piano incidente
Equazioni dell’onda elettromagnetica piana
Sia x la direzione di propagazione, y la direzione
di E, z la direzione di B; le espressioni del campo
elm sono:
E Em sin (kx wt yˆ
B Bm sin (kx wt zˆ
E Em sin (kx wt yˆ
B Bm sin (kx wt zˆ
= 400 nm = 700 nm
n = 750 THz n = 430 THz
= 400 nm
= 425 nm
= 470 nm
= 555 nm
= 600 nm
= 630 nm
= 665 nm
Generazione di onde elettromagnetiche
Onde elm di piccole e grandi n (raggi X, raggi g, luce visibile) si producono
mediante meccanismi che coinvolgono la fisica quantistica atomica
(decadimento di atomi radioattivi, collisioni nucleari e subnucleari, ecc.)
Onde di grande e bassa n (onde radio, m, n 100 MHz, onde TV,
cellulari) si producono mediante antenne trasmittenti. In figura è mostrato lo
schema di generazione: il circuito LC genera una corrente sinusoidale di
frequenza w = 1/LC; l’alimentazione esterna compensa l’energia dissipata ed
anche l’energia portata via dall’onda irradiata. La corrente sinusoidale prodotta
dall’LC viene trasmessa, attraverso un trasformatore ed una linea di
trasmissione ad un’antenna metallica. Nell’antenna le cariche si propagano
come un dipolo elettrico di intensità e direzione oscillante, emettendo onde
che si irradiano nello spazio con la frequenza del circuito LC
1
w
LC
Energia dell’onda elettromagnetica
Le onde elm trasportano energia; senza l’energia della radiazione solare il
pianeta terra sarebbe un blocco di ghiaccio con temperature vicine allo zero
assoluto !
La quantità di energia trasportata dall’onda elettromagnetica è descritta da un
vettore (S) detto vettore di Poynting (dal nome di John Henry Poynting 1852-
1914, che per primo la formulò), definito come:
1
S EB
0
La direzione di S è perpendicolare ad entrambe i campi; dunque S è diretto
lungo la direzione di propagazione dell’onda.
EB
S
0
Energia dell’onda elettromagnetica
Per le onde elm valgono le seguenti relazioni fondamentali:
1
1) c 2) c E / B
0 0
Utilizzando la 2) possiamo esprimere S in funzione del solo B:
cB 2
S c (2uB )
0
uB è la densità di energia del campo magnetico; utilizziamo le relazioni 1) e 2)
per esprimere S in funzione di E:
E2
S c 0 E 2 c(2uE )
c0
Dall’uguaglianza tra queste due equazioni si vede che uB = uE; se indichiamo
con u = uB + uE la densità di energia totale trasportata dall’onda elm, si ha:
S c(uE uB ) c u
Il modulo del vettore di Poynting è uguale al prodotto della velocità dell’onda
per la densità di energia trasportata dall’onda.
Interpretazione fisica del vettore di Poynting
S cu
Se indichiamo con l lo spazio percorso dall’onda, ed A l Al V
l’area perpendicolare alla direzione di propagazione, c
possiamo riscrivere la velocità come: t At At
Vu U
S
At At
dunque S può definirsi come:
1) la quantità di energia trasportata dall’onda nell’unità di tempo
attraverso l’unità di area
2) La potenza trasportata dall’onda attraverso l’unità di area
Tipicamente, invece dei valori istantanei è più comune considerare valori medi
nel tempo. Il valor medio del vettore di Poynting è detto intensità della
radiazione elettromagnetica (I). Si ha:
2
Eqm Bqm cBqm
I S c 0 Eqm
2
0 0
Problema 33.3
Calcolare l’induttanza che deve essere collegata ad un condensatore con
capacità C = 17 pF in un oscillatore in modo da generare onde elm di 550 nm
(onde visibili di colore verde)
3 108 m
c
n 0.545 1015
Hz 545 THz
5.5 10 m s
7
w 2pn 3424THz
Calcoliamo infine l’induttanza necessaria a generare una frequenza
caratteristica corrispondente:
1 1 s2
w L 2 5 10 21
H
LC w C 3.42 10 17 pF
2 30
Problema 33.5
Un’onda elm piana ha un campo elettrico massimo Em = 3.2 10-4 V/m.
Calcolare il campo magnetico massimo:
m 6 2 Tm kV
Em cBm 3 10 3.42 10 T 10.26 10
8
1.03
s s m
Cm2 Cm2 s m2 m2 s
Polarizzazione dell’onda elettromagnetica
Se i campi oscillano lungo un asse specifico (come
in figura il campo elettrico lungo y) si dice che
l’onda piana è polarizzata lungo y; il piano (x, y)
contenente E si dice piano di oscillazione
Ad esempio, il segnale televisivo è rappresentato
da onde polarizzate. In Italia l’onda ha campo
elettrico polarizzato orizzontalmente, per cui i
componenti delle antenne riceventi sono disposti
in verso orizzontale. In altri paesi la polarizzazione
di E è nel piano verticale, e l’antenna di ricezione
deve anch’essa essere disposta verticalmente.
Al contrario, le onde di luce emesse dal sole o da
una lampada a fluorescenza sono non
polarizzate: ciò vuol dire che il piano in cui
oscilla il campo cambia istante per istante in
modo casuale (pur restando sempre
perpendicolare alla direzione di propagazione)
Polarizzazione mediante lamina polaroid
Una luce non polarizzata può essere polarizzata mediante una lamina
polarizzante; la più comune è la polaroid, inventata nel 1932 da Ewin Land
I0 c 0 E 2
Dopo il filtro soltanto la componente lungo y sopravvive, per cui l’intensità
risultante sarà ridotta a:
I c 0 E cos I 0 cos
2 2 2
Doppio filtro polarizzante
In figura vediamo il caso di luce non polarizzata
che attraversa due filtri disposti in sequenza: P1
seleziona luce polarizzata verticalmente; della
radiazione uscente, P2 seleziona la proiezione
lungo le righe della lastra; applichiamo in
sequenza la formula dell’intensità attraverso
primo filtro (I1) e secondo filtro (I2) :
I0
I1 I 0 / 2 I 2 I1 cos cos 2
2
2
Se le righe di P1 e P2 fossero perpendicolari tra
loro la radiazione sarebbe totalmente schermata
Un’applicazione ben nota della polarizzazione
della luce sono le lenti solari: esse filtrano la
luce in modo che passi soltanto la componente
verticale; se proviamo a sovrapporre due lenti in
sequenza , la luce continua a passare abbastanza
bene, ma se le incrociamo come in figura, la luce
sarà completamente schermata
La luce attraverso la materia
Finora abbiamo considerato onde elm che viaggiano nel vuoto; cosa succede
quando le onde elm, in particolare la luce visibile, attraversano la materia ?
Distinguiamo due tipologie di sostanze:
c c
v n
n v
c
n
v
n1 sin(1 ) n2 sin(2 )
n1 ed n2 sono gli indici di rifrazione dei due mezzi in cui il raggio si
propaga; nel caso del passaggio da aria (n1 1) ad acqua (n2 =1.33) la legge
di Snell dà:
1
sin(2 ) sin(1 ) 0.75sin(1 )
1.33
Dunque il seno del raggio rifratto è più piccolo di quello del raggio incidente;
ciò significa che la luce in acqua devia la propria direzione in modo da
avvicinarsi alla normale di superficie
Leggi dell’ottica geometrica
CASO 1: quando la luce passa da un mezzo di indice
di rifrazione minore ad uno di indice di rifrazione
maggiore (dunque n1 < n2) il raggio rifratto devia
AVVICINANDOSI alla normale di superficie:
n1 n2 2 1
Se nel passaggio dal primo al secondo mezzo l’indice di
rifrazione aumenta vuol dire che la luce rallenta;
dunque possiamo anche dire che quando la luce
rallenta, la sua direzione si avvicina alla normale
n1 n2 2 1
ovvero quando la luce accelera, la sua direzione si
allontana dalla normale
Leggi dell’ottica geometrica
CASO 3: quando la luce passa da un mezzo ad una altro
di UGUALE indice di rifrazione (n1 = n2) il raggio rifratto
prosegue di modo rettilineo senza deviare, ovvero gli
angoli di incidenza e rifrazione sono uguali
n1 n2 2 1
n1
sin( 2 ) sin(1 ) 0
n2
n1
Se sin(2)=0 vuol dire che 2 è uguale a 0; dunque se
n2
l’angolo di incidenza è nullo lo è anche quello di rifrazione,
ovvero il raggio trasmesso prosegue senza
deviazione
Esempio di rifrazione: oggetto sul fondo del
recipiente d’acqua
Se guardiamo una moneta sul fondo
di un recipiente d’acqua, ci sembrerà
posizionata molto più in alto.
Questo è un esempio di CASO 2: la
luce riflessa dalla moneta passa
dall’acqua all’aria, ovvero da un indice moneta reale
di rifrazione maggiore ad uno minore;
dunque il raggio rifratto in aria è
deviato maggiormente dalla normale
rispetto al raggio incidente in acqua.
Poiché il cervello umano ricostruisce
sempre l’immagine virtuale in base al moneta
virtuale
prolungamento rettilineo dei raggi che
giungono all’occhio, sembrerà che la
moneta sia posizionata molto più in alto
Esempio di rifrazione: il righello in acqua
Esempio di CASO 2: la luce emessa da un
punto immerso del righello (ad esempio
l’estremo A) passa da n maggiore (acqua) ad
n minore (aria); i raggi in uscita dall’acqua
deviano maggiormente rispetto alla
normale; l’immagine virtuale del righello,
ricostruita dal cervello sui prolungamenti
lineari dei raggi che giungono all’occhio
sembra accorciata e spezzata
A’
A A
Angolo limite
Consideriamo il passaggio della luce da un mezzo più denso ad uno
meno denso, ad esempio da acqua ad aria, ed una sorgente luminosa A
in acqua; i raggio che partendo da A attraversano l’interfaccia si discostano
maggiormente dalla normale
Consideriamo raggi incidenti uscenti da A sempre più inclinati; si arriverà
ad un punto tale (raggio rosso in figura) che l’angolo di rifrazione è
uguale a 90°, dunque il raggio rifratto è parallelo all’interfaccia;
l’angolo d’incidenza corrispondente a questa situazione si dice angolo
limite, che indichiamo con c
n2 n2 2 90o
sin(c ) sin(p / 2)
n1 n1
c
poiché sin() 1, questa equazione è n1
applicabile solo per n1 n2
Riflessione totale
Se si considera un angolo d’incidenza maggiore del valore limite (ad
esempio il raggio viola in figura con 1 > c) la componente trasmessa si
annulla, ed raggio incidente è totalmente riflesso: questa si dice
condizione di riflessione totale
Il regime di riflessione totale comporta che i raggi il cui angolo
d’incidenza è maggiore dell’angolo limite siano intrappolati nel
mezzo più denso: all’interfaccia essi sono totalmente riflessi all’indietro nel
primo mezzo, senza poter fuoriuscire nel secondo mezzo; in altri termini, per
questi raggi l’interfaccia funziona come uno specchio perfetto.
n2
n1 1
c
Esempio: il mondo visto dal sub
Come appare il mondo visto da un sub in immersione, che guarda verso
la superficie dell’acqua ?
C’è un aereo proprio sopra la sua testa: il sub vede l’aereo nella
posizione corretta, poiché il percorso dei raggi luminosi dall’aereo al sub è
perpendicolare alla superficie, dunque non c’è rifrazione
Un gabbiano passa in posizione leggermente inclinata rispetto alla
normale di superficie: il sub vede l’immagine virtuale nella direzione del
prolungamento rettilineo
reale virtuale reale
Una nave transita in corrispondenza
dell’angolo limite: il sub vede la nave virtuale
virtuale in posizione obliqua invece che
orizzontale, ovvero nella direzione del reale virtuale
prolungamento rettilineo del raggio
luminoso
Un pesce si nasconde dietro uno
reale
scoglio: il sub può vederlo grazie alla
riflessione totale, che proietta
l’immagine reale al di là dello scoglio;
l’immagine virtuale è ricostruita
seguendo il prolungamento rettilineo
del raggio visto dal sub
La fibra ottica
L’applicazione di gran lunga più importante
del fenomeno di riflessione totale è certamente
la fibra ottica, alla base della moderna
tecnologia delle telecomunicazioni, che
consente la trasmissioni di segnali con
straordinaria potenza, velocità, ed efficienza
energetica.
Oltre che nelle telecomunicazioni, le fibre
ottiche sono anche largamente impiegate nella
tecnologia medica per operare in
endoscopia, la quale utilizza la fibra per
visualizzare gli organi interni del paziente; per
esempio, è possibile illuminare le pareti interne
dello stomaco facendo scendere attraverso la
bocca una fibra ottica nel tubo digerente;
un’altra fibra, affiancata alla prima, consente di
vedere la zona illuminata incanalando un po’ di
luce verso l’esterno.
La fibra ottica
Ogni singola fibra ottica è composta da due strati concentrici di
materiale trasparente: un nucleo cilindrico centrale (core) con diametro
10 µm ed un mantello (cladding) con diametro 50 µm,
Il mantello esterno ha indice di rifrazione minore (1.475) rispetto al core
( 1,5); siamo nel caso 2 della rifrazione, caso in cui può verificarsi
riflessione totale
Per avere riflessione totale la luce deve essere introdotta nel nucleo con
un angolo rispetto alla normale d’interfaccia maggiore dell’angolo
limite, in modo che si propaghi mediante riflessione totale, rimbalzando
sulla parete del nucleo senza mai disperdersi al di fuori della fibra
Dunque la fibra è una sottilissima guida d’onda, in cui la luce rimane
intrappolata, trasportando così il segnale ad altissima velocità
Nucleo e mantello della fibra ottica sono generalmente realizzati in silice
(ossido di silicio SiO2) oppure in polimeri plastici
Problema 33.4
In figura vediamo un raggio monocromatico che
incide nel punto A dell’interfaccia tra acqua (n1 =
1.33) e zaffiro (n2 = 1.77). Il raggio incide con un
angolo di 50° sulla superficie.
a) Calcolare gli angoli di riflessione e rifrazione
nel punto A.
1 1' 40o
n1
2 arcsin sin(40o ) arcsin(0.48) 28.9o
n2
(
n sin (c sin 90o 1 sin (c
1
n
1.53
(
n1 sin (c n2 sin 90 o
c arcsin
1.58
75.5o
Problema 33.36
(
sin ( 1.58sin 14.5o 0.395 arcsin(0.395) 23.3o
Problema 33.31
Un palo verticale lungo 2 m emerge di 50 cm dalla
superficie dell’acqua (n = 1.33); i raggi solari
incidono con angolo = 55° rispetto alla superficie.
Calcolare la lunghezza dell’ombra proiettata dal palo
sul fondo della piscina.
L’ombra corrisponde alla porzione del fondo
schermato dal palo, ovvero la distanza x0+x1 tra il
palo e il punto del fondo raggiunto dal primo raggio
non intercettato; da = 55° ricaviamo 1 = 35°;
1 a
l’angolo di rifrazione si ottiene applicando Snell:
sin ( 2
(
sin 35o 0.43 arcsin(0.43) 25.5o
2
1.33
Siano a = 0.5 m e b = 1.5 m le porzioni del palo
2 b
emersa ed immersa, rispettivamente; si ottiene:
x x
tan (1 0 tan ( 2 1
x1 x0 a b
x0 x1 a tan (1 b tan (2 0.35 m 0.72 m 1.07 m
Problema 33.5
In figura vediamo un raggio di luce
riflesso da due superfici A e B
perpendicolari tra loro; l’angolo di
incidenza sulla superficie A è = 30°;
calcolare l’angolo di riflessione su B
2
Dopo P3 la luce è polarizzata lungo x con intensità:
I3 I 2 cos 2 30 I 2 0.75 0.093 I 0
Dunque solo il 9% dell’intensità originale emerge dai 3 filtri; notiamo che se
non ci fosse P2 la luce risultante sarebbe nulla. Un’opportuna disposizione dei
filtri ci permette di selezionare una specifica intensità d’uscita.