegavano alcuni cantanti solisti con un piccolo coro e alcuni strumenti: in genere 2 violini e
basso continuo e uno dei solisti definito Historicus svolgeva la parte di narratore.
La parte dell'Historicus successivamente fu soppiantata da altre voci o affidata al coro, operazione
che rese l'oratorio del tutto simile ad una piccola opera.
Giacomo Carissimi
L'autore che meglio presentò la qualità di questa forma fu Giacomo Carissimi (1605-1674)
La sua attività e' soprattutto legata all'arciconfraternita del crocifisso ( confraternita per cui scrive i
suoi oratori).
Di tale confraternita facevano parte solo le famiglie aristocratiche romane e quindi non c'erano
preghiere in volgare ma la lingua unica da usare era il latino.
Questi oratori dovevano evitare ogni distrazione dal contenuto moralistico della storia quindi non
venivano usati costumi, ornamenti e scene (quando le opere vengono eseguite in forma di concerto
si dicono in forma di oratorio).
Le forme musicali usate nell'oratorio sono identiche a quelle del melodramma.
L'oratorio in latino
La polifonia sacra regnava nell'Oratorio del S.S. Crocifisso tanto nel Cinquecento quanto agli inizi
del Seicento: vi furono eseguiti mottetti del Palestrina, di Marenzio, Landi, ecc..
Ma nel 600 divenne inevitabile adottare uno stile monodico, ecco sorgere allora una produzione di
oratori in latino specificatamente composti per questa confraternita.
La differenza rispetto a prima consistono nel fatto che il testo, essendo spesso una parafrasi della
Bibbia, è interamente in prosa e si alterna tra i vari solisti e il coro con accompagnamento solo del
basso continuo.
Diffusione dell'oratorio
Il genere musicale dell'oratorio in volgare ben presto dilagò per tutta Italia diffondendosi come si
era precedentemente diffuso il genere operistico.
Tra il 600 e il 700 abbiamo molti compositori : Alessandro Stradella, Alessandro Scarlatti, Maurizio
Cazzati, Giovanni Battista Vitali,Antonio Vivaldi e nei primi del 700 anche Georg Friederich
Handel.
Il genere si diffusa anche all'estero, in primis a Vienna dove troviamo Pietro Metastasio e Apostolo
Zeno.
Più marginale fu la rilevanza dell'oratorio in Francia ad opera di Marc-Antoine Charpentier che
aveva studiato a Roma sotto la guida di Giovanni Carissimi.