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Conservatorio Statale di Musica “O.

Respighi” -Latina

Triennio Accademico - Fondamenti e tecnologia dello strumento


Corso di Oboe - 1° anno

L'ancia per oboe

Allievo: Giuseppe Tamborrelli


Insegnante: M° Paolo Di Cioccio
INDICE

1. PREMESSA

2. LA CANNA
2.1. La pianta e la struttura vegetale
2.2. La coltivazione, la raccolta e la formazione dei tubi
2.3. Le caratteristiche essenziali

3. LA COSTRUZIONE DELL’ANCIA
3.1. Gli strumenti
3.2. I materiali
3.3. La sgorbiatura
3.4. La formatura
3.5. La legatura
3.6. Lo scarto
3.7. Le 6 zone e le relative funzioni

4. LE VERIFICHE
4.1. Intonazione
4.2. Resistenza
4.3. Stabilità
4.4. Suono

5. LE PROVE CONCLUSIVE
5.1. Prove d’aspirazione
5.2. Prova del soffio
5.3. Prove sullo strumento

BIBLIOGRAFIA
1. PREMESSA

Gli oboisti, i clarinettisti ed i fagottisti sono interamente dipendenti da una materia vegetale dal
comportamento capriccioso, la quale, tuttavia, quando si comporta bene, genera i suoni più teneri
ed espressivi di tutta la musica per strumenti a fiato.
L'ancia è l'elemento che a seguito della vibrazione indotta dalle labbra e dal fiato dell’oboista,
genera il suono.
È necessario iniziare dalla pianta da cui si ricava l’elemento primo necessario a realizzarla: la
canna il cui nome botanico è “Arundo Donax”.
La più importante piantagione si trova in Francia ma è coltivata anche nella costa orientale della
Spagna, e nel passato (già a partire dal sedicesimo secolo) si coltivava nell'Italia meridionale.

2. LA CANNA

2.1 La pianta e la struttura vegetale

La canna è una pianta denominata Arundo Donax che sviluppa alti fusti cavi a sezione cilindrica
che si dipartono da grossi rizomi saldamente ancorati al terreno umido o poco umido adiacenti a
fossati e stagni. I fusti sono esternamente glabri di colore verde/bluastro e presentano molti
internodi a distanza regolare dai quali, durante la fine dell’estate, si sviluppano nuove piantine
avventizie e compaiono le infiorescenze a pennacchio di colore grigiastro lunghe fino a 60 cm.
Le foglie opposte tra loro lungo il fusto, sono strette, nastriformi e pendenti.

Lo stelo di Arundo Donax è composto in sezione da tre anelli concentrici:


1 – Un anello esterno epidermico chiamato anche "crosta" o "corteccia”
2 – Un anello intermedio più fibroso
3 – Un anello di corteccia interna

Nel secondo e terzo anello sono distribuiti i fasci vascolari più grossi i vasi legnosi, che
trasportano acqua e sali minerali, cioè la linfa grezza, dalle radici alle foglie ed i vasi cribrosi, che
trasportano sostanze organiche, cioè la linfa elaborata con i processi della fotosintesi clorofilliana,
dalle foglie a tutta la pianta.

I vasi legnosi, costituiti da cellule morte lignificate, quando raggiungono una adeguata età di
sviluppo conferiscono alla canna una rigidità, dovuta alla guaina lignificata che ricopre le cavità
vascolari dei vasi legnosi, che le consente di vibrare.

Infatti, la lignina si forma direttamente nella parete cellulare ed è formata da cellule vegetali morte
durante il processo di maturazione della pianta nel corso del tempo; essa è presente soprattutto
nella guaina dei fasci vascolari della corteccia interna, conferisce alla canna rigidità e resistenza
ed è responsabile della vibrazione della stessa.

Altro elemento responsabile della vibrazione è l'emicellulosa, gruppo non omogeneo di


polisaccaridi complessi, anch'essa presente nella corteccia interna, la cui concentrazione dipende
dall'età della pianta. Essa "memorizza" l'acqua quando una canna è bagnata.

La raccolta della canna all'età di due anni consente di avere una concentrazione di Emicellulosa
nel fusto della pianta intorno al 25%, mentre una canna con età superiore avrà una percentuale
di lignina maggiore e minore quantità di emicellulosa, con conseguente diminuzione della
capacità vibrazionale.

2.2 La coltivazione, la raccolta e la formazione di tubi

Diversi aspetti della coltivazione e della raccolta di Arundo Donax influiscono sulla canna di
qualità. II clima, il suolo, la spaziatura, l'irrigazione, la fertilizzazione sono significativi, come l'età
al momento del raccolto.

L'Arundo Donax germoglia due volte in un anno solare: quella maschile inizia a primavera con
una crescita più lenta riconoscibile dall'altezza, che non supera il metro e novanta, e
dall'estremità ornata da un fiore. Essa è adatta per la costruzione delle ance in quanto si presenta
"dura" e non porosa. Quella femminile inizia a luglio con una crescita rapida che si traduce in una
canna soffice e porosa.
La regione del Var, in Francia, risulta fornire una delle migliori qualità di canna per fare ance. Le
ragioni sono riconducibili alle caratteristiche del terreno contenente silice e al cosiddetto "clima
Var” costantemente soleggiato ma temperato dal secco e freddo maestrale.
Oltre alla posizione geografica, importante è che i canneti siano nelle prossimità di località
marittime, per la maggiore concentrazione di iodio nell'aria, e che le radici non affondino
nell'acqua.

Ci sono due tipi di coltivazione di canna Arundo Donax:

- La coltivazione spontanea visibile in quei campi campi dove l'Arundo Donax cresce liberamente
- La coltivazione in piantagioni che avviene in campi dove l'Arundo Donax è disposta in filari. Tale
sistema permette un maggiore controllo del livello di acqua e di umidità a tutto vantaggio della
forza e della resistenza oltre che della qualità.

Nel 1° anno la canna raggiunge la sua dimensione definitiva. Il diametro della canna è
determinato, fin dall'inizio, dai suoi rizomi.

Nel 2° anno la canna è in crescita; alla fine del secondo anno, nel periodo di riposo della pianta,
ovvero durante le fasi di luna calante di gennaio o febbraio, quando la linfa torna alla base del
gambo, la canna viene tagliata.

Dopo il taglio, le canne sono messe insieme a formare capanne e lasciate all'aperto per 10-15
giorni per prendere il sole che darà loro un colore giallo. Poi, al riparo per 2-3 anni, potranno
ricevere un buono scambio d'aria che permetterà loro di asciugarsi. Quando la canna è del tutto
asciutta e ha raggiunto una buona colorazione della corteccia (giallo scuro), si procederà alla
prima selezione in base al diametro, eliminando i nodi e scartando le parti con imperfezioni per
permettere una perfetta lavorazione nella sgorbia.

2.3 Le caratteristiche essenziali

Anche il musicista, seguendo alcuni criteri, può determinare se un pezzo di canna ha quelle
qualità che consentano le migliori caratteristiche di un’ancia. Le qualità della canna possono
essere determinate in base al colore, durezza, densità, flessibilità, risonanza.

Colore
Il colore della canna su entrambe le superfici è spesso indicatore di una corretta raccolta
La colorazione esterna migliore è quella che si avvicina al color castagna, mentre quella interna il
viola-giallastro, che è di solito segno di buona maturazione. II color verde può rappresentare una
raccolta precoce o una cattiva stagionatura.

Durezza
La durezza è la resistenza alla forza applicata sulla superficie. E' possibile controllare la durezza
effettuando una "prova con l'unghia”. Si applica una pressione con l’unghia del pollice sulla
corteccia della canna a seguito della quale non si dovrebbe notare sulla superficie alcun segno o
al massimo uno leggero non profondo. Se, viceversa, la canna presenta un segno profondo,
significa che è morbida e non potrà dare un'ancia ottimale per lo strumento. Questa misurazione
può essere effettuata anche tramite un durometro digitale.

La canna è disponibile sul mercato in diverse durezze che attengono alla resistenza che offre al
musicista al momento in cui soffia aria attraverso l'ancia; in generale, più resistente è la canna più
forte e impegnativo sarà il sostegno dell'imboccatura (muscoli della bocca).

La durezza è classificata con i seguenti valori che rappresentano la maggiore o minore


cedevolezza alla punta del durometro:

SOFT = 16 - 20 MEDIUM = 12 -16 HARD = 8 - 12

La canna Soft è leggera, poco resistente, facile da suonare. Queste canne sono adatte ai
principianti per produrre facilmente note che vanno dal Sib al Do5.

La canna Medium è leggermente più dura, un po' più resistente e dal suono brillante. Questa
canna risulta essere migliore per flessibilità e stabilità, permette di riprodurre bene le note che
vanno dal Sib al Mi6 acuto ed è ottimale per la migliore gamma dinamica.

La canna Hard è dura, resistente e più adatta ai musicisti esperti. Questa canna consente di
produrre con più facilità le note acute rispetto a quelle gravi, un suono forte, scuro, pieno, ma
richiede uno sviluppo dell'imboccatura e potrebbe rallentare l'articolazione e limitare la gamma
dinamica.

Densità
E' possibile misurare la densità con una "prova di galleggiamento", che consiste nell'immergere
verticalmente in un contenitore canna sgorbiata, completamente secca, tutta dello stesso
spessore, e in base alla percentuale di affondamento della sua lunghezza sarà possibile
determinare se la canna è più o meno densa. La prova viene eseguita prendendo un contenitore
alto 15 cm e con un diametro di 14 cm pieno d’acqua.
Il pezzo di canna che sarà sottoposto a prova sarà immerso rapidamente e completamente in
acqua, questo per rompere la tensione superficiale dell’acqua. Si ritira la canna dall'acqua e si
eliminano con le dita le eventuali bolle che si siano formate sulla superficie e la si immerge
nuovamente per breve tempo per evitare che assorba molta acqua.
A questo punto è possibile determinare la percentuale di densità dividendo la lunghezza della
parte immersa per la lunghezza totale e moltiplicando per 100. Questa operazione ci dirà la
densità in base ai seguenti valori

Densità bassa 45%-60% Densità media 60%-75% Densità alta 75%-90%

E' stato constatato che la canna che ha valori di densità tra il 78% e l'82% risulta possedere le
qualità necessaria per realizzare una buona ancia.

Flessibilità
La flessibilità è la capacità di qualsiasi cosa di essere piegata senza essere spezzata. E' possibile
controllare la flessibilità effettuando una "prova di torsione", che consiste, dopo aver tenuto la
canna in acqua per alcuni minuti, nell'effettuare una torsione di 45° prendendola con entrambe le
mani con delicatezza alle estremità; la canna avrà una buona flessibilità se tornerà rapidamente
alla sua forma originale.

Risonanza
La frequenza di risonanza può essere rilevata effettuando una prova dinamica che consiste nel
lasciar cadere i pezzi di canna secca su una superficie dura e rilevando la frequenza di risonanza
del segmento di canna. Maggiore sarà la frequenza, più idonea sarà la canna.
3. LA COSTRUZIONE DELL’ANCIA

Prima di descrivere le fasi che caratterizzano la costruzione e la lavorazione dell'ancia, è


opportuno elencare quali sono gli utensili ed i materiali necessari.

3.1 Gli strumenti

La costruzione di un’ancia ha bisogno di alcuni utensili e strumenti che permettono di ottimizzare


il lavoro dell’oboista e la qualità del prodotto finale.

- Sgorbiatrice completa di freccia e ghigliottina; se non disponibile è possibile acquistare canna


già sgorbiata
- Forma. Se non disponibile, è possibile acquistare dai rivenditori specializzati la canna già
formata.
- Spina del diametro e forma adeguata al ramello utilizzato
- Linguetta di legno da utilizzare nella fase di ritocco a mano
- Ceppo in legno
- Raschietto metallico, utile nella correzione dello spessore della lamella sgorbiata
- Cavalletto concavo in legno
- Coltello con lama a rasoio
- Calibro decimale
- Micrometro centesimale

3.2 I materiali

Si avrà inoltre bisogno dei seguenti materiali:

- Tubo in ottone (detto anche ramello)


- Cordoncino di nylon ritorto
- Filo d’ottone ricotto
- Pellicola o nastro di teflon o baudruche
e naturalmente della buona canna.

3.3 La sgorbiatura

Questa operazione consente di ottenere dal tubo di canna grezzo una sottile lamella.
Prima di effettuare la sgorbiatura è necessario selezionare il tubo di canna sulla base di alcune
caratteristiche:
1. perfetta rotondità del diametro;
2. compattezza della corteccia, che non deve presentare una eccessiva porosità;
3. tubo dall’aspetto uniforme e dritto;
4. spessore del tubo non superiore a 2 mm. e non inferiore a 1 mm;
5. diametro esterno del tubo tra i 10 e gli 11 mm, da cui dipende l'apertura dell'ancia, infatti:
- Diametro esterno del tubo di 10,0 mm conduce ad una bocca dell’ancia aperta;
- Diametro esterno del tubo di 10,5 mm conduce ad una bocca con apertura media;
- Diametro esterno del tubo di 11,0 mm conduce ad una bocca più chiusa.

Se l'ancia è troppo aperta, la risposta, la stabilità e la resistenza saranno più "difficili" nel registro
superiore.
Se l'ancia è troppo chiusa, la risposta, la stabilità e la gamma dinamica saranno limitate
soprattutto nel registro basso.
L'ancia troppo chiusa può essere aperta cerchiandola con il filo d’ottone "ferrettino" posto a 3-5
mm dalla legatura, che però soffrirà di una minore capacità vibrazionale.
La sgorbiatura dovrà essere effettuata impiegando una macchina sgorbiatrice, secondo ben
precise tappe.
1. si prendono i tubi asciutti del diametro scelto in base a quanto sopra detto e si dividono in tre
parti utilizzando la freccia;
2. si immergono le lame di canna ottenute in un contenitore di acqua per circa 20 minuti
3. si effettua la pre-sgorbiatura della canna con l’apposito attrezzo trafilatore di cui la sgorbia è
dotata;
4. dopo aver scelto la parte migliore si taglia la canna alla lunghezza necessaria con la
ghigliottina;
5. il pezzo di canna cosi ottenuto si adagia nel "letto" (parte concava della sgorbiatrice) che,
tramite una pompa aspirante, mantiene il pezzo di canna fermo durante la lavorazione;
6. mantenendo una leggera pressione sulla pialletta e facendola scorrere nei due sensi, si toglie
materiale a rifiuto nella parte concava ottenendo così una sottile lamella dello spessore di 0,6 mm
al centro e 0,4 mm ai bordi.

Un altro aspetto importante, che influisce sull’emissione sonora, è il rapporto che la lama della
sgorbia definisce tra il centro e i bordi, quindi un buon equilibrio di queste misure aiuta ad avere
un suono più rotondo. In modo specifico, più diminuisce il diametro del tubo più bisognerà tenere i
bordi sottili altrimenti l'ancia non vibrerà. L’ottimizzazione del rapporto bordo/centro si potrà
ottenere lavorando la lamella nella sua concavità a mezzo di una forma concava e di un
raschietto.

Bordo Centro Bordo

TUBO DIAMETRO 10,00 mm 35 60 35

TUBO DIAMETRO 10,50 mm 40 60 40 (valori espressi in centesimi di millimetro)

TUBO DIAMETRO 11,00 mm 45 60 45

3.4 La formatura

Dopo la sgorbiatura la canna è pronta per il successivo passo lavorativo, la sagomatura o


formatura. La formatura riduce la lamella alla forma desiderata e può essere eseguita sia con una
macchina specificamente costruita per tale operazione sia, come generalmente si preferisce, a
mano.

La formatura a macchina si ottiene, seguendo le indicazioni sotto riportate.


1. si lascia per trenta minuti circa la canna immersa in acqua;
2. si posiziona la canna sulla forma centrandola perfettamente;
3. si blocca la canna spingendo su di essa la "pressa" posta in alto;
4, si fanno scorrere manualmente le lame poste sui lati della forma, avanti e indietro, fino a
quando non toglieranno più canna;
5. a termine della sagomatura la canna si poggia sulla lama di un coltello in corrispondenza del
segno lasciato dalla forma, che ne indica il centro;
6. si fa leva con due dita poste alle due estremità della canna, piegandola in due.

La formatura a mano può essere eseguita con due tipi di forme, diritta o piegata con dimensioni
che produrranno differenti ampiezze della punta e differenti lunghezze.
La forma piegata è considerata più precisa perché le palette si formano insieme con la stessa
sagoma, mentre la diritta si sviluppa su una doppia paletta; ci si affida cioè alla precisione del
fabbricante.
Ogni forma produce un effetto differente sull’altezza del suono, sul timbro, sull'intonazione e sulla
stabilità. Più la forma sarà larga più il suono sarà scuro. La scelta della forma è collegata alle
caratteristiche dello strumento che si suona.
Esistono forme universali, cioè con uno sviluppo della larghezza, che meglio si adattano alla
maggior parte degli strumenti, come ad esempio la forma Chiarugi-2 e quella Lorèe-2.
3.5 La legatura

Tale operazione consiste nell'accostare le due estremità libere della lamella formata per fissarle al
cannello.
La legatura si effettua seguendo queste indicazioni
1. prima di procedere alla legatura tenere la canna immersa in acqua per circa 45 minuti
2. utilizzare un gommino o un elastico o un ferrettino o una pellicola, per mantenere combaciate
le parti piegate;
3. innestare sul cannello la canna tale che la lunghezza complessiva non superi 73 mm,
centrandola perfettamente;
4. legare in maniera uniforme, sia come tensione che vicinanza delle spire partendo dal centro
della canna legabile, senza oltrepassare la lunghezza del cannello e ritornare indietro terminando
la legatura
5. annodare il "fine legatura" e ripetere più volte in modo che il filo non si sleghi
6. lasciare riposare l'ancia per due giorni in modo che si asciughi e si adatti alla sua nuova forma
senza riporla in una scatola, ma lasciandola a diretto contatto con l'aria.

Il cannello ha una funzione molto importante; assicura la continuità vibrazionale tra canna e
strumento. Anche per il cannello ci sono diverse misure cosi come per la sagomatura su cui lo
strumento è accordato. A ciascun profilo di cannello deve adattarsi una spina che ne rispetti la
forma. Una spina con conicità diversa da quella del cannello non permette una aderenza perfetta
introducendo instabilità in fase di legatura dell'ancia; infatti il cannello potrebbe deformarsi a
causa del gioco tra questi e la spina. I cannelli si differenziano per la loro lunghezza, diametro e
per la conicità del metallo.
I cannelli sono costruiti in ottone e in alpacca e ricoperti per metà da sughero che permette il
collegamento con lo strumento agendo anche come ammortizzatore delle vibrazioni e della
risonanza.
Sono disponibili in commercio cannelli costruiti totalmente in metallo con anelli di gomma che
garantiscono l'aderenza dell’ancia sullo strumento migliorando l’uniformità del suono su tutta la
gamma, permettendo al contempo un suono più luminoso e scorrevole. I cannelli comunemente
usati hanno una lunghezza di 46-48 mm, la misura di 47 mm è generalmente preferibile a meno
che non sia necessario quello più corto per raggiungere una intonazione più alta.
Il cannello dal diametro stretto superiormente richiede maggiore pressione e sostegno
dell’imboccatura, poca aria, tutto a vantaggio del suono; quello dal diametro più largo
superiormente richiede più aria, minore pressione e migliore costruzione del suono da parte
dell'oboista, ma consente di suonare più facilmente le note acute. Il cannello con conicità più
"rotonda", usato dalla scuola tedesca, favorisce un suono scuro e risulta meno scorrevole e con
poca sonorità; quello con conicità "schiacciata" dà un suono chiaro e scorrevole, usato soprattutto
dalla scuola francese.

Il taglio dell'estremità della lamella ripiegata e legata al cannello si effettua in modo da ottenere
due lamelle identiche appaiate.

1. prima di effettuare il taglio, immergere in acqua per 5 minuti la punta dell'ancia


2. grattare per 2 mm la punta dell'ancia;
3. tagliare con il coltello ben affilato o con un taglierino la punta dell’ancia poggiata sul ceppo
d’ebano alla lunghezza di 73 mm;
4. lasciare riposare l'ancia per almeno 2 giorni in modo che si asciughi e si adatti alla sua nuova
forma a diretto contatto con l'aria.

3.6 Lo scarto

Lo scarto o tempera è l’operazione che riduce le due estremità superiori dell'ancia allo spessore
adeguato.
Si ottiene seguendo le indicazioni sotto riportate, se si utilizza una macchina profilatrice:
1. regolare la macchina per la lunghezza dello scarto (10 mm.);
2. regolare la quantità di canna da grattare (1^ volta);
3. posizionare l'ancia sulla macchina;
4. abbassare il carrello "porta-lama" e farlo scorrere delicatamente avanti e indietro fino a quando
la lama non gratta più;
5. eseguire l'operazione prima da un lato e poi dall'altro;
6. lasciare riposare per un giorno l'ancia;
7. ripetere la raschiatura (2^ volta) regolando la macchina ad uno scarto più profondo

Per quanto riguarda lo scarto è molto difficile stabilire quale sia quello ottimale. A tale riguardo, le
scuole maggiormente utilizzate sono tre: la scuola Francese, Tedesca ed Americana, che
impiegano un diverso scarto; ogni strumentista ne adotterà uno.

Lo scarto ispirato alla scuola francese ha un'ancia che misura 73 mm ed utilizza un cannello da
47 mm, una canna in tubi del diametro di 10,5 -11,0 mm, uno spessore al centro della canna
sgurbiata di 0,58 mm e una punta larga 7,2 – 7,3 mm. Lo scarto ha una lunghezza di 10 mm a
forma di V con una punta molto sottile di circa 3 mm.

Lo scarto ispirato alla scuola tedesca ha un'ancia che misura 71 mm ed utilizza un cannello da
46 mm, una canna in tubi del diametro di 9,5 – 10,0 mm ed uno spessore al centro della canna
sgorbiata di 0,55 mm e una punta larga 71 – 72 mm.
Lo scarto ha una lunghezza di 10 mm a forma di U con punta triangolare di circa 3 mm sui lati.

Lo scarto ispirato alla scuola americana ha un' ancia che misura 71 mm ed utilizza un cannello da
46 mm, una canna in tubi del diametro di 9,5 – 10,0 mm con uno spessore al centro della canna
sgurbiata di 0,62 mm e una punta larga 7 mm. Lo scarto ha una lunghezza di 19 mm a forma di
W con una punta di circa 4,1 mm.

Terminato lo scarto, ultima fase della lavorazione dell'ancia, inizia la parte più delicata ed
impegnativa, consistente nell'effettuare su di essa quei piccoli ma decisivi ritocchi con il coltello
ben affilato i quali, alternati a continue verifiche della sonorità, porteranno le lamelle di canna ad
emettere le sonorità desiderate.

3.7 Le 6 zone e le relative funzioni

E' giusto precisare che per la costruzione di un'ancia si utilizza un materiale fornito dalla natura e
non prodotto dalla scienza, quindi bisogna far fronte ai capricci della natura, tanto da richiedere
un pensiero flessibile in modo da intervenire con piccole compensazioni per ogni pezzo di canna.

Ci sono 6 aree su di un'ancia, ognuna delle quali incide sull’esito sonoro dell’ancia.

Zona 1 - deve presentarsi come un'unghia trasparente,


molto sottile sui lati e agli angoli e un po' più spessa al
centro; se fosse troppo sottile al centro avremmo un
suono chiaro ed attacchi a "cornacchia”. Se invece fosse
troppo lunga avremmo un suono piatto nel registro
superiore, richiedendo una notevole pressione
dell'imboccatura per stabilizzarlo.

Zona 2 - si trova tra la zona 1 e 3 ed il suo spessore


come la pendenza influenzano la resistenza della canna.
Più lo spessore della zona 2 sarà alto e più aumenterà la
resistenza riducendo la risposta, riferita alla capacità
dell'ancia di suonare liberamente in tutti i registri, ma
renderà più stabile il registro superiore. Questa
combinazione é più adatta per le canne di durezza
medio-bassa. Più sottile sarà questa zona, minore sarà la resistenza e maggiore la risposta,
aumenterà la sonorità del registro superiore e sarà più difficile tuttavia da controllare.
Il grado di curvatura della zona 1-2 modifica l'apertura influenzando la quantità di pressione
necessaria all’imboccatura per controllarla.

Zona 3 – questa zona deve avere uno spessore maggiore al centro che diminuisce verso i bordi.
Uno spessore sottile provocherebbe la "chiusura dell'ancia".
Questa zona agisce come una valvola tra la zona 1 e la zona retrostante: se ha uno spessore
eccessivo non permette alle vibrazioni della punta di propagarsi nel resto della canna, mentre se
è troppo sottile si avrà un'ancia instabile.

Zona 4 – questa zona è definita anche a "schiena d'asino" perché lo scarto lascia al centro della
canna una spina dorsale.

Zona 5 – Questa è la zona che viene normalmente lavorata a mano con il coltello con azione
diagonale per avere un suono scuro e per ridurre l'apertura dell'ancia oltre che per diminuire la
resistenza e per rendere l'ancia più scorrevole.

Zona 6 - Questa è l'area che è bene non ritoccare in quanto funge da equilibrio tra le aree già
lavorate. Su un pezzo di canna morbida bisognerà raschiare meno in questa zona, mentre su una
canna dura sarà necessario rimuovere più materiale rispetto alla zona 3.
4.0 LE VERIFICHE

Un'ancia al termine dello scarto per essere definita "buona" deve possedere in ordine di
importanza: Intonazione, Resistenza, Stabilità e Suono

4.1 Intonazione.

Prima di decidere come fare un'ancia, bisogna effettuare delle scelte che influenzeranno
l’intonazione: la lunghezza dell'ancia, la qualità della canna, il cannello, la forma della canna
sagomata, il tipo di scarto.

4.2 Resistenza.

Premesso che il suono è prodotto con il respiro piuttosto che con l'imboccatura, la resistenza
della canna deve essere confortevole, permettendo all'oboista di cantare con lo strumento in
modo da produrre un suono libero, spontaneo, naturale, effettuato con eloquenza. Ogni oboista, a
qualsiasi livello, dovrebbe avere ance con resistenza adatta, altrimenti verrebbero a mancare i
presupposti per effettuare un buon fraseggio. Un'ancia molto rigida non solo rende gli attacchi
inaffidabili, ma riduce quella "sottile morbidezza" della dinamica con grande perdita di un buon
fraseggio. Un'ancia troppo morbida rende facili gli attacchi, ma instabili i suoni del registro
superiore, che l'oboista deve controllare con l'imboccatura più aggressiva che si manifesta
"mordendo" l'ancia e con la mancanza di respiro sufficiente per sostenere la frase.

4.3 Stabilità.

L'esecuzione di intervalli, sia verso l'alto che verso il basso è determinata dalla capacità dell'ancia
di sostenere i suoni, soprattutto nel registro superiore, applicando una modestissima aggiunta di
pressione sull'imboccatura. Un'ancia stabile aiuta a produrre un suono ben modulato, in grado di
creare molte sfumature all'interno di una frase.
Ancora più importante è la capacità di variare il volume senza variare l'altezza.

4.4 Suono.

E' considerato il più variabile e il meno importante in termini di priorità per l'ancia.
Se tutti i fattori precedenti sono stati raggiunti, il suono del singolo oboista verrà del tutto naturale,
attraverso la sua singolare miscela di variabili.
5.0 LE PROVE CONCLUSIVE

5.1 Prova d'aspirazione

Coprire con un dito il buco della parete inferiore del cannello e succhiare la canna come se fosse
una cannuccia.
Sospendendo il risucchio, se l'ancia non ha perdite produrrà un suono tipo “plop", se invece ci
sono perdite, l'aria continuerà ad essere risucchiata in bocca.
Se la perdita è vicina al cannello, è possibile applicare materiale come teflon, pellicola, baudruche
ecc. e smalto per unghia per la legatura.

5.2 Prova del soffio

Mettere tutta la canna fino al filo in bocca e soffiarci dentro, si otterrà prima un "frullo" e poi un
suono.
Se l'ancia sarà leggera il suono uscirà con normale espirazione, se invece sarà dura occorrerà
una maggiore pressione per ottenere il suono. Idealmente il suono prodotto dovrà corrispondere
al DO in Ill spazio.

5.3 Prova sullo strumento

Ora si procede con le prove dell'ancia posta sullo strumento per constatare il possesso di quelle
caratteristiche necessarie per poterla considerare " buona", che si accertano con delle comuni
prove quali:
a. Suonare il DO basso con fiato continuo, dando ripetutamente alcuni colpi di lingua. Se questo
avverrà senza interruzione del suono, l'ancia avrà una buona risposta nel registro basso
b. Suonare senza colpi di lingua le note acute SI, DO, DO#, RE e MI. Le note si dovrebbero
produrre senza alcuno sforzo ed eccessiva pressione dell'imboccatura
c. Suonare con dolci colpi di lingua le note basse RE, DO, DO#, SI e Sib. Le note si dovrebbero
produrre in modo semplice e delicato.
d. Suonare legando le ottave delle note LA, Slb, Sl e DO, senza cambiare posizione
dell'imboccatu-ra. La nota acuta non dovrebbe cambiare di volume e intonazione.
e. Suonare in entrambi i registri l'ancia: essa dovrebbe fornire una gamma dinamica di piano e
forte in tutti i registri, senza doverla mordere, e mantenere un’intonazione costante.
BIBLIOGRAFIA

Anthony Bains - Woodwind Instruments and their History (Faber & Faber - London)

Luigi Suglia - L’oboe: alla ricerca dell’ancia perfetta (Salatino edizioni musicali)

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