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Freni e accelerazioni
Il motivo per cui quando ci capita qualcosa di sgradevole, come colpire per sbaglio il dito, anziché il chiodo, o
riversare su qualcuno un impeto di rabbia, il contenuto delle nostre parole diventa di colpo la sessualità,
l'escrezione e la religione è un vero e proprio enigma per la scienza della mente. Esplosioni simili sembrano
avere origine in una parte profonda e antica del cervello, come avviene quando un cane cui è stata pestata la
coda guaisce e ringhia per intimorire un rivale. E' come se nel corso dell'evoluzione umana il cervello fosse stato cablato in
modo da connettere l'output di un vecchio sistema per invocazioni e grida all'input di un nuovo sistema per il discorso
articolato.
Freni e accelerazioni
Il deficit di equilibrio, tra accelerazione e freno, in certi neuroni del cervello porta a varie patologie. Altri neuroni, sempre
da queste parti, regolano altre cose, nel Parkinson ad esempio si ha difficoltà a camminare poi si accelera e infine difficoltà
nel frenare e fermarsi; lo stesso per il parlare. Anche certi pensieri che non si riescono a tenere a bada. Etichettando e
incapsulando, a volte inibendo, certi pensieri, i neuroni della frenata e dell'accelerazione (situati nei gangli della base, verso
il centro del cervello) risolvono il paradosso per cui si deve pensare l'impensabile per sapere che cosa non si deve pensare.
Per questo si ha difficoltà ad accettare l'invito “non pensare a un cavallo bianco”. Normalmente i gangli della base possono
nascondere i nostri cattivi pensieri e azioni grazie alle etichette: quello non lo devi nemmeno pensare o dire o fare.
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La mente e le sue imprecazioni - Riflessioni sulla Mente di Luciano Pe... http://www.riflessioni.it/mente/mente-imprecazioni.htm
Tuttavia quando sono indeboliti, casseforti e combinazioni, rischiano di non funzionare bene e i pensieri, e le cose
impensabili o indicibili possono imporsi. Nelle persone sane i cosiddetti sistemi esecutivi centrali del cervello (la corteccia
prefrontale e un'altra parte del sistema limbico, la corteccia cingolata anteriore) possono monitorare il comportamento che
proviene dal resto del cervello e arrestarlo in corsa. Sta qui, forse, l'origine delle parolacce troncate che usiamo tra persone
beneducate e che sostituiscono le parole più forti suscettibili di uscire dalle labbra di parroci e zitelle quando inciampano e
si fanno male. Ognuna delle oscenità standard offre una scelta di alternative purgate. Più manifesta e osservabile è quando
la disinibizione non è solo nei pensieri ma anche nei muscoli e nei gesti. Come nell' “acatisia”, una sindrome dove
l'irrequietezza mentale porta a incapacità a stare fermo, di rimanere seduto. Da seduto il malato sposta continuamente gli
arti, accavalla le gambe e fa dondolare la gamba libera. E' sempre il cervello che regola la velocità, il rallentamento o
l'accelerazione dei pensieri, delle parole e dei movimenti.
Luciano Peccarisi
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