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Idi SSERJAZ ione!


S O P R jty

H
l . V A M- P ! R i I
I
z> I

I
«GIOSEPPE DAVANZATl
i» ,

j, Patrizio Fiorentino , e Thani


I
Cavalliere Gerosolimitano*
'Arcivescovo di Trani ,

£ Patriarca di Ales«
« SANDRIA'.

T>
NAPOLI
n »
T
'
^ MDCCLXXIV.
'f Tkìsjo 1 FRATELLI RAIMONDI
Con Licenza d e‘ S u p e m o ri. ^ •
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AI LEGGITORI.
a

,
L Diflèrtazione fopra
ftrepltofe de’
Giofeppe Davanzjati, Arcivefcovo diTra<>
Vampiri
le

di
apparizioni
Monlignor

ni > tolto che ufci dalla Tua penna , ben-


ché manoferi tta , ella fi fparle non folo
per l’ Italia nofira , ma di Ih da’ Monti.
Il folo giudizio ;vantaggiofo , che d’ efla
diede il più gran Pontefice , che fiafi ve-
duto nella Sede di Roma , qual fu Be-
nèdetto XIV baderebbe a fiabilire il
,

fuo merito ma la filma , che ne han


:

fatta diverfi altri Letterati con averla


citata con lode nell’ opere loro , maggior-
mente lo confermano. Quindi è, che il
Burmanno diceva ad un nofiro regnicolo,
ch’egli non avea letto cofa migliore su
quefio ftìggetto. E certamente fc, fi riguar-
da l’ordine, la fpregiudicatezza del penfa-
re ,
e la vafia e varia erudizione ,
e co-
gnizione de’ nuovi fifiemi, apparirà chia-
ramente quanto efla fupera altre e fem- l'
;

brer'a non eflere'' ferir ta da un Aurore ,


che nacque dopo il mezzo del fecolo paf-
fato. Per lo merito dunque 'dell’Opera , e
per le continue, richiefte , che ci veni-
van fatte, e fpecialmente nell’anno feor-
* fo in cui Tenti di nuovo parlare in
,
fi
''
a '2 *
Gcr-
, ,

Germania di quefte , apparizioni di uo-


mini morti o fian Vampiri ,
ci fia-

mo moiTi a pubblicarla . Per 1’ edizione


di effa •
noi abbiamo fcelte le migliori
copie ,
e quelle confrontate col primo
borro dell’Autore. Noi fìamo reflati for-

prefi dal vedere la diverfitk delle copie


e la quantità degli errori s"! per li palTi

monchi ,
od alterati ,
che delle cofe ag-
giunte ,
o dislogate da’ proprj luoghi. Ci
liamo,dati la pena di rifcontrare tutt’ i

palfi Autori , che venivan citati ,


degli
di ridurli vera lezione , e dì notare
alla

a piè di pagina il luogo , ond’eran preli,


che mancava in effe copie . Abbiamo
parimente aggiunto i fommarj ai capito-
li ,
ed alcune note colla vita dell’ Au-
tore . Ih oltre fi una Lette-
è llampata
ra fulla riforma delle Felle ferina a Be-
nedetto XIV colla rifpolla di collui al
Pavanzati . Speriamo , Pubblico
che ’l

ci laprà grado di quella fatica ; e che


leggerà con piacere in quella Differta-
zione, che gli prefentiamo , il piu bel
fatto della Aoria de’ pregiudizi umani :

e vedrà quanto l’uomo prevenuto fia fo-


cile a dar corpo all’ ombre , ed a for-

marfi degl’ idoli talora di venerazione


*
c di rifpetto ,
e talora di fpavento e di
orrore. Vivete felici.

Digiiizcd by Coogic
• \

r I T j
D I

GIOSEPPE DAVANZATI
ARCIVESCOVO DI TRANI.
.// Famiglia Davan^ati è così nota^
che non fa uopo ,
che mi dìflenda a dir»
quaCella Jìa . Bajìa il memorare ge»
neralmente ,
che per lo fpaT^ìo di zoo
anni eftrcitò II riguardevole ufficio di
Gonfaloniere della Repubblica di Fi-
renze ,
e che fu fempre feconda di uomini illujìti

nelle lettere
^ e nelle magijìrature • tra molti de*
quali è> un Bernardo Davanzali per te
chiaro
dotte opere fue , ed un Giuliano
,
fpedito *Am-
bafc'adore dalla fua Repubblica all' Imperadore
tAlberto I ,
per te funefle fazioni de' Guelfi ,
e de*
Ghibellini . Quefla fazione ,
che lacerò per molti
fecali l'Italia ,
e fece ,
che le città perdeffero i toro
piit illujkri cittadini
,
per jottrarfi alle continue Jìragty
di cui era cagione, obbligò un ,/lgnolo DavanT^ati
a rifuggirfi in Uapoli y deve dimorando procrrò
a 3
,

vt
Lorenifo ,
e Lorenxp procreò Giuliano . Da Gium
liano ,
che avea fpojata ^gata Marìconda ,
di nabli
famiglia Napoletana ^ nacque Lorenzo il quale .•

tolta In moglie Eugenia Calia , nobile originaria di

xAtene^ed unica erede ^ fi trasferì in Bari ,


dove
quella dimorava ,
con cui procreò Giuliano ,
N/c-
colò ,
^gata ,
e Gtofeppe . Giuliano morì in età
fanciullefca ,
Niccolò fu mandato da fuo Padre a
Firenze , perchè aveffe cura de' fuoi beni , .Agata
fu data In moglie a Domenico Forges , di Fami*
gfia- Nobile originaria di Chaalons (r) in Francia.
Gioseppe, di cui imprendo a fcriver la vita^
nacque in Bari nel dì ig diA^ofio dell'anno \66%.
Egli palesò ben toflo la vivacità del fuo Ingegno
Il Padre prefe di lui fomma cura ,
e fecondando
la fua inclinazione per gli fludj ,
ed alimentandola
togli efempj-di grandi uomini , ottimo mr^X*^ a por-
tare i giovani a gran cofe , lo mandò à Jìudiare
la lingua latina , e le belle lettere nel Collegio
de' Gefuiti . E' fece de' gran pregrejfi ,
e toflo

fi diflinft dagli altri.' ma la rhorte tolfe al Padre


il piacer di vedere , come corrifpondeva il gio-
vane fuo figlio alle cure di lui . Giofeppe non potè
comprendere la perdita di fuo Padre sì per la te-
nera età y che per la diligenza , che. feguitò ad aver
dì lui fua Madre .Avendo . compito \ nelPetà dì 1%
anni ,
lo fìudio della umanità ,
e delle belle letterCy
imprefe il corfo della filofafia .Ariflotelica , fecon-
do che F ìnfegnaéano i JGeJuiti , dalla quale
timafe piuttofto annebbiatify che rifcbiarato l'ingegno
fuo ,
non avendone^ apprefo altro ,
che poche inutili
pOM

(i) Ved. Baile art. Niccola Pcnot. not, (.a)

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parole , Sua Madre benché defiderajje dì aver fcm.
pre appreffo di fe queflo fuo figliuolo' y che foladi que'y
xhe avea ,
era rimafto in eafa ; not^imfno fa.
l'

grificando l*amor materno al vantaggio di lui , in


cui dee confiftere il vero affetto de' Genitori , rifoU
vè d* inviarlo all* Uifiverfità dt Napoli ; pershè
forniffi il corpo de* fuoi fludj . E perchè egli era
inclinato allo fiato Ecclefiafiico y prefi quegli ardi,
ni y
che /* età jua comportavano , partiffi ^
lieto per
V ardente brama ,
che avea . dì perfeeponare il

fito fpirito^. Giunto a Napoli fi diede allo fiudio


delle leggi civili ; e canoniche ,
ed alla Teo-
logiaNon eran paffati tre -.anni , quando perdè fua
,

Madre della di cui morte (enti grandifpmo cordo-


,

glio.. Forniti y
eh*ebbe quefii fludj y conobbe y
che gli
mancavano nella concatenazione del Japere ,
citte all*
• altre ,
le cognizioni fifiebe ,
e matematiche delle qua-
li feienze era priva quefia Univerfità ,
che ora per
'
h cure del Re Carlo vi s'infegnano Ter la qual co- .

fa rifolvè di andarle ad apprendere a Bolognà .


Mentre era folle mojj'e ,
ricevè nuova di Firenze
pel Cavaliere Boflico Davanzati , di lui parente
^olla mor^
di Niccolò fuo Fratello . Onde partitofi
lofio per quella Città , e dato fefio a fuoi affa-
ri domefiici y
portofp a' Bologna , ove egli ap-
prefe le feienze Fifiche e Matematiche . Compiti
quefii fiudf ,
rifolvè di viaggiare ,
si perchè era
fpinto a ciò grandemente da una naturale inclina-
Zjone ; -come perchè penfava ,
che dopo l* acqui-
fìo di alcune idee neceffarie ,
non vi fia cofa mi-
gliore per conofeere T uomo ,
quanto il viag-
giare f e vedere la gran città del Mondo y eh* è
a A al^
Vm
all' uomo H» maejìro fempre parìante fatta ipiejia .

elisione ,
e avendo veduto tutte le città principali

dello Stato Pontificio ,


della Tofcana ,
e quelle deU
lo Stalo della Repubblica di Venezia y fi ^ conduffe
a Milano / dove fece Pretta amicizia icl ^to del fu
Cardinale Po^X^bonelli il quale avea rifoluto di vem
,

der Parigi ,
ed indi di vifttare il Santuario di
S. Giacomo di CaUzjn • Onde unitoft feco lui nel \

viaggio y
e y
ed a
trattenutofi alquanto a Turino
Ginevra pafsò a Parigi
Quindi dopo alcuni .

tnefi di dimora p conduffero amendue in Gali\ia


a vifitare quel Santuario . Ma ficcome il Poì^
s^obonelli non avea avuto altro fine del fuo viag. '

gio y, eie quejìo , rivolfe il fuo cammino per l' Jtom


Ha y non potendo perfuadere a venir feco il Da-
vangati y
che tutto altro oggetto t‘ awa propo-
fio . Rimafio adunque f io il Davanzali *
ed a-
vendo offervùto tutte le Città principali della
Spagna ,
e del Portogallo ,
tornò di nuovo a Pa-
rigi y offendo molto innamorato delle 'maniere ,

e de' cofiumi de' Francefi . Qitivi fi tratten-


ni molti anni ,
non tralaf landò dt migliorare il

fuo talento con frequentare le Univerfità •, e col

converfare co' migliori Letterati di quella . Do-


po un i) lungo foggtorno a Parigi pafsò nel-
le Fiandre , indi in Olanda . Quindi avendo
fatta rifolu^ione di ripatriarfi , pafsò da Colonia
a Magenta, e offiervando il Palatinato y il Circolo
del Reno , l'^lfa^'a , la Lorena il Delfinato y o *
j,

la Provenga , per Sciamberj fi trasferì a Genevra •


Ma come fu quivi giunto ,
rirrcnò effergli fiat»
da Firent^e- rimejfo del denaro dal Cavalier Bojiico
'
Da-

) 5
t

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<

DavMnxfti ^ t non potendo dìmentiear/ì di Parigi^


i» tempo fpeciaimente ,
che regnava il gran Luigi,
volle ritornarvi di nuovo . Donde ,
alquanto dopo, *

pensh dì poffare in Inghilterra , sì per offervar quell*


J/oljt , nobil fede delP %<4rti e delle Sciente , co-

me per eonofcere ,
quanto allora effa avea di pi»
' grande ,
cioè P immortal Neutone :
per la qual
eoja driggò il fuo viaggio per Bologna., Ma per,
var'j accidenti gli fu impedito di paffar oltre , e
non ebbe altro piacere, che divedere da quefta Cit-
tà ad occhio nudo P Inghilterra Quindi ritornan- .

do di nuovo per le Fiandre in Olanda ', paf-


futo da -Aguifgrona in Colonia , e da Colonia a
T reveri , e attravirfando la Lorena ,
e P altre
Provincie della Francia ,
Venne per Sufa di nuovo
a Torino. Indi ' avendo offervato quegli altri Stati
et' Italia ,
che nelP andare non avea veduti ,finaltAen-
te ripatrioffi ,
accolto con da fua
indicibile piacere
Sorella . Ma paco fi trattenne in Bari , perchè
fu obbligato di partir per Firenze , richiamato colà
da fuoi intereffi • i quali avendo rimejfi in buon
ordine ,
s* indriggò perla Patria nuovamente . Giunto
a Napoli ,
e ^avendo faputo quivi ,
ch'era vacata la
Dignità di Teforiere nella regai Cibiefa di S.Niccolb
in Bari ,
benché molti Icf pretende ffero ,
la cbiefe ,
e
P ottenne effendo allora Diacono Drpo di ciò avendo
.
,

ticevutoP ordine Sacerdotale per manp del Fefctvo'


di Montemarano Mariconda fuo zio y
partì per
Bari ove goaè per qualche tempo
,
in un ogio lette-
rario la fua nuova Dignità . Ma ficcarne gli uomini
di lettere , e xi'tupfi mal fon veduti nella lur Pa-
tata aagPignoranti o fia per una fatalità ,
o perchè

S ue-

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X _
.

quefii rigvarditno dì maP otcbh quelle vìrtìt ,


r
quel ,
di cut ejfi fon privi y
cercarono
nell* animo di Monftgnor Priore Pallavicini , con
male arti adombrando le fue virtit , di /ereditar’-
lo . E ad ijìigaxione loro il Pallavicini teffen»
do una nera impoflura , lo fece chiamare a /?*-
ma .
Quivi giunto durò poca^. fatica a dimoflrar»
la fua innocenza , onde fu tofto rimandato a
Bari . Egli cercò con moderazione di animo di
ripacificarfi col Pallavicini : ma quefìi , come ad
onta fi recava la fua venuta , e 'I vedeva di
.mal' occhio, fingendo amicizia , gli '-tramava intan-
to nuovi inganni .* quando una cagione non afpet-
tata difvtlò innanp tempo contro al Davangatì il
celato fuo odio . ,Aveva allora Clemente XI fpe-
dito ordino a tutte le Cbiefe del Regno’, che do-
po la Meffa folenne fi cantaffero le litanie , per-
chè Dio fi compiateffe di por pace tra Prùftipi
di Europa, i quali in quel tempo la fticcef-
fitone della Monarchia di Spagna erano tutti in
guerra . Monfignor Pallavicini proibì qual fe ne ,

/offe la cagione ,
ai Preti della fua Chiefa di ob-
bedire al Pontefice in quefto ,
ma il Teforiere Da-
vanzali efeguir volle gli ordini del Papa . Del
che inafprito il Pallavictni ,
accufdndolo al Pa-
pa ,
di .iniferedenza (
/olita acoufa per per-
dere gli uomini virtuofi ,
e di lettere ) il fece
richiamare a Roma . Ma avver-
ficcome le

fità fempre non mtoceno , quefia fua nuova mo- .

lefìia fervi a farlo conofiere ,


e ad aprirgli I0
fìrada a nuovi onori . Egli pel Juo talento fece emi-
'
cizin (on molti Cardinali ,
ma piit che delle amici-

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«

^ie dì quf/li y
alcuni dd^qualì no» erano rìfpetta-
^ti ,
che ptl grado , /ì gloriava molto di quel-
la ,
che flrinfe co» Profpero Lambertint ,
e col Mar-
chefe Maffei ,
che per la conformità del penfare in-
divrfìbilmente convivevano infume . Egli pofe tofto
in chiaro la fua innocenT^a ,
facendo vedere ,
che- Fac-
cafe del Pallavieini non nafcovane altronde yfe no»
dall' aver voluto obbedire agli ordini del Papa , che
il Pallaviiini avea ricufato di efeguire Clemen-
te XI sì' per la falfìtà delle accufe ,
come per la
fomma obbediene^a dal Davan^ati ufata agli ordini
di lui . dichiarollo innocente , e richiamò a Roma
Monfignor Priore , come incorfo nelle cenfure . Il
Davan^ati feguì per molti anni a trattener/! in
Roma . Finalmente^ effendoji pubblicato il noto inter-
detto di Lécce ,
e trovando/! le cofe molto altera-
te tra la Corte di Roma quella di Fienna , fi
pensò dal Papa Clemente XI di mandare a Cefare un
uomo di fpirìtO j
e di accorgimento per accordare
i’ affare dell' Interdetto . Volfe to/io if penfìe-
re al Teforiere Davan^ati ,
il quale non fole
egli fleffo avea cenofciuto , fentito da' Cardi- ma
nalbledare ,
come uomo di fpirJto penetrante , e di
prudenza ,
e di dottrina fornito ,
che avea gran
cognizione delP uomo ,
poiché avea varie ndzjo-
ni ,
e coflumi feorti viaggiando .Elettolo dunque
per Legato flraordinatio a Cefare j il Davanzoti
corfe to/ìo falle po/le a Vienna Era allora in quel- .

la Corte il Conte Stella ,


nato in Modugno ,
piccola
Città della Provincia di T ranì ,
il quale per varie cir-
coflanze avventurofe era giunto ad effer molto caro
• Carlo VI. Ora il Davanz<*ti ne' primi me/! del
.

Xll
fuo foggìoieno colÀ,pofe tutta la fua cura 'aà acqui*
Jiatfi i* amUigia del Conte , come gli venne fatto
per gli accidenti i meno previjìi , e poco rile-
vanti ,
tanto è vero ,
che -per lo pììt ne* gran,

Negoziati alcune mìnime cofe decidono della forte


di quelli . Concioftachè come gli emuli del Conte
'Stella ^adombrando il vero ^
fpargevano malamen-
te alcune cofe del medefimo ,
le quali fe mai etano
in lui y non provenivano^ che dal cafoyC ne chiede-
vano fpeffo y
e importunamente il Ùavangati , <ome
fuo patfano ,
ad approvatle \ egli non folo gli diffin-
gannè yma fue prudenti rifpofle gli fece tacere.
colle

Il che giunto a notizia del Conte , tanto amor gii


prefe y
che non folo gli dava fogni de* piu grandi
onori y
ma di continuo grandemente il lodava, a Car<^ \

lo e pel fapere ,
e per la fua virile ,
e per l'in-

tegrità de* fuoi cofìuptì . Il Davangati per ta-


li ufficj y
e per lo fuo fpirito ,
e per te fue al-
lettanti maniere y fi feppe bene infinuare nella gra-
gia dflP Imperatore , Il qual conofciutolo per quel-
lo y che gli era flato defcrìtto ,
lo fece degno così .

della fua benivolenga y


che non p affava gìornp ;che
noi voleffe feco a ragionamento . Giunto a que-
flo flato per le fue ottime qualità fu faci-
le al Davangati di fpianare l* affare ,
e di fif-
fare i punti principali della pace . Ma come vi
|

Infognava un abboccamento col Papa a rifolvergliy


mefjeji fulle pofle
,
, prefe la via ' d* Italia . Poche
miglia lungi da Vienna roverfciatofi il caleffe y diffav-
venturamettte gli fi ruppe una gamba onde fu
neceffitato di ritornare in dietro . Rifaputofi dò da
Carlo VI gli mandò tl Chirurgo di Corte ,
perchè
y

foffe

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•x- —
.

XTIl
foffe da qurllo curata , Sorto dopo alcuni m:ft ,

pre^e di nuovo la via di Rom » ,


ove giunto ,
ed
approVatoft il fuo plano ,
ritornò a Vienna per dare
r ultima mano al nego-^iato ,
il che tojìo efegui;

ed bene condurre che nè, l'una nè l al-


il feppe sì , ,

tra parte ebbe a doler/! . Così avendo fornito ognt


fua incumbenT^a , fi affrettava di ritornare in Ro-
ma col Conre Galas , v4mbafciatore Imperiale a quel-
la Corte quando Carlo VI gli volle dare urs
nuovo contrajegno del fuo affetto , nominandolo
t/frcivefcovo di Trani ^ la quale Chiefa da molti an-
ni era vacante^ facendogli dono di "lOOOO fiori-
^
ni per le prime fpefe , In quefla occafione la Prin-

eipeffa una croce di fmeralJi colf


Pio gli regalò
anello contornato di diamanti Giunto in Roma col .
'

Conte Galas , flretto fuo amico , il Papa Clemen--


te XI fi chiamò pubblicamente foddisfatto delP
ope'a fua e come altro non vacava allora ,
thè
,

P^bazia dì S. Maria della Vittoria per la morte


del Cardinal Carpegna ,
di rendita di 6oo feudi
Umani P anno ,
di quella lo invefiì ,
e confagrolto

t/4rcivefcavo di Trani .

'
, Non così tofio il Gran Maejlro di Malta Pere!-
OS feppe effere fiato creato ,/frcivefcovo di Trani ,

che gli conferì con fuo Brevetto la Croce di Cava-


Iter di Malta , ed indi poi con un altro lo

tleffe 'Giudice Confervatore de' privitegj di detta


Religione nella Provincia di Trani y del che aven-
dolo ringraziato Monfignore con fua lettera il grart
^

Maefiro così gli rifpofe '

:<

V- >

IL-

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XIV ^

ILLUSTRISS. È REl^ERENDI^S. SIGN. •

^Raiifce V.S. III. con efprejjìòni così obbliganti


i dm Brevetti ,
i quali m accufa colla corte»

fiffi/na fua de' dì Ottobre ,


chi io .mi riconofeo
in debito di rendergliene copiofiffime grafie. . La
,
Croce del mio Ordine collocata nella fua fa:ra Per»
fona riceveluflro , e fplendore dalla fua .Afcive»
/covile ,
e F aver profa la confidenza di elegger»
la Giudice Confervatore è un' altra Croce ,
perché
porta il pe(o di difendere i privile^/ 'del riferì»
^ i

to mìo Ordine . lo fon ficuro ,


che V. S. III. lo fa»
rà con zelo in ogni congiuntura . Mentre bramò»
fo d' autenticarle la filma ben difiinta , cbè profef»
fo al fuo fingolariffimo merito , le auguro il colmo
delle plìt invidiabili felicità . Di Malta li di
novembre 1718.
y4l fervizjo di V. S. IH. il Gran Maeftro
'
^ Perellei .

Poiebb egli fu di quefio nuovo ortore fregiate ,

partiffi fttbito alla volta di Trani . Giunto ,


che
/vi fuj trovò quefia Cbiefa in uno fiato deplorar
bile . La Sede per molti anni vacante avea di
molto rilafciata la difciplina , e introdotto una
gran fuperfiizione nel Volgo , .effetto , oltre alla
prima cagione , della poca dottrina de' Preti
Qpìndi poje tutte le cure a torre quefii inconve»
nienti^ e fpecìalmente alcune divoxioncine ^ che.fi
facevano di notte tempo ad alcune vecchie ima»

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girti . E pnmieretiunie egli comìncìh [piegare
'
agni -Domenica la Scrittura y ed a [are de Dìfcor»
fi Paftorali tendenti a torre quegli abuft / ma
come vide ritrarfine poco frutto y
perchè è difficile
sbarbicare alcuni ufi del popolo , e [pecialmente
quattdo quejli col velo della Ri ligione danno campo
agli u^ini di [oddisfare le loro paffani ‘
così egli
rifolvè di aprire la S.Vifita per la fua Diocefi
portatoli' armato di uncinr,e di martelli in quello
Cbrefe y
ove sdì»' vecchie imàgini fi. pregiava quel
[uperfìigiofo culto , molte di quelle pofe in peg^i ed
,

infranfi. Quefie [ue operazioni [coffero talmente il

popolaccio y
e cosi inajprirono i Frati ,
ed i Preti y i

quali' da quelle tali divozioncine gran prò trae-


vano^ che foftenuti da una delle prime Dame del
Regno \ che gran maneggio avea in Roma , l'ac-
cufarono al Papa per Iconoclafla , e per ordine d'^l
quale' fu chiamato a Roma, Quivi giunto,, pafsò
pik di un anno ,
prima che aveffe potuto^aver
udienze da Benedetto >XUIy eh' era fucceduto a
Clemente XI , tanto aveano prevenuto l'animo reti-
giofo di quefto Papa contro diluì ,,Alla fine aven-
do trovato modo di parlar col Papa , e,pre[enta-
tofi colla foltta [ua fuperiorità di fpirito ,
incomìn-
’eiò-in quefte pasci il fuo difiorfo : En caput Pro*
phetae ,
premiùin Pùdlae faltatricis . Lf quali pa-
role forprefiro il Papa ,
ed indi difiovrendo tut-
ti gl' intrighi che aveà u[ato in Roma' la Prin-
y

eipeffa hJ, N, per perderlo y


e facendogli vedere, che
P aver lotte quell' ìmagini èra un effetto di ^e/o
pel vere culto di Dio venne poi a numerare i [ervi-
,

gt ,
che avea prefiati alla Corte di Roma : il che
efpo-

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tfpoflo colla fua vivacità di efprejfioni ,
ed intre*
pidexja ,
mo^e così t* attinto pìetofo del Papa ,
'

ciré convinto della fua innocett^a e delP impoflu-


ra altrui ,
il rimandò alla fua Sede . Ritornata
egli in Tratti non filo non portò odio a fuoi nemi-
ci ,
ma ancora colla folita fua magnanimità ,
loro fece
del bene , e molti di quei Prèti previde ,
in contracam.
ilo del male ^
di beneficj ^
e di prebende . Egli
rivolfe r animo nel fuo ritorno ad introdurre qital^,
che lume di fapere nel Clero ,
onde fondò alcu-
ne fcttole pubbliche nel fuo proprio pala^pv ^effen-
do nemico di Seminar'} ^
ne' quali , credeva, che
la gioventù fojfe più efpofla ad apprendere il male,
che il bene ,\e ciò per P unione di tanti giova-
ni per ingegno, per co/lumi ,
e per -inclinazioni
iiverft . Quindi invitò feno^ahun difpendio a ve-
nirvi non fola i Preti delta fua C biffa ma ,
quei
della fua Dìoceft , a. quali nel primo piano del
fuo palazzo affegnava Una flanza divifa dalP al-
tre con tutto ciò , che loro fauna bi^gno ma • :

la barbarie de tempi , o la fearfezz^ dd Preti' fece,


che toflo le Scuole fi cbiudeffero j onde de' letti , f
di tutto ciò.
,
che avea fatto per ufo di quelle , alP
Ofpedale pubblico ne fece dono . In queflo teptpo
venendo in Benevento Papa Benedetto XIII ,
egli

partì per Firenze per venderer quegli- altri beni ,

thè gli erano rimafli dove pervenuto ,


il fuo primo
,

penfiero fu di ergere ,
in fegno del fuo amore , un
Sepolcro dì marmo a Niccolò fuo fratello nella Cap-
pella di S. Caterina di Padronato de' Davan-
gati ,
cb' è a fini[ira della Cbiefa della SS. Tri-
nità . Egli vi fece fcolpire la feguente Ifcriziont
da lui medefitmo cmpojìa
d.o.m.
I

xvir
'
D. O. M.
' '
4
* \

Nicolao Davavzatis Laurhvtii Friio


Tatricio Floaevtino BARIt IM Apulia nato
E x .QUO Florentiam APPULSO
Ibiq^ue suae aetatis flore
HeU immatura morte corretto
Non SINE lacrumis sepolto
JosepH(Da vangati eques Hierosolimitanjjs
Et Archiepiscopus Tranensi^
FrXtri dolcissimo in ob^quium

Sui amoris
Apponere curavit '

/ Anno Domini MDCCXXVIL


»
*

\Avendo dunque dato feflo a fuoi affari , ritornò alm


la fua Sede ,
dove avendo japuto la morte di Bene-
detto Xlll , torfe in Roma per affifìere al Concla-
ve^ in cui fu elette a-Rapa Clemente XII i ed aven-
dogli baciato il piede ^
fece ritorno in Trani . N I

fuo ritorno fu travagliato da nuove cure e deli-


cate . Era in Trani allora il P. Maeflro Mouhno
de' Minori Conventuali ,
uomo robujìo , fai ace di ma-
,

niere infinuanti e fervido cf ingegni . Quejli avea


per me^gp della confejjìone fparjo ^negli animi di /

alcuni degli ,
errori gravi in 'Religione , ed avea
formata una fpecie di fetta. 1 fuoi fentimenti èra-
no ,
che flccome il peccare non era del corpo , ma
dell' anima , così quando quejìa -fi foltevaffe al-
la contemplazione delle coje celejìi ,
il corpo -pò-
tea fare qualunque agione vietata dalle leggi di-
b viae
'
)

i
,,

vi ne ed umana, fen^a afcrivpfì qu^ia d peccato ,


Quajìi fuoi fentimenti trgvarono toflo de’ fegujci
conta troppo cominodi a garanttve le debote^'^e e
,

la ntali^ta umana egualmente negli uomini , cbe


,

nelle donne . .Avendo per df alcuni MJJìo-


narj l' Arcivefcovo ciò /coperto pensò^ /abito di
,

formarne con tutta la /egretezz^a . il proceffo ,


ed
a formarlo in tal gut/a /u neceffttato per molte
ragioni ,
cbe la prudenza umana e la carità crì^
,

Jìiana richiedevano Veri/ìcato tl tutto , arrefiò.


il Padre Maejìro ,
e ne Jtriffe a Roma. Ma come
quejlo fatto offendeva tutto / Órdine de’ Minori
Conventuali • ejji fi adoperarono così bene in Ro-
ma , che fecero ,
cbe non veniffe a quella pena
che meritava ,
ma fattolo dichiarar pa^zo , ft or-
dinò ,
che foffe confegnato a’ Frati del. fuo.^ Or-
dine perchè il confina ffero in Gravina ; ' Que/ìi ,
poiché videro nelle loro mani tl P.^Maulano ,
cercarono per l' al tini me^go di molefìar l’^Arcive-
feovo . Ed in fatti fecero ricorrere al Viceré Daun ^

che il preceffa prefo per l’affare del Manfano era fia-


to fatto con tutte te formale di quello del s. Oficio,
il che era cantra le leggi delRegno . Q^ielìo nome co-
s'f odtofo e detefiabile mai fempre nella nofira Nàz'tme
fece ,
tanta impveffione neh’ animo del Viceré , moffo
ancora dagli occulti maneggi de’ Frati ,
che ’l rt-

cbtan.ò a Napoli a tender ; conto di jua condot-


ta , Egli oibedì tefio agli ordini^ fuprftm « e pre-
fèntatoft al Viceré , fece vedere ,
che moìte pregnaifti
e forti tagióni l’ ave an moffo a. prender in quella
forma tl proce ffo , come poteva egli fteffo vedere da
quello ,
che gli prejentava . Dal che riìevatafi la jtta
''
. , tn-

Digilized by Googl
innocenza ,
e la fua prudente condotta In aj^are si
delicato ,fu rtmandato alla fui Sede Tofio che fi .

rèflttuì a Tram y e^h ripteje non fola te fue^cufg


plafiorali ,
ma ancora te letterarie . In tjttfìo

tempo fcriffe alcune Dlfferta^toni fulle Comne ,

te quali f conte mai non ebbe cura delle cofe

fue , fi fono perdute . Mi afficura pelò C abba-


fianca notOtfibateQaliani Con/iglier deTCommercioy
(he i' avea lette , cfi erano fcritte con nìolto giu»
di^io.m Non avea po/lo fine a quefla fua letteraria
fatica y
quando rìnnovdndofi nel ly:^p le apparizioni -

de' Campiti in Germania, egli per foddisfare alla cu»


riofiia di alcuni fuoi amici fi pofe a fcrivere una Dif»
.JertaZ'ono su que/ìo- fenomeno , la quale , com^chè
non mai volle /lampare eofa alcuna ,
pure fi di»
volgò tofio cesi manofcyitta no» fole per l' Italia,
ma dì là da' Monti . In que/to tempo egli fu af»
flitto per la morte del Cavalier Btjìico Davan»
Zati in Firenze , il quale gli lafaò in tefiamento
viti! fua durante /’ annud rendita eli ducati 400.
Nell'anno [eguente il dotto Cappellano Maggiore Mon»
fignor Galiaoi ,
fuo ftrettiffinio amico ,
gli diede nuo»
V» materia da fcrivere , Et glichicfe in nome della
Conteffa D. Clelia Grtili Boromei
fuo feniinnnto il

fulìaiiatura del.veneno della Tarantola di Fuglid,


de' fuoi effetti , e ciò ebe fiimaffe dell' antidoto del
fuono y t'del ballo per' rifonarne .11 D avanzati fod»
disfece fubito alle fue domande con una lunga , e dot»
ta lettera ,
ebe
su quefla materia p alla quale il
fcriffe

Galiani avendo fatte alcune obbiezioni , e' gli rijpofe


ion un altra non men lunga , che erudita lettera ,
co»
CUI diJcioglKvcf le obbiezioni piopofle . Di quefie due
b a let»
X3^
lettere non ho^ velluto , ebe la feconda ,
la qttale me-
rita di darfi alle Jlampe, racchiudendo molte cofeinr
terejfantt su quejìo foggetto .

hlel 1741 offendo fiato eletto a Papa Projpero


Lamberttni fuo atnicijjfimo
, ,
egli l^ell'età di y^ anni
fi partì per Roma a baciar il piede a Benedet-
.
to XIV , Fu accolto co fegni pili grandi di Ono-
re , e colta fieffa antica amicizia dintoflrando ,
che la nuova fua dignità come fuole fpeffo irt
,

alcuni avvenire ,
in nulla avea quella alterata
nel fuo grande animo y e non paffava gior-
no , che non foffe con lui . Quejìa benevolen-
za del Papa ingelosì tafio i Cardinali . In que-
flo tempo fi Re Carlo fi preparava * a parti-
re pel Santuario di S. Niccolò di Bari Il .

Cardinale %/fcquaviva , che ’/ mirava gelofamen-


te prendendo quefia occafione ,
y un giorno nell' an-
^
ticamera del Papa rivoltofi al Davanzali gli .

diffe ,• eh' era di bene y che dovendo poffare il


Sovrano dalla fua Sede fi foffe trovato colà a baf
dargli la mano . Egli comprefe l'idea dèi Cardina-
le y
e prontamerite gl! rifpofe forrldendo eh' e'
, ,

fapeva pur troppo tl, fuo dovere che lo .ringrazia-


va del fuo configlio ,
ma eh' era troppo tardi y
poiché era venuto a tal effetto a' prender licenza
dal Papa ,
ed avuto udienza , chiefe tl permeffo di
partire . . E benché il Papa ^rcaffe di diffuaderlo , e
colla fua premura gli deffe qualche fegno di vicina ,

promozione y e gli rifpofe y


che'l fuo dovere di fe-
del Vaffallo il chiamava altrove ,
ma eh' era Ji^
curo della gragia dt S, S. in qualunque luogo fi
ritrovaffe : tanto egli amò piu che ogni altro van-f
tog-
taggh il proprio àttero i Partito^ àun^^uu p ri-

trovò a tempo a baciar la mano al Sovrano ,


a
cui fi prefentò , e parlò con tanta prejen^a di
fpirito , che il Re rivolto a, fuoi di Corte eb-
be a dire * quanto è ardito quejìo bujn vecchio ,

Fin da che fi era trattenuto a Roma avea


ejpo/ìo al Papa Benedetto XìV alcuni inconve-
nienti , che meritavano dalla S. S. riforma ,
tra' quat-

ti quello del numero eccejfivo delle Fefte ,


che bifo-
^nava di effer rijlretto . La qual cofa il Papa non fo-
la udì volentieri ,
ma Cafficurò di voler porvi rime-
dio . Ond'egli nell'anno feguente rinnovò le Juppliche
con una lunga lettera tu quefta tiforma proponen-
dogli varj modi : a cut rifportdendo tl Papa gli fcrif-

fe , eh' egli, [i appiglierebbe a uno di quelli , «


pròpriamente al Juo , come in fatti avvenne . Onde
il Davanzali fu quegli , che in parte promoffe nell*

"animo del Papa sì janta Rìforrna tanto utile alla po-


vera gente , eie non ha altro mee^o da vivere ,
thè colle proprie fatìghe . Intanto la fua Drffertatifio-
ne fopra i (
Vampiri s' era fparfa per tutta l' Italia
benché manoferitta ,
e come feppe , eh' era giunta a
notizia del Papa jO che mofirava piacere di averla^
fuperando la fua naturai modefiia ,
ne fece con fua
'
lettera prefintare una copia dal fuo -Agente al Pa-
pa . Il quale col feguente Breve che gli ftrijfe , mo-
flrò il fuo benigno gradimento.
<
, ,

xxrr

BENEDICTU S PP. 'XIV,


Venerabitis Frater Jalutem %A'^oJioli(am bt
r
,
'

ntdibìionetn .

.

^ BÌìa<m
Vampiri
rìcntufa la fua
prejentataci dal • juo
Differta^iotie
.
/opra
L* ab-
i

biamo /ubilo letta eoa piacere ,


e nel medefimo
tempo ammirata sì per la dottrina ,
che per la
va/la eruJi^'one ,
di cui ella è fornita , Ce ne ral- .

tegriamo con e(fo lei ,


e le ne ftamo tenuto dei
dono di {} bell' opera , eh' è degna ,
che vegga
la pubblica luce . Ci conjervi la [uà antica buona
amipgia ,
^efictido con dare a lei ,
ed al gregge al,
la [ita cura commejfa /’ apofìolica benedigjone .

Datun Ron:e apud S. Miriam Mi/orem die iz


Januarii 1745- Pontijì'aius nojlri anno tertiO

Mentre ei godeva una fana'vecchìaja tran-


quilla^ fu affi tto dalla morte di %Agata fua fo-
rella ,
eh' egli amava teneramente come colei ,
clr

era fornita ài amabili' coftumi , e di ottime viriò


Egli non potè con tutta la fua fiLfcfia reftflere '

a tal perdita ,
e quanto le foffe cara ,
volle di-
mojìrare colla feguente iferigione ,
che fece /colpire
fovra il /epolcro di lei.'

>

D.O.M.

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XXIII

*
p. O. M.
i
*
* _
>

' ’

' '
V
Hiq CONDUNTUR CINERES PR F.CLAR ISSIM* MU-
tiER<S AGATH*; DAVAN7.AT4 CHRlsTiAMIS VIRTU-
TlBlis. PR^Dirff NOBlL.QtlE GENERE ORT* urPOTt
A vetusta AC PP.RIElUsTRl PATRiC ORUM HETRU-
Rlff. PROSAPIA DE D A V A N7. AT I S Prt OG EN T SI , Q.'J* 1

DUM ADHUC PUELLA FLURENTIAM OHIG.NARiaM


BJUS PATRIABJ adire PARAVERAT ut iNSGNr
EANCT.T. Mi^RTA^: C0EN03I0 EXPENSIS $UVE DAVAMZA-
TÒRUM FAMILIÀ: A FUNDAMENTIS È VECI O MONA-
5TICAM VITAM PROFITERI VELLEi: I NOP K AT E S iC i
'

DESUPER DEO PERMiJTENTF. NUPTUI TRAOITUR DQ-


MINJCO FORGES. AC TANDEM POST MULTUM VERO
TEMPORIS PlIS OPERIBUJ ONUSTA D^MfeìTtClS CURIS
LABOR BUSQUE CONFECTA OBDORMIVIT IN DOMINO
I

ANNO 7ETAT1S OCTÙ AOES l\lO TERTIO DIE DECiMA-


SEXTA FEBRUAR I DOMINlCiE I NC ARN AT ON S M IL-
1 I I

EES MO SEPTJNGENTESJMO Q.U AT R AG ES MO Q.U NTO. I 1

DENIQ^IIE NE TANTA^. MATRONA: PRACLARA VIRTUS


OBLIVIONI DARETUR DILECTlSSlMA SOROR AR- I

«CHIEPlsCOPOS TRA.NENSI^ FRATER MARENS IN SI-


ON UT4 AMORIS HOC MONU,MENTUM APPONERE. CU-
RAVIT ANNO SAHmS MDCCXXXXV.

. i Intanto in Rema fi era ffiarfo ,


e non fen^a
fondamenta \
che /’ %A>ctvefcovo di Tram lartbbe
flato ffelia prima prmoefoite eletto a Cardinale ,
ed Egli ne avea avuto lettere
,
che ne lo afjicu^
ravano. ^
dal Cardinale %Albani ,
e da Mon/ignor
Cojìanxp [uoì amici j
ma qitefla voce univerfale
fu quella , che gli tolft il Cappello . Il Cardina.
le,^cquaviva , eh' era nemico del Davanzali , e .gli
altri pretenforJ congiurarono centra lui . Ejji pref.
fo il Papa prefero il carattere di amici del^Pa.
b 4 vaif.
t

XXTV
vangati a y
cut il loJavdno nelle lodi riferivano al

Papa ciò che di luì ft vociferava per Roma ^


con /og-
giungere il pubblico diceva ^ che S.S. colicele»
che
j

^ione del Davan^ati a Cardinale avrebbe onora-


ta fola la fua tomba , novandofi nell' ottantefì-

mo anno di fua età : nel mentre ,


che ciò fuc- \

cedendo y avrebbe rovinati i fuoi Nipoti per te fpe-


fe ,
che avrebbero dovuto fare in quejia occafto-
ne fenica fperant^a di rifar/ette .
Quejìa ultima par-
te del difcorfo ,
eh' Eglino pojero e fpejfo a ve-
duta dii Papa y
fecero qualche impreffione nell'ani-
mo fuo . Ma la morte avvenuta in quejìo tempo
di Monftgnor Crifpi ^^rcivefcoz’o di Ferrara ,
per
etti veniva a vacare il Patriarcato d'-^effandridy
gitelo fecero determinare . Potchè efji faero^ vede-
re al Papa ,
che dovEgli avejfe voluto provve-
dere tl Patriarcato d' •/ileffandria in perfona del
Davane^atì y avrebbe dimojìrato la fltma yche con-
rfervava di qutjlo fuo grande amico , e nel mede- \

fimo tempo non avrebbe rovinato i fuoi Eredi ,


CIÒ ebe farebbe fiato p'U caro all'^rcivefcovo di Tra-
tti
y
che il cappello .
qual partito appigliando/i il

Papa y
gli fece''toflo fpediré gratis le bolle ,
dan-
dogli avvifo della Jua promozione, al Patriarcato
col feguente Breve fcritto di fuo proprio pugno.

BE-

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.

BENEDICTUS PP. XIF,


VenerabHis Prater falutem & ^poflolitam bt-
'

nediBìonim ..


,
\

TjSfendo -Q<*cato per la morte di l^oasi^nor Cri-

fpf ^ t/ 4^ecivefcovo di Ferrara , tl Patriarcato

d' ^Uffancìrii^ A//» memori della nofira antica


, ,

buona atntctxia ,
lo de/ìtniamo a lei ^
t? daremo ^li
ordini opportuni per la fpedi^ione . C\aritfca que-

piccolo contraffegno del noliro affctio e della


fio ,

nojira flima . 4uquriam


- a lei ,
Patriarca del nuo-

vo Tejlamento ,
quella lunghe^a di vita ,
e di fa-

nità ,
ijhe godettero' t Patriarchi del Vecchio : ed
abbracciandola ,
le diamo i' s/ipo/lolUa benedi%iont ,

JJatum Roma apud SrMartam Majorem die Z


»/lugufli I74Ó. Pontificatus nojtri anno fexto

^ Fu fen/ìhile 'a queflo fegno di affetto di Be-


nedetto XIV .‘onde gli refe colle più vive efprejfio-

ni di gratitudine i fuoi umili nngra^iarnen-


ti . Dopo quefta nuova dignitd godè della ft**

robufìa vecchiegpra' fempre intento alle fue cure


pafiorali' e letterarie ^
quando nel 175;? e’ /» ’«/-

falito da una febbre sì fiacche il tenne giorni


alletto con non grave pericolo di jua vita .• ma 0 per'
la robufìegxt* della fua ccmpleffìoitt , 0 per, l'arte de
Medici ,
ei ‘fuperò il male Quefla fu .
la prinia infer-
mitd ,cb'e foffrì .,da In quejìa fua ma-
che nacque i

lattia ,
tome ebbe fempre libera la mente , egli non
foto foffinva intrepido il male ,
ma difeorreva con
,
xxvr
ina ifffrenxt* della motte ^ e poneva y
non lajciando il

naturai Juo cofiume y


fcbeio^evolmente in denjo co' Me-
dtct la lor arte . Egli riprefe in breve ,
e pii* vigoro-

famente le fue-fot^^ , e dove aveffc po/lo mentii a pih


gelofamente guardare la fua vecchiaja ^
la quale ,

benché robujia ,
era pur grave , avrebbe" potuto vive-
re pih lunga vita . Ma ne' 1 5 di Febbrajo del
I2S 5 avendo voluto [cendere nel Juo giardino y'untco
divertimento della fua età cadente ,
per ojfervare
fe te -topiofe nevi , che alcuni giorni prima eran ca-
dute ,
avejfero offefo i fuoi agrumi , e trattenutovi fi
alquanto , fu forprefo da un gran rigore di freddo^
a cui Jovr aggiungendo un ardente febbre infiamma-
toria' nel petto , nè aleuti arte giovando , munifft

toflo de' Sagramenti , è fpirb placidamente alle ore


quattro metto un quarto della notte nel 1
6 fi
F eb-
brajo del 175S, di anni 8p meji 5 e giorni' 16.
Egli era ^ben fatto di fua perfona- y
di fiata-
ra bajfa y
pienotto enfi che 'nò . Il fu^ Colore era
bianco tinto ^di un bel vermiglio ,
H capei biondo ,

la fronte larga , e l' occhio vivo turchino . La vi/la


avea acuta ,
che cenfervò fino alla fua morte . La
fua fifonomia era dolce .* il fao umore ' era gbjo .*

la fua converfafione aggradevole f utile , e polita


per l'ufo del mondo 4 Egli 'ùvea de' fall gra'fiofty
•e, de' detti pronti . La fua maniera di vivere era
fentpìice y
ma applicata ,
era par,:o nel cibo yC queflo
dt vìvatele femplici e naturali ,
il vino ufava tem-

peratijfiìho . Non prefe mai bevande calde , nè


di, tè ,
nè di caffè , 0 di cioccclatte y nè di li-

quori fpiritoft y
come notevoli- alla falute , Dor-
miva quanto bajiava a rinfrancar la magebt-
' na'y

Digitized by Ciooglt
,

XXVTI
tia , ma ogni fera , voleva andar la leuo con
idee allegre ,
e perdi o gli piaceva di udir ^
o
raccontava de^ fa'ti lieti e faceti ; perchè et dieta ^
che •
le id'-e malinconiche e funejìe --o ci tol~

gono il fhnno ,
o cel turbano con fogni liigtt.

bri e fpavenrevoli . Da che fi levava di letm


io , apriva te vitrate per refpirare aura tnat»
tutir,a\ e falubre ^
e ''fi vèjiiva di tutto punto ^

e Jlava fino alle due della nette perchè du


ci.sì

ceva ^che le pirf ne pubbliche dez'ono farfi trovar


- fempre propriamente compofie . Egli era d'ingegno
vivace , a' animo fotte, e cojìante nelle amteigi^
*Avea gran memoria \ ed una 'eloqucno^a naturale , e
al Vi'ùo efprimente . %Avea molta cognizione de' Filo-

/</ ci'sì antichi ,


che moderni ,
ed era vttfato gran»
demente nel'a Sjoria Sa ra , e Profana , e nella
Teologia, e ne' Canoni , nelle quali Sciente egli
ghvaoe nella Sapienza di Rotnià prefe la Laurea^
lef quale ,
benché fapeffe che altrui dottrina non
accrefca,è peiò buon tefiimonio deli' a quifi a: o [ape-
re per coloro ,
che in altra guifa non fanno difeer-
nere il merito degli uomini dotti . Era ojjuiuo nella
lettura dè'libri ,che non lafciò,fe non con la motte.
Sapea ,
oltre alle lingue erudite degli antichi ,
molte
delle lingue viventi ,
e quefle avea apprefo nS/uo! viag-
gi ,
ciò che giufiificherebbe abbafianzo la inclinazione
naturale onde erti portato a quelli . Ma in quefii fuoi
viaggi egli non fi diede ad appagare un munte cu-
riojìtà ,
mà volle offervare tutto ciò ,
che fa fpettaco-
lo per un uomo di lettere ,
cioè Librerìe ,
antichità ,
curio/ìtà naturali ,K/fccad ernie opere di .Arti,
, Ufi,
fèggi ,
rellgiont , cofiumi di differenti wagioni . Ed
XXVIII
in quefla fcuola ,
dì ogni altra pììt utile , apprefe
non fola P uomo ,
ma fece acqui/h^ di una infinità
di cognig^ioni ,
che lo fece diflinguerefuo nel
tempo Per quejìo meggp ebbe occafione di tono- '

fiere ,
e di cqnverfare con i più grandi uomini
In Italia conobbe il vecchio Redi ,
il Muratori ,
il Muffii, in Ginevra conobbe il fignor Clerthè ,ìn
Parigi il Turneforte , in Roterdam il vecchio Bai-

le , in Vienna il fignor Leibniefio , e molti altri ,

thè lungo farebbe il memorare .

Per quel che riguarda la carica^ di Paflore ,


pro-
curò di adempirne doveri per quanto gli fu poffi-
i

bile . Egli cercò colla fpiega della Scrittura , che fa-


ceva ogni Domenica , di e/lirpare ogni atto di groffo-
lana fuperfìione : veleno ,
diceva ,
e^li diflruttore di
ogni Religione ,
e della virtù de' popoli .Tutti i fuai
Sermoni pajìoralì fi raggiravano fulle virtù ,
e su i

doveri del Crifiiano ,


e del Cittadino . Ma in que-
lli inculcava col gelo il più ardente et Padri
la economia delle famiglie , e la educagtoni
de' figli : perchè credeva ,
e 'I credeva ragio-
ne ,
che una buona educagione ,
che è la fecon-
da natura dell' uomo ,
è la fola , che può fa-
re la prefinte ,
e la futura felicità degli uomini ,

Egli era vigilante co' Predicatori sì perchè non


confondeffero per un trafporto di rettoricbe efagera-
gìóni il culto , che fi dee a Dio con quello de' San-
ti ,
e le qualità dell' uno non deffero agli, altri :

còme perchè non anìmajfero la gente a certe inu-


tili devogioncine , che oltre che fervono a far de-
gli ogtoft , fnervono le virtù cnfìiane . Odiava
gli accufalori > o quelli ,
che fingendo un ge-
XX!X
lo tftertore ,
mn avevano un fondo di vera ene-
flà . Cercava fempre dì fmorr^ar gli odj portico-
lai) ,
e di por pace , ove era nìmicigia Non pu- .

nì mai con pene corporali i difetti , e travia-


menti di fpittto de' fuoi Preti ,
ma gli avvertiva
fraternamente ,
e con carità . Gli ->4pofìoli ,
diceva egliy
perfuadevano colle parole , non co' fatti . E quei l^e-
Jcovi , che punifcono colle pene temporali i difetti
dello fpirito ,
o non fanno ,
o non fanno fare il loro
dovere ,
o nafce da malìzia di cuore pey perdergli
Còlle Monache era indulgente y perchè credeva
quel loro flato un perenne miracolo della Provvi-
denza Era caritatevole ce' poveri ^ poiché non fq-
.

10 dividea loro ogni giorno delle larghe elemojine ,


pia fomminiflrava a fue fpefe i medicamenti a coloroy >

eh' erano infermi ,_Ma nelle careflie , e ne'teràpi di < i

neve ,
in cui la gente di campagna noti aveva y
onde
vivere yO non potea lavorare ,
profondeva delle larghe
limoflm . u4nzi nel Febbrajo del per venti
giorni y che durarono le nevi in Puglia yaffegnò acia-
feun contadino un carlino al giorno , e non baflan-
de^li il denaro , vendè gli argenti per foflentarli .

11 che avea fatto ancora alcuni anni prima a prò


di alcuni pefeatort diTrani ,
eh' erano tenuti fchta-
vi in , Barbaria ,
per liberarli . Era umano , cor-
tefe y e di facile acceffo , onde la Jua cafa era
a tutte o[e aperta per ognuno ,
e ciò ,
perché et
dicea y
che i Vefcovi y
che fono padri de'popoli y devo-
no effere acceffiòili ,
e fempre pronti per udire i bifo-
gni de* 'loro figli . Non fu fuperbo , ma non av-
vilì per qualunque riguardo la fua Digniià . Egli
rifece il Palaggo ,/frcivefcovìle ,
e la Chiefa Madre .•

^
di-

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XXX
decorò t Canonici del fuo Capitolo di rocchetto , e vefie
pavina-^-^a a l ufo prelatierìo con calcate e fiocco ai
cappello violacio Per tutte quefle fue ottime .qi4 a~
.

Ittà t'a l^obiltd di Trani' ih fegno de'!' amo-

re , e della (lima , che avea per lui volle farlo


dtljuo corpo ^ aggregandolo nel 1750, nel Se Jde
Marco .
'
Colt dopo aver governata la Se-
<^e^ Trant per lo fpagio di 3 S anni piu da
Pao(re che da Pajìore i cotnpianto da tutti gli or-
,

dini de cittadini , e fpecialmente da' Poveri , a


cui farà eterna la fua memoria y morì Giojeppe
Davanzali, ultimo rampollo del ramo dell’ Illu/ìre
Famiglia de' Davangati nel nojìro Regno Egli fu .
f

feppejlito con lutti gli onori' convenienti alla fua


de'^nìtà , e i fuoi Nipoti della Famig'ìa Forgcs.^
clf ereditarono cd fuoi beni il fuo Cognome , gli
ereffero nella Chieja Madre un belltfftmo e mngnfi''o
fepolcro di marmo colla fua effigie' fatto di cui fi

legge la feguente Ifcrigione

D.O.M.

Di( hv CoQgle
xxxi

D. O. M.
JOSEPHO DAVANZATI
yàTRtCIO FLORF.NTINO, AC TRANENSI EdUITI
HIEROSOLIMÌTANO
MAIORUM SUORUM POMI MILITI A"<iUE OPTIME
DE FLORfeNT. REP. MERITORUM
GLORIA CLARISSIMO
QUI AD EFFICIEM PIETATIS ET SAPIENTI®
. TERRIS DATUS
• CLEMENTIS XI. PONT. MAX. AD CAROLUM VI.
^ ROM. IMPERATOREM
LEGATtONE EGREGIE EUNCTUS
ET DIFFICILIMIS SACERDOTI! MPERI IQ.UE D SSIDIIS
I I

» MAXIMA UTRIU5QUE GRÀTIA CONCI LIATIS


A PONTIFICE ABBAS SC. MARI» VICTORI»
AB imperatore TRANEN. A KCHIEPISCCPUS
A BENEOICTO XIV. Ip.lUS AMICISSIMO ALEXANDRINUS
PATRIARCHA RENUNTIATUS
QUANTUM AD ARDUA /CONElCIENDA DEXTERITATE
'
VALERET
REBUS PRECLARE GESTÌS AB »TATE PRIMA
APUO' OMNES PROBAVIT •

AVUNCULO BENEMERENTISSIMO
PIETATE SUMMA QUUM VIVERET A SE CULTO
^
MOX CUM PACE ABEIINTI
ALEXANDER ET LAUR^NTIIIS FORGES DAVANZATI
PATRICII TRANENVES
•'MONUMFNTUM POSUERE.
VIXIT-ANNOS LXXXIX M.V. DIE "^VT. -
REXlT TRANEN. ECCLES. ANNO XXXVIII.
OMNIUM LACRIMIS SUriaTIIa *

XIV. KAL. MART. ANNO ClDlDCCLV.

• j
s
• -
8
1

ERRORI CORREZIONI
Pag.io lin.2^ prattico Pratico, e così ìb
tuty i luoghi ,

ove fi rincon'ra
lo fteffo errore
pag.T4 n. r veftlggio Veftigio
pag.38 n.28 degl’ Antichi deg'i antichi
pag.59 n.20 ippotcfi ipotefi
pag.40 n.32 quo bona cui bona
pag.47 n. 17 diviziofo di viziofo
pag.<5^ n. 5 Se l’apparizione Se l’apparizioni
pag.81 n.27 del Sommo del lommo
pag 92 n.29 ora di qualora >ora di qua , ora
pag.i 20 n.23 '
mcdemo medefimo
p.132 not li.iO un fatto Ecco un bel &tto
pag-X34 n. 8 abbufo a bufo
pag. 1 41 n. 2 di eftendere di fiendere
pag: 142 n.12 fantadici fantafiiche
pag. 1
54 n. 5 quanto quanti
pag. 199 n. 15 aggitati agitati
pag.202 n. 7 e che dvquelli e che di quello
pag.2o4 Tì.ió fe fi gli dicefle fe loro fi dicefle
pag 213 n. 2 defonto defunto
pag 2 1 n. 2 molta , molto • *

pag.219 n.25 grato '


grati
pag.224 n.13 i loro fepolcri il Tuo fepolcro
pag. ib. n.23 pflervarfi oflervarc

Ci rimettiamo per gli altri errori di virgo-


le , e di punti alla intelligenza del difcreto leg-
gitore .

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LETTERA 'SOPR A \
LA. RIFORMA DELLE FESTE *

PP. BENEDETTO XIV.


'
DI \

GIOSEPPE DAVANZATI '

ARCIVESCOVO DI TRANI.

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SANTISSIMO PADRE
N
ebbi
eh’ anno fcorfo

parin^ente la
,

lorte
in cui
proftrarmi di perfona a piedi della S.V.,
di
ebbi l’onore di

poter conferire a
viva voce varj inconvenienti ,
che ,
nel decor-
fo della mia Pafìioraleincumbenza di 25 an.
ni in quella mia Diocefi , aveva ocularmen-
te oflervato : fra’ quali l’efpofi quello dell’abu-
fo,che fi faceva, quali da tutto il baffo Ceto,
deir offervanza delle fante Felle di Precetto :
Nelle quali in vece di fahtificarle , fecondo la
pia inllituzione di s. Madre Chiefa , coll’ ope-
re di pietà ,
e coll’intervento ai divini Ufficj ,

e Sacrifici »
altro non fi occupava , che in
darfi bel tempo nelle bettole, in crapulare, ed
in ubriacàrfi , colla fegiiela di varj difordini , di
fconcie parole , di beflcmmie , e di riffe . E che
quantunque nelle mie prediche paflorali l’avef-
fi fpeffe volte ammonito d’ allenerfi da confi-
A 2 mili

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..

mlll fcandali ,
non aveva mai ricavato frutto
veiuno . Che perciò ne fupplicai la fomma
benignità V. a recarne , mediante il
della S-
fuo appoftolico zelo , un falutare rimedio
Mi parimente d’ elTermi innoltrato
fovviene
contatto il dovuto ri fpetto afuggerire alla S.V.
qualche oneda riforma circa il gran numero
delle medefime Felle di precetto ,
a fine di
ovviare all’ozio, che derivava dall’ inolTervan-

za di efie, come anche per dai fi più luogo al


lavoro di tanta povera gente, che vivea unica- .

ménte dall’ induflria delle proprie fatighe


Mi parve di feorgere da fimile mia rap-
prefentanza , che la S. V. non folo non avel-
ie prefo in mala parte i detti mici rifpettofi
fentimenti ;
ma che in qualche rr.aniera an-
cora, come ragionevoli ,
gli approvaflc . Quindi
ritornato in quella mia Refidenza , e feorgen-'-
do' più che mai continuarfi il difordine circa
r abufo delle Felle ,
mi è parato bene di rinno-
vare le mcdefimc preci con quello mio rive-
rentilfimo foglio., con fupplicare la S. V. col '

più vivo che ficcome s’ è de-


delio fpirito ,

gnata colla fua alta provvidenza dar riparo all’


inconveniente circa la materia del digiuno in
ordine a coloro , che vengono difpenfati di
poter mangiar la parimente pofla
carne •
così
recare qualche riforma circa punto delle Fe- il

lle di Precetto , con ridurle a qualche nume-

ro difereto Su di che
. quantunque io fia per-
funniTimo con tutto il mondo Cattolico della
vafiilfima comprenfiva della gran mente dell»
'


S.V.

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. ,

'

. ,
s
V. , tuttavìa attefo la fiia fom ma umanità,
che non sa difpreggiare gli altrui pareri m’av- ,

vanzo a proporne con ogni dovuta fommilTio*


ne alcuni de’ miei
Uno de’ quali non è mio precifamente , ma
è del dottiffimo fu Monfignor Caramuelle Ve-
fcovo di Satriano, e Campagna nel Regno di
Napoli e celebre Dottore Luvanienfe , il qua-
,

le su quella individuale materia propofe alla


F. M. di Urbano Vili , fe non fallo , che
per ovviarfi agl’ inconvenienti , che rifultava-
no nel Crillianefimo dall’ eccellivo ,
ed infop*
'
portabrl numero delle Felle di precetto , li-
mava efpediente di riformarfene il catalogo ,

con ammetterfi folaménte di precetto tutte le


Domeniche dell’ anno , come anche le princi-
pali del Signore ,
come a dire Circohcifione
Epifania, Purificazione, le fole Domeniche di
Pafqua di Refurrezione , e Pentecolle , l’Afcen-
fione,il Corpus Domini , e il folo giorno della
Natività del Signore* una fola fcllività della
Beatiffima Vergine ; il giorno di s. Gip: Bat-
tilla , con quello degli Apolloli s. Pietro , e

s. Paolo e non altro , E le rimanenti felle de’


,

ss. Apolloli ,‘ed altri Santi , che fi fsceflero


cadere nelle fole Domeniehe dell’ anno , afle-
rcndo‘, che colla rellrizione di tante Felle*
Eon folo ,
fi renderebbe più agevole la ri-

duzione degli Eretici al grembo Cattolico ,

che per la gran multiplicità di' quelle pare ,

che (abbiano’ un motivo di più ritirarfi in die-


tro : ma aiicora la fantificazione delle mede*
A 3 11*

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. . ’

*>

6
fi me fi farebbe da’ Fedeli più propria, attefo
che il gran numero gli rende meno devoti , e
più tepidi alla vera olXirvanza £d in tal ma- .

niera , conchiudeva il detto Vefeovo, fi ftabi-


lirebbe il vero culto delle Fette con maggior
oflervanza ,
perchè in meno numero , e li ri-
medierebbe al grande inconveniente di lafcia-
re in ozio , e neghittofa tanta povera gente ,

che vive unicamente dal guadagno delle prò- ,


prie fatighe
Il fecondo efpediente farebbe , S. Padre , che
lafciandofi correre tutte le Felle neiriftelTa ma-
niera , e ne’ giorni , ne’ cjuali prefshtemente fi
trovano ,dichiarandori folamente dalla S.V. , che
le .fole Domeniche di tutto l’anno, infienae
con quelle Fette del Signore , a riferba però
d’ un fol giorno di precetto nelle due Pafqua ,
e Natività , con due fole della Beatiflima Ver-
gine , Natività , ed Attùnzione , S- Gio: Baf-
tifta , e ss. Apoftoli Pietro , e Paolo , che
fieno di rigorofo precetto , in cui non fia le-
cito in conto veruno a chiunque fi fia di la-
vorare con arti fervili , fotte pena di pecca- '

to mortale , Circa h rimanenti però afcoltata


da tutti la s. Metta fotte 1’ ittettb precetto di
peccato mortale , potta ettere a tutti permetto
d’applicarfi liberamente all’ efercizio del pro-^
prio melliere
'
Perchè finalmente la S. V. ,
eh’ è tanto ver-
fata nella cognizione, delle anticlje leggi Ca-
noniche della Chiefa , non avrà molta repu-
gnanza di venire alla deliberazione di una tal
ri-

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j
riforma , la quale non confile in altro , fc
non che in folamentc permettere l’ ufo del tra^

vaglio in giorni fedivi fecondo ordine ,


del
fenza con ciò, che fi venga a derogare, ed in
nulla a pregiudicare all’ clTenaiale delle riaedefi»
me ,
il quale anticamente conOfteva ( e fia
detto folo fotto r emenda della S. V. ) unica-
ménte nella fola fantincazione , cioè nell’ in-
tervento de’ Fedeli alla celebrazione , e par-
tecipazione de’ divini Miderj ,
colla Comme-
morazione di quei Santi Martiri che in quel-
,

la giornata accadevano ;
fenza che fi fappia ,
che. gli antichi Criftiani. tenuti folfero di afle-
nerfi per lo refiante di quel giorno fedivo
d’ appÙcarfi ,ad eflèYcizj fervili. Anzi da ciò ,

che fi raccoglie dalle antiche Storie della Chie-


fa tempo del gran Codantino , non fi
fino a
trova memoria veruna della proibizione degli
eflercizj fervili in giorni di Fede , credendoli
per altro ( fecondo alcuni gravi Autori ) ave-
re tal confuetudine prefa la fua origine dall*
ideflb Codantino , il quale modo dal fuo grande*
reio verlo il culto Divino avelfe con pubblico
Editto ordinato alle fue Milizie , che ne’ gior-
ni fedivi , depoda ogni altra ocCupazlione mi-
litare , intervenilfero tutti alla celebrazione de
divini Mideri nelle Chiefe Cridianc. I^l che
parmi, fe non- erro,*the l’adinenza dalle' ope-
razioni fervili in giorni' di Feda era antica-
mente cofa mera accelTória ,
c non elfenzialc
alla fantificazionc delle rnedefime , ina che la
fola aflidenza ai Sacri Midèrj fia il vero di-
A 4 •
fìin-

Digilized by Google
. ,

8
ftintivd delle Feftività Crìftiatìe , dillirtgueHj
doli da quelle del Rito Ebraico , e' Pagano .

Nelle prime de’ quali fi offervava efattamente


il ripofo in memoria del ripofo Sabbatico , e
nelle feconde principalmente i giuochi gli
fpettacoli , ed i paflatempi
Or dunque^ P. S. ,
una volta ,
che nella ri-
forma ,
che forfè Iddio gli fpirerebbe di fare*
lafcierebbe la S. V. fernlo ,
e labile il foftan-
ziale di effe , cioè 1’ afllfienza del popolo ai
divini Sacrificj , e ciò' coll’ efpreflb precetto a
tutti ingiunto , come prima ,
d’ afcoltare in det-
ti giorni fedivi riformando la S. Meda con
qualche altra opera pia , che potrebbe a fuo
arbitrio imporre. Ecco in quefta maniera mef-
fo in falvo il foftanziale dellà Feda , fariìa tr.
Sa ogni altra cofa concernente a queda ma-
teria .

E per dirlo ' ingenuamente ,


e conforme in
cofeienza la fcnto,S. P. ,
che altra, cofa di piìi

fé ne cava prefentemente Popolo ,


almeno dal
•baffo, circa queda fantificazione delle Fede ?
Non altro al certo , che una fola Meffa e ,

poi immediatamente s’ intanano in una betto-


la ed oderia a mangiare , bei e
,
ed ubriacarli ,

è quelch’ è peggio, che fpeffe volte trafporta*


ti dal vino fi mettòno indi appreffo a giunca-
re ,
bedemmiare ,
e far mille infolenze , e rif-
fe , talvolta funede con ferite , e con fangue i

Non farebbe egli dunque ,


P. S, ,
affai me-
glio, o minor male almeno, che gli Artigia-
ni , c la gente di Campagna ,
afcoltato che ave!-
fero

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.

9
feto là s. Mefla , e fedtàta una porzione del
santo Rofario in quei giorni di Fefte , rifor-
mando, che ogni uno poi attendefle al fuo me-
ftiere ?

Il che non folo a mio credere ridondereb-


be a maggior fervigio di Dio , bene del pub-
blico , è follievo delle povere famiglie , ma
fi toglierebbe ancora di mezzo una parte degli
fcandali , difordini , ed inconvenienti poco pri-
Hia efprefla»* Maggiormente , che trattandoli
.

d’una legge pofitiva Ecclefiaftica , qual’ è que-


lla d’ afienerfi dal travagliare ne’ giorni fedivi ,
ogni qualvolta concorrono motivi potenti per
tferogarla , farebbe maggior fervigio di Dio
d’ abolirla , che di lafciarla correre in pregiu-
dizio del Pubblico
^
Per queftó unico mòfivo mrtlte confuetudi-
ni antiche dell’ ecclefiaftica dlfciplina , che
, anticamente coh ogni vigore fi olTervavano, lì
trovano ora abolite , come farebbe a dire
fra r altre 1’ ufo
delle Vigilie notturne , che
,

fi facevano nelle Fefte de’ SS. Martiri , l’Aga-


pe , che fi preparavano in Chiefe , gli Ofculi
di Pace , che promifeuamente fi davano fra
di loro i Fedeli , la comunità de’ beni col
vivere in comune ,
1’ ufo delle penitenze Ca-
noniche così rigofofamente praticate ‘per fei
fecoli nella primitiva Chiefa ,
e la diftribuzio-
ne del Calice a’ Secolari ,
e piccioli Bambini,
erano cofe , che fi oflervaVano nella primitiva
Chiefa, quando fi ftimarono utili, e profigue ,
quando poi furono conofeiute infopportabili ,
e
e . ,

zo
nocive , furono con moltà prudenza abr<^ate »

e fopprefle
Che meraviglia fia dunque , P. S. , che l’ufo
o fia precetto d’ aftenerfi da lavori fervili in
giorni Fede' fia flato fedelmente offervato
di
'
in altri tempi Forfè perchè o il numero del-
!

le Fefle in qué’ tempi folTe minore , o che la


divozione de^ Fedeli folTé più vigorofa ;
e che
poi a tempi noftri ,
in cui il numero di effe
fi è refo eccedente , il zelo diminuito , c la
povertà crefciuta ,
richiegga prefentemente ef-
fer dal fupremo Capo , e Paflore riformato ?

Forfè perchè ancora in quelli ultimi noftri


tempi non fi fiano praticate confimili rifor*
me, Ipecialmente in quella materia -di
ifteffa
Felle di precetto ,
olfervandofi nell’ Aullria , c
particolarmente nell’ Imperiai, Città di Vien-
na , fcancellate dal catalogo dcll^ Felle di
precetto i giorni degl’innocenti ,
di S.Silveftro,
e fe non fallo, anche di S. Anna fenza da me
frattanto faperfi qualche altra particolar rifor-
ma pofla venir praticata nel rimanente della
Criftianità .

So bene però , eh’ eflendo la proibizione


della fatiga in giorni fellivi dell’ illefl'a condi-
zione di quella del divieto di pòterfi mangiar
carne in giorni dalia Chiefa proibiti ,
e feor-
gendofi tal divieto per juna Bolla della Cro-

ciata a favore di tutti i valli Regni 'di Spa-


gna difpenfato a condizione d’ una certa te»
,

nue limollna d’applicarfi in ufo pio contra i


Mori d’ Africa , con più forti ragioni par che
' la

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j
1

1
la S.V. fia quafi in urt certo modo tenuta (e
condoni pure 1’ efpreffione della parola )
a di-
fpenfare su la materia delle Fefte , trattandoli
non del vantaggio , quafi", per lo più incerto
contro de’ Mori , ma del ben pubblico , e certif-
fimo di tutt’ i Popoli della Criftianità , che
dolle pubbliche preci , e mani ingiunte fuppli-
cano unitamente la Paterna Pietà della S.V. a
conceder loro fimil grazia. La fupplica quefto
Regno fopra d’ ogni altro bifognofo di tal In-
dulto , in cui non elTendovi nè traffico , nè
commercio , vive unicamente dall’ indufirie
del Terreno , il quale fe non viene a tempo
debito coltivato , non reca frutto La prega- '.

no genufleffi a terra i tanti miferabili Arti-


giani , Rullici , e Padri di famiglie , che 11
lollentano dei fudori , e ftenti delle povere
braccia , i quali in tempo d’ Inverno quando
frequenti fono le pic^gic , e fpecialmentc nel
mefe di Dicembre ,
eh’ è il centro del colti-
vo delle Campagne,comporto quafi del-
eh’ è
la metà di Felle , fi riducono a
di precetto
fegno di morirfi della fame nè ciò è una ret- ;

tori ca efagerazione , ma pura -verità avverata


da me coll* efpcrienza , -attefochè per 1’ ertre-

mè neceffità ,
a che fi vedono ridotti ,
norl
$’ arroffifeono di chiedere pubblicamente 1’ ele-
mofinà i e 'fpefle volte venir in turme alla
mia abitazione Vefeovile a chiedermi pane, , e
foccorfo Padre Santo , che mi ave 'ca-
, cofa ,

vato alcune volte le lagrime dagli occhi per


la compaffione , efclamando quelli , che per
ca*

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, -

12
Cagione de’ cattivi 'tempi , e delle tante Fefle
deir anno , non fi potevano colle loro farighe
procacciare il pane , ed il mio Canonico Ele-
mofiniere mi ave pi.ù d’ una volta affermato
di aver avuto ribrezzo ,
e vergogna' di fparge-
rc la limofina a pcrfone onoratiflime
che per ,

riceverla avidamente la mano ftendevano .

Deh, P. S. , la Santità Vofira , eh’ è piena di


vifeere di Carità , e Padre comune ,
e che
in follicvo de’ poveri non fi è arredata tal vol-

ta ,
qual’ altro S. Tommafo da Villanova ,
di
toglierfi la Croce gemmata dal petto , c ven-
derla per fovvcnirli ,
di aver pierà di loro ,
e
delle loro miferie ,
con dar loro folamente il

tempo, e non altro da poter travagliare ,c pro-


cacciarli colle proprie fatighe il -pane ,
poten-
do per altro coftoro ,
attefo la loro neceflità
fenza fcrupolo veruno' farlo da loro fteffi , e
tioi altri Vefeovi in tal cafo coll’autorità Or-
dinaria farlo da noi medefimi . Ma a fine di
toglierfi ogni fcrupolo ,
ftabilirfi una regola
certa , c per ogni tempo valitura ,
farebbe ne-
ceffario ,
ed a propofito ,
che la S. V. lo fa»
ceffe da fe colla fua fuprema Poteftà ,
come
Capo fupremo della Cridianità ,
accertandola
B. P. , che di tal opera grande ,
e farita ,
an»
zi fantiflìma ,
e degna veramente del Aio gran
Pontificato ,
non folo che ne riceverebbe il

dovuto plaufo dal Mondo Cattolico ,


ma pili

ancora dal Ceto Eterodoffo , mille ,


e mille
benedizionida tutti i poveri , con augurarle
da Dio 'una lunga ferie d’ anni con profpera
fa*

Wgitizi-j by Google
*3
falute • ma qudche più d’ ogni altra cofa me-
ri tq grande appreffo 1
'
Altiflimo , alla di cui

gloria ridonderebbe tutto il bene , che da sì


lanta riforma rifulterebbe ,
nel mentre che
fupplicandola della fua fantiflima Benedizione,
umilmente mi proftro al bacio de’fuoi Santif-
Di Trani li »4 di Febbrajo 174Z.
fimi Piedi .
.

14

BENEDICTUS PAPA XIV.


VENERABILIS FRATER
Salutem & A^ojìolicam BenediHiomm\
j

A Ccudamo
delle Felle
la fua dottrina, e
la Tua

, ed
la
Lettera circa
ammiriamo il
la

fua valla erudizione .'Il


materia
fuo zelo,

pendere più adequato ci fembra quello di ri-


durre in alcune Felle di Precetto la Santidca-
zione al dolo fentir la Meda , permettendo di-
' poi le opere fervili . Nella Provincia di Tar-
,
racona così d fa per un breve di Papa Bene-
^ detto XIII, a cui i Padri dell’ ultimo Conci-
lio Tarraconenfe ebbero ricordo . Noi abbia-
mo elleda quella difpodzione agli altri Vedco-
vi della Spagna fuori della Provincia di Tar-
racona , che ce ne hanno fatta itlanza . Da
Napoli Sua Maedà ci ha fatta premura per la
diminuzione delle Fede nel Regno e Noi •

abbiamo fcritto al Cardinal Spinelli , commu-


nicandogli il detto nollro pendere , e ne dia-
mo afpettando la rifpoda . Ci confervi la fua
antica buona amicizia ,
redando col darle l’A-
Datum Roma apud San-
podolica Benedizione .

£lam Mariam Mojorem die g Marti! 1741.


Voiitidcatus nodri anno fccundo

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Storta de f^ampiri j
e fuoì tffettt

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f ^

t À
Itrorandomi' anni fono in Roma
in qualche confidenza prefTo il fi- V.
gnor Cardinale Schrattembac, Ve-
feovo di Olmitz, di felice memo-
ria una fera mi fece con
-
* •
À .*1

molta rilèrva' fapere di avere in’


quella porta ricevuto una difiinta. relazione dal
fuo Concirtoro di Olmitz nella: quale qiic’
".1
I

1/ gnori Ofl&ziali gli davano notizia , come’ il


.

!
smorbo olartrage de’Varaplri era molta dilata-

'.i
L„+/ta fi'ella Provincia della Moravia fua;Diocefi; e
r. arlonprata i folitl •q*.
-r-Vi»»
:
= quantunque averterò adoperato
che /l'ii'int'unniip frtliti efpch
prrtPta i

r ;dienti per frenare il malore'; 'tuttavia, con


molto loro difpiacimenta vieppiù' fi dilatava, .4'

‘con morte ed efierrainio di quella^povera gcn-


'• te. Che perciò ne facevano intefa T Eminenza
fua, aifinchè:, ritrovandofi in Roma , poterti. 4-'*.-'
-a

con parere e confulta di uomini faggi ,


.e fpe.
cialmente cc^f oracolo di fua Santità ,
e de’ là. r T O
fignori Cardinali, fuoi Contultori, rinvenire qual- -;ì
>• •

che riparo per dar fine a tanti mali ‘ per li

q^uali. tutta la fuddetta Provincia coll’ adxacen- >


ti della .Sléfia , ed Ungheria fuperiore rtayano .
v'

fconvolte e folfopra con pencolo di, sbandarli ,

é 'fuggire un? buona parte de’ fudi at^itàtori,


per iòtti'irfi d?U? virta di filettaceli «epsì .Ipi^^ ^ —
VeH.

É
.
r t

i
*4.-.
i.byGoog^
'O
. ,

j Dissertazione
ventofi e funefti • con'-pe^icoJo imminente del-
/ .J
le lor vite .

S.-
Non comprendendo io ancora , che cofe (ì

foflero qqefti Vampiri, c molto meno in qual


maniera cagionaflero fimi li effetti il fuddetto
1 *>

Cardinale tutto in fe Reffo .turbato , melìo, e


fpaventato mi difle che i fuddetti Vampiri
:

altro non erano,, che alcuni uomini morti da


alcuni giorni prima, i quali già lepolri e fot-
tcrrati comparivano dì nuovo nella lleffa forma,
e.negli ftelfi abiti, e portaménti di quando erano
vivi, facevano vedere da’ loro parenti , ed •«

•’

amici di giorno , c di notte, portandoli franca- I

mente nelle lor cafe , converfando , parlando


e mangiando eoo eflb lorò : e talvolta metten-
doli a letto , invitavano quelli a ripofarfi pa-
rimente con elfo loro. '
»

Quella ‘loro comparfa o apparizione,, mi


foggiogneva il Suddetto Cardinale y non era


per una fola volta, ma replicata più fiate di
feguito , fino a tanto che i fuddetti Vampiri*
fucchiandofi tutto il fangue ,* attefo eh’ erano
molti ingordi ed avidi di fangtie umano (i),
riducevano i poveri pazienti in pochi giorni
,
efangni 'fqualidi, fd emaciati fin*a tanto che
brevemente fenza foccorfo di veruno oportuno
rimedio fe ne morivano miferamente. Coloro,
che in tal guila morivano , divenivano limil-
ipente eglino ancora Vampiri , ed apparendo
'

V . ,
*
7 agli
.
'

*'
Ond’ ^
(i) ,
che; fon, detti Vampiri e Oupiri ,
perché altro non (ìgmficà in lingua Schiavona , che
.

fanguifuca

Digiiized-by GOO^'
,

K .

4. l

Sopra i vampiri. j
'

agli altri come i primi, cagsonavano colla»


loro comparfa finalmente a qijelli la morte di
;
modo tale , che quella disgrazia diffondendoli
a guifa -di un morbo peftitero fra la gente, *

CTano ormai ripieni i fepolcri , i ciraiterj di


'
Vampiri, e quafi dei'olate le (addette Provin.,
eie di abitatori, parte eftinti,^e parte altfovc
fuggendo per fottrarii all’ influenza di si orri,
bili e fpaventoff fenomeni ,,
L’ unico rimedio , mi fogg?ugnevà il fud^-
detfo fignor Cardinale, per farli argine a un
si perniciolb torrente , che fi'.ò potuto rinve-
nire .'fi ,è quello di farli ricorfp a’ F ribunali fe- *

colar! con elparli loco il fatto, oc4 nome del


Vampiro. I miniftri di quelli prendendone e-
'
fatta informazione , e formandone un giuridU
co procelfo ne vengono ad una lent?riza finale
contro al fuddetto Vampiro, mediante là quale
^

viene (biennemente, e con 'tutte "*le ìbrìpole le-


gali decretato che il pubblico Carnefitc por-
;

tandoli al luogo, ove fi trova il Vampiro, apra


il fepokro , e con una fciabla o larga fpada
a villa di tutto il^ popolo fpeltatore recida al
Vampiro il capo, e dopo con una lancia gli
api^ il p^tto, e trapffi col ‘ferro da parte a
parte il cuore del Vampiro ‘ftràppandoglielo
dal feno , e poi ritorni di nuovo a chiudere
l’avello. In tal maniera, rni diffe il Porpora-
to , di piu comparire il. Vam-
ceffava -affatto
piro .quautunque' molti •altri di quelli , che
non e» ano flati ancora giullìziati , nè elecuto-
fiati non ceflàvano di .comparire, e di produr-
'

-X
a
>
^rc •
A •
l

^ DtS 9 ER TA ztONE
rt i calamitofi effetti come i primi.' l*

Ma quel , eh' era da' notarfi


, e tfi maraviglia
'
infieme , fecondo il medefimo Autore , fi era,
che mplti de’ detti Vampiri giuftiziatii fi tro*
'
vano- ben coloriti , rubicondi , con^ occhi apcr»
ti;, e turgidi di vivo (angue, coinè i'e foflèr»
attualmente vivi , c di profperà falute ; a fc-
gho tale , che alcuni di quelli al colpo della"

^
'

lanciata, che loro. veniva inflitta, 'mandavano uno


fpaventofo grido e (caturivano dal petto, un
topiofo micelio di fànguc , ùl qua^e per la
copia' afrivawa ^cl innaiììare . non folo il cata-
letto ,. ma fpargendofi jìl di fuori ./giungeva a
bagnare il proffitno terreno . Cofa non/men'-
’tJfridh ‘
e fpaventofa a vederli, che orribile a -•

defcrlverft ed a concepirli . f ~

/Terminato così '


il fuo 'ragionamento U
fuddettò fignor Cardinale , mi richielle eoa •

molta ^premura del mio parere non folO ckw


ca il modo , ch’egli dovefle tenere per par- c

lame ali Papa ed a’ fignori Cardinali del'* lau-


to Offiziò , come
'
anche d^l'raio fentimento
iirca r apparizione di confimili fpcttri Io pe- .

'
rò a dir vero con ingenuità mi pr^ai- con '

.
qualche poca „ pmdenza 'nella rifpolla . Poi-
ché, non fapcndomi contenere da, un certo for-
rifo , che improvifamente mi venne , rifpofi
ihodellamente : che fe confnuili racconti mi
'

Venifferq fatti da ogni altn^ perfona che vdaU*


*
S. ', mi avrebbero fenza dubbio prefentata
"
molta 'océafione di ridere , e attribuire fumili •

'narrazioni a frivoli c puerili contarelli -di Vec-


- ^ '•
. chia-

Digitized bv GoogU
•1»

SopraiVampiri. .Sf
chiarelle per trattenimento di fanciulletti vi*
cino ai focolajo in tempo d* inverno . Ma
perchè la gravità del Perfonaggio , come T E.
S. ,
e la relazione trafmefrale da tanti faggi e
dotti Miniflri ,
quali erano tutti coloro , che ,

componevano il Sinedrio del fuo nobile Con-


cidoro ,
dava molto rifalto e verifìmilitudins
alla cofa mi bifognava parlare in altra ma*
,

niera . prima di darle pofitiva rifpofta »


hia
m’ era uopo di
d’ confiderarc il fatto , v

e filofofarci un poco maturamente su tutte


le circoftanze , che 1’ accompagnavano ; le

quali per edere ftrane , e portcntofe mi bifo»
gnava del tempo per digerirle . Ma che fra
tanto fottoponendo prima il mio giudizio al
favio intendimento dell’ E. S. ,'era di parere ,
che non correlTe cosi in fretta in una ma-
ella
teria di queda forte , e che a qualche altro
tempo più opportuno differifle di parlarne al
Papa ed a’ Signori .Cardinali del s. Odirio per
non efporG in tal guifa alla taccia d’ un uomo
troppo credulo e poco rifledlvo . Perchè , le di-
ceva y fpefle volte fuole accadere , che alcune
cofe,. che a prima villa apparifcono drcpitofc,
c qua^ miracolofe , e diaboliche , ben poi ma-
turamele confiderate ,
fi rifolvono in nulla , e

al più a mere illufionl ,


e timori panici , con-
forme in pronto gliele potrei addurre una in-
finità di efetnpj di queda forte.
Ma il (ìgnor Cardinale prevenuto forfè dal-
le relazioni
,
fecondo lui bene accertate del fuo
Concidoro’, e forfè anco imbevuto pur troppo
.A3 de’

Digitized by Googlc
g. DrsSt%.T A t lOTIB
de* popo Ièri clamori di quel fuo popolò éfi Jffb»
«via in 'tempo eh’ ‘egli -perfonalmente coilà

, rii’edcva ,
freddamente- mi rilpole rnom^ràn.
gergli nuovi queftì mici’ fenti menti ,, effetido
“proprio de’ Filofofi ,
fecondo ^li diceva , c
iMf talmente di quei, che piziicavano un poco
''
€i ScetticifmO ,di predar poca fede a quelle co-
le , eh’ eccedono un poco 1’ ordine natuT-àle

delle cofe ,
dubbitando di tutto , nnJla- affer.
mando , -ma fèmpre oliando . In quanto a
?ùi come teltimoiMO '^uta w ,-e come que-
gli , che s* èra- trovato piìi volte" fulla faccia
'
del luogo ,
effer bon'Vpeffuaio del fatto ,
cioè
Hdle vere -c reali apparizioni di^ quegli uomi-
ni morti , * come tdli crederle per cofa Cer-
ta ed 'indubitata ,
fé pur negar non fi velcflfe
affatto" a’ prOp>rj fenfi la fua certezza lò però
.

fenza piò olti'e «rirponiergli ,


con pro-
fargli ain
fondo inchino , mi licenziai , nè d’allora in poi
il figrior Cardinale pili mi parlò di fimil ma-

, nè feppi , che cofa egli fi faceflè , nè


teria •
^

p’k ebbi la^ curiofità di domandai^liene . Quel,


’iéhe debbo dire, fi è, che ’l lìgnor Cardinale non

t* ingannò
,
quando dHTe fotto nome di Scetti-
cifmo ,‘ ehè io puntò e quafi niente^edeva
a fimili apparizioni d’ uomini morti ^ ^ondo
la fua harrariva ‘e nella maniera , Ch’egli pre-

tendeva , che le credeffi , cioè' come cofe fa-


pranaturali o divtpe ,
O diabolichte.
•Eflèndo fihàlrtiente pafiato' gran tèmpò^di
quell’' ultima colloquio feri» da 'me piit fen-
tirfi’ parlate ne* di Vampiri, di
t

di
SOPFAlVAMPIRr: 7
di morti, o di ftragi di vivi ;
ultimamente fo-

in' circa che coll’ occafjone' di


ro due anni ,

alcune gazzette ftampate in Vienna , mi capi-


tarono alcuni avvili , co quali fi faceva efprcfla
,

menzione de’ Vampiri ‘delle loro replicate ap-


parizioni, e della ftrage di molte perfone , al-
le quali apparivano . perchè Ma
quelie gaz-

zette furono più volte ^replicate , in due di


effe fpezialmentc fi dava difiinta
notizia de

nomi e cognomi non folo de Vampiri , mi


ancora di quelli per loro cagione erano
, che
morti. Perlochè in effe gazzette fi narrava , che
dal fupeemo Maglftrato di Vienna per ordine

di Cefare fi erano colà deputati alcuni Offi-


,

ciali militari -i Cancellieri ,e Nota) con efpref-


fa incombenza di portaVfi perfonalnlente • fui

. luogo , dove i detti Vampiri erano l'oliti 'di


comparire cioè a ditte in Moravia, in Islefia»
ed in Ungheria fuperiore; ed ivi giunti , for-
mar un rigorofo proceffo della idebdita , c
dell’ori-
validità- del fatto, e colla trafmiffiorie
ginale far diftrhtiffima relazione del tutto ivi
intefo ,
olfervato , £ veduto *

Nel Mercurio poi Iftcjrico e Politico (lam-


pato in Olanda dell’ anno \'}o,6. e rifiampato
fn Venezia, nel Ungheria fi ricavava una
più diftinta e ci re olla oziata relazione delle ap-
parizioni , e ftragi cagionate da' quelli Vampi-
di co-
'
ri V la quale per nuggiore intelligenza
loro , che leggeranno quella mia pìccola Dif-
fertazione mi paruto di regillrarlà parola per
è
parola nel modo che fiegue.
A4 Fi*
e

S D I s s K R T-A z I o ’hrit
Fu veduta in quefii pacfi una nuova fc^oS'
di Vampirifmo, che è debbitamenttf ^ atteftata
da due Officiali del Magiflrato di Belgrado ,

e da un Officiale delle^ truppe Cefarie a Gra*


difca Città della Sava in Ifchiavonia , eh’ è- fla-
to teftimonio di villa degU atti e delle ricerché
fattene . Al primo di Settembre nel Villaggh>
di Kifilova tre leghe lungi da Gradifca* uà
Vecchio di fettanta due anni ,
trc'giorni ekfc'
po eflere flato feppellito apparve la notte ad ,

un fuo figliuolo, e gli chiefe. da màngrtle't


quelli glielo prefentò^» ci mangiò difpàrvf*.
Il 'di fuflegu'ente il figlio raccontò a Tubi vici*
'

ni ciò, che gli era avvenuto,. Quella notte


non -compafve il padre ,
ma la notte dopo
egli fi fece vedere del cibo . ,
, e domandogli
Non fi sa feglielo diede o nò , .
’l figliuolo
'

ma fu trovato quellimattina vegnente mor-la

to nel letto Lo fleflb giorno cinque o fei


.

perfone caddero fubbitamente ammalate in'effo


Villaggio, e morirono uno dopo l’ altro in p(v
^
"
chi giorni L’ Officiale o Bagliffi) del lui^o
.

Bvvifato di ciò , eh’ era accaduto , ne fpedl una


relazione al Magillrato di Belgrado , che man-
dò in quel Villaggio due fuoi Officiili con un - ^

Carnefice per efaminare quefló fatto L’Offi- .

'
ciale Cefareo , di cui è quella relazione ,
fi portò in Gradifca. per efler teflittìonio d’ un>-

fatro , di cui aveva udito si fpèfib parlare *


Furono aperti futt’ i fepqlcri di quéi, ch’emè. ,

no morti da due fettimane innalzi , quaf^ '

fi venne a quello del vecchio: fu trovato 'd%14

} 06-
,

So MIA iVaMPIRT. 9
«Èchi iperti un color v|rraiglio , e con un»
,
d’

,
ftlpirazione , tuttavia immobne

naturale e
morto y onde conchiufero eh’ egli folTe un le*
palato Vampiro . Il Carnefice gli ficcò uno
^iedo nel cpore fu fatto un rogo ^
in cui fu
guelfo cadavero incenerito'. Non fu trovato al*
ctino* indizio -di Vampiro
cadavero del nel
figlio ; .nè degliCielo hon
altri.- Grazie al
fiamo sì > creduli : confelTiamo , che - tutti i
Himi di Fifica , che poteffimo avere , non ci
fcuoprono cofa alcuna di' tal fatto , nè del*
le fue -'Cagioni ; tuttavia non pofliamo ri*
cufare di creder vero un fatto giuridicamente
Attefiato da perfone di probità .. Oltre a che
non è Unico in quello genere , e copieremo
^uì ciocché abbiamo detto altrove su quella
jMropofito . '
,

fc un Ungheria detto in
certo teantooe d’
X,atino Oppidum Heidonum di là dal Tibifeo
detto volgarmente T eifla , cioè' tra quello fiu-
me, che 'irriga il fortunato terreno del To-
c^i , e la Tranfilvania, il popolo che fi chia-
ma .comunemente Heiduc& crede che ,
certi
morti, da loro driamatr Vampiri, fuggano tut-
to il isngue de* vivi di'modo^ che quelli fma-

gnfeono in breve tempo , laddove' i cada-


veri come fanguifuche fi riempiono di fangue
iiK tai^ abbondanza , che fi vede ufeir - loro
' '

lè-jxnidorfi,'''ed eziandio per li ‘pori .


Que-
lla qpittione 'vico confermata da molti fatti
de’quafi; non-poffa dubbitarfi per riguardo
pare.^
deUa quaikà-de’ tellimooj, che T hanno ccrtifìca-
'
ti.

Divi^:>ed by GoogU
'
«o D4S8tRlHiero]jre
fi . Ne riferiremo ^ui alcuni de’ piU aotafciìl*
Sotto cinque anni in circa , che caduto ua
carro di fieno fchiacciò un certo Heiducp abbi>
tante > di Medraiga chiamatQ Arnaldo Paolo.
T renta giorni, dopo la fua morte morirono fuh«-

bitamente quattro pterfoae ,


e cotne muoiooo^,
fecon.!o la tradizione del Paefe ,
qitelli cl^
fono moleftati da’ Vampiri 7 Venne ^allorq in -

memoria , che quefto Arnaldo Paolo aiWTl


fpeffo raccontato , che ne’ contorni di
va fulle frontiere della Servia Turca em
flato tormentato da un Vampiro Turco; Per» ’

ciocche credono .pure ,


'
che quelli ,
i

dono (lati fucchiati , Succhiano a vicenda {


.

•ma eh’ egli avea trovato me^zo.< da guarir*


fi mangiando del terreno del fepolcro del
'

Vampiro e fregandofi del fuo fangue


,, Ma i.

non odante quella p^e^uzione divenne <ale ,

dopo la fiu morte; perciocché fu difotterral^o


quaranta giorni dopo elTerc dato fepolto
^rono itrovati nel fuo cadavere tutti i contraf
dìegni di - un’ Arcivampiro . J1 fuo corpo era
ben colorito, le fue unghia, i fuoi .capelli, la
iua barba fi erano- rinnovati ;
egli era
aripieno di un fangue- fluido, fcorrentc per
.^te del corpo fui lenzuolo , in cui :ecàm>
«volto. L’ Adnagi o fia ^agliflo d«ldl^^
Itrefenaa di cui fu diflbtterrato, (ft..-lìihl.éra ufff,

ano -pcattko del Vaflttpiril’moj/cdefìejar* fecaifer


4o.il folito. nel otiore. di (Paolo.- ttfib

fpindo molta, acuto, thè glìipfs^» il co^ 4a


fòrte ;gv parte; lo .che, diceli,
Sopra r Vampiri. il
un orrido grido come fe fofle ftato vivo. Cat*
to 'quello gli fu tagliata la teda; e dopo averla
brucciata tutta fu gittata la cenere nella Sa-
va; li fece lo lleflò l'opra i' cadaveri di .quat-
tro altre perfonc morte di Vampirifmo per
timore, che non ne facdfcro morire degli altri.
Tutte quelle circofpezioni fono Hate inuti-
li
;
perciocché vcrfo il fine dell’ anno fcorfo
quelli funelli prodigi ricominciarono.» e molti
abitanti dello lldffo Villaggio ne fono infelì-
fCemente periti . Nello fpaziq di tre mefi di-
ciaflette perlbne di vario leffo , e di differente

età fono morte diVampirifmo, alcune fcn/a


malattia, ed altre dopo aver due o tre giorni
languite. Si rifcrifce fra l’ altre cofe , che una
donna chiamata Stanofchia figliuola dell’ Hei-
duco Totuitro ,
a dormire in
eh’-- era andato
perfetta falute ,
fi metà della not-
fvegliò alla
te tutta tremante e prorompendo in orride
,

grida , diceva , che il figlio dell’ Heiduco


Millo l’avea quafi’ llrozzata mentre dormiva.
D’allora in poi non fe’ altro che languire ,
ed in
capo a tre giorni morì . Ciocché diffe colici

del .figlio di Millo lo fe’ fubito riconofeere


per un Vampiro : fu diffotterrato ,
ed infatti
ritrovato tale. I Principali del luogo ,
i Me-
dici c i Chirurghi efaminaróno come mai il
Vampirifmo aveffe potuto rinafeere dopo le
cautele, eh’ erano fiate ufate alcuni anni avanti.
Dopo molte, ricerche fu finalmente feoverto
che’l defunto. Arnaldo Paolò aveva non lolo
lacchiate le quattro mentovate perfonc ,
ma
.ali-

Digilized b> Googlf


ti Drf SEft t Atiowt ‘

, ,

ancora molti beftiami, de*^ quali avevano tnafl- ,

giato i nuovi Vampiri, e fra gli altri il fi»


glio di Millo . Su quefti indirj fu ftabilito
' difottcrrarc tutti quei, eh’ eranomorti da un
certo tempo una quarantina ne
in poi ,
e fra

furono ritrovati diciaffettccon tutti i piU e»


videntr fegni di Vampirifmó ; perciò furono
ad effi trapalati i cuori, c tagliate le tede*
indi abbruciati , e gittate le ceneri laro nel
fiume. Tutte -le informazionf*, c f’efecuzioni
da noi accennate, fono fiate fatte 'giuridicamen-
te^ ed in buòna forma , ed atteftato da molti
Officiali, che fono di Prefidio ih quel, paefcj .

da’ Chirui^hi niafggiori de* Regi menti e da’


Principali abitatiti del luogo. Il proceflb ver-
'
baie fu fpedito verfo il fine dello feorfo Gcn*
najo al configHo Cefareo di Guerra irt Vien-
na ,
che avea deputati due Commiffarj Mili-
tàri pef efaminare la verità di tutti cotefti
fatti refi palefi dall’ Adnagi Batriar da’ prin-
-cipàli Hciduchi, e fottoferitto da Battuer' pri-
mo Tenente del Reggimento d’ ’AleflTandroJ
Vittembergh, da Clickftengcr Chirurgo Mag^
gtpre del Reggimento di Frufiemburth , e da
tre altri Chirurghi della corttpagnia^ Guofohitz
Capitano a Stallath .
-

^
A '

Fin qui Mercurio Stòrico, "'•è ‘Politico;


il

ma oltre '8 quefto noiT hanno mancato le Gaz-


zette ftampate di -Vienna c d’ 'Ungheria? di
xontinuare gli anni appreffo di render avvifai
'to il Pubblico della continuazione delle dette
‘orribili apparizibp de’ Vampiri*, delle loro
V ftra-

t *.
,-

Sopra iVampiri.' 13
ftragì, dcfolaxioni, « morti, per le quali, buo#

na’ parte di quei Popli atterriti e fpaywitati,


per fottrarfi al iulmifte di cosi calamitofc dU
fgrazie abbandonando le proprie cafe, i paren*
ti e la patria, fonò altrove ritirati per me.
fi

nare il rimanente de’ loro giorni in pace e


quiete . • > '

/

. . C A P O II.
* * '
*
y *
. •
*
-

Vitmpm 0 piano appavi^toni ^di morti prejfo


,’p antiebs « le moderne >

'

^'.gggggggìepg^^ ..'"jjBei

’^T'Utto clò.fiqalmente' da ,me maturamente


X confiderato', {limai lacofa non doverfi piìi
or>
prendere a fcherzo ed a dcrifo ,
conte fin

avea fatto, maggiormente, che, oltre alle tan*


te Gaiette, e Mercuri , e relazioni , che
di
quello gran fenomeno^ parlano , veniva pa«
da perfone; gravi » ®
'

,
rimente accertato ^

fede come teflimonj di villa


gnilfime di ,
^

che Venivano da quelle parti , e yi fi erano


ritrovate colà prefenti , incominciai a prender
il negozio con qualche ferietà . ^ y
Quindi principiando un poco a filofofarci
fopra , e
meditandoci per qualche giorno , mi
venne -prima d’ ogni altro in penfiero di chia-
rirmi, fc di . si {Iranofenomeno vi foffe per av-
-
ven.
,

14 Dissertazione
ventura qualche vediggio predo gli antichi e
inoderni Storici; Avvegnaché (limai, che e(Ten-
do' il corJo della natura invariabile e lémprc
lo ftcflb, chiara cofa é, che ciò, che accader
veggiamo né* noftri tempi, è d’uopo,' che acca-
duto pur fia ne’ fecoli palFati . r.Perloche avendo
fpolverato , libro della mia
e aperto qualche
piccola ho ritrovato e feoperto-
Libreria ,
'

non fenza qualche mia forprefa, non e(Ter nuo-


va ed ultima feoperta quello fenomeno del
Vampirifmo poiché prelTo snarj Autori di
:

liima non folo antichi, ma anche di quelli di


qualche fecolo addietro comunemente ed indif-
ferentemente ne parlano; ma non folo ne par-
lano, come di cofa avvenuta in un folo paefe,
ma anche in regioni , e regni ben diflinti e
fra di loro remotillimi di Clima ,
di Religio-
ne, c di coftumi , come di Egitto, d’Afia d’
Europa, di America, fino (otto al^ più gelato,
e remoto fettentrione E ben vero però è da .

notarfi per intelligenza di alcuni , che gH Au-


tori fuddetti non parlano di -confimili appari-
zioni d’ uomini morti con nome di Vampiro,
o ni Vampirifmo ,
nome (olamentc praticato
upprefTo gli Alemanni, ed Ungheri ;
ma con al-
tri nomi differenti ,
tutti lignificanti lo (lef-

fo, come farebbe a dire, che da alcuni vengo-


no chiamati Ombre, da altri Spettri Fantalmi, ,

Larve Lefnori Mani , Lari , Genj , e fimili.


j ,

Ora fra gli Storici antichi, e di prima claf-


fe ,
appreflb i quali fi rincontra fpelfe volte
farli menzione di apparizioni d’Ombre,di Fan-
tafmi,

- Digitized by
.

SofRAi Vampiri. 15^

tafmi , dì Spettri, e flmiU fono Erodoto, Ti-


to Livio ,
Dionifio Alicarnaffeo' , Plutarco ,

Dion Calfio , Suetonio ,


Paulania , Valerio Maf-
fimo ,molti altri, che per brevità tralafcio.
e
Ne’ libri di quelli non v’ è quafi pagina , in
cui non fi legga narrarfi qualche ftrana appari*
zione d’ Uomini morti , a legno che tali Au*
tori per altro ftimatiffimi ,
prefib molti Let-
terati moderni vengono cenfurati per molto
creduli ,
e luperllizioli in afpergere le loro car-
te di fimili racconti baffi , inetti , e favolofi
Apprcflb Valerio Maffimo fpecialmente fi leg-
ge l’apparizione di Giulio Celare fatta al fuo
uccifore Caffio , mentre quelli- fi ritrovava iil
Filippi aramalfando il fuo efercito • ma noft
folo r Autore narra l’ apparizione del morto
Celare , ma anche i rimproveri , che quelli
gli fece . PrelTo Plutarco fi narra la compari»
di un gran fantafn^ia apparfo fra gli orrori not-
turni nel padiglione di Bruto parimente ucci-
cifore di Celare , minacciandolo di --venire a ri- •

vederlo un’ altra ’


volta nel Campo di Fi--
^
lippi ,

Appreflb Zonàra abbiamo , che ^l’ Imperator


Collanzo dovunque fi andalfe , non potea mai
Jiberarfi della perfecuzione , che gli facea il
fratello da lui barbaramente uccifo » il quale
in <^ni notte, mentre egli andava a letto, fe
gli faceva innanzi colla velie di Diacono , e
con un calice in mano pieno di fangue , e
rimproverandolo , lo invitava a bere con dirgli
b'tbe frater . E' celebre ciò che fi narra dall’

Aba-

Digitized by Googlt
L

DriSSERTAZiONE
Abate Caflìodoro Autore d’ogni fede per e(fe-
re flato Segretario di Teodorico Re d’Italia,
come queflo Principe mentre un giorno era a
tavola , eflendogli prefentato in un gran piatto
di argento la tefla d’ un pefee , vide in vece
di quella la tefla ancora gocciolante di fangue'
del gran Segatore Simmaco da lui ingiuflamen-
te e barbaramente uccifo ;
dal cui orrido ap-
petto fu talmente il Re fpaventato,
che di là
a poco tempo egli miferamente mori, Fozio,
Patriarca di Coflantinopoli , Uomo cotanto let-
terato, e a tutti ben noto, ci ha lafciato fcrit-
to fenza nota di menfogna , che Anaflagio Im-
pératore avendo crudelmente uccifo Balilio fuo
anteceflbre , di cui egli era Prefetto ogni ;
qualvolta volea afeendere full’ imperiai trono
per dar a’ Popoli udienza, vedeva vifibiltnen-
fi

te aflalito dall’ uccifo Principe , che con un


pugnale iiifanguinato alla mano tentava ucci-
derlo • perlochè 1’ infelice' Anaflagio tutto {pa-
ventato ,
e tremante con orribili clamori gli
era d’ uopo fuggire ,
ed in luoghi fegreti e na-
^feofli appiattarli . Ma perchè la vifione del
fantafma era continua fu neceflitato di abdica-
re fpontaneamente 1’ imperio
, e
ritirandoli in
un Moniflero farfi Monaco .
Paufania florico Greco riferi fee , che in Tef-
faglia, e proprio vicino la Città di Farfaglia,
dove feguì la gran battaglia fra il gran Pom-
peo e Cefare , fi vide comparire per più
,

notti di feguito una gran quantità d’uomini d’


ignoto afpetto con abiti lugubri , e con torcic
ne* ,

DigitiZpd by
.

O F R A I V A M P I R r.
Si
17
nere accefe in mano girando per più volte in-
torno ai già noto campo di battaglia e dopo ,

difparire Q;aerto fu cagione fecondo lo Stori-


.

co , che molti di quei vicini abitatori abban-


donando il patrio fuolo
,
per non foggiacerc a
confimili fpaventi , altrove fi ritiraflero.

t
Preffo Plutarco nella vita degli uomini il-
'

-lufiri fi narra di Paufania


,
quelli volen- come
do toglier onore ad una fanciulla nobile Bi-
1’

zantina , e dopo 'dilfavvedutamente da lui uc-


ci fa ; quella di notte gli appariva privandolo
del fon no ,
e della quiete . virgine ingenua
Bigamia a fe iuterfsGa noUu aj>parere , tìl* /rri.
^ tata a quiete &
fomno prhjabatur (i) Così fi .

legge di Nerone appreffo Suetonio , il quale


veniva continuamente agitato da alcuni fantaf-
mi, che conballoni,e torcie accefe lo tormen-

tavano. Sape ccafejfus exagitari fe materna /peci»
- •
B t»er-

(i) Oltre a cib che Plutarco ci racconta dell’ap-


arizìone dello fpetrro della giovane Bizantina detta
Cieonice , cb« conti nnatnente infelìava il. Tuo occifo-
re Paufania , fi legge ancora ; che , quelli elTendo
morto di fame nel tempio di Pallade in I (parta, do-
ve i Tuoi nemici il tenevano alTedtato , il tuo fpettro
fi faceva vedere continuamente e cagionava tanto fpa-
,

vento a quei , che venivano nel tempio , che non


* ofaVano piu di entrarvi . Che i Lacedemoni non tro-
varono altro' ci medio, che di faf venire di TelTaglia f
Maghi'', i quali evocarono 1* anime di quegli Sparta-
ni , che in vita erano (lati nemici implacabili di Pau-
fania , e quelle anime diedero sì bene la caccia allo
fpettro , cne più non comparve. . Ecco in quefio rac-
I conto una fpecie non dillimile al Vampirifmo de’ no-
flri g'orni , e un riniedto ptb umano ed ingegnofo per

fiir ccflàre le compatfc degli Spettri

Digitized by Cooglc
,

i8 Dissertazione
verberìbus furiarum ,
ac tbgàis ardentjbUs . Sarei al
certo troppo ed infieme tediofo^, fe volefli {mìi
oltre rivangare quella materia ,
c narrare ad
una ad una le tante prodigiofe apparizioni d’
uomini morti-, delle quali fi trovano pieni i
libri degli Storici antichi , ballandomi d’aver-
ne dato quello piccolo faggio a fine di paffare
.

più oltre , e venire all’ dame di Autori più-


moderni , che fi avvicinano un poco'più al,
cafo de’ nollri Vampiri -

Arnagrimo Giona nativo d’Irlanda .celebre ,

Scrittore delle cole di fua patria ,


e di quel
rimotiffimo Regno ,
llimato
per dagli antichi
l’ultima Tuie, narra cofe lira ne , che a prima
villa apparifeono -incredibili , come egli fteflb
francamente aflerifee , però le accerta come ve- '

re ,
e da non farfene dubbio veruno Narra .

dunque egli , che in più contrade del'a detta


Islanda ,
e Ipecialmcnte vicino alle falde del
celebre Hecla ,
apparifeono continuamente, ed
indifferentemente di giorno , e di notte fpettri
d’ uomini ,^morti da poco tempo,, i> quali con-
verfano famigliarmente per qualche fpazio di
tempo co’ loro amici ,
congiunti ,
e parenti'.
Difeorrono mangiano
, interloquifcono su le
,

cofe domeniche , e dopo all’ iftante fparifeo-


110 ,
indi ritornano a venire e nell’ illeffa ,

maniera a difparire fino a tanto che dopo ,

qualche notabile fpazio di tempo più non com-


parifeono ; a fegno tàle, dice 1 Autore , che ’

quelle apparizioni di fpetri , e d’uomitii morti


fono refe così familiari appreffo ijuei Popoli

D- ! ’izQci by Googlc
.

I SorRA
V A'M P 1 R I .
che orinai niunq prende più timore di eflì ,
nc fpavento Di modo tale che là dove pri-
.
,

ma per eftirpargli adopravano il ferro, e la lati-


- '

eia per trapaffar loro il cuore nc’proprj i’epolcri,


fi è ormai affatto dilmeffo si barbaro ufo ed ,

in confequenza fono quali ancora diminuite


confiniili apparizioni ,
pero Tempre le ne fen-
tono in altre parti dell’ Ifola . Ecco alvivo
deferitti i Vampiri del nollro tempo da uno
Scrittore di più fecoli addietro, e preffo di un
.paefe fituato lotto al più gelato Settentrione
Siegue a comprovare I’ eliftenza , e ftoria
del Varaperifmo Olao Magno Svedefe Ar-
civelcovo d’ Upfalia ,
il quale nella fua fto-
ria della Scandinavia afterifee , come cerzio-
rato da teftimonj degni di fede ,
ritrovarli
nelle parti più Settentrionali della Norvegia ,
' '
e della Lapponia alcuni Popoli , appreffo i '

'

quali fc^lionocontinuamente apparire degli Spet-


tri d’ ogni forte , e fpeffe volte l'otto la figu-
ra de loro amici c ftretti parenti , da’ quali
fogliono que’ Popoli alle volte, prender confi- t

elio su i loro domcftici affari ,


indi fvani-
feono , c poi ritornano . Non parla quivi
r Autore nè di lancia , nè di decapitazione ,

nè dall’ altra forte ,


colle quali fi prattica og-
gidì per r cliermir.io di confimili Spettri ,

ma folamsntc narra il fatto ,


come cèrto ,
c

.

non'piU.'
V. Ubbone Emmio Storico veridico ,
e pun-
tuale delle cofe di Grecia rapporta ritrovarfi
in Teffaglia ,
e propriamente tra i gran vai-
.
/• '
B a Ioni

I tn

1
,
Digitized by Googlo
40 Di S S E » T A *1 O V*>
Ioni de’ monti Olimpo ^Pelion , ,
ed Offa
- alcuni Popoli irluti , e feroci ,
appreffo de’
quali fogliono fpefle volte apparire Spettri ,
e fantafmi d’ ogni forte ora in »forina j-

di feroci animali , c tal volta .fotto figura


d’ uomini tra loro. da poco tempo morti , ed ^

uccifi ,
co’ quali quegli dotatori fc^liono fami»
Jiarmente eonveriàre fenza punto turbarli .> Sh
fidts penes auBorem , ballando a me folamentc
.

di narrare il fatto , affine di far eonofceiW' ,


che' in ogni tempo ,,ed appreffo diverfe na«
zioni li è fentito parlare^ di conlimili appari»
rioni . / . .
y
Il Padre Fra Tommafo Gage di nazio-
ne Inglefe dell’ Ordine Domenicano fin dal»
le più rimote fpiagge del Mar Pacifico
nel Regno del Meflico , dove in officio di
Patoco dimorò per lo fpazio d’ anni dode*
ci , reca una tellimonianza autentica alla Ho.
ria de’ noflri Vampiri Egli narra , che .

ritrovandoli coll’ officio di Curato in un cer-


to Villaggio della Provincia di Guoftimola ,
feoperfe , che varj di quei Popoli fuoi figlia-
ni avevano commercio , e familiarità con al-
cuni' uomini morti , che loro fpontaneamente
comparivano , o erano da loro invocati ,‘"co*
quali fi confultavano per indagare l’evento fu-
turo de’ loro domefliei affari . Avendo il det-
to formato con teffimonj probi ,-e degni di
fede un giuridico proceffo ,
tentò con' varj
fertnoni , e familiari difeorfì di ammonire
quella gente lùperlUziofa ,
la quale prendendo
a fde-

dì.jmì^ byCoogle
SopraiVampiri. It
a fd^gno le paterne ammonizioni del Padre ,
tentarono una notte d’ ammazzarltr' -in propria
cafa . Finalmente fecondo egli afferma non
potendo più in cofcienza tollerare fimili com-
merci 'con uomini morti, o da loro invocati,
o fpontaniamente loro apparii , abbandonò il
fuo miniftero , e tornoncne in Inghilterra .
Quanto dice quello Autore viene confermato
da Pietro Martire nella fua lloria dell’ Indie ,
autore Spagnuolo , e di molta provata fede nel-
le Tue relazioni di quel paefe.
Cornelio A grippa Alemanno medico deU’Im-
peratore Carlo V. nel fecondo tomo della jfUa
Filofofìa occulta fuffraga molto all’ eliUenza
dell’illoria de’ Vampiri; pofciachè egli rappor-
ta ritrovarli rcgillrato ne’ publici annali dell’
Ifola di Creta , come in quei paeli era cofa
(olita ,
e quafi niente dello llraordinario che ,

molti uomini recentemente morti , comparili


(èro vivi ,
come prima , e
che familiarmente
converfavano per più ore colle loro moglie ,
parenti , ed amici , e che indi tornalfero a
difparire . Che l’unico efpediente per liberarfi
da una converfazione sì molella, era di (ar lo»
to paffare una fpada nel petto , con tralliger il
cuore , ed appunto nell’ iHelTa maniera , che
ora lì prattica in Ungheria , e Moravia ; do-
vendofi qui riflettere , che 1’ Autore fcriveva
di quella forte di Vampiri , da due fecoli ad-
dietro , di cofa , ch’era accaduta in quel Re-
gno molti fecoli prima , come verilìmilmente
giudicar fi dee « Dal che manifellamentè fi

’.ized by Googlc:
12 •
D
I« S ElC ^ A * VO;N f
(Reduce che 1’ apparizione de’ 'Vampiri
, ®
d’ uomini* morti fia cofa molto iantica , ed uoi-

verlale apprcflb remotiffime Nazióni , e non


già- cofa nuova , c di recente , che eltima*
mente fi 'Scorge graffare ''ne’ proflimi. noftr*
paefi di Germania , ed Ungheria.- ‘
o
Viene per, ultimo 'per non iflancartf più oU
tre il Con fimili replicati racconti 'ad
Lettore
Autenticar ciò con uno iirefragabile atteftato , i|
celebre Gioleppc Turnefort Mèdico, e primqi
Bottanico del Re Ludóvico iXIV. , Filofc^o*,!
uoifio dottiamo , ver«cc , faggio', studente',
e fprègiudicatiffiino d’ ognir ruperrtiziofa. crédu^
lità , c r.ornamenro più gloriofó dell’ Accade!
mia Reale delti Arti ,
e delle Scienze deliik
reai città* di Parigi , naorto vpochi anni fot
no nel fecolo jcorrentc'.. Quelli nella incrudii
tiflirna ftorià de’ funi Viaggi di Levante ,
cnari
rà- , come in -un Ifola dell’ Arcipelago , alUi
^uale. paffando ;per potitarfi in. Conllantinopoiìl
fafuàlmente approdò , vide tutto .in confufio^
Ae , ed. in jilconvolgimentp , il Borgo df dettft
dir ari Abitatori tutti fpaventati , etL
atterrici Bttendevaho, ad . affardellare- con molti;
loro rpbe , irrtobili‘, ed averi ,-affin®
4à! irrjbarcaTfi- su legni, già preparati , e fug«*
gitfe^eeiakro'^e v Ry domandando e^i qual n«
ipffft .UiìrtTOtiwAdluna si ftratia fnfoluzionc ,
gli
fii ri(]x)(lo da>aléuni di quéi difgraziati Citrài»
dinl lacheNin >qubl luogo non, fi potea più vi»
-le contin' 4 ei appariziont d’ uomini
QioatÌ4?4ui|iiùli in ogni iota, ed in ogni .teai|g
•>à I à po,
_j

Digitized by Go,ogIi
,

Sopra iVampirt. 23
po , c di giorno ,
e di notte fi facevano or-
ribilmente vedere ; eh’ entravano nelle locp
cale , fi coricavano in letto , mangiavano , e
bevevano ,
dilcorrevano d’affari, e d’altre cofe
frmili . E quantunque per eftirpargli , fd, aU
lontanargli dalle loro abitazioni .aveffero ado»
prato tutt’ i mezzi poflibili , . tanto di feon»
giuri ,
e di orazioni, quanto di troncare loco'
il capo ne’ loro proprj fepolcri , e trapaffar
,

loro il cuore, ed il petto con una lancia; tut»


tavia non ceffavano di ricomparire , e di far*
fi vedere come prima c che la povera geti- : .

te fpaventata da fimili funefte


, ed atterrita
vifioni ne moriva alla giornata di puro Ipa-
,

vento una buona parte di effa, Che però per .

fottrarfi da
, erano rifoluti
sì terribil flagello
di abbandonare , , c'roba , e quan- e patria
to di piu preziolò ivi poffedevano , e ritirarli
altrove per vivere in pace . Il folo teffimonio
di quello folo Autore , quanto altri non ve ne
foffero , farebbe folo baffante , fecondo il mio
baffo intendimento a fermarmi nella certezza
dell’ efillenza Vampirifmo o tìa apparizio-
del ,

ne d’ uomini morti , non mancando a quello


tellimonio nè giudizio , nè feienza , nè pun-
tualità in ciocché afferife» non già di u lito

ma di pura veduta .

Vi fi .potrebbe qui aggiungere in conriprova


de’ Vampiri l’Autore delle Lettere Giudaiche,
il quale in una fua Epillola , che finge feri-
va’ da Parigi al fuo Corrifpondente Giudeo
in Conflantinopoli ,
gli dà dillinto raguaglio

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24 Dissertazione
della ftoria e comparfa de’ Vampiri in varie
parti della Germania , Boemia , ed Ungheria
;
e dopo avere all’Amico narrato diftintamen.
te tutta la fìoria di quella comparfa con tuN
te le formalità , e maniere con che' fi proce-
'
de da Magillrati contra li fuddetti Vampiri
per eftirparli , conviene finalmente della veri-
tà del fatto , ammette eflcre vere ,
ed indu-
bitate le dette apparizioni , non conviene pe-
rò circa la filica realità de’ corpi apparen-
ti ,
ma fi riferba in altra occafione di parlar-
ne difiufamente con promettere di feiogliere
con ragioni naturali il maravigliofo di quello
ftrano fenomeno . Però fin ora non è cbmpar-
fo nulla alla luce di quello fatiiico Autore
,
fi llarà in appreflb attendendo, quello che farà
in quella materia .

E qui mi fovviene molto a propofito di an-


noverare fra e claffe de’ Vampiri tut-
la ferie, ,

te quelle infolite apparizioni di Fantafmi ,d’Om-


bre , di Larve , di Monaci ,
c Monacelle ,
che
fogliano di notte a molti apparire , e che mol- !

to fra gli uomini tanto favj , e fpregiudicati , I

come fra molti idioti , ed illetterati fe ne fo-


gliono burlare , e deridere come d’ inventate
menfogne , e contarelli di vecchlarelle . Su di v
che quantunque io volentieri convengo , che
molti di quelli avvenimenti fiano fiilfi , bug-
giardi , e fuppofitizj , c buona parte o giuo-
chetti , ed invenzioni burlefche
, o cafuali di
perfone , che fe l’ inventano o vogliano pren-
derfi paiTaterapo per altrui trattenimento
eoa

Digitized by Qoogle
SoFRAi Vampiri. *5
con tutto ciò non poffo difpenfarmi di aflcri-
re effere buona parte di quefte apparizioni ve-
riffime , e reali , maggiormente quando ven-
gono narrate da peribnc probe , fagge , e ve-
ridiche , e circoftanziate di maniera, che fen-
za nota di temerità non fi può loro negare l’af-
fenfo . Dovendofi in ciò riflettere , che la fti-
ma d* un uomo gfave e letterato , non confi-
Ile tanto in ergerfi in cattedra di Filofofo , e
con contegno di Pirronifta negar tutto , e
.

nulla affirmare ;
ma confille in efaminare pri-
ma le cofe con maturo giudizio , fottoporle al
criterio della ragione , c poi rifolvere . Men-
tre molte cofe ,
che a principio apparifeono
iperboliche ,
ed altre, che apparifeono vere ,
molte volte con ben penfarci fopra , e riflet-
tere , le prime fi troveranno vere , e le fe-
conde falfe , fecondo il belliffimo detto di
Plinio lo Storico naturale , che dice Quemad- :

modum multa fieri non pojfe ,


priufquam fo3a
funt judìcantur ,
ita multa quoque ,
qua antU
quitus falla ,
quia ea non vidimus ,
ncque ram
tione ajfequimur ex ih effe ,
qua fieri non potue*
runt ,
Judicavimus ,
qua certa fumma tnfipien^
tia e/1 .

Non fenza ragionevoi motivo ,


ho voluta
effere alquanto proliffo in allegare i differenti
Autori tanto antichi ,
quanto moderili ,
che
parlano di quella materia ,
affine di maggior-
mente flabilire la certezza llorica dell’ diften-
za de’ Vampiri ,
prima di venire alla difculfio-
Ite delle ragioni di ciò , che effettivamente iiano,
S.6 Dissertazione
ed in qual maniera ,
e per quali ragioni ci'ò
poffa leguire, acciocché' non ci venilTe da Ci-
cerone attribuito quel .rimprovero : Ineptum e/l
de ahqua re dijputare , anteqttB'n utruin fit , dtlu
fremer petqutratu* . Maggiormente che trattan-
dofi d’ una materia co.^i ftravagante , ftraordi-
nària , c quali allatto remota dall’ ulo ordina-
rio delle cole , larebbe fuor di ragione parla-
re delle loro cagioni ,
e della maniera ,
e del
mcklo , come li producano , fenza pria be-
'
ne (labilire il. fatto , e la loro . efiftenza . Per-
chè altrimenti fecondo , che c’ infegna Plu-
tarco , farebbe cofa inetta di procedere allo
fcrutinio di una ftoria di fatto fenza prima
accertarli veramente fe fìa vero o no : Qtiare
confultins e/i pria de ventate i & fide billori-
ca circmtjpìcere j
quan antiàpatìone Intempe/liva
^
£r prepeflera ratione In rerum- extjìentiam & mo.
dum inqttirere . i

E qtial crda più firepitofa- e maravigliofa


^uò darli di quella , di vederli quali ogni gior-
no comparire in pubblico, e privato, di gior-
no e di notte uomini già morti ?
, prattica-
re , conved’arc
mangiare,, e, dormire morti
,

con vivi ? qual cola da far inarcare alla me-


raviglia iftelfa le ciglia può efcogitarfi di que-
lla , di vederli pubblicamente aprire e fpalan-
car fepolcri , vederli cadaveri con occhi aper-
ti , come folTero vivi , rubicondi ,
vivaci e
turgidi di fttngue , troncar loro per mano di
Carnefice il capo : aprir con ferro e con lan*
•eie il pettOjC trapaflarloro il . cuore con léntiri
fi al

Diq''i’
Sopra I Vampir^t. 27
fi al colpo urlare il cadatrdro ,
c l'gorgare dal-
.la ferirà un torrente di fa'nguc , ficcomc il tut-

to atteftano tefUmonj di fede e procefli giu-


ridicamente preli filila faccia del luogo ? Me-
ta morfofi al certo mi le non credo , che %b-
-fi

biano fcritto' nè Ovidio , nè Lucio Apuleo .


E ficcome levis efi corde , tjui cito credit fecon-
do,!’ adagio dell’ Eccldiallico , iiccomc^ cojpro,
che tutto credono , e che fecondo Cicerone ,
quofdam in media luce Hyppocentatiros , Chi- &
nietas in nuóibus <videfe dicuntur ;v Cosi alU-in- ^

contro poi il non voler nulla credere ,


ed il

non voler preftar fede a qualunque cof^ fi di-

ca , è pura tem,erità , e volerla fare


da Scet- ,

tico A quelli fe gli potrebbe applicare quel , che


.

ciottamente dice Plutarco nella vita di Camil-


lo : Talilìitf nimlum credere aut nimitttn diffi’-

dare pericuiofknt ~ejì propttr bumanàm infirmita»

tetn qua fines non habet neque fui compos efi ,

in-
fed fertur inttrdum quidém in fuperjìitionem ,

terdum vero int-e^leiìum , CSfcontemptum rerum


divinarum ,
metus Vero & ne quid nimis optima
fune . 11 non voler nulla credf.re quantunque
venga follenuto da telliinonj degni di fede , è
un affatto derogare alla credenza umana, e co-

si potremo negare effer giammai flato nel Mon-


do *nè Ceiàre, nè- Alcffandro.
• '1
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r'.-'i «ì> K V •« ali

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VS D I S S E K. TA Z I O NS
r CAPO IIL

'•
fe P af>p0rÌ7^tont de-Vampìfi peffimo fphgtffi
'
foi fijiema dì slcuni 0ntitki Filefefi,'

i
.

r ' .'Al»', . .

O
pirifmo
Ra dunque
bilita
è
r eiìRenza
tempo
accertato
della
d’ invefligare
del
Storia
fatto
dei
che cofa ve.
e
Vam-
fhù.

ramente fieno maniera fi cagionino,''


, di qua!
ed in qual modo
pofTono fpiegare s\ Ara.
fi

vaganti fenomeni
, che da loro vengono
derivati . Affine di giungere a qudlo fcopo ,
Aimai bene più maturamente di filofi^rci un
poco fra me fieflb , indi confuitare i Filofi^
antichi ^ e dopo i moderni tal effetto a. . A ?

vendo rivoltato pèr qualche giorno Diogei» , •

Laerzio, c lo Stanleo mi è riufcito di ri-


fcontrare in elfi qualche fifiema dì dottrina per
lo quale fi poteffe alquanto ipiegate gli Urani
fenomeni' d«^ 'Vampirinoftrì
''

Ed primo luogo mi fi prefènta Pitago.


in
ra fìlorofo di Samo ifti tutore deHa nuova Fi.
lofofia Italica, il quale con lettere commenta,
tiaie di Policrate ad Amafì Re di Egitto fi

portò colà per apprendere da quei Sacerdoti


gli arcani della loro fapieliza ;
e dopo effere
fiato ammeflb a profeflare le cerimònie iàcre
di

Digitized by
.

Sopra iVamptrt. zp
di quella Nazione ,
fra 1' altre dottrine ,
che ivi
>ppiele , MetcmpGcofi
fu o fia
quella' della ,

trafmigrazione dell’ anime utnane negli altri


' corpi dopo la di loro morte Quefto ftrano .

fìfiema di Fiiofofia fu quello , eh’ egli al fuo


ritorno di colà pubblicò con maggior fer*
vore in Italia , ed in Grecia , e fu quello
iftelTo , che indi fu diffufo , e propagato ap-
preffo per tutta F Alla ,
e fine alle piu re-
mote parti del Giappone ,
Cina, e Tartaria :

ma più d’ogn' altro pccfe piede in quella gran


peniiòla dell’ Indie Orientali ( i ) nei Regni
'
del Malabar , e del Caromadel dove è si

grande la fuperllizìone di quei Popoli


su que-
fto articolo che per non controvenirlo fi aflen-
,

guno con un' pazzo rfgore di cibarfi di qual-


fifia forte di carne , e d’animali , che abbia vi-

ta

(;} I Celti credevano ancora a quertatrafmigra-


zìone' del r anima da nn corpo in un altro . Il fignor
Lery ‘ne’. Tuoi viaggi cl racconta di aver trovato fin
nell’ America vefiigio della Metempficofi .. Ma (ì

farà meno quelle infelici nazioni quan-


forprefo di
do fi farà atttenz'one, che quello fillema facea un deg-
na della più celebre ferra tra gli Ebrei , cio^ de' Fa-
rifei , i quali I’ ammettevano foto per gli uomini '

dabbene , ancorché il Bafoàgio lo dillende più oltre


Quella opinione quali comune a turre le nazioni fece
dire al celebre Tommafo Burnet , che fi potrebbe dire
di eflà , ebe fia difeefa dai cielo unto ella fvmbra ef-
fer fenza padre, fenza' madre , fenza genealogia. Ero-"
doto perù vuole che quello (Hletija iblTe nato in C-
,
gitto . Che diqui 6 IblTe portata poi. nella Cina
e nell’ Indie i verilìmile; perché quelli p.neli fi
egli
vogliono popolati da una colonia Egizia , ficch-
ine

'
t
V .

30 Dissertazione
ta ,
fiafi terreftre , aerio , o aquatico. Anzi fi

afferva éflere colà arrivata a tal eccelTo la lo-


ro pazzia , che hanno eretto a l'pefe pubbli-
che magnifici Ol’pedali per alimentare , e nu-
trire animali infermi d’ ogni ibrte ; ma quel-
che è piu non l'aprei dire , fe. più d’ ammira-
'
re, o da ridere fi è, che quantunque fi vedef-
lèro divorare da vermini ,
o animaletti immon-
di su la propria pedona non ardirebbe nin- ,

no di ammazzarne un lolo QLiefta pazza dot- .

trina fu quella che fopra tutto le altre in-


fegnò in Italia il gian Pitagora , il quale ar-
rivò a tal ecceffo di luperfiizione , che fi aften-,
ne di mangiare più fave , prefcrivendo T illef-
fo a fupi difcepoli , a caulà che generandoli
in quelle non so qual vermicciuolo ,
temeva
di divorare con quelle 1’ anima di fuo padre ,

* o di

Hie fi hanno Ingei^nato con molta ‘erudizione dimoftra-


re M. de Gui^nes-' nella memoria prefentata all’ Acca-

demia reale d’ Ifcrizioni , e belle lettere il, 1.4 di No-
vembre iyy8, e’I figiipt Samuel Sdjmidt
Fred. Qi-
nelidicono pei ò ,
che hanno apprela dagli Indiani.
1’

Crede lo Schmidt , che la venerazione , che hanno ,

quelli per gli .animali , e della loro afiinenza dalle


carni foife nara non già per, la credenza della Metem-
pficofi , ma dalla periualìurte , in cui erano di una
certa fimpatìa tia .tale e tale ,
con tale e tale de’
loro Dei . Ma è da crcderfi col. Moutefquieu ,
che
quefia afienenza. dalle carni nafeefie dal fiilema della
Metempficori , e quefia prodotta dalia legislazione per
evitare i’ ucciiìone .delle befiitr utili alla cultura, ed, al-
la- fcar/ei^za i
che ve n’ha nell* Indie . Ecco ifi di-
verto' penlare tra un fempiice erudito ed un filofofo .
Quelli riguarda tempre al ptecuio . Queùi al grande
c<i al fedo .

I 1

Digitized by Google
Sopra i Vampiri. 31
o di qualche altro fuo antenato, che forfè fof-
fe tralmigrata in quel, inietto (i) . > -,

Ora per venire al cafo noftro , (


fuppofto
quello fillerfia
)
lì^ potrebbe dire , che T anima
del defunto palTando dopo morte, in un altro
colpo confimile al primo , potrebbe apparire
di nuovo ,
farli vedere da fuoi amici , e pa-
renti , converlare ,
mangiare con elfi , e met-
terli in letto , ficcome vicn defiritto farli dal-
li noftri Vampiri Ciò caminapebbe aliai be-
.

ne , fe non le gli opponelfe una difficoltà in-


• formontablle , . la quale li è ,
che fecondo i

principi Pitagorici , la tranlmigraiione del^c


anime non li p«ò fare in un altro corpo con-
fimile al primo , ma ciiH'erent^ e talvolta di ,

differente fpecie , come farebbe a dire d’ un


yomo , in un Cavallo in un Elefante o in una , ,

,
. Vac- •
. .

(4) Quella proibizione delle fave fatti da Pita-


Rora" ha 3ato a penfare a molti e ad avvar.zare mit- ,

(Itane opinioni , come fi può vedere preflri 'il Bil?


nell’articolo Pitagora - Il fi^not &imon ne diede urrà
nuova nella fua dKTertaztone fopra i Lemori infetta
negli atti dell’ Accademia dell’ Ifcrizioni c belle Let-
tere . Egli dice , che perché nelle fede Lemurali fi git'-
tavano le fave nere dal Padre di famiglia , e queOa
era un offerta -tunebre , perchè lecondorFefio fopra il
fiore di quello legume vi è un>fegno lugubre, perciò
Pitagora proibì a fuoi difcepoli il cibartene ; ed egli
fi meravigMa di coloro ,• che affermano
,
non Sa fovra
qual fondamento , ch’'efse cootèiigano l’ anime de’
morti . Avrebbe cefsata ogni meraviglia fo avefs^'ri-
fietluto, come il nollro Autore , che in efse fi gene-
ra un infetto, e che per quelli ragione fecondo il fuo
fidema doVea proibire *ii cibarfi di quefio legume . ‘
r. »

Dissertazione
Vacca ,
fecondo U interi to , o demerito deli*

opere , che avrà commeflb , mentre era in vi-
ta . Da ciò ne rifulta la manifefla diificoltli dw
poterli quefta dottrina applicare ai noftri Vam-
'

piri , le 'di cui apparizioni fono ne’ corpi (ief*


ii y che informavano prima di morire. Nè va-
le il dire , che infecondo corpo informato
non fìa il primo ma un' altro confimile
quello ^ pofeiafehè , fé ciò folfe , >il Vampi-
ro, che appariice non fi potrebbe coraprenderè
perchè con recidere il capo , e trappfsargU
il cuore
. nel corpo del defimto , , ceffareb-
he di più comparire , non effendovi veruna
relazione fra il corpo del primo , e del fe-
condo {|)ià morto , « fepolto . A ciò potreb-
beli ancora rifpondere non far cafo ,