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RISTORAZIONE E AMMORTIZZATORI SOCIALI: 
QUELLO CHE C’È DA SAPERE PER ACCEDERVI. 
A cura di RISTORATORETOP e APG CONSULTING. 
 
PREMESSA IMPORTANTE. 
 
Tutto ciò che segue è aggiornato al ​12 Marzo 2020​.  
 
Raccoglieremo un elenco di 5 punti da tenere a mente per accedere alla richiesta 
di ammortizzatori sociali. 
 
Iniziamo dall’indice: 
 
1. Screening dimensionale dell’azienda; 
2. Analisi date di assunzione; 
3. Ferie, permessi e ROL: da tenere presente. 
4. Fai riferimento alla tua regione. 
5. Quali strumenti sono a disposizione come ammortizzatori sociali per la 
Ristorazione? 
 
Ad oggi (12 Marzo 2020, ore 18.00) e in attesa del decreto legge con nuove misure 
urgenti di sostegno a lavoratori ed imprese connesse all’emergenza COVID-19 
valide per tutto il territorio nazionale, allo stato attuale le aziende possono 
accedere a diverse misure di sostegno al reddito per i loro lavoratori dipendenti.  
 
Per potervi accedere bisogna innanzitutto andare a fare un'​attenta analisi della 
propria forza lavoro​. Ma andiamo con ordine dobbiamo innanzitutto: 
 
1. Screening dimensionale della propria azienda. 
 
Inizialmente bisogna fare uno screening dimensionale della propria azienda.  
 
In primo luogo dobbiamo calcolare la media dimensionale della nostra azienda 
con riferimento ai 6 mesi precedenti e con riferimento alle unità.  
 
Se l’azienda è stata avviata successivamente si considererà la media dei mesi di 
attività. 
 
Nel computo dobbiamo considerare i lavoratori di qualunque qualifica compresi 
gli apprendisti. Non contano perciò nè gli stagisti nè gli amministratori.  
 
Queste le regole:  
 
 
● Un lavoratore che ha un contratto full-time vale una unità; 
● Un lavoratore part time a 20 ore varrà 0,5 unità e così via.  
● La somma dei part time andrà arrotondata per eccesso qualora superi lo 
0,5.  
● I lavoratori a chiamata andranno computati in relazione alle ore lavorate 
nel semestre.  
● I lavoratori somministrati non fanno computo al presente. 
 
Facciamo un esempio. 
 
ESEMPIO 

Nel caso in cui 3 lavoratori siano assunti con orari settimanali, rispettivamente, di 
18, 20 e 24 ore, si procederà così:  

18 + 20 + 24 = 62 ore : 40 ore (orario normale) = 1 unità con il resto di 22 ore; poichè 


22 ore superano la metà dell’orario normale (40 ore), si computerà – come 
arrotondamento – 1 ulteriore unità; nella fattispecie, quindi​, i 3 lavoratori 
part-time determinano 2 unità lavorative. 

Nel caso di 2 lavoratori a chiamata che negli ultimi 6 mesi abbiano lavorato 40 ore 
ciascune essi verranno computati secondo il seguente calcolo:  

(Somma delle ore lavorate dai lavoratori nei sei mesi) 40 + 40)  

/ (Somma delle ore di due lavoratori full time nei 6 mesi) (1920) 

= 0,16 unità. 

Le soglie da tenere in considerazione sono 0-5, 5-15, sopra i 15. 

2. Analisi delle date di assunzione di ciascun lavoratore. 


In secondo luogo dobbiamo analizzare le date di assunzione di ciascun lavoratore. 
In particolare dobbiamo porre attenzione ai lavoratori che abbiano un contratto 
di lavoro da meno di 90 giorni.  

Vedremo dopo il perché. 

3. Ferie, permessi e ROL dei dipendenti: altro dato da tenere 


presente. 
Dobbiamo infine fare un analisi per ciascun dipendente delle Ferie e dei Permessi 
retribuiti residui che i nostri dipendenti hanno ad oggi. Questo perchè non è certo 
ma è probabile che prima di accedere a qualsiasi ammortizzatore sociale ci venga 
richiesto di esaurire le ferie e i permessi ai lavoratori.  

4. Ogni regione è a sè. 


 
Ad oggi è importante anche tenere presente anche la regione in quanto ad ora i 
fondi per la CIG in deroga sono stati stanziati dalle regioni. 

5. Quali ammortizzatori sociali sono presenti per la 


Ristorazione? 
Dopo aver fatto i controlli di cui sopra passiamo a vedere ad oggi quali 
ammortizzatori sociali sono presenti per la ristorazione.  

Sono ad oggi principalmente 2 : il FIS e la Cassa integrazione in deroga. Vedremo 


come il limite dimensionale sarà il discrimine per l’accesso all’uno o all’altro 
ammortizzatore sociale. 

5.1 IL FIS. 
Iniziamo a vedere che cosa prevede il Fondo di integrazione salariale ( il FIS). 

Il Fis è uno strumento di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione 


dell’attività lavorativa rivolto a tutti i datori di lavoro non inclusi nella normativa 
della Cigo-Cigs introdotto nel 2016. 

Iniziamo con la prima dicotomia:​ il Fis è obbligatorio ed è rivolto a tutti i datori 


di lavoro che occupano mediamente più di 5 dipendenti. Quindi se si hanno 
meno di 5 dipendenti si andrà in Cassa integrazione in Deroga​. 

Per poter accedere alle prestazioni del fondo bisogna aver effettuato i versamenti 
al fondo e per verificarlo è necessario far controllare dal proprio consulente del 
lavoro nel cassetto previdenziale aziendale se abbiamo versato il fondo e se 
quindi abbiamo accesso allo stesso. Le aliquote di versamento sono lo 0,45% per 
le aziende da 6 a 15 dipendenti e lo 0,65% per le aziende oltre i 15 dipendenti. 

Qualora venga utilizzato è previsto un addizionale del 4% sulla retribuzione persa 


quando le aziende utilizzano le prestazioni del fondo. 

E’ importante evidenziare come il fondo operi con il principio del pareggio di 
bilancio e non può erogare prestazioni in carenza di disponibilità quindi interverrà 
con uno specifico limite per ciascun datore di lavoro alle risorse del fondo. Il limite 
statuito generale è di 4 volte l’ammontare dei contributi ordinari dovuti dal 
datore di lavoro. ​Essendo il fondo di giovane istituzione per il 2020 vi è il tetto 
di sei volte l’ammontare della contribuzione ordinaria dovuta. 

Al Fis che è rivolto ai lavoratori con contratto di lavoro subordinato, ricompresi gli 
apprendisti con contratto di lavoro professionalizzante, con esclusione dei 
dirigenti e dei lavoratori a domicilio che abbiano maturato un'anzianità di almeno 
90 giorni.  

Può erogare 2 tipologie di prestazioni pari entrambi all’80% della retribuzione che 
sarebbe spettata al lavoratore: 

- L’assegno di solidarietà che prevede l’intervento del fondo in caso di 


riduzione concordata dell’orario giornaliero al massimo del 60%. Alla 
 
prestazione si accede previo accordo sindacale. L’assegno di solidarietà 
deve essere presentato in via telematica entro 7 giorni dalla data di 
conclusione dell’accordo sindacale e deve avere inizio entro 30 giorni dalla 
data di presentazione della domanda. ​A questo contributo pertanto 
possono accedere le aziende dai 6 ai 15 dipendenti che non hanno 
cessato la propria attività. Per quelle che hanno cessato la propria 
attività ci si deve rivolgere alla Cassa integrazione in Deroga. 
- L’assegno ordinario,invece, ​si rivolge ad aziende oltre i 15 dipendenti ​e 
ricomprende le casistiche di sospensione dell’attività lavorativa per eventi 
non imputabili all’impresa. Anche qui vi si accede previo accordo sindacale 
e la domanda deve essere presentata dal datore di lavoro in via telematica 
non oltre i 15 giorni dall’inizio della sospensione dell’attività lavorativa. 

Ma chi eroga le prestazioni? 

L’azienda eroga lo stipendio al lavoratore e l’INPS farà il conguaglio 


contributivo a favore del datore di lavore. 

5.2 CIG: Cassa integrazione in deroga. 


È un intervento di integrazione salariale a sostegno di imprese o lavoratori non 
destinatari della normativa sulla cassa integrazione guadagni. 

A chi è rivolta in ambito ristorativo? 

Aziende con meno di 5 dipendenti e aziende da 5 a 15 dipendenti che abbiano 


cessato l’attività o che abbiano riduzioni d’orario superiori al 60%. 

Destinatari: 

Lavoratori subordinati a tempo indeterminato, determinato, lavoratori a 


chiamata, apprendisti e somministrati. 

Termini: 

Durata massima di 3 mesi a decorrere dal 23 febbraio 2020 oppure 20 giorni da 
quando ha avuto inizio la sospensione o la riduzione dell’orario di lavoro. Viene 
erogata a seguito di accordo sindacale. 

Importo: 

80% della retribuzione che sarebbe spettata al lavoratore 

La domanda a chi si presenta? 

Alla regione di appartenenza la quale poi affiderà il carico alla sede Inps di 
competenza. E’ importante pertanto ad ora. 

Ma chi eroga le prestazioni? 

L’azienda eroga lo stipendio al lavoratore e l’Inps farà il conguaglio contributivo a 


favore del datore di lavore. E’ previsto che in presenza di serie e documentate 
 
difficoltà e a seguito di richiesta diretta sia l’Inps ad erogare direttamente al 
lavoratore. 

Buon lavoro! 
 
Per continuare la discussione e guardare le prossime dirette (accedendo ai nuovi 
paper) vieni a discuterne sul gruppo RistoratoreTop, il più autorevole riguardo alla 
Ristorazione: h
​ ttps://www.facebook.com/groups/RistoratoreTop/ 
 
Per contattare Filippo Sironi scrivere a ​apg@ristoratoretop.com  
 
 

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