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^ Il rapporto che si viene a creare tra l'uomo e la Natura nell'ambito del

Romanticismo filosofico., ponendo particolare attenzione al concetto di


spiritualizzazione della Natura e di Assoluto
Il graduale ma sempre più netto allontanamento dall’ormai abituale approccio
razionale e scientifico, tipico di una mentalità forgiata dalle idee illuministiche e
kantiane, serve da base per la creazione di nuove correnti di pensiero filosofiche,
letterarie ed artistiche. Il punto di vista nei confronti del mondo e della vita cambia:
viene esaltato il sentimento, la psiche umana acquista importanza e rilievo, le
innumerevoli emozioni dell’animo umano vengono finalmente analizzate, vissute,
accettate e comprese. La consapevolezza che cozza con il naturale desiderio
dell’uomo di giungere verso l’infinito, è un dualismo che l’essere umano non riesce a
risolvere, un rompi capo di cui è pienamente consapevole ma di cui non si può
trovare soluzione. Un uovo desiderio di tendere verso l’infinito, verso un Assoluto
che difficilmente un essere finito, qual è l’uomo, potrà mai raggiungere. Sono
esattamente due, i termini che riescono facilmente e sinteticamente a riassumere
l’approccio e la spinta che l’uomo assume nell’interfacciarsi con questa difficile
situazione: attraverso l’entusiasmo l’essere umano si sente incentivato a spingersi
verso la ricerca e la scoperta di un Assoluto, che essendo infinito, non potrà mai
raggiungere, ma ne sarà di certo valsa la pena, poiché durante il percorso intrapreso,
riuscirà ad apprendere e ad arricchire il proprio animo con altre mille sfaccettature del
mondo e del proprio Io; attraverso l’ironia invece, l’uomo affronta la dura realtà, la
rigida consapevolezza della propria finitezza davanti alla vastità infinita
dell’Assoluto: ridere di se stessi per riuscire a sopravvivere davanti a questo
incolmabile vuoto. L’umanizzazione e l’importanza rinnovata data alla spiritualità e
al forte sentire, senz’altro stimola nuove idee e interpretazione del mondo e della
Natura: la prima, ben analizzata e trattata da Novalis, vede la natura come immagine
dell’uomo, poiché è quest’ultimo a plasmarla a ricondurla a sé; nella poesia di
Holderlin invece, abbiamo una visione della natura come un tutto spirituale, un
concentrato infinito ed Assoluto, un cosmo in perfetta armonia spirituale, di cui anche
l’uomo fa parte.

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