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MANIFESTO TECNICI DELLO SPETTACOLO

Siamo tecnici-lavoratori-maestranze?
Siamo le persone che lavorano per dare forma ad ogni tipo di evento: spettacoli, film, mostre, sfilate.. Il
nostro è un settore ampio e che produce ricchezza, siamo più di 200mila persone per un mercato molto
importante in Italia e, edesso che tutto è fermo, noi dietro le quinte finalmente realizziamo a quale prezzo
abbiamo lavorato fino ad ora. Un prezzo non solo economico.
E, mentre molti anelano al ritorno alla normalità, noi alla nostra non ci vogliamo tornare, perchè
l’emergenza ha portato in luce questo mondo invisibile, palesando tutte le sue contraddizioni.
Siamo lavoratori super qualificati, specializzati, costretti da una esternalizzazione esagerata o all’autonomia,
che ci priva di maternità, congedi parentali, malattia, o alle cooperative, che non agevolano nè l’assunzione
diretta nè l’equità salariale.
Riuscire ad andare "in scena” per noi significa spesso accettare una routine fatta di paghe al ribasso, di orari
senza fine, sempre con la speranza di non ammalarsi per non perdere il lavoro, cercando di stare sempre
attenti a non farsi male, laddove spesso le norme sulla sicurezza non sono rispettate, perchè richiedono tempi
di lavoro più lunghi, che i committenti non possono accettare. Gli stessi committenti che sono disposti a
pagare cifre sempre più basse per il nostro lavoro, obbligandoci a denunciare solo il minimo sindacale a
discapito dei contributi, condannandoci in futuro a pensioni inique ed oggi ad essere esclusi dal
riconoscimento di ammortizzatori sociali.
Viviamo a chiamata e, mentre in altri stati europei ci è riconosciuto lo statuto di intermittenti, che protegge
la natura particolare del nostro lavoro, prevedendo un indennizzo nei periodi di fermo, qui in Italia
dobbiamo adesso appoggiarci a sussidi emergenziali, anche se molti di noi sono esclusi dal decreto Cura
Italia, perchè risultano subordinati, pur se non impiegati.

Queste sono solo alcune delle condizioni che caratterizzano “il fantastico mondo dello spettacolo”. Molte
altre ancora le questioni che vorremmo portare all'attenzione di chi in questi giorni ci chiede di stare chiusi
in casa.
È più che mai evidente che manca da troppo tempo una vigilanza da parte degli ordini competenti sul nostro
settore. Le grosse realtà produttive e le associazioni datoriali hanno potuto difendere i propri interessi
assorbendo, anche in questo periodo, l’attenzione e l’investimento della politica, a discapito dei singoli
professionisti.
Siamo consapevoli che il nostro fermo lavorativo potrebbe durare mesi, ma speriamo di uscire da questa
situazione con la consapevolezza, da parte di tutti, che servono azioni concrete.
Abbiamo delegato troppo di quello che ci riguarda da vicino: è tempo di prendere in mano la nostra
situazione, abbiamo capito che se non ci penseremo noi, non lo farà nessun'altro. Solo attraverso una presa
di parola collettiva riusciremo a farci sentire e ad incidere sui rapporti di forza che regolano questo mondo,
perché noi, oltre a voler vivere dignitosamente questo momento di emergenza, vogliamo immaginarci, e
muoverci, verso un futuro nel quale le nostre professionalità e competenze vengano finalmente riconosciute.

Oggi ci siamo uniti con l’obiettivo di COSTITUIRE DI UN'ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA attraverso


la quale perseguire le nostre rivendicazioni: (attenzione che sembra che quindi chi legge, istituzioni e
sindacati inclusi, debbano aspettare noi che ci uniamo, registriamo le associazioni ecc.. per intervenire >
invece devono muoversi da subito!)

- Riconoscimento e difesa della nostra professionalità. (ho tolto definizione perchè mi sembra significasse
che non sappiamo ad oggi quale sia)
- Rispetto degli obblighi di legge definiti dai contratti e definizione delle responsabilità delle committenze,
con sanzioni in caso di inadempimento. Garanzia quindi di rispetto delle tabelle orarie, di paga e di
maggiorazioni presenti all’interno sia del CCNL cooperative sia del CCNL degli scritturati. (Se credete
che dei punti dei CCNL siano da modificare aggiungiamoli. art50?)
- Definizione di un tariffario minimo garantito condiviso e suddiviso per competenze e mansioni.
- Riconoscimento della natura discontinua del nostro lavoro con un indennizzo nei periodi di “fermo
disponibile” (su modello francese) + Forme di indennizzo per le prestazioni confermate e
successivamente disdette dai committenti.
- Riconoscimento dell’anno contributivo con 100 giornate e passaggio del sistema contributivo dalla
suddivisione in giornate a quella in ore di lavoro con un minimo di 7 ore giornaliere.
- Garanzia di pagamento entro 10 giorni dell’intera busta paga (abolizione finanziamento soci Coop)
- Possibilità di cumulo e ricongiunzione tra contributi previdenziali Inps ed ex Empals o abolizione della
gestione separata.
- Garanzia della copertura assicurativa della malattia a partire dal 1° giorno di lavoro.
- Diritto al congedo di maternità.
- Diritto alla paternità con relativa indennità per il periodo di congedo previsto.
- Eliminazione del divario di genere, troppo diffuso nel nostro settore anche a causa di stereotipi e
pregiudizi culturali.
- Definizione di corsi di formazione certificati che permettano l’immediato riconoscimento delle nostre
professionalità, aperti in egual modo a studenti e studentesse.
-
- Fine dell’intermediazione di manodopera
- Costi del lavoro non più a carico dei tecnici intermittenti
- > complesse come proposte (che fine fanno le coop?)

Inoltre, chiediamo alle Istituzioni competenti un’attenzione immediata rispetto alla situazione contingente,
con l’apertura di in tavolo di crisi per discutere dei seguenti punti:
- Consultazione dei lavoratori rispetto alle modalità previste per la ripartenza del nostro settore (tema
sicurezza sul lavoro e miopia sulle relazioni del cts?)
- Chiarimento sulla richiesta della CIG in deroga per gli intermittenti dello spettacolo e, più in generale, per
i lavoratori a chiamata.
- Emanazione di una nuova circolare INPS che faccia chiarezza sul sistema di richiesta e di calcolo della
CIG in deroga.
- Obbligo di versamento di tutti gli arretrati e buste paga non ancora versati ai lavoratori.
- Obbligo dei committenti al pagamento vista fattura delle prestazioni di lavoro del personale
- Forme di sostegno al reddito per tuttee le lavoratrici e i lavoratori del settore indipendentemente dalla
forma contrattuale fino alla data di apertura delle attività con metodi che garantiscano sia la salute dei
lavoratori che la funzionalità degli eventi.
- Definizione delle responsabilità in merito alla sanificazione (a carico di lavoratori chiamati
specificamente) e tempistiche adeguate in merito
- Tutela e sanzioni ai committenti in merito al mancato rispetto di paghe minime, scadenze di pagamento e
rispetto assoluto degli orari lavorativi, anche in funzione di un’adeguata gestione del materiale sanitario
(mascherine, guanti, ecc) secondo i tempi stabiliti.

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