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Gli e-book di .

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Andrea Barocci

PRONTUARIO TECNICO PER IL SISMABONUS


E PER IL SUPER SISMABONUS
Procedure, interventi, asseverazione e responsabilità
Andrea Barocci

PRONTUARIO TECNICO PER IL SISMABONUS


E PER IL SUPER SISMABONUS
Procedure, interventi, asseverazione e responsabilità
Andrea Barocci
Ingegnere, fondatore di IDS-Ingegneria Delle Strutture, si occupa di strutture e rischio sismico
sia in ambito professionale che come componente di Organi Tecnici, Comitati, Associazioni.
Autore di pubblicazioni in materia e docente in numerosi corsi e seminari.

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Indice

1. Introduzione.................................................................................................................................................. Pag. 5
2. Gli incentivi per interventi strutturali e antisismici............................................................................ » 6
2.1 Bonus ristrutturazione................................................................................................................... » 6
2.1.1 Il primo disposto normativo.......................................................................................... » 6
2.2.1 Procedure per accedere al bonus ristrutturazione...................................................... » 7
2.2 Sismabonus e Classificazione sismica.......................................................................................... » 7
2.2.1 La nascita.......................................................................................................................... » 7
2.2.2 La classificazione sismica............................................................................................... » 8
2.2.2.1 Attribuzione delle classi................................................................................... » 10
2.2.2.2 Metodo convenzionale..................................................................................... » 10
2.2.2.3 Metodo semplificato......................................................................................... » 13
2.2.3 La scelta della premialità nel provvedimento fiscale.................................................. » 17
2.2.3.1 I costi dei terremoti.......................................................................................... » 17
2.2.3.2 Aspetti tecnico-normativi............................................................................... » 18
2.2.3.3 Questione sociale.............................................................................................. » 19
2.2.3.4 Aspetti tecnico-economici.............................................................................. » 20
2.2.4 Procedure per accedere al sismabonus......................................................................... » 21
2.2.4.1 L’asseverazione.................................................................................................. » 24
2.3 Superbonus...................................................................................................................................... » 25
2.1.1 La nascita e le possibilità................................................................................................ » 25
2.3.2 Procedure per accedere al superbonus......................................................................... » 29
2.3.2.1 Modifiche al d.m. 58/2017............................................................................... » 30
2.3.3 Responsabilità e asseverazioni....................................................................................... » 31
2.3.3.1 Asseverazione del progettista.......................................................................... » 31
2.3.3.1 Asseverazione del direttore dei lavori............................................................ » 33
2.3.3.1 Asseverazione del collaudatore....................................................................... » 34
3. Le possibilità d’intervento sulle strutture............................................................................................... » 35
3.1 Interventi con il Bonus ristrutturazione...................................................................................... » 35
3.1.1 Allineamento con la Normativa Tecnica per le Costruzioni..................................... » 36
3.2 Interventi con il Sismabonus........................................................................................................ » 36
3.2.1 Allineamento con la Normativa Tecnica per le Costruzioni..................................... » 36
3.2.1.1 Possibilità d’intervento con il metodo convenzionale................................. » 38
3.2.1.2 Possibilità d’intervento con il metodo semplificato..................................... » 39
3.2.2 Demolizione e ricostruzione.......................................................................................... » 43

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3.2.3 Efficientamento energetico e miglioramento sismico................................................ Pag. 43


3.2.4 Acquisto di case antisismiche........................................................................................ » 43
3.3 Interventi con il Superbonus........................................................................................................ » 44
3.3.1 Efficientamento energetico e miglioramento sismico................................................ » 45

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1. Introduzione

Questo e-book vuole fare un quadro riassuntivo delle possibilità attuali offerte dai bonus fiscali legati alle
strutture; e intendo letteralmente “attuali”, cioè raffiguranti la situazione del momento in cui questo testo
è stato dato alle stampe. Si auspica infatti che i provvedimenti, l’emanazione dell’ultimo dei quali è stata
condizionata dal singolare periodo storico del Covid-19, siano soggetti a correzioni e rettifiche che possano
renderli maggiormente chiari e applicabili.

Nel seguito si riportano tutte tre le possibilità di detrazione legate agli interventi strutturali: il bonus ristrut-
turazione, il sismabonus, il superbonus. Per ciascuno di essi si farà la disamina della nascita e delle possibi-
lità di applicazione, al fine di comprenderne lo scopo e le condizioni al contorno.

Chiaramente, in parallelo alla possibilità fiscale, si tratterà l’allineamento con le Normative Tecniche delle
Costruzioni in quanto, al di là delle detrazioni, ogni intervento dovrà essere inquadrato all’interno di un
procedimento edilizio ai sensi del d.P.R. 380/2001.

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Settembre 2020

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2. Gli incentivi per interventi strutturali
e antisismici

Nel seguito si farà una disamina dei bonus fiscali legati alle strutture, attualmente disponibili. Si vedrà, in
particolare per il Sismabonus, un excursus sulla sua nascita al fine di comprendere certi aspetti e meglio
tarare le possibilità di scelta che si prospettano.

L’importanza di capire certi passaggi risulta legata anche alle asseverazioni che il professionista deve sotto-
scrivere, prima e/o a seguito di un intervento.

2.1 Bonus ristrutturazione

Gli interventi di recupero del patrimonio edilizio beneficiano di importanti agevolazioni fiscali, sia quando
si effettuano sulle singole unità abitative sia quando riguardano lavori su parti comuni di edifici condomi-
niali.

La più conosciuta tra queste agevolazioni, che in questo testo chiameremo per comodità “bonus ristruttura-
zione” è sicuramente quella disciplinata dall’articolo 16-bis del d.P.R. 917/1986 (Testo Unico delle imposte
sui redditi), che consiste in una detrazione dall’Irpef del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare
complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare.

Per le spese effettuate nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 30 giugno 2013, il decreto legge n.
83/2012 ha elevato al 50% la percentuale di detrazione e a 96.000 euro l’importo massimo di spesa ammessa
al beneficio.

Questi maggiori importi sono poi stati prorogati più volte da provvedimenti successivi. Da ultimo, la legge
di bilancio 2019 (legge n. 145 del 30 dicembre 2018) ha rinviato al 31 dicembre 2020 la possibilità di usu-
fruire della maggiore detrazione Irpef (50%) e del limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità
immobiliare.

Salvo che non intervenga una nuova proroga, dal 1° gennaio 2021 la detrazione tornerà alla misura ordinaria
del 36% e con il limite di 48.000 euro.

2.1.1 Il primo disposto normativo

Come sopra detto, il bonus ristrutturazione vede la luce con il d.P.R. 917 del 1986 che all’articolo 16-bis riporta
i seguenti commi, esplicitati per la sola parte relativa agli interventi strutturali e finalizzate a questo testo:
1. Dall’imposta lorda si detrae un importo pari al 36 per cento delle spese documentate, fino
ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare,

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sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla
base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi:
[…]
c) necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi ca-
lamitosi, ancorché’ non rientranti nelle categorie di cui alle lettere a) e b) del presente comma,
sempreché’ sia stato dichiarato lo stato di emergenza, anche anteriormente alla data di entrata
in vigore della presente disposizione;
[…]
i) relativi all’adozione di misure antisismiche con particolare riguardo all’esecuzione di opere
per la messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali, per la redazione della do-
cumentazione obbligatoria atta a comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio, non-
ché per la realizzazione degli interventi necessari al rilascio della suddetta documentazione. Gli
interventi relativi all’adozione di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in
sicurezza statica devono essere realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici
collegati strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove riguardino i centri storici, devono
essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari;
[…]
2. Tra le spese sostenute di cui al comma 1 sono comprese quelle di progettazione e per prestazio-
ni professionali connesse all’esecuzione delle opere edilizie e alla messa a norma degli edifici ai
sensi della legislazione vigente in materia.
3. La detrazione di cui al comma 1 spetta anche nel caso di interventi di restauro e risanamento
conservativo e di ristrutturazione edilizia di cui alle lettere c) e d) del comma 1 dell’articolo 3
del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, riguardanti interi fabbricati,
eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che
provvedano entro diciotto mesi dalla data di termine dei lavori alla successiva alienazione o
assegnazione dell’immobile. La detrazione spetta al successivo acquirente o assegnatario delle
singole unità immobiliari, in ragione di un’aliquota del 36 per cento del valore degli interventi
eseguiti, che si assume in misura pari al 25 per cento del prezzo dell’unità immobiliare risultante
nell’atto pubblico di compravendita o di assegnazione e, comunque, entro l’importo massimo di
48.000 euro.

2.2.1 Procedure per accedere al bonus ristrutturazione

Non vi sono particolari condizioni per accedere alle agevolazioni di cui sopra, se non essere gli aventi titolo
sull’immobile e svolgere i lavori in base a idoneo titolo edilizio.

2.2 Sismabonus e Classificazione sismica


2.2.1 La nascita

Già a partire dal 2012 l’associazione ISI Ingegneria Sismica Italiana, indirizzando le proprie energie sul tema
della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio, ha redatto un Manifesto dal titolo “Classificare la Vul-
nerabilità Sismica dei Fabbricati - Come certificare la sicurezza e la sostenibilità del patrimonio immobiliare
favorendo lo sviluppo economico”.

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Il Manifesto, presentato all’allora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti on. Maurizio Lupi, ha avuto
come conseguenza la formazione, con decreto del 17 ottobre 2013 dello stesso Ministro, di un Gruppo di
Studio per la proposizione di uno o più documenti normativi per la classificazione del rischio sismico delle
costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio.

L’art.1 del decreto recitava: È istituito un Gruppo di Studio per la proposizione di una o più ipotesi normative
per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi
per la riduzione dello stesso rischio, anche individuando le modalità di applicazione di incentivi fiscali per
interventi di riduzione del rischio sismico del patrimonio esistente, graduati sulla base della tipologia di inter-
venti, della valutazione quantitativa del rischio effettivo e della riduzione di rischio ottenuta con l’intervento,
valutate anche mediante l’adozione di una idonea metodologia di classificazione. Al riguardo, si potrà anche
tenere conto di un opportuno meccanismo di valorizzazione dell’accoppiamento di tali interventi con quelli
finalizzati alla qualificazione energetica degli edifici.

Il gruppo di lavoro, coordinato dal Provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche ing. Pietro Baratono,
era formato dai massimi esperti in materia provenienti dal mondo accademico e dall’amministrazione pub-
blica nonché da ISI con il ruolo di Segreteria Tecnica.

Dopo circa tre anni di lavoro fu emanato il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti n. 58 del
28 febbraio 2017, contenente sotto forma di allegato A le Linee guida per la classificazione del rischio sismico
delle costruzioni nonché le modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli
interventi strutturali.

2.2.2 La classificazione sismica

Le linee guida permettono di identificare 8 classi di rischio, dalla A+ alla G. La classificazione può essere
condotta secondo due metodi, tra loro alternativi, l’uno convenzionale e l’altro semplificato, quest’ultimo
con un ambito applicativo limitato.

Nel caso degli edifici la Classe di Rischio associata alla singola unità immobiliare coincide con quella dell’e-
dificio e, comunque, il fattore inerente alla sicurezza strutturale deve essere quello relativo alla struttura
dell’edificio nella sua interezza. Caso più articolato, ovviamente, è quello relativo agli aggregati edilizi in cui
l’individuazione dell’unità strutturale è più complessa e per la quale, per semplicità, può farsi riferimento al
metodo semplificato nel seguito riportato.

In ogni caso, l’attribuzione della Classe di Rischio mediante il metodo semplificato è da ritenersi una stima
attendibile ma non sempre coerente con la valutazione ottenuta con il metodo convenzionale, che rappre-
senta, allo stato attuale, il necessario riferimento omogeneo e convenzionale. Il metodo semplificato si basa
su una classificazione macrosismica dell’edificio, è indicato per una valutazione speditiva della Classe di
Rischio dei soli edifici in muratura e può essere utilizzato sia per una valutazione preliminare indicativa, sia
per valutare, limitatamente agli edifici in muratura, la classe di rischio in relazione all’adozione di interventi
di tipo locale.

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Per la determinazione della Classe di Rischio si fa riferimento a due parametri: (i) la Perdita Annuale Media
attesa (PAM), che tiene in considerazione le perdite economiche associate ai danni agli elementi, strutturali
e non, e riferite al costo di ricostruzione (CR) dell’edificio privo del suo contenuto, e (ii) l’indice di sicurezza
(IS-V) della struttura definito come il rapporto tra l’accelerazione di picco al suolo (PGA, Peak Ground Ac-
celeration) che determina il raggiungimento dello Stato Limite di salvaguardia della Vita1 (SLV), capacità in
PGA – PGAC, e la PGA che la norma indica, nello specifico sito in cui si trova la costruzione e per lo stesso
stato limite, come riferimento per la progettazione di un nuovo edificio, domanda in PGA - PGAD. L’indice
di sicurezza (IS-V) della struttura è meglio noto ai tecnici con la denominazione di Indice di Rischio2 e rap-
presenta il rapporto tra capacità e domanda dell’elemento o della struttura (IS-V = PGAC / PGAD).

Chiaramente, laddove si preveda l’esecuzione di interventi volti alla riduzione del rischio, l’attribuzione della
Classe di Rischio pre e post intervento deve essere effettuata utilizzando il medesimo metodo3 e con le stesse
modalità di analisi e di verifica, tra quelle consentite4 dalle Norme Tecniche per le Costruzioni.

Nel caso di valutazioni finalizzate all’esecuzione di interventi sugli edifici volti alla riduzione del rischio,
è consentito l’impiego del metodo semplificato, nei soli casi in cui si adottino interventi di rafforzamento
locale; in tal caso è ammesso il passaggio di una sola Classe di Rischio.

Le linee guida vanno quindi a disciplinare aspetti ormai consolidati in termini di mitigazione del rischio
e trattano solo marginalmente i casi degli interventi che, pur mitigando significativamente il rischio, non
sono ad oggi quantificabili/certificabili univocamente in termini di benefici apportati. Tali interventi, come
ad esempio un’idonea sistemazione dei controsoffitti al fine di scongiurarne la caduta in caso di sisma, ecc.,
sono auspicabili e auspicati ma l’attuale mancanza di procedure omogenee che ne quantifichino i contributi
positivi, in termini sia di perdite (economiche) annue medie attese sia di incidenza sulla salvaguardia della
vita, non ne consente al momento la trattazione.

1.  La verifica dello stato limite di salvaguardia della vita è volta a minimizzare il rischio di perdite umane ma è bene tener
presente che tale rischio non può mai ridursi a zero, così come anche con il raggiungimento dello stato limite di danno si po-
trebbero verificare, seppur in maniera assai più episodica, delle perdite umane.
2.  L’indice di rischio è stato introdotto dalla ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3362/2004 (G.U. n. 165 del
16 luglio 2004), e indicato come au, al fine di modulare i finanziamenti statali per gli interventi di riduzione della vulnerabilità
sismica delle costruzioni.
3.  Convenzionale o semplificato.
4.  In particolare il §8 Valutazione della sicurezza, il §2 Sicurezza e prestazioni attese e il §7.3 Metodi di analisi e criteri di
verifica.

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2.2.2.1 Attribuzione delle classi

In entrambi i metodi (CONVENZIONALE e SEMPLIFICATO) è fatto utile riferimento al parametro PAM,


che può essere assimilato al costo di riparazione dei danni prodotti dagli eventi sismici che si manifesteran-
no nel corso della vita della costruzione, ripartito annualmente ed espresso come percentuale del costo di
ricostruzione CR.

L’immagine riporta la figura 1 dell’allegato che mostra, in forma lineare e logaritmica, la curva la cui area
sottende il PAM.

Senza entrare nel dettaglio sull’ottenimento di detti valori, è importante sottolineare che, nel documento
sulla classificazione sismica, essi sono esplicitati per le costruzioni con vita nominale 50 anni e classe d’uso
II, cioè gli edifici ordinari ai sensi della Normative Tecniche sulle Costruzioni.

Dalle NTC2018 infatti:

Tipi di costruzioni Valori minimi di VN (anni)


1 Costruzioni temporanee e provvisorie 10
2 Costruzioni con livelli di prestazioni ordinari 50
3 Costruzioni con livelli di prestazioni elevati 100

Tab. 2.4.I – Valori minimi della Vita Nominale VN di progetto per diversi tipi di costruzioni

§2.4.2 Classi d’uso: Classe II - Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti perico-
losi per l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per
l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe d’uso III o in Classe d’uso IV, reti
ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi
conseguenze rilevanti.

2.2.2.2 Metodo convenzionale

Il metodo convenzionale è concettualmente applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione, è basato sull’ap-


plicazione dei normali metodi di analisi previsti dalle attuali Norme Tecniche e consente la valutazione della
Classe di Rischio della costruzione sia nello stato di fatto sia nello stato conseguente all’eventuale intervento.

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Assegna alla costruzione in esame una Classe di Rischio in funzione di:


– parametro economico PAM
– indice di sicurezza della struttura IS-V

Per il calcolo di tali parametri (entrambi sono grandezze adimensionali, nel seguito espresse in %) è ne-
cessario calcolare, facendo riferimento al sito in cui sorge la costruzione in esame, le accelerazioni di picco
al suolo per le quali si raggiungono gli stati limite SLO, SLD, SLV ed SLC, utilizzando le usuali verifiche di
sicurezza agli stati limite previste dalle Norme Tecniche per le Costruzioni. Esso è dunque applicabile a tutti
i tipi di costruzione previsti dalle suddette Norme Tecniche.

I valori di riferimento per la definizione delle Classi PAM sono riportati nella tabella 1 delle linee guida, mentre
i valori di riferimento per l’indice di sicurezza IS-V sono riportati nella tabella 2 (entrambe nel seguito).

Perdita Media Annua attesa (PAM) Classe PAM


PAM ≤ 0,50% A+PAM
0,50% < PAM ≤ 1,0% APAM
1,0% < PAM ≤ 1,5% BPAM
1,5% < PAM ≤ 2,5% CPAM
2,5% < PAM ≤ 3,5% DPAM
3,5% < PAM ≤ 4,5% EPAM
4,5% < PAM ≤ 7,5% FPAM
7,50% ≤ PAM GPAM

Indice di Sicurezza Classe IS-V


100% < IS-V A+IS-V
80% ≤ IS-V < 100% AIS-V
60% ≤ IS-V < 80% BIS-V
45% ≤ IS-V < 60% CIS-V
30% ≤ IS-V < 45% DIS-V
15% ≤ IS-V < 30% EIS-V
IS-V ≤ 15% FIS-V

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Occorre qui esplicitare un concetto importante.

L’indice di sicurezza IS-V rappresenta la capacità, in termini di accelerazione di picco al suolo associata allo
SLV pari a quella richiesta dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni, per un edificio di nuova costru-
zione; ciò significa che per quest’ultimo, o per un edificio sul quale è stato fatto un intervento di adegua-
mento strutturale, tale valore sarà sempre superiore al 100% e di conseguenza la lettera associata sarà A+.

Se invece consideriamo il PAM, cioè la perdita economica associata al comportamento di un edificio in caso
di evento sismico, quest’ultima per un edificio nuovo, con prestazioni che rispettino il limite inferiore delle
NTC, si assesta attorno all’ 1,15% ottenendo quindi una B come lettera associata. Questo è perfettamente
coerente con la filosofia dello SLV Stato limite di salvaguardia della vita, in quanto un edificio investito dal
massimo terremoto atteso è lecito che si danneggi (soprattutto per le parti non strutturali) ma non deve
crollare; a ogni modo avviene una perdita economica.

Visto che la classificazione di un edificio avviene tenendo conto della lettera minore tra IS-V e PAM, ne
consegue che un edificio che rispetti perfettamente le NTC si trova in classe B e non in A+, come si potrebbe
erroneamente pensare; per avere classi maggiori occorre spingere la costruzione verso soluzioni più perfor-
manti rispetto a quelle minime di legge.

Una volta effettuata la valutazione della sicurezza ai sensi delle Normative Tecniche per le Costruzioni, l’at-
tribuzione della classe risulta molto semplice.
1) Si effettua l’analisi della struttura e si determinano i valori delle accelerazioni al suolo di capacità, PGAC(-
SLi), che inducono il raggiungimento degli stati limite indicati dalla norma (SLC, SLV, SLD, SLO). È pos-
sibile, in via semplificata, effettuare le verifiche limitatamente allo SLV (stato limite per la salvaguardia
della vita) ed allo SLD (stato limite di danno).
2) Note le accelerazioni al suolo PGAC, che producono il raggiungimento degli stati limite sopra detti, si
determinano i corrispondenti periodi di ritorno TrC, associati ai terremoti che generano tali accelerazio-
ni. In assenza di più specifiche valutazioni, il passaggio dalle PGAC ai valori del periodo di ritorno può
essere eseguito utilizzando la seguente relazione TrC = TrD (PGAC/PGAD)h con h = 1/0,41.
3) Per ciascuno dei periodi sopra individuati, si determina il valore della frequenza media annua di supe-
ramento l=1/TrC. È utile sottolineare che, per il calcolo del tempo di ritorno TrC associato al raggiun-
gimento degli stati limite di esercizio (SLD ed SLO) è necessario assumere il valore minore tra quello
ottenuto per tali stati limite e quello valutato per lo stato limite di salvaguardia della vita. Si assume, di
fatto, che non si possa raggiungere lo stato limite di salvaguardia della vita senza aver raggiunto gli stati
limite di operatività e danno.
4) Si definisce Stato Limite di Inizio Danno (SLID), quello a cui è comunque associabile una perdita eco-
nomica nulla in corrispondenza di un evento sismico e il cui periodo di ritorno è assunto, convenzional-
mente, pari a 10 anni, ossia l = 0,1.
5) Si definisce Stato Limite di Ricostruzione (SLR) quello a cui, stante la criticità generale che presenta la
costruzione al punto da rendere pressoché impossibile l’esecuzione di un intervento diverso dalla demo-
lizione e ricostruzione, è comunque associabile una perdita economica pari al 100%. Convenzionalmen-
te si assume che tale stato limite si manifesti in corrispondenza di un evento sismico il cui periodo di
ritorno è pari a quello dello Stato Limite dei Collasso (SLC).
6) Per ciascuno degli stati limite considerati si associa al corrispondente valore di l il valore della percen-
tuale di costo di ricostruzione5 secondo la seguente tabella (tabella 3 delle linee guida):

5.  I valori riportati in tabella fanno riferimento a situazioni tipiche di edifici con struttura in c.a. e in muratura per civile abitazione.

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7) Si valuta il PAM (in valore percentuale), ovvero l’area sottesa alla spezzata individuata dalle coppie di
punti (l, RC) per ciascuno dei sopra indicati stati limite, a cui si aggiunge il punto (l=0, RC=100%),
mediante la seguente formula:

dove l’indice “i” rappresenta il generico stato limite (i=5 per lo SLC e i=1 per lo SLID).
8) Si individua la Classe PAM, mediante la tabella 1 delle linee guida, che associa la classe all’ intervallo di
valori assunto dal PAM.
9) Si determina l’indice di sicurezza per la vita IS-V, ovvero il rapporto tra la PGAC (di capacità) che ha
fatto raggiungere al fabbricato lo stato limite di salvaguardia della vita umana e la PGAD (di domanda)
del sito in cui è posizionato la costruzione, con riferimento al medesimo stato limite.
10) Si individua la Classe IS-V, mediante la tabella 2 delle linee guida, che associa la classe all’intervallo di valori
assunto dall’Indice di sicurezza per la vita IS-V, valutato come rapporto tra la PGAC (SLV) e PGAD(SLV).

A questo punto si individua la Classe di Rischio della costruzione come la peggiore tra la Classe PAM e la
Classe IS-V.

2.2.2.3 Metodo semplificato

Alternativamente al metodo convenzionale, limitatamente alle tipologie in muratura, l’attribuzione della


Classe di Rischio ad un edificio può essere condotta facendo riferimento alla procedura descritta nel seguito.

Nello specifico si determina, sulla base delle caratteristiche della costruzione, la Classe di Rischio di appar-
tenenza a partire dalla classe di vulnerabilità definita dalla Scala Macrosismica Europea (EMS)6.

6.  Conseil de l’Europe – Cahiers du Centre Europèen de Gèodynamique et de Sèsimologie, volume 15, European Macrosei-
smic Scale 1998 – Editor G. Gruntal, Luxembourg 1998.

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L’EMS-98 individua 7 tipologie di edifici in muratura (identificate principalmente in base alla struttura ver-
ticale) e fissa la vulnerabilità media di ciascuna individuando 6 classi di vulnerabilità, qui indicate con V1 …
V6, (da non confondersi con le Classi di Rischio A ÷ G), con vulnerabilità crescente dal pedice 1 al pedice 6.

L’EMS-98 individua, per ogni tipologia e ogni classe di vulnerabilità, il valore più credibile (cerchio) e la
dispersione intorno a tale valore, espressa con i valori più probabili (linee continue) e meno probabili o
addirittura eccezionali (linee tratteggiate).

La valutazione della classe di vulnerabilità, necessaria per la determinazione della Classe di Rischio della
costruzione in esame mediante il metodo semplificato, deve essere condotta in due passi successivi:
1) Determinazione della tipologia strutturale che meglio descrive la costruzione in esame e della classe di
vulnerabilità media (valore più credibile) associata.
2) Valutazione dell’eventuale scostamento dalla classe media a causa di un elevato degrado, di una scarsa
qualità costruttiva o della presenza di peculiarità che possono innescare meccanismi di collasso locale
per valori particolarmente bassi dell’azione sismica e aumentare la vulnerabilità globale.

Per la determinazione della classe di vulnerabilità media e per la valutazione dell’eventuale scostamento,
utile riferimento può essere fatto alle indicazioni riportate nella tabella 4 delle linee guida (nel seguito). Si
sottolinea come, nell’ambito di queste linee guida, sia previsto lo scostamento dalla classe media solo nel
verso di un aumento della vulnerabilità.

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Tipologia strutturale CLASSE
POSSIBILI PECULIARITÀ NEGATIVE
INERTI/ PECULIARITÀ CARATTERISTICHE MEDIA DI PASSAGGIO
MECCANISMI PER LA VULNERABILITÀ
MAGLIA DELLA TIPOLOGIA STRUTTURALE VULNERABILITÀ DI CLASSE
LOCALI LOCALE/GLOBALE
MURARIA GLOBALE
• Legante di cattiva qualità e/o assente
• Orizzontamenti di legno o comunque carat-
pietra grezza terizzati da scarsa rigidezza e/o resistenza V6
nel proprio piano medio e scarsamente col-
legati con le pareti portanti
• Orizzontamenti di legno o di mattoni ma
comunque caratterizzati da scarsa rigidez-
mattoni di terra
za e/o resistenza nel proprio piano medio e V6
cruda (adobe)
scarsamente collegati con le pareti portanti
• Eventuale presenza di telai di legno
• Accorgimenti per aumentare la resistenza • Scarsa qualità costruttiva
(ad es. listature). • Elevato degrado e/o danneggiamento
• Orizzontamenti di legno o comunque carat- • Spinte orizzontali non contrastate
pietra sbozzata V5
terizzati da scarsa rigidezza e/o resistenza • Pannelli murari male ammorsati tra loro
nel proprio piano medio e scarsamente col- Ribaltamento • Orizzontamenti male ammorsati alle pareti
da V5 a V6
legati con le pareti portanti delle pareti • Aperture di elevate dimensioni intervallate da
• Orizzontamenti di mattoni o di legno ca- maschi di ridotte dimensioni
mattoni • Presenza di numerose nicchie che riducono si-
ratterizzati da scarsa rigidezza nel proprio
o pietra V5

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piano medio e scarsamente collegati con le gnificativamente l’area resistente della muratura
lavorata

MURATURA
pareti portanti • Pareti di elevate dimensioni (larghezza e altezza)
pietra massiccia • Orizzontamenti a volta o di legno caratte- non controventate a sufficienza
Meccanismi parziali
per costruzioni rizzati da scarsa rigidezza e/o resistenza nel V4 da V4 a V5
o di piano
monumentali proprio piano medio
• Funzionamento scatolare della costruzione Ribaltamento • Scarsa qualità costruttiva
• Orizzontamenti di calcestruzzo armato o delle pareti • Elevato degrado e/o danneggiamento
comunque caratterizzati da elevata rigidez- • Pannelli murari male ammorsati tra loro
za nel proprio piano medio ben collegati alla Meccanismi parziali • Orizzontamenti male ammorsati alle pareti
mattoni +
muratura o di piano • Pannelli murari a doppio strato con camera d’aria
solai d’elevata
• Assenza totale o parziale di cordoli
rigidezza nel V4 da V4 a V5
• Aperture di elevate dimensioni intervallate da
proprio piano
maschi di ridotte dimensioni
medio
• Presenza di numerose nicchie che riducono si-
gnificativamente l’area resistente della muratura
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• Pareti di elevate dimensioni (larghezza e altezza)


non controventate a sufficienza

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Tipologia strutturale CLASSE
POSSIBILI PECULIARITÀ NEGATIVE
INERTI/ PECULIARITÀ CARATTERISTICHE MEDIA DI PASSAGGIO
MECCANISMI PER LA VULNERABILITÀ
MAGLIA DELLA TIPOLOGIA STRUTTURALE VULNERABILITÀ DI CLASSE
LOCALI LOCALE/GLOBALE
MURARIA GLOBALE
• Elevata qualità della muratura, rinforzata da • Scarsa qualità costruttiva
reti o barre di acciaio, e/o realizzata tra travi Meccanismi dovuti, • Elevato degrado o danneggiamento
e colonne che la racchiudono in corrispon- ad esempio, ad un’er- • Elevata irregolarità in pianta e/o in altezza
denza di tutti e quattro i lati rata disposizione • Presenza numerosa di elementi non-strutturali
armata e/o • Orizzontamenti di calcestruzzo armato o degli elementi non che modificano negativamente il comportamen-
V3 da V3 a V4
confinata comunque caratterizzati da elevata rigidezza strutturali che posso- to locale e/o globale
nel proprio piano medio no ridurre la duttilità • Aperture di elevanti dimensioni intervallate da
globale maschi di ridotte dimensioni
• Pareti di elevate dimensioni (larghezza e altezza)
non controventate a sufficienza

Tabella 4 - Costruzioni in muratura: classi medie di vulnerabilità globale e passaggi di classe.

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La classe di vulnerabilità, in relazione alla pericolosità del sito in cui è localizzato l’edificio, corrisponde a una
Classe di Rischio. Per semplicità, la pericolosità del sito è individuata attraverso la zona sismica di apparte-
nenza cosi come definita dall’o.P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003 e successive modifiche e integrazioni. È così
possibile definire le corrispondenze tra classi di vulnerabilità V1, V2, … V6 e classi di rischio A+, A, …, G,
come indicato in tabella 5 delle linee guida, nel seguito. Per distinguere l’attribuzione di classe mediante il
metodo semplificato da quella ottenuta mediante il metodo convenzionale, le classi ottenute con il metodo
semplificato sono contrassegnate da un asterisco (A+*, A*, B*, …).

Classe
PAM Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4
di Rischio
A+* PAM ≤ 0,50% V1 ÷ V2
A* 0,50% < PAM ≤ 1,0% V1 ÷ V2 V3 ÷ V4
B* 1,0% < PAM ≤ 1,5% V1 V1 ÷ V2 V3 V5
C* 1,5% < PAM ≤ 2,5% V2 V3 V4 V6
D* 2,5% < PAM ≤ 3,5% V3 V4 V5 ÷V6
E* 3,5% < PAM ≤ 4,5% V4 V5
F* 4,5% < PAM ≤ 7,5% V5 V6
G* 7,5% ≤ PAM V6

2.2.3 La scelta della premialità nel provvedimento fiscale

Il sismabonus, come abbiamo visto nel §2.2.1, nasce da una forte volontà di miglioramento del patrimonio
edilizio con calibrazione del beneficio legato alla premialità; il bonus ristrutturazione infatti (§2.1), a partire
dal 1986 e con percentuali di detrazione che sono variate nel corso degli anni, non differenziava gli inter-
venti strutturali e non assegnava benefici maggiori qualora l’intervento strutturale realizzato fosse maggior-
mente performante in termini di sicurezza.

Vediamo nel seguito i principali motivi che hanno portato alla scelta della premialità.

2.2.3.1 I costi dei terremoti

Alla data del 2019 lo stato italiano ha dovuto sostenere costi (attualizzati) per far fronte ai disastri creati dai
terremoti pari a poco meno di 200 miliardi di euro. Di questa cifra, il 3% è stato utilizzato per i soccorsi, il
4% destinato ai Comuni colpiti, l’8% per le attività produttive e l’85% per la ricostruzione o, visto con un’altra
chiave di lettura, per sopperire all’inadeguatezza degli edifici nei confronti dell’azione sismica.

A partire dal 1968 (evento del Belice) è stato necessarie inserire delle forme di rientro di tali cifre, individua-
te nell’inasprimento delle accise sui carburanti.

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Le accise sono sostanzialmente tasse molto ridotte come importo ma molto diffuse, inserite in questo caso
sui carburanti, che ogni cittadino paga indistintamente e indipendentemente dalla zona sismica in cui abita
o dalla sicurezza della propria abitazione.

2.2.3.2 Aspetti tecnico-normativi

Con una sintesi forse estrema ma funzionale all’argomento possiamo così riassumere l’età del patrimonio
edilizio italiano:
– 18% realizzato prima del 1919
– 12% realizzato tra il 1919 ed il 1945
– 33% realizzato tra il 1946 ed il 1971
– 18% realizzato tra il 1972 ed il 1981
– 12% realizzato tra il 1982 ed il 1991
– 7% realizzato dal 1992 ad oggi

Parimenti, è possibile affiancare all’evoluzione del patrimonio anche l’evoluzione normativa.

Il terremoto del 1908 di Messina e Reggio Calabria suggella l’inizio dell’impegno dello Stato italiano nella
riduzione del rischio sismico; sarà infatti emanato un Regio Decreto valido su tutto il territorio nazionale
ed in tutti i Comuni che abbiano subito in precedenza un terremoto; il concetto è assolutamente innovativo,
semplice ed estremamente efficace: se hai già subito un sisma, devi costruire con norme antisismiche.

Purtroppo il numero di comuni classificati come sismici è aumentato molto lentamente (era infatti legato ai
terremoti e alle sole zone colpite) e, a partire dal 1936, ha addirittura iniziato a diminuire in quanto diverse
amministrazioni, riconoscendo il maggiore onere di costruire con criteri antisismici, chiedevano di “non
essere più sismiche”.

Per il primo provvedimento che ha richiesto l’intera classificazione del territorio nazionale occorre attendere
la legge 64 del 1974, che a sua volta ha avuto necessità degli adempimenti regionali; tutti i comuni italiani
sono stati suddivisi in zone sismiche solo tra il 1981 e il 1984; quando cioè la maggior parte degli edifici
erano già stati realizzati.

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Il nostro patrimonio non ha quindi mai avuto l’incentivo economico, l’obbligo normativo o lo stimolo socia-
le per poter incrementare storicamente la propria sicurezza.

2.2.3.3 Questione sociale

Possiamo affrontare alcuni aspetti sociali legati ai terremoti e ai contributi prendendo spunto dalla favola
dei tre porcellini.

Il sig. Bianchi, per propria scelta, vive in una casa al limite della fatiscenza, per la quale ha deciso di non
investire denaro; il sig. Rossi invece, parimenti per propria scelta, ha deciso di investire nella sicurezza della
propria abitazione.

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La situazione avvenuta dopo i sismi degli ultimi anni è, probabilmente, che il sig. Bianchi si è trovato con la
casa crollata o gravemente danneggiata e, a seguire, con una nuova abitazione perfettamente a norma avuta
in seguito all’intervento dello stato. Il sig. Rossi invece, dal canto suo, ha la casa senza particolari danni e non
riceverà particolari aiuti pubblici, ma ha comunque speso di tasca sua del denaro in precedenza.

2.2.3.4 Aspetti tecnico-economici

Analizzando gli eventi sismici degli ultimi anni, è facile riscontrare come al di là dei danneggiamenti in
prossimità della zona epicentrale (per i quali, come abbiamo visto anche nel §2.2.2.2, è lecito attendersi il
comportamento che le normative tecniche indicano come SLV stato limite di salvaguardia della vita), si sono
evidenziate situazioni critiche anche in zone significativamente lontane dall’epicentro.

Al di là di amplificazioni locali, questa evidenza si può ricondurre alla vulnerabilità del nostro patrimonio
edilizio, e alla tendenza di quest’ultimo al danneggiamento anche per azioni sismiche modeste.

A questo dato tecnico occorre aggiungere un dato economico, ben argomentato nel documento FEMA E-74
- Reducing the Risks of Nonstructural Earthquake Damage7: il 25% del costo legato alle ricostruzioni è legato
agli elementi strutturali, il resto ad elementi non strutturali e impianti.

Riportare questo dato alle cifre che abbiamo visto nel §2.2.3.1 ci fa immediatamente capire il peso e l’onere
diretto e indiretto che le strutture di un edificio devono sopportare.

7. www.fema.gov

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2.2.4 Procedure per accedere al sismabonus

La legge di bilancio 2017 (n. 232 del 11 dicembre 2016), con le modifiche all’articolo 16, ha preparato il ter-
reno all’applicazione del sismabonus principalmente sui seguenti aspetti:
– Ha dato una finestra più ampia per la detrazione d’imposta, estendendola al 31 dicembre 2021; la que-
stione è fondamentale in quanto operare a livello strutturale su un edificio implica un iter progettuale,
autorizzativo e di realizzazione che difficilmente può concludersi nell’arco di un anno.
– Estende la possibilità del bonus fiscale anche alle zone sismiche 3; anche in questo caso il normatore è stato
lungimirante, in quanto il patrimonio edilizio italiano è a volte talmente carente in termini di sicurezza
che anche in zone a medio-bassa pericolosità i danni provocati da un terremoto possono essere rilevanti.
– Estende l’applicabilità degli incentivi anche alle seconde case e agli insediamenti e produttivi.
– Riduce da 10 a 5 anni il periodo nel quale “spalmare” il credito d’imposta.
– Inserisce nella detrazione d’imposta anche le spese effettuate per la classificazione e verifica sismica degli
immobili.
– Per i soli interventi sulle parti comuni di edifici condominiali consente la cessione del credito d’imposta oltre
che alle imprese di costruzioni anche a soggetti terzi (purchè privati, e comunque non a istituti di credito).

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Come esplicitato nell’art. 1, il d.m. infrastrutture e trasporti n. 58 del 28 febbraio 2017 stabilisce le linee gui-
da per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonchè le modalità per l’attestazione, da parte
di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati, in attuazione alla legge di bilancio 2017; ne
viene introdotto l’utilizzo nelle modifiche all’ articolo 16, dove si dà la possibilità di aumentare la detrazione
d’imposta oltre al 50% e cedere il corrispondente credito.

A seguire, in data 7 marzo, è stato emanato il d.m. infrastrutture e trasporti n. 65, contenente alcune cor-
rezioni formali (principalmente sui professionisti abilitati); vi è poi stato l’aggiornamento di cui al d.m.
infrastrutture e trasporti n. 24 del 9 gennaio 2020 e infine, a seguito del d.l. 34 2020 (cosiddetto “decreto
rilancio”), le modifiche di cui al d.m. infrastrutture e trasporti n. 329 del 6 agosto 2020.

Per prima cosa, di quali interventi stiamo parlando? Si tratta di quelli elencati all’articolo 16‐bis, comma 1,
lettera i), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (si veda
il §2.1); nella fattispecie interventi relativi all’adozione di misure antisismiche con particolare riguardo all’e-
secuzione di opere per la messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali, per la redazione della
documentazione obbligatoria atta a comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio, nonchè per la rea-
lizzazione degli interventi necessari al rilascio della suddetta documentazione. Gli interventi relativi all’adozio-
ne di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica devono essere realizzati sulle
parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove ri-
guardino i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.

Da qui si inseriscono i due articoli principali per il sismabonus e la conseguente classificazione.


– Qualora dalla realizzazione degli interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il pas-
saggio ad una classe di rischio inferiore, la detrazione dall’imposta spetta nella misura del 70 per cento
della spesa sostenuta. Ove dall’intervento derivi il passaggio a due classi di rischio inferiori, la detrazione
spetta nella misura dell’80 per cento.
– Qualora gli interventi siano realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni dall’im-
posta spettano, rispettivamente, nella misura del 75 per cento e dell’85 per cento. Le predette detrazioni
si applicano su un ammontare delle spese non superiore a euro 96.000 moltiplicato per il numero delle
unità immobiliari di ciascun edificio. Per tali interventi, a decorrere dal 1º gennaio 2017, in luogo della
detrazione i soggetti beneficiari possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori
che hanno effettuato gli interventi ovvero ad altri soggetti privati, con la facoltà di successiva cessione del
credito (purchè privati, e comunque non a istituti di credito).

La Legge di bilancio 2018 (n. 205 del 27 dicembre 2017) ha poi ulteriormente potenziato il provvedimento:
– Estensione delle detrazioni anche agli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati (pa-
trimonio ERP).
– Agevolazioni particolari per interventi congiunti di riqualificazione energetica e miglioramento antisismi-
co. La legge eleva il tetto dell’ammontare delle spese a 136 mila euro (dai 96 mila precedenti) quando i lavori
hanno la congiunta finalità di riqualificare energeticamente l’edificio e di ridurne il rischio sismico.
– Potenziamento delle detrazioni per interventi su parti comuni dei condomini, che salgono all’80% nel
caso di riduzione di una classe di rischio sismico e all’85% nel caso che gli interventi determinino il pas-
saggio a due classi di rischio inferiori.
– Parziale deducibilità delle spese assicurative contro il rischio sismico, di un importo pari al 19%, per
assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi stipulate relativamente a unità immobiliari
ad uso abitativo e per le spese sostenute dal 1° gennaio 2018.

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A seguire, dal 27 aprile 2018 mediante una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate in pari data si è specificato
che è possibile procedere anche mediante demolizione e ricostruzione: si ritiene che gli interventi consistenti
nella demolizione e ricostruzione di edifici adibiti ad abitazioni private o ad attività produttive possono essere
ammessi alla detrazione di cui al citato art.16 del decreto legge n. 63 del 2013, nel rispetto di tutte le condizioni
previste dalla norma agevolativa, semprechè concretizzino un intervento di ristrutturazione edilizia e non un
intervento di nuova costruzione.

Infine, con il d.l. 34 2019 (cosiddetto “decreto crescita”), è stata inserita la detrazione per acquisto di case
antisismiche (§3.2.4) anche nelle zone sismiche 2 e 3, in precedenza possibile nella sola zona sismica 1. Chi
compra unità immobiliari antisismiche site in uno dei comuni in zona a rischio sismico 1, 2 o 3 può bene-
ficiare di una detrazione del 75% o dell’85% del prezzo di vendita (fino ad un importo massimo di 96.000
euro), purché l’unità immobiliare sia ceduta, entro i 18 mesi dalla fine lavori, dall’impresa di costruzione
o di ristrutturazione immobiliare che vi abbia effettuato interventi di demolizione e ricostruzione, anche
con variazione volumetrica, ove consentito; in alternativa alla fruizione diretta della detrazione in 5 quote
annuali di pari importo, viene riconosciuta all’acquirente la possibilità di cedere il credito corrispondente.

A fronte quindi della classificazione dello stato di fatto dell’edificio esistente, ad opera di professionista spe-
cializzato e seguendo quanto riportato nelle linee guida e nelle norme tecniche (si veda il §2.2.2), il proprie-
tario si trova a scegliere tra diverse possibilità d’intervento e rispettiva detrazione.

Un aspetto sul quale è bene porre l’attenzione è quello delle spese tecniche. Queste ultime, nello specifico
quelle necessarie per la classificazione dell’edificio e per la progettazione degli interventi strutturali, rientra-
no nel massimale delle spese sulle quali calcolare la detrazione solo se si procede con le opere; in sostanza
se un proprietario fa svolgere a un tecnico tutte le operazioni per la classificazione del proprio edificio,
l’onorario del tecnico e le spese per indagini e diagnostica non possono essere portate in detrazione se poi il
proprietario decide di non proseguire con i lavori.

Purtroppo questo aspetto, fortemente criticato sin dalla prima emissione del sismabonus, costituisce un
deterrente per lo sviluppo della conoscenza del patrimonio edilizio e frena fortemente la capacità di pianifi-
cazione dello stato nei confronti della riduzione del rischio sismico.

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2.2.4.1 L’asseverazione

Nel seguito si riporta la più recente asseverazione legata al sismabonus (d.m. infrastrutture e trasporti n. 24
del 9 gennaio 2020 – allegato B).

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La suddetta asseverazione, come recita l’art 3, comma 2 del d.m. 58/2017 s.m.i., deve essere sottoscritta dal
progettista dell’intervento strutturale secondo i contenuti delle linee guida. Questo passaggio risulta non
banale in quanto la stessa asseverazione, come vedremo nel seguito, ha subito modifiche ma per il solo su-
perbonus (si veda a tal proposito il §2.3.3 della presente).

2.3 Superbonus
2.1.1 La nascita e le possibilità

Il cosiddetto “decreto Rilancio” è stato convertito in legge il 16 luglio 2020; un provvedimento da 55 miliardi
di euro stimati, con le misure urgenti per la salute, l’economia e il lavoro connesse alla ripartenza post Co-
vid-19. Nasce quindi in un periodo singolare e con obiettivi altrettanto singolari, per cercare di rimettere in
moto un tessuto economico (nel nostro caso legato all’edilizia) gravemente colpito dalla pandemia.

Come specificato nella circolare n. 24/E dell’8 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate: Trattandosi di una norma-
tiva di particolare favore, il Decreto Rilancio, in aggiunta agli adempimenti ordinariamente previsti per le predette
detrazioni spettanti per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici,
introduce un sistema di controllo strutturato per evitare comportamenti non conformi alle disposizioni agevolative.

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Vediamo quindi nel dettaglio questo strumento.

Il dispositivo principale è il decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (in Gazzetta Ufficiale nella serie generale n.
128 del 19 maggio 2020, s.o. n. 21/L), coordinato con la legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77, recante
Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’e-
mergenza epidemiologica da Covid-19.

Di tutti il corposo testo di legge, gli articoli d’interesse per l’edilizia e le strutture sono due: il 119 e il 121.

Occorre qui fare un piccolo sforzo di lettura delle normative citate a cascata.
– D.l. 34/2020 art 119 comma 4. Per gli interventi di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del
decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, l’ali-
quota delle detrazioni spettanti è elevata al 110 per cento per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31
dicembre 2021. […]
ƒ Vediamo dunque il decreto legge del 4 giugno 2013 n. 63 art 16 (convertito, con modificazioni, dalla
legge 3 agosto 2013 n. 90, coordinato con le leggi di bilancio 2017-2018-2019, oltre al d.l. 50/2017).
1-bis. Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di cui all’ar-
ticolo 16-bis, comma 1, lettera i), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, su edifici ubicati nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) di
cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nel
supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003, riferite a costruzioni
adibite ad abitazione e ad attività produttive, spetta una detrazione dall’imposta lorda nella misura
del 50 per cento, fino ad un ammontare complessivo delle stesse spese non superiore a 96.000 euro
per unità immobiliare per ciascun anno. La detrazione è ripartita in cinque quote annuali di pari
importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.
• Occorre quindi vedere il Testo Unico del 22 dicembre 1986 n. 917 Testo unico delle imposte sui redditi
nel suo art. 16-bis (Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di ri-
qualificazione energetica degli edifici) lett i) relativi all’adozione di misure antisismiche con particolare
riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali, per
la redazione della documentazione obbligatoria atta a comprovare la sicurezza statica del patrimonio
edilizio, nonché per la realizzazione degli interventi necessari al rilascio della suddetta documentazio-
ne. Gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in
sicurezza statica devono essere realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati
strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove riguardino i centri storici, devono essere eseguiti sulla
base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari (come già riportato nel §2.1).
ƒ Torniamo quindi al d.l. 63/2013 art 16 1-ter. A decorrere dal 1º gennaio 2017 e fino al 31 dicembre
2021, le disposizioni del comma 1-bis si applicano anche agli edifici ubicati nella zona sismica 3 di
cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nel
supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003.
ƒ 1-quater. Qualora dalla realizzazione degli interventi di cui ai commi 1-bis e 1-ter derivi una ridu-
zione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore, la detrazione
dall’imposta spetta nella misura del 70 per cento della spesa sostenuta. Ove dall’intervento derivi il
passaggio a due classi di rischio inferiori, la detrazione spetta nella misura dell’80 per cento. […]
ƒ 1-quinquies. Qualora gli interventi di cui al comma 1-quater siano realizzati sulle parti comuni di edifici
condominiali, le detrazioni dall’imposta di cui al primo e al secondo periodo del medesimo comma
1-quater spettano, rispettivamente, nella misura del 75 per cento e dell’85 per cento. Le predette detra-
zioni si applicano su un ammontare delle spese non superiore a euro 96.000 moltiplicato per il numero

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delle unità immobiliari di ciascun edificio. Per tali interventi, a decorrere dal 1º gennaio 2017, in luo-
go della detrazione i soggetti beneficiari possono optare per la cessione del corrispondente credito ai
fornitori che hanno effettuato gli interventi ovvero ad altri soggetti privati, con la facoltà di successiva
cessione del credito. Rimane esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari. […]
ƒ 1-sexies. A decorrere dal 1° gennaio 2017, tra le spese detraibili per la realizzazione degli interventi
di cui ai commi 1-ter, 1-quater e 1-quinquies rientrano anche le spese effettuate per la classificazione
e verifica sismica degli immobili.
ƒ 1-sexies.1. Le detrazioni di cui ai commi da 1-bis a1-sexies sono usufruibili anche dagli Istituti auto-
nomi per le case popolari, comunque denominati, nonché’ dagli enti aventi le stesse finalità sociali
dei predetti istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione euro-
pea in materia di in house providing e che siano costituiti e operanti alla data del 31 dicembre 2013,
per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, […]
ƒ 1-septies. Qualora gli interventi di cui al comma 1-quater siano realizzati nei comuni ricadenti nelle
zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3 ai sensi dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei mi-
nistri n. 3519 del 28 aprile 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 108 dell’11 maggio 2006, me-
diante demolizione e ricostruzione di interi edifici, allo scopo di ridurne il rischio sismico, anche con
variazione volumetrica rispetto all’edificio preesistente, ove le norme urbanistiche vigenti consentano
tale aumento, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano,
entro diciotto mesi dalla data di conclusione dei lavori, alla successiva alienazione dell’immobile, le
detrazioni dall’imposta di cui al primo e al secondo periodo del medesimo comma 1-quater spettano
all’acquirente delle unità immobiliari, rispettivamente nella misura del 75 per cento e dell’85 per
cento del prezzo della singola unità immobiliare, risultante nell’atto pubblico di compravendita e, co-
munque, entro un ammontare massimo di spesa pari a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
I soggetti beneficiari di cui al periodo precedente possono optare, in luogo della detrazione, per la
cessione del corrispondente credito alle imprese che hanno effettuato gli interventi ovvero ad altri
soggetti privati, con la facoltà di successiva cessione del credito. Rimane esclusa la cessione a istituti
di credito e intermediari finanziari.

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Da una prima sintesi di quanto sopra, vediamo che il superbonus “assorbe” tutti gli interventi strutturali
possibili con il bonus ristrutturazione (§2.1) e con il sismabonus (§2.2), andando per di fatto ad eliminare
ogni premialità legata alla classificazione in quanto qualsiasi intervento è elevato al 110%.

Proseguendo con l’articolato di legge troviamo:


– D.l. 34/2020 art 119 comma 4. […] Per gli interventi di cui al primo periodo, in caso di cessione del
corrispondente credito ad un’impresa di assicurazione e di contestuale stipulazione di una polizza che
copre il rischio di eventi calamitosi, la detrazione prevista nell’articolo 15, comma 1, lettera f-bis), del
testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917, spetta nella misura del 90 per cento.
ƒ Vediamo dunque nuovamente il Testo Unico del 22 dicembre 1986 n. 917 Testo unico delle imposte
sui redditi al suo articolo 15 (Detrazioni per oneri) comma 1. Dall’imposta lorda si detrae un impor-
to pari al 19 per cento dei seguenti oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determi-
nazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo:
[...]
f-bis) i premi per assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi stipulate relativamen-
te a unità immobiliari ad uso abitativo;
[…]
– D.l. 34/2020 art. 119 comma 4. […] Le disposizioni del primo e del secondo periodo non si applicano agli
edifici ubicati nella zona sismica 4 di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del
20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003. […]

Unica nota che si ritiene di rilevare in questo caso è che si fa ancora riferimento alla suddetta ordinanza
senza tenere conto che è stata superata dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del
28 aprile 2006; tra l’altro, quest’ultima, viene citata dall’Agenzia delle Entrate nelle detrazioni relative al co-
siddetto “acquisto di case antisismiche” (§3.2.4).

– D.l. 34/2020 art 119 comma 4-bis. […] La detrazione spettante ai sensi del comma 4 del presente articolo
è riconosciuta anche per la realizzazione di sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici,
a condizione che sia eseguita congiuntamente a uno degli interventi di cui ai commi da 1-bis a 1-septies
dell’articolo 16 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto
2013, n. 90, nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla legislazione vigente per i medesimi interventi.

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Quest’ultimo risulta essere senza dubbio uno degli articoli più innovativi inseriti nel decreto, in quanto per
la prima volta si vanno ad incentivare i sistemi di monitoraggio ponendoli sullo stesso livello di interventi
effettivi eseguiti con opere edili. La filosofia pare essere quella già introdotta sulle infrastrutture: in caso
di impossibilità d’intervento (per ragioni di tempo, economiche, di fattibilità, ecc.) oppure per verificare
la bontà di un intervento realizzato, il monitoraggio risulta essere un utile strumento che contribuisce ad
accrescere la consapevolezza.

Immagine tratta dal link https://www.ingegneri.cc/monitoraggio-dinamico-edifici.html

2.3.2 Procedure per accedere al superbonus

Le procedure legate al superbonus sono soggette ad alcuni vincoli aggiuntivi rispetto al sismabonus e al
bonus ristrutturazione, per il motivo già riportato in precedenza: trattandosi di una normativa di particolare
favore, il Decreto Rilancio, in aggiunta agli adempimenti ordinariamente previsti per le predette detrazioni
spettanti per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, intro-
duce un sistema di controllo strutturato per evitare comportamenti non conformi alle disposizioni agevolative.

La procedura è contenuta nell’articolo 119 del d.l. 34/2020:


– D.l. 34/2020 art 119 comma 13. Ai fini della detrazione del 110 per cento di cui al presente articolo e
dell’opzione per la cessione o per lo sconto di cui all’articolo 121:
[…]
b) per gli interventi di cui al comma 4, l’efficacia degli stessi al fine della riduzione del rischio sismico
è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, della direzione dei lavori del-
le strutture e del collaudo statico, secondo le rispettive competenze professionali, iscritti agli ordini
o ai collegi professionali di appartenenza, in base alle disposizioni del decreto del Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti n. 58 del 28 febbraio 2017.
[…]

I professionisti incaricati attestano altresì la corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli
interventi agevolati.

Il soggetto che rilascia il visto di conformità di cui al comma 11 verifica la presenza delle asseverazioni e
delle attestazioni rilasciate dai professionisti incaricati.

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– D.l. 34/2020 art 119 comma 13-bis. L’asseverazione di cui al comma 13, lettere a) e b), del presente artico-
lo è rilasciata al termine dei lavori o per ogni stato di avanzamento dei lavori sulla base delle condizioni
e nei limiti di cui all’articolo 121.
L’asseverazione rilasciata dal tecnico abilitato attesta i requisiti tecnici sulla base del progetto e dell’ef-
fettiva realizzazione. Ai fini dell’asseverazione della congruità delle spese si fa riferimento ai prezzari
individuati dal decreto di cui al comma 13, lettera a).
Nelle more dell’adozione del predetto decreto, la congruità delle spese è determinata facendo riferimento
ai prezzi riportati nei prezzari predisposti dalle regioni e dalle province autonome, ai listini ufficiali o ai
listini delle locali camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura ovvero, in difetto, ai prezzi
correnti di mercato in base al luogo di effettuazione degli interventi.

– D.l. 34/2020 art 119 comma 14. Ferma restando l’applicazione delle sanzioni penali ove il fatto costituisca
reato, ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli si applica la sanzione amministrativa
pecuniaria da euro 2.000 a euro 15.000 per ciascuna attestazione o asseverazione infedele resa.
I soggetti di cui al primo periodo stipulano una polizza di assicurazione della responsabilità civile, con
massimale adeguato al numero delle attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi degli interventi
oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni e, comunque, non inferiore a 500.000 euro, al fine
di garantire ai propri clienti e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati
dall’attività prestata.
La non veridicità delle attestazioni o asseverazioni comporta la decadenza dal beneficio. Si applicano
le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689. L’organo addetto al controllo sull’osservanza della
presente disposizione ai sensi dell’articolo 14 della legge 24 novembre 1981, n. 689, è individuato nel
Ministero dello sviluppo economico.

2.3.2.1 Modifiche al d.m. 58/2017

Al fine di una corretta applicazione del superbonus è stato necessario andare a modificare e integrare il D.M.
58/2017 del Ministero infrastrutture e Trasporti, soprattutto per quanto riguarda l’asseverazione (si veda a
tal proposito il §2.2.4.1). Si ribadisce che tali modifiche, come riportato nello stesso testo di modifica (art 1
comma 4-bis) sono funzionali esclusivamente al fine di usufruire delle misure di cui agli articoli 119 e 121 del
decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.

Ministero infrastrutture e trasporti - d.m. n. 329 del 6 agosto 2020 di modifica al d.m. 28 febbraio 2017,
n. 58, recante “Sisma Bonus - Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni
nonché le modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi
effettuati”.
– Art 1 (Modifiche all’articolo 3 del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017,
n. 58): All’articolo 3 del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017, n. 58,

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dopo il comma 4, sono inseriti i seguenti:


ƒ 4-bis. Al fine di usufruire delle misure di cui agli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio
2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, per le spese documen-
tate e sostenute nel periodo compreso tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per tutte le atte-
stazioni e le asseverazioni prodotte dai professionisti e redatte con le modalità di cui agli allegati
B, B-1 e B-2 è richiesta apposita polizza assicurativa secondo le modalità di cui al citato articolo
119, comma 14.
ƒ 4-ter. Al fine di usufruire dell’opzione di cui all’articolo 121, comma 1-bis, del decreto legge 19 mag-
gio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020 n. 77, il direttore dei lavori
emette lo stato di avanzamento dei lavori, di seguito SAL, con le modalità di cui al medesimo comma,
redigendolo secondo il modello di cui all’allegato 1. Il SAL costituisce l’attestazione di conformità di
quanto eseguito al progetto depositato, come asseverato dal progettista, per l’ottenimento dei benefici
fiscali previsti nei casi di intervento in corso, a condizione che l’importo ed il numero dei SAL siano
conformi a quanto previsto dal citato articolo 121, comma 1-bis. Il deposito dei SAL avviene con le
modalità di cui al comma 5, al completamento dell’intervento contestualmente all’attestazione relati-
va all’ultimazione dei lavori, redatta secondo i modelli di cui all’allegato B-1 e, ove previsto il collaudo
statico, all’allegato B-2.
ƒ 4-quater. La documentazione di cui ai commi 4-bis e 4-ter è consegnata dai professionisti incaricati
ai soggetti di cui all’articolo 119, comma 11, del citato decreto legge n. 34 del 2020, ai fini dell’appo-
sizione del visto di conformità ivi previsto.
– Art. 2 (Sostituzione dell’allegato B del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio
2017, n. 58): L’allegato B del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017, n.
58, è sostituito dall’allegato B del presente decreto.

2.3.3 Responsabilità e asseverazioni

Nel seguito si riportano quindi le asseverazioni necessarie (oltre alla polizza di assicurazione e al visto), da
sottoscrivere da parte del professionista, per l’ottenimento dei benefici legati al superbonus.

Occorre far presente che, al di là della prima (quella del progettista) che era stata inserita già con il sisma-
bonus (legata alla necessità di premialità), le ulteriori due (direttore dei lavori e collaudatore) risultano
pleonastiche in quanto vanno semplicemente a ribadire quanto già contenuto nell’iter edilizio; con la
nota però che trattasi di asseverazioni in aggiunta a quelle già contenute nella pratica ai sensi del DPR
380/2001.

2.3.3.1 Asseverazione del progettista

Trattasi dell’allegato B del d.m. infrastrutture e trasporti n. 329 del 6 agosto 2020.

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Note di cui tenere conto, che occorre asseverare:

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2.3.3.1 Asseverazione del direttore dei lavori

Trattasi dell’allegato B1 del d.m. infrastrutture e trasporti n. 329 del 6 agosto 2020.

Note di cui tenere conto, che occorre asseverare:

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2.3.3.1 Asseverazione del collaudatore

Trattasi dell’allegato B2 del d.m. infrastrutture e trasporti n. 329 del 6 agosto 2020.

Note di cui tenere conto, che occorre asseverare:

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3. Le possibilità d’intervento sulle strutture

Le possibilità d’intervento seguono le tipologie d’incentivo che abbiamo visto nel capitolo precedente, ed un
utile ausilio avere a mente il percorso di ogni singolo provvedimento fiscale. Inoltre, trattandosi di opere edi-
lizie, ogni intervento dovrà essere soggetto a un titolo edilizio ai sensi del d.P.R. 380/2001 e di conseguenza,
trattandosi di opere strutturali, anche di un allineamento con la Normativa tecnica per le Costruzioni NTC.

3.1 Interventi con il Bonus ristrutturazione

Gli interventi possibili con il bonus ristrutturazione sono diversi e, almeno dal punto di vista strutturale,
non legati al raggiungimento di particolari livelli di miglioramento o efficientamento; possono essere svolti
sia su singole unità immobiliari che sulle parti comuni di edifici condominiali.

In sintesi, possono essere così riassunti:


– MANUTENZIONE STRAORDINARIA (lettera b), articolo 3, d.P.R. 380/2001). Sono considerati inter-
venti di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti
anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre
che non vadano a modificare la volumetria complessiva degli edifici e non comportino mutamenti delle
destinazioni d’uso. Rientrano tra gli interventi di manutenzione straordinaria anche quelli consistenti nel
frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere, anche se comportano la
variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico, a condizione che
non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’uso.
– RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO (lettera c), articolo 3, d.P.R. 380/2001). Sono com-
presi in questa tipologia gli interventi finalizzati a conservare l’immobile e assicurarne la funzionalità
per mezzo di un insieme di opere che, rispettandone gli elementi tipologici, formali e strutturali, ne
consentono destinazioni d’uso con esso compatibili.
– RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA (lettera d), articolo 3, d.P.R. 380/2001). Tra gli interventi di ristrut-
turazione edilizia sono compresi quelli rivolti a trasformare un fabbricato mediante un insieme di opere
che possono portare a un fabbricato del tutto o in parte diverso dal precedente.
– Interventi per l’adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per
la messa in sicurezza statica. Tali opere devono essere realizzate sulle parti strutturali degli edifici o
complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici. Se riguardano i centri storici,
devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.

Sono agevolate, inoltre, le spese necessarie per la redazione della documentazione obbligatoria idonea a
comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio, nonché per la realizzazione degli interventi necessa-
ri al rilascio della suddetta documentazione.

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3.1.1 Allineamento con la Normativa Tecnica per le Costruzioni

In sintesi, si possono fare tutte le opere previste dalla Normativa Tecnica sulle Costruzioni per quanto ri-
guarda gli edifici esistenti.

3.2 Interventi con il Sismabonus

Il Sismabonus, nel suo provvedimento fiscale, è legato alla premialità e quindi il beneficio è maggiore in
proporzione ai miglioramenti effettuati sul fabbricato e quindi al miglioramento di lettera. Gli interventi
hanno lo scopo di mitigare il rischio, con effetti sia sul parametro PAM sia sull’indice IS-V. Essi possono
interessare elementi strutturali e/o elementi non strutturali, in relazione alle carenze specifiche della singola
costruzione.

3.2.1 Allineamento con la Normativa Tecnica per le Costruzioni

Occorre sempre tenere a mente che il Sismabonus è un provvedimento fiscale e anche la Classificazione
sismica, sebbene possa essere utilizzata come strumento di sensibilizzazione, è nata con lo scopo di rendere
attuabile il documento fiscale stesso.

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Detto questo, ogni intervento strutturale per il quale si voglia usufruire delle detrazioni va inserito all’in-
terno di un procedimento edilizio, ben più ampio, ai sensi del DPR 380/2001 Testo Unico dell’Edilizia. Trat-
tandosi poi di opere strutturali, il riferimento è nella Normativa Tecnica per le Costruzioni, attualmente il
D.Min. Infrastrutture e Trasporti del 17 gennaio 2018.

Ai sensi del §8.3 NTC2018 il livello di sicurezza della costruzione è quantificato attraverso il valore di ζE, cioè
il rapporto tra capacità e domanda.

Senza addentrarci troppo all’interno della normativa tecnica, si possono individuare tre tipi d’interventi
possibili su un edificio esistente:
– §8.4.1 NTC2018 – Riparazione o intervento locale. II progetto e la valutazione della sicurezza devono
dimostrare che gli interventi non comportino una riduzione dei livelli di sicurezza preesistenti; nel caso
di interventi di rafforzamento locale, volti a migliorare le caratteristiche meccaniche di elementi strut-
turali o a limitare la possibilità di meccanismi di collasso locale, è necessario valutare l’incremento di
sicurezza locale.
– §8.4.2 NTC2018 – Interventi di miglioramento. Il valore di ζE può essere minore dell’unità precisando
però che a meno di specifiche situazioni relative ai beni culturali, per le costruzioni di classe III ad uso
scolastico e IV il valore di ζE, a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere comunque non
minore di 0,6, mentre per le rimanenti costruzioni di classe III e per quelle di classe II il valore di ζE,
sempre a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere incrementato di un valore comunque
non minore di 0,1.
– §8.4.3 NTC2018 – Interventi di adeguamento. Tipi d’intervento a seguito dei quali occorre adeguare,

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cioè effettuare una serie d’interventi tali per cui la sicurezza di un edificio è pari a quella minima richie-
sta dalla normativa tecnica:
a) sopraelevare la costruzione ζE≥1
b) ampliare la costruzione […] ζE≥1
c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso […] ζE≥0,80
d) effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione […] ζE≥1
e) apportare modifiche di classe d’uso che conducano a costruzioni di classe III ad uso scolastico o di
classe IV ζE≥0,80

Tenendo conto della classificazione in lettere, come specificato nel §2.2.2, la detrazione legata al sismabonus
si può espletare nella sua forma più estesa come dall’immagine sopra riportata. La lettera più sfavorevole
(G) si ha quando l’inadeguatezza dell’edificio è molto alta, prossima alla non verifica alle azioni di servizio
indipendentemente dal sisma; l’edificio maggiormente performante è invece di classe B, al limite minimo
di verifica delle NTC. Per avere classificazioni A o A+ è necessario progettare e realizzare edifici più perfor-
manti rispetto ai limiti fissati dalla Normativa Tecnica per le Costruzioni.

3.2.1.1 Possibilità d’intervento con il metodo convenzionale

Utilizzando il metodo convenzionale, l’effetto degli interventi per la riduzione del rischio, in termini di
numero di cambi di Classe di Rischio conseguiti, è facilmente determinabile valutando la Classe di Rischio
della costruzione in esame nella situazione pre-intervento e post-intervento.

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L’utilizzo del metodo convenzionale comporta l’onere di valutare il comportamento globale della costruzio-
ne, indipendentemente da come l’intervento strutturale si inquadri nell’ambito delle Norme Tecniche per le
Costruzioni (adeguamento, miglioramento o intervento locale). Pertanto, anche laddove si eseguano degli
interventi locali di rafforzamento, che ai sensi delle suddette norme (punto §8.4.3) richiedono solo la verifica
a livello locale, la verifica globale, esclusivamente per finalità di attribuzione della classe e senza in alcun
modo incidere sulle procedure amministrative previste per tali interventi, deve essere comunque eseguita
per attribuire la Classe di Rischio con il metodo convenzionale. In tal caso, comunque, si avrà la facoltà di
eseguire un numero di indagini inferiore a quello previsto dalle Norme per il rispettivo livello di conoscenza
adottato. A questo proposito, ai sensi delle Norme Tecniche per le Costruzioni, si ricorda che, affinché possa
attivarsi il comportamento globale, è necessario che siano stati preliminarmente eliminati i meccanismi
locali la cui attivazione potrebbe impedire una risposta di tipo globale.

Il Sismabonus, in virtù della premialità e, ovviamente, della possibilità di detrazione fiscale a beneficio del
committente, va quindi a porre una condizione e a richiedere una prestazione ben precisa per l’edificio, tra
l’altro non sempre facilmente raggiungibile, rispetto a quanto stabilito come condizione minima nella nor-
mativa tecnica.

Le NTC2018 (anche le NTC2008 in precedenza) stabiliscono al §8.7.4 Criteri e tipi d’intervento:

Per tutte le tipologie di costruzioni esistenti gli interventi di consolidamento vanno applicati, per quanto pos-
sibile, in modo regolare ed uniforme. L’esecuzione di interventi su porzioni limitate dell’edificio va opportuna-
mente valutata e giustificata, considerando la variazione nella distribuzione delle rigidezze e delle resistenze e
la conseguente eventuale interazione con le parti restanti della struttura.

Particolare attenzione deve essere posta alla fase esecutiva degli interventi, in quanto una cattiva esecuzione
può peggiorare il comportamento globale delle costruzioni.

La scelta del tipo, della tecnica, dell’entità e dell’urgenza dell’intervento dipende dai risultati della precedente
fase di valutazione, dovendo mirare prioritariamente a contrastare lo sviluppo di meccanismi locali e/o di mec-
canismi fragili e, quindi, a migliorare il comportamento globale della costruzione.

In sintesi, la classificazione dell’edificio allo stato di fatto può derivare anche da criticità locali (i meccanismi
di 1° modo, come il ribaltamento di una parete o lo sfilamento di una trave), ma se si vuole fruire delle de-
trazioni spettanti con il sismabonus non ci si deve fermare all’eliminazione di questi (come invece le NTC
consentirebbero) ma occorre ricondurre l’intero edificio a un comportamento unitario e quindi ottenere
una lettera che derivi dall’analisi complessiva.

3.2.1.2 Possibilità d’intervento con il metodo semplificato

Quando la Classe di Rischio è stata assegnata all’edificio mediante il metodo semplificato, è possibile ritenere
valido il passaggio alla Classe di Rischio immediatamente superiore solo quando siano soddisfatte alcune
condizioni, indicate nella tabella 6 delle linee guida.

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TIPOLOGIA STRUTTURALE
PASSAGGIO DI CLASSE
INERTI/MAGLIA INTERVENTI DI RAFFORZAMENTO LOCALE FINALITÀ DELL’INTERVENTO
DI VULNERABILITÀ
MURARIA
pietra grezza
mattoni di terra cruda Non applicabili (non sono rispettate le condizioni del §3.2) V6
(adobe)
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
TERA UNITÀ STRUTTURALE
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate
• Eliminazione delle spinte orizzontali non contrastate
• Perseguire un comportamento d’insieme “regolare” e
• Stabilizzazione fuori piano delle pareti di elevate dimen-
“scatolare”.
pietra sbozzata sioni (larghezza e altezza) da V6 a V5
• Posticipare l’attivazione dei meccanismi locali e/o fuori
• Collegamento dei pannelli murari agli orizzontamenti
del piano, rispetto all’attivazione dei meccanismi globali
INTERVENTI AUSPICATI MA NON OBBLIGATORI
• Riduzione delle aperture di elevate dimensioni (soprat-
tutto se intervallate da maschi di ridotte dimensioni)
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
TERA UNITA’ STRUTTURALE
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate
• Eliminazione delle spinte orizzontali non contrastate
• Perseguire un comportamento d’insieme regolare e “sca-
• Stabilizzazione fuori piano delle pareti di elevate dimen-
tolare”.

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sioni (larghezza e altezza) da V5 a V4
• Posticipare l’attivazione dei meccanismi locali e/o fuori
• Collegamento dei pannelli murari agli orizzontamenti
pietra massiccia per co- del piano, rispetto all’attivazione dei meccanismi globali

MURATURA
struzioni monumentali
INTERVENTI AUSPICATI MA NON OBBLIGATORI
• Riduzione delle aperture di elevate dimensioni (soprat-
tutto se intervallate da maschi di ridotte dimensioni)
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN- • Perseguire un comportamento d’insieme regolare e “sca-
TERA UNITÀ STRUTTURALE tolare”.
da V4 a V3
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate • Ridurre al minimo il rischio di danno agli elementi non
• Messa in sicurezza di elementi non strutturali strutturali
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
TERA UNITA’ STRUTTURALE
• Ripristino dei danni o delle zone degradate
• Eliminazione delle spinte orizzontali non contrastate
• Perseguire un comportamento d’insieme regolare e “sca-
• Stabilizzazione fuori piano delle pareti di elevate dimen-
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mattoni o pietra tolare”.


sioni (larghezza e altezza) da V6 a V5
lavorata • Posticipare l’attivazione dei meccanismi locali e/o fuori
• Collegamento dei pannelli murari agli orizzontamenti
del piano, rispetto all’attivazione dei meccanismi globali
INTERVENTI AUSPICATI MA NON OBBLIGATORI
• Riduzione delle aperture di elevate dimensioni (soprat-
tutto se intervallate da maschi di ridotte dimensioni)
TIPOLOGIA STRUTTURALE
PASSAGGIO DI CLASSE
INERTI/MAGLIA INTERVENTI DI RAFFORZAMENTO LOCALE FINALITÀ DELL’INTERVENTO
DI VULNERABILITÀ
MURARIA
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
• Perseguire un comportamento “regolare” e “scatolare”.
TERA UNITA’ STRUTTURALE
• Ridurre al minimo il rischio di danno agli elementi non da V4 a V3
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate
strutturali
• Messa in sicurezza di elementi non strutturali
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
TERA UNITA’ STRUTTURALE
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate
• Eliminazione delle spinte a vuoto
• Perseguire un comportamento “regolare” e “scatolare”.
• Stabilizzazione fuori piano delle pareti di elevate dimen-
• Garantire un’adeguata ridistribuzione dell’azione oriz-
sioni (larghezza e altezza)
zontale tra i pannelli murari da V5 a V4
• Stabilizzazione del paramento interno dei pannelli mu-
mattoni + • Posticipare i meccanismi locali e/o fuori del piano, ri-
rari con camera d’aria
solai di elevata rigidez- spetto all’attivazione dei meccanismi globali
za nel proprio piano
INTERVENTI AUSPICATI MA NON OBBLIGATORI
• Riduzione delle aperture di elevate dimensioni (soprat-
tutto se intervallate da maschi di ridotte dimensioni)
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
TERA UNITA’ STRUTTURALE • Perseguire un comportamento regolare della struttura.
da V4 a V3
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate • Minimizzare il danno agli elementi non strutturali

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• Messa in sicurezza di elementi non strutturali
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
TERA UNITA’ STRUTTURALE
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate
• Stabilizzazione fuori piano delle pareti di elevate dimen- • Perseguire un comportamento regolare della struttura.
sioni (larghezza e altezza) • Posticipare l’attivazione dei meccanismi locali e/o fuori da V4 a V3
piano, rispetto all’attivazione dei meccanismi globali
rinforzata e/o confinata INTERVENTI AUSPICATI MA NON OBBLIGATORI
• Riduzione delle aperture di elevate dimensioni (soprat-
tutto se intervallate da maschi di ridotte dimensioni)
ESECUZIONE DEI SEGUENTI INTERVENTI SULL’IN-
• Perseguire un comportamento regolare della struttura.
TERA UNITA’ STRUTTURALE
• Ridurre al minimo il rischio di danno agli elementi non da V3 a V2
• Ripristino delle zone danneggiate e/o degradate
strutturali
• Messa in sicurezza di elementi non strutturali
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Tabella 6 – Approccio semplificato per gli interventi sulle le costruzioni di muratura - Interventi locali necessari per ridurre la vulnerabilità di una sola classe.

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L’entità degli interventi deve essere tale da non produrre sostanziali modifiche al comportamento della
struttura nel suo insieme e da consentire quindi l’inquadramento come interventi locali, con riferimento
ovviamente solamente ad alcuni edifici in muratura contemplati appunto nelle possibilità del metodo sem-
plificato.

Le NTC2018, nella loro circolare 617 riportano nello specifico, al §C8.4.1 RIPARAZIONE O INTER-
VENTO LOCALE: Ricadono in questa categoria gli interventi che non alterano significativamente il com-
portamento globale della costruzione; l’obiettivo sulla base del quale è valutata l’ammissibilità dell’inter-
vento è un aumento della sicurezza di almeno una porzione della costruzione, ovvero, nel caso di danni
subiti, quello del mantenimento o dell’incremento dell’originaria efficacia strutturale della porzione dan-
neggiata.

Ricapitolando quindi, per il passaggio alla Classe di Vulnerabilità immediatamente inferiore devono essere


soddisfatte le seguenti condizioni:
1. Gli interventi devono essere effettuati sull’intera unità strutturale. Se ad esempio il committente è pro-
prietario di un appartamento all’ultimo piano di un aggregato esteso, non potrà fruire delle detrazioni
del sismabonus se inserisce due catene nella propria u.i. per evitare il ribaltamento della facciata, ma
dovrà compiere tale operazione su tutta l’unità strutturale.
2. Gli interventi non devono produrre sostanziali modifiche al comportamento della struttura nel suo in-
sieme e da consentire quindi l’inquadramento come interventi locali.
3. Nelle Zone Sismiche 2, 3 e 41, al passaggio di Classe di Vulnerabilità non corrisponde necessariamente
un passaggio di Classe di Rischio. Per esempio, se in zona sismica 3 eseguiamo una serie d’interventi
locali tali per cui la classe di vulnerabilità passa da V6 a V5, la classificazione sismica dell’edificio rimane
comunque D* e quindi al committente non spetterà nessuna detrazione fiscale legata al Sismabonus (si
veda la tabella 5 delle linee guida, nel seguito).

Classe
PAM Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4
di Rischio
A+* PAM ≤ 0,50% V1 ÷ V2
A* 0,50% < PAM ≤ 1,0% V1 ÷ V2 V3 ÷ V4
B* 1,0% < PAM ≤ 1,5% V1 V1 ÷ V2 V3 V5
C* 1,5% < PAM ≤ 2,5% V2 V3 V4 V6
D* 2,5% < PAM ≤ 3,5% V3 V4 V5 ÷V6
E* 3,5% < PAM ≤ 4,5% V4 V5
F* 4,5% < PAM ≤ 7,5% V5 V6
G* 7,5% ≤ PAM V6

Il metodo semplificato comporta una forte assunzione di responsabilità a seguito dell’asseverazione del pro-
fessionista dell’avvento passaggio di classe sismica. Inoltre sarà necessario depositare, oltre che all’asseve-
razione, una esaustiva Relazione Tecnica che spieghi accuratamente lo stato delle strutture esistenti e gli
interventi che si andranno ad eseguire.

1.  Si precisa che al momento la zona sismica 4 non rientra tra quelle nelle quali è possibile fruire del Sismabonus.

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3.2.2 Demolizione e ricostruzione

La demolizione e ricostruzione compare in due distinte possibilità legate al sismabonus (si veda anche il
§3.2.4). Dopo l’entrata in vigore del provvedimento con la finanziaria del 2017, non era ricompresa per la
fruizione del bonus la possibilità di demolizione e ricostruzione dell’edificio, sebbene in molti casi fosse più
economico e maggiormente performante rispetto all’intervento sull’esistente.

Dopo numerose domande, l’Agenzia delle Entrate si pronunciò in risposta a un interpello il 27 aprile 2018
(quindi dopo diversi mesi dall’uscita del provvedimento) dopo aver interpellato il Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici; quest’ultimo ha ritenuto che gli interventi di demolizione e ricostruzione come sopra rappre-
sentati, progettati ed eseguiti in conformità alle vigenti norme tecniche per le costruzioni, rappresentino una ef-
ficace strategia di riduzione del rischio sismico su una costruzione non adeguata alle norme tecniche medesime
e, pertanto, “dal punto di vista tecnico, detti interventi possono certamente rientrare fra quelli di cui all’art. 16-
bis, comma 1, lett. i) del TUIR, relativi all’adozione di misure antisismiche”. Ciò posto, sulla base del predetto
parere, si ritiene che gli interventi consistenti nella demolizione e ricostruzione di edifici adibiti ad abitazioni
private o ad attività produttive possono essere ammessi alla detrazione di cui al citato art. 16 del decreto legge
n. 63 del 2013, nel rispetto di tutte le condizioni previste dalla norma agevolativa, semprechè concretizzino un
intervento di ristrutturazione edilizia e non un intervento di nuova costruzione.

3.2.3 Efficientamento energetico e miglioramento sismico

La Legge di bilancio 2018 (n 205 del 27 dicembre 2017) ha potenziato il provvedimento “base” del sisma-
bonus, inserendo agevolazioni particolari per interventi congiunti di riqualificazione energetica e migliora-
mento antisismico; la Legge eleva il tetto dell’ammontare delle spese a 136 mila euro (dai 96 mila precedenti)
quando i lavori hanno la congiunta finalità di riqualificare energeticamente l’edificio e di ridurne il rischio
sismico. È evidente che l’effetto incentivante della revisione dell’aliquota prevista nella norma si concreta
nella scelta, da parte del contribuente, della fattispecie che gli consente di realizzare una maggiore detrazio-
ne, banalmente l’85% di 136.000 è maggiore dell’85% di 96.000 e del 75% di 40.000, appunto persuadendo il
contribuente ad effettuare interventi sismici e di efficientamento energetico congiuntamente.

Inoltre, aspetto da non trascurare, la detrazione può essere recuperata in 10 anni invece che in 5, rendendo
di fatto appetibile l’intervento a un numero maggiore di proprietari.

3.2.4 Acquisto di case antisismiche

L’ulteriore opzione legata alla rigenerazione urbana intesa come demolizione/ricostruzione è legata al D.L. 34
2019 (cosiddetto “decreto crescita”); in esso è stata infatti inserita la detrazione per acquisto di case antisismi-
che (§3.2.4) anche nelle zone sismiche 2 e 3, in precedenza possibile nella sola zona sismica 1 (legge di bilancio
2018). Chi compra unità immobiliari antisismiche site in uno dei Comuni in zona a rischio sismico 1, 2 o 3
può beneficiare di una detrazione del 75% o dell’85% del prezzo di vendita (fino ad un importo massimo di
96.000 euro), purché l’unità immobiliare sia ceduta, entro i 18 mesi dalla fine lavori, dall’impresa di costruzione
o di ristrutturazione immobiliare che vi abbia effettuato interventi di demolizione e ricostruzione, anche con
variazione volumetrica, ove consentito; in alternativa alla fruizione diretta della detrazione in 5 quote annuali
di pari importo, viene riconosciuta all’acquirente la possibilità di cedere il credito corrispondente.

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3.3 Interventi con il Superbonus

Il superbonus, come abbiamo visto nei precedenti capitoli, ha eliminato ogni riferimento alla premialità e,
inglobando le possibilità sia del bonus ristrutturazione che del sismabonus, rende di fatto possibili tutti gli
interventi ammessi per legge e quindi contenuti nelle Normative Tecniche per le Costruzioni: dall’interven-
to locale o riparazione (come la sostituzione di una trave) alla demolizione e ricostruzione; passando per
tutti i livelli di miglioramento sismico.

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3.3.1 Efficientamento energetico e miglioramento sismico

Il cosiddetto EcoSismaBonus, entrato in vigore con la legge di bilancio del 2018, non rientra tra le opere
deducili al 110%; la norma rappresenta appunto una possibilità non un obbligo potendo sempre il contri-
buente optare per la detrazione ordinaria prevista nei predetti articoli.

Andando infatti ad analizzare il decreto legge del 04/06/2013 n. 63 art 14, convertito, con modificazioni,
dalla legge 3 agosto 2013 n. 90 s.m.i., al comma 2-quater si legge: Per le spese relative agli interventi su parti
comuni di edifici condominiali ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3 finalizzati congiuntamente alla riduzione
del rischio sismico e alla riqualificazione energetica spetta, in alternativa alle detrazioni previste rispettiva-
mente dal comma 2-quater del presente articolo e dal comma 1-quinquies dell’articolo 16, una detrazione nella
misura dell’80 per cento, ove gli interventi determinino il passaggio ad una classe di rischio inferiore, o nella
misura dell’85 per cento ove gli interventi determinino il passaggio a due classi di rischio inferiori. La predetta
detrazione è ripartita in dieci quote annuali di pari importo e si applica su un ammontare delle spese non su-
periore a euro 136.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio (in vigore dal 1°
gennaio 2018).

Così si è espressa l’Agenzia delle Entrate con la risposta del 18 aprile 2019, n. 109: Tali agevolazioni ecobonus
e sisma-bonus sono, ai sensi del citato comma 2-quater.1 dell’articolo 14, alternative all’agevolazione oggetto
dell’interpello c.d. sisma+ecobonus, ricoprendone il medesimo ambito applicativo...Pertanto, si ritiene che le
medesime conclusioni siano applicabili anche alla cessione della detrazione (sisma-ecobonus) di cui al richia-
mato comma 2-quater.1 dell’articolo 14, trattandosi di una detrazione alternativa a quelle previste dagli articoli
14 e 16 del d.l. n. 63 del 2013, avendone analoghi presupposti applicativi e la medesima funzione incentivante.

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