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promessi sposi

1.I Promessi sposi sono un romanzo storico ambientato nella Lombardia del 1628-1630, che ha per
protagonisti i giovani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella il cui matrimonio viene impedito dal signorotto
del loro paese, don Rodrigo, a causa di una futile scommessa col cugino Attilio. In seguito a un tentativo
di rapimento della ragazza, i due fidanzati sono costretti a separarsi e a fuggire, andando incontro a una
serie di disavventure (Lucia incontrerà la monaca di Monza, l'innominato, il cardinal Borromeo, mentre
Renzo sarà coinvolto nei moti popolari a Milano il giorno di S. Martino del 1628 e dovrà rifugiarsi nel
Bergamasco). La peste del 1630 farà in modo che i due promessi si ritrovino nel lazzaretto di Milano e, in
seguito alla morte del loro persecutore a causa dell'epidemia, potranno infine sposarsi e trasferirsi nel
territorio di Bergamo.Il romanzo ha avuto due edizioni, la prima del 1827 e la seconda, definitiva, del
1840-42, uscita a dispense e illustrata da Francesco Gonin in collaborazione con altri disegnatori. In
appendice a questa seconda edizione Manzoni pubblicò la Storia della colonna infame, saggio storico che
ricostruisce il processo agli untori di Milano del 1630 di cui dà sommariamente conto nel cap. XXXII del
romanzo.

2.Il narratore dei Promessi Sposi è esterno e onnisciente, con focalizzazione zero, ma anche
focalizzazione interna. Gli interventi del narratore hanno un taglio ironico-antifrastico che dà la misura
dello straniamento rispetto alla storia del Seicento. Anche l'invenzione dell'Anonimo ha un effetto
straniante. Gli appelli al lettore, oltre ad avere una funzione fàtica, servono ad acuire la tensione
narrativa.l'antifrasi è una figura retorica con cui si vuole affermare il contrario di ciò che effettivamente si
dice.lo straniamento è una procedura stilistica mediante la quale si offre una nuova percezione della
realtà, di solito presentando come normale ciò che è anormale e viceversa.a simmetria domina questo
romanzo molto articolato, nonostante la dinamica di fondo sia semplice, quasi la trama di una
commedia: due ragazzi vogliono sposarsi e c’è un antagonista che si oppone. Gli otto personaggi
principali sono organizzati in quattro coppie. Vittime: Renzo e Lucia. Protettori: padre Cristoforo e
cardinale Federigo Borromeo. Strumenti degli oppressori: don Abbondio e Gertrude. Oppressori: don
Rodrigo e l’innominato. Sono possibili anche coppie di antagonisti: Renzo / don Rodrigo (sono in contesa
di Lucia); Lucia / innominato (lei totalmente innocente, lui assuefatto al male); padre Cristoforo / don
Abbondio (il primo rappresenta la Chiesa buona nel suo aspetto popolare, il secondo la Chiesa cattiva, di
sola facciata, senza coraggio e carità); infine, Gertrude / cardinale Federigo (entrambi rappresentanti
della Chiesa ufficiale e gerarchica: la prima malvagia, il secondo intimamente buono)

3.
· La Religione: il tema è sviluppato attorno agli interrogativi circa l’esistenza di Dio ed è
argomentato attraverso la costruzione di eventi e fatti che descrivendo esempi di sofferenza e
dolore vogliono portare il lettore alla riflessione circa la natura di Dio e della Provvidenza divina.

· La Morale: l’inserimento di contenuti morali all’interno della narrazione passa attraverso la


descrizione di atti di violenza, ingiustizia, sopruso cui sono oggetto soprattutto i più deboli e
semplici uomini. La morale della storia ruota intorno ad interrogativi circa la qualità della
cosiddetta giustizia e sul tentativo di comprensione delle ragioni che sono dietro l’oppressione e
la prepotenza.

· La Politica: hanno i popoli diritto alla libertà e all’indipendenza? Questo è l’interrogativo a cui la
storia risponde specificando che un popolo oppresso non ha la possibilità di vivere felice e in
piena autonomia.

4.
· Lucia è considerata dalla critica, un personaggio piatto, abbastanza uguale a se stessa:
nonostante le sue vicissitudini, l’amore contrastato, le peripezie, la peste, cambia poco, anzi
rimane ferma nelle sue convinzioni, che la bontà e la fede la salveranno, e attraverso queste vive
gli eventi che la sconquassano in maniera quasi stoica. È decisamente un personaggio coerente.
Ma non è certo un torto, in fondo Lucia stessa dice: “E io, cosa volete che abbia imparato? Io non
sono andata a cercare i guai: son loro che son venuti a cercar me”, un po’ come a sottolineare
che il male, spesso, risparmia le persone malvagie e si accanisce sui buoni.

· Gertrude è invece, un personaggio a tutto tondo. La passione e i tormenti, la ribellione al suo


ineluttabile destino, la rendono un personaggio in movimento, in evoluzione. Prima assistiamo al
passaggio da laica a monaca, anche se contro la sua volontà, poi la vediamo monaca ma
peccatrice e infine assume i tratti quasi di una santa donna.

L’Innominato, dopo una notte di tormenti, si pente e decide di liberare Lucia. Egli non sarà più l’uomo di
prima perché l’incontro con Lucia lo spinge a riesaminare tutta la sua vita, vissuta all’insegna della
violenza e del peccato. Attraverso una crisi spirituale chiederà a Dio perdono e libererà la ragazza: Lucia
quindi è uno strumento nelle mani di Dio.

5.Federigo Borromeo è uno dei personaggi storici di maggior rilevanza all’interno del romanzo. Uomo
dotto, scrittore prolifico ed eclettico (è stato autore di opere di morale, storia, letteratura, arte ecc.)
Federigo ha voluto mettere liberalmente la cultura alla portata di tutti, anche attraverso l’istituzione della
Biblioteca Ambrosiana, come argomenta Manzoni: "pensate che generoso, che giudizioso che benevolo,
che perseverante amatore del miglioramento umano”. Il Cardinale viene presentato come un modello da
seguire, al contrario di don Abbondio che non rappresenta un buon esempio. Federigo fin da piccolo ha
cercato di trovare il modo di rendere utile la sua vita. Nel 1580 è entrato in collegio ed ha cercato di
soddisfare tutti i suoi doveri nel modo migliore possibile. Ha inoltre insegnato la dottrina religiosa ai
“rozzi” del paese ed ha soccorso gli infermi. Ha intrapreso la carriera religiosa, seguendo la sua
vocazione, perché voleva fare del bene e ad aiutare le persone in difficoltà. Quando l’Innominato si reca
dal Cardinale per confessarsi, questi lo accoglie con benevolenza e lo aiuta nella sua conversione come
avrebbe fatto con ogni altra persona che avesse chiesto il suo aiuto. Discende da una nobile famiglia, non
ha mai badato ai privilegi che dava la chiesa, ha sempre vestito umilmente, non ha mai voluto avere
privilegi ed ha caricato il suo mantenimento e quello dei suoi servi sulle proprie entrate. Il cardinale è
sempre disposto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno, che sia un ex criminale o un poveretto. Manzoni
lo paragona ad "un ruscello che, scaturito limpido dalla roccia, senza ristagnare né intorbidarsi mai, in un
lungo corso per diversi terreni, va limpido a gettarsi nel fiume”.

6.Renzo è un giovane sui vent’anni. L’accenno più notevole al suo aspetto sono le “larghe spalle da
montanaro” con cui trattiene la folla dall’assalire la casa del Vicario di provvisione. È dunque di solida e
probabilmente alta corporatura. Per il matrimonio, veste bene, portando alla cintola un pugnale, con il
quale, involontariamente, spaventerà don Abbondio. Veste di solito da artigiano e contadino.

7.Don Abbondio è diventato uomo di chiesa per “convenienza” perché era un ragazzo molto debole e
secondo la sua famiglia era meglio che diventasse curato, in modo che nessuno di più prepotente gli
potesse fare del male, quindi usa la chiesa come “scudo” non ha un carattere buono, ed è piuttosto
egoista, mentre il Cardinale Borromeo ha una fede profonda, è umile, fa la carestia, è gentile ed è buono
e disponibile con il prossimo.

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