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Le onde elettromagnetiche

L’era dell’informazione digitale è interamente fondata sulla fisica delle onde


elettromagnetiche (elm): in ogni istante della nostra giornata siamo
totalmente immersi nelle radiazioni elettromagnetiche che ci arrivano
da un’infinità di sorgenti:
dal Sole e dalle altre stelle dell’Universo arriva radiazione visibile (luce) ed
infrarossa, prodotta dalla fusione dei nuclei d’idrogeno in nuclei di elio
dalle antenne trasmittenti arrivano onde delle televisioni, delle radio,
dei telefoni cellulari, prodotte da cariche elettriche che oscillano nelle
antenne trasmittenti
dai corpi caldi e da qualunque sorgente luminosa arrivano onde elm
emesse da vibrazioni atomiche e dai salti quantici degli elettroni negli atomi
dalle sostanze radioattive (uranio, plutonio) nel suolo provengono
radiazioni di alta energia (raggi gamma, raggi X)
Queste onde, apparentemente così diverse, sono in realtà tutte onde
elettromagnetiche, e differiscono tra loro soltanto per la frequenza !!
Onde elettromagnetiche
 Un’onda elettromagnetica è l’insieme
di un campo elettrico E e di un campo
magnetico B perpendicolari tra loro,
che viaggiano accoppiati nello
spazio con velocità c = 300000 Km/s

 I campi oscillano nello spazio in


modo sinusoidale; ovvero la
direzione è fissata ma il modulo
(ampiezza) ed il verso del campo
disegnano una sinusoide lungo
l’asse di propagazione

 I campi E e B hanno uguale frequenza e sono in fase tra loro.


 La direzione dei campi E e B è sempre perpendicolare alla direzione di
propagazione; per questo l’onda elm è detta TRASVERSALE
 L’onda elm non trasporta massa ma solo ENERGIA
 L’onda elm interagisce con la materia: può essere assorbita oppure
emessa da una qualsiasi particella carica in moto accelerato, oppure da un
elettrone che transita da un guscio atomico all’altro
Onde elettromagnetiche
Nell’esempio in figura:
 l’onda si propaga in
direzione dell’asse x
 il campo elettrico E
oscilla lungo l’asse y
 il campo magnetico B
oscilla lungo l’asse z

Le caratteristiche più importanti che identificano un’onda elm piana sono:


 velocità di propagazione: nel vuoto c = 300 000 Km/s (la velocità delle luce)
 lunghezza d’onda  (“lambda”): distanza tra due picchi consecutivi dell’onda
 frequenza n (“ni”): numero di oscillazioni compiute in un secondo (si misura
in Hertz: un Hertz è l’inverso di un secondo)
 ampiezza del campo oscillante: l’energia trasportata dall’onda è
proporzionale al modulo quadro del campo elettrico E2
 c
Poiché c nel vuoto è fissata, si ha: c  v 
T 
Dunque, lunghezza d’onda e frequenza non sono grandezze tra loro
indipendenti, bensì inversamente proporzionali
Lunghezza d’onda e frequenza
Consideriamo 3 onde di uguale ampiezza ma frequenza multipla che
viaggiano lungo l’asse orizzontale

In 1 secondo 3 periodi interi, ovvero 3


lunghezze d’onda 1 attraversano il piano
d’incidenza; dunque l’onda ha frequenza
n1 =3 Hz
Piano d’incidenza

2 = (1/2): in 1 secondo 6 periodi interi,


ovvero 6 lunghezze d’onda 2
attraversano il piano d’incidenza; dunque
l’onda ha frequenza n2 =6 Hz

3 = (1/4): in 1 secondo 12 periodi


interi, ovvero 12 lunghezze d’onda 3
attraversano il piano d’incidenza; dunque
l’onda ha frequenza n3 =12 Hz

un’onda elm che viaggia nel vuoto è caratterizzata da un solo


parametro indipendente, che può essere indifferentemente lunghezza
d’onda o frequenza: fissato l’uno, l’altro è ricavato dalla formula  = c/n
Lunghezza d’onda e frequenza
Ad esempio vediamo la differenza tra un’onda radio, un onda luminosa di
colore rosso, ed un raggio X:
 Una tipica onda radio usata per le trasmissioni FM ha lunghezza d’onda
dell’ordine del metro, corrispondente a frequenze di circa 10 8 Hz (100 MHz)
 Un’onda di luce rossa ha  dell’ordine del micron (10-6 m) e n  1014 Hz
 I raggi X hanno  dell’ordine delle dimensioni atomiche (10-10 m) e
frequenze n  1018 Hz
c3 108 m / s
v   1.5 108 Hz  150 MHz
 2m

n =4.31014 Hz n =2.4 1018 Hz


= 430 THz
Onde sferiche e onde piane
 In generale le onde elm emesse da
una sorgente puntiforme S si
propagano nello spazio con
simmetria sferica; dunque un
osservatore nel punto r verrà investito
da un fronte d’onda curvo
 Se però l’osservatore è abbastanza
lontano dalla sorgente, la curvatura
dell’onda può essere trascurata, e
possiamo semplificare l’onda sferica
come un’onda piana, disegnata in
basso

piano incidente
Equazioni dell’onda elettromagnetica piana
Sia x la direzione di propagazione, y la direzione
di E, z la direzione di B; le espressioni del campo
elm sono: 
E  Em sin (kx  wt yˆ

B  Bm sin (kx  wt zˆ

 Per un t fissato, wt è una fase costante, ed i campi sono sinusoidi lungo x; k è il


numero d’onda: k/2p è l’inverso della lunghezza d’onda ed esprime il numero di
oscillazioni compiute nello spazio per unità di lunghezza
 Ad un x fissato kx è una fase costante, ed i campi oscillano sinusoidalmente nel
tempo con frequenza angolare w  2p/T; la frequenza w/2p  n è il numero di
oscillazione compiute nell’unità di tempo
 Per x e t variabili, i campi sono sinusoidi che viaggiano lungo x con velocità c
 k ed w non sono frequenze indipendenti; infatti:
w 
c 
k T
Dunque, a parte per le ampiezze Em e Bm, l’onda elm è caratterizzata da un solo
parametro indipendente
Equazioni dell’onda elettromagnetica piana


E  Em sin (kx  wt yˆ

B  Bm sin (kx  wt zˆ

numero d’onda (numero di oscillazioni nello frequenza (numero di


spazio su una distanza unitaria): oscillazioni nel tempo unitario):
k 1 n w 1
   n
2p  c 2p T
Il numero di oscillazioni compiute nello spazio e nel tempo sono legate tra loro
attraverso la velocità c: w  c
c   n 
k T 
Esempio: onda elm di lunghezza d’onda 500 nm (luce verde)
1 1 c 8 m
  2  106
m 1
n   3  10  2  10 6
m 1
 600 THz
 5 10 m 7
 s
Equazioni dell’onda elettromagnetica

E  Em sin (kx  wt yˆ

B  Bm sin (kx  wt zˆ

Neppure le ampiezze dei campi sono indipendenti; infatti si dimostra che


Em E
c c
Bm B
 Questa relazione rivela un aspetto di enorme importanza: in un’onda elm
non può esistere il campo elettrico senza la simultanea presenza del campo
magnetico, e viceversa; se uno dei due campi è nullo, l’altro deve essere
ugualmente nullo
 Questo deriva dal fatto che il campo magnetico sinusoidale genera per
induzione un campo elettrico perpendicolare ad esso, e viceversa: i due campi
continuano a generarsi a vicenda per induzione, propagandosi come un’onda.
Lo spettro elettromagnetico
 Chiamiamo spettro elettromagnetico l’insieme ordinato delle onde
elm classificate in ordine di frequenza crescente (e di conseguenze
lunghezza d’onda decrescente)
 Le onde elm visibili all’occhio umano rappresentano una piccolissima
porzione di tutte le onde elm che è possibile generare ed utilizzate
Lo spettro visibile
 L’occhio umano è sensibile soltanto ad una piccolissima porzione
dello spettro elettromagnetico, detto intervallo del visibile,
corrispondente a valori di  compresi tra 400 nm (corrispondenti a frequenze
n = 750 THz) e 700 nm (n = 430 THz)
 Frequenze al di sotto dei 430 THz (ovvero  oltre 700 nm) corrispondono
alla regione dell’infrarosso
 Frequenze al di sopra dei 750 THz (ovvero  inferiore a 400 nm)
corrispondono alla regione dell’ultravioletto
 Tutte le frequenze al di fuori del visibile non sono rivelate all’occhio
umano, dunque appaiono nere

 = 400 nm  = 700 nm
n = 750 THz n = 430 THz

1 nm = 10-9 m 1 THz = 1012 Hz


Lo spettro visibile
 Nella figura di lato è mostrata la
sensibilità relativa dell’occhio umano
in funzione della lunghezza d’onda; il
massimo della sensibilità si ha per  =
555 nm; questa onda produce sui nostri
occhi la sensazione del giallo-verde
 Nella figura di sotto vediamo onde di
specifico colore, con i valori delle
corrispondenti lunghezze d’onda

 = 400 nm
 = 425 nm
 = 470 nm
 = 555 nm
 = 600 nm
 = 630 nm
 = 665 nm
Generazione di onde elettromagnetiche
 Onde elm di piccole  e grandi n (raggi X, raggi g, luce visibile) si producono
mediante meccanismi che coinvolgono la fisica quantistica atomica
(decadimento di atomi radioattivi, collisioni nucleari e subnucleari, ecc.)
 Onde di grande  e bassa n (onde radio,   m, n  100 MHz, onde TV,
cellulari) si producono mediante antenne trasmittenti. In figura è mostrato lo
schema di generazione: il circuito LC genera una corrente sinusoidale di
frequenza w = 1/LC; l’alimentazione esterna compensa l’energia dissipata ed
anche l’energia portata via dall’onda irradiata. La corrente sinusoidale prodotta
dall’LC viene trasmessa, attraverso un trasformatore ed una linea di
trasmissione ad un’antenna metallica. Nell’antenna le cariche si propagano
come un dipolo elettrico di intensità e direzione oscillante, emettendo onde
che si irradiano nello spazio con la frequenza del circuito LC

1
w
LC
Energia dell’onda elettromagnetica
Le onde elm trasportano energia; senza l’energia della radiazione solare il
pianeta terra sarebbe un blocco di ghiaccio con temperature vicine allo zero
assoluto !
La quantità di energia trasportata dall’onda elettromagnetica è descritta da un
vettore (S) detto vettore di Poynting (dal nome di John Henry Poynting 1852-
1914, che per primo la formulò), definito come:
 1  
S EB
0
La direzione di S è perpendicolare ad entrambe i campi; dunque S è diretto
lungo la direzione di propagazione dell’onda.

Consideriamo il modulo: essendo i campi perpendicolari tra loro si ha:

EB
S
0
Energia dell’onda elettromagnetica
Per le onde elm valgono le seguenti relazioni fondamentali:
1
1) c  2) c  E / B
0 0
Utilizzando la 2) possiamo esprimere S in funzione del solo B:
cB 2
S  c (2uB )
0
uB è la densità di energia del campo magnetico; utilizziamo le relazioni 1) e 2)
per esprimere S in funzione di E:
E2
S  c  0 E 2  c(2uE )
c0
Dall’uguaglianza tra queste due equazioni si vede che uB = uE; se indichiamo
con u = uB + uE la densità di energia totale trasportata dall’onda elm, si ha:
S  c(uE  uB )  c u
Il modulo del vettore di Poynting è uguale al prodotto della velocità dell’onda
per la densità di energia trasportata dall’onda.
Interpretazione fisica del vettore di Poynting
S  cu
Se indichiamo con l lo spazio percorso dall’onda, ed A l Al V
l’area perpendicolare alla direzione di propagazione, c  
possiamo riscrivere la velocità come: t At At
Vu U
S  
At At
dunque S può definirsi come:
1) la quantità di energia trasportata dall’onda nell’unità di tempo
attraverso l’unità di area
2) La potenza trasportata dall’onda attraverso l’unità di area
Tipicamente, invece dei valori istantanei è più comune considerare valori medi
nel tempo. Il valor medio del vettore di Poynting è detto intensità della
radiazione elettromagnetica (I). Si ha:
2
Eqm Bqm cBqm
I S   c  0 Eqm
2

0 0
Problema 33.3
Calcolare l’induttanza che deve essere collegata ad un condensatore con
capacità C = 17 pF in un oscillatore in modo da generare onde elm di 550 nm
(onde visibili di colore verde)

Una lunghezza d’onda di 550 nm corrisponde ad una frequenza:

3 108 m
c
n   0.545  1015
Hz  545 THz
 5.5 10 m s
7

La corrispondente frequenza angolare è:

w  2pn  3424THz
Calcoliamo infine l’induttanza necessaria a generare una frequenza
caratteristica corrispondente:
1 1 s2
w L 2   5  10 21
H
LC w C 3.42 10 17 pF
2 30
Problema 33.5
Un’onda elm piana ha un campo elettrico massimo Em = 3.2 10-4 V/m.
Calcolare il campo magnetico massimo:

Em 3.2 104V s 12


Bm    1.067  10 T
c 3 10 m
8 2

Calcolare l’intensità media dell’onda elm:

Eqm Bqm Em Bm 3.2 104 V 1.067 1012 T


I S  
0 2 0 2  4p 10 7 Tm
m
A
VC nJ nW
 0.136 109 2
 0.136 2  0.136 2
m s m s m
Problema 33.9
La radiazione solare appena fuori dall’atmosfera terrestre ha un’intensità I =1.4
kW/m2. Calcolare il valore massimo del campo elettrico Em e del campo
magnetico Bm della radiazione solare, assumendo che la radiazione sia un’onda
piana.
Em Bm cBm2 2  I 2  4p  10 7
(Tm / A) 1.4 kW
I   Bm 
2 0
 
2 0 2 0 c m
3 108 m 2
s
2
Ts W 6
 11.73 1012 2
 11.73  10 12 2
T  B m  3.42  10 T
Cm

m 6 2 Tm kV
Em  cBm  3 10  3.42 10 T  10.26 10
8
 1.03
s s m

Ts 2W Ts 2CV TsV Ts Tm2


    T 2

Cm2 Cm2 s m2 m2 s
Polarizzazione dell’onda elettromagnetica
Se i campi oscillano lungo un asse specifico (come
in figura il campo elettrico lungo y) si dice che
l’onda piana è polarizzata lungo y; il piano (x, y)
contenente E si dice piano di oscillazione
Ad esempio, il segnale televisivo è rappresentato
da onde polarizzate. In Italia l’onda ha campo
elettrico polarizzato orizzontalmente, per cui i
componenti delle antenne riceventi sono disposti
in verso orizzontale. In altri paesi la polarizzazione
di E è nel piano verticale, e l’antenna di ricezione
deve anch’essa essere disposta verticalmente.
Al contrario, le onde di luce emesse dal sole o da
una lampada a fluorescenza sono non
polarizzate: ciò vuol dire che il piano in cui
oscilla il campo cambia istante per istante in
modo casuale (pur restando sempre
perpendicolare alla direzione di propagazione)
Polarizzazione mediante lamina polaroid
Una luce non polarizzata può essere polarizzata mediante una lamina
polarizzante; la più comune è la polaroid, inventata nel 1932 da Ewin Land

Il filtro polaroid consiste in una lamina


di plastica contenente lunghe catene
molecolari disposte in parallelo.
Le molecole assorbono la componente
dell’onda perpendicolare alla catena,
mentre lasciano filtrare la componente
parallela.
Le componenti y e z della luce non
polarizzata hanno uguale intensità, per
cui nel passaggio attraverso il filtro,
metà dell’intensità originale (I0) va
persa:
I0
I
2
Polarizzazione mediante lamina polaroid
Supponiamo invece che la luce incidente sia polarizzata in una generica
direzione, e di utilizzare un filtro con righe parallele ad una direzione diversa da
quella della luce incidente
Sia E il campo elettrico incidente (diamo per
inteso che stiamo considerando valori
quadratici medi) e  l’angolo tra E e le righe
del filtro; la componente Ez viene assorbita
dal filtro, mentre Ey passa attraverso il filtro.
Si ha:
E y  E cos 
L’intensità dell’onda incidente è data da:

I0  c  0 E 2
Dopo il filtro soltanto la componente lungo y sopravvive, per cui l’intensità
risultante sarà ridotta a:
I  c  0 E cos   I 0 cos 
2 2 2
Doppio filtro polarizzante
In figura vediamo il caso di luce non polarizzata
che attraversa due filtri disposti in sequenza: P1
seleziona luce polarizzata verticalmente; della
radiazione uscente, P2 seleziona la proiezione
lungo le righe della lastra; applichiamo in
sequenza la formula dell’intensità attraverso
primo filtro (I1) e secondo filtro (I2) :
I0
I1  I 0 / 2 I 2  I1 cos   cos 2 
2

2
Se le righe di P1 e P2 fossero perpendicolari tra
loro la radiazione sarebbe totalmente schermata
Un’applicazione ben nota della polarizzazione
della luce sono le lenti solari: esse filtrano la
luce in modo che passi soltanto la componente
verticale; se proviamo a sovrapporre due lenti in
sequenza , la luce continua a passare abbastanza
bene, ma se le incrociamo come in figura, la luce
sarà completamente schermata
La luce attraverso la materia
Finora abbiamo considerato onde elm che viaggiano nel vuoto; cosa succede
quando le onde elm, in particolare la luce visibile, attraversano la materia ?
Distinguiamo due tipologie di sostanze:

 MATERIALI TRASPARENTI: si lasciano attraversare dalla luce; così


da permettere di vedere attraverso di essi; esempi sono il vetro, l’aria,
l’acqua; essi sono in parte anche riflettenti: ad esempio l’acqua è
trasparente, ma ci si può specchiare sulla sua superficie

 MATERIALI OPACHI: impediscono il passaggio della luce,


assorbendola e/o riflettendola; sono opachi la maggior parte dei solidi;
tra i corpi opachi distinguiamo:
 I corpi bianchi: riflettono allo stesso modo la luce incidente di qualsiasi
frequenza visibile; ai nostri occhi una sovrapposizione di tutte le frequenze
visibili appare bianca; sono bianchi alcuni metalli come l’argento
 I corpi neri: assorbono interamente la luce senza riemetterla; l’energia
così assorbita dal sistema viene convertita in calore; sono tali sostanze come
carbone e nerofumo
 i corpi colorati: riflettono maggiormente i raggi di una specifica
frequenza colorata, assorbendo tutte le altre; possono essere sia metalli che
isolanti
Velocità delle onde elm in un mezzo
trasparente
 L’onda elm viaggia nel vuoto con velocità c; se però consideriamo la
propagazione all’interno di una sostanza trasparente, la velocità dell’onda
si riduce: se indichiamo con v la velocità dell’onda elm all’interno del
materiale si ha:

c c
v  n
n v

 n è una costante adimensionale detto indice di rifrazione, il cui valore è


proprio del mezzo in cui il raggio si propaga; l’indice di rifrazione è il
rapporto tra velocità della luce nel vuoto c e velocità della luce nel
mezzo considerato; dunque maggiore è n, minore è la velocità della luce
nel mezzo, ovvero n rappresenta un fattore di rallentamento della luce
Velocità delle onde elm in un mezzo
trasparente
 nel vuoto n = 1
 nell’aria n  1
 nelle altre sostanze è sempre n > 1
 ad esempio nel diamante n=2.42, ovvero la luce all’interno del diamante
con una velocità di 2.42 volte inferiore alla velocità c

c
n
v

 n principalmente dipende dalla densità del materiale: maggiore è la


sua densità, maggiore l’indice di rifrazione, ovvero più il materiale è
denso, e più la luce che viaggia al suo interno tende a ‘frenare’,
principalmente a causa dell’interazione della luce con le vibrazioni atomiche e
molecolari
Passaggio della luce tra due mezzi
trasparenti
 Abbiamo definito TRASPARENTI i materiali che la luce può
attraversare; esempi sono l’aria e l’acqua; in ognuno di essi la luce viaggia
con velocità differente; ci chiediamo cosa succede quando la luce passa
da un mezzo all’altro.
 Consideriamo il righello immerso in un recipiente d’acqua: la parte
immersa appare piegata e accorciata. I raggi di luce che si riflettono sul
righello per arrivare al nostro occhio devono passare dall’acqua all’aria.
 Nel passaggio acqua-aria, i raggi non mantengono la stessa direzione, ma
si rifrangono, cioè si piegano: nel passaggio da un mezzo di
propagazione all’altro la luce CAMBIA DIREZIONE

La deviazione della direzione della luce al


passaggio tra due diversi mezzi
trasparenti si dice RIFRAZIONE; la
deviazione della traiettoria è conseguenza
del cambiamento di velocità
Leggi dell’ottica geometrica:
riflessione e rifrazione
 Il cambiamento di direzione della luce nei mezzi è descritto dalle leggi
dell’OTTICA GEOMETRICA; queste includono la legge della RIFLESSIONE
e la legge della RIFRAZIONE
 Riflessione e rifrazione della luce nel passaggio tra due mezzi trasparenti
sono aspetti di un unico fenomeno: un raggio incidente è sempre
parzialmente riflesso dalla superficie e parzialmente rifratto, ovvero
penetra nel secondo mezzo ma con traiettoria deviata
Consideriamo il passaggio della luce dall’aria
all’acqua; si definisce:
 1: angolo d’incidenza, ovvero l’angolo
che il raggio incidente forma con la normale
alla superficie
 ’1: angolo di riflessione, formato dal
raggio riflesso con la normale alla superficie
 2 : angolo di rifrazione, formato dal
raggio rifratto con la normale alla superficie
 Il piano che contiene il raggio d’incidenza e
la normale alla superficie è detto piano
d’incidenza (in pratica il piano della pagina).
Leggi dell’ottica geometrica
Leggi della riflessione:
 il raggio riflesso giace nel piano d’incidenza
 l’angolo di riflessione è uguale all’angolo
d’incidenza:
1  1'
Leggi della rifrazione:
 il raggio rifratto giace nel piano d’incidenza
 gli angoli di rifrazione e incidenza sono legati
dalla relazione (anche detta legge di Snell):

n1 sin(1 )  n2 sin(2 )
n1 ed n2 sono gli indici di rifrazione dei due mezzi in cui il raggio si
propaga; nel caso del passaggio da aria (n1 1) ad acqua (n2 =1.33) la legge
di Snell dà:
1
sin(2 )  sin(1 )  0.75sin(1 )
1.33
Dunque il seno del raggio rifratto è più piccolo di quello del raggio incidente;
ciò significa che la luce in acqua devia la propria direzione in modo da
avvicinarsi alla normale di superficie
Leggi dell’ottica geometrica
 CASO 1: quando la luce passa da un mezzo di indice
di rifrazione minore ad uno di indice di rifrazione
maggiore (dunque n1 < n2) il raggio rifratto devia
AVVICINANDOSI alla normale di superficie:

n1  n2  2  1
Se nel passaggio dal primo al secondo mezzo l’indice di
rifrazione aumenta vuol dire che la luce rallenta;
dunque possiamo anche dire che quando la luce
rallenta, la sua direzione si avvicina alla normale

 CASO 2: quando la luce passa da un mezzo di indice


di rifrazione maggiore ad uno di indice di rifrazione
minore (dunque n1 > n2) il raggio rifratto devia
ALLONTANANDOSI dalla normale di superficie:

n1  n2  2  1
ovvero quando la luce accelera, la sua direzione si
allontana dalla normale
Leggi dell’ottica geometrica
 CASO 3: quando la luce passa da un mezzo ad una altro
di UGUALE indice di rifrazione (n1 = n2) il raggio rifratto
prosegue di modo rettilineo senza deviare, ovvero gli
angoli di incidenza e rifrazione sono uguali

n1  n2  2  1

 CASO 4: se l’angolo di incidenza è nullo (1=0) ovvero


se il raggio incidente è normale alla superficie, dalla legge
di Snell si ricava che, per qualsiasi valore di n1 ed n2:

n1
sin( 2 )  sin(1 )  0
n2
n1
Se sin(2)=0 vuol dire che 2 è uguale a 0; dunque se
n2
l’angolo di incidenza è nullo lo è anche quello di rifrazione,
ovvero il raggio trasmesso prosegue senza
deviazione
Esempio di rifrazione: oggetto sul fondo del
recipiente d’acqua
 Se guardiamo una moneta sul fondo
di un recipiente d’acqua, ci sembrerà
posizionata molto più in alto.
 Questo è un esempio di CASO 2: la
luce riflessa dalla moneta passa
dall’acqua all’aria, ovvero da un indice moneta reale
di rifrazione maggiore ad uno minore;
dunque il raggio rifratto in aria è
deviato maggiormente dalla normale
rispetto al raggio incidente in acqua.
 Poiché il cervello umano ricostruisce
sempre l’immagine virtuale in base al moneta
virtuale
prolungamento rettilineo dei raggi che
giungono all’occhio, sembrerà che la
moneta sia posizionata molto più in alto
Esempio di rifrazione: il righello in acqua
Esempio di CASO 2: la luce emessa da un
punto immerso del righello (ad esempio
l’estremo A) passa da n maggiore (acqua) ad
n minore (aria); i raggi in uscita dall’acqua
deviano maggiormente rispetto alla
normale; l’immagine virtuale del righello,
ricostruita dal cervello sui prolungamenti
lineari dei raggi che giungono all’occhio
sembra accorciata e spezzata

Immagine reale Immagine virtuale

A’
A A
Angolo limite
 Consideriamo il passaggio della luce da un mezzo più denso ad uno
meno denso, ad esempio da acqua ad aria, ed una sorgente luminosa A
in acqua; i raggio che partendo da A attraversano l’interfaccia si discostano
maggiormente dalla normale
 Consideriamo raggi incidenti uscenti da A sempre più inclinati; si arriverà
ad un punto tale (raggio rosso in figura) che l’angolo di rifrazione è
uguale a 90°, dunque il raggio rifratto è parallelo all’interfaccia;
l’angolo d’incidenza corrispondente a questa situazione si dice angolo
limite, che indichiamo con c

 Dalla legge di Snell ricaviamo il


seno dell’angolo d’incidenza n2
corrispondente al valore limite:

n2 n2 2  90o
sin(c )  sin(p / 2) 
n1 n1
c
poiché sin()  1, questa equazione è n1
applicabile solo per n1  n2
Riflessione totale
 Se si considera un angolo d’incidenza maggiore del valore limite (ad
esempio il raggio viola in figura con 1 > c) la componente trasmessa si
annulla, ed raggio incidente è totalmente riflesso: questa si dice
condizione di riflessione totale
 Il regime di riflessione totale comporta che i raggi il cui angolo
d’incidenza è maggiore dell’angolo limite siano intrappolati nel
mezzo più denso: all’interfaccia essi sono totalmente riflessi all’indietro nel
primo mezzo, senza poter fuoriuscire nel secondo mezzo; in altri termini, per
questi raggi l’interfaccia funziona come uno specchio perfetto.

n2

n1 1
c
Esempio: il mondo visto dal sub
Come appare il mondo visto da un sub in immersione, che guarda verso
la superficie dell’acqua ?
 C’è un aereo proprio sopra la sua testa: il sub vede l’aereo nella
posizione corretta, poiché il percorso dei raggi luminosi dall’aereo al sub è
perpendicolare alla superficie, dunque non c’è rifrazione
 Un gabbiano passa in posizione leggermente inclinata rispetto alla
normale di superficie: il sub vede l’immagine virtuale nella direzione del
prolungamento rettilineo
reale virtuale reale
 Una nave transita in corrispondenza
dell’angolo limite: il sub vede la nave virtuale
virtuale in posizione obliqua invece che
orizzontale, ovvero nella direzione del reale virtuale
prolungamento rettilineo del raggio
luminoso
 Un pesce si nasconde dietro uno
reale
scoglio: il sub può vederlo grazie alla
riflessione totale, che proietta
l’immagine reale al di là dello scoglio;
l’immagine virtuale è ricostruita
seguendo il prolungamento rettilineo
del raggio visto dal sub
La fibra ottica
 L’applicazione di gran lunga più importante
del fenomeno di riflessione totale è certamente
la fibra ottica, alla base della moderna
tecnologia delle telecomunicazioni, che
consente la trasmissioni di segnali con
straordinaria potenza, velocità, ed efficienza
energetica.
 Oltre che nelle telecomunicazioni, le fibre
ottiche sono anche largamente impiegate nella
tecnologia medica per operare in
endoscopia, la quale utilizza la fibra per
visualizzare gli organi interni del paziente; per
esempio, è possibile illuminare le pareti interne
dello stomaco facendo scendere attraverso la
bocca una fibra ottica nel tubo digerente;
un’altra fibra, affiancata alla prima, consente di
vedere la zona illuminata incanalando un po’ di
luce verso l’esterno.
La fibra ottica
 Ogni singola fibra ottica è composta da due strati concentrici di
materiale trasparente: un nucleo cilindrico centrale (core) con diametro
10 µm ed un mantello (cladding) con diametro 50 µm,
 Il mantello esterno ha indice di rifrazione minore (1.475) rispetto al core
( 1,5); siamo nel caso 2 della rifrazione, caso in cui può verificarsi
riflessione totale
 Per avere riflessione totale la luce deve essere introdotta nel nucleo con
un angolo rispetto alla normale d’interfaccia maggiore dell’angolo
limite, in modo che si propaghi mediante riflessione totale, rimbalzando
sulla parete del nucleo senza mai disperdersi al di fuori della fibra
 Dunque la fibra è una sottilissima guida d’onda, in cui la luce rimane
intrappolata, trasportando così il segnale ad altissima velocità
 Nucleo e mantello della fibra ottica sono generalmente realizzati in silice
(ossido di silicio SiO2) oppure in polimeri plastici
Problema 33.4
In figura vediamo un raggio monocromatico che
incide nel punto A dell’interfaccia tra acqua (n1 =
1.33) e zaffiro (n2 = 1.77). Il raggio incide con un
angolo di 50° sulla superficie.
a) Calcolare gli angoli di riflessione e rifrazione
nel punto A.
1  1'  40o
 n1 
 2  arcsin  sin(40o )   arcsin(0.48)  28.9o
 n2 

b) Il raggio fuoriesce dallo zaffiro ed entra in aria


(n3 = 1) nel punto B. Calcolare angolo di riflessione
e rifrazione.
2  2'  28.9o
 n2 o 
3  arcsin  sin(28.9 )   58.8o
 n3 
Problema 33.5
In figura vediamo un prisma triangolare di
vetro in aria; un raggio incidente
perpendicolarmente ad una faccia è riflesso
totalmente dalla superficie orizzontale
vetro/aria; stimare l’indice di rifrazione n
del prisma, sapendo che 1 = 45°.

Poiché il raggio nel prisma è riflesso totalmente, si ha che 1 deve essere


necessariamente maggiore del valore critico c . Ricaviamo l’angolo critico:

( 
n sin (c   sin 90o  1  sin (c  
1
n

Dunque, deve essere:


1
sin (1   sin (c   n   1.41
sin (1 
Problema 33.36
In figura è mostrata una fibra ottica formata
da un nucleo interno di plastica trasparente
con n1 = 1.58, ed una guaina esterna di
plastica con n2 = 1.53; un raggio di luce entra
nella fibra con angolo d’incidenza  rispetto
alla sezione trasversale della fibra; calcolare il
massimo valore di  che permette di avere
riflessione totale nel punto A.

Sia  ’ l’angolo di rifrazione all’ingresso del


raggio nel nucleo, e 1 l’angolo di incidenza in
1 1
' A; per avere riflessione totale in A è
necessario che 1 sia maggiore dell’angolo
limite c , il quale è dato da:

 1.53 
(
n1 sin (c   n2 sin 90 o
  c  arcsin 
 1.58


 75.5o
Problema 33.36

Dall’analisi geometrica si vede che  ’ = 90° - 1 ;


dunque se per avere riflessione totale 1 deve
1 1 essere maggiore di 75.5°, ne segue che deve
'
essere  ’ < 90° - c = 14.5°

Applichiamo Snell per mettere in relazione  e  ’ :

sin (   n1 sin ( '


Dunque, deve essere:

( 
sin (   1.58sin 14.5o  0.395    arcsin(0.395)  23.3o
Problema 33.31
Un palo verticale lungo 2 m emerge di 50 cm dalla
superficie dell’acqua (n = 1.33); i raggi solari
incidono con angolo  = 55° rispetto alla superficie.
Calcolare la lunghezza dell’ombra proiettata dal palo
sul fondo della piscina.
L’ombra corrisponde alla porzione del fondo
schermato dal palo, ovvero la distanza x0+x1 tra il
palo e il punto del fondo raggiunto dal primo raggio
non intercettato; da  = 55° ricaviamo 1 = 35°;
1 a
l’angolo di rifrazione si ottiene applicando Snell:

sin ( 2  
(
sin 35o   0.43    arcsin(0.43)  25.5o
2
1.33
Siano a = 0.5 m e b = 1.5 m le porzioni del palo
2 b
emersa ed immersa, rispettivamente; si ottiene:
x x
tan (1   0 tan ( 2   1
x1 x0 a b
x0  x1  a tan (1   b tan (2   0.35 m  0.72 m  1.07 m
Problema 33.5
In figura vediamo un raggio di luce
riflesso da due superfici A e B
perpendicolari tra loro; l’angolo di
incidenza sulla superficie A è  = 30°;
calcolare l’angolo di riflessione su B

Dall’analisi geometrica si vede che


l’angolo di riflessione sulla superficie A
deve essere uguale all’angolo formato
dal raggio r e la superficie B, poiché
alterni interni tra r ed il piano
 orizzontale; ne segue che l’ angolo di
riflessione su B deve essere:
' '  '  90o    60o

Problema 33.3
Consideriamo luce inizialmente non
polarizzata, e 3 filtri in sequenza con
righe disposte come in figura;
determinare l’intensità risultante dopo i
P1 3 filtri
Dopo P1 la luce è polarizzata lungo y con
P2 intensità
I1  I 0 / 2
P3 Dopo P2 la luce è polarizzata lungo le
righe di P2 con intensità:
I0
I 2  I1 cos 60  cos 2 60  0.125 I 0
2

2
Dopo P3 la luce è polarizzata lungo x con intensità:
I3  I 2 cos 2 30  I 2 0.75  0.093 I 0
Dunque solo il 9% dell’intensità originale emerge dai 3 filtri; notiamo che se
non ci fosse P2 la luce risultante sarebbe nulla. Un’opportuna disposizione dei
filtri ci permette di selezionare una specifica intensità d’uscita.

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