Un corpo che diventa capace di attirare oggetti leggeri si dice che è elettrizzato. Ad esempio
strisciando le suole delle scarpe di gomma su un tappeto
Ipotesi di Franklin
Possiamo spiegare il fenomeno dell’elettrizzazione per strofinio ipotizzando che ci siano due
tipi di elettricità . Quindi chiamiamo carica elettrica positiva quella degli oggetti che si
comportano come il vetro, e carica negativa quella degli oggetti che si comportano come la
plastica, in conclusione noi possiamo dire che se due corpi hanno cariche dello stesso segno, si
respingono, se invece hanno cariche di segni opposti si attraggono.
Modello microscopico
Con cui thomson scoprì l’elettrone, una particella di massa molto piccola 10^-30 che ha carica
negativa, successivamente comprese che ogni atomo contiene due tipi di cariche ossia gli
elettroni con carica negativa e i protoni con carica positiva, inoltre ogni atomo presente lo
stesso numero di elettroni e protoni per cui si bilanciano e quindi l’atomo è detto neutro,
ovvero che ha carica uguale a zero(i protoni sono nel nucleo e gli elettroni sono attorno, a
volte l’elettrone passa da un atomo all’altro), quando uno ione perde elettroni è detto ione
positivo viceversa negativo, questo spiega il comportamento elettrico dei corpi.
Elettrizzazione
Un corpo contiene due cariche diverse(solo gli elettroni possono muoversi), quello che accade
quando strofiniamo un oggetto ad esempio strofinando il vetro con la lana, alcuni elettroni
passano dal vetro alla lana, il panno di lana è quindi carico negativamente, mentre invece il
vetro ha perso elettroni ed è carico positivamente. Se fa molto freddo, l’umidità è assente
nell’aria e non disperde cariche. Quando la giornata è secca diciamo, anche noi possiamo
elettrizzarci mediante lo strofinio. Un oggetto di plastica gomma o vetro si carica per strofinio,
invece ci risulta molto difficile con un oggetto di metallo, questo perché le sostanze come la
plastica, che si caricano sempre quando sono strofinate, si chiamano isolanti, le sostanze come
i metalli sono detti conduttori, anche il nostro corpo è un conduttore.
Conduzione della carica
Negli isolanti tutte le cariche microscopiche ossia elettroni e protoni occupano posizioni fisse
e non possono spostarsi, nei conduttori alcune delle cariche si muovono liberamente.
I conduttori possono subire elettrizzazione per contatto, perché se prendiamo un primo
conduttore carico, che teniamo per un manico isolante e un secondo conduttore neutro,
mettendo a contatto i due conduttori, parte della carica del primo passa al secondo e si carica.
Elettroscopio
È formato ha un’asta metallica verticale, collegata in alto da un pomello conduttore e in basso
ha tipo due foglie conduttrici, se un oggetto è carico se si mette a contatto con l’elettroscopio e
fa divaricare i due fogli in basso.
Per misurare la carica elettrica, si sceglie una certa quantità di carica come unità di misura ,
poi in base ad essa si tara la scala su cui si legge la divaricazione delle foglioline.
In un sistema chiuso quindi che non scambia materia con l’esterno, la somma algebrica delle
cariche elettriche si mantiene costante, indipendentemente dai fenomeni che avvengono.
LA LEGGE DI CULOMB
La legge di culomb afferma in che misura due cariche puntiformi si attraggono o si
respingono, infatti secondo la legge di culomb la forza elettrica che queste due cariche
esercitano sull’altra o sono direttamente proporzionali a ciascuna carica, oppure sono
inversamente proporzionali al quadrato della loro distanza. Se manteniamo fissa la distanza
se si raddoppia una delle cariche anche la forza si raddoppia. Se si triplica una delle cariche,
anche la forza si triplica e così via. Se invece si mantengono fisse le cariche se si raddoppia la
distanza la forza diventa quattro volte più piccola, se si triplica nove volte più piccola ecc.
Se vogliamo scrivere la legge di culomb in forma vettoriale sarà : F=k(0) Q(1) Q(2) fratto r^2 .
Forza della prima carica sulla seconda è uguale alla costante di proporzionalità per la prima
carica per la seconda carica fratto la distanza tutto per il versore che punta dalla prima carica
alla seconda, la costante è uguale k=8,988x10^9
1) se Q(1) e Q(2) hanno lo stesso segno il prodotto è positivo si dice che compie una forza
repulsiva
2) Al contrario è negativo significa che la forza è attrattivo
La costante dielettrica del vuoto è maggiore della forza del mezzo ed è pari a 8,854 x 10^-12
Principio di sovrapposizione
La forza totale che agisce sulla carica elettrica è uguale alla somma vettoriale delle singole
forze che agirebbero su di essa se ciascuna delle altre cariche fosse presente da sola
ESPERIMENTO DI CULOMB
Egli determinò le caratteristiche della forza elettrica servendosi di una bilancia a torsione,
questo strumento misura la forza tra due sfere di cariche. A(ad un estremo) B(sostenuta da un
supporto isolante) è una terza D che è neutra per equilibrare il manubrio rispetto alla forza di
gravità . Ora supponiamo che su a e b agisca una forza che è repulsiva quindi questa forza
genera un movimento nel filo è proprio questo movimento genera il momento elastico che
chiamiamo Mcone, il modulo di Mcone è direttamente proporzionale all’angolo alfa di torsione
del filo M=ca (c è il coefficiente di torsione). Dobbiamo inoltre sapere che la bilancia a torsione
misura direttamente l’angolo a, oltre a questa formula si può determinare anche il braccio
della forza rispetto al punto medio (perché la forza è diretta lungo la linea che congiunge i
centri delle sfere A e B)
F=c a(fratto)B b è il braccio della forza. Con questo esperimento dimostro che la forza elettrica
è direttamente proporzionale alla carica dell’una o dell’altra sfera. Per quanto riguarda
l’esperimento dobbiamo far variare le due cariche a e b, culomb inizialmente mantenne fermo
il manubrio in questo caso la forza elettrica è perpendicolare al segmento PA e quindi b=PA,
se ora dimezziamo la carica di B il manubrio raggiunge l’equilibrio quando A è in una
posizione più vicina a B, per portare A nella posizione fissata dobbiamo agire sul sistema e
aggiustare l’angolo di torsione, così dimezzando le cariche, le sfere tornano nella posizione di
equilibrio. E usando la bilancia a torsione, tenendo fisse le cariche delle due sfere, egli verificò
che la forza elettrica varia in proporzione inversa al quadrato della loro distanza.
IL CAMPO ELETTRICO
Abbiamo due tipi di campi, scalare e vettoriale. Il primo è una mappa ossia una funzione, che
associa praticamente ad ogni punto di una zona di spazio il valore che una data grandezza
scalare assume in quel punto ad esempio una mappa della pressione del suolo.
Invece un campo vettoriale è una funzione che associa a ogni punto di una zona di spazio un
vettore che specifica in modulo direzione e verso una data grandezza vettoriale in quel punto
un esempio è la mappa del vento.
Questa definizione del campo elettrico come è possibile dedurre è da un punto di vista
matematico.
MODIFICAZIONE DELLO SPAZIO
Però tutto ciò non chiarisce il significato fisico dei campi che si usano per descrivere le
interazioni che siano gravitazionali o elettriche, come fa un ad avvertire un effetto
gravitazionale dovuto ad un secondo corpo? Il concetto di campo elettrico è costruito a partire
da due idee, la presenza di una carica elettrica Q1 che modifica le caratteristiche dello spazio
che la circonda e in particolare cambia praticamente le proprietà dello spazio in un punto B in
cui c’è una seconda carica Q2.
In secondo luogo la carica Q2 che avverte una forza elettrica, questa forza elettrica è dovuto
alle nuove proprietà dello spazio intorno a B
In conclusione si dice che la carica Q1 genera un campo elettrico , e la carica elettrica che
agisce su Q2 dimostra che in B esiste un campo elettrico, ma esisterebbe cmq anche se Q2 non
esistesse
VETTORE CAMPO ELETTRICO
Allora prendiamo diverse cariche puntiformi in un campo elettrico Q1 Q2… Qn, e lo vogliamo
caratterizzare tale campo in un punto P in cui non si trova nessuna carica. La prima cosa da
fare è porre in P una carica di prova, che è una carica elettrica puntiforme e abbastanza
piccola che non modifica tutto il sistema.
Innanzitutto la forza F sulla carica q dipende da Q1 Q2… Qn, da P e dobbiamo ricordare che F è
direttamente proporzionale a q per cui la grandezza unitaria che otteniamo dividendo F per q
non dipende da q.
Il campo elettrico è uguale alla forza fratto carica di prova. E=F/q
Il campo totale prodotto in un punto da più cariche fisse è la somma vettoriale dei campi che
ogni carica produrrebbe in quel punto se fosse presente da sola
IL VETTORE SUPERFICIE
Per caratterizzare una superficie piana nello spazio possiamo definire il vettore superficie che
ha direzione perpendicolare alla superficie e ha il modulo uguale all’area S della superficie. Ad
un vettore superficie si può assegnare o l’uno o l’altro verso, però se la superficie piana che si
considera è parte di una superficie chiusa si adotta una convenzione particolare, infatti si
sceglie come verso del vettore quello uscente dalla superficie chiusa.
IL TEOREMA DI GAUSS
Il teorema di Gauss per il campo elettrico stabilisce che il flusso del campo elettrico attraverso
una superficie chiusa è direttamente proporzionale alla carica totale contenuta all’interno
della superficie.
Calcoliamo il flusso del campo elettrico genereato da una carica positiva Q, in una superficie
omega con il centro coincidente alla carica e un raggio r, la superficie non è piana quindi la
suddividiamo in n parti, per calcolare il flusso dovremmo sommare tutti i flussi parziali,
dobbiamo quindi fare la somma di n prodotti scalari, quelli del vettore As e il corrispondente
vettore E. osserviamo che tutti i dettori della superficie As sono perpendicolari alle rispettive
superfici, hanno verso esterno in ogni punto, invece Ei ha verso radiale ed uscente dalla carica,
questo significa che i due vettori sono paralleli tra di loro,in ogni zona, il calcolo così e più
semplice perché il prodotto scalare di due vettori paralleli è uguale al prodotto dei loro
moduli, e poiché tutti i punti della superficie sferica sono ad uguale distanza r dalla carica che
genera il campo, i vettori Ei hanno tuti lo stesso modulo &, raccogliendo & tra tutti i termini e
sostituendo alla somma delle superfici l’area della sfera si ha la regola del teorema di gauss
IL CAMPO ELETTRICO DI UNA DISTRIBUZIONE PIANA E INFINITA DI CARICA
Considerando una distribuzione piana e infinita di carica elettrica ammettendo che essa sia
uniforme, cioè significa che ogni sua parte di uguale area deltaS contenga la stessa quantità di
carica deltaQ, utilizzando la simmetria del sistema e il teorema di Gauss dimostreremo che:
il campo elettrico di un piano infinito che è uniformemente carico ha le seguenti proprietà :
ha la direzione perpendicolare al piano di carica
verso uscente dal piano se questo ha carica positiva, viceversa è entrante
modulo uguale in tutti i punti che non appartengono al piano.
Tutto ciò è dato dalla formula E=|sigma|/2& ( il modulo del campo elettrico è uguale alla
densità superficiale di carica fratto la costante dielettrica assoluta). Inoltre ricordiamo che
esistono 3 proprietà per questo sistema
1. il campo elettrico è perpendicolare al piano
2. in punti equidistanti dal piano e situati dalla stessa parte rispetto ad esso i vettori
campo elettrico sono uguali tra loro
3. in punti equidistanti dal piano e situati da parti opposte rispetto a esso i vettori campo
elettrico sono uguali e opposti.