Settimanale di Preghiera Domenica 11 aprile 2021 Domenica della Divina Misericordia Anno XXIII n. 985
Apostolato
della preghiera
Fermenti di risurrezione e di pace
Donaci, Signore,
per intercessione di Maria tua madre,
che per prima ha gioito della risurrezione,
Aprile di ascoltare nell’intimo del cuore,
la tua voce che ci chiama
Primo venerdì
02/04 e ci sospinge a seminare fermenti
di risurrezione e di pace intorno a noi;
fa’ che ci lasciamo attrarre da te
per entrare nella gioia del mistero trinitario
dove vivi con il Padre
nella potenza dello Spirito Santo.
(Carlo Maria Martini)
Non di solo pane Domenica della Divina Misericordia - Numero 985 pagina 2
I santi del giorno: Sant’Isacco di Monteluco,
monaco; santa Gemma Galgani, vergine
“La vita è molto simile ad un libro. Lo sciocco lo
sfoglia distrattamente, ma il saggio lo legge con molta
attenzione, ben sapendo che può leggerlo una sola
Domenica
Aprile
Domenica della Divina
11
volta .” (J. Paul) Misericordia
“ Il ritardatario”
a cura di don Luciano
Il Santo del giorno: san Stanislao
Era dura per tutti in quei gior- San Stanislao, padre e patrono della Polonia, ebbe il coraggio di
ni. Troppe emozioni tutte in-
sieme: dall’ingresso trionfale di opporsi all’immoralità e alle atrocità commesse dal re Boleslao II e
Gesù nella città santa al dram- per questo pagò di persona. Nato intorno al 1030, studiò a Parigi e,
ma della Croce. Nell’infuriare ritornato in patria, usò i propri beni a favore dei poveri. Venne or-
della bufera i Dodici avevano
sbandato paurosamente. Si e- dinato prete dal vescovo di Cracovia, Lamberto, al quale poi succe-
rano chiuse tutte le porte, dette nel 1072. Fu come un padre per i poveri e un testimone della
compresa quella del cuore. Ma
la sera di Pasqua Gesù decide radicalità evangelica. Cercò di riportare il re a un comportamento
di incontrarli: mostra le piaghe, degno del suo compito, ma senza successo, per cui arrivò a scomu-
dona la pace, perdona i pecca- nicarlo. Questo fece infuriare il sovrano che uccise Stanislao in una
ti, rassicura i discepoli e li col-
ma di gioia. Tommaso non c’è. chiesa a Cracovia nel 1079.
Non aveva retto alla disfatta
ed aveva ceduto allo sconfor-
to. Ci aveva creduto “troppo”.
Gli Apostoli gli diranno:
“Abbiamo visto il Signore!”(Gv
20,23), ma Tommaso farà Vangelo Gv 20,19-31
l’offeso. “Ma come proprio voi
venite a raccontarmi che Gesù è vi- La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le
vo, voi che siete fuggiti? No, non porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei,
credo.” Gesù dà tempo anche a venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo,
Tommaso: Lo mette in pausa mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Si-
per otto giorni, dopodichè gli gnore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha man-
si rivela. Lo richiama amore- dato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro:
volmente, gli mostra le piaghe «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saran-
per ricordargli: “Tommaso, non no perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
solo tu, anch’io ho sofferto. Tocca
qui e verifica.” Tommaso vive Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quan-
un mix di confusione e di gio- do venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Si-
ia, piange e ride. Ora il suo gnore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei
cuore torna a battere forte. chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia
Anche una vita sconfitta può mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli era-
in contrare la gloria del Risor- no di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a
to. Gesù invita ad osare pure porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tom-
quando sembra inutile, a guar- maso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e
dare a lui nonostante il peso mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli ri-
del peccato che trascina a ter- spose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché
ra. Ripete ad ognuno: “ Stendi
la mano, tocca, non stancarti di con- mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e han-
templare la passione di Dio”. Gra- no creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri se-
zie a Gesù risorto il tempo gni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati
dell’angoscia ha fine e fiorisce scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,
la pace. credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Non di solo pane Domenica della Divina Misericordia - Numero 985 pagina 3
“Mio Signore e mio Dio!” meditazione curata da don Luciano Vitton Mea -
Maestri di
spiritualità Contemplo: Vigilare
13
domenicana.
Martedì
“Nella vita non ci sono soluzioni. Ci sono delle
forze in cammino: bisogna credere in esse, e le so- Aprile
2^ settimana di Pasqua
luzioni seguiranno.” (A. de Saint Exupèry)
Maestri di
spiritualità
Contemplo: Entrare nella storia
Osservate la fede e
l’obbediente docilità dei
discepoli. Gesù parla La Chiesa, come comunità di co- In questo quadro si colloca la dot-
mentre essi si trovano nel loro che professano la speranza trina sociale della Chiesa, intesa
bel mezzo del loro lavo-
ro; ebbene essi, appena nella venuta del Regno, è la comu- come una morale sociale che pro-
sentito il suo invito, non nità in cui, in maniera privilegiata, spetta per tutti gli uomini ideali
si ritraggono, né rinviano devono realizzarsi alcuni segni storici concreti.
e neppure dicono: La-
sciaci andare a casa un della presenza della pace e della Questo perché il cristiano non può
momento per parlare con giustizia del Regno. accontentarsi di principi religiosi,
i nostri parenti; ma ab- Ciò può e deve avvenire non solo ma deve entrare nella storia e af-
bandonano ogni cosa. E’
una obbedienza pronta e all’interno della comunità, ma qua- frontarla nella sua complessità.
perfetta come questa, che le irradiazione e forza trasforman- (C.M. Martini, Sto alla porta)
Gesù Cristo esige da noi:
un’obbedienza che esclu- te verso l’esterno, per esempio nel
de ogni ritardo, anche fatto che la Chiesa unisce razze,
quando vi fossero fortis- nazioni e classi diverse, perché es-
sime ragioni ad ostaco-
larla. sa lavora con tutte le persone di
(Giovanni Crisostomo) buona volontà per un futuro sulla
terra che sia più degno dell’uomo.