La democrazia è come la definì l’ ONU nel 2005: “La libera espressione
della volontà dei popoli nella determinazione dei propri sistemi politici,economici, sociali e culturali e la piena partecipazione a ogni aspetto della loro vita” L’ Italia è un paese democratico come citato nell’art.1 della Costituzione italiana:”L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” Difatti ogni cittadino italiano ha il diritto di essere coinvolto negli interessi del proprio paese, per questo ci sono le elezioni, le elezioni vanno aggiornate e fatte più volte, i cittadini votano liberamente i propri rappresentanti, che eletti in maggioranza voteranno le leggi per il popolo. Democratico è anche un paese dove ognuno può esprimere il proprio pensiero liberamente, senza oppressioni o censure. La forma di governo decisa dal popolo nel 1946 attraverso le elezioni è la Repubblica di tipo Parlamentare. Un paese dove è ancora presente la schiavitù, o altre forme di discriminazione ed emarginazione sociale non può essere definito democratico. C’è però bisogno che questo potere venga suddiviso e che ogni persona abbia degli incarichi ben definiti, chi scrive le leggi esercita il potere legislativo, chi fa rispettare queste leggi quello esecutivo, mentre coloro che puniscono chi le infrange il potere giudiziario. Per questo il potere che viene assegnato dalla popolazione deve essere suddiviso altrimenti si trasformerebbe in tirannide. Della parola “democrazia” che generalmente viene resa come "potere del popolo", sappiamo l'anno esatto della sua prima comparsa, il 463 a. C.vicenda relativa all'anno di rappresentazione della tragedia di Eschilo, Le Supplici. Le Danaidi, in fuga dai cugini Egizi, di cui rifiutano le nozze, si rifugiano ad Argo. Qui il re Pelasgo, combattuto tra il rifiuto dell'ospitalità alle Supplici, che lo esporrebbe alla punizione divina, e l'accoglienza, che esporrebbe il suo popolo ai rischi di una guerra minacciata dagli Egizi, fa prevalere il timore dell'ira di Zeus e il sentimento di pietà per i deboli, e decide di accogliere le Danaidi. Tuttavia, il "democratico" Eschilo non presenta la decisione di Pelasgo come dovuta a lui solo, quindi "monarchica", ma fa convocare a Pelasgo l'assemblea del popolo di Atene, perché confermi la sua decisione. Questo è il celebre passo in cui appare per la prima volta, in attico, la parola democrazia. In questo passo si vede per la prima volta una forma di democrazia, Pelasglo decise di agire consultando prima il popolo poiché le conseguenze sarebbero poi ricadute su tutti. La democrazia venne citata anche in uno dei discorsi di Paride durante un esequia, poiché ogni volta che un soldato moriva veniva organizzata una cerimonia dell’inumazione, dove uno dei soldati faceva un discorso in suo onore. Durante la guerra fu spesso Paride a farli. In uno di questi discorsi menziona la democrazia ad Atene e dice che è stata introdotta ad Atene e come città non prende esempio da nessun’ altro piuttosto funge da esempio a altre città che voglio applicare anche loro quel tipo di politica. Viene per questo definita “Paradigma” poiché il suo ordine politico non si modella sulle costituzioni straniere. Tutti stavano sullo stesso livello e il potere non doveva determinarsi dal censo ne dalla propria stirpe, si acquisiva potere aiutando la propria città così che anche i più poveri possano emergere. Le cose venivano gestite in modo comune e nel bene della propria città. Ricorda poi di seguire le autorità di volta in volta al governo, ma principalmente le leggi e più tra esse quante tutelano le vittime dell'ingiustizia e quelle che, sebbene non scritte, sanciscono per chi le oltraggia un'indiscutibile condanna: il disonore. A essere contro la democrazia ce n’erano però e questo è quello che affermavano che il potere sarebbe dovuto andare chi di dovere e a chi se ne intendesse e non all’intero popolo.