Sei sulla pagina 1di 10

L’offerta di breve periodo in

concorrenza perfetta
Gennaro Zezza
Il calcolo dei benefici

Abbiamo detto che il beneficio derivante dalla


produzione sarà dato dai guadagni derivanti dalle
vendite, che si chiamano ricavi:
𝑅 =𝑃∙𝑄
Se il prezzo non cambia, vendere di più (aumento
di Q) implica un aumento dei ricavi R, ma non è
detto che il prezzo rimanga lo stesso al variare di Q.
La relazione tra prezzo di vendita e quantità
prodotta dipende dal tipo di mercato in cui
l’impresa opera.

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


Tipologie di mercato

Concorrenza perfetta
Moltissime imprese che producono beni identici. Nessuna impresa è
in grado di fissare il prezzo, che è determinato dalla «legge di
mercato». Non ci sono barriere all’entrata.

Concorrenza monopolistica
Moltissime imprese che producono beni simili.

Oligopolio
Poche imprese, che devono tener conto della reazione dei concorrenti
(comportamento strategico)

Monopolio
Un’unica impresa sul mercato

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


I ricavi in concorrenza perfetta

La singola impresa può vendere quanto vuole al


prezzo di mercato corrente, che non può
modificare.
𝑅 = 𝑃ത ∙ 𝑄
Possiamo definire:
𝑅 ത
𝑃∙𝑄
Ricavo medio: 𝑅𝑀 = = = 𝑃ത
𝑄 𝑄
∆𝑅 ത
𝑃∙∆𝑄
Ricavo marginale: 𝑅𝑚 = = = 𝑃ത
∆𝑄 ∆𝑄

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


Costi e ricavi

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


Ricavo, costi, profitto

Il profitto è dato dalla differenza tra ricavi e costi.


A bassi livelli di produzione i ricavi sono sempre
inferiori ai costi fissi, e l’azienda ha un profitto
negativo, cioè è in perdita.
All’aumentare delle vendite i ricavi aumentano più
velocemente dei costi, e prima o poi si raggiunge il
punto di pareggio (break-even point) nel punto A in
figura.
Per produzioni maggiori, i ricavi dovrebbero
superare i costi, generando un profitto positivo,
finché il rapido aumento dei costi variabili riporta il
profitto a zero, e poi a perdite (oltre il punto B).
Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta
Massimo profitto

Il profitto da Qa a Qb prima aumenta, e poi


diminuisce.
Ci deve essere un livello di produzione intermedio in
cui il profitto raggiunge il suo massimo.
Quel livello di produzione corrisponde alla
produzione ottimale (massima distanza tra la retta
dei ricavi e la curva dei costi), ma non è semplice
individuarlo con il grafico dei ricavi e dei costi totali.
Meglio usare un grafico per ricavi e costi unitari.

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


Costi e ricavi

CT=CM*Q
R=P*Q

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


Costi e ricavi

Nel punto di massimo profitto D


produco Qc.
Il costo medio = QcC = 0E
(distanza verticale)
Il costo totale = CT=CM*Q
CT= 0Qc*QcC

Il ricavo totale è dato dalle


quantità vendute Qc per il
prezzo
RT = 0Qc*0P

Il profitto totale è l’area del


rettangolo sopra i costi e
all’interno dei ricavi
Prof: 0PDQc=0P*0Qc

Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta


Massimo profitto

Il ricavo unitario (o ricavo medio) è costante


all’aumentare della produzione, ed eguale al prezzo.
Quando il ricavo medio è inferiore al costo medio,
l’impresa è in perdita. Il punto A corrisponde al
punto di pareggio.
Per trovare il profitto massimo dobbiamo ragionare
sulla differenza tra ricavo marginale e costo
marginale: se il ricavo marginale è superiore al
costo marginale, producendo e vendendo una unità
in più i miei ricavi aumentano più dei miei costi, e
quindi il profitto aumenta.
Quando Rm=Cm il profitto è massimo.
Gennaro Zezza - Offerta in concorrenza perfetta

Potrebbero piacerti anche