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GUERRA ARCHIDAMICA

Poco prima che scoppiasse la guerra del Peloponneso, Archidamo era il requisito pacifista, era colui che non
voleva la guerra perché aveva già conosciuto l'esperienza dolorosa della guerra e sapeva che uno scontro
con Atene non si sarebbe ridotto in pochi anni, ma avrebbe condizionato intere generazioni. Archidamo già
quando la guerra è dichiarata, manda tre ambascerie di nascosto ad Atene per cercare disperatamente di
trovare un accordo.Pericle rimase inerme davanti a questo invito. Praticamente quando arrivò ad Atene,
durante la prima invasione, a ridosso delle Mura piuttosto che attaccare nella città si mise a distruggere i
campi di un demo cioè di un quartiere molto fertile, molto rigoglioso, un vanto per la città. I contadini che
vedevano dalle Mura della città la distruzione dei loro campi, quindi dei loro lavori, del loro sacrificio, si
ribellarono a Pericle, per far si che questo accettasse le condizioni di pace.Invece questo non avvenne
perché Pericle con la sua potenza riuscì a tranquillizzarli.

GUERRA DECELEICA- Tra i fatti più importanti troviamo quello della Tenuta delle alleanze in questa fase, che
l'ultima, si sfilacciano in maniera significativa tutte le città alleate di Atene dalla Lega dall'impegno di
prestare denaro e soccorso ad Atene. Atene perdere, quindi, la sua capacità di tenere unito questo questo
grande impero primo. II secondo punto riguarda i cambiamenti a livello istituzionale. Cioè ad Atene viene
deposta la Costituzione Clistemica cioè quella di Clistene, quella Periclea, si stabilisce in qualche modo un
governo oligarchico che muterà fino a divenire un governo tirannico. Il terzo punto fa riferimento
all'impero persiano,. di cui non si sentì più parlare dal 449 cioè dalla Pace di Callia. I Persiani entrarono nello
scenario greco non più con le armi ma entrarono con il denaro, con la corruzione. A un certo punto Atene e
Sparta arrivati a una situazione finanziaria drammatica, perché avevano ormai speso tutte le risorse che
avevano a disposizione, andranno a cercare degli interlocutori, dei finanziatori e la Persia si inserisce nelle
trame conflittuali tra due città patteggiando ora con una ora con l'altra con una logica di logoramento che
porterà di fatto le città ad essere succubi del denaro dei Persiani.

Nel 412 abbiamo dei trattati tra Sparta e la Persia, fu Sparta ad essere la prima città ad essere intercettata
dai persiani, fu scelta Sparta perchè Atene controllava le città greche dell'Asia Minore entrate a far parte
della Lega Delio Attica che, un tempo, erano sotto il controllo della Persia. Quindi la Persia ha tutto
l'interesse a sostenere Sparta per indebolire Atene e quindi recuperare quelle città che gli appartenevano.

Nel 411 Alcibiade lascia Sparta e fugge in Persia, come vanno fatto tanti altri Greci come ad esempio
Pisistrato, Ippia ecc. Alcibiade trovò riparo presso Tissaferne nemico di Farnabaso. Arrivato da Tissaferne
mandò un messaggio agli ateniesi dove diceva che se avrebbero lasciato il governo oligarchico, avrebbero
avuto prima l’opportunità di accordarsi con la Persia. Così avvenne e si ebbe un colpo di Stato e sui arrivò al
cosiddetto governo dei 400, quindi non più la bulé dei 500 ma un gruppo ristretto di 400 di estrazione
aristocratica. L'isola di Samo quando venne a sapere di questo colpo di Stato si rifiutò di accettare questo
cambiamento e rivendicò la propria identità democratica. La flotta di Samo richiama Alcibiade dall’esilio,
colui che fu l’ artefice della trasformazione del potere del regime ad Atene.

Successivamente, il figlio di Dario II, che si chiamava Ciro, a 15 anni instaurò un'amicizia con un politico
potente di Sparta, di nome Lisandro.Questa amicizia tra il giovane principe persiano e Lisandro favorirà una
situazione di grande vantaggio per Sparta, perché Ciro si era impegnato a finanziare la flotta spartana. Così
nel 407 ci fu una vittoria navale di Lisandro presso Nozio.

Nel 406 ci fu una battaglia molto particolare, la battaglia delle arginuse. In questa battaglia, che si combatte
sempre sul fronte asiatico, avviene qualcosa di particolare. Gli ateniesi vincono ma quando tornano a casa,
piuttosto che essere omaggiati, vengono aspramente rimproverati e condannati a morte. Durante la
battaglia ci fu una tempesta, che aveva impedito ai comandanti di recuperare i morti naufragati.L’unico ad
opporsi a questa decisione fu Socrate. Questa scelta per Atene fu uno scacco matto, perché in questo modo
perdeva le migliori forze militari che aveva a disposizione. Tra i comandanti condannati a morte c’era anche
Pericle, figlio di Pericle il grande nato dall’amore con Aspasia.
30 TIRANNI

Come ogni governo dittatoriale anche quello dei 30 tiranni si trasformò in un regime del terrore,
soprattutto quando i rapporti fra Teramene e Crizia andarono deteriorandosi perché Teramene era più
incline ad un intorno al governo dei Quattrocento, ad un governo più allargato come partecipazione. Crizia
invece era restio a forme di apertura nei confronti della del popolo anzi egli stesso sottoscrisse la condanna
a morte di circa 1500 ateniesi.

SOCRATE

Nel 399 ci fu la morte di Socrate. Socrate è un personaggio che viene ricordato, anche, per il modo in cui si
rivolgeva agli interlocutori, per come si burlava di coloro che si vantavano per la loro conoscenze ma poi
all'atto pratico si dimostravano inetti. Per molti era visto anche di cattivo occhio poichè fu il maestro Crizia e
di tanti altri uomini che si erano si erano adoperati per la nascita di un regime oligarchico ad Atene, quindi
era visto come l'amico dei tiranni. Secondo Socrate la cattiveria non esiste, esiste solo se un uomo è
ignorante. Il compito del sapiente era quello di tirare fuori l’uomo dall’ignoranza. Importante per Socrate
era anche la politica anche se ciò che gli importava non erano le cariche istituzionali, bensì il senso di
dovere verso la città. Socrate, infatti, partecipò alla guerra del Peloponneso.

Socrate è ritenuto il padre della sofistica, quando parliamo di sofistica, oggi la parola ci suona in qualche
modo strana, perché oggi il sofista è colui che è bravo ad argomentare ma alla fine ti vuole ingannare.
L'origine della parola sofistica è legata alla parola sofia che significa saggezza. In effetti Socrate è colui il
quale propone un modo di pensare che abbia al centro la comprensione dell'uomo all'interno del Cosmos
ordinato.

SPEDIZIONE DEI DIECI MILA

La spedizione 10 mila, è la spedizione che vede come protagonista Senofonte poichè è colui che racconta
questa spedizione con con la sua opera Anabasi.

Senofonte fa parte di un esercito mercenario di peloponnesiaci che viene pagato da Ciro il giovane per
portare guerra al fratello Artaserse. Questa spedizione si conclude in una disfatta e quindi, nel 401, il
contingente greco è costretto ad una repentina fuga nel cuore dell'Impero Persiano. Dopo che Senofonte
riesce con i pochi superstiti in salvo, si unisce alle truppe spartane che devono portare guerra alla Persia.
Sparta che era diventata l’alleata numero uno della Persia e che grazie alla quale aveva vinto la guerra
contro Atene, si trova adesso a combatterla in primo perché è morto Ciro il maggiore finanziatore, e poi
perché le città greche d’Asia minore chiedevano la libertà. Sono tre i generali che prendono parte a queste
spedizione o meglio due Generali è un re generale il primo si chiama Tibrone, il secondo si chiama Dercillida
e il terzo si chiama Agesilao.

Agesilao è un re claudicante, il fratello primogenito Leotichida era stato scalzato da Agesilao pure avendo
diritto di discendenza regale perché gliela piombata addosso l'accusa di essere il figlio illegittimo di
Alcibiade con la moglie del re Agide. Tutto questo grazie a Lisandro. Quindi adesso inizia a regnare un
personaggio emblematico, Agesilao è proprio lo spartano per eccellenza.

TESTO PERICLE
L’introduzione di questo testo è intitolata Pericle sulla bocca di tutti. Si tratta di una riflessione ampia dello
scrittore/studioso, si tratta di una riflessione sull’uso che si è fatto della figura di Pericle nella letteratura
successiva e nell’immaginario collettivo. Pericle è, certamente, la figura di maggior rilievo ad Atene durante
il V secolo, da molti è stato considerato il padre della democrazia moderna. Musti all’interno del suo libro
“L’origine di un’idea, la democrazia” sviluppa un’ampia riflessione della democrazia nel mondo antico e
soprattutto dedica un capitolo all’epitaffio di Pericle. In qualche modo Musti esaltava questa figura di uomo
saggio, dello statista. Questa missione elogiativa della figura di Pericle, nel tempo, è stata smantellata da
altri studiosi. Lo stesso Vattuone ricorda un giudizio poco gradevole fatto da Eco, il quale definiva Pericle un
populista da cui bisognava tenersi lontani. Secondo Eco ma anche secondo altri autori il populismo sarebbe
nel fatto che egli si parla di democrazia ma secondo questi autori ad Atene non esisteva una democrazia
vera e propria, in quanto voi erano gli schiavi, le donne erano escluse dalla vita politica e quindi vi era una
vera e propria oligarchia. La difficoltà nel capire la democrazia periclea nasce dal fatto, secondo Vattuone,
che molto si è discusso di questo tema incarnandolo nella biografia di Pericle. Vattuone dice che bisogna
partire da una convinzione condivisa, ovvero che in occidente la democrazia sia in agonia, ovvero del tutto
estinta. L’elemento di maggiore evidenza che si percepisce dalla democrazia moderna è l’assenza di
partecipazione diretta che è uno degli elementi che contraddistingue la democrazia antica. La
partecipazione non è quella che si vede sui social tant’è che Vattuone parla anche di una società post
democratica. Secondo le parole di Vattuone la democrazia antica, dunque, non si può accostare alla nostra
in alcun modo.
PRIMO CAPITOLO- LA LUNGA GUERRA CONTRO I PERSIANI

La ragione intima della decadenza di Atene secondo Aristotele sarebbe nella vittoria di Salamina, anche se
la vittoria di Salamina è stato il momento più grande dell'epopea greca non solo di quella ateniese. Questa
affermazione di Aristotele, che viene ripresa dall'autore, è stata diceva che la vittoria sui persiani aveva
corrotto Atene.Anche altri filosofi dicevano che vincere crea problemi anche ai vincitori e può far male
quanto una sconfitta. Questa idea è legata al processo di democratizzazione che si ebbe ad Atene. Il
processo di democratizzazione aveva portato i teti ad avere un ruolo decisivo nel prestigio di Atene.La
vittoria di Salamina, secondo Aristotele, avrebbe dato legittimità a queste fasce. Secondo Vattuone, però, la
vittoria contro i persiani avrebbe, secondo alcuni, stabilito ad Atene, il principio dell' inizio dell'
imperialismo.Tucidide afferma che dal 478 (fine seconda guerra persiana) al 431 (inizio della guerra del
Peloponneso) Atene avrebbe affermato il suo potere Imperiale. Questo punto di vista è stato accolto da
molti studiosi ma Vattuone dal suo punto di vista rettifica questa affermazione.

Quando arriva Santippo padre di Pericle a Micale consente a tutte le città greche dell’Asia minore in
particolare della Ionia a ribellarsi, creando come direbbe Erodoto la seconda rivolta degli ioni.La prima era
stata quella di Aristagora

Gli Ioni chiesero aiuto, per come ribellarsi ai Persiani, molte furono le ipotesi, la prima affermava che tutti i
greci dell’Asia minore dovevano esser trasferiti nella Grecia continentale, la seconda ipotesi era quella di
costituire un ponte con le città della Grecia continentale. Questo ponte era la metafora di un’alleanza, che
noi abbiamo definito alleanza Delio Attica. Vattuone afferma che l'espressione lega Delio Attica è errata
perché si è portati a credere che rispetto a quella ellenica, come se fosse una lega tutta a favore di Atene,
ma la lega era nata per sostenere gli Ioni, quindi era nata in una logica non di imperialismo ma di sostegno.
SECONDO CAPITOLO- BIOGRAFIA SPEZZATA

In questo capitolo si parla di The age of Pericles, questa affermazione guida Vattuone a una serie di
considerazioni. Se leggiamo Plutarco, che dedicò a Pericle una biografia, leggiamo che egli governò per 15
anni, gli anni in cui ottenne la carica di stratego. Una carica che veniva occupata ogni anno dal personaggio
più carismatico. Plutarco divide la storia politica di Pericle in due momenti, quello che va dal 470 fino al 444,
poi dal 443 fino al 429 anno della sua morte. Il 444 coincide con una serie di eventi importanti come ad
esempio la fine delle costruzioni delle lunghe mura, le quali consacravano la vocazione di Atene
all’imperialismo marittimo. Quell’anno, però, è anche l’anno in cui si ha l’ostracismo di Tucidide di Melesia
e l’anno anche della fondazione di Turi, città panellenica che doveva sancire la pace tra Atene e gli altri
greci. Dal quel momento in poi avremo avuto un’indiscussa supremazia di Pericle ad Atene fino all’anno
della sua morte. Vattuone cerca di capire se il ruolo di pericle nella prima fase fosse da inserire nella The
age of Pericles. La prima volta che abbiamo notizie di Pericle in piano politico è il 472, si tratta di
un’iscrizione in cui si dice che Pericle avrebbe finanziato la tetralogia del tragediografo Eschilo. Secondo
Vattuone, Pericle avrebbe finanziato una tragedia che si chiama “I Persiani” per rendere omaggio a
Temistocle, tra l’altro Plutarco riconosce a Pericle due qualità che sono dell’uomo politico ovvero
l’intelligenza politica e la lungimiranza. Nel 455 sappiamo di una spedizione di pericle contro Sicione,
alleata di Sparta, ancora una volta si conferma che Pericle aveva come obiettivo quello di continuare la
politica di Temistocle, ma la questione più lunga secondo le fonti è la pace di Callia, ovvero la pace che si
colloca nel 449, ma non tutte le fonti sono concordi con questa data. Si tratta di un evento molto discusso.
La pace di Callia è una pace siglata tra Atene e la Persia, secondo uno Callistene questa pace si sarebbe
siglata dopo la battaglia dell’Eurimedonte (466) vinta da Cimone. Nel 464 si ha notizia di un terremoto
avvenuto a Sparta. Dopo questo terremoto gli spartiati chiesero aiuto a Cimone contro i rivoltosi, la
spedizione fu fallimentare e Cimone fu ostracizzato (461). Nel frattempo ad Atene la scena politica venne
conquistata da Efialte. Vattuone, allora, si chiede come giustificare la spedizione in Egitto nel 460 contro i
persiani, anche questa spedizione degli ateniesi risultò fallimentare. La sconfitta costrinse Pericle a
trasferire il tesoro della Lega Delio Attica ad Atene e, inoltre, fu costretto a richiamare Cimone (451), il
quale era stato ostracizzato. Nel 450 Cimone conquistò Cipro (isola controllata dalla Persia), anche se
quest’ultimo Cimone muore in battaglia, lo storico allora si chiede se è giusto inserirla qui la pace di Callia.
Vattuone pensa di si. Si può, dunque, affermare che The age of Pericles inizia nel 449 perchè Pericle può
darsi una veste nuova rispetto ai suoi predecessori, un uomo di pace in quanto sigla la pace con i persiani, la
pace dei 30 nel 446 con Sparta, fonda una colonia panellenica e nella disputa che precede la guerra del
PeloponnesO, Pericle insieme ad Archidamo non voleva iniziare la guerra.

TERZO CAPITOLO- LA LEADERSHIP NEL TEMPO DELLA CRISI


Il 449 oltre ad essere il presunto anno della pace di Callia, è l’anno in cui Pericle tentò di promuovere un
congresso panellenico. Tentò di fare una sorta di incontro di tutte le città greche per cercare di costruire
insieme il futuro della Grecia. L’incontro fu un fallimento perché le città greche parteciparono in parte,
nello specifico non si presentarono le città amiche di Sparta. Nel 443 invece ci fu, poi, il tentativo di fondare
una città panellenica a Turi (Calabria) in Italia in Italia meridionale. Tra queste due date, precisamente nel
446, si colloca un avvenimento molto importante, la rivolta dell’Eubea, defezione di Megara e defezione
dell’attica. l’Eubea a fronte di una politica repressiva da parte di Atene aveva deciso di ribellarsi, le ribellioni
in genere avvengono perché dentro le città ci sono fazioni opposte di oligarchici quelli più inclini a Sparta e
di democratici più inclini a appunto ad Atena. Megara invece si trova a sud di Atene. Pericle decide cosi di
mandare delle navi per reprimere questa rivolta, ma anche Sparta interviene e invia un esercito nell'attica.
L’ esercito spartano dopo qualche giorno di permanenza all’interno dell’attica decise di rientrare a Sparta.
Secondo le fonti ci sarebbe stato un avvicinamento da parte di Pericle, il quale avrebbe corrotto i generali
spartani.

Da questo avvenimento possiamo dedurre la forte personalità di Pericle, uomo determinato che avrebbe
fatto di tutto per raggiungere i suoi obiettivi politici.

Secondo Vattuone questa operazione fu un'operazione che sottolinea invece una certa difficoltà di Pericle,
il quale non è ancora in grado di affermare se stesso come uomo di comando, come uomo militare, come
stratego. La stessa pace dei 30 anni del 446 secondo Vattuone fu una pace controproducente per Atene, la
quale perdeva diversi territori. Per Plutarco, invece, questa pace segna l’inizio di un duopolio ovvero
l’esistenza di due poteri, da quel momento la Grecia si divise in due poteri.

L’ altro episodio su cui riflette lo storico è un episodio importante riportato a dalle fonti. Siamo nel 441
quindi e lo scontro avvenne da Samo e Mileto. I due popoli litigarono per il possesso di un terreno vicino a
Micale.L’ Atene di Pericle decise di intervenire al fianco dei della città di Mileto, ma gli accusatori subito
attaccarono lo stesso Pericle sul personale, affermando che Pericle avrebbe trascinato la città di Atene in
guerra solo per amore, visto che Aspasia l’amante di Pericle era di Mileto.

La rivolta di Samo fu repressa e dice Vattuone non come iniziativa singola di Atene, ma alla repressione
avevano partecipato anche gli amici Ioni.

La battaglia di Samo rappresenta l’ultimo episodio importante che precede la guerra del Peloponneso,
anche se ci fu un’altra operazione che interessò Pericle, si tratta della fondazione della città di Anfipoli, in
Tracia. Anfipoli era importante per Pericle perchè garantiva il controllo strategico di un’area fondamentale
per il controllo dell’imperialismo ateniese.

In questo capitolo Vattuone si chiede se si può parlare di imperialismo. In questi anni Pericle stava
affermando la sua posizione, lo si vede anche dalle manovre politiche e militari sempre più imponenti con
obiettivi sempre più alti, però all'interno della città doveva fronteggiare una resistenza ben organizzata,
che aveva come esponente Tucidide di Milesia anche quando fu ostracizzato, 443, la resistenza proseguì
per qualche altro anno.

Tucidide di Milesia ebbe un merito quello di non permettere che i cosiddetti agatoi (aristocratici) di non
mescolarsi con il demo (popolo) com'era avvenuto prima.

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