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NdsP Briciole di Vangelo

Non di Solo Pane


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Settimanale di Preghiera Domenica 11 aprile 2021 Domenica della Divina Misericordia Anno XXIII n. 985
Apostolato
della preghiera
Fermenti di risurrezione e di pace
Donaci, Signore,
per intercessione di Maria tua madre,
che per prima ha gioito della risurrezione,
Aprile di ascoltare nell’intimo del cuore,
la tua voce che ci chiama
Primo venerdì
02/04 e ci sospinge a seminare fermenti
di risurrezione e di pace intorno a noi;
fa’ che ci lasciamo attrarre da te
per entrare nella gioia del mistero trinitario
dove vivi con il Padre
nella potenza dello Spirito Santo.
(Carlo Maria Martini)

Croce: mistero dell’Amore estremo


Nulla di più commovente della semplicità di una Voi vedrete una Croce non figurativa, cioè
croce. Il luogo del sacrificio supremo, quello di fatta di oro e scintillante di pietre preziose.
Cristo, può essere disegnato da qualsiasi bambi- Attorno ad essa, uno sfondo blu seminato
no, da qualsiasi analfabeta, o ancora dalla povera di stelle; in basso queste parole in lettere
Giovanna d’Arco, costretta a firmare contro la dorate: “Salus mundi”, Salvezza del mondo.
sua volontà. Semplicità estrema per dire il miste-
E misticamente, perciò realmente, avete
ro dell’Amore estremo.
Difficile dire in poche parole quello che è la Cro- capito qualcosa di essenziale. La Croce non
ce di Cristo per un cristiano. La Croce è certa- è dolorista. La Croce è passaggio, come qual-
mente un momento supremo. Nulla di più gran- cosa che fende il firmamento per lasciare
de al mondo di Gesù Cristo. Nulla di più grande che, con l’offerta di Cristo, vi si inabissi la
in Gesù Cristo del suo sacrificio. Nulla di più nostra umanità tutta intera, giunta al termi-
grande nel suo sacrificio del suo ultimo respiro. ne del suo pellegrinaggio. La Croce, porta
Ma quel sospiro è un soffio. Invece di dire: Egli del cielo (……..)
rese lo Spirito, diciamo piuttosto e più esattamente:
Quando la Croce lacera l’umanità, lo fa per
Egli donò lo Spirito. Questo Spirito vivifica la Chie-
sa e rigenera il mondo. aprirla sulla luce del Risorto.
Ma allora, la Croce? Per capirla, andate a Raven- (Henri Denis, 100 Parole per dire la fede pp.81-
na. Guardate il mosaico di Sant’Apollinare in 82)
Classe, restateci qualche minuto, forse ore……..

Non di solo pane Domenica della Divina Misericordia - Numero 985 pagina 2
I santi del giorno: Sant’Isacco di Monteluco,
monaco; santa Gemma Galgani, vergine
“La vita è molto simile ad un libro. Lo sciocco lo
sfoglia distrattamente, ma il saggio lo legge con molta
attenzione, ben sapendo che può leggerlo una sola
Domenica
Aprile
Domenica della Divina
11
volta .” (J. Paul) Misericordia

“ Il ritardatario”
a cura di don Luciano
Il Santo del giorno: san Stanislao
Era dura per tutti in quei gior- San Stanislao, padre e patrono della Polonia, ebbe il coraggio di
ni. Troppe emozioni tutte in-
sieme: dall’ingresso trionfale di opporsi all’immoralità e alle atrocità commesse dal re Boleslao II e
Gesù nella città santa al dram- per questo pagò di persona. Nato intorno al 1030, studiò a Parigi e,
ma della Croce. Nell’infuriare ritornato in patria, usò i propri beni a favore dei poveri. Venne or-
della bufera i Dodici avevano
sbandato paurosamente. Si e- dinato prete dal vescovo di Cracovia, Lamberto, al quale poi succe-
rano chiuse tutte le porte, dette nel 1072. Fu come un padre per i poveri e un testimone della
compresa quella del cuore. Ma
la sera di Pasqua Gesù decide radicalità evangelica. Cercò di riportare il re a un comportamento
di incontrarli: mostra le piaghe, degno del suo compito, ma senza successo, per cui arrivò a scomu-
dona la pace, perdona i pecca- nicarlo. Questo fece infuriare il sovrano che uccise Stanislao in una
ti, rassicura i discepoli e li col-
ma di gioia. Tommaso non c’è. chiesa a Cracovia nel 1079.
Non aveva retto alla disfatta
ed aveva ceduto allo sconfor-
to. Ci aveva creduto “troppo”.
Gli Apostoli gli diranno:
“Abbiamo visto il Signore!”(Gv
20,23), ma Tommaso farà Vangelo Gv 20,19-31
l’offeso. “Ma come proprio voi
venite a raccontarmi che Gesù è vi- La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le
vo, voi che siete fuggiti? No, non porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei,
credo.” Gesù dà tempo anche a venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo,
Tommaso: Lo mette in pausa mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Si-
per otto giorni, dopodichè gli gnore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha man-
si rivela. Lo richiama amore- dato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro:
volmente, gli mostra le piaghe «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saran-
per ricordargli: “Tommaso, non no perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
solo tu, anch’io ho sofferto. Tocca
qui e verifica.” Tommaso vive Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quan-
un mix di confusione e di gio- do venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Si-
ia, piange e ride. Ora il suo gnore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei
cuore torna a battere forte. chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia
Anche una vita sconfitta può mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli era-
in contrare la gloria del Risor- no di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a
to. Gesù invita ad osare pure porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tom-
quando sembra inutile, a guar- maso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e
dare a lui nonostante il peso mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli ri-
del peccato che trascina a ter- spose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché
ra. Ripete ad ognuno: “ Stendi
la mano, tocca, non stancarti di con- mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e han-
templare la passione di Dio”. Gra- no creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri se-
zie a Gesù risorto il tempo gni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati
dell’angoscia ha fine e fiorisce scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,
la pace. credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Non di solo pane Domenica della Divina Misericordia - Numero 985 pagina 3
“Mio Signore e mio Dio!” meditazione curata da don Luciano Vitton Mea -

I discepoli per timore dei Tommaso vacilla, è messa


Giudei stanno rintanati, alla prova ma poi esplode in
con tutte le porte chiuse. una confessione di fede bel-
Ma Gesù spalanca le loro lissima, di fronte a Gesù che
porte chiuse ed entra per lo accoglie, lo ama con que-
fare loro il dono della pace. sta sua incredulità.

Tommaso, che è assente, Grazie Tommaso: proprio


non crede al racconto dei per la tua incredulità oggi
fratelli: vuole vedere, tocca- anche noi possiamo dire:
re, non riesce a credere per “Mio Signore e mio Dio!”.
sentito dire. E Gesù non si
sottrae a questa incredulità.
«Perché mi hai veduto, tu hai
Riappare a Tommaso chie-
creduto; beati quelli che non han-
dendogli di toccare.
no visto e hanno creduto!».
“Mio Signore e mio Dio!”,
esclama Tommaso di fronte
all’evidenza. La fede di

Maestri di Contemplo: Il cuore dell’uomo


spiritualità
Vorrei dire ai credenti: Riveliamo vero bene degli altri? Siamo così
Nel suo grande amore, il volto paterno di Dio con le o- pieni di paure e di incertezze che
pere della carità. La fede in Dio ci la nostra passione per gli altri cor-
Dio non ha voluto co-
dia il coraggio di stare a fianco ad re il rischio di arenarsi di fronte
stringere la nostra li- ogni povertà, sofferenza, ingiusti- agli insuccessi, se non è sostenuta
bertà, anche se avrebbe zia, con la volontà di cambiare le dalla certezza di Dio. Ma ancora
potuto farlo, ma ci ha cose. Ma mi accorgo che queste una volta mi accorgo che le mie
lasciati venire a lui col parole si scontrano con tante pi- parole incontrano ostacoli insor-
solo amore del nostro grizie, incertezze, che purtroppo montabili.
cuore. trovo presenti anche nella mia vita
Come si fa a penetrare nel cuore
e nel mio comportamento. Vorrei
di un uomo?
(Isacco di Ninive) dire ai non credenti: Fondate
nell’amore di Dio la vostra dedi- (C.M. Martini, Farsi prossimo)
zione al prossimo. Noi uomini
sappiamo così poco del nostro ve-
ro bene: come possiamo volere il

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 4


I Santi del giorno: . San Damiano di Pavia, ve-
scovo; sant’Alferio, abate.

“Dipende da ogni uomo se riempie i granai


della propria vita di frumento o di sola pa-
Lunedì
Aprile
2^ settimana di Pasqua
12
glia.” (J. A. Blaha)

I santi del giorno: san Giuseppe Moscati


Parola di Dio . Non possiamo non elevare oggi una preghiera a san Giusep-
in briciole pe Moscati, affidandogli tutti i medici e gli operatori sanitari
che in questo momento stanno mettendo le loro energie e le
loro competenze a servizio del bene comune. Con gli stru-
menti della scienza e della carità sempre accanto
Vivere sempre la fede e la all’ammalato: questo fu lo stile esemplare di Moscati, medico
speranza in Dio canonizzato nel 1987. Scelse di stare vicino a chi soffriva an-
che quando gli venne proposto di diventare ordinario
Pagina curata da Don Luciano V. M.
all’istituto di Chimica fisiologica dell’Università di Napoli.
“.....Signore, tu che hai creato il cielo, la Era nato nel 1880 a Benevento, ma dal 1888 viveva a Napoli,
terra, il mare e tutte le cose…….....” dove si era laureato in medicina nel 1903. Divenne poi medi-
,(At 4,23-31) co all’Ospedale degli Incurabili e, più tardi, primario agli O-
spedali Riuniti. Impegnato anche in ambito scientifico ai più
poveri offriva assistenza gratuitamente. Morì nel 1927.
Gli apostoli e i primi credenti
della comunità cristiana sanno
bene che non avranno vita fa-
cile. Del resto Gesù stesso a-
veva detto che il trattamento Vangelo Gv 3,1-8
che avevano riservato a lui sa-
Vi era tra i farisei un uomo di nome
rebbe stato riservato anche ai
suoi discepoli. Essi, di fronte Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei.
alle minacce e al pericolo non Costui andò da Gesù, di notte, e gli
temono, piuttosto pregano ri- disse: «Rabbì, sappiamo che sei ve-
leggendo i salmi e interpretan- nuto da Dio come maestro; nessuno
doli come espressione profeti- infatti può compiere questi segni che
ca del destino di coloro che tu compi, se Dio non è con lui». Gli
credono in Cristo. Questa è
un’ottima indicazione per tutti rispose Gesù: «In verità, in verità io
noi. Quante volte di fronte alle ti dico, se uno non nasce dall’alto, non
difficoltà e alle situazioni che può vedere il regno di Dio».
non sappiamo risolvere ci ar- Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vec-
rabbiamo oppure ci lasciamo chio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua ma-
prendere dall’ansia? E’ una dre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se
normale reazione umana, ma
uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di
non ci deve impedire di fare di
ogni occasione, anche la meno Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato
favorevole, un modo per vive- dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete
re la fede e la speranza in Dio, nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma
che ci assiste e conosce le no- non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo
stre necessità.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 5


Una vita nuova a cura di don Luciano Vitton Mea –Parroco di Bovegno

Nell’incontro con Ni- dalla trasformazione in-


codemo Gesù parla della teriore che continua ad
vita nuova, descrivendola operare.
come una rinascita che La franchezza degli
introduce nel regno e apostoli nell’annunciare
avviene nel battesimo: la Parola, il coraggio di
immergersi nell’acqua si fronte alla persecuzione
muore al peccato con sono opera dello Spirito.
tutto quello che allonta- Colui che ha ispirato i
na da Dio e si esce rin- profeti e si è posato in
“Non meravigliarti se ti ho novati per il dono dello pienezza su Gesù non si
detto: dovete nascere dall’alto. Il Spirito del Signore risor- stanca di colmare i disce-
vento soffia dove vuole e ne senti to, potenza misteriosa poli, unendoli sempre
la voce, ma non sai da dove che abita nell’intimo e più intimamente al loro
viene né dove va: così è chiun-
opera in modo indicibile. Signore e rendendoli te-
que è nato dallo Spirito”.
E’ realtà impalpabile stimoni della sua risurre-
come il vento ed è cono- zione.
sciuto dai suoi effetti,

Maestri di
spiritualità Contemplo: Vigilare

Dimmi ora, o dottore della


legge, senza guardarmi con Vigilare significa stare desti, rima- Veglia la sposa che attende lo spo-
i tuoi occhi cattivi e indaga- nere all’erta. L’immagine più im- so, la madre che attende il figlio, la
tori, chi è per te il prossi- mediata è quella di chi non si lascia sentinella che scruta nella notte;
mo? Non deve essere forse sorprendere dal sonno quando il veglia l’infermiere accanto al mala-
chi è diventato tale per sem- pericolo incombe o un fatto stra- to; il monaco nella preghiera; ve-
plice fatto che era nel biso- ordinario sta per accadere. gliano gli uomini e le donne che
gno? Tu credi spesso nella
tua ignoranza che tuo pros- sono pronti a raccogliere le richie-
Vigilare significa badare con amo-
simo sia semplicemente chi ste di aiuto dei loro amici nel peri-
re a qualcuno, custodire con cura
professa la tua religione o colo; veglia la comunità dei cre-
qualcosa di molto prezioso, farsi
un tuo connazionale. Ma io denti che è pronta a reagire alla
dico e sostengo che prossimo presidio di valori importanti deli-
tiepidezza che l’allontana
è ogni uomo, ogni essere che cati e fragili.
dall’amore degli inizi.
partecipa della natura uma-
na. Vigilare impegna a fare attenzione, (C.M. Martini, Sto alla porta)
a essere svegli nel capire ciò che
(Severo di Antiochia)
accade.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 6


Santi del giorno: Sant'Orso di Ravenna, ve-
scovo; beata Margherita da Città di Castello,

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domenicana.
Martedì
“Nella vita non ci sono soluzioni. Ci sono delle
forze in cammino: bisogna credere in esse, e le so- Aprile
2^ settimana di Pasqua
luzioni seguiranno.” (A. de Saint Exupèry)

I santi del giorno: san Martino I


Parola di Dio I pastori hanno un compito fondamentale: salvaguardare le
in briciole verità della fede dalla manipolazioni da parte del potere. Nei
primi secoli questa custodia non di rado costò la vita alle
guide della comunità cristiana, come accadde per il papa
Martino I. Originario di Todi, dove nacque attorno al 600,
fu legato pontificio alla corte di Costantinopoli e nel 649 di-
Vivere un cristianesimo venne Pontefice, convocando subito un Concilio per affer-
reale mare la dottrina delle due volontà di Cristo, umana e divina.
Pagina curata da Don Luciano V. M.
Un linea che si scontrò con quella dell'imperatore bizantino
Costante II. Furono inviate quindi a Roma due delegazioni
“.....la moltitudine di coloro che erano per arrestare il Papa: nel 653 a Costantinopoli, Martino I
diventati credenti aveva un cuore solo e venne condannato morte, anche se poi la pena venne com-
un’anima sola,,,,,.”
mutata nell'esilio. Il Pontefice morì così solo, lontano da Ro-
(At 4,32-37) ma, a Cherson, nella penisola di Crimea.
Luca ci presenta una descrizio-
ne idilliaca e volutamente idea-
le della comunità cristiana dei
primordi. Eppure in questo Vangelo: Gv 3,7-15
brano vi è una grande verità In quel tempo, Gesù disse
che è bene tenere presente. La a Nicodèmo: «Non mera-
Chiesa, cioè la comunità dei vigliarti se ti ho detto: do-
credenti in Cristo, e rinati nel vete nascere dall’alto. Il
Battesimo è una famiglia; non vento soffia dove vuole e
è pensabile se non come una ne senti la voce, ma non
comunità, cioè come un insie- sai da dove viene né dove
me di persone che condivido- va: così è chiunque è nato
no beni materiali e soprattutto dallo Spirito». Gli replicò
spirituali. Nella comunità cri- Nicodèmo: «Come può
stiana non hanno molta ragio- accadere questo?». Gli
ne di esistere coloro che si ge- rispose Gesù: «Tu sei ma-
stiscono da soli, che non san- estro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in
no confrontarsi e che non san- verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testi-
no condividere nulla con gli moniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete
altri. E’ evidente che questo la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra
richiede grande maturità e spi- e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del
rito di fede. Ma è soltanto così cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è di-
che possiamo vivere un cristia- sceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò
nesimo reale e non immagina- il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il
rio, convincendoci magari di Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la
fare esperienza di un dio che, vita eterna».
però, è soltanto frutto della
nostra immaginazione.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 7


La vita viene dall’alto a cura di don Luciano Vitton Mea

Come non meravigliarsi una fede adulta e aderire


quando Gesù dice a Ni- a Gesù non può rimane-
codemo: “Dovete nasce- re sul piano della legge
re dall’alto”? Anche noi antica, che non è genera-
ci domandiamo come trice di vita, ma deve la-
possa accadere questo e sciarsi generare da Dio,
cosa significhi “nascere perché la vita viene
dall’alto”. Gesù non ci dall’alto.
lascia senza risposte: su- Dobbiamo imparare a
scita domande proprio essere umili davanti al
perché possiamo ascolta- mistero, farci piccoli da-
«Non meravigliarti se ti ho re e mettere in pratica le vanti all’unico maestro,
detto: dovete nascere dall’alto. sue risposte. che è Gesù.
Il vento soffia dove vuole e ne Le parole di Gesù sono Come lui dobbiamo
senti la voce, ma non sai da un invito per Nicodemo metterci in ascolto silen-
dove viene né dove va: così è e per noi a collocarci su zioso e adorante dello
chiunque è nato dallo Spiri- un livello più profondo. Spirito di Dio.
to». L’uomo per approdare a

Contemplo: Essere con Cristo


Maestri di Essere figli di Dio (H.J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)
spiritualità
Possiamo custodire fin d’ora, in Nella luce della Pasqua, i novissi-
Dio non aspetta che attesa che si compia la promessa mi—morte, giudizio, inferno,
l’ora della tua contem- della risurrezione della carne, la purgatorio, paradiso e risurrezio-
plazione per riempirti libertà del corpo da tutto ciò che ne della carne– sono tutte forme
di nuovo il cuore della è falso, volgare, avido, violento. dell’essere con Cristo promesso e
sua grazia, di quanto
donato all’abitatore del tempo,
hai donato nel giorno La fede nella risurrezione finale
alle molte mani tese
che si configura a seconda del
ci aiuta a valorizzare e amare il
incontrate per la strada. rapporto che si stabilisce tra ogni
tempo presente e la terra.
E’ l’ora in cui Egli, di persona umana e il Signore Gesù.
nascosto, rinnova tutte La vigilanza cristiana, illuminata
(C.M. Martini, Sto alla porta)
le cose. dall’orizzonte ultimo, non è fuga
(David Maria Turoldo) dal mondo, bensì capacità di vi-
vere la fedeltà alla terra e al tem-
po presente nella fedeltà al cielo e
al mondo che deve venire.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 8


Santi del giorno:
San Giovanni di Montemara-
no, vescovo; sant’Alfonso da Siviglia, religio-

“E’ un vero peccato che impariamo le lezioni


della vita solo quando non ci servono
Mercoledì
Aprile
2^ settimana di Pasqua
14
più.” (Oscar Wilde)

I santi del giorno: Tiburzio, Valeriano e Massimo


Parola di Dio La fede da sempre è un “contagio buono”, un dono da
in briciole cuore a cuore trasmesso per una particolare forma di
contatto che si chiama testimonianza. È soprattutto
questo il messaggio che ci lasciano i martiri di tutti i
tempi, a cominciare da quelli dei primi secoli, come i
santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, che la tradizione
La forza di salvezza della collega alla testimonianza di santa Cecilia. Il primo, in-
Parola di Dio fatti, era il fratello dello sposo della patrona del canto,
Valeriano, che si era convertito proprio grazie alla mo-
Pagina curata da Don Luciano glie ed era stato battezzato da Urbano I. A causa della
“.....mandarono quindi a prelevare gli loro nuova fede i due fratelli vennero condannati a
apostoli nella prigione…...ma non li morte e vennero affidati alla custodia di un ufficiale,
trovarono…..” (At 5,17-26) Massimo, il quale, però, colpito dalla loro testimonian-
Il brano di oggi ci insegna za, si convertì e così anch’egli morì martire pochi giorni
qualcosa di molto importante. dopo Tiburzio e Valeriano. Era probabilmente l’anno
Non esiste muro o prigione in 229.
grado di bloccare la forza di
salvezza della parola di Dio.
Nonostante l’aperta ostilità del
sinedrio, gli apostoli sono Vangelo Gv 3,16-21
chiamati a portare al popolo In quel tempo, Gesù disse a
l’annuncio della salvezza con Nicodèmo: «Dio ha tanto a-
franchezza, testimoniando mato il mondo da dare il Fi-
quanto essi stessi hanno visto
glio unigenito, perché chiun-
e ascoltato dalla persona di
Gesù. C’è soltanto una cosa que crede in lui non vada per-
che può impedire alla parola duto, ma abbia la vita eterna.
del Signore di agire: la nostra Dio, infatti, non ha mandato
volontà. Essa purtroppo ha il il Figlio nel mondo per con-
potere di rendere assolutamen- dannare il mondo, ma perché
te inefficace ogni promessa di il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è
salvezza legata alle parole che condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché
il Signore dice per la nostra non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
felicità. Questo, dunque, è un E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomi-
errore che non dobbiamo
ni hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere
commettere: avere un cuore
ostinato e chiuso alla grazia di erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non
Dio, fino a rifiutare i doni che viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Inve-
egli vuole farci ogni giorno. ce chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente
che le sue opere sono state fatte in Dio».

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 9


La povertà come dimensione dello Spirito a cura di don Luciano –

Il Vangelo ci propone og- dello Spirito, è il divenire


gi un “Dio che ha tanto piccoli e umili.
amato il mondo da dare il Questo è un traguardo più
Figlio unigenito, perché che una situazione di par-
chiunque crede in lui non tenza e si raggiunge attra-
vada perduto, ma abbia la verso la lotta
vita eterna”. all’autosufficienza e
Chi accetta la persona di all’egoismo, unica strada
Gesù e fa spazio ad un che permette un’apertura
“Chi crede in lui non è con- amore che lo trascende, sempre nuova alla luce
dannato; ma chi non crede è trova quello che nessuno dello Spirito santo.
già stato condannato, perché riesce a darsi da solo, pos- Penetrare nei misteri di
non ha creduto nel nome siede la vita. Ma la condi- Dio è diventare veramen-
dell’unigenito Figlio di Dio” zione per entrare in co- te sapienti. E la porta
munione con Gesù è la d’ingresso è solo quella
povertà come dimensione sapienza di Dio che si ma-

Contemplo: Regno di Dio: armonia delle realtà umane


Maestri di
spiritualità Seguendo Gesù e affidandoci to- In tali luoghi la forza distruttrice
talmente a lui possiamo sperare del peccato, della guerra e
La preghiera è ambien- in un compiersi positivo dell’ingiustizia viene contrattacca-
te discreto e caloroso, dell’intera storia umana. Possia- ta, la povertà viene lenita, la sof-
sottofondo musicale nel mo sperare in una definitiva ar- ferenza consolata, l’inimicizia ri-
quale la vita di ogni monia delle realtà umane, sociali, conciliata, la natura rappacificata
giorno può continuare a naturali nella pienezza del regno con l’uomo.
di Dio. Ogni piccolo segno sociale di
scorrere con tutta la
Il regno di Dio viene realizzato questo tipo è una pregustazione
sua intensità.
già in parte sulla terra, ovunque del Regno definitivo e può esse-
(Andrè Louf) in forza dello Spirito di Cristo, re sperato come dono di Dio.
appaiano segni di conversione (C.M. Martini, Sto alla porta)
alla pace, alla giustizia, alla comu-
nione.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 10


Santi del giorno: San Marone, martire; san Pa-
terno di Avranches, vescovo.

“La vita è una battaglia che si rinnova malgrado le


età e le vicende. Però ad ogni uomo non è chiesto di
Giovedì
Aprile
2^ settimana di Pasqua
15
vincere, ma solo di combattere.” (Nino Salvaneschi)

Il santo del giorno: san Damiano de Veuster


Parola di Dio Per i cristiani stare in mezzo ai malati, condividere con loro sia
in briciole la strada verso la guarigione, del corpo e dell’anima, che il do-
loroso cammino verso la morte è uno dei modi più autentici
per dare forma al Vangelo nella storia. Tra i testimoni più af-
fascinanti di questa chiamata universale a diventare volto con-
creto della misericordia divina in mezzo alle piaghe
Scegliere di obbedire a dell’umanità c’è san Damiano de Veuster. Nato da una fami-
Gesù glia di contadini fiamminghi nel 1840, seguì i passi di uno dei
Pagina curata da Don Luciano V. M. suoi fratelli entrando tra i preti dei Sacri Cuori. Nel 1864 arri-
vò a Honolulu, dove venne ordinato sacerdote, chiedendo poi
“...…avete riempito Gerusalemme del di vivere il proprio apostolato a Molokai, isola dei lebbrosi. Vi
vostro insegnamento…...”
approdò nel 1873 mettendosi a lavorare per ridare la dignità
(At 5,27-33) che i malati, esiliati sull’isola e abbandonati a se stessi, avevano
perso. Ammalatosi anch’egli di lebbra, morì nel 1889.
Mai come oggi è attuale questa
parola degli apostoli. Bisogna
obbedire a Dio anche se que-
sto vuol dire rendersi impopo-
lari di fronte all’opinione pub-
blica; oggi invece, tanti cristia-
ni per rispetto umano e per
non essere emarginati, preferi-
Vangelo Gv 3,31-36
scono adeguarsi alla mentalità Chi viene dall’alto è al di
del mondo, pur di non risulta- sopra di tutti; ma chi vie-
re impopolari o essere giudica- ne dalla terra, appartiene
ti bigotti. Obbedire a Dio si- alla terra e parla secondo
gnifica anzitutto fare scelte co- la terra. Chi viene dal cie-
raggiose, non si deve pensare lo è al di sopra di tutti.
che questo sia necessario sol- Egli attesta ciò che ha vi-
tanto nelle grandi occasioni o
sto e udito, eppure nessu-
nelle scelte importanti. Tutti i
giorni, infatti, siamo chiamati a no accetta la sua testimo-
scegliere se obbedire a Gesù nianza. Chi ne accetta la
Cristo, attraverso la coerenza e testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti
la testimonianza della vita, op- che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura
pure se uniformarci alla men- egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in ma-
talità del mondo, rinunciando no ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non
a portare ai nostri fratelli la obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rima-
buona notizia del Vangelo di ne su di lui.
Cristo, che è salvezza e gioia
per tutti.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 11


Il Padre ci ha mandato un altro se stesso pagina curata da Don Luciano

Il Padre ama il Figlio e siamo che ci sia stato


gli ha posto in mano o- mandato uno inferiore al
gni cosa. Sant’Agostino a Padre; mandando il Fi-
questo proposito com- glio il Padre ci ha man-
menta: “Il Padre ama il dato un altro se stesso”.
Figlio, ma lo ama come Di fronte a tanta sovrab-
padre il figlio, non come bondanza di doni e di
padrone il servo; lo ama poteri divini, l’uomo è
come figlio unigenito, posto davanti a una scel-
non come figlio adottivo. ta; chi non accoglie nella
Per questo gli ha dato fede il Figlio non avrà la
“Chi crede nel Figlio ha la
vita eterna; chi non obbedisce tutto in mano. Cosa vuol salvezza, chi invece crede
al Figlio non vedrà la vita, dire tutto? Vuol dire che in lui avrà la vita eterna,
ma l’ira di Dio rimane su di il Figlio è potente quanto perché partecipa alla
lui.” il Padre…..Essendosi stessa vita che Gesù ri-
dunque degnato di man- ceve dal Padre.
dare il Figlio, non pen-

Maestri di
spiritualità
Contemplo: Entrare nella storia
Osservate la fede e
l’obbediente docilità dei
discepoli. Gesù parla La Chiesa, come comunità di co- In questo quadro si colloca la dot-
mentre essi si trovano nel loro che professano la speranza trina sociale della Chiesa, intesa
bel mezzo del loro lavo-
ro; ebbene essi, appena nella venuta del Regno, è la comu- come una morale sociale che pro-
sentito il suo invito, non nità in cui, in maniera privilegiata, spetta per tutti gli uomini ideali
si ritraggono, né rinviano devono realizzarsi alcuni segni storici concreti.
e neppure dicono: La-
sciaci andare a casa un della presenza della pace e della Questo perché il cristiano non può
momento per parlare con giustizia del Regno. accontentarsi di principi religiosi,
i nostri parenti; ma ab- Ciò può e deve avvenire non solo ma deve entrare nella storia e af-
bandonano ogni cosa. E’
una obbedienza pronta e all’interno della comunità, ma qua- frontarla nella sua complessità.
perfetta come questa, che le irradiazione e forza trasforman- (C.M. Martini, Sto alla porta)
Gesù Cristo esige da noi:
un’obbedienza che esclu- te verso l’esterno, per esempio nel
de ogni ritardo, anche fatto che la Chiesa unisce razze,
quando vi fossero fortis- nazioni e classi diverse, perché es-
sime ragioni ad ostaco-
larla. sa lavora con tutte le persone di
(Giovanni Crisostomo) buona volontà per un futuro sulla
terra che sia più degno dell’uomo.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 12


Il santo del giorno: San Drogone, eremita; san Be-
nedetto Giuseppe Labre, pellegrino.

“Dio solo può prendere la vita, perché egli solo la


Venerdì
Aprile
2^ settimana di Pasqua
16
dona.” (Gandhi)

Il Santo del Giorno: santa Bernadette Soubirous


Parola di
Parola di Dio
Dio
in briciole
briciole Dio tocca i cuori dei semplici e li rende strumento di redenzione e di
in guarigione per il mondo intero, basta sapersi fidare e affidare a lui. Co-
sì fece santa Bernadette Soubirous, povera, ancora bimba e analfabeta:
a lei la Madre di Dio mostrò il cuore del mondo, che solo la preghiera
e la conversione poteva guarire. Nata a Lourdes nel 1844, l’11 febbraio
Soffrire per il Signore 1858 vide apparire la Madonna, anche se all’inizio non la riconobbe.
Pagina curata da Don Luciano V. M. Quell’incontro alla grotta di Massabielle si ripetè per 18 volte: “Io so-
no l’Immacolata Concezione” le disse “la bella signora” il 25 marzo,
“...ogni giorno non cessarono di insegnare usando quella definizione dogmatica divenuta ufficialmente solo quat-
e annunciare che Gesù è il Cri-
sto……...” (At 5,34-42) tro anni prima e sconosciuta a Bernadette. Nel 1866, dopo che le vi-
sioni erano state riconosciute, entrò nella Congregazione delle Suore
Cosa significa essere persegui- della Carità di Nevers. Morì, segnata dalla malattia, nel 1879.
tati per il nome di Cristo? Tale
esperienza è molto lontana
dalla nostra quotidianità, ma se
prendiamo in considerazione
alcuni paesi del mondo, la per-
secuzione è un fatto quotidia- Vangelo: Gv 6,1-15
no. Chi di noi se si trovasse In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea,
cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vede-
nella condizione di soffrire per va i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là
il Signore, sarebbe lieto di dar- si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la
gli questa testimonianza? Evi- festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una
grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo
dentemente ciò può avvenire comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Di-
soltanto se c’è un’autentica e- ceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello
sperienza di fede e di amicizia che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento de-
nari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno
con lui. Non si può soffrire e possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi di-
persino morire per qualcuno scepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo
che non si conosce a fondo e che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo
per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta
con il quale non si ha un au- erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa
tentico rapporto di amicizia e cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver
di affetto. Ma questa amicizia reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece
dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, dis-
cresce soltanto nella misura in se ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nul-
cui frequentiamo il Signore la vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri
nella preghiera e nell’ascolto con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che ave-
vano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva
della sua Parola di vita che ci compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che vie-
aiuta e rischiara il nostro cam- ne nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prender-
lo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
mino.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 13


Il vero pane che salva l’uomo a cura di don Luciano Vitton Mea

mostra entusiasmo e lo A Gesù non resta altro


«Questi è davvero il profeta,
acclama come il vero da fare che ritirarsi in so-
colui che viene nel mondo!».
profeta che deve venire litudine sul monte a pre-
Ma Gesù, sapendo che veni-
nel mondo. gare, per sfuggire alla
vano a prenderlo per farlo re,
cattura della folla che lo
si ritirò di nuovo sul monte, Gesù è veramente il nuo-
ricerca per una regalità
lui da solo. vo Mosè, ma la gente
umana.
legge il segno secondo
una logica umana. Solo davanti a Pilato Ge-
Con il miracolo della
sù accetterà una regalità,
moltiplicazione del pane Quando l’uomo non fa
ma ben diversa: sulla
Gesù si presenta come il spazio alla sincera ricerca
croce sarà il vero pane
messia atteso che dona al del dono di Dio, non rie-
che si moltiplica per sal-
suo popolo il cibo che sce a leggere l’evento co-
vare l’uomo.
dura per la vita. me parola di salvezza e
non si apre alla fede.
La folla di fronte ad un
fatto così prodigioso

Maestri di Contemplo: Ripartire da Dio


spiritualità
Ripartire da Dio vuol dire con- sempre al di là delle nostre attese,
frontare con il suo primato tutto che supera e sconcerta le nostre
ciò che si è e che si fa: egli solo è previsioni; è l’esperienza che fac-
Tu, prega Dio con cuo-
la misura del vero, del giusto, del ciamo ogni volta che ci dedichia-
re puro. E che cos’è la bene. Vuol dire tornare alla verità mo seriamente alla lectio divina.
purezza di cuore? Che di noi stessi, rinunciando a farci
Non sappiamo ancora leggere
misura di tutto, per riconoscere
al vedere i peccatori o i convenientemente il Vangelo se
che lui soltanto è la misura che
deboli, tu ne abbia non ci sentiamo spinti verso il se-
non passa, la ragione ultima per
greto del Padre, non riducibile a
compassione e miseri- vivere, amare, morire.
nessuna misura o comprensione
cordia. Ripartire da Dio vuol dire misurar- umana.
si su Gesù Cristo e quindi ispirarsi
(Pseudo Macario) (C.M. Martini, Ripartiamo da Dio)
alla sua Parola, ai suoi esempi, così
come ce li presenta il Vangelo. Il
Vangelo ci rimanda a un Dio che è

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 14


I santi del giorno: Sant’Innocenzo di Tortona,
vescovo; san Roberto di Molesme, abate.

“La vita è il progetto di Dio con noi.” (Dietrich


Sabato
Aprile
2^ settimana di Pasqua
17
Bonhoeffer)

Parola di Dio Il santo del giorno: santa Caterina Tekakwitha


in briciole
La malattia e l’emarginazione sono esperienze da cui le nuove
generazioni non sono immuni, per questo papa Francesco nel
suo messaggio per la Giornata mondiale della gioventù 2020
ha invitato i giovani ad affrontare con coraggio le ferite e le
sofferenze del mondo. In questo impegno a fare da guida e
Vangelo: Gv 6,16-21 testimone c’è una giovane santa pellerossa: Caterina (o Kateri)
Venuta la sera, i discepoli di Ge- Tekakwitha. Nata nel 1656 a Osserneon (nei pressi di Aurie-
sville, New York), era figlia di padre irochese pagano e madre
sù scesero al mare, salirono in
algonchina cristiana. Sfigurata dal vaiolo, malattia che la privò
barca e si avviarono verso l’altra
della madre a quattro anni, venne emarginata e perseguitata
riva del mare in direzione di Ca-
dal suo popolo perché cristiana. Accolta all’inizio da uno zio,
fàrnao. Era ormai buio e Gesù rifiutò un matrimonio combinato e dovette fuggire in Canada,
non li aveva ancora raggiunti; il in un villaggio fondato dai Gesuiti. Qui si fece battezzare e
mare era agitato, perché soffiava divenne vergine consacrata. Morì nel 1680.
un forte vento. Dopo aver rema-
to per circa tre o quattro miglia,
videro Gesù che camminava sul
mare e si avvicinava alla barca, ed
ebbero paura. Ma egli disse loro: Medita a cura di Don Luciano- Parroco di Bovegno
«Sono io, non abbiate paura!».
Il vento gonfiava le onde più del solito, quella sera. Il buio ci
Allora vollero prenderlo sulla
avvolgeva e la nebbia pareva coprirci proprio come un manto.
barca, e subito la barca toccò la
Avevamo remato con tutta la forza di cui eravamo capaci: la
riva alla quale erano diretti.
stanchezza si faceva sentire, anche la paura pareva prendere il
sopravvento. Lui non c’era.
I pensieri si accavallavano nelle nostre menti, nessuno tuttavia
osava condividerli, presi come eravamo da quella lotta che pa-
reva immane.
Da poco eravamo stati testimoni di un pasto miracoloso avve-
nuto grazie alla generosità di un ragazzino; ora i pensieri con-
fondevano il reale.
Dov’era il Maestro? Come dal vortice delle onde e
dell’oscurità che tutto pareva inghiottire gradualmente il suo
volto cominciò a riemergere dai nostri cuori. La sua presenza
assumeva lentamente contorni concreti. Egli era qui, con noi.

Non di solo pane Seconda settimana di Pasqua n. 985 pagina 15


Appunti Pasquali
di “Non di solo Pane”
Sete di pace al sicuro, sapersi amati, sapersi
custoditi; significa poter diventa-
re tranquilli, completamente
tranquilli; avere la pace con un
uomo significa poter costruire
saldamente sulla sua fedeltà,
significa sapersi una cosa sola
con lui, sapersi da lui perdonati.
La pace di Dio è la fedeltà di
Dio a dispetto della nostra infe­
deltà. Nella pace di Dio noi sia-
mo posti al sicuro, siamo protetti
e amati. Certo, egli non ci leva
del tutto la nostra preoccupazio­
ne, la nostra responsabilità, la
nostra inquietudine; ma dietro a
tutte le nostre agitazioni e a tut-
te le nostre preoccupazioni si è
conoscete la pace di un bam- levato l'arcobaleno della pace
“Pace a voi” è il saluto che il
bino addormentato, sapete divina: noi sappiamo che c'è chi
Risorto rivolge ai discepoli chiusi
nel cenacolo; ma in cosa consiste qualcosa della pace che un porta la nostra vita, che essa è
questa pace? Il teologo D. BONHO- uomo sperimenta in sé quando in unità con la vita eterna di Dio.
EFFER, cerca di spiegarcela in que- incontra la donna amata, del- Che Dio faccia di noi degli uo-
ta bellissima riflessione. la pace che l'amico trova mini della sua incomparabile pa­
quando guarda negli occhi l'a- ce, uomini che riposano in lui,
Il mondo ha una sete ardente mico fedele; voi conoscete pur nel trambusto delle cose del
della pace di Dio, anela a vede­ qualcosa della pace che un mondo; che questa pace purifi-
re l'arcobaleno di pace della figlio prova tra le braccia di chi e rischiari le vostre anime, e
divina grazia risplendere dopo sua madre, della pace che ri- che qualcosa della purezza e
la tempesta, eppure non riesce posa su certi volti maturi, della luminosità della pace che
a liberarsi dall'agitazione e nell'ora della morte; della pa- Dio pone nei nostri cuori irradi in
dall'inquietudine, poiché è un ce del sole vespertino e della altre anime ancora senza pace;
mondo decaduto a cui è inflitto notte che tutto copre e delle che voi diventiate l'uno all'altro,
il destino inesorabile del non stelle perenni; voi conoscete l'amico all'amico, lo sposo alla
conoscere la pace. qualcosa della pace di colui sposa, la madre al figlio, porta-
Se mi si chiede in che consi- che morì in croce. Ecco, pren- tori di questa pace che viene da
sta questa pace, posso solo sug­ dete tutto questo come segno Dio!
gerire l'immagine di qualcosa caduco, come povero simbolo
che è transitorio per dare un'i- di ciò che è la pace di Dio. (D. BONHOEFFER, Memoria e fedeltà, Ma-
dea di ciò che è imperituro. Voi Avere la pace significa sapersi gnano 1995, 146-149, passim).

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