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Storia

SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°116

R LA SCUOLroA
IN PIÙ PEncettuale del lib
La mappa co e i luoghi
di Manzoni, l’epoca

Isole perdute
Tristan da Cunha,
la più remota
MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - Germania � 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - Canada CAD 11,50 - USA $ 11,50

LA PESTE,
GLI SPAGNOLI, SPECIALE
1946
LA VITA QUOTIDIANA Monarchia contro
DEL SEICENTO Repubblica:
sport, politica

L’ITALIA e costume
di 70 anni fa

AL TEMPO DEI
PROMESSI SPOSI
GIUGNO 2016
� 4,90 in Italia ANTICO EGITTO IN MUTANDE IL PRIMO GHETTO
RAMSES II: IL FARAONE LUNGHE, CORTE, VIETATE... DIETRO LE PORTE DEL
MEGALOMANE CHE RIFONDÒ LA SAGA NASCOSTA QUARTIERE EBRAICO
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona IL REGNO DEL NILO DELL’INTIMO DI VENEZIA
I V I L E E M O Z I O N I
WARS. RIV
DELLE GRANDI
E L L A S T O R I A .
BATTAGLIE D

La guerra anfibia con gli sbarchi più famosi: dal D-Day a Iwo Jima, dalla distruzione di Cartagine al fallito sbarco mongolo sulle coste del
Giappone, dall’invasione turca di Malta alla campagna di Gallipoli, con le infografiche delle navi da sbarco e la storia dei Marine americani.
E inoltre, l’evoluzione dei caccia da combattimento, la vita e le imprese di Eugenio di Savoia e le coloratissime uniformi degli eserciti europei
alla vigilia della Grande guerra.

WARS. LA STORIA IN PRIMA LINEA

Disponibile anche in versione digitale su: Abbonati su: www.abbonamenti.it/wars


Storia
CI TROVI ANCHE SU:

116
giugno 2016 focusstoria.it

R enzo armato di
archibugio aspetta
IN PIÙ...

Don Rodrigo all’uscita


dalla chiesa e gli spara.
16 VITA QUOTIDIANA
Si può avere un
po’ di privacy?
Ma il “bravo” Griso, coltello alla mano, Il diritto alla
interviene... È il nostro finale pulp per riservatezza tra le mura
di casa è una conquista
il libro più studiato (e odiato) nelle recente.
scuole italiane. Ve lo proponiamo
a pagina 36 in questo Primo piano
dedicato all’Italia del Seicento, l’epo-
22 IANTICHITÀ
colori di Pompei
L’eruzione del 79 d.C.
ca scelta appunto da Manzoni per non ha cancellato gli
ambientare I promessi sposi. Un’Italia affreschi romani.
di guerre, pestilenze, dominazioni
straniere, in cui gli umili trascinavano 28 Nel
ANNIVERSARI
serraglio
le loro vite. Ma anche un periodo de li zudei
FOTOTECA GILARDI

I promessi sposi
storico affascinante, dal quale ancora 1516: nasce
in una copertina a Venezia il primo
oggi possiamo imparare molto. Per del 1930. ghetto ebraico.
esempio il pericolo delle guerre di
religione e i rischi dei conflitti in Euro-
pa: fu infatti allora, dopo la Guerra dei
IL ’600 DI RENZO 70 IlGRANDI TEMI
signore del Nilo

36
L’Egitto di Ramses II,
Trent’anni, che si ridisegnò la mappa audace condottiero
del continente. Manzoni usò il “secolo Come sarebbe andata veramente e committente di
monumenti faraonici.
di ferro” per lanciare un messaggio La storia dei Promessi sposi calata nella Milano del 1630.
agli italiani del suo tempo, ma anche
a tutti coloro che avrebbero letto il 42 76 L’isola
ESPLORAZIONI

suo unico romanzo. Che analizziamo Il mistero dell’Innominato irraggiungibile


L’identikit del cattivissimo al quale Alessandro Manzoni si sarebbe ispirato. Tristan da Cunha:
per voi (e per chi lo deve studiare a l’isola più sperduta
scuola) nell’infografica a pagina 58.
Buona lettura.
44 del mondo.

Jacopo Loredan
direttore
1628: il capitolo italiano
Il Nord conteso tra Francia e Spagna durante la Guerra dei Trent’anni. 82 Madonne
ARTE

48
Dall’arte bizantina
all’Ottocento, la
L’estate del Sacro macello Vergine “vista”
RUBRICHE La caccia ai protestanti che si scatenò in Valtellina nel 1620.
dai pittori.

4
6
LA PAGINA DEI LETTORI
NOVITÀ & SCOPERTE
50
La vera storia della colonna infame
88 Sotto
MODA
il vestito
(quasi) niente
9AGENDA L’epidemia di peste del 1630 che dimezzò la popolazione di Milano. L’evoluzione delle
10MICROSTORIA mutande.
12IN ALTRE PAROLE 56
13
64
COLD CASE
UNA FOTO UN FATTO
Chi c’è dietro a Don Rodrigo?
Secondo alcuni storici, avrebbe un nome: Paolo Orgiano.
93 Un
SPECIALE 2 GIUGNO 1946
Paese al bivio
Cronaca di
66
68
DOMANDE & RISPOSTE
SCIENZA 58
La Storia dentro la letteratura INSERTOO CHE
una svolta
E SCIENZIATI Il Giro della
UELL
69 TECNOVINTAGE Perché Manzoni scelse proprio il ’600? TUTTO Q UL rinascita
A SAPERE S
114 FLASHBACK
La parola allo studioso. C’È D E SU L
ROMAN
ZO Napoli stelle
TO e strisce
CONTES
3
LA PAGINA DEI LETTORI
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione
dei commenti alla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a
Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o all’e-mail redazione@focusstoria.it

I Bronzi di Argos to rialzato sulla fronte. In realtà è Stati Uniti avessero chiuso i loro
Vi scrivo a proposito del servizio solo una convenzione iconogra- confini non avremmo avuto le
sui Bronzi di Riace in Focus Storia fica per mostrare il volto dell’eroe teorie fisiche di Einstein.
n° 114. Premetto che sono un rappresentato, iniziata nei primi Se il Regno Unito avesse eretto
vostro lettore e che ho molto decenni del V secolo a.C.; l’elmo muri al confine rifiutandosi di
apprezzato il giornale. Tuttavia corinzio, portato rialzato, cade dare asilo al Negus Hailé Selassié,
vorrei segnalarvi una ricerca che, inesorabilmente [...]. in fuga dall’occupazione fascista
dopo 25 anni di studi sui Bronzi, Daniele Castrizio, dell’Etiopia, l’Africa oggi non
ha ora ampio spazio nel mondo professore associato avrebbe avuto il Panafricanesimo
scientifico. Il gruppo di ricerca Università di Messina e l’Unione Africana. Ancora, se
che fa riferimento all’Università i Greci non si fossero diffusi nel
di Glasgow ha dimostrato, sulla La ringraziamo delle preci- Mediterraneo non avremmo
base dell’analisi delle terre di sazioni, tuttavia difendia- avuto le opere di Saffo e il suo
fusione all’interno dei Bronzi, che mo la nostra ricostruzione, pe- orgoglio femminista che tanto
le due statue sono state realizzate raltro sostenuta anche da un hanno contribuito alla causa dei
ad Argos nel Peloponneso. celebre antichista come il pro- diritti delle donne e in particolare
Questo dato incontrovertibile ha fessor Salvatore Settis, curatore delle omosessuali.
Il Mahatma (ossia “Grande
spazzato via quasi tutta la ricerca della mostra nella quale è stata Ma soprattutto, e questo vale per Anima”) Gandhi.
sui Bronzi, comprese le ultime esposta la copia di Brinkmann tutti coloro che rifiutano i rifugiati
teorie di Brinkmann, la cui replica da noi ripubblicata. per motivi religiosi, se l’Egitto della non violenza in risposta alla
della statua A è integralmente politeista non avesse dato asilo violenza. Il concetto noto come
ripresa da un mio saggio del Esuli da non dimenticare alla famiglia ebrea di Cristo, non ahimsa (letteralmente “non colpi-
2000, che lui cita senza dire che Cari amici di Focus Storia vi faccio ci sarebbe mai stato il cristiane- re”) fu introdotto da Vardhamana
lo accoglie in pieno. Vi invito a i miei complimenti poiché avete simo e se l’Etiopia cristiana non Mahavira, detto jina (“il vincito-
leggere il sito www.bronziriace. trattato un argomento di forte avesse dato asilo al neo profeta re”), vissuto probabilmente nel VI
it dell’Università di Messina, della impatto emotivo che serve a far Maometto non ci sarebbe stato secolo a.C.
Provincia di Reggio e del Comune riflettere anche i più ottusi dato l’islam [...]. L’altra questione che vorrei pre-
di Reggio, che riguarda la ricerca che nella rubrica Microstoria Accogliere coloro che scappano cisare è di carattere linguistico:
scientifica sui Bronzi. Focus Storia n° 114 dalla guerra, dalla fame o dalle
Un’ultima cosa riguarda l’elmo avete inserito persecuzioni quindi non deve
corinzio che secondo l’articolo nella Top Ten mai essere una gentile concessio-
da voi pubblicato veniva indos- “Gli esuli che ne ma un dovere morale [...]. Risolto il mistero
sato per la battaglia, mentre fecero la Sto- Raffaele, Messina dell’oggetto trovato
per il resto del tempo era porta- ria”. Se gli
sulla bancarella
Dottrine e messaggeri Sul numero 115 di Focus

Storia
non violenti
nte
to, capire il preSe
Scoprire il paSSa
Storia è stata pubblicata la
n°114 Vi scrivo per segnalarvi un paio di richiesta di aiuto di Marghe-
inesattezze e imprecisioni con- rita Valsecchi “Scovato in una
tenute nell’articolo “Portiamo bancarella”.
magna grecia assicurazio

Conquistadores
I 500 di Cortés
sacrificati
avanti una lotta non-violenta” L’oggetto è un coltello mec-
11,50 - USA $ 11,50

dagli Indios

Errori fatali
a pagina 78, nella rubrica canico da sellaio (a cui manca
CHF 10,40 - Canada CAd
ni battelli po caruso

Le sviste che

hanno cambiato
gli eventi

“In altre parole” di Focus però un pezzo, il coltello vero


A tavola
Ticino
CHF 10,80 - Svizzera Canton

Mangiavamo

cibi schifosi d'angeville

Storia n° 114. e proprio) e ne è stato pubbli-


pesce marcio
e cicale fritte

La dottrina della non cato uno completo sul nume-


- Germania � 11,50 - Svizzera

Greci
errori massacro acolhua

violenza deve molto ro di Focus Storia n° 92.


Portogallo, Spagna � 8

d’italia non solo alla tradizione Questo attrezzo veniva usato


■ montevideo superstizio

Francia, Lussemburgo,

induista o buddista ma anche da pellettieri e addetti


protagonisti
eredità, enigmi ecusa
MENSILE – Austria, Belgio,

da napoli a sira

ni olanda del ’600

aprile 2016
� 4,90 in Italia
garibaldi
le sue battaglie a
secolo d’oro
il potere dei mercan
ti
che fece fiorire o
grandi impr
la donna
ese
che nel
1838 arrivò in cima
anche a quella, non citata alla fabbricazione delle cintu-
al monte bianco

nell’articolo, jainista. Con ogni re: permette di tagliare lun-


inventò

montevideo, dove l’olanda del seicent


palestre

art.1, comma 1, DCB Verona


le camicie rosse
Sped. in A.P. - D.L. 353/03
ARALDO DE LUCA

Uno dei due Bronzi probabilità il jainismo è stata la ghe strisce di cuoio dai bordi
di Riace, oggi a prima dottrina filosofica e reli- paralleli e dalla larghezza de-
Reggio Calabria. giosa a introdurre in India l’etica
4
nell’articolo si fa riferimento al dalla verità e non è traducibile errori della medicina del passato.
satyagrahin, tradotto come “mes- come “messaggero”. Grazie per Leggendolo ho fatto due consi-
saggero di verità”. Il concetto di l’attenzione e complimenti per la derazioni. Intanto, siamo nati dav-
satyagraha (“resistenza passiva” vostra bella rivista. vero in un’epoca fortunata, nella
o “disobbedienza civile”) è molto Pietro Chierichetti quale prendersi un’influenza non
complesso per rendergli giustizia significa più rischiare di lasciarci le
in poche righe. Il termine di origi- Francesco II, penne. Eppure, leggendo le cro-
ne sanscrita deriva da satya, che non Franceschiello nache quotidiana di malasanità,
significa “verità”, e graha/grahin, L’ultimo Sovrano del Regno delle viene il dubbio che il sacrificio di
che risale alla radice verbale “te- Due Sicilie è stato Sua Maestà tanti medici e pazienti del passato
nere”, “possedere”, “stare attacca- Francesco II di Borbone e non non sia servito a niente.
ti”. Il satyagrahin è pertanto colui Franceschiello nome dispregiati- Antonio Bianchi
che si attacca alla verità, colui che vo usato dai Savoia.
fa dipendere le proprie azioni Augusto Santaniello Dove sta il cuore?
Segnalo il fatto che la foto pubbli-
Ovviamente conosciamo cata a pagina 35 del numero 115
(e lo abbiamo più volte è verosimilmente un falso; a me-
riportato nei nostri articoli no che non si tratti di un eccezio-
sul tema) il nome completo nale caso di destrocardia, infat-
dell’ultimo sovrano delle Due ti, il cuore nell’immagine radiolo-
Sicilie. E il nomignolo France- gica visibile sullo schermo (vero-
schiello non è stato usato con similmente fluoroscopico e non
un intento offensivo ma solo radiografico) dovrebbe compari-
perché immediatamente re nell’emitorace che si vede a de-
riconoscibile per tutti. Se stra e non in quello di sinistra.
qualcuno, come il lettore, Arnaldo Carbone
si è sentito offeso, ce ne
Francesco II scusiamo. La didascalia storica del-
di Borbone,
la foto parla di radiogra-
ultimo re
delle Due
Sanità di ieri fia. Potrebbe trattarsi in effetti di
Sicilie. e di oggi una immagine realizzata a sco-
Complimenti per il po illustrativo. Ma non escludia-
vostro ultimo nume- mo neppure che si tratti in effet-
ro sugli “orrori” e sugli ti di un caso clinico, illustrato a
scopo didattico. Purtroppo, però, Un altro oggetto
non siamo in grado di stabilirlo. misterioso.
Che cosa sarà?
finita per mezzo di una guida riore servono a riporre l’utensile Quando scriverete Complimenti per la vostra
graduata. Cinture, cinghie, sul suo supporto. Regolata la dell’Abruzzo? rivista! Vorrei qualche
briglie, corregge sono state scala graduata sulla larghezza Sono abruzzese di origine e ri- informazione su questo
per molto tempo ottenute desiderata della striscia di cuoio mango meravigliato negativa- oggetto (foto sopra), che
con questo genere di coltelli, da tagliare, si appoggia la pezza mente nell’osservare che parla- ho trovato in soffitta.
che presentano anche un di cuoio da tagliare tra la base e te di tutte le popolazioni itali- Stefano Salvatore
metro graduato per deter- il cilindro rotante, contro la pa- che escludendo completamente
minare l’esatta larghezza del rete verticale della base (stando quelle del piccolo Abruzzo, spe- Sottoponiamo il
taglio. Il filo del coltello da col corpo dal lato opposto). A cialmente per quanto riguarda le quesito, arrivato sulla
sellaio si trova sull’estremità questo punto si tira con energia due città di Lanciano (Anxanum) pagina Facebook di Focus
della lama, mentre le due la pezza verso di sé, in modo e Sulmona, che qualche paginet- Storia, ai nostri lettori.
sporgenze che il filo della lama possa ta- ta di storia sia preromana che me-
nella sua gliare la pezza stessa. dioevale l’hanno scritta.
parte infe- Alberto Cammelli Giuseppe di Francesco, Genova

Grazie per il suggerimen- I NOSTRI ERRORI


to. In realtà, dei preromani Focus Storia n° 113, pag. 45:
abruzzesi abbiamo scritto su nell’articolo sulle spie
dell’antichità romana, per un
Focus Storia Collection dell’e-
refuso il filosofo greco del I-II
state 2013, dedicato ai popo- secolo d.C. Epitteto è stato chia-
li italici. mato Epiceto.

5
novità e scoperte

La ricetta esoterica
di Newton l’alchimista
U na ricetta per produrre il
“mercurio sofico”, indispensa-
bile per ottenere la pietra filoso-
poco acquistato da una onlus di
Filadelfia, il testo finirà on line sul
sito della Indiana University.
fale e, con questa, l’oro. È conte- Sul retro un’altra “perla”: lo scien-
nuta in un manoscritto in inglese ziato annotò una propria ricetta
e latino dello scienziato inglese per ottenere la pietra filosofale.
Isaac Newton (1642-1727), copia Secondo lo storico della scienza
di un documento dell’alchimista William Newman, il testo di-
americano George Starkey (XVII mostra che Newton collaborò
secolo): ennesima dimostrazione con vari alchimisti. Non solo: gli
che il padre della fisica moderna studi alchemici potrebbero aver
aveva il pallino dell’alchimia. influito sulla nascita delle sue più
Su Internet. Rimasto per importanti teorie, come quelle
decenni in mano a privati e da dell’ottica. (g. l.)
GETTY IMAGES

In uno stagno sulle Alpi trovate tracce di

ANNIBALE
U
no dei grandi enigmi li – attraverso le Alpi per in-
del passato potrebbe vadere l’Italia. Anche se alla
Il pallino finalmente aver trova- fine il grande generale ven-
dell’alchimia to una risposta. Nel 218 a.C. ne sconfitto, questa campa-
La ricetta della Annibale guidò l’esercito car- gna è giustamente ricordata
pietra filosofale taginese contro Roma. Con- come una delle imprese mili-
in un testo dello dusse le sue truppe – oltre tari più memorabili dell’anti-
scienziato Isaac 30mila uomini, 37 elefanti e chità. Ma in quale punto An-
Newton (sopra), più di 15mila cavalli e mu- nibale attraversò le Alpi?
presto on line.

1 Sepoltura di massa 2 Mini scacco matto 3 Una villa per caso


IN PILLOLE

Presso il porto del Falero (Grecia) è emersa Un pezzo di gioco di scacchi del XIII secolo Una delle ville romane meglio conservate
una tomba con un’ottantina di scheletri. è stato scoperto nel cortile di un museo d’Inghilterra è stata recentemente ritrovata
Forse sono i resti dei seguaci di Cilone, che dell’Oxfordshire (Inghilterra): si tratta di un sotto una casa, nella contea del Wiltshire.
nel 632 a.C. tentò di instaurare una tirannide. alfiere alto solo 21 mm, forse di origine araba. La scoperta è avvenuta casualmente.

6
Transito forzato
Annibale a cavallo
di un elefante guida
l’attraversamento delle
Alpi nel 218 a.C. per
attaccare Roma. Forse
trovato il punto esatto.
Il resti del 3800-3600 a.C.: provano
il più antico caso di scorbuto.

Malattia
d’Egitto
U n’altra malattia che rivela un
pezzo delle sue origini: lo
scorbuto. Il caso più antico è stato
rinvenuto in Egitto da una missio-
ne dell’Università di Bologna con-
giuntamente a quella americana di
Yale. Negli scavi presso il villaggio
di Nag el-Qarmila, non lontano
escrementi animali. Forse degli elefanti cartaginesi da Assuan, è stato rinvenuto lo

PASSÒ DI QUI
scheletro di un bambino di un
anno vissuto nell’antico Egitto pre-
dinastico, tra il 3800 e il 3600 a.C.
Sulle ossa del bambino (mascella,
mandibola, omeri, radio e femori)
Gli studiosi se lo chiedono University di Belfast) ha sco- ce Allen: «Annibale non era i bioarcheologi hanno registrato
da secoli, ma un nuovo stu- perto una grande quantità di preoccupato solo dei Roma- porosità riconducibili allo scorbuto,
dio genetico pubblicato sul- escrementi animali in uno ni. All’epoca c’erano temibi- patologia dovuta alla carenza di
la rivista Archaeometry po- stagno presso il Colle delle li tribù galliche, e Annibale vitamina C nell’organismo. Una
trebbe avere trovato la rispo- Traversette a 2.950 metri di forse dovette prendere que- mancanza che probabilmente ri-
sta definitiva. altitudine, che risale proprio sta via, più difficile e ina- guardava anche gli adulti, dato che
Anti-imboscata. Il team a quell’epoca. spettata, per evitare un’im- il piccolo veniva fu quasi di sicuro
di scienziati del microbio- Ma perché Annibale scel- boscata devastante». • allattato dalla madre.
logo Chris Allen (Queen’s se proprio quel valico? Di- Marco Narducelli Il primo caso di tanti. Gli stu-
diosi ora si interrogano sui motivi
di questa carenza: la scoperta
comunque dimostra l’antichità
di un disturbo che tante vittime
4 Gatto a nove code 5 Impariamo l’etrusco ha mietuto nel corso dei secoli,
soprattutto tra i marinai, fino a
Nell’abbazia inglese di Rufford è stato trovato Settanta simboli su una lastra di 2.500 anni
un antico flagello di metallo della metà del fa potrebbero consentire di decifrare meglio quando nel XVIII secolo il medico
’300. Probabilmente lo usavano i monaci per la lingua etrusca. È stata ritrovata nel sito di scozzese James Lind non scoprì
punirsi e per tenere alla larga la peste. Poggio Colla, in Toscana. che mangiare agrumi preveniva
l’insorgere dello scorbuto. (a. b.)

7
novità e scoperte

Insulti

GETTY IMAGES
via tomba
“S caglia il tuo odio contro Fa-
nagora e Demetrio e la loro
taverna e la loro proprietà e i loro
possessi. Legherò il mio nemico
Demetrio, e Fanagora, in sangue
e ceneri, con tutti i morti”. Di
questo tenore quattro tavolette La battaglia del
di piombo trovate ad Atene 1795 vinta da
Horatio Nelson
nel 2003 e risalenti a 2.400 anni
(a destra): i resti
fa. Le descrive Jessica Lamont
sono stati trovati
della Johns Hopkins University, nel fondale ligure.
in un recente articolo.
Maledizioni sotterrate. Per
un miglior effetto le tavolette,
che fanno appello alle divinità
sotterranee, furono infilate in
La prima volta di capitan Nelson
una tomba nei pressi del Pireo una vittoria personale e le navi
(il porto di Atene) mentre si
Emerse nelle acque liguri le tracce della nemiche vennero distrutte. Ed
inumavano i resti cremati di prima vittoria del futuro ammiraglio. è probabile che appartenga a
una giovane che probabilmen- quei velieri l’equipaggiamento

P
te non c’entrava: sepolture e rima di Trafalgar, Ca- re della Liguria, grazie all’ar- ritrovato a 60 metri di profon-
pozzi erano infatti “canali pre- po Noli (Savona). Hora- cheologia subacquea. dità: cannoni in bronzo di pro-
ferenziali” per queste divinità. tio Nelson, l’ammiraglio Esordio. Era il 13 marzo del duzione francese databili tra il
Pare che il committente fosse che sconfisse la flotta di Na- 1795 e a Capo Noli si scontra- XVIII e il XIX secolo, moschetti
un taverniere che, con le male- poleone (1805), ebbe un forte rono le navi da guerra della re- in uso alla marina rivoluziona-
dizioni rivolte a quattro coppie legame con l’Italia. E nei no- pubblica rivoluzionaria france- ria francese e altri oggetti tipici
di colleghi (una per tavoletta), stri mari combatté la sua pri- se e quelle anglo-napoletane. di quella marineria. A questa
sperava di sbaragliare la con- ma battaglia contro i francesi. Su una di queste, il vascello scoperta è legata anche l’idea
correnza. Era tanto disperato Di quell’episodio (raccontato Hms Agamemnon, c’era il co- di realizzare un “parco subac-
da non badare a spese: come in passato da Focus Storia) rie- mandante Nelson, al suo pri- queo” sulla battaglia. •
dimostrano grafia e stile, l’au- mergono alcune tracce dal ma- mo combattimento. Fu per lui Aldo Bacci
tore era un “professionista delle
maledizioni”. (g. l.)
L’ultimo italiano in Giappone
N el 2014, durante i lavori di
costruzione di un edificio a
Tokyo, sono venuti alla luce alcuni
Chiuso. Nel 1708 quando Sidoti
partì in missione, in Giappone il
cristianesimo era proibito e i suoi
essere riuscito a convertire una
coppia, fu rinchiuso in una fossa
sotterranea, dove morì di stenti.
resti umani, recentemente identi- seguaci perseguitati. Non solo: il Sidoti fu l’ultimo occidentale ad
ficati con quelli del missionario pa- Paese era chiuso nel suo periodo avventurarsi in Giappone fino alle
lermitano Giovanni Battista Sidoti, isolazionista durato dal 1641 al missioni francesi dell’800. (s. z.)
morto nel 1714. A confermarlo 1853 e chiamato
sarebbero sia le analisi del Dna, sakoku (“Paese
effettuate dagli esperti del Museo blindato”). Entrato Occidentali in
Giappone, nell’800.
Nazionale di Scienza e Tecnologia travestito da samu-
di Tokyo, sia il luogo di ritrovamen- rai, Sidoti fu subito
Una delle tavolette-insulto to delle ossa, noto per aver ospita- catturato e messo
scritte ad Atene 2.400 anni fa. to una prigione per cristiani. in prigione; dopo
8
agenda
A cura di Irene Merli

MOSTRA ROMA

La “Cappella Sistina” del Foro

IL LIBRO

Quattrocento
anni con il Bardo
Il 23 aprile 2016 è ricorso il quat-
trocentesimo anniversario della
morte di William Shakespeare.
Stefano Manferlotti, brillante
studioso della letteratura inglese,
in questo libro ripercorre l’intera
opera dell’immenso Shakespe-
are, proponendo interpretazioni
inedite dei suoi capolavori.
Mettendo in evidenza quanto
dell’uomo vissuto nell’età elisa-

D
opo più di trent’an- con installazioni di luci che ti di pitture di epoche diver- bettiana vi sia in Amleto, Otello,
ni ha finalmente ri- illuminano il sovrapporsi dei se, intuibili sotto gli strati Falstaff, Riccardo III o Macbeth.
Stefano Manferlotti,
aperto Santa Maria dipinti sui muri per tre seco- mancanti superficiali. I visi-
Shakespeare, Salerno editrice,
Antiqua, la basilica altome- li. Affascinante in particola- tatori potranno anche capire 18 euro
dievale nel Foro Romano. re è la parete “palinsesto”, com’era la chiesa nelle sue
Scoperta nel 1900 alle pen- su cui sono dipinti 7 stra- varie fasi con l’ausilio del vi-
dici del Palatino, era chiu- ti di intonaci con frammen- deomapping e di un video. • FOTOGRAFIA MONZA
sa dagli anni Ottanta per un
complesso restauro. Henri Doisneau
Testimonianza. Santa Ma- ”Il meraviglioso quotidiano” del
ria Antiqua fu la prima chie- grande fotografo francese in 80
sa costruita ex novo nel Foro foto. Scattate dal 1929, quando
aveva solo 17 anni, fino al 1973.
dei pagani e conserva un pa-
Fino al 3/7, Arengario Info:
trimonio di affreschi unico 039 329541, www.arengario
nel mondo cristiano del pe- monzafoto.wordpress.com
riodo (VI-IX secolo). Le lot-
te icononoclaste promosse
EVENTO BRISIGHELLA (RA)
dall’Impero d’Oriente com-
portarono infatti la distru- Tempo medioevale
zione di tantissime imma- Una rievocazione della vita me-
gini sacre. La mostra San- dioevale nella Rocca edificata nel
ta Maria Antiqua tra Roma Trecento sull’Appennino roma-
e Bisanzio celebra la riaper- gnolo, tra accampamenti, duelli,
tura della chiesa al pubblico musica e figuranti.
Dal 2 al 5/6. Info: 0546 81166,
Fino all’11/09. Foro Romano, Roma. Info: 06 39967700, www.archeoroma.beniculturali.it. www.festemedioevali.org

9
microstoria
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli

PAROLE DIMENTICATE

G H I A D O
Dal latino gladius (spada), indica un’arma bianca (coltello, spada o pugnale). In senso
figurato “gelo”, per similitudine con il freddo della lama, o del cadavere dell’ucciso.

LA VIGNETTA

FUORI DI TESTA
DEA/GETTY IMAGES

Il 1775 segnò l’inizio della Rivoluzione america- concluse solo con il trattato di Parigi del 1783, con
na, un conflitto che contrapponeva le colonie cui la Gran Bretagna fu costretta a riconoscere gli
nordamericane alla madrepatria, la Gran Breta- Stati Uniti d’America, già proclamatisi tali con la di-
IL MITO gna, per ottenere l’indipendenza. La guerra si chiarazione d’indipendenza siglata il 4 luglio 1776.
Vittoria di Pirro. Bunker Hill or America’s Head Dress
La storia d’amore di è una caricatura realizzata dal britannico Matthew
ORFEO ED EURIDICE è Darly nel 1776, dopo la vittoria inglese di Bunker
tra le più tormentate della Hill (17 giugno 1775), una collina vicino a Boston,
mitologia. Euridice, sposa dove era in corso un assedio dal 19 aprile. Le milizie
del poeta Orfeo, muore per britanniche riuscirono a sconfiggere i coloni solo
il morso di un serpente. al terzo attacco, subendo pesanti perdite. Da qui
Orfeo, disperato, si reca nel la rappresentazione allegorica di una pettinatura
regno dei morti per con- esagerata, come era di moda all’epoca, che ospita
vincere Ade e Persefone, le un campo di battaglia dove le milizie inglesi
divinità che lo presiedono, a (in rosso) sono impegnate su vari fronti (via
restituire l’amata al mondo terra e via mare), nel combattere contro
dei vivi. Ci riesce, grazie alla i coloni (in blu). La vignetta rifletteva il
sua arte poetica, ma a una sentimento popolare dell’epoca: gli in-
condizione: Orfeo avrebbe glesi, infatti, ritenevano non si stessero
dovuto camminarle davanti prendendo abbastanza sul serio i
THE GRANGER COLLECTION/ALINARI

senza voltarsi a guardarla coloni ribelli. Questa caricatura fu


fino all’uscita dagli Inferi. così apprezzata da essere presa a
Certo di avercela fatta, Orfeo modello per realizzare una petti-
si gira troppo presto, ed Eu- natura, sfoggiata in occasione
ridice, ancora non del tutto di un ballo in costume a Lon-
uscita, svanisce per sempre. dra nel 1776, come riporta
Storia eterna. Il mito – che l’Ipswich Journal: “Tra le
ha ispirato generazioni di maschere c’era una signora
scrittori, pittori, scultori e con un’acconciatura ispira-
cineasti – simboleggia la ta all’illustrazione di Darly,
dolorosa separazione tra con una testa così enorme
due innamorati perché lui da contenere un mo-
è troppo precipitoso, o per- dellino dell’assedio
ché lei viene trattenuta da di Boston e della
qualcuno o qualcosa (sopra, battaglia di Bun-
Orfeo ed Euridice, dipinto del ker Hill”.
Settecento di F. H. Fuger).

10
CHI L’HA DETTO? IL NUMERO

3
“Ab ovo” Ovvero 6 cubiti e un palmo: l’al-
tezza del gigante filisteo Golia,
L’espressione, che si- guerra di Troia (sot- “partire da Adamo
secondo la Bibbia. Fu abbattuto
gnifica “da principio”, to, in un dipinto del ed Eva”, si usa quan-
è usata dal poeta la- Settecento). do qualcuno inizia METRI da Davide con una fionda.
tino Orazio (I secolo Il senso. È l’equi- a raccontare una
a.C.) nell’Ars Poetica, valente italiano di storia alla lontana. TOP TEN
per avvisare che
racconterà la guerra I PIU FAMOSI GASTRONOMI
di Troia non “ab ovo” Marco Gavio Apicio (25 a.C.-37 d.C.)
(partendo dall’inizio) 1 Suicida per aver dilapidato una fortuna in
ma “in medias res” banchetti. A suo nome è stato compilato, nel
(nel bel mezzo degli 385 d.C., un libro di ricette usate dai Romani.
eventi). L’uovo a cui
HERITAGE IMAGES/GETTY IMAGES Taillevent (G. Tirel) (1310-1395)
fa riferimento Orazio 2 Cuoco dei re francesi Filippo VI, Carlo V e
è quello generato da
Leda, sotto forma di Carlo VI, autore del trattato Le Viandier, riela-
cigno, da cui nacque borazione di un trattato precedente.
Elena, causa della Cristoforo di Messisbugo (?-1548)
3 Lavorò alla corte degli Este, a Ferrara, e
scrisse Banchetti, composizione di vivande e
L’OGGETTO MISTERIOSO apparecchio generale, pubblicato nel 1549.
Bartolomeo Scappi (1500-1577)
Si tratta di un bussolotto di legno di 25 cm di lunghezza 4 Cuoco per i papi Pio IV e Pio V, pubblicò un
per 4 di spessore, contenente una punta di ferro a struttura
trattato che raccoglieva ricette e strumenti co-
tubolare ed estraibile, cava all’interno per ¾ della sua
me la forchetta (illustrata per la prima volta).
lunghezza e fissata a pressione
Fritz Carl Watel detto Vatel (1631-1671)
all’impugnatura a pomello. 5 Cuoco personale di Luigi II di Borbone-Con-
Per che cosa veniva utilizzato?
dé. Si suicidò incolpandosi del fatto che non
c’era abbastanza pesce fresco a un banchetto.
Aspettiamo le vostre risposte, indicando
Antoine A. Parmentier (1737-1813)
anche la località, a: Focus Storia, via Battistotti
Sassi, 11/a - 20133 Milano oppure a
6 Agronomo impegnato nella diffusione della
redazione@focusstoria.it patata, si scagliò contro una legge del 1748
che la riteneva fonte di infezioni.
È stato Luigi Carlucci di Benevento il lettore più veloce
nell’indovinare l’oggetto misterioso del numero scorso: 7 Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826)
Autore de La fisiologia del gusto (1825),
era un antico bigodino, in uso nei primi del ’900. Il par- riflessione sul rapporto tra cibo e genere uma-
rucchiere avvolgeva i capelli intorno al ferro per modifi- no, ricca di nozioni scientifiche e filosofiche.
carne l’ondulazione con calore e sostanze chimiche.
8 Giovanni Vialardi (1804-1872)
Cuoco di casa Savoia e autore del Trattato di
cucina, pasticceria moderna, credenza e relativa
VOCABOLARIO: PERSONA confettureria (1854), da lui stesso illustrato.
DEA/GETTY IMAGES

Deriva dall’etrusco phersu, che indicava la maschera teatrale (a lato, un 9 Pellegrino Artusi (1820-1911)
Autore del trattato La scienza in cucina e
attore in un affresco). Il termine è anche all’origine
del sostantivo latino persona (risale a phersu-na l’arte di mangiar bene (1891), una raccolta di
ovvero “relativo alla maschera”). L’etimologia ricette delle varie regioni dell’Italia unificata.
latina si compone della preposizione per
(“attraverso”) e sonare (“risuonare”). Così, 10 Auguste Escoffier (1846-1935)
Figura leggendaria, tanto da meritare la de-
infatti, era chiamata nell’antichità la ma- finizione di “cuoco dei re e re dei cuochi”, che
schera indossata dagli attori, che copriva il rielaborò la tradizione culinaria francese.
volto e amplificava la voce.

11
IN ALTRE PAROLE
A cura di Giuliana Rotondi

I discorsi dei grandi spiegati in parole semplici

L’elogio della democrazia


Pericle 431 a.C. Discorso agli Ateniesi, riportato da Tucidide.
Pericle introduce un
concetto molto moderno:
il valore del cittadino non

“Q ui ad Atene noi facciamo così. è dato dai privilegi di


Atene è in guerra con nascita o di censo, ma dal
Sparta da un anno. Pericle suo merito (areté), ovvero
recita questa orazione Qui il nostro governo favorisce dalla capacità di assolvere
nel cimitero pubblico, al meglio al proprio
esaltando i valori di Atene e i molti invece dei pochi: e per questo viene compito. Il concetto sarà
i soldati morti nella Guerra poi tramandato alla cultura
del Peloponneso. Nella chiamato democrazia. romana che chiamerà
democrazia ateniese, dice, virtus il merito.
la sovranità appartiene al
popolo che partecipa alla
Qui ad Atene noi facciamo così. Le leg-
vita pubblica. In realtà,
a decidere era solo la gi assicurano una giustizia eguale per tutti
minoranza che aveva la
cittadinanza: da 30mila nelle loro dispute private, ma noi non igno-
a 50mila uomini, su una
popolazione di 300mila. riamo mai i meriti dell’eccellenza.
(...) Noi siamo liberi, liberi di vivere
La libertà a cui si riferisce
Pericle è quella derivante proprio come ci piace e tuttavia siamo
dalla democrazia, che
oppone alla visione della sempre pronti a fronteggiare qualsiasi
società oligarchica e
aristocratica degli Spartani. pericolo.
Questi ultimi svilupparono
solo la dimensione militare. (...) Un uomo che non si interessa al-
Ad Atene, invece, lo Stato
lasciava a ognuno la
possibilità di decidere che
lo Stato, noi non lo consideriamo in-
cosa fare della propria vita.
nocuo, ma inutile; e benché in po-

Per i Greci l’uomo era


chi siano in grado di dare vita a
un “animale sociale”
una politica, tutti qui ad Atene
V.SIRIANNI

(l’espressione è di Aristotele,
vissuto un secolo dopo
Pericle). Lo stesso principio, siamo in grado di
passato alla cultura romana,


fu alla base dell’umanesimo giudicarla.
di Roma, sintetizzato dalla
frase di Terenzio (II secolo
a.C.): “Homo sum, nihil
humani a me alienum puto”,
cioè “sono uomo e non mi
è estraneo nulla di ciò che
riguarda l’uomo”.

12
(C)OLD case
A cura di M. Picozzi e F. Ceccherini

Charley Ross: il Una delle tante


lettere di richiesta

“primo” sequestro
di riscatto
pervenuta ai Ross,
per il rilascio del
figlio di 4 anni,
A Filadelfia (Usa). nel 1874. un Charley (sotto).

fatto di cronaca ebbe una risonanza


senza precedenti sui giornali:
Charley Ross, di soli 4 anni, fu
rapito mentre giocava in strada.

? IL CASO
Fatta eccezione per l’omicidio e la violen- o con massicce dosi di oppio propinate di come altri, fino a quando una carrozza
za sessuale, il sequestro di persona è nascosto. a cavalli si fermò e i due uomini a bordo
il crimine più odioso. Ciò non toglie che Carrozza sospetta. Ma il caso che segnò avvicinarono i bambini offrendo loro dei
sia sempre stato praticato: gli esempi l’inizio dell’era moderna dei sequestri av- dolciumi. I piccoli furono invitati a salire,
abbondano, da Giulio Cesare (rapito da venne il 1° luglio del 1874 e riguardava con la promessa di acquistare fuochi d’ar-
giovane dai pirati) ai re tenuti in ostaggio. il piccolo Charley Ross, di 4 anni. Fu il tificio per l’imminente festa del 4 luglio.
Fino agli Stati Uniti dell’inizio Ottocento, primo rapimento di una persona comune Un’occasione troppo ghiotta per rifiutare:
quando a San Francisco imperversava “Ca- accolto da un’ampia risonanza, seguito i bambini accettarono. Al primo incrocio
lico Jim” Rueben. Con la sua banda, Calico con attenzione dagli organi di stampa gli uomini fecero scendere il più grande,
setacciava le bettole attorno al porto alla statunitensi. Quel pomeriggio, Charley e il Walter, gli dettero un quarto di dollaro e
ricerca di uomini da imbarcare sulle navi fratello Walter, di qualche anno più gran- lo mandarono nel negozio più vicino a
dirette in Asia, soprattutto a Shanghai. E de, stavano giocando davanti alla loro comprare delle caramelle. Quando il ra-
non si faceva scrupolo di mettere a “dor- casa su East Washington Lane, alla perife- gazzino tornò sulla strada, della carrozza
mire” ogni riottoso a colpi di manganello ria di Filadelfia. Sembrava un pomeriggio (e di Charley) non c’era più traccia.

LE INDAGINI
Era il 3 luglio quando la signora Ross Nessun indizio. Dopo questa “soffiata” insospettito dai rumori, prese la pistola,
ricevette la prima di una serie di lettere gli investigatori fecero una serie di con- entrò e sorprese i ladri che svaligiavano
da parte dei rapitori. La lettera intimava trolli incrociati arrivando alla conclusione l’appartamento: intimò loro di fermarsi,
ai genitori di Charley di non parlare con che la pista era giusta. Mosher e Douglas gridando di essere armato.
nessuno della scomparsa e di prepararsi erano i rapitori del piccolo Charley Ross. I malviventi aprirono il fuoco per primi,
a pagare 20mila dollari se volevano rive- Ma nonostante gli sforzi della polizia e ma nella sparatoria ebbero la peggio.
dere il figlio vivo. La svolta nelle indagini dei detective della prestigiosa agenzia Uno dei due morì subito, mentre il secon-
arrivò il 2 agosto, grazie a un informatore. Pinkerton (pagati dai Ross), nessun indi- do, agonizzante, fece in tempo a dire di
L’uomo raccontò di essere stato avvicina- zio portò al loro nascondiglio. Passarono chiamarsi Joseph Douglas, e a confessare
to tempo prima da due criminali che si settimane e mesi infruttuosi. Poi accadde di essere lui, insieme a Mosher (che gia-
chiamavano William Mosher e Joseph qualcosa. A dicembre, nella residenza ceva lì accanto), l’autore del rapimento
Douglas, che gli chiesero di aiutarli nel del giudice Van Brunt, a New York, pene- di Charley Ross. Ma non fece in tempo
sequestro del figlio dei Vanderbilt, una trarono due ladri. Il magistrato non era ad aggiungere altro. Del piccolo non si
delle famiglie più ricche d’America. in casa ma il fratello, che abitava vicino, seppe mai più nulla.

13
I LIBRI DI FOCUS STORIA

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ILLUSTRATE CON
FOTOGRAFIE IN
GRANDE FORMATO

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GIUGNO
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I Musei Vaticani
dietro le quinte
Come nacquero, come funzionano, i tesori che contengono, le curiosità che non tutti
conoscono: un’occasione unica per scoprire le collezioni d’arte dei pontefici.

G
razie a una spe- gnati in un percorso tra me- In laboratorIo. Ma c’è di dei Musei Vaticani una fabbri-
ciale collaborazio- raviglie senza paragoni: la più. Vi accompagneremo an- ca di cultura.
ne con i Musei Va- Cappella Sistina, le Stanze di che oltre le porte dove i visi- I testi, tutti inediti, di que-
ticani, Focus Storia Raffaello, la Pinacoteca con il tatori non sono ammessi, nei sta “visita virtuale” raccontano
ha realizzato un volume uni- meglio del Rinascimento ita- laboratori dove restauratori e come nacquero quelle sale, di
co nel suo genere: un viaggio liano, i tesori dell’antichità scienziati si prendono cura di quali piccoli e grandi fatti sto-
attraverso i segreti, la storia e greco-romana ed etrusca, le dipinti, stoffe, mappe antiche, rici sono state testimoni, quali
le curiosità dietro ai capola- sale più recenti, come la Gal- gioielli e reperti archeologi- drammi e sfide hanno vissuto
vori delle collezioni d’arte dei leria delle carrozze con i coc- ci utilizzando le più avanzate i papi e gli artisti che le hanno
pontefici. In questo libro, con chi dorati e le “papamobili”, tecnologie. Scoprirete così il la- trasformate in scrigni di tesori.
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de formato, verrete accompa- perti di tutti i popoli. addetti e ricercatori, che fanno mero, dal 17 giugno. •

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14
ANNIVERSARI

Buon compleanno!
Elisabetta d’Inghilterra ha compiuto
novant’anni: la festeggiamo con un libro
sulla sua vita da regina.

I
n occasione del 90° com- la vita al suo fianco, ma anche
pleanno di Elisabetta II il complesso e a volte diffici-
d’Inghilterra Focus Storia le rapporto con il figlio Carlo
propone ai suoi lettori que- e con “la principessa del po-
sta biografia della regina più polo”, Diana. E poi incontre-
amata (e più longeva) della rete i grandi personaggi del-
storia britannica. Vittorio Sa- la politica con i quali Elisa-
badin, giornalista e scrittore, betta ha avuto a che fare, co-
ne ripercorre le tappe della vi- me la Lady di ferro Margaret
ta fin da quando era un bimba Thatcher, il premier laburista
di 6 anni e suo padre, Giorgio Tony Blair, i capi di Stato.
VI, salì al trono dopo l’abdica- Il risultato è una biografia
zione di Edoardo VIII. brillante e documentata, che
Vite regali. Grazie al suo intreccia i grandi eventi stori-
racconto, ricco di aneddoti ci e gli aspetti più intimi e per-
anche poco conosciuti, rivive sonali (come la passione per i
la storia d’amore con Filippo, cappellini o quella per i suoi
conosciuto quando lei aveva cani), che restituisce un ritrat-
appena 13 anni e rimasto tutta to vivace della sovrana. • IN EDICOLA DAL 17 GIUGNO A € 8,90*

MISTERI Casi storici sotto la lente


Archeologia, popoli perduti, delitti rimasti
senza un colpevole: il passato è una
miniera di gialli da risolvere.

C
on i prossimi tre nu- in cerca di risposte. Il secon-
meri di Focus Storia do volume è dedicato ai miste-
potrete acquistare ri storici e archeologici appa-
IN EDICOLA tre libri di Massimo rentemente inspiegabili. Come
DAL 16 LUGLIO Polidoro, scrittore, divulga- è stata realizzata la Grande Pi-
A € 9,90* tore e “detective” dei misteri ramide di Cheope? Chi ha co-
della Storia e della cronaca. struito i moai, le gigantesche
Si comincia con i grandi de- teste di pietra dell’Isola di Pa-
litti italiani, dagli anni Venti a squa? Shakespeare è esistito
oggi: la saponificatrice di Cor- realmente? Queste sono alcu-
reggio, Rina Fort e Donato Bi- ne delle domande: nel libro, le
lancia, il delitto del Circeo e risposte di storici e scienziati.
quello di via Poma, il mistero Infine, una serie di gialli sto-
di Wilma Montesi, gli omicidi rici avvolti ancora oggi dal mi-
satanici. Un’indagine storica e stero, tra cui Jack lo Squartato-
IN EDICOLA scientifica sui casi che hanno re, l’assassinio di Jfk, la scom-
DAL 13 AGOSTO sconvolto l’opinione pubblica parsa di Amelia Earhart, il
IN EDICOLA DAL 17 GIUGNO A € 9,90* A € 9,90* del nostro Paese. massacro dei Romanov. •
15
VITA QUOTIDIANA

Il diritto alla riservatezza e quello all’intimità tra le mura


di casa sono conquiste molto più recenti di quanto si pensi

Si può avere

PRIVACY?

un po’ di

P
er soddisfare i gusti pruriginosi del
grande pubblico, i dettagli di rela-
zioni sessuali vengono diffusi tra-
mite le colonne dei grandi quotidia-
ni […]. Fotografie istantanee e iniziative giorna-
listiche hanno ormai invaso i sacri confini della
Senza pudore. Per millenni l’esistenza di una
“zona di rispetto” attorno alla vita dell’indivi-
duo era stata negata. A partire dalla lunga sta-
gione preistorica e protostorica, in cui
l’uomo fu “animale sociale” a tempo
pieno e per forza di cose.
vita privata e domestica, mentre un gran nume- Nelle comunità primitive la
ro di congegni […] minaccia di realizzare la pre- possibilità di sopravvive-
dizione secondo cui sussurrare dentro l’armadio re ai pericoli, naturali e
sarà come lanciare proclami dai tetti”. L’ennesi- non, era legata alla vi-
ma invettiva contro l’arsenale di tecnologie fic- ta di gruppo. Dunque
canaso che invade i nostri spazi? Niente affatto. la possibilità di appar-
Si tratta di uno stralcio del saggio scritto a quat- tarsi per avere rappor-
tro mani nel 1890 da Samuel D. Warren e Louis ti con il partner, allat-
D. Brandeis, giovani e rampanti avvocati di Bo- tare un figlio o esple-
ston. Il loro articolo The Right to Privacy (“Di- tare bisogni fisiologi-
ritto alla privacy”) è oggi considerato la Bibbia ci, non era contemplata
del diritto alla riservatezza o all’“essere lascia- semplicemente per ra-
ti in pace”, secondo la definizione di Brandeis. gioni di sicurezza. Un’a-
La definizione latina è ius solitudinis, che ha bitudine conservata a lun-
il doppio significato di diritto all’intimità del- go tra le ultime società triba-
la persona negli spazi domestici ma anche al li del pianeta.
controllo sulle informazioni personali che la ri- Lo confermarono già agli inizi del
guardano: un orientamento normativo che do- Novecento gli studi di Bronislaw Mali-
po uno stentato esordio trovò definitiva consa- nowski: l’antropologo polacco registrò come in
crazione a partire dagli anni Sessanta del seco- alcuni remoti villaggi delle Isole Trobriand, in
lo scorso, momento in cui la società cominciava Nuova Guinea, i genitori trovassero normale fa- Nell’occhio del mirino
ad avvicinarsi al moderno concetto di privacy. re sesso di fronte ai figli. Il massimo del pudo-
Sopra, Parigi 1963: un
Tutto ebbe iniziò così: Warren, che era anche re era ordinare ai piccoli di coprirsi la testa con paparazzo scatta nascosto nel
un famoso giocatore di polo, era infastidito dal- una stuoia. baule di un’automobile. Nella
le attenzioni morbose che la stampa dell’epoca diStinguo. La prima linea di demarcazione pagina accanto, la servitù spia
riservava alla sfarzosa vita mondana della mo- pubblico-privato comparve nella Grecia clas- dal buco della serratura, in un
glie Mabel. sica, in particolare nelle abitazioni. Il filosofo dipinto francese del 1908.

16
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
Nelle case medioevali si viveva tutti insieme e si dormiva
1348 Aristotele (384-322 a.C.) distingueva tra polis zione possibile con la più ridotta esposizione a
L’epidemia della Peste (“città”, e dunque per esteso la vita di relazio- sguardi indiscreti.
nera induce i medici ni esterne al ginnasio o nell’agorà) e oikos (“fa- Ben diversa la situazione nella caotica Roma
a usare una
miglia” o “casa”), una distinzione che si riflet- imperiale dove per ogni domus, la residenza si-
branda per ogni
malato. teva nelle case costruite come dei fortini: quasi gnorile del ceto patrizio, si contavano almeno
nessuna finestra sulle pareti perimetrali – non 26 insulae, grandi e insalubri condomini a più
a caso il ladro era detto anche toikorùkos, “sca- piani riservati alle classi più modeste. Nell’in-
vatore di muri” – e un’ampia corte interna su sula tutto era promiscuo: porte e muri di scarsa
cui affacciavano i vari ambienti, rigorosamen- qualità lasciavano filtrare ogni tipo di intimità,
te differenziati per uomini e donne. L’esigenza per non parlare dei più poveri che dormivano
era infatti quella di unire la massima illumina- direttamente sui luridi pianerottoli del caseggia-

SECOLI SENZA VERGOGNA


Quando la pipì
si faceva
in cucina:
l’evoluzione del
senso del pudore,
dagli albori al
giorno d’oggi.

O ggi la toilette è il
luogo privato per
eccellenza. La stessa
parola “cesso”, dal latino
recessum, significa rifu-
gio o stanza appartata.
Un tempo, però, non
era così: nell’antica
Roma si andava in
gabinetto gomito a
gomito e le latrine
pubbliche erano anche
un luogo in cui conclu-
dere affari.
“Comode” . In tempi
più recenti, nobiltà e
ricchezza non erano
certo sinonimo di pu-
dore: Luigi XIV (1638-
1715) annunciò il suo
matrimonio dalla sua
sontuosa “comoda”
(una poltrona col buco),
al centro della sala rea-
le. Su di essa il sovrano
riceveva le delegazioni
di nobili.
Wc per tutti. Solo agli
inizi del ’900, gli appar-
tamenti operai inizia-
rono ad avere bagni in
comune dotati di toilet-
te alla turca, e le case
dei ceti più abbienti ANGOLO LATRINA BISOGNI IN CUCINA SCIACQUONE D’ANTAN AL CALDUCCIO
una stanza dedicata Stanza di un castello Solo la bassa parete Per pulire la latrina Il camino garantiva di
con raffinati water dalla medioevale riservata divisoria dei fornelli bastava una espletare i bisogni in un
seduta in legno. alla servitù: qui la separava la latrina dal veloce secchiata ambiente riscaldato: ma
privacy non esisteva. resto della stanza. d’acqua. era un lusso all’epoca.

18
tutti nello stesso letto. Ci si appartava solo per pregare
to-alveare. Anche per i ricchi non era facile farsi li: i servizi in casa erano rarissimi e nelle latrine
i fatti propri. “La grande fortuna non permette a pagamento gestite dai conductores foricarum,
di nascondere nulla”, scriveva Plinio il Vecchio, prive di divisori o anche solo di tende, gli abi-
e in effetti il romano d’alto ceto era legato a una tanti dell’Urbe chiacchieravano senza pudore in
forzosa visibilità pubblica sin dalle prime luci “seduta” l’uno accanto all’altro. E per gli squat-
dell’alba, quando la folla rumorosa dei clientes trinati? Un’alternativa ancora più in vista: gran-
veniva a svegliarlo per l’omaggio della salutatio di giare di terracotta collocate qua e là ai crocic-

GETTY IMAGES
matutina accompagnato da lamentose richieste chi delle strade.
di soldi e favori. Laddove fallirono i gabinetti riuscì la re-
Seduta pubblica. E nemmeno al ligione: i primi secoli dell’era cristia-
gabinetto si poteva stare da so- na introdussero un inedito bisogno

1361 di isolamento per la preghiera e


la contemplazione (v. riquadro
Il Justices of the Peace nelle pagine successive).
Act sanziona Fu proprio la disapprovazio-
i sudditi inglesi ne dei testi biblici per la curio-
“beccati” a fare sità morbosa (celebre il raccon-
i guardoni. to del re Davide che spiò Betsa-
bea al bagno e, invaghitosene, ne Dalla teoria
fece uccidere il marito) a sensibiliz- alla pratica
zare i giuristi sull’argomento: nel 1361 il Sopra, ritratto di Louis
Justices of the Peace Act sanzionava penalmen- D. Brandeis, uno degli
te i sudditi inglesi colti a fare i guardoni oppure autori dell’articolo
a origliare attraverso le porte. sul diritto alla privacy
tra le mura domeStiche. Il posto dove era pubblicato nel 1890.
più difficile conquistare un po’ di privacy era Sotto, l’antropologo
comunque casa propria. In Europa le famiglie Malinowski impegnato
di estrazione modesta dormivano in un unico in una ricerca sul campo.
grande giaciglio collettivo, in cui talora pote-
va trovare spazio persino qualche occasionale
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
G. ALBERTINI
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
Sguardi indiscreti
La presenza dei domestici
rendeva più difficile nascondere
amori e relazioni clandestine,
come dimostra questo dipinto
francese del 1881.

L’invenzione della stampa a caratteri mobili La soluzione per riscaldarsi senza correre il
rischio di morire soffocati arrivò col camino in
diede nuovo impulso all’esigenza d’isolarsi: mattoni, la cui diffusione iniziò a partire dal XII
secolo. E che, strano a dirsi, fu cruciale per la
una condizione per leggere in santa pace storia della privacy: alla sua struttura si appog-
giavano infatti le travi di supporto che resero
possibile la costruzione di tramezzi e, quindi,
ospite di riguardo. A sdoganare per primi il let- di ambienti separati all’interno delle abitazioni.
to a una piazza furono gli ospedali: le eviden- Letture soLitarie. Nel 1455, ormai agli albori

1710
ze del contagio con cui la Peste nera del 1348 dell’Età moderna, il desiderio di ritagliarsi mo-
decimò l’Europa, indussero i medici a rivedere menti “fuori dal branco” trovò ulteriore stimolo
Il Post Office Act l’abitudine di sistemare due malati adulti (op- nella stampa a caratteri mobili. Insieme a libri
perseguiva pure svariati bambini, anche una decina) nel- dalle dimensioni più agevoli e dai prezzi meno
gli impiegati postali la stessa branda. proibitivi, l’epocale invenzione di Gutenberg
che sbirciavano la effetto staLLa. Ancora nell’Alto Medioevo la diffuse in Europa anche un modo nuovo di uti-
corrispondenza. quasi totalità delle case, soprattutto rurali, era lizzarli: accanto alla lettura pubblica ad alta vo-
formata da un unico ambiente privo di pareti di- ce – che restò a lungo la regola soprattutto in
visorie, che includeva spesso anche la stalla. Al ambito religioso e liturgico – si sviluppò quel-
centro, su una semplice base rialzata di matto- la fatta da soli, in silenzio e ancor meglio sen-
ni o di argilla, ardeva un fuoco pericolosamente za essere disturbati.
privo di ausili per convogliare i fumi verso l’a- A dire qualcosa di nuovo in materia di riser-
pertura di sfogo collocata sul tetto. vatezza arrivò, da Oltreoceano, il Post Office Act
20
GETTY IMAGES

GETTY IMAGES/BETTMANN ARCHIVE


del 1710 che perseguiva il vizio degli impiegati Frances – bella e più giova-
postali di sbirciare nella corrispondenza. ne del marito di 28 anni – per
A fine Settecento poi si scatenò una vivace pubblicizzare prodotti di vario ge-
polemica attorno alla decisione di rendere pub- nere condusse nel 1903 al varo di una
blici – per questioni di accuratezza, più che al- norma che puniva con una multa fino a
tro – i risultati del primo censimento naziona- 1.000 dollari l’utilizzo non autorizzato dell’im-
le. “Nessun vincolo, morale o di altro tipo, può magine a scopi commerciali. In prima fila
obbligarmi a divulgare a quanto ammontano le Verso il futuro. A inizio Novecento le fab- Sopra, questa buffa foto,
mie spese e profitti annui”: questa la protesta briche del gossip a mezzo stampa erano dun- scattata a Ginevra (Svizzera)
che arrivava dal futuro secondo presidente de- que già attive. Cent’anni dopo, il testimone il 18 giugno 1960, ritrae un
gli Stati Uniti, John Adams, benestante avvo- passò ai nuovi “invasori” contemporanei: i sa- paparazzo in piedi in un
cato poco propenso a mettere in piazza le pro- telliti-spia e le telecamere a circuito chiuso, i 4 cesto di vimini sulle spalle di
un collega: sta tentando di
prie rendite. miliardi di smartphone a spasso per il mondo
immortalare il diplomatico
Molti anni dopo un suo successore alla Ca- entro il 2018. Fino alle violazioni degli spazi e
sovietico Vjaceslav Molotov,
sa Bianca, Grover Cleveland, fu il motore ne- dei dati personali, sempre più spesso invoca- durante un incontro con il
anche troppo occulto di una delle prime legi- te per battere sul tempo il terrorismo. La storia politico francese Georges
slazioni americane in materia di privacy. E di della privacy, dal Neolitico a oggi, è un libro il Bidault. A sinistra, due
nuovo c’era di mezzo una consorte. L’utiliz- cui finale non è ancora stato scritto. • fotoreporter americani
zo spregiudicato delle fattezze della moglie Adriano Monti Buzzetti Colella appostati nel 1926.

VITE SEGRETE, DALLA CLAUSURA AL CONFESSIONALE


I protagonisti della
“privacy estrema”,
nel mondo cristiano
solitudine, tenacemen-
te inseguita in luoghi
remoti e inospitali come
di nuovo conio nei primi
secoli del cristianesimo.
Io confesso. Come il sa-
irlandese san Colomba-
no e dai suoi monaci,
che soppiantò rapida-
Concilio Lateranense
del 1215 – si associava
la penitenza, e a questa
ma non solo, sono da caverne e deserti. A cramento della confes- mente quella pubblica la preghiera, l’abitudine
sempre i monaci. I primi diffondere questa sen- sione in forma privata, delle origini. E siccome di ricercare momenti
anacoreti (dal greco sibilità oltre la ristretta per esempio, diffuso alla confessione – più di raccoglimento
anachōreō, “ritirarsi”) cerchia degli asceti in Occidente nell’ VIII tardi resa obbligatoria personale si diffuse
furono attratti dalla contribuirono pratiche secolo dal missionario per tutti i fedeli dal rapidamente.
MONDADORI PORTFOLIO

Le celle dei monaci cistercensi nella Certosa


di Pavia, luoghi di massima privacy.

21
ANTICHITÀ

I COLORI DI POMPEI
A cura di Irene Merli

Rosso La Casa del Menandro a Pompei, con i suoi affreschi, è tra le più spettacolari del sito campano.
pompeiano In questo dettaglio, che raffigura un amorino, è usato il cinabro, un colore artificiale di difficile
stesura e costoso (70 sesterzi la libbra, circa un mese di paga di un legionario).
La tecnica Vista di un interno della Casa del Menandro, decorata con affreschi e mosaici. A partire dal III secolo a.C.
degli affreschi in Campania era in uso rivestire le pareti con l’intonaco. Se ne impiegavano da 3 a 7 strati per preparare i
muri ad accogliere l’affresco. L’uso e il pagamento dei colori era regolato dalla legge.

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. non ha cancellato la tavolozza


della pittura romana, di cui gli archeologi hanno svelato i segreti

BERTHOLD STEINHILBER/LAIF/CONTRASTO (3)

La morte? Una Gli archeologi hanno catalogato circa 3mila vittime della devastante eruzione vesuviana.,
nube ardente e i calchi esposti a Pompei, che riproducono i corpi nell’attimo della morte, sono 42. Di recente si è
scoperto che non perirono asfissiati, ma bruciati all’istante perché investiti da temperature di 300 °C.

23
Tra giardini Vista del peristilio, il portico colonnato che cingeva il cortile al centro dell’abitazione. Nelle case di città i
e colonne Romani realizzavano giardini interni con piante e fontane, mentre nelle ville di campagna li sistemavano
all’esterno. Qui fu trovato anche lo scheletro di un cane da guardia.

L’abitazione era di una famiglia in vista: l’ultimo proprietario


vantava legami con Poppea, seconda moglie di Nerone

BERTHOLD STEINHILBER/LAIF/CONTRASTO (3)

Un tesoro Una serie di anfore in terracotta: alcune contenevano vino di Sorrento, una aceto, un’altra miele del tipo
sotterraneo despumatum (“depurato”). Nella casa fu rinvenuta anche una cassa con 118 pezzi di argenteria (per un
peso complessivo di 24 chili), uno scrigno con monili d’oro e 1.432 sesterzi.

24
Amorino nel Particolare di un affresco del “salone verde”. Il verde, come
salone verde molti pigmenti, era di origine minerale. Queste decorazioni
appartengono al quarto stile pompeiano, detto “fantastico”.
Giallo: la festa Particolare decorativo di un affresco della stanza 19.
di Dioniso Le pareti presentano pannelli a fondo giallo-oro, ottenuto
dall’ocra, con motivi legati al culto di Dioniso (il dio del vino).
Commediografo In primo piano, a sinistra, l’esedra nel portico con il ritratto del commediografo ateniese Menandro
leggendario (circa 342-291a.C.). Questo affresco dà il nome alla grandiosa abitazione di queste pagine. Sempre in tema
teatrale, sulle altre pareti sono state dipinte maschere tragiche e satiriche.

Secondo Vitruvio (I secolo), i Romani usavano 16 colori:


2 organici, 5 naturali e 9 artificiali, come il rosso e il ceruleo

BERTHOLD STEINHILBER/LAIF/CONTRASTO (3)

Morirono La camera 19, dove si trova una vetrina con alcuni scheletri. Molto probabilmente si tratta dei resti
proprio qui ossei di 3 uomini, una donna e 3 bimbi, rinvenuti in questa stanza e nel corridoio. I muri sono dipinti
in stile “fantastico”: dopo un terremoto, nel 62 d.C. molte case furono restaurate e ridecorate.

27
ANNIVERSARI

Nel 1516 nasceva a


Venezia il primo ghetto al
mondo. Perché fu creato,
le storie dietro le sue porte
chiuse, i suoi segreti

Unico al mondo
Il ghetto veneziano
fondato nel 1516 in
un’immagine moderna
e, a sinistra, Shylock, il
BRIDGEMANART/MONDADORI PORTFOLIO

protagonista del Mercante


di Venezia di William
Shakespeare ambientato
proprio nel ghetto.
NEL SERRAGLIO
DE LI
ZUDEI

AKG/CAMERAPHOTO/MONDADORI PORTFOLIO


T
utti li Zudei che de pre- zoletto di terra c’era stata una fonderia raio Shylock, reso immortale dal Mercante
sente se attrovano abitar dove si “gettava” il metallo fuso. Il “get- di Venezia, l’opera teatrale di William Sha-
in diverse contrade de que- to”, nome con cui veniva indicata, di- kespeare ambientata proprio nel XVI seco-
sta città, debbano abitar ventò “ghetto” sulla bocca degli ebrei lo. Basti pensare per esempio alla dispu-
unidi”. La città in questione è Venezia askenaziti (originari dell’Europa cen- ta rabbinica – tipicamente veneziana – sul
e la legge, votata dal senato della Sere- trale) che non conoscevano consonan- fatto che fosse lecito o meno prendere la
nissima il 29 marzo 1516, è il certifica- ti morbide. Questa l’origine della paro- gondola di sabato. Nel 1244 il rabbino Isa-
to di nascita del primo ghetto della Sto- la, ma da dove e quando erano arrivati ia da Trani aveva infatti navigato per i ca-
ria. Come “serraglio dei Giudei” fu scel- gli ebrei in città? nali durante lo shabbat, giorno in cui non
ta un’isoletta tutta circondata da cana- Sabato in gondola. Innanzitutto erano è permesso alcun tipo di lavoro. La stes-
li, con due ponti soltanto. Chiusi quelli, arrivati ben prima della legge del 1516 e sa cosa voleva fare, quattro secoli più tardi
non si entrava né si usciva. In quel faz- prima dell’ebreo più famoso, il ricco usu- il rabbino Simone Luzzatto, basandosi su
29
TRE SECOLI, TRE GHETTI
La segregazione degli ebrei a Venezia durò 300 anni: nacquero
tre quartieri chiusi dal tramonto all’alba.
D ei tre settori che
componevano il
quartiere degli ebrei
finestre comunicanti
con l’esterno e le porte
delle abitazioni dei
veneziani, il più antico cristiani che davano
è il ghetto Nuovo, un sul ghetto. Il Nuovissi-
isolotto abitato da mo (non presente nel
ebrei europei e italia- disegno) – due calli a
ni: è rappresentato (a est del ghetto Nuovo
sinistra) nel disegno – fu istituito nel 1633
insieme al Vecchio (a per ospitare alcune
destra), istituito nel famiglie sefardite par-
1541 per i sefarditi ticolarmente agiate.
provenienti da Spagna
Portogallo e Africa del
Nord.
Murati. Per rendere
completo l’isolamen-
to furono murate le 1

1 LA CALLE-SPINA
La calle del ghetto
Vecchio è una tipica
calle-spina veneziana
tagliata da angusti
vicoli laterali tra alti
edifici.

Il gheto novo fu sempre il più vivace e affollato.


E il più frequentato dai cristiani, che non disdegnavano le festività ebraiche
quel precedente, ma il Consiglio della co- Il 14 maggio 1509 ad Agnadello arrivò un’abitudine piuttosto consolidata. Quar-
munità aveva rigettato quella possibilità, la sonora sconfitta dei veneziani, che fece tieri separati, chiusi da mura e sorvegliati
ritenendola troppo spregiudicata. perdere loro tutto il territorio in terrafer- da guardie armate, erano presenti un po’
L’ondata più consistente di ebrei arri- ma. Per gli ebrei il rischio era di ritrovarsi in tutto il Mediterraneo. A Costantinopoli,
vò in terra veneta nel 1492, quando Ferdi- di nuovo faccia a faccia con spagnoli e im- per esempio, i genovesi cristiani vivevano
nando d’Aragona e Isabella di Castiglia li periali, i loro persecutori di qualche tem- isolati e piantonati nel quartiere di Galata.
cacciarono dalla Penisola iberica. Peccato po prima. L’unica possibilità era rifugiar- Lo stesso avveniva per i cristiani di Ales-
che si trattasse di un momento turbolen- si in massa a Venezia, una roccaforte cir- sandria d’Egitto. Nella stessa Venezia esi-
to per un territorio generalmente pacifico. condata dalla laguna. Con delle limitazio- steva già qualcosa di simile a quello che
Tutte le potenze europee, tranne l’Inghil- ni però, che si leggono sempre nella legge sarebbe diventato il ghetto: dal XIII seco-
terra, si erano infatti alleate per contenere del 1516: “li zudei non possino star in que- lo esisteva infatti il “fondaco dei tedeschi”.
l’espansionismo veneziano: le truppe del sta città nostra salvo che zorni quindici”. Si trattava di un singolo edificio (che esi-
Leone di San Marco avevano già passato AppArtAti dA sempre. Per non creare ste ancor oggi, ai piedi del Ponte di Rialto)
l’Adda ed erano a un passo dalla conqui- squilibri si decise di tenerli inoltre sepa- in cui i mercanti “tedeschi” (o meglio tut-
sta di Milano. rati dal resto della popolazione, secondo ti quelli che provenivano dall’Europa cen-
30
La celebrità
A veva svariati nomi, molte-
plici interessi e passò dal

G. ALBERTINI
ghetto di Venezia: João Micas
(in Portogallo), Giovanni Mi-
ches (a Venezia), Juán Migues
3 o Miquez (in Spagna), Joseph
4 Nasi (a Costantinopoli) fu
uno degli uomini più potenti
della seconda metà del ’500.
Nonché il regista occulto del-
la Battaglia di Lepanto.
5 Una vita in fuga. La sua
famiglia era stata cacciata
da Lisbona e si era alla fine
stabilita nella Serenissima,
dove i migliori rampolli del
patriziato avevano messo gli
occhi su sua nipote, Brianda,
e sulla relativa dote. Per sfug-
gire allo stuolo di promessi
2 sposi (cristiani), la famiglia si
trasferì a Costantinopoli. Qui
gli eventi precipitarono: Jo-
seph fu accusato di spionag-
gio a favore degli Ottomani
e bandito da Venezia. Per
vendetta, divenuto consi-
gliere del sultano, lo istigò a
5 NUOVISSIMI occupare la veneziana isola
4 IN ALTEZZA Un ponticello simile di Cipro ponendo le premes-
I caseggiati affacciati a un ponte levatoio se per la Battaglia di Lepanto
2 PATTUGLIATI 3 CUORE EBRAICO sul rio del ghetto unisce i due settori (7 ottobre 1571). Joseph
I canali che Il campo del ghetto danno un’idea Nuovo e Nuovissimo. voleva trasformare Cipro
circondavano il Nuovo, fulcro del dell’antica altezza Quest’ultimo fu nella Terra Promessa dei suoi
ghetto Nuovo di notte quartiere, ha una degli edifici che aperto nel 1633 correligionari: non ci riuscì e
venivano pattugliati in superficie di circa arrivavano anche a per ospitare alcune si accontentò di una colonia
sul lago di Tiberiade (Israele)
gondola da guardiani. 3mila metri quadri. 9 piani. famiglie agiate.
e del titolo di duca di Nasso
La scuola degli ebrei (nelle Cicladi greche).
italiani fu completata
nel 1575, come ricorda
l’iscrizione sulla
facciata.

trale, fossero pure ungheresi o boemi) ve-


nivano rinchiusi durante la notte. Anche
gli Ottomani avevano un loro fondaco, do-
ve poter vivere appartati, con tanto di luo-
go di culto e hammam.
AltA densità. Ma come si viveva all’in-
terno del ghetto? Arrivarono ad abitarci fi-
no a 5mila persone e gli edifici, che non
potevano espandersi in ampiezza, lo fe-
cero in altezza. Le case, uniche in città,
raggiunsero i sette-otto piani (contro i tre-
quattro abituali). Ma durante il giorno si
usciva e a Rialto, il cuore economico del- to. Ma sarebbe potuto esistere solo là: era
la Serenissima, in alcune giornate si vede- l’unico luogo del mondo di allora dove un Tutto iniziò da qui
vano più berrette gialle (che erano costret- ebreo avrebbe potuto ricoprire quel ruolo. Il decreto del Maggior Consiglio del
ti a indossare i mercanti ebrei) che berret- sepArAti in cAsA. Per gli ebrei, oltre 29 marzo 1516 che sancì la nascita del
te nere, dei colleghi cristiani. Il mercante all’obbligo spesso disatteso del berret- ghetto ebraico a Venezia. Le porte del
più famoso fu proprio lo Shylock descritto to giallo, c’era la proibizione dei rappor- ghetto furono abbattute nel 1797, alla
da Shakespeare, che però non è mai esisti- ti sessuali con i cristiani. E anche questo caduta della Serenissima.

31
Cinque secoli di espulsioni e di diaspora ebraica
F erdinando d’Aragona

O
e Isabella di Castiglia,

IC
LT
i cosiddetti “re cattolici” LITUANIA

149
B
di Spagna, ordinarono INGHILTERRA R
E

1290
A

5
l’espulsione degli ebrei
M
200
OCEANO Amburgo 1100-1 Grodno
(per lo più del ramo

14
Londra

45
Amsterdam RUSSIA
sefardita) dai loro regni. ATL ANTICO Magdeburgo POLONIA
Anversa 1340

1290
Era il 1492. Si sposta- Parigi Cracovia Lvov
Kiev
SACRO
rono 300mila persone, ROMANO Norimberga
Praga
1494

1016
Cernopol
con destinazione Grecia, IMPERO
1421
Toscana, Medio Oriente FRANCIA Vienna

e Balcani in genere. E
1 49 7
Budapest 1350 Caffa
Venezia naturalmente. Lubiana 101

06
Venezia 6

13
Esodi. Non era la prima Genova Bucarest
6 MAR
volta che gli ebrei erano PORTOGALLO
Livorno
Spalato
101 NERO
Madrid
costretti con la forza a Lisbona 1492 1394 ITALIA
Trebisonda
cambiare casa, fin dalla SPAGNA 1492 Roma
Costantinopoli
prima deportazione Napoli Salonicco
1 497

in Mesopotamia do- 1492 IMPERO BIZANTINO


po la conquista della
Palestina da parte dei Algeri
Babilonesi, nel 722 a.C. Fez Tunisi MA
Il prestito di denaro, R M
ED
l’unica attività concessa ITE Damasco
RR
agli ebrei, fu poi il prete- AN
EO 1497
sto di espulsioni dall’In- Tripoli
Gerusalemme
ghilterra (1290), dalla Flussi della diaspora
Alessandria
Normandia (1296), dalla ebraica e date dei
Francia (1306 e 1394). maggiori spostamenti Il Cairo

Nel ghetto ci furono false conversioni di ebrei che


facendosi cristiani sfuggivano alla segregazione
veniva spesso ignorato. Il rabbino Leone un testo divulgativo per spiegare l’ebrai-
Modena (1571-1648), una delle figure più smo ai non ebrei. Il libro, scritto probabil-
importanti dell’ebraismo italiano, era un mente su invito dell’ambasciatore britan-
assiduo frequentatore di cortigiane. Ma nico a Venezia, sir Henry Wotton, che vo-
anche un giocatore d’azzardo compulsivo leva donarlo al suo re, Giacomo I, fu stam-
che frequentò molto probabilmente il Ri- pato in edizione integrale a Parigi nel 1637
GRANGER/ALINARI

S+
dotto, il primo casinò della Storia, fonda- e un anno dopo a Ve-
to nel 1638, ovvero dieci anni prima del- nezia, con i tagli vo- APERNE
la sua morte. luti dall’Inquisizione. DI PIÙ
Ferdinando e Isabella decretano la cacciata degli Sempre il rabbino Modena si contraddi- Leone lasciò il se-
ebrei dalla Spagna, in una stampa dell’800. stinse per la sua Historia de’ riti hebraici, gno anche nella sto-
ria della musica per- Storia del ghetto
di Venezia,
ché stampò una rac- Riccardo Calimani
1776: il delitto del ghetto colta di salmi e canti (Mondadori).

A ccoltellato il 18 luglio il nome dell’aggressore: per omicidio e passarono il da sinagoga, musica- Venezia e il ghetto,
1776, il 26enne Marco Giuseppe Vita. Che, però, testimone a uno dei massi- ti dall’allora celeber- Donatella Calabi
(Bollati Boringhieri).
Scaramella muore in una non fu arrestato e fuggì, mi organi di governo della rimo Salomone Rossi.
pozza di sangue. Si trova- forse a Trieste. Le indagini Repubblica, il Consiglio dei Una sua allieva, Sara
va in un caffè ai piedi del cambiarono piega quando Dieci. Il reato? Sodomia. Copio Sullam, esper-
ponte che univa il ghetto l’oste rivelò che Moisè Nel gennaio del 1778 i
Vecchio a quello Nuovo, in Musolin aveva un rapporto fratelli Calimani furono ta in teologia, filosofia e lingue e raffina-
compagnia di Giuda (suo “speciale” con il presunto arrestati con l’accusa di atti ta poetessa, nella sua casa del ghetto die-
suocero) e Moisè Musolin, assassino. Vita sarebbe cioè violenti e di aver aiutato de vita a uno dei salotti letterari più cele-
detti i fratelli Calimani. Era stato il suo ragazzo di piace- l’omicida a uscire dallo Sta- bri del Seicento, frequentato da veneziani
questo lo scenario del “delit- re, “fantolin da culo” come si to. Alla fine Moisè e Giuda e da persone che arrivavano apposta per
to del ghetto”, uno dei casi diceva a Venezia. Alla noti- furono assolti e scarcerati.
irrisolti della Serenissima. zia gli Avogadori de Comùn Nemmeno i famigerati Dieci conoscerla. Insomma chiusi, ma non per
Impuniti. Scaramella, in (una sorta di Avvocatura di erano riusciti a risolvere questo bloccati. •
punto di morte, aveva fatto Stato) smisero di indagare quell’intricato caso. Alessandro Marzo Magno

32
PRIMO PIANO
IL SEICENTO
L’ITALIA DEI
PROMESSI SPOSI
Nel suo romanzo,
Alessandro Manzoni
dipinse l’Italia I promessi sposi
dominata dagli nella Milano
spagnola .
spagnoli e dai privilegi
di classe. Ma com’era
veramente la vita ai
tempi di Renzo
e Lucia?

LA VITA AI TEMPI DI LA GUERRA CHE SEGNÒ MILANO FALCIDIATA


TRAMAGLINO L’EUROPA DALLA PESTE
pag. 36 pag. 44 pag. 50
■ ■ ■ ■
L’INNOMINATO: MASSACRI RELIGIOSI IN IL CATTIVO LA STORIA DIETRO
A CHI È ISPIRATO? VALTELLINA E I SUOI “BRAVI” AL ROMANZO
pag. 42 pag. 48 pag. 56 pag. 58
A. MOLINO

35
PRIMO PIANO

L
a gente sciama fuori dalla chie-
sa, alla fine della funzione, al-
lontanandosi a gruppetti. Per ul-
timo, sulla porta compare Don
Rodrigo, con la sua aria spavalda: si fer-
ma un attimo, guardandosi intorno im-
pettito, come aspettasse un applauso. In-
vece arriva uno sparo, che squarcia la cal-
ma: il signorotto cade a terra, le mani in-
sanguinate premute sul ventre. “O Don
Rodrigo, come ti va?”, lo apostrofa sor-
nione Renzo, con l’archibugio tra le ma-
ni. Non si accorge che il Griso gli è ad-
dosso: quando vede guizzare la lama del
coltello è troppo tardi. Un finale pulp alla
Quentin Tarantino: è così che si sareb-
be conclusa la vicenda tra il per-
fido stalker e il promesso sposo
della non bella Lucia. E quasi
nessuno avrebbe bat-
tuto ciglio.

La storia dei Promessi


sposi calata nella realtà
quotidiana della Milano
del 1630. Inizio simile, ma
conclusione ben diversa
da quella del Manzoni

COME SAREBBE
ANDATA
MONDADORI PORTFOLLIO/LEEMAGE

Speriamo bene...

DAVVERO
Una gitana legge la mano
a due giovani nel dipinto
di Adam de Coster
(1586-1643). Le future
coppie come Renzo e
Lucia lo facevano spesso.

37
Viva le maschere!
Piazza del Duomo (con la
cattedrale in costruzione)
durante il carnevale, uno
dei pochi svaghi della
povera gente del tempo.

La gente come Renzo e Lucia viveva in case molto piccole: dormivano tutti
sugli stessi pagliericci e tra gli animali domestici. Il pane era l’alimento base
Milano da non bere. Altro che lieto fi- a contatto con gli animali domestici. Il po- “Il canchero ti venga”, lo saluta scher-
ne, punizione divina per il cattivo e tanti polo tirava a campare, vivendo alla gior- zosamente il suo vicino di casa, Bertol-
bambini ad allietare nonna Agnese: se im- nata un’esistenza grama, priva di diverti- do. Così usano i popolani, in contrasto
maginiamo i personaggi dei Promessi spo- menti a eccezione delle festività solenni e con gli altisonanti titoli che “eccellenze”
si e li trapiantiamo nella Milano del 1628, del carnevale». e “signorie illustrissime” delle classi più
vedremo che la loro vita reale, nel duca- No, non era una Milano da bere: anche elevate si scambiano di solito. Il giovane
to dominato dagli spagnoli, dalla guerra e perché l’acqua era inquinata e la gente, segue il flusso di donne, artigiani e am-

13,5
dalla carestia, era peggio- donne e bambini inclusi, bulanti diretti in Piazza Duomo: è il cuo-
re di quella descritta dal preferiva tracannare vino, re di Milano, il centro in cui abitano i go-
Manzoni. «Era una vita benché scadente. E Ren- vernanti, ma anche il luogo dove si rac-
dura, c’era la possibilità zo? Eccolo: un ragazzone coglie un numero eccezionale di botteghe.
di ritrovarsi, almeno 5 o
6 volte nell’arco dell’esi-
MILIONI di 25 anni. Esce di buon
mattino dalla sua casu-
Nell’aria la puzza di sporcizia e urina, ro-
vesciata dai vasi da notte nei vicoli, si mi-
La popolazione italiana nel
stenza, in mezzo a un’e- 1600. Nel 1650 erano scesi pola appena fuori le mu- schia all’odore forte di pesce, pollame e
pidemia di peste o di mo- a meno di 12 milioni. ra, nel quartiere di Porta formaggi.
rire per molte altre malat- Orientale, un’unica stan- “Filera” addio. Renzo è abituato e non
tie, come il tifo endemico o il colera», dice za stretta e lunga, una sola finestra e una ci fa caso, anche perché è immerso in tetri
Davide Maffi, docente di Storia degli an- parete che separa il focolare dal paglieric- pensieri. È un abile filatore di seta, ma l’o-
tichi Stati italiani all’Università di Pavia. cio. Sul retro c’è il podere che i genitori pificio in cui lavorava ha chiuso lasciando
«I poveri vivevano in case molto piccole, gli hanno lasciato quando sono morti di lui e i suoi trenta colleghi senza lavoro. La
con moglie, figli e genitori, dormivano tut- febbri, in strada un solo pozzo per mol- depressione economica era cominciata in-
ti sullo stesso pagliericcio pieno di pulci, te famiglie. torno al 1620 (avrebbe toccato il suo api-
38
Giochi di mano
I bari, di Daniele Crespi
(1590-1630). Il gioco
d’azzardo era molto
diffuso nella società
seicentesca, tra i nobili
come tra i briganti.

SCALA (3)

ce nel 1640), a quasi un secolo dall’inizio


della dominazione spagnola (1535-1714):
«La crisi della filatura non era dovuta al
governo straniero, ma a una congiuntu-
ra internazionale e alla concorrenza delle
merci provenienti dall’Inghilterra e dall’O-
landa», sostiene Maffi.
La diminuzione dei consumi interni ave-
va fatto chiudere metà delle 10mila “file-
re” sparse in Lombardia e fatto perdere il
posto ad altrettanti artigiani. Al crollo del
mercato si era aggiunta una grave care-
stia e la guerra per la successione al Duca-
to di Mantova.
«Vent’anni prima, Renzo avrebbe trova-
to stabilità e una vita più facile. Ma Ales-
sandro Manzoni scelse di descrivere un
periodo particolarmente nefasto del Du-
cato di Milano, attribuendo ogni colpa agli
spagnoli, gli odiati invasori: da buon na-
zionalista, non potendo attaccare gli au-
striaci che governavano la Lombardia del Trasporti galanti
suo tempo, cercava di dimostrare che i do- Giovani dame milanesi in
minatori stranieri ci avevano sempre rapi- carrozza, accompagnate da
nato. Ma in realtà non fu così: gli Asburgo due gentiluomini a piedi. Le
di Spagna furono rispettosi della Lombar- strade erano pericolose e le
dia», afferma l’esperto. donne andavano sorvegliate.
Le armi da taglio costavano pochissimo. Tutti le avevano e le sapevano
usare. Bastava un’offesa o un piccolo furto e la lite finiva nel sangue
MatriMoni con poco aMore. Intanto Lu- miglie lombarde, proprio come chi lo ha quentato la scuola fino a 12 anni, scrive a
cia è in chiesa, nella piccola parrocchia preceduto: il cugino Carlo Borromeo e pri- fatica e conosce un po’ di aritmetica, ma
di don Abbondio. Il suo sacerdote non è ma di lui Gaspare Visconti. Quelli come lei no: come la maggior parte delle don-
lì per vocazione, lo sanno tutti: è il terzo don Abbondio, di famiglie non povere ma ne dell’epoca, legge solo le preghiere. Fin
di 5 figli maschi e suo padre l’ha costret- neppure nobili, privi di mezzi e di aggan- da bambina ha lavorato nella filera dove
to a scegliere tra farsi prete, soldato o av- ci, tirano a campare come il loro gregge ha conosciuto il suo promesso sposo, ma
venturiero, per non dividere il patrimonio di fedeli, senza discutere gli ordini del ve- non è dispiaciuta di aver perso il lavoro.
familiare. E non può sperare di far carrie- scovo per non incorrere nell’Inquisizione. C’è la terra da lavorare e, sposando Ren-
ra, perché le abbazie e i vescovadi sono Lucia comunque gli è grata: il sacerdote zo, eviterà che suo padre la chiuda in con-
appannaggio della nobiltà. Un esempio? sta aiutando lei e Renzo con i documenti vento. Sarà una moglie virtuosa e servizie-
L’arcivescovo di Milano, Federico Borro- per il matrimonio, un compito arduo per vole e darà tanti figli al marito: questo è
meo, appartiene a una delle più nobili fa- chi sa leggere a stento. Renzo, che ha fre- quanto ci si aspetta da una donna, nel Sei-
cento, e questo è quanto Lucia farà. A co-
sto di cambiar Paese: sembra che in Fran-
Sanità pubblica cia molti operai delle filande abbiano fat-
Il cortile dell’Ospedale Maggiore di
to fortuna. Ed è sempre meglio andar via
Milano, la Ca’ Granda. Qui si accudivano che rimanere a Milano a fare la fame, in-
i poveri: i più ricchi avevano l’ospedale grossando le file dei poveri e dei miserabi-
spagnolo del Castello Sforzesco. li, adesso più numerosi che mai.
assitenziali. A prendersi cura di loro,
distribuendo un po’ di pane, cure e un let-
to, sono i monaci, nei pii istituti per biso-
gnosi, vecchi, ammalati, mendicanti, or-
fani e “donne perdute”. Anche il gover-
no ha a cuore la sussistenza dei poveri,
non fosse altro che proprio la mancanza
del pane, il piatto forte della dieta quoti-
diana per un’ampia fetta di popolazione,
ha scatenato i famosi tumulti di San Mar-
tino. L’11 novembre 1628, la folla, infero-
cita per i rincari dovuti alla carestia, ha as-

5,2
saltato, saccheggiato e distrut-
to alcuni forni in città. Ma,
in realtà, azioni del genere
stupiscono solo noi moderni.
MILIONI «All’epoca c’era un senti-
Gli abitanti del Nord Italia mento di violenza che noi non
nel 1650. L’aspettativa conosciamo, pronto a scate-
di vita era di 30 anni. narsi anche per i motivi più
banali: una partita a dadi, il
furto di una pecora, un litigio», spiega
Maffi. «Le armi, soprattutto quelle da ta-
glio, costavano pochissimo e, per quanto
la legge lo vietasse, tutti portavano con sé
un coltello, una roncola, una mannaia o,
nel caso dei ricchi, una spada. Ed erano
capaci di usarla». Dopo un crimine, i più
scafati si davano alla macchia, diventava-
no briganti e si nascondevano nelle valla-
te alpine e nelle zone di confine, sempre
pronti alla fuga.
i “bravi” e la legge. Alla specie crimina-
le apparteneva però anche una “razza” ti-
SCALA (4)

pica della Lombardia: quella dei “bravi”,


40
Eleganza alla
spagnola
Gentiluomo con
un abito di foggia
spagnola, come
usava nel Seicento
nel ducato milanese,
assoggettato
al dominio dei
sovrani di Madrid.

Rischi del
mestiere
Un mercante di frutta
viene derubato da
un ragazzino mentre
serve un cliente. La
maggior parte delle
botteghe si trovava
intorno al Duomo.

delinquenti legalizzati al servizio dei po- lano era piuttosto caotica: ai numerosi di- sapevano solo i ricchi, che erano anche gli
tenti. «Tutti i nobili lombardi avevano un vieti e ad alcune esecuzioni capitali a sco- unici a potersi permettere di perorare una
certo numero di questi scagnozzi: persi- po dimostrativo, facevano da contraltare causa a Madrid e di affrontare le spese di
no l’arcivescovo Carlo Borromeo, il futu- la frequente concessione della grazia ai un processo di durata biblica o di un av-
ro santo, quando entrò a Milano nel 1565 condannati e il numero esiguo di “sbirri” vocato come l’Azzeccagarbugli manzonia-
ne portò 2mila, per mantenere l’ordine. E (40 uomini in città e 20, a cavallo, sul re- no», dice Maffi. Nessun popolano avrebbe
li usò spesso», dice Maffi. Di qualsiasi ma- sto del territorio). mai pensato di rivolgersi a un giureconsul-
lefatta si macchiassero, la maggior parte Le mazzette e i regali ai membri del Se- to. Tanto meno Renzo, che, fermo davan-
di loro restava impunita, in virtù dell’im- nato (il massimo tribunale di Milano) fa- ti al Duomo, aspetta con l’archibugio sot-
portanza del datore di lavoro. D’altra par- cevano il resto. «Secondo la legge, ogni to al mantello la fine della messa. •
te l’amministrazione della giustizia a Mi- suddito poteva appellarsi al sovrano: lo Maria Leonarda Leone

Il cardinale Borromeo Ritratto di


Federico

T ra i personaggi
realmente esi-
stiti, il cardinale
gendo alle proprie
ricchezze per nu-
trire chi non aveva
vescovo, le copie dei
manoscritti delle bi-
blioteche personali
Borromeo, del
XVII secolo.
Federico Borromeo sostentamento e di principi e signori
(1564-1631) è uno rischiando la vita e, successivamente,
dei più importanti per confortare gli i testi recuperati dai
nei Promessi sposi. appestati. Fu anche messi di Federico
Manzoni gli dedica un appassionato di dentro e fuori la Pe-
quasi un capitolo in- libri e la Biblioteca nisola. La costruzio-
tero, il XXII, esaltan- Ambrosiana fu il suo ne della biblioteca
done la cultura, la dono a Milano. venne completata
bontà d’animo e la Munifico. Cosa l’8 dicembre 1609.
carità. Arcivescovo inconsueta per Nove anni dopo il
di Milano dal 1595 l’epoca, era una prelato aggiunse
e cugino dell’ancor biblioteca pubblica, una collezione di
più famoso san aperta a chiunque quadri e statue: la
Carlo Borromeo, volesse frequentarla futura Pinacoteca
durante la carestia e conteneva una Ambrosiana, che
e la peste si batté in raccolta inestima- accompagnò la
prima linea a fianco bile di tesori librari: nascita, nel 1621,
dei poveri e degli tutti i volumi e i dell’omonima
ammalati, attin- manoscritti dell’arci- Accademia.

41
PRIMO PIANO

Il mistero
DELL’INNOMINATO
Talmente cattivo e prepotente che il suo nome non poteva essere
pronunciato: così Manzoni descrisse uno dei suoi personaggi più riusciti.
Ecco l’identikit del criminale al quale lo scrittore si sarebbe ispirato.

B
asta il nome, che per Dare per certo che dietro to di campagna. Ma il feudo di ci briganti, dediti a spedizio­
l’appunto non esiste, all’Innominato si nasconda il Brignano Gera d’Adda (oggi in ni punitive. Tanto che, dopo
a circondare di un Visconti, tuttavia, sarebbe un provincia di Bergamo), dove aver subìto la confisca dei be­
alone di mistero la fi­ azzardo. Infatti la lettera in cui nacque il 16 settembre 1579, ni nel 1602, Bernardino fu ci­
gura dell’Innominato: un uomo Manzoni avrebbe chiarito che era al confine tra il Ducato di tato, tra il 1603 e il 1614, in tre
senza pietà, ma anche capace Francesco Bernardino è l’Inno­ Milano e la Repubblica di Ve­ “grida”(i proclami del governo
di redenzione assoluta. minato si è persa (sempre che nezia: una zona strategica che spagnolo).
A chi si è ispirato Manzoni sia esistita). Inoltre, per Giu­ faceva gola agli spagnoli. An­ Dal 1614 si perdono però le
per tratteggiare questo perso­ lio Scotti, autore nel 1923 del cora adolescenti, Bernardino e sue tracce: si dice che avesse
naggio tormentato? Nelle Storie saggio Chi era l’Innominato?, Galeazzo difesero con i denti i trovato rifugio, dopo l’esilio in
patrie di Giuseppe Ripamonti l’ispiratore di Manzoni sareb­ loro beni, tramandati dal 1310, Svizzera, nella fortezza di So­
(1648) si narra di un crimina­ be stato in realtà il fratello, Ga­ conservati anche quando, nel masca (Lecco). La stessa che
le senza nome convertito dal leazzo Maria. Quel che sappia­ 1447, Gera d’Adda passò alla Manzoni descrive nel romanzo
cardinale Federico Borromeo. mo di Bernardino, in ogni ca­ Serenissima e mantenuti con il come “castello dell’Innomina­
Lo scrittore potrebbe aver trat­ so, rende bene l’idea di come ritorno sotto Milano. to”. La rocca, di proprietà dei
to spunto da questa notizia, in­ vivevano i feudatari di Lom­ Su due fRonti. Oltre a com­ Visconti dal XIV secolo, era po­
trecciandola con la figura stori­ bardia sotto gli spagnoli. battere gli spagnoli, i piccoli sta sul confine tra la Repubbica
ca di Francesco Bernardino Vi­ Rampollo. Bernardino, figlio signori come Bernardino dove­ di Venezia e i territori spagnoli
sconti, suo parente da parte di di un Visconti e di Paola Ben­ vano contrastare i fittavoli che di Lombardia. È plausibile che
madre, per dar vita al malva­ zoni, discendente di una ricca volevano impadronirsi delle lo­ Bernardino l’abbia usata come
gio perseguitato dai rimorsi nei famiglia di Crema, avrebbe po­ ro terre. Si trasformarono co­ covo? La posizione strategica
Promessi sposi. tuto fare una vita da signorot­ sì da nobili feudatari in fero­ gli avrebbe permesso di con­

La monaca vissuta all’ombra del peccato


M entre l’Innominato servì a Manzoni per cele-
brare l’apoteosi di un pentimento, la monaca
di Monza (a lato) fu l’occasione per mostrare come
dove Marianna, ormai orfana di madre, prese i voti
a 16 anni, spinta dalla famiglia per evitare che go-
desse dell’eredità materna. Come unica alternativa
l’innocenza possa perdersi nella corruzione. al convento le offrirono la possibilità di sposare un
Spagnola. Marianna de Leyva (1575-1650), perso- uomo di 25 anni più vecchio.
naggio realmente esistito, era primogenita di una Tresca. Accanto al convento, vivevano gli Osio, fa-
nobile famiglia spagnola. Il padre aveva ottenuto miglia di possidenti bergamaschi. Nacque così una
in feudo da Francesco Sforza la città di Monza, tresca tra la suora e il rampollo Gian Paolo.

42
Signori a confronto
A sinistra, il Castello di Somasca (Lecco),
descritto nei Promessi sposi come
dimora dell’Innominato, e la residenza
di Francesco Bernardino Visconti a
Brignano d’Adda (Bergamo).
A destra, l’Innominato in un’illustrazione
dell’Ottocento; sopra, Bernardino con il
biscione, emblema dei Visconti.

trollare le sue terre, ma non c’è


prova che abbia vissuto qui.
Conversione? E non c’è nep-
pure testimonianza che Ber-
nardino si sia davvero penti-
to, come l’Innominato. Di si-
curo, però, conosceva Federi-
co Borromeo. Lo dimostra una
lettera scritta dal cardinale nel
1614, che lo incontrò nel 1619
in occasione di una visita pa-
storale a Treviglio. L’unico dato
certo di un avvicinamento al-
la Chiesa è un lascito all’orato-
rio di Santa Maria delle Grazie
a Caetta (presso Bagnolo Cre-
masco), registrato nel 1647. Da
questa data si perdono le trac-
ce del “redento brigante” che
ispirò il personaggio più miste-
rioso dei Promessi sposi. •
Paola Panigas

Murata viva. Marianna diede alla luce due figli


(un maschio nato morto e una femmina). La
situazione precipitò quando l’Osio fu implicato
in una serie di delitti con la complicità della mo-
naca. I due furono processati: lui fu processato in
contumacia e poi assassinato, lei condannata alla
segregazione in convento. Dopo 14 anni ottenne
la grazia, ma visse nell’ombra fino alla morte.
PRIMO PIANO

Ai tempi di Renzo e Lucia


il Nord Italia era conteso
tra Francia e Spagna.

1628
E nel Monferrato si giocò
una fase della Guerra
dei Trent’anni

IL CAPITOLO
ITALIANO

44
P
ochi conflitti hanno segnato la storia
d’Europa come la Guerra dei Trent’an-
ni (1618-1648). E, a sorpresa, quel
dramma ebbe anche un capitolo ita-
liano. Gli storici di solito dividono la guerra in
quattro fasi: boemo-palatina, danese, svedese e
francese, in base ai regni protagonisti. Ma mol-
ti riconoscono ormai, tra quello danese e quello
svedese, anche un “periodo italiano”, che coin-
cide proprio con gli anni in cui è ambientato I
promessi sposi, ossia fra il 1628 e il 1630. La Pe-
nisola era percorsa da eserciti piemontesi, man-
tovani, veneziani e lombardi, napoletani, ponti-
fici, tedeschi, spagnoli e francesi.
Trono vacanTe. L’occasione, per le potenze
straniere, di approfittare della debolezza italia-
na per giocare la partita del Nord Italia (il Sud
era saldamente spagnolo), arrivò con la morte Francia o
del duca di Mantova e del Monferrato, Vincen- Spagna...
zo II Gonzaga, privo di eredi diretti. Il primo mi- L’arrivo a Susa
nistro francese, il cardinale Richelieu, eminen- (Piemonte) delle
za grigia di Luigi XIII, aveva un’ossessione: argi- truppe francesi nel
nare l’ascesa della Spagna. Che in Italia control- 1629, in un quadro di
lava, direttamente o indirettamente, gran parte Claude Lorrain.

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
30 ANNI La Spagna dominava l’Italia. La Francia approfittò
IN GUERRA
del pretesto della successione al Ducato di Mantova
1618 per intervenire con le truppe del cardinale Richelieu
Scoppia la Guerra dei
Trent’anni, conseguenza
dell’espansionismo degli degli Stati e staterelli italiani. Soffiarle almeno 3.000 caduti. Filippo IV di Spagna era così sod-
Asburgo in Europa. il Ducato dei Gonzaga poteva essere una strate- disfatto da commentare: “Voglio credere che per
gia sensata, per distrarre il nemico dal principa- l’innanzi questa gente non sarà così facile a ten-
1628 le teatro di guerra, quello nord-europeo. Inoltre,
nei territori dei Gonzaga c’erano le importanti
tar d’invadere li miei Stati”.
CArdinAle ArmAto. Ma Richelieu era un os-
Gli Asburgo (che
regnavano su Spagna e piazzeforti di Casale Monferrato e di Mantova. so duro. Rispose mettendosi personalmente al-
Austria) attaccano Casale e Fin qui la strategia militare. Ma se si passa al- la testa, insieme al re, di un’armata triplicata ri-
la Francia invade l’Italia per la politica, le cose si complicano parecchio. La spetto alla precedente: 35.000 fanti e 3mila ca-
arginarli. Francia, appoggiata da Venezia, sosteneva per valieri, che il 6 febbraio 1629 travolsero i 9mi-
la successione mantovana Carlo di Gonzaga-Ne- la soldati di Carlo Emanuele trincerati presso
1630 vers, cugino più francese che italiano del duca
passato a miglior vita. La Spagna gli contrappo-
Chiomonte. Il duca fu costretto a stipulare una
pace separata con la Francia, il trattato di Susa
A luglio Carlo Emanuele
di Savoia perde Mantova,
se un altro ramo Gonzaga, con il duca di Gua- dell’11 marzo seguente, con cui concedeva ai
che finisce sotto il controllo stalla, Ferrante. Ma Mantova era anche un feu- transalpini il libero passaggio attraverso i pro-
degli Asburgo d’Austria. do dell’impero asburgico d’Austria, alleato del- pri territori. Appena in tempo, per il cardinale.
la Spagna. E l’imperatore austriaco Ferdinan- Spagnoli e imperiali stavano per sferrare la più

1635 do II riteneva di avere il diritto di decidere sulla


successione. Infine, il Monferrato, possedimen-
massiccia delle offensive: contro Mantova, con
un’armata asburgica di 37.000 uomini al co-
Inizia la “fase francese” to dei Gonzaga, faceva gola al duca di Savoia mando di Rambaldo di Collalto, Aldriger e Ga-
del conflitto, non più
Carlo Emanuele I, che appoggiava gli austriaci. lasso, contro il Monferrato con un esercito na-
solamente tra cattolici e
Assedio spAgnolo. Gli eventi precipitarono nel poletano di 20.000 effettivi agli ordini del con-
protestanti, ma tra Francia
e Spagna. mese di marzo del 1628, quando scoppiò la co- dottiero Ambrogio Spinola.
siddetta “seconda guerra del Monferrato”. Gli I movimenti imperiali spaventarono perfino
spagnoli si gettarono su Casale, dando inizio a il papa, che spedì oltre 20.000 uomini a scon-
1648 un assedio che provocò la reazione dei francesi: giurare l’eventuale irruzione dei tedeschi nello
La pace di Vestfalia chiude in “soccorso” della città varcò le Alpi un eser- Stato della Chiesa. Gli storici hanno visto pro-
la Guerra dei Trent’anni e cito di 12.000 fanti e 1.500 cavalieri. Spagno- prio in questa vicenda, apparentemente margi-
ridimensiona la Spagna, li e piemontesi lo affrontarono a Sampeyre il 7 nale rispetto al teatro operativo del conflitto eu-
a favore della Francia.
agosto, infliggendogli una secca sconfitta e ben ropeo, un evento determinante della Guerra dei
SCALA (4)

46
Trent’anni: quella mossa significava infatti il di-
stacco tra il papato e gli Asburgo, rendendo pos- La Battaglia
sibile un’insolita alleanza tra il papato stesso e di Avigliana
D
le potenze protestanti. opo l’occupazione francese
Richelieu dovette intervenire personalmente, di Pinerolo, in Piemonte,
assumendo il grado di generalissimo alla testa un’altra armata transalpina
di un’armata di 22.000 uomini, mentre Manto- scese attraverso la Val di Susa.
va provava a resistere fino al suo arrivo grazie Carlo Emanuele aveva posto uno
sbarramento tra la Dora Riparia
al sostegno di Venezia. A quel punto Carlo Ema- e Avigliana, scavando un canale
nuele divenne l’ago della bilancia: non rispet- tra due laghi per allagare il ter-
tò il trattato di Susa e fortificò inoltre Aviglia- reno e impedire l’avanzata. Ma
na, sperando di essere attaccato per costringere aveva soltanto 3.000 uomini,
i francesi a rompere il trattato. Ma Richelieu lo contro i 10.000 della colonna
francese. Così, il duca decise di
giocò soffiandogli Pinerolo, che si arrese il gior- lasciar sfilare l’armata nemica
no di Pasqua, 31 marzo 1630, consentendo co- attaccandone la retroguardia.
sì ai francesi un comodo passaggio delle Alpi. Nella mischia. Così, quando i
Imperiali e asburgici erano troppo impegnati a francesi iniziarono a muoversi,
Mantova e Casale per sostenere Carlo Emanue- alle 3 del mattino del 10 luglio
1630, il figlio del duca, Vittorio
le, che affrontò da solo la reazione francese: fu Amedeo, si lanciò all’attacco
sconfitto a Bricherasio e Avigliana (v. riquadro con tre battaglioni solo quando
a destra) e finì per perdere Saluzzo e l’intera Sa- Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova passò la retroguardia. Lo scon-
e del Monferrato dal 1626 al 1627. Alla sua morte tro si estese progressivamente
voia. Non era più una minaccia per gli asburgici
si scatenò la lotta per la successione. a tutti gli schieramenti e si tra-
in Lombardia orientale: poterono così entrare a
sformò in una mischia feroce.
Mantova, che saccheggiarono nella notte tra 17 Dopo un’ora di stallo, il coman-
e 18 luglio. Una settimana dopo, una polmonite di una Mantova ridotta alla fame. Quanto al- dante francese, il maresciallo
si portava via il duca piemontese, cui succedeva la Francia, grazie al controllo della roccaforte Montmorency, guidò una
il figlio Vittorio Amedeo, erede di un ducato allo di Casale, Richelieu si era assicurato il transito carica di cavalleria, rompendo
stremo, che anelava solo a uscire dalla guerra. attraverso le Alpi, controbilanciando la poten- le file della fanteria avversaria
e, sullo slancio, quelle dei 400
SoddiSfatti. Anche francesi e spagnoli ne ave- za spagnola in Italia e arginando l’espansione a cavalieri napoletani. Per gli
vano abbastanza del fronte italiano. In fondo sud degli Asburgo. Il breve (e certo non decisi- italiani fu la fine. Pagano Doria,
avevano ottenuto quello che volevano: i tran- vo) periodo italiano del trentennale conflitto si comandante dei napoletani, fe-
salpini erano riusciti a tenere il controllo di Ca- concludeva con un risultato favorevole per Pa- rito al volto, fu fatto prigioniero.
sale, mentre gli iberici potevano essere soddi- rigi: aveva finalmente spezzato l’accerchiamen- Le truppe di Carlo Emanuele si
ritirarono in rotta, lasciandosi
sfatti della caduta di Mantova in mano austria- to asburgico, che da un decennio turbava i son- alle spalle mille caduti. I
ca, anche se il duca-fantoccio Carlo di Gonza- ni dei re di Francia. • francesi presero Pinerolo
ga-Nevers riuscì comunque a rimanere sul trono Andrea Frediani con solo 300 perdite.

Colline di sangue
La battaglia di Avigliana,
che si svolse tra
piemontesi e francesi
il 10 luglio 1630, in
un’acquaforte di un
incisore d’Oltralpe del
tempo, Jacques Callot.
A sinistra, saccheggio
spagnolo di un borgo,
durante la “seconda
guerra del Monferrato”.
La reazione francese
non tardò e un
esercito varcò le Alpi.
PRIMO PIANO

L’estate del
SACRO MACELLO
Nel luglio del 1620, in Valtellina, si scatenò la caccia ai protestanti
italiani che si erano rifugiati nella valle per non essere perseguitati. In
pochi giorni furono massacrate almeno 600 persone, bambini inclusi.
U
no tra gli epi- degli Asburgo di Spagna, non- cello di Valtellina”. In poche
sodi più cruen- ché una porta di accesso al Du- ore tutti i protestanti della città
ti della Guerra dei cato milanese. Sull’altro fronte, vennero massacrati in un deli-
Trent’anni si svol- francesi e veneziani aspirava- rio di violenza. La strage con-
se in Valtellina, nell’estate del no a sbarrare questo corrido- tinuò in tutta la valle, anche
1620. Il cattolicissimo impero io». La nobiltà cattolica, gui- con l’appoggio del clero cat-
degli Asburgo voleva a tutti i data da Giacomo Robustelli, si tolico e di popolani che, come
costi riportare alla “vera fede convinse di poter contare sul cani da caccia eccitati dal san-
romana” i protestanti. La Chie- pieno appoggio della Spagna gue, si aggiravano con falci e
sa cattolica era nel pieno del- in caso di insurrezione contro coltelli. A Teglio, alcune fami-
la Controriforma e nel nostro i Grigioni. E poi, c’era una ven- glie si rifugiarono nel campani-
Paese la mano dell’Inquisizio- detta da compiere. Nell’estate le della Chiesa riformata, ma i
ne stava stroncando sul nasce- del 1618 un “commando” pro- cattolici appiccarono il fuoco e
re ogni tipo di dissidenza. Così, testante aveva rapito il più fie- tutti, bambini compresi, mori-
i pochi luterani e calvinisti del ro rappresentante del cattolice- rono bruciati. Chi rifiutava l’a-
nostro Paese furono costretti a simo valtellinese, l’arciprete di biura veniva buttato su cataste
scegliere: fuga, abiura o rogo. Sondrio Nicolò Rusca. Portato di legna e arso vivo.
La Valtellina, terra cattolicis- di fronte a un tribunale nei Gri- L’eccidio durò alcuni giorni.
sima per tradizione, dal 1512 gioni, Rusca morì per le tortu- Il conteggio delle vittime è in-
Guerra era controllata dal cantone re subite. Quello stesso giorno certo, ma si calcola che tut-
di religione svizzero dei Grigioni, dove il una frana travolse l’abitato di ti i protestanti della valle sia-
A lato, xilografia anonima protestantesimo era invece di Piuro, vicino a Chiavenna, uno no morti quell’estate: circa 600
dell’eccidio di Tirano casa. «Nella seconda metà del dei centri del protestantesimo persone.
(Sondrio), che segnò
XVI secolo la Riforma attirò nel in Italia. Per i cattolici era un epilogo. Giacomo Robustelli
l’inizio del massacro.
territorio valtellinese rifugiati segnale divino: nessuna pietà dichiarò l’indipendenza della
Sopra, Giacomo
Robustelli, il nobile protestanti italiani, che qui po- per gli “eretici”. Valtellina, pronto a consegnar-
cattolico che guidò tevano predicare senza esse- San BartoloMeo italiana. A si alla Spagna. Ma gli svizze-
l’attacco ai protestanti. re perseguitati», spiega Fabri- Tirano, nella notte tra il 19 e il ri non stavano certo a guarda-
In basso a destra, Jurg zio Panzera, docente di Storia 20 luglio 1620, 4 colpi di archi- re: i soldati dei Grigioni, dopo
Jenatsch, pastore della Svizzera all’Università di bugio e le campane a distesa avere indossato per disprez-
protestante svizzero, uno Milano. «Ai vescovi di Como diedero il via a quello che Ce- zo i paramenti sacri rubati nel-
dei pochi sopravvissuti fu impedito di effettuare visite sare Cantù, storico cattolico, le chiese cattoliche, guidaro-
al Sacro Macello. pastorali in Valtellina. Alcune nel 1832 chiamò “Sacro Ma- no la rappresaglia. A quel pun-
chiese cattoliche vennero adi- to gli spagnoli si mossero e per
bite al culto riformato e ci fu vent’anni la Valtellina divenne
un tentativo di istituire a Son- un campo di battaglia, presto
drio un collegio evangelico». tormentato dalla carestia e dal
M ire cattoliche . Con lo flagello della peste. Come finì?
scoppio della Guerra dei Nel 1639 Spagna e Grigioni tro-
Trent’anni la tensione salì oltre varono un accordo e la Valtelli-
il livello di guardia. «Per le po- na passò sotto la Svizzera, do-
tenze belligeranti la Valtellina ve rimase fino al 1793. Ma di
rappresentava il collegamen- protestanti, tra quelle monta-
to più breve fra il Tirolo degli gne, non se ne videro più. •
Asburgo d’Austria e la Milano Roberto Roveda

La lunga caccia alle streghe


D opo il Sacro Macello, la Chiesa cattolica
ristabilì con il pugno di ferro la sua
autorità in Valtellina. I domenicani della
scatenò una caccia alle streghe tra le più
spietate che si conoscano.
Al rogo! Nel 1630, nella sola Bormio,
sua decapitazione, Anna Jon Bich dichiarò:
“Se io avessi una grossa borsa di denaro
non vorrei durare fatica a farmi liberare,
Santa Inquisizione, che aveva una sua sede furono 36 le persone a essere condannate perché si imprigiona solo la gente povera,
anche a Bormio, tenevano sotto controllo per stregoneria, quindi decapitate e non già i ricchi”. Nel 1672-1676 ci fu una
i territori e le autorità civili locali, per poter infine bruciate. Erano quasi tutti poveri, nuova ondata di processi, con 37 persone
reprimere ogni minimo segnale di un ritorno emarginati e soprattutto donne. Nel 1652, giustiziate. L’ultima condanna a morte di
calvinista e luterano. In questo clima, si nel corso del processo che condusse alla una presunta strega valtellinese è del 1715.

49
PRIMO PIANO

La vera
storia della
COLONNA
INFAME
L’epidemia di peste del 1630 dimezzò
I
l filosofo francese Michel de Montai-
gne affermava che la morte per pe-

la popolazione di Milano. Per placare ste non era una delle peggiori, per-
ché “è di solito breve, con stordi-
la rabbia popolare e trovare un capro mento, senza dolore”. Lui però se ne an-
dò all’altro mondo nel 1592, senza aver
espiatorio, si incolparono due innocenti vissuto la terribile epidemia, la cosiddet-
ta “peste manzoniana”, che tra il 1629 e
il 1631 devastò il Nord Italia fino al gran-
ducato di Toscana, colpendo con partico-
lare violenza Milano. La Morte Nera ab-
bracciava democratica ricchi e poveri, uo-
mini, donne e bambini. Uccideva in fretta
le sue vittime, dopo una febbre altissima
e violenti sintomi che lasciavano il cor-
po esanime e violaceo, segnato da pusto-
le e bubboni.
La morte non fu nemmeno l’unico male
di quella epidemia: c’erano anche la pau-
ra, il panico e la rabbia cieca, che fecero
le loro vittime. Le due più famose furono
il commissario del tribunale di sanità Gu-
glielmo Piazza e il barbiere Gian Giacomo
Mora, protagonisti della Storia della Co-
lonna infame scritta da Alessandro Man-
zoni e pubblicata in appendice all’edizio-
ne definitiva dei Promessi sposi. Ma per
capire quel che accadde loro il 1° agosto
del 1630, bisogna partire da una decina
di mesi prima.
D ai monti . Era l’autunno del 1629
quando la peste comparve in Lombar-
dia, portata dai lanzichenecchi. I merce-
nari tedeschi al soldo dell’imperatore Fer-
dinando II d’Asburgo erano calati nella
Penisola dalla Valtellina, già colpita dal
flagello, diretti a Mantova in appoggio
agli spagnoli che per questioni dinastiche
contendevano la città alla Francia.Le pul-
ci dei ratti, portatrici del batterio Yersinia
pestis, entrarono a Milano con un solda-
to italiano arruolato nell’esercito tedesco,
in visita ai parenti nel quartiere di Porta
Orientale (oggi Porta Venezia). Così rac-
conta il presbitero Giuseppe Ripamon-
ti, cronista seicentesco. Nel ducato, pe-
rò, furono in pochi a preoccuparsi. Dopo
l’ultima epidemia, nel 1576, la gente si ri-
fiutava persino di sentir nominare la pe-
ste. E i pochi medici che si azzardarono a
“Pietà l’è morta” mettere in guardia le autorità furono pre-
si a sassate dal popolo, che li accusava di
Una scena della peste che
portar sfortuna e di diffondere false voci
colpì Milano nel 1630 in
un dipinto del XIX secolo, per dare lavoro alla Sanità. Solo quando
ispirato ai Promessi sposi. Vi due famiglie nobili furono spazzate via
si notano i monatti sui carri, dai morsi delle pulci, il bacillo fece il suo
che trasportavano i cadaveri ingresso trionfale anche nella testa dei
alle fosse comuni. milanesi: era il mese di marzo del 1630.
ALINARI

51
Preghiamo
San Carlo Borromeo tra
i moribondi durante
la precedente peste di
Milano, nel 1576.

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE
A maggio ci fu il picco: 40 casi al giorno. E sui muri
del Duomo e della città comparvero macchie di unto.
Fu questo a scatenare la psicosi degli untori
«Manzoni sottolinea come gli interven­ dall’esterno: si trattava delle case

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
ti del governo furono quasi del tutto as­ in cui aveva dimorato un appestato
senti, ma in quegli anni c’erano anche la e dove a volte rimanevano in qua­
guerra e la carestia, fattori importanti che rantena i suoi familiari, in attesa del­
spiegano come mai le autorità fossero la­ la morte o di qualcuno che riempisse
titanti. Si può ipotizzare che le istituzio­ di cibo un paniere calato dalla finestra.
ni in quel frangente tentassero di mante­ Punizione divina. A maggio venne il
nere un atteggiamento non troppo duro, peggio, con almeno 40 nuovi casi al
per non pressare ulteriormente il popolo», giorno. “Qui non c’entrano gli influs­
spiega Matteo Palumbo, docente di Lette­ si astrali e nemmeno l’aria contaminata
ratura italiana all’Università di Napoli. Le dall’odore della sporcizia e della putrefa­
ricerche storiche, inoltre, hanno rivelato zione: la peste la portano gli untori, che
che, nonostante il ritardo e la lentezza bu­ spargono il morbo con impiastri e olii”,
rocratica, qualcosa venne fatto. mormorava la gente. E di bocca in boc­ Dottore
Il problema era che, dato che si ignorava ca, complici le macchie d’unto comparse Tra gli appestati i
del tutto la causa della malattia, i provve­ nel Duomo e sui muri della città, la teo­ medici giravano
dimenti furono inutili. I contagi aumenta­ ria convinse un po’ tutti, compresi molti con mantello
rono in modo esponenziale: i malati furo­ dottori del tempo, l’arcivescovo Federico cerato, bastone
no ammucchiati nel lazzaretto di San Gre­ Borromeo e il governatore spagnolo di Mi­ per non toccare
gorio (v. riquadro a destra), i cadaveri po­ lano, che incolpava le potenze nemiche. i malati, occhiali
e maschera. Nel
sti sui carri e sepolti in fosse comuni, sotto Mentre Manzoni la bollava invece come
“becco”, erbe
strati di calce. Lungo le strade semideser­ frutto del delirio collettivo e dell’immagi­
aromatiche.
te, molte porte e finestre furono serrate nazione popolare.
52
COME
FUNZIONAVA
IL LAZZARETTO
1 G li appestati, veri o
presunti, durante l’epi-
demia del 1630 venivano
tutti chiusi nel lazzaretto,
una specie di ghetto sani-
tario costruito, più che per
curare i malati, per tenerli
separati dalle persone sane.
A Milano, il maggiore era
quello di San Gregorio, ge-
stito dai padri cappuccini:
completato nel 1509, era un
grande recinto rettangolare
2 3 circondato da un fossato
pieno d’acqua, compreso tra
le attuali via Lazzaretto, via
san Gregorio, corso Buenos
4 Aires e viale Vittorio Veneto.
Ecco com’era fatto.

1 All’interno, su tre lati


correva un porticato a
colonne, su cui si aprivano
280 piccole stanze.
5
2 Dalle stanzette del
porticato gli ammalati
potevano assistere alle
messe celebrate nella chiesa
ottagonale di san Carlo
6 Borromeo, posta al centro
del lazzaretto (ancora
esistente).

3 Sovrintendenti salariati
si occupavano di annota-
re giornalmente le necessità
del lazzaretto per far rap-
porto all’ufficio di Sanità,
LEEMAGE

spurgare le fogne, ripulire le


celle dei malati, far bruciare
abiti e oggetti dei morti e
Giustizia portar via i cadaveri, scri-
Fra’ Cristoforo vendo i nomi su un registro.
porta Renzo
a vedere Don 4 Quando i ricoverati rag-
giunsero lo spropositato
numero di 16mila il sistema
Rodrigo tra i
collassò: “dormivano am-
moribondi, al montati a venti, a trenta per
lazzaretto. ognuna di quelle cellette, o
accovacciati sotto i portici,
su un po’ di paglia putrida e
fetente, o sulla nuda terra”,
scrive Manzoni nei Promessi
sposi.

5 Per far posto ai malati, le


autorità sanitarie edifica-
rono nello spiazzo capanne
di legno e paglia, dividendo
il lazzaretto in quartieri.

6 I dottori, che si rifiutava-


no di entrare per paura
del contagio, visitavano i
FOTOTECA GILARDI

malati stando al di qua del


fossato che circondava il
lazzaretto.
Morte
agli untori
L’esecuzione
pubblica di Gian
Giacomo Mora,
Guglielmo Piazza
e altri complici,
durante la peste
“manzoniana”.
A sinistra, la
presunta ricetta
di polvere e
unguento usata
dagli “untori”
per proteggersi,
negli atti del
FOTOTECA GILARDI (2)

processo.

Oltre al lazzaretto di San Gregorio c’era l’ospedale Napoli 1656


La piazza del
spagnolo. Ma qui erano ricoverati soltanto i soldati Mercato di Napoli
durante la peste
della guarnigione, oppure i notabili milanesi del 1656. Qui il
bacillo giunse
Psicosi. In effetti, spiegano oggi alcu- otto del mattino. Era un individuo sospet- forse da alcune
ni studiosi, gli untori esistevano davve- to, mantello nero e cappello calato sul vi- navi provenienti
ro. Che fossero in grado di diffondere la so, che camminava rasente alle abitazioni dalla Sardegna.
peste con impiastri rimane improbabile, lungo via della Vetra dei Cittadini, con un
ma, batteriologica o psicologica che fosse, foglio di carta in mano. E ogni tanto stro-
quella guerra ebbe i suoi effetti. «A pre- finava le mani sui muri. Si trattava proprio
scindere dalla loro reale esistenza, gli un- del nostro Guglielmo Piazza.
tori erano sentiti come presenza», dice Pa- Vittime innocenti. Alto e magro, con
lumbo. «Il popolo, superstizioso e prova- una lunga barba rossa e capelli castani
to dall’epidemia, cercava dei responsabili, scuri, il pover’uomo venne arrestato: cam-
perché trovare un capro espiatorio, incol- minava a ridosso delle case per ripararsi
pare qualcuno di specifico, illudeva la gen- dalla pioggia mentre lavorava, annotando
te che il problema fosse facilmente risolvi- sul foglio di servizio le case abbandonate
bile eliminando la causa». e i decessi nel quartiere. Ogni tanto si pu-
La paura, come succede anche o liva le dita sporche di inchiostro sul mu-
ggi, si mutò in aggressività. E quando si ro. Questa fu la sua versione, finché due
aprì la caccia agli untori molti innocen- sessioni di terribili torture e la promessa
ti ci andarono di mezzo. Nella chiesa di dell’impunità in cambio del nome di un
sant’Antonio i fedeli linciarono un vec- complice gliela fecero modificare: era stato
chietto che prima di sedersi aveva spolve- Gian Giacomo Mora, barbiere e preparato-
rato la panca col mantello. Tre giovani pel- re di unguenti, a dargli il veleno con cui
legrini francesi, che avevano allungato le imbrattare il quartiere in cambio di soldi.
mani per accarezzare il marmo del Duo- Strappato senza troppe spiegazioni alla
mo, furono picchiati e portati di peso in moglie, ai figli e alla sua bottega, Mora su-
cella, prima di essere scagionati. bì lo stesso trattamento del suo delatore.
La psicosi toccò l’apice in un piovoso 21 E, dopo più di un mese di torture, per por-
giugno, quando gli abitanti del quartiere re fine alle sofferenze si proclamò colpe-
di Porta Ticinese scoprirono una sostan- vole, aggiungendo i nomi di altri complici:
MONDADORI PORTFOLIO/THE ART ARCHIVE

za gialla e appiccicosa sulle mura e le por- banchieri, comuni artigiani e persino don
te delle loro case. Il responsabile non l’a- Giovanni Gaetano de Padilla, figlio della
vrebbe fatta franca: la vedova Caterina Ro- terza carica del ducato e l’unico a evita-
sa lo aveva visto dalla finestra, intorno alle re la condanna.
54
Altri tempi. Tra gli storici c’è chi dice la vista del popolo per sei ore prima di es- La peste in Europa
che i giudici non fecero altro che seguire i sere sgozzati e bruciati. Mentre le loro ce-
criteri legali e morali del tempo, ma anche neri venivano gettate nel canale della Ve- 500
chi li ritiene affetti dalla stessa cieca super- tra, la casa-bottega del Mora fu demolita
stizione dei milanesi e chi, come Manzo- per far posto a una colonna di granito “da 450
ni, sostiene che, nell’impossibilità di por- chiamare infame”, che ricordasse le colpe
400
re un argine alla peste, scelsero un verdet- dei condannati e le terribili pene che spet-
to che placasse la rabbia popolare. Quel tavano agli untori. 350
che è certo è che il 1° agosto Piazza e Mo- La memoria dei due innocenti venne
ra furono caricati su un carro legati schie- riabilitata soltanto nel 1778, quando la 300
na contro schiena e tra due ali di folla in- colonna, diventata ormai testimonianza
250
ferocita, in una specie di via crucis per le d’infamia non per i condannati ma per i
strade di Milano, vennero torturati con loro giudici, venne abbattuta. Quanto alla 200
ferri roventi e mutilati della mano destra. peste, proseguì ancora, dilagando nel resto
Giunti nell’attuale piazza della Vetra, d’Italia. L’epidemia si esaurì soltanto nei 150
storico luogo dei roghi degli eretici, furo- primi mesi del 1631: Milano aveva perso
100
no legati alla ruota per la tortura e colpiti circa 60mila persone, quasi metà dell’inte-
a lungo con un bastone fino a spezzar loro ra popolazione. E la propria umanità. • 50
le ossa. Agonizzanti, rimasero esposti al- Maria Leonarda Leone
33% 50% 24% 45% 40% 14%
0

NAPOLI
1656
MIGLIAIA
VENEZIA
1630

1630
BOLOGNA
1631
MILANO

BARCELLONA
1653

LONDRA
1665
POPOLAZIONE MORTI
TOTALE DI PESTE
Chi c’è dietro
DON RODRIGO?
Una serie di coincidenze induce gli storici a pensare si tratti di Paolo
Orgiano, vissuto nel Seicento. Secondo gli atti del processo che subì,
pronunciò la fatidica frase “Questo matrimonio non s’ha da fare”.

I
ntemperante e mediocre, gli aizzasse, a digrignar le gen- kespeare, che nel suo Otello to Paolo Orgiano, accusato di
un “signorotto” che abi- give”. Eppure la sua meschina parla di un gentiluomo vene- violenza su una giovane don-
tava in un “palazzotto”: figura è stata il motore dei Pro- ziano simile a quello manzo- na. Vissuto nel Seicento pro-
Alessandro Manzoni non messi sposi. niano, dal nome inequivocabi- prio a Orgiano (Vicenza), eb-
stimava Don Rodrigo. Anco- Quale “musa” ispirò Manzo- le: Roderigo. be una vita simile a quella di
ra minor simpatia gli ispirava ni nel mettere su carta la figu- Agli Atti. Qualche anno fa Don Rodrigo. «La coincidenza
l’entourage che ruotava intor- ra di Don Rodrigo? Ancora oggi uno studioso dell’Università di dei fatti è tale da rendere plau-
no al suo podere: “La gente che non lo sappiamo. In compen- Venezia, Claudio Povolo, ha sibile l’ipotesi che lo scrittore,
vi s’incontrava erano omacci so conosciamo tutte le ipotesi proposto un’altra ipotesi. Al- nella fase di gestazione del ro-
tarchiati e arcigni [...]; vecchi avanzate dagli studiosi. Qual- cuni atti processuali (pubblica- manzo, avesse preso visione
che perdute le zanne, parevan cuno ha azzardato che si fos- ti dall’editore Viella nel 2013) del fascicolo processuale istru-
sempre pronti, chi nulla nulla se ispirato addirittura a Sha- raccontano la storia di un cer- ito dalla suprema magistratura
veneziana. L’intelaiatura nar- ni, Fiore si sposò. Nemmeno
rativa del capolavoro manzo- il tempo di dire “sì, lo voglio”
niano [...] corrisponde, in buo- e ricevette una visita dei bra-
na misura, alla vicenda proces- vi pronti a condurla nel palaz-
suale che si svolse nel villaggio zo del signorotto che la violen-
vicentino», sostengono Gaeta- tò. A proteggerla solo un frate.
no Cozzi e Gino Benzoni, due Non fra Cristoforo, ma fra Lu-
storici che hanno analizzato gli dovico Oddi, che la convinse
atti del processo. a ribellarsi, subendo la reazio-
Somiglianze. Effettivamente ne dello zio del nobile, il con-
i punti di contatto tra le due te dei Fracanzan, che, ricorren-

FOTOTECA GILARDI
storie non mancano. Il nobi- do alla curia vescovile vicenti-
le viveva come Don Rodri- na, ottenne un processo contro
go circondato da una piccola il frate. Ecco fino a qui le so-
corte di aristocratici e di “bra- miglianze tra la storia di Paolo
vi”. Gente poco raccomanda- Orgiano e quella di Don Rodri- aspetto non irrilevante è che il bone, dice il Manzoni, chiamò
bile dedita a soprusi e anghe- go. Confermate anche da una trasferimento degli archivi av- un suo bravo chiedendo di ri-
rie: alcune passate sotto silen- frase messa agli atti: la cele- venne tra il 1818 e il 1821, an- volgersi a un medico, amico lo-
zio, altre denunciate. Come bre espressione “questo matri- ni in cui si colloca il concepi- ro, nella speranza che lo curas-
nel caso di quella riservata a monio non s’ha da fare!”, due- mento del Fermo e Lucia (pri- se all’insaputa di tutti. Le cose
una giovane donna, tal Fiore: cento anni prima che Manzoni ma versione dei Promessi spo- non andranno così: il bravo lo
una contadina che viveva con la mettesse in bocca a Don Ab- si, ndr). Un periodo in cui la tradì e lo fece portare nel Laz-
la madre vedova, proprio co- bondio, l’avrebbe pronuncia- documentazione, non anco- zaretto di Milano dove trascor-
me Lucia Mondella con la ma- ta proprio il signore vicentino. ra interamente catalogata, era se i suoi ultimi giorni tra feb-
dre Agnese. Nonostante le mi- CoinCiDenze. Ma che proba- sottoposta a controlli meno ri- bri, sudori e dolori. Fra Cristo-
nacce dell’Orgiano che le ave- bilità ci sono che Manzoni ab- gidi dal direttore dell’archivio». foro lo notò e lo indicò a Ren-
va manifestato le sue attenzio- bia letto le carte del processo, Divergenze. A far crollare zo: “Stava l’infelice, immoto;
preso ispirazione e addirittu- l’intera costruzione è la con- spalancati gli occhi, ma senza
Il cattivo ra copiato questa espressione? clusione del processo. Dell’e- sguardo; pallido il viso e spar-
Due illustrazioni Come confermano gli studio- pico finale manzoniano nel te- so di macchie nere; nere ed en-
realizzate per due si, non ci sono prove certe. Le sto giudiziario non c’è trac- fiate le labbra: l’avreste detto
diverse edizioni dei coincidenze però sono davve- cia. L’imputato vicentino vie- il viso d’un cadavere, se una
Promessi sposi: Don ro curiose. Non si può esclu- ne condannato al carcere a vita contrazione violenta non aves-
Rodrigo rapisce Lucia dere la possibilità che Manzoni con la sentenza del 1607 del se reso testimonio d’una vita
nel giorno delle sue abbia preso visione di questa Consiglio dei Dieci della Sere- tenace”.
nozze (a sinistra), i storia scartabellando la vasta nissima Repubblica di Vene- Nell’epilogo c’è il senso
bravi saccheggiano la mole documentaria depositata, zia. Accusato di aver terroriz- dell’intero dramma manzonia-
casa di Don Rodrigo, proprio nell’Ottocento, all’Ac- zato per anni il paese di Orgia- no. Al suo capezzale Renzo de-
contagiato dalla
cademia di Brera o all’Archivio no, con “homicidi, sforzi, vio- pose qualsiasi moto di vendet-
peste (in alto), in una
San Fedele di Milano. lentie et tirannie”. ta. E perdonò il signorotto, già
litografia del 1838.
Claudio Povolo ne è convin- Non accade lo stesso a Don punito – secondo Manzoni –
to: «È probabile che a Manzo- Rodrigo che, indenne alla giu- dalla giustizia divina. Finale
ni fosse giunta notizia dell’esi- stizia umana, se la dovette ve- più poetico di quello di Paolo
stenza di questa documenta- dere con la Provvidenza e la Orgiano, morto in cella. Potere
zione che forniva un’immagine giustizia divina. Nel romanzo della letteratura. E del genio di
efficace dell’antica repubbli- Don Rodrigo morirà infatti col- Alessandro Manzoni. •
ca veneziana», dice. «Un altro pito dalla peste. Al primo bub- Giuliana Rotondi

Paolo Orgiano: la sua storia diventerà un film


S ugli intrecci della coppia perseguitata da Paolo
Orgiano sta girando un film il regista Ermanno
Olmi. Ad aiutarlo nella sceneggiatura lo storico di
secoli fa fecero da scenario a questa intricata vi-
cenda. Il regista e lo storico stanno cercando una
narrazione capace di dar voce ai protagonisti di
Ca’ Foscari, Claudio Povolo, che dopo aver studiato un mondo umile e poco conosciuto, come quello
MARY EVANS/SCALA

gli atti, collabora alla stesura del copione. dei popolani di allora, utilizzando la controversa
Oppressi alla ribalta. I due hanno effettuato un figura di Paolo Orgiano estremamente rappresen-
sopralluogo a Orgiano e nei luoghi che quattro tativa della società postfeudale seicentesca.

57
romessi
PRIMO PIANO


posi LA STORIA DENTRO
LA LETTERATURA

I
n pieno Risorgimento, Alessandro nomo. Io lessi Manzoni tre volte – mi di-
Manzoni (1785-1873) sceglieva di ceva un tale – a diversissime epoche e
ambientare i suoi Promessi sposi sempre ne fui ammirato poiché da
nel ’600. Ne abbiamo chiesto il fanciullo ci scorsi il sorgere e il tra-
perché a Francesco de Cristofaro, montare del sole, la tempesta e il
docente di Letterature comparate sereno – il racconto – da giova-
all’Università di Napoli. ne, l’amore, la smania per le ri-
forme, la rivoluzione – da vec-
Innanzitutto, perché proprio chio infine, la pace della fami-
il biennio tra il 1628 e il 1630? glia, la rassegnazione – la vani-
«Perché a Manzoni, che era tà del tutto”».
un nevrotico e aveva l’abitudine
di documentarsi (quando scrisse Nella trama si intrecciano pri-
l’Adelchi si sorbì tutta la Storia dei vilegi di classe, soprusi e ingiusti-
Longobardi di Paolo Diacono), quel zie verso gli umili che, nel ’600 co-
biennio appariva interessante, come se me nell’800, erano esclusi dalla Sto-
gli eventi della microstoria e il respiro am- ria, e che invece gli ideologi del Risorgi-
pio della Storia coincidessero. Non a caso mento coinvolsero. Che cosa ne pensa?
nel 1822 scrisse al fido collaboratore Clau- ANTONIO MOLINO
«È vero, I promessi sposi sono anche il
de Fauriel di essere immerso in un roman- nel ’900 rilanciò: non solo del suo pre- racconto di una rivoluzione dal basso. E
zo “la cui epoca va dal 1628 al 1631”, e sente, ma anche del nostro, fatto di con- ne sono derivate tante cose belle, ma an-
che “le memorie che ci restano di quest’e- sorterie e azzeccagarbugli. Ma torniamo che una sorta di ubriacatura populista che
poca presentano e fanno supporre una si- all’800: occorreva “liberare la foresta dai non ha fatto bene né al romanzo né alla
tuazione della società quanto mai straor- lupi” (leggi: l’Italia dallo straniero) e Man- cultura italiana. Invece mi interessa sot-

FOTO DI BRIDGEMAN, MONDADORI PORTFOLIO, REALY EASY STAR, FOTOTECA GILARDI (8), GETTY IMAGES (3) SCALA (6)
dinaria: il governo più arbitrario combina- zoni, che non era carbonaro ma fiancheg- tolineare l’ingresso della “gente di nessu-
to con l’anarchia feudale e l’anarchia po- giava i patrioti perseguitati dalla censura no” nei mondi della narrativa: una sorta
polare; una legislazione stupefacente per austriaca, per parlare del presente senza di democrazia, in virtù della quale possia-
ciò che prescrive e per ciò che fa indovina- dare nell’occhio guardò al passato». mo leggere un’opera piena di personaggi
re, o racconta; un’ignoranza profonda, fe- apparentemente inessenziali, che non fan-
roce, e pretenziosa; delle classi con inte- Quali furono i motivi del successo tra no la Storia ma sono la Storia. Nel libro si
ressi e principi opposti, [...] infine una pe- i lettori dell’800? Che cosa ci trovavano, agitano infatti figure prive di nome, dal
ste che ha dato modo di manifestarsi alla di risorgimentale, in quelle pagine? “sarto” all’“amico vero”, dal “padre di fa-
scelleratezza più consumata e più svergo- «Io sono dell’idea che la fortuna del ro- miglia” al “vecchio mal vissuto”, dal “prin-
gnata, ai pregiudizi più assurdi, e alle vir- manzo sia dovuta ad altri motivi. Il respiro cipe padre” al “barocciaio” (il conducen-
tù più commoventi”». del Risorgimento gli conferì un passo epi- te del calesse), dalla “vecchia” ai vari osti.
co e una sorta di necessità storica, e sicu- Negli anni in cui Honoré de Balzac vole-
Il romanzo nasceva mentre si poneva ramente un patriota si rispecchiava nelle va redigere, attraverso i 137 testi della sua
il problema dell’identità italiana, sotto vicende di quel “secolo bestiale” (il ’600); Commedia umana, l’“anagrafe della socie-
la dominazione austriaca: come ha in- ma la ricetta del successo è un’altra. Ed tà contemporanea”, questo unico romanzo
fluito questo sulla trama? è quella dei veri classici, capaci di parla- del nostro don Lisander – come Manzoni
«Moltissimo; una linea interpretativa re a tutti. Lo ha detto meglio di chiunque era soprannominato – si spinge ad acco-
tuttora dominante legge il romanzo come l’esponente della scapigliatura Carlo Dos- gliere coloro che non vi sono nemmeno
un racconto “a chiave” del suo presente. si: “Manzoni, libro universale: tutti vi pos- registrati. Più di così...». •
E un intellettuale come Leonardo Sciascia sono imparare, dalla portinaia all’astro- Anita Rubini
Una Penisola
SACRO
ROMANO
IMPERO

molto contesa
CONFEDERAZIONE
SVIZZERA
PRINCIPATO

IA
DI TRENTO

ER
• Ginevra

GH
• Trento • Belluno • Udine

’UN
• Aosta L’Italia intorno al 1650, divisa in tanti staterelli,

OD
• Bergamo controllati dagli Asburgo di Spagna e dove lo

R
DUCATO STATO
DI SAVOIA DI MILANO • Brescia

REGN
Stato della Chiesa esercitava l’egemonia politi­

E
• Trieste
Venezia •

P
Milano •
DUCATO
ca. Tra gli Stati più importanti c’erano la Repub­

U
Torino • Fiume •
MARCHESATO DI MANTOVA blica di Venezia e il Ducato di Savoia, allora in

B
DI MONFERRATO ascesa e “Stato cuscinetto” tra Italia e Francia.
A

DUCATO

B
REGNO DI FRANCI

MARCHESATO DI PARMA DUCATO DUCATO

L
DI SALUZZO DI FERRARA • Pola

I
Genova • DI MODENA
E REGGIO • Bologna

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IMPERO

A
PRINCIPATO
A

CONTEA REPUBBLICA
V

DI MASSA
REPUBBLICA DI GENO

DI TENDA DI SAN
REPUBBLICA OTTOMANO

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MARINO I
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Ligure DUCATO DUCATO • Ancona E
DI MONACO N
DI FIRENZE DI URBINO
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CONTEA DI I
SAN FIORA STATO A

STATO
DELLA Mar
• Teramo
DEI PRESIDI CHIESA Adriatico Ragusa •
Orbetello • • L’Aquila • Chieti REPUBBLICA
CORSICA DUCATO DI RAGUSA
DI CASTRO
Ajaccio •
Roma •
• Manfredonia
• Pontecorvo • Foggia
• Bonifacio
Terracina •
• Bari
• Benevento
Napoli • REGNO • Brindisi
Sassari • Salerno • DI • Taranto
NAPOLI • Lecce
REGNO
Mar DI SARDEGNA Mar
Tirreno SARDEGNA Tirreno
Mar
Cosenza • Ionio

• Cagliari
• Catanzaro
LA SERENISSIMA
Tropea • La Repubblica di
Venezia controllava
parte della costa
SICILIA • Reggio adriatica orientale.
Palermo • Nel ’600 continuò a
Trapani •
contendere territori
REGNO agli Ottomani, ma la

Il secolo
DI potenza veneziana
Girgenti • SICILIA iniziò a declinare.

di ferro
M A R

M E D I T E R R A N E O

SARDEGNA SICILIA REGNO DI NAPOLI


Il Seicento, soprattutto nella L’isola da fine ’400 Era controllata dagli La Spagna dominò
era dominio spa­ Asburgo di Spagna Napoli dal 1503 al
sua prima metà, fu un’epoca gnolo. Nel ’600 subì dal 1516. Rimase 1713. Nel 1647 Tom­
incursioni dei pirati spagnola per tutto maso Aniello, detto
di guerre e massacri. Che nordafricani e nel il ’600 fino al 1713, Masaniello, guidò
1647 un tentativo quando passò una rivolta poi fallita
lasciò l’Europa e l’Italia divise di invasione della brevemente ai contro gli spagnoli
Francia, che però Savoia (insieme e le loro tasse
e con ferite profondissime. poi si ritirò. alla Sardegna). sempre più alte.

C RONOLOG I A
1618 Rivolta boema 1620 Vittoria asbur­ 1625 Entrano in 1630 La Svezia (al­
La Guerra contro l’imperatore
asburgico: a Praga
gica nella Battaglia
della Montagna Bian­
guerra, contro gli
Asburgo cattolici,
leata della Francia)
entra in guerra con­
dei Trent’anni scoppia il conflitto. ca (Boemia). i danesi luterani. tro gli Asburgo.
Un’Europa
sconvolta
La Guerra dei Trent’anni, le
SCANDINAVIA
I regni scandinavi furono pro-
tagonisti dell’ultima parte della
carestie e la peste si portarono Guerra dei Trent’anni. La Svezia,
via 12 milioni di europei. Ma il in particolare, era potentissima.
Seicento fu anche un secolo in
cui si ridisegnò il continente.
Nella cartina, l’Europa del 1648.
REGNO DI SVEZIA

INGHILTERRA IMPERO
Nel 1642-43 si svolge
la rivoluzione purita- RUSSO
na inglese di Oliver REGNO
Cromwell, seguita DI
dalla restaurazione DANIMARCA
monarchica (1660). E DI
Mare NORVEGIA RUSSIA
del Nord Il ’600 in Russia si
Stoccolma •
aprì con i “torbidi”,
un periodo di lotte

o
OLANDA tra i boiari per il

ltic
Con il Trattato di controllo dello Stato
REGNO russo e di guerre
Vestfalia le Province

Ba
DI SCOZIA con la Polonia. Alla
Unite ottengono la
• Edimburgo piena indipendenza ar fine, prevarrà la di-
nastia dei Romanov.
M

dagli Asburgo di
Spagna e d’Austria.
Danzica •
Pomerania DUCATO REGNO
IRLANDA POLONIA
REGNO • Amburgo DI DI
D’INGHILTERRA PROVINCE PRUSSIA POLONIA Il regno polacco-
Brandeburgo lituano del ’500
UNITE
raggiunse l’apogeo
Londra • Lusazia EUROPA CENTRALE nel ’600, quando
Paesi Bassi Sassonia Ducato Il Sacro romano
• Colonia di Slesia la Polonia estese
Spagnoli impero, diviso in la sua influenza
Elettorato Palatinato tanti principati e sulla vicina Russia e
IA

Regno
del Palatinato superiore regni vassalli degli
ER

di Boemia sull’Ucraina, prima


Asburgo d’Austria.
GH

Württemberg Baviera della crisi del ’700.


• Parigi Qui la Guerra dei
’UN

Arciducato
Tirolo d’Austria Trent’anni e la peste
REGNO
OD

OCEANO fecero la maggior


DI parte dei 12 milioni
REGN

AT L A N T I C O Repubblica
FRANCIA Ducato Ducato di Venezia di morti europei.
di Savoia di Milano
Stato
Repubblica
di Genova della IM Mar
Granducato Chiesa
P Nero
di Toscana
ER
REGNO CORSICA Roma • O
REGNO DI SPAGNA • Barcellona Napoli • OT
DEL REGNO TO
PORTOGALLO • Madrid DI MAN
SARDEGNA Mar O
• Lisbona BALEARI T i r r e n o NAPOLI
M A R Palermo • OTTOMANI
Atene •
M SICILIA Il ’600 fu il secolo
Tunisi • E dell’espansione
D Mar
I turca verso l’Europa,
T Egeo culminata nel 1683
E
REGNO DI FRANCIA R con l’assedio di
R A CRETA
Dopo la Guerra dei Trent’anni, N E O Vienna. Ma quella
in Francia, Luigi XIV (il Re Sole) data segnò anche
centralizzò lo Stato e avviò una l’inizio del declino
politica di espansione militare. ottomano.
DOMINI ASBURGO DI SPAGNA DOMINI ASBURGO D’AUSTRIA SACRO ROMANO IMPERO

1632 Battaglia di 1635 Entra nel 1641 Luigi XIII di 1643 Decisiva 1648 La Pace di
Lützen: vittoria sve- conflitto la Francia, Francia stipula un’al- vittoria francese a Vestfalia pone fine
dese (ma muore il re contro la Spagna di leanza antispagnola Rocroi (Francia) con- alla guerra e ridise-
Gustavo Adolfo). Filippo IV. con il Portogallo. tro gli spagnoli. gna l’Europa.
A cura di Anita Rubini

Renzo Tramaglino Lucia Mondella

ersonaggi
Tra buoni e cattivi, prepotenti
Il “promesso sposo” del La fidanzata di Renzo e
e umili, realmente esistiti e di romanzo è un uomo sem- protagonista femminile
plice, dall’animo buono. del romanzo è una donna
pura fantasia: ecco i protagonisti La sua impulsività però lo mite, dalla morale solida.
fa mettere nei guai più di Orfana di padre, vive con
principali dei Promessi sposi. qualche volta. la madre Agnese.

rama
LA FUGA
I bravi guidati dal
Griso tentano di rapire
Lucia. I promessi sposi
scappano. Con l’aiuto
di Fra Cristoforo, la
ragazza e la madre
Agnese si rifugiano in
un convento a Monza.

SOLO PER UN CAPRICCIO


Renzo viene a sapere
da Perpetua, la serva
di Don Abbondio,
che Don Rodrigo si è
incapricciato di Lucia.
Si rivolge all’Azzecca-
garbugli e progetta
un matrimonio lampo,
vanificato dal curato.
DON ABBONDIO E L’INCONTRO CON I BRAVI
Don Abbondio, curato in un paesino sulle rive
del Lago di Como, viene avvicinato da due sca-
gnozzi (bravi) di Don Rodrigo, il signorotto del
luogo, che gli intimano di non celebrare il matri-
monio di Renzo Tramaglino con Lucia Mondella.

Pescarenico
uoghi QUEL RAMO
DEL LAGO DI COMO
Il paese di Renzo e
Lucia è nel lecchese,
Il romanzo è ambientato in nei pressi del Lago
di Como, allo sbocco
Lombardia, in città e scenari del fiume Adda. A
Pescarenico si trovava
familiari al milanesissimo il convento di Fra
Cristoforo.
Alessandro Manzoni.
Azzeccagarbugli Don Rodrigo Innominato Federico Borromeo Griso

Renzo si appella a lui, a Il prepotente nobiluo- Altro signorotto prepo- Caritatevole arcivescovo Il prepotente e fedele
Lecco, per avere giustizia mo che si incapriccia di tente che inizialmente di Milano che si adopera capo dei bravi, al servizio
contro Don Rodrigo. Al Lucia e che la vuole a collabora con Don in difesa degli oppressi e di Don Rodrigo.
nome del signorotto, il tutti i costi. Rappresenta Rodrigo. Poi si pente degli appestati, nonché di Che poi tradirà
meschino avvocato però il malgoverno spagnolo e invece di consegnargli Renzo e Lucia. Manzoni lo quando quest’ultimo
si tira indietro. dell’epoca. Lucia, la libera. ritrae come un santo. contrarrà la peste.

PATTO DIABOLICO IL VOTO DI LUCIA


Delle due donne si Lucia viene
occupa Gertrude che, rapita e con-
fatta monaca a forza, dotta al castello
è legata a un nobilot- dell’Innominato
to, Egidio; questi, con dove fa voto di
l’Innominato fa rapire castità se riuscirà
Lucia per conto di a scampare
Don Rodrigo. al pericolo.

TUMULTI PER IL PANE LIBERA!


Renzo arriva a Milano Il tormento di Lucia
mentre il popolo è in provoca la crisi
rivolta per la carestia. dell’Innominato che
Renzo beve troppo in la libera. Ospitata a
un’osteria e farfuglia casa di un sarto rice-
contro i prepotenti: ve la visita del Cardi-
viene arrestato. nale Borromeo.

Lecco Monza
I NODI SI SCIOLGONO NEL REGNO
IN CITTÀ DELLA “SIGNORA”
Vi si reca Renzo per Qui sorge il convento
incontrare l’Azzecca- dove Agnese e Lucia
garbugli e chiedere furono inviate da Fra
se ci sia una grida Cristoforo dovendo
che possa condan- fuggire da Lecco. Vi
nare Don Rodrigo, vive Gertrude, la Mo-
invaghitosi della sua naca di Monza.
promessa sposa.
Monaca di Monza Perpetua Don Abbondio Fra Cristoforo Agnese

Gertrude, detta anche “la Domestica di Don Curato del paese di Renzo Padre cappuccino che Madre di Lucia, anche
Signora”, monaca a forza, Abbondio, è una donna e Lucia. Tutt’altro che “cuor favorisce la fuga di Lucia lei di professione
è legata a un nobilotto, schietta e pragmatica. di leone”, cerca di tenersi a Monza con la madre e tessitrice. Segue
Egidio, complice con Ha imparato a ubbidire e alla larga dai pericoli di un quella di Renzo a Milano. la figlia sostenendola
l’Innominato nel comandare, ma non a secolo di privilegi. Ma non Forse ispirato a un frate con la sua
rapimento di Lucia. custodire i segreti. ci riesce sempre. realmente esistito. furbizia popolare.

PERSONAGGI
STORICI
PERSONAGGI
DI FANTASIA
PERSONAGGI ISPIRATI
A FIGURE STORICHE

ARRIVA IL MORBO
Milano è colpita dalla
peste e attraversata
dai carri dei monatti
che raccolgono i mor-
ti. Renzo vi si rifugia
dopo essere stato pre-
so per un untore.

ULTIMI CAPITOLI
Renzo cerca Lucia, anche
lei appestata, nel Lazza-
retto di Milano. Qui Fra
Cristoforo scioglie il voto
della donna (che guari-
sce). Tra le vittime della
peste, Don Rodrigo.

LIETO FINE
I due “promessi” possono sposarsi.
Dopo le nozze si trasferiranno a Ber-
gamo dove Renzo comprerà un filato-
io in società col cugino Bortolo.

Milano Bergamo
DALLA FAME LIETO FINE SOTTO
ALLA PESTE LA SERENISSIMA
La Lombardia del La città appartiene
romanzo è straziata alla Repubblica di
dalla guerra e Milano Venezia e vi abita Bor-
scossa dai tumulti tolo, cugino di Renzo.
per la carestia e spo- Sarà il luogo scelto dai
polata dall’epidemia due giovani per la loro
di peste del 1630. nuova vita da sposati.
PRIMO PIANO

saperne di più

SEICENTO ITALIANO
Dietro ai Promessi sposi di Alessandro
Manzoni, i fatti e i personaggi del “secolo
di ferro” e dell’Italia spagnola.
I promessi sposi Il segreto della
Alessandro Monaca di Monza
Manzoni (Bur) Marina Marazza
Una recente edizione (Fabbri)
del capolavoro Basandosi su
manzoniano, documenti storici
ambientato nel Seicento ma (gli atti del processo, i verbali, le
ricco di temi moderni e sempre cronache del tempo), questo libro
attuali. Questa edizione include permette al lettore di conoscere la
per la prima volta l’analisi delle vera storia di uno dei personaggi
illustrazioni di Francesco Gonin, più celebri dei Promessi sposi. Così
che scandivano, secondo la la Gertrude manzoniana torna a
precisa volontà dell’autore, essere suor Virginia Maria de Leyva,
l’edizione definitiva del romanzo. la reclusa del convento di Santa
Margherita. E il suo amante non
Il Sacro Macello è più l’Egidio manzoniano, bensì
di Valtellina Gian Paolo Osio, monzese nobile
Cesare Cantù ma scapestrato.
(Alpinia)
Ristampa del La peste nella
volume del 1832, Storia. L’impatto
ormai introvabile, delle pestilenze
scritto dal celebre storico e delle epidemie
dell’epoca Cesare Cantù. Fu lui a nella storia
coniare il termine Sacro Macello dell’umanità
per descrivere i sanguinosi scontri William Mc Neill
tra cattolici e protestanti culminati (Res Gestae)
nel 1620 con la strage di oltre 400 Un saggio “definitivo” del più
protestanti nella valle lombarda, grande studioso dell’argomento,
compiuta dai cattolici. La lucida che prende in analisi le pandemie
cronaca analizza i fattori storici che (non solo di peste), fin dalle più
portarono a fomentare invidie e antiche. La Storia insegna infatti
odio, sino all’incendio finale nella che le grandi pestilenze si sono
vallata. presentate con andamento
ciclico, a lunga distanza di
La guerra dei tempo, dall’epoca degli Egizi fino
Trent’anni a oggi. La grande svolta arrivò
Georg Schmidt con le vaccinazioni, la maggiore
(Il Mulino) igiene personale e pubblica e la
Tra il 1618 e il 1648 comprensione del legame tra
gli Stati dell’Europa epidemia e contagio.
Centrale furono
percorsi da una serie quasi Il processo a Paolo Orgiano
ininterrotta di conflitti politici e a cura di Claudio Povolo
religiosi. Cui poi si aggiunsero (Viella)
l’intervento di Svezia e Francia Il procedimento contro un
contro la Spagna. Il volume nobile vicentino che contrastò
ricostruisce cause, andamenti e il matrimonio di una giovane
conseguenze della grande guerra contadina, figlia di una vedova e
Don Lisander secentesca, dalla Defenestrazione difesa da un frate. Forse Manzoni
Il celebre ritratto di Alessandro Manzoni di Praga che ne fu il pretesto vide queste carte e vi si ispirò per
alla pace di Vestfalia che segnò la figura di Don Rodrigo. Si tratta
ALFREDO DAGLI ORTI

(1785-1873) dipinto da Giuseppe Molteni


nel 1835. Lo scrittore morì a 88 anni, il ridimensionamento delle però di un’ipotesi su cui non tutti
per le conseguenze di una banale caduta. ambizioni degli Asburgo. gli studiosi sono d’accordo.

60
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una foto un fatto
AP/ANSA

64
MONTREAL 18 LUGLIO 1976
L’esibizione alle parallele asimmetriche della rumena Nadia
Comaneci, alle Olimpiadi di Montreal (Canada). Proprio
in questa specialità la Comaneci, che aveva 14 anni, mise
a segno un record storico: era la prima volta che una
ginnasta otteneva il massimo voto, 10, da tutti i giudici.

La ragazzina-robot
di Ceausescu
Durante la Guerra fredda, Nadia
Comaneci fu una gloria della Romania
e rese la ginnastica uno sport popolare.

A lle Olimpiadi di Montre-


al (1976) Nadia Coma-
neci, a soli 14 anni, conquistò
alle Olimpiadi di Mosca del
1980 al massimo della forma:
mantenne il titolo olimpico
tre medaglie d’oro, un argen- alla trave e vinse l’oro ex ae-
to e un bronzo e mandò in tilt quo nel corpo libero. Nel 1981
i tabelloni che non erano pro- conquistò cinque ori alle Uni-
grammati per mostrare un 10 versiadi di Bucarest e si ritirò
(voto massimo previsto dal dalle competizioni nel 1984.
regolamento, ma mai totaliz- Non è tutto oro... Nel 1976
zato prima). Questo trionfo Nadia fu invitata a palazzo da
consacrò la ginnasta rumena Ceausescu, che la insignì del-
come talento mondiale della le più grandi onorificenze ru-
ginnastica artistica. In Roma- mene, ma da cui subì anche
nia erano gli anni della dit- soprusi, come una relazione
tatura di Ceausescu (1965- forzata con il figlio del ditta-
1989), di cui la campionessa tore, Nicu. Il suo talento era
diventò, suo malgrado, sim- diventato un mito anche all’e-
bolo da esibire nel mondo. stero e le sue esibizioni con-
Un corpo bionico. Alla gin- tribuirono a rendere popola-
nasta essere una gloria nazio- re la ginnastica artistica tra le
nale costò caro: per mante- adolescenti di tutto il mondo.
nere intatto il prestante fisico Nel 1989, alla vigilia della ca-
da eterna ragazzina fu infat- duta del regime, fuggì negli
ti sottoposta, durante la sua Usa, dove iniziò la carriera di
carriera, a diete che ne ral- allenatrice e testimonial pub-
lentavano la crescita e ad al- blicitaria. •
lenamenti sfiancanti. Arrivò Paola Panigas

65
domande & risposte
Queste pagine sono aperte a soddisfare le curiosità dei lettori, purché
Quale fu
i quesiti siano di interesse generale. Non si forniscono risposte private.
Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano
o all’e-mail redazione@focusstoria.it
la battaglia
più breve
Che cos’è la “Bibbia del diavolo”? della
Storia?
Domanda posta da Anna Salvi.

Il Codice Gigas (Codex Giganteus), Il manoscritto, finemente miniato,


GETTY IMAGES

o “Bibbia del diavolo”, è un impo- contiene un ritratto del demonio Domanda posta
nente manoscritto medioevale in alto 50 centimetri. Ciò ha fatto da Claudio Costa.
latino, del peso di oltre 74 chili, alto nascere la leggenda di un monaco
92 centimetri e spesso 22. Il più peccatore, condannato a essere
grande ancora esistente tra quelli murato vivo se non avesse espiato,
dell’Età di mezzo. Comprende 310 scrivendo in una notte un libro
fogli di pergamena ottenuta dalle comprendente tutto lo scibile
pelli di 160 asini (o vitelli). Conser- umano. A mezzanotte l’uomo,
vato a Stoccolma, nella biblioteca disperato, chiese aiuto al diavolo,
nazionale svedese, dove giunse nel dando in cambio la propria anima.
1648 come bottino della Guerra dei Leggenda e realtà. L’ esame del
trent’anni. Prima si trovava a Praga, testo rivela però altro. La stesura di
nella collezione dell’imperatore questo volume durò 20 anni e si
Rodolfo II e proveniva da un mona- concluse nel 1229, come si deduce
stero benedettino boemo. dall’ultimo fatto riportato. Il libro
comprende il testo della
Bibbia, la Cronica Bohe-
morum (1125) di Cosma
di Praga, un calendario

GETTY IMAGES
con necrologi, formule
magiche e gli alfabeti
greco, cirillico ed ebrai-
co. L’autore è un mo-
naco, un certo Herman
Inclusus, ossia “recluso”,
Il Codice Gigas è un gigantesco nel senso di isolato dal
manoscritto del XIII secolo, alto mondo e non “murato
quasi un metro, dove si trova un vivo”, come invece vuole
enorme ritratto del diavolo (sopra). la leggenda. (g. l.)

FOTOTECA GILARDI

In che lingua fu scritto La Carta


costituzionale

lo Statuto Albertino? concessa da


Carlo Alberto di
Domanda posta da Valeria Manfredi. Savoia nel 1848.

C on l’Unità d’Italia diventò il


primo testo costituzionale del
nostro Paese, eppure lo Statuto Al-
nel 1814 (e modificata nel 1830) e
quella della monarchia del Belgio,
del 1831.
Statuto fu la Carta costituzionale
del Regno di Sardegna dal 4 marzo
1848. Successivamente fu tradot-
bertino fu redatto in francese, non Lingua di corte. Il francese era to in italiano e il 17 marzo 1861
in italiano. Questo perché Carlo utilizzato abitualmente dai Savoia divenne la Carta fondamentale
Alberto di Savoia si ispirò alle carte poiché era la lingua franca delle del Regno d’Italia, fino all’entrata
costituzionali dell’area francofona: corti europee (e perché l’originario in vigore della Costituzione della
quella concessa dal re di Francia Ducato di Savoia era in Francia). Lo Repubblica, nel 1948. (g. z.)

66
BRIDGEMANIMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
L
a più breve in assoluto lo dell’Africa Orientale. E fu Pronti al fuoco. Dopo una
durò meno di 40 minu- acuito dall’opposizione della serie di ultimatum, il 27 ago-
ti e fu combattuta nel nobiltà di Zanzibar all’aboli- sto la Royal Navy schierò 5
1896 nell’Oceano Indiano, zione della tratta degli schia- navi e iniziò a bombardare l’i-
nelle acque dell’isola di Zan- vi, sostenuta dagli inglesi. La sola, affondando l’unica nave
zibar, tra l’Impero britannico scintilla scoppiò quando, il del sultano. Poi i Royal Mari-
e un sultano locale. Lo scon- 25 agosto 1896, divenne sul- nes conquistarono il Palazzo
tro si inseriva nel contesto tano di Zanzibar (protettorato Reale e il sultano si arrese ri- A lato, marinai inglesi in posa davanti al
della rivalità tra due imperi inglese dal 1890) il fi- fugiandosi nell’attuale Tanza- Palazzo reale di Zanzibar distrutto. Sotto,
coloniali, quello britannico e lo-tedesco Khalid bin nia, allora colonia tedesca. • la nave da guerra Thrush in azione nella
quello tedesco, per il control- Barghash. Giorgio Zerbinati fulminea guerra del 1896.

BETTMANN ARCHIVE/GETTY IMAGES

Dove è stato inventato il grattacielo? Il celebre


“ferro da stiro”, il
Domanda posta da Gianni di Pirro. Flatiron Building,
costruito a New

C ontrariamente a ciò che si


pensa comunemente, il primo
grattacielo fu costruito a Chicago
costruire un edificio alto (e sfrut-
tabile in tutta l’altezza) utilizzando
mattoni e pietra con l’aiuto di una
Il termine era stato coniato già nel
XVIII secolo in Europa: lo skycraper
(letteralmente “che gratta il cielo”)
York nel 1902.

e non a New York. Nel 1870 infatti solida struttura interna in metallo. era l’altissimo albero maestro
nella città dell’Illinois scoppiò un Stabile. Il suo edificio vide la dei velieri inglesi. All’inizio del XX
incendio e gran parte degli edifici luce nel 1885: l’Home Insurance secolo il grattacielo si diffuse a
del centro (che erano in legno), Building (demolito nel 1930), con New York, per soddisfare la crescita
andò in fumo. Così, l’ingegnere i suoi 12 piani, fu una novità asso- della domanda di uffici e abitazio-
William Le Baron si lanciò in luta. E la strada era ormai aperta ai ni e come simbolo per i magnati
un’operazione mai tentata prima: nuovi edifici: i “grattacieli”. finanziari dell’epoca. (f. c.)
scienza & scienziati

Come Petrarca
perse la testa
I
l teschio del poeta France­
sco Petrarca è al centro
di un mistero degno
di Indiana Jones. L’au­
tore del Canzoniere
morì nel 1374 ad Ar­
quà, paesino sui Colli
Euganei, vicino a Pa­
dova. Le sue spoglie
furono seppellite nella
chiesa locale, per esse­
re trasferite sei anni dopo
in un sarcofago monumenta­
le esterno. Petrarca, però, non
Francesco Petrarca
era destinato a dormire eterni
(1304-1374) e, sopra,
sonni tranquilli. Giovanni Canestrini che

DEA/GETTY IMAGES
Senza pace. La notte del 27 nel 1873 ne studiò i resti.
maggio 1630 un frate domeni­ Forse danneggiandoli
cano di nome Tommaso Marti­ irrimediabilmente.
nelli danneggiò la tomba, tra­
fugando alcune ossa. Secondo tunica e una costola. La tom­ cadde ha fatto di­ fine delle ostilità
alcuni, era stato il troppo vino ba venne riaperta nel 1855 per scutere gli studio­ Il teschio nella i resti tornarono
a spingerlo alla profanazione; rimettere al loro posto i resti. si per decenni. tomba era di ad Arquà. Ma la
secondo altri, Martinelli era Infine, nel 1873, lo zoologo Dubbi. Cane­ loro odissea non
una spia dei fiorentini, invia­ e antropologo Giovanni Cane­ strini sostene­ una donna: lo era finita.
ta per riportare a casa un “pez­ strini fu incaricato di condur­ va di aver visto ha svelato il Dna Il 18 novem­
zo” del poeta, nativo di Arez­ re uno studio antropologico su il cranio disinte­ bre 2003, nel set­
zo (territorio di Firenze). No­ Petrarca. Si trattava di misura­ grarsi in frammenti non appe­ timo centenario della nasci­
nostante l’indagine delle auto­ re lunghezza delle ossa, capa­ na entrato a contatto con l’a­ ta del poeta, l’arca fu riaper­
rità veneziane, le ossa sottratte cità cranica, angolo facciale. ria, fenomeno alquanto stra­ ta da un’équipe di scienziati.
non furono mai ritrovate. Nel clima razionalista del po­ no. Questa versione fu messa Lo scopo era verificare lo stato
Nell’800, la tomba di Petrar­ sitivismo lo studio dei crani di in dubbio. Se il cranio, da lui di conservazione dei resti e ri­
ca fu aperta altre tre volte. Nel personaggi celebri era di gran giudicato autentico, fosse stato costruire il volto di Petrarca a
1843, in occasione del restau­ moda: si sperava di trovare in­ irrimediabilmente danneggia­ partire dal teschio. E qui arri­
ro del monumento voluto dal dizi dell’eccezionale intelligen­ to, come aveva fatto Canestri­ vò l’amara sorpresa: secondo
conte Carlo Leo­ za dei grandi no­ ni a fornire nelle sue pubblica­ le analisi del Dna il cranio ap­
ni. I testimoni Nell’800 tra gli mi del passato. zioni un profilo dettagliato e a parteneva a una donna vissu­
raccontano che Ad attirare gli an­ realizzarne il calco, oggi con­ ta un secolo prima di Petrarca.
lo scheletro gia­ scienziati era di tropologi erano servato nel Museo di Antropo­ Nessun dubbio, invece, sul re­
ceva sotto una moda studiare soprattutto i geni logia dell’Università di Padova? sto dello scheletro, maschile e
semplice tavola “italici”, da Dan­ L’ultimo spostamento del­ di aspetto alto e robusto, corri­
di larice e che il
“crani famosi” te a Foscolo, da le tormentate spoglie risale al spondente alle descrizioni del
cranio appariva Vincenzo Monti 1943, quando furono portate poeta. Una domanda resta infi­
in perfette condizioni. A causa ad Alessandro Volta. Così, in nei sotterranei di Palazzo Du­ ne senza risposta: chi ha sosti­
della scarsa sorveglianza si ve­ un freddo 6 dicembre, alla pre­ cale a Venezia per proteggerle tuito il cranio di Petrarca e do­
rificò l’ennesimo furto: furono senza delle autorità, Canestrini dai bombardamenti della Se­ ve è finito quello vero? •
prelevati un dente, un pezzo di riaprì la tomba. Quello che ac­ conda guerra mondiale. Con la Elena Canadelli

68
tecnovintage
A cura di Eugenio Spagnuolo
1984

Musica da
passeggio
I
l Sony D-50 Discman è il pri-
mo lettore di cd portatile del-
la Storia: fu commercializzato
in Giappone nel 1984, due anni do- Compatto
po che il compact disc cominciò a
Il primo cd
essere prodotto in serie. Erede del
portatile
walkman, fece colpo per le sue di- della Storia fu
mensioni: era poco più spesso di prodotto dalla
tre o quattro custodie di cd impila- Sony negli
ti. Questo richiese un grande sforzo Anni ’80. Il
per miniaturizzare i componenti al nome discman
suo interno. fu scelto per
Non tutto andò per il verso giusto: l’assonanza con
la batteria era ingombrante e duran- walkman.
te il trasporto c’era il rischio che la
musica saltasse, per problemi con lo
stabilizzatore. Era comunque un let-
tore versatile, che si collegava anche
allo stereo di casa e aveva un prez-
zo inferiore a quello dei lettori cd da
stereo: 350 dollari dell’epoca, circa
un quarto del reddito medio mensi-
le di un americano e, tenendo conto
del cambio dollaro-lira, poco meno
della metà di quello di un italiano.
Conviene comprarlo? Sì, ma solo
se desiderate avere sul comò un ci-
melio degli Anni ’80: oggi persino i
lettori di mp3 sono considerati “vec-
chi”. •

E NELLO STESSO ANNO...

TECNOLOGIA POLITICA MONDO CINEMA E TV


Con uno spot apocalittico, intitolato Il 7 giugno, a Padova, il segretario Il 3 dicembre a Bhopal (India) una Esce al cinema Ghostbusters-
1984 e trasmesso durante la finale del Pci Enrico Berlinguer viene fabbrica di pesticidi della Union Acchiappafantasmi, diretto da Ivan
del Superbowl, Apple presenta il colpito da un ictus, mentre tiene un Carbide rilascia una nube tossica Reitman: il film sbanca il botteghino
primo computer Macintosh. comizio. Muore 4 giorni dopo. che uccide circa 25mila persone. con incassi da record.

69
I GRANDI TEMI

IL SIGNORE
L’EGITTO DI RAMSES II

DEL NILO
Audace condottiero, sposato con “la più bella tra le belle”, committente
instancabile di monumenti davvero “faraonici”, vissuto fino a 90 anni:
Ramses II aveva tutte le carte in regola per essere venerato come una
divinità dai suoi sudditi e per fare dell’Egitto una terra da favola.

Carisma e
ambizione
A destra, colosso di
Ramses II in granito
nero, a Luxor. A sinistra,
una raffigurazione di
Ramses II sul carro da
guerra nella battaglia
di Qadesh che vide gli
Egizi impegnati contro
l’esercito ittita.
JOSÉ CABRERA

S
e pensate che i guru della comunicazione siano tut- Regno, che con l’età d’oro delle piramidi (Antico Regno, 2700-
ti figli del Novecento vi sbagliate. Tre millenni fa sul- 2200 a.C.) aveva lo stessa distanza temporale che c’è fra noi
le sponde del Nilo è vissuto uno dei massimi esperti di moderni e Carlo Magno. «Quando era ancora un adolescente, il
propaganda. Megalomane, spregiudicato, egocentrico: suo Paese natale era già una terra molto antica», spiega uno dei
su di lui si è detto molto. Non sempre a proposito. Ma una ve- massimi egittologi, lo scozzese Kenneth Kitchen nel suo Il fara-
rità c’è ed è inconfutabile: Ramses II (1303 a.C.-1213 a.C.) è one trionfante (Laterza). «Per il futuro sovrano il profilo impo-
stato il faraone che ha cambiato il volto dell’Egitto, lasciando nente delle piramidi che faceva da sfondo a Menfi appartene-
immortali tracce di sé a Luxor, a Karnak, ad Abu Simbel e non va all’Egitto del passato e costituiva anche allora un’attrazione
solo. Durante la sua lunga vita mobilitò architetti, ingegneri, per gli scribi, grandi studiosi, che le visitavano nei giorni di ri-
operai e montagne di pietre: tutti dovevano concorrere a omag- poso quando lasciavano i seggi dei loro uffici».
giare il suo nome con costruzioni imponenti, celebrando i suoi La sua era la XIX dinastia del regno. A inaugurarla era sta-
(discussi) trionfi e la sua indiscutibile magnificenza. D’altron- to Ramses I nel 1295 e, poco più di un anno dopo, il padre di
de la sua longevità – morì a oltre novant’anni, un’età eccezio- Ramses II, Seti I, diventato faraone, insegnò al figlio di appe-
nale per i tempi – lo avvantaggiò, facendolo sembrare più simi- na dieci anni il mestiere delle armi: lo portò con sé nelle cam-
le a un dio che a un uomo. Tanto da meritarsi vari nomignoli pagne combattute in Libia, facendolo diventare in breve tempo
celebrativi come toro potente, destino luminoso, difesa dell’E- generale dell’esercito e poi principe reggente.
gitto, faraone immortale e soldato invincibile. Quest’ultima carica la ottenne a soli 16 anni, quando sposò
A scuolA dA fArAone. Quando era al potere, il regno d’Egitto la bellissima Nefertari, “la più bella tra le belle”, come diceva
era già vecchio di 2mila anni: sul Nilo erano tramontate 18 di- il nome. Sicuramente la più amata tra le mogli del faraone (ne
nastie di monarchi e il Paese si trovava al culmine del Nuovo ebbe moltissime, e due divennero regine).
INTANTO NEL MONDO

EGITTO ALTRI PAESI CULTURA

1350 ca. a.C.


Viene realizzata la co­
siddetta “tomba di
Agamennone” a Mi­
cene, in Grecia.

1300 a.C. 
Viene innalzata la Por­
ta dei Leoni (sotto), la
maestosa entrata al­
la città­Stato greca di
1295 a.C. 1295 a.C. Micene.
Ramses I diventa fa­ Muwatalli II divie­
raone d’Egitto. È l’ini­ ne re del potente re­
zio della XIX dinastia. gno ittita, che inizia a
espandersi.

GETTY IMAGES
1294 a.C.
Seti, il padre di
Ramses II, diventa
faraone.

1290 ca. a.C.


Comparsa di un al­
fabeto di 22 lettere a
Ugarit. Da questo pri­
mo sistema di scrit­
1279 a.C. tura deriveranno gli
Ramses II è faraone alfabeti greco, etru­
d’Egitto. sco e latino, ma an­
che quello sanscrito
(India).
1277 a.C.
Sconfigge, in una bat­
taglia navale e terre­
stre, i pirati Shardana,
popoli del mare. 1275 a.C.
Il re assiro Salmanas­
1276 a.C. sar I fa una serie di
Inizia la prima campa­ campagne contro
gna siriana. gli Aramei nell’Alta
Mesopotamia.
1275 a.C.
Battaglia di Qadesh
LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

durante la seconda
campagna siriana.

1274 a.C.
Ultimata la costruzio­
ne di Pi­Ramses, la cit­
tà voluta dal faraone.
1263 a.C.
Inizia l’Esodo degli
Ebrei (sopra, in un
dipinto dell’Ottocen­
1269 a.C. to), che lasciano l’E­
Ultimati i templi di gitto verso la terra di
DREAMSTIME

Abu Simbel. Canaan, la Palestina.

71
I GRANDI TEMI
L’EGITTO DI RAMSES II
Illuminante, per cogliere

LESSING/CONTRASTO (2)
la sua psicologia, è
un’iscrizione in cui il
faraone si celebrò in
seconda persona:
“In ciò che fai, sei come Ra.
Qualunque cosa desideri,
avviene. Se di notte
hai un sogno, all’alba
Pietrificati nel tempo
esso si realizza”
Sopra, un’immagine giovanile di Ramses II, oggi al Louvre. A destra, una lettera del faraone
indirizzata al re ittita Hattusili III, con gli accordi per il matrimonio con una delle sue figlie.

Era il faraone della Bibbia?


P er alcuni studiosi Ramses II è il farao­
ne che si oppose a Mosè, secondo
quanto narrato nel libro biblico dell’Eso-
do. Per altri invece il faraone di cui parla
la Bibbia sarebbe piuttosto il padre Seti I
con cui Mosè si scontrò. Di fatto, non c’è
alcuna prova archeologica che dimostri
l’associazione tra il faraone e il perso­
naggio che guidò gli Ebrei verso la Terra
promessa. L’unico documento che ripor­
ta un possibile collegamento tra i due è
un passo in cui si dice che gli Israeliti co­
struirono per il sovrano le città di Pitom
e Ramses. Quest’ultima potrebbe essere
riconducibile alla città di Pi­Ramses,
fondata da Seti I come residenza estiva e
poi ampliata dal figlio come capitale del
proprio regno.
Indizi. Il collegamento tra Mosè e
Ramses, vero o presunto che sia, ha
suggestionato scrittori e registi: nei Dieci
comandamenti (1956), Cecil B. DeMille
sembra non avere dubbi sulla corrispon­
denza tra i due. E anche l’egittologo
Kenneth Kitchen la pensa così: a suo dire
l’Esodo non trova eco nelle fonti egizie
perché fu un episodio troppo marginale.
Mentre per gli Ebrei fece epoca, come
spiega nel suo libro Il faraone trionfante.
Nei racconti biblici ci sono comunque
molti riferimenti al Nuovo Regno: la
stretta sorveglianza dei lavoratori (spe­
cie stranieri), la quota di mattoni asse­
gnata loro, le concessioni della paglia e
il numero dii giorni di riposo. Per l’egit­
tologo, gli spiacevoli incidenti riportati
BMAUDSLEY/DREAMSTIME.COM

nella Bibbia sarebbero da collocare nei


primi 30 anni del regno di Ramses II.

72
INTANTO NEL MONDO
Quando non era in battaglia il giovane Ramses II stava nel 1259 a.C.
palazzo a Tebe, per imparare ad amministrare un regno che si Ramses stipula un
estendeva dalla Libia al Sudan e fino alla Siria. «Le campagne trattato di pace con
militari estive che si svolgevano ogni anno, occupavano solo gli Ittiti.
una piccola parte del suo tempo. Per il resto dell’anno il faraone
era impegnato con l’amministrazione del Paese e la celebrazio-
ne delle principali feste religiose», precisa Kitchen.
Sul trono. Quando divenne faraone nel 1279 a.C., Ramses II
aveva 24 anni. In linea con Seti I, proseguì la politica di espan-
1255 a.C.
sione dei confini del Regno già avviata in Nubia e nell’area si- Morte della regina
ro-palestinese. Prima se la vide con i pirati Shardana (i “popoli Nefertari.
del mare”) poi con gli Ittiti, superpotenza rivale che dall’attuale
Turchia era penetrata in Siria e puntava a tutto il Medio Orien- 1251 a.C.
te. Il conflitto giunse a un punto di non ritorno nel 1275 a.C. Un’eclissi solare segna
L’obiettivo di Ramses era riprendersi Qadesh, città-fortez- la nascita leggendaria
di Eracle (sopra) a Te-
za chiave per il controllo della zona. Per farlo mise insieme un
be, in Grecia.
esercito mai visto fino ad allora: 20mila guerrieri e 2mila car-
ri da guerra. Le cose non andarono però come sperato. Il re ne-
mico Muwatalli II giocò d’anticipo, colse gli Egizi di sorpresa e 1250 ca. a.C.
fermò subito l’invasione. Per Ramses fu una batosta: due divi- Data tradizionale
dell’inizio della Guer-
sioni su quattro furono massacrate. Solo buttandosi di persona
ra di Troia (sotto).
nella mischia riuscì a incitare i suoi evitando il disastro. Il tutto Primi insediamen-
ti protoitalici in Ita-
lia Settentrionale e
1247 a.C. Centrale.
Negoziati di pace tra
Ittiti ed Egizi.

1234 a.C.
Iniziano i lavori di co-

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO
struzione dei nuovi
templi a Karnak
(oggi Luxor).

1230 a.C.
Entra in uso il tempio
rupestre di Yazilikaya,
in Anatolia (Turchia).

Trasloco
faraonico
Il tempio di Abu
1213 a.C.
Simbel (1274-1244), Muore Ramses
voluto da Ramses II, è II, all’età di oltre
stato completamente novant’anni.
smontato e ricostruito 1200 ca. a.C. 1200 a.C.
(dagli italiani) tra Declina la civiltà mi- La civiltà precolom-
il 1964 e il 1968, cenea sottomessa da biana degli Olmechi
per consentire la popoli provenienti (Messico Centro-me-
costruzione della diga dal Nord della Peniso- ridionale) è al massi-
di Assuan, sul Nilo. la greca. mo dello splendore.

73
I GRANDI TEMI
Era sicuro di essere un semidio e convinse anche i suoi sudditi, come
L’EGITTO DI RAMSES II

dimostra quest’iscrizione: “Se dici all’acqua di uscire dalla roccia, subito un


flusso sgorga alle tue parole, perché tu sei Ra in persona, il Sole sorgente”
si concluse con una tregua, oggi potremmo dire un pareggio. Ramses. Insieme a Menfi e Tebe, la città divenne uno dei prin-
Dopo di che gli Ittiti, per fortuna degli Egizi, si ritirarono dalla cipali centri economici e amministrativi del regno.
guerra messi in difficoltà da epidemie e altri problemi interni. Infine, Ramses si sbizzarrì a riempire altri templi di sue sta-
Fu a questo punto che Ramses inaugurò la sua stagione “au- tue. Ancora oggi è possibile vederle a Luxor tra colonnati e
tocelebrativa”: con una faccia di bronzo senza eguali, tornato obelischi che gli rendevano onore (ora uno è a Parigi, a Place
in patria fece costruire nel suo imponente tempio funerario – il de la Concorde). Ma anche a Karnak, dove costruì una sala ipo-
Ramesseum – una “gigantografia” in pietra alta 20 metri, che stila, in cui il tetto è retto da una selva di colonne (134), gran-
lo glorificava. Una lunga incisione invece lo esaltava come vin- de almeno come tutta Notre Dame. L’impresa dev’essere sta-
citore della battaglia di Qadesh. Non contento, ad Abu Simbel, ta tutt’altro che facile per gli operai e gli schiavi che furono co-
ai confini meridionali dell’impero, diede l’avvio ai lavori per il stretti a edificarla servendosi solo degli arnesi allora disponibi-
suo edificio più simbolico: fece scolpire nella roccia due tem- li: martelli in pietra, scalpelli in rame e corde. Ma perché tanta
pli, uno per sé, l’altro per l’amata Nefertari. Il tutto, imprezio- imponenza? «Raffigurarsi come un re divinizzato è un dato co-
sito da quattro statue imponenti che lo ritraevano. stante dell’architettura del tempo di Ramses», ha spiegato l’ar-
Costruttore megalomane. In parallelo, Ramses II portò a cheologo del Cairo Zahi Hawass. «Già altri faraoni lo avevano
compimento l’edificazione della città iniziata dal padre, che fatto, ma Ramses II li batté tutti: al Cairo c’è una sua statua di
scelse come dimora estiva. La chiamò con il suo nome: Pi- 10 metri, a Luxor due di 12, a Menfi una di 13, nella Valle dei
ARTARCHIVE/MONDADORI PORTFOLIO (2)

Testimonianze di un antico splendore


SERGEYSKLEZNEV/DREAMSTIME.COM

A destra, Ramses II riceve l’ankh, simbolo di vita, dal dio


Horus. In alto, un bracciale appartenuto al faraone. Qui
sopra, Nefertari, moglie di Ramses II, gioca a scacchi.
Re di Tebe ce n’era una di 18. Ad Abu Simbel, ci sono 4 colos- I segreti della tomba KV7
si alti 21 metri, come la sfinge di Giza». Gli stessi Egizi, almeno
In fase di scavo da anni, si tratta del più vasto ipogeo della Valle
quelli nati e cresciuti sotto il suo regno, si convinsero che il fa- dei Re: ben 130 vani. La tomba, saccheggiata dopo la morte
raone fosse un semidio. Proprio come lui voleva che credessero. del faraone, è priva del corredo funebre di Ramses II (sotto,
Pesante eredità. Di questo immenso patrimonio archeologi- la mummia del sovrano). È una delle tombe più labirintiche
co oggi non tutto si può vedere: parte del tempio di Luxor, per della Valle dei Re e anche la meglio decorata, ma ha subìto una
esempio, è ancora da scavare, perché l’area è stata occupata dozzina di inondazioni nei millenni. Nel 1913-14, l’esploratore
da una moschea. La tomba di Ramses, nota con la sigla KV7, è Richard Burton fu uno dei primi occidentali a visitarla. Gli
invece in fase di scavo da anni (v. riquadro a destra). Di sicu- archeologi l’hanno svuotata di recente, per
ro si può ammirare la sua mummia, conservata al Museo Egi- verificare le condizioni statiche della struttura.
zio del Cairo. Dallo studio dei resti mummificati si deduce che
il faraone era alto un metro e 90, con un naso aquilino, lungo
e sottile, labbra carnose, il volto dalla forma ovale. Morì a ol-
tre novant’anni, con tutti gli acciacchi dell’età: negli ultimi tem-
pi era probabilmente costretto a camminare con l’aiuto di un
bastone e, dagli esami condotti sui suoi resti, si è scoperto che
soffrì molto per una carie che gli rendeva difficile la mastica-
zione. Morì nella sua città, a Pi-Ramses, il 1° di settembre del
1213 a.C. Gli succedettero altri 11 sovrani con il suo nome, ma
nessuno riuscì in seguito a eguagliarne le imprese. E nemme-
no la megalomania. •

SCALA
Giuliana Rotondi

L’assassinio
di Ramses III
U no dei successori di
Ramses II fu Ramses III,
che governò il Paese dal 1186
a.C. al 1154 a.C. E, secondo
uno studio recente, non morì
per cause naturali. Le ana-
lisi condotte sulla mummia
hanno dimostrato che subì
un’esecuzione violenta. Una
tomografia computerizzata
svolta nel 2012 aveva già
mostrato tagli sulla trachea
e sull’esofago, ma nuovi det-
tagli sono emersi in questi
ultimi mesi.
Mummia rivelatrice. Il radio-
logo dell’Università del Cairo
Sahar Saleem ritiene infatti
che il faraone sia stato accol-
tellato da più assassini e mu-
tilato con un’ascia. Non solo:
parte dell’alluce sarebbe sta-
ta amputata e se oggi com-
pare nella mummia è merito
solo degli abili imbalsamatori
dell’epoca che sostituirono il
dito con una protesi di lino e
resina. Per nascondere le altre
ferite, la salma fu coperta da
una serie di strati di “trucco
correttivo”, il che ha reso diffi-
cile scoprire la verità.
Gli studiosi ipotizzano che ad
aver ordinato il delitto fosse
stata la regina Tiye, seconda
moglie del faraone, nel tenta-
tivo, poi fallito, di far salire al
trono il figlio Pentawer.

75
ESPLORAZIONI

A 3mila chilometri dalle coste


del Sudafrica nel bel mezzo
A F R I C A

O C E A N O AT L A N T I CO
DEL NORD dell’oceano Atlantico si trova
Tristan da Cunha: l’isola più
BRASILE
sperduta del mondo, con una
storia di tesori, pirati e naufraghi

L’ISOLA
TERRITORIO
D ’ O LT R E M A R E
DI SANT’ELENA

Tristan
OCEA NO AT LA NT ICO SUD
D EL SUD AFRICA

Arcipelago
Tristan da Cunha

IRRAGGIUNGIBILE
COSTA/LEEMAGE
Infestata
Un mostro marino nelle acque di Tristan
da Cunha, in un’illustrazione del XVI
secolo. Sotto, un cartello sull’isola indica
le distanze da alcuni luoghi. La città più
vicina è Cape Town, in Sudafrica.

U
n’oasi di pace in mezzo al­

GETTY IMAGES
l’Atlantico. Ma se state già pen­
sando di andarci a vivere un
giorno o l’altro, non fatevi illu­
sioni: trasferirsi a Tristan da Cunha è qua­
si impossibile, e visitarla molto complica­
to. Per mettere piede sul suo suolo serve
infatti un certificato della polizia che atte­
sti la “buona condotta” del turista, un’as­
sicurazione medica, denaro utile per vive­
re per un tempo determinato e soprattut­
to un biglietto di ritorno già in tasca. Non
è sempre stato così. In oltre 500 anni su
quest’isola ne sono successe di tutti i co­
lori. E, tra marinai, naufraghi e pirati, di
persone ne sono passate tante, non tutte
con la fedina penale immacolata.
Vasti orizzonti. Il primo ad avvistarla,
per caso, nel 1506 durante un viaggio nel
Sud Atlantico fu il navigatore portoghe­
se Tristan da Cunha. Non vi sbarcò mai,
ma tanto bastò per rimanere a lui intitola­
ta per sempre. Fu Tristan infatti a indicar­
la, con una certa approssimazione, sulle
TOPFOTO/ALINARI

mappe dell’epoca.
La sua posizione strategica, tra Sudafri­ di Napoleone Bonaparte (e motivo per cui
ca e Sud America, e il suo incredibile iso­ l’isola divenne territorio inglese).
Acqua e fuoco lamento ha attirato nei secoli diversi Paesi La prima traccia di un approdo sulle sue
(Portogallo, Olanda, Inghilterra) e avven­ coste risale al 1643, quasi 150 anni dopo
Tristan da Cunha ha
una circonferenza di turieri di ogni tipo. La città più prossima il primo avvistamento: è una targa, tut­
circa 38 chilometri (si fa per dire) è Città del Capo, in Sudafri­ tora esistente, lasciata dai marinai olan­
e la sua cima è un ca, a quasi 3mila chilometri; il centro abi­ desi del vascello Hemsteed. Altri, come il
vulcano (The Peak) tato più vicino è invece l’isola di Sant’E­ portoghese Ruy Vaz Peneira nel 1520, vi
alto 2.000 metri. lena (2.161 km), luogo di esilio nel 1815 giunsero prima degli olandesi, ma solo per
77
L’unico giornale, il Tristan
1506
L’esploratore portoghese
fare rifornimento di acqua. Certo è che ar-
Tristan da Cunha avvista
l’isola dell’Atlantico rivare sulle sue coste allora non era im-
che prenderà poi presa da poco.
il suo nome. Approdo difficile. Da lontano appare in-
fatti pacifica in mezzo al mare con la sua
rotondità quasi perfetta, le acque che la
circondano però sono insidiose, piene di
alghe kelp altissime (anche 40 metri) che
ne rendevano complicato l’approdo. Sen-
za contare le terribili, quanto improvvise,
Sopra, veduta tempeste che si scatenano in questa par-
dell’unica zona
te di oceano, pericolosamente vicina alla
1000 pianeggiante dell’isola,
dove è sorto il primo
fascia di latitudine dei Quaranta Ruggen-
loreet wisim quis et ti, presso Capo Horn.
insediamento umano.
dunt esto od exerosto L’isola è piccolissima: ha una superfi-
A sinistra, un abitante
dolobortindf ddsada cie di appena 98 km2 (poco più di Pantel-
di Tristan da Cunha
doloreet wisim quis t leria), 38 km di circonferenza e 12 km di
con alcuni albatros a
esto od exero
inizio Novecento. lunghezza da nord a sud e non è tutta abi-
NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE
GETTY IMAGES (2)

Menu di mare
Sopra, Anni ’60:
la famiglia Green
davanti alla loro
abitazione, fatta di
pietre e paglia, su
Tristan da Cunha.
A fianco, un uomo
scuoia un leone
marino (il dipinto
è del 1824): questi
animali e le uova di
pinguino erano il
BRIDGEMANART/MONDADORI PORTFOLIO

piatto principale dei


primi abitanti.

Times, fu fondato nel 1942 dopo l’introduzione sull’isola del primo ciclostile
tabile. Ha infatti un vulcano al suo cen- sione di questa improvvisata Arca di Noè to e lo scafo scricchiolante, si andarono
tro, The Peak, alto 2.000 metri, a ridosso fallì miseramente. Non appena il capita- a schiantare contro uno scoglio
del quale a nord si trova l’unica zona pia- no, da solo, mise piede sull’isola l’equi- nei pressi di Tristan.
neggiante (un’antica piana lavica) adatta
all’insediamento umano. L’isola però non
paggio si ammutinò e ripartì sul vascel-
lo abbandonandolo al suo destino. Di lui
Erano due pirati scon-
clusionati, un ameri- 1817
offriva nulla di commestibile e i soli ani- non si seppe mai più nulla. Dopo questi cano del Massachu- Sottoscritta la Carta
mali esistenti erano pinguini, leoni marini tentativi fallimentari, Tristan restò a lun- setts, tale Jonathan dell’isola, che prevede
l’equa distribuzione
e foche. Per questo la Compagnia olande- go solo un approdo di servizio (per rifor- Lambert, e un livor-
dei profitti: è
se delle Indie Orientali, che voleva creare nirsi di acqua) per le navi dirette verso il nese che si faceva
ancora in vigore.
su Tristan uno scalo adatto alla sosta tem- Capo di Buona Speranza, oltre che me- chiamare Thomas Cur-
poranea per le sue navi in viaggio nell’At- ta di cacciatori di foche e balenieri. E per ry (alias Tommaso Corri).
lantico, dovette abbandonare l’idea. secoli l’isola rimase disabitata. I due avevano unito i loro desti-
Dopo gli olandesi fu la volta degli ingle- L’isoLa dei pirati. Fino al 27 dicembre ni per cercare fortuna in mezzo al mare,
si: nel 1684 il capitano Knox, con cinque del 1810, quando un certo “re dell’Atlan- attaccando i velieri che battevano le rotte
soldati, alcuni schiavi con le loro donne, tico” con il suo vice, entrambi vestiti con atlantiche. Si narra che su Tristan porta-
qualche animale, piante e semenze, par- eleganti uniformi ricche di fregi di chis- rono il loro tesoro, un forziere di monete
tì alla volta di Tristan. Obiettivo: crearvi sà quale esercito, a bordo di uno scassa- d’oro trafugato da una nave spagnola al-
il primo stanziamento umano. Ma la mis- to veliero alla deriva, con il timone rot- la deriva, ma nessuno lo ha mai trovato.
79
Dall’alto
L’arcipelago di
Tristan è composto
dalle isole Tristan (a
destra), Inaccessible,
Nightingale e Gough.
Sotto, alcuni uomini
imbarcano casse di
viveri dopo l’eruzione
del 1961, prima di
essere evacuati
in Inghilterra.

GETTY IMAGES (3)

I primi colonizzatori dell’isola furono due pirati, un americano e un livornese,


Il “re dell’Atlantico” Lambert, nel 1811 la scoprire ai marinai di passag- LA primA comunità. Al loro po-
si dichiarò anche “imperatore di Tristan
da Cunha” con tanto di proclama scrit-
gio, il pirata livornese faceva
travestire Bastiana da uomo.
1942 sto si stabilirono i marinai di
Sua Maestà. Per evitare che i
Sull’isola è introdotta
to (giunto a noi poiché consegnato forse I due si sopravvissero man- una valuta speciale:
bonapartisti usassero l’isola
a qualche nave di passaggio): “l’umanità giando uova di pinguino, uc- buoni da spendere come base per liberare Na-
tutta sappia che io Jonathan Lambert [...] celli marini e qualche ver- nel locale spaccio poleone (come avevano fat-
ho preso possesso assoluto dell’isola Tri- dura che coltivavano. Fino a militare. to durante il suo esilio all’El-
stan da Cunha”. Un regno che però durò quando l’onda lunga della Sto- ba), gli inglesi vi insediarono
poco: dopo un anno Lambert e altri due ria mondiale arrivò in quell’angolo una guarnigione. Era il primissimo
marinai, gli unici insieme ai due pirati ab- di Atlantico: era il 1815 e Napoleone Bo- nucleo dell’odierna comunità di Tristan.
bandonarono il livornese e scomparvero. naparte, sconfitto, fu esiliato a Sant’Elena. Nel 1816 comparirono le prime capan-
AdAmo ed evA. Corri non rimase solo a L’interesse degli inglesi per Tristan, ne al posto delle tende e qualcuno decise
lungo. Almeno secondo i resoconti dell’e- troppo “vicina” al territorio di esilio del di rimanere per sempre sull’isola. A ca-
poca, dai quali emerge che sull’isola vi- Còrso, si risvegliò e i britannici tornaro- po della piccola cerchia di volontari c’era
veva anche un certo Bastian, un marina- no su quell’isola abbandonata secoli pri- un giovane caporale di 31 anni, William
io spagnolo. Bastian in realtà era Bastiana ma. Corri morì proprio allora, forse a cau- Glass, che sposò una sudafricana orfana,
Punchus Camilla, forse una schiava che sa dell’alcol somministratogli a forza per di appena 13 anni, dalla quale ebbe 16 fi-
era stata abbandonata su una scialuppa da fargli confessare il luogo dove teneva il gli. Glass dette alle tre famiglie che vi abi-
un veliero di passaggio e della quale si sa presunto tesoro. Quanto a Bastiana, fu tavano una “Costituzione” su cui ancora
poco altro. Per esempio che, per non far- portata via. oggi si basa la vita dei tristaniani.
80
THE LIFE PICTURE COLLECTION/GETT

Edimburgo dei sette mari


Willie Repetto, discendente del naufrago
camogliese Andrea Repetto, a dorso d’asino
nel 1963. A fianco, il villaggio battezzato
nel 1867 “Edinburgh of the Seven Seas”.

che dal 1810 vissero qui tenendo nascosto, dicono alcuni, un prezioso tesoro
La Carta prevedeva diritti e doveri ugua- cercati dai collezionisti) indicavano anche ra. Lo dimostrarono nel 1961, quando, in
li per tutti, eguale divisione del lavoro ed il prezzo in patate. seguito all’eruzione del vulcano, vennero
equa distribuzione del profitto nella co- Comunità forte. La popolazione crebbe tutti trasferiti per un periodo in Inghilter-
munità. Un toro, una mucca, capre e pe- lentamente. Nel 1823 era di 22 unità, nel ra. Gli allora 268 isolani (che non volle-
core, furono l’inizio di un allevamento di 1864 si arrivò a non più di 40 individui e ro mai essere divisi) conobbero per la pri-
ovini e bovini. Il territorio, reso in parte nel 1875 l’isola divenne ufficialmente par- ma volta il traffico, i negozi, la criminali-
coltivabile da Lambert e Corri, venne di- te dell’Impero britannico. Oggi i tristania- tà e le “diavolerie” del mondo moderno.
viso in potatoes patches, campi di patate ni sono 300, divisi in 8 famiglie: i Glass, E a qualcosa, come la tv, la radio, la mu-
divisi da muretti, lavorati collettivamente, gli Swain, i Green, i Rogers, gli Hagan e sica e il ballo non poterono più rinuncia-
in un regime di mutuo soccorso. due di origine italiana, i Repetto e i Lava- re, nemmeno quando tornarono a Tristan.
Le patate per molto tempo furono alla rello. Nel 1892 due marinai di Camogli, Le auto oggi sull’isola si contano sulle
base non solo dell’alimentazione ma an- Gaetano Lavarello e Andrea Repetto, so- dita di una mano e non ci sono semafori.
che dell’economia dell’isola. Erano infatti pravvissuti al naufragio del brigantino Ita- Ci sono invece un supermercato, un ospe-
scambiate con le navi di passaggio per fa- lia, si fermarono qui dando origine a una dale, una stazione di polizia e una sola
rina, tè, zucchero e stoffe. E fino stirpe di italo-tristaniani. cella (vuota). Non c’è l’aeroporto, né un
alla Seconda guerra mondiale Gli abitanti dell’isola più remo- ristorante, né un albergo. I turisti sono ac-
il tubero rimase anche l’uni- 1961 ta non vogliono ampliare trop- colti in appositi cottage e il ricavato viene
ca “moneta” corrente sull’i- Erutta il vulcano e po la comunità, hanno un for- equamente diviso tra tutti. Come vuole la
sola. Nel 1946 i famosi fran- i tristaniani sono trasferiti te senso di appartenenza e so- Carta del 1817. •
cobolli di Tristan (tuttora ri- in Gran Bretagna, dove no molto attaccati alla loro ter- Federica Ceccherini
conoscono il mondo
moderno. 81
ARTE
1476 ANNUNCIATA
Antonello da Messina
Palazzo Abatellis (Palermo)
Maria in questo quadro non
è ancora “la Madonna”, ma
una donna comune nelle
vesti e nell’aspetto, senza
alcun segno di divinità:
niente aureola né angeli. Si
tratta di una giovane che,
mentre prega, scopre, come
raccontano i Vangeli, che
diventerà la madre di Gesù.
Le mani esprimono sorpresa,
incredulità e pudore: la destra
quasi si schermisce, la sinistra
chiude il velo (azzurro, come
sarà spesso anche in seguito),
come per dire: è impossibile
per una fanciulla vergine.

MONDADORI PORTFOLIO (2)


Ma le pagine del libro sono
mosse dal soffio dello Spirito
Santo. Nell’Annunciata la
psicologia, le emozioni sono
entrate nell’iconografia.
SCALA
S
ono quasi 2mila anni che l’arte dipin-
ge la gloria e le virtù della Vergine Ma-
1
ria. Sola, con il Bambin Gesù e in situa-
zioni diverse (Annunciazione, Natività,
Presentazione al Tempio, Deposizione, Assun-
zione...), la troviamo raffigurata nelle chiese,
nei santuari, nei musei e nelle gallerie di tut- VI MADONNA
to il mondo. SEC. E ANGELI
Devozione Di massa. Quello della Madonna, Anonimo bizantino
infatti, è forse il soggetto preferito dell’arte cri- Basilica di Sant’Apollinare
stiana. Perché Maria, fin da quando il suo culto in Classe (Ravenna)
si confondeva con quello egizio di Iside, è vene- Soltanto dopo il Concilio
rata quasi come una “quarta persona” della Tri- di Efeso (431 d.C.), Maria
nità, consolatrice e protettiva. E siccome la pit- è definita Madre di Dio
tura per secoli è stata la Bibbia dei poveri (che e il suo culto si diffonde.
In periodo bizantino è
non sapevano leggere), nei quadri si vede spes-
rappresentata su fondo
so illustrato quello che la Chiesa nelle diverse
oro (1), simbolo del Cielo
epoche predicava sulla Vergine. Le prime imma- dove si trova, con il Figlio
gini si trovano nelle catacombe, poi Maria viene in grembo. Il bimbo ha
rappresentata in modo sempre più vario e origi- tratti e abiti da adulto:
nale. Ecco alcuni celebri esempi. • è “l’Immanuele”, sia figlio
Irene Merli di Dio che Dio.

Dall’arte bizantina all’Ottocento, come è cambiata


l’immagine della Vergine. Secondo le indicazioni

MADONNE
della Chiesa e le interpretazioni degli artisti

1315 MAESTÀ
Simone Martini
Palazzo Pubblico (Siena)
Qui la Vergine siede
1 su un trono in stile
gotico (1), con un
grande baldacchino
che simboleggia la
Gerusalemme celeste.
L’affresco si trova nel
più importante palazzo
della Siena del Trecento.
La Madonna dunque
protegge la città: per
questo ai suoi piedi ci
2 3 4 5 sono, oltre agli altri santi
e agli angeli, i quattro
protettori di Siena: san
Ansano (2), san Savino
(3), san Crescenzio (4)
e san Vittore (5).

83
In origine era detta Madre
di Dio, poi Regina, Maestà,
Addolorata e Assunta.
E dal 1854 Immacolata (cioè
1 concepita senza peccato)
2

1450 MADONNA DEL PARTO


Piero della Francesca Museo di Monterchi (Arezzo)
La Vergine si mostra al centro di una tenda aperta
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO (2)

da due angeli (1), come un’apparizione. Ma è una


donna giovanissima, incinta, e poggia la mano
sul “pancione” (2). L’immagine realistica della
gravidanza, per la Chiesa opera dello Spirito
Santo, sembra tradurre visivamente un passo
dell’Ave Maria: “Benedetto è il frutto del seno tuo”
(nella versione latina, “del tuo ventre”).

1
2

1
SCALA (2)

1480 MADONNA DEL LIBRO 1506 MADONNA DEL CARDELLINO


Sandro Botticelli Museo Poldi Pezzoli (Milano) Raffaello Sanzio Galleria degli Uffizi (Firenze)
Nel Rinascimento volti e gesti si umanizzano: qui Maria legge La Vergine è dipinta in una scena familiare, con Gesù (a destra) e san
un libro di preghiere (1) e il Bambino la guarda teneramente. I chiodi Giovannino che giocano. La sua espressione è affettuosa, ma malinconica:
e la corona di spine (2) simboleggiano la Crocifissione, il cestino di il cardellino (1) è infatti un simbolo della Passione da cui Maria presagisce
frutta la Passione e la Resurrezione. il destino del figlio, scritto nella Bibbia (2).

84
1604-06 MADONNA DEI PELLEGRINI
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio
Basilica di sant’Agostino (Roma)
Nel Seicento non c’è più traccia
della serena armonia del Rinascimento,
specie in questo dipinto di Caravaggio.
La Madonna ha il volto e l’abito di una
popolana e tiene in braccio un bimbo
cresciuto, che sembra quasi caderle.
Nemmeno l’ambientazione è sacra: i
pellegrini si inginocchiano davanti alla
sua porta di casa. Il realismo irrompe
nella pittura sacra. E il Caravaggio, che
seguiva la corrente pauperista della
Chiesa, rappresenta così l’adesione alla
povertà della Sacra Famiglia.
Nelle vesti di Maria, fin dai 1869 MADONNA
Francesco Hayez
primi secoli del suo culto, Accademia di Belle arti
Tadini (Lovere, Bergamo)
il rosso simboleggia la Con la Restaurazione
(1815) si tornano a
divinità e la Passione. commissionare pale
d’altare e soggetti
Il blu invece la sua umanità sacri. Nel 1854, Pio IX
proclamò il dogma
dell’Immacolata
concezione: Maria è
stata cioè concepita
senza peccato
originale. Francesco
Hayez, in questa
tavola dipinta per un
3 privato, rappresenta
la Vergine come una
fanciulla umile, forse
una borghese.
Il semplice velo
bianco ne connota
purezza e innocenza.

2
MONDADORI PORTFOLIO

1516 ASSUNZIONE DELLA VERGINE


Tiziano Vecellio Santa Maria Gloriosa dei Frari (Venezia)
L’Assunzione di Maria è un dogma soltanto dal 1950,
ma se ne discuteva fin dal III-IV secolo. In questa
pala la Vergine ascende anima e corpo sorretta da
angeli (1), quasi “lanciata” dall’apostolo in rosso (2).
E il suo sguardo è rivolto verso Dio Padre (3), dove il
cielo cambia colore.

86
SCALA
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Dopo il successo della serie sulla Seconda Guerra Mondiale,


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MODA

Sotto il vestito
(quasi) niente
In desabillé
Concorso di bellezza in
lingerie a inizio Novecento.
Nel XX secolo l’intimo
diventò un indumento di
moda. E si trasformò: le
vecchie braghette lunghe si
accorciarono sempre di più.
1500-1100 A.C.
Ci sono state epoche in cui le donne per Una divinità “in
mutande” dell’antica
bene non le portavano, altre in cui le civiltà di Elam, che
si sviluppò in un’area
usavano soltanto le nobili (e gli uomini sotto dell’attuale Iran.

l’armatura). Solo dalla fine del XIX secolo

L
e mutande non
le mutande sono diventate per tutti hanno sempre
avuto il succes-

SELVA/LEEMAGE
so di oggi. Il loro
uso infatti ha avuto alter-
ne vicende: se le metteva-
no gli antichi Romani, ma

GETTY IMAGES
nel Medioevo e nel Settecen-
to non erano indicate per le
persone perbene.
Tanto che ancora all’inizio dell’800 era-
no considerate un indumento sconvenien-
te, usato solo da attrici e ballerine che
nelle loro performance a volte mostra-
vano involontariamente parti intime. La
storia delle mutande è, contrariamente a
quello che si potrebbe pensare oggi, lega-
ta alla praticità e alla comodità più che a
una questione di igiene e protezione dei
genitali (cosa che avveniva solo per gli
uomini).

Vedo non vedo


Per Greci e Romani, “sotto” c’erano cal-
zoncini corti e aderenti, che sono anche
raffigurati in alcuni bassorilievi dell’epo-
ca. Si trovano perfino nei fregi della Co-
lonna Traiana del 113 d.C., che celebra la
conquista della Dacia da parte dell’impe-
ratore Traiano. Uno dei rilievi mostra un
corteo di vittoriosi con braghette corte
strette sulla coscia. Gli stessi pantaloncini
che le matrone romane portavano sotto le
vesti durante la stagione invernale.
Marco Tullio Cicerone, filosofo, orato-
re, scrittore e politico vissuto nel I secolo

III SECOLO D.C.


Soldati armati di frombola (una fionda)
e con un “perizoma”, in un bassorilievo
del III secolo. I Romani, uomini e donne,
THE ART ARCHIVE/MONDADORI PORTFOLIO

usavano braghette come mutande.


Durante il Terrore giacobino (1793) in Francia, le nobildonne dovettero
cominciare a indossare le mutande per evitare le sculacciate dei rivoluzionari
dove il tessuto offriva maggior spazio. In tando un rimedio fai da te: cucivano con
XV SECOLO quel periodo in Francia l’uso delle mutan- filo grosso e doppio l’estremità inferiore
Sembra un tanga de cominciò pian piano a entrare in crisi. della gonna, lasciando libere le gambe: in
moderno, ma in Già all’epoca di Luigi XV (1715-1774) e questo modo la gonna diventava una spe-
realtà è una mutanda Luigi XVI (1774-1792) si trovavano soltan- cie di pantalone. In alcuni casi, aggiunge-
medioevale da uomo. to nel guardaroba di prostitute e profes- vano anche un’imbottitura per evitare le
Ritrovata nel castello di sioniste del mondo dello spettacolo. C’e- dolorose conseguenze delle frustate.
Lengberg, in Austria. ra, però, un inconveniente. Le carrozze a
cavalli a quei tempi avevano alti gradini I mutandoni si accorciano
per cui le donne che vi salivano, doveva- Parigi, che nel XIX secolo dettava legge in
a.C., parla dell’obbligo dell’intimo duran- no sollevare le sottane, mostrando spesso fatto di moda in tutta Europa, prescriveva
te le rappresentazioni sceniche. Mentre il le gambe tra il sollazzo e la curiosità de- l’uso di vesti trasparenti con spacchi ver-
poeta latino Marziale, un secolo più tardi, gli uomini che passavano. Così, molte si- tiginosi alti fino alla cintura e senza prote-
ricorda che l’uso delle mutande non era gnore dovettero rassegnarsi a proteggere le zione sui genitali. Basti considerare che lo
limitato a determinate classi sociali, ma proprie nudità, almeno quando dovevano scrittore francese Paul-Louis Courier ebbe
parte integrante dell’abbigliamento. utilizzare queste vetture. a osservare che “Milano è la sola città di
Le donne greche, invece, sotto le vesti là dai monti dove si trovino pane ben cot-
preferivano non mettere niente, garanten- Contro le sculacciate to e donne francesi… cioè nude”.
do un erotico vedo non vedo. Anche durante la Rivoluzione francese E la mutanda cominciò a comparire solo
(1789) si continuò a considerare le mu- verso il 1830, ancora una volta per moti-
A cavallo con le mutande tande del tutto inadeguate per una donna vi pratici e solo per le figlie di famiglie fa-
Eppure anche le mutande hanno la loro onesta. Solo nel clima del Terrore giacobi- coltose che così potevano correre e gioca-
carica erotica, motivo per cui cominciaro- no (1793) ci fu un ripensamento, a causa re liberamente, senza suscitare scandalo.
no a spopolare tra le cortigiane, divenen- di un malcostume molesto da parte dei ri- Ma non avevano niente a che vedere con
do e rimanendo per tutto il Medioevo un voluzionari. Le aristocratiche infatti fini- le mutande di oggi, erano lunghi pantalo-
indumento da donne di malaffare. vano spesso preda di ogni tipo di dileg- ni a forma di imbuto stretti sulle caviglie.
Solo gli uomini le usavano: indossava- gio e di sberleffi da parte dei sanculotti Ma fu verso la metà dell’Ottocento che
no, infatti, una specie di calzamaglia lun- (cioè “senza culottes”, le braghe al ginoc- le mutande cominciarono a diffondersi se-
ga fino alle caviglie sotto la pesante arma- chio tipiche degli aristocratici) e soprattut- riamente. A quel tempo la gonna si gonfiò
tura, che aveva lo scopo di proteggere i ge- to quando scendevano dalle carrozze era- grazie alla crinolina (una sottogonna rigi-
nitali durante le lunghe cavalcate. no vittime di un terribile scherzo. Le da- da) e l’indumento intimo, sempre sotto-
Nel Cinquecento, Caterina de’ Medici me venivano afferrate da uomini che alza- forma di pantaloncino, divenne necessario
cominciò a incentivare le mutande anche vano loro le gonne e poi somministravano complemento d’abbigliamento per evita-
per le donne per motivi pratici: le sue da- alle malcapitate energiche frustate sul se- re di mostrare parti intime salendo le sca-
me rischiavano di mostrare le parti inti- dere tra le risa di chi assisteva. le o per qualche movimento brusco. Que-
me durante le frequenti cavalcate. Ma l’u- Le nobildonne corsero ai ripari escogi- ste antenate delle nostre mutande erano
so non si diffuse comunque molto. Nel Ri- di tela fine, lunghe fin sotto il ginocchio e
nascimento, infatti, le mutande erano cal- larghe all’altezza della cintura, quelle più
zoni bianchi usati solo dalle aristocratiche ANNI CINQUANTA civettuole avevano in fondo il volant e la
e dalle donne più colte, fra le quali c’era bordura alta di pizzo. Attorno al 1860, la
anche la poetessa e letterata Tullia d’Ara- Il mese di maggio del 1950 diffusione di crinoline e bragoni andò via
gona, che aveva “undici paia di pantalo- dell’Esquire Girl Calendar via diradandosi, ma l’uso della mutanda
ni di cotone”. è rappresentato da una non diminuì. L’indumento intimo si tra-
pin- up al telefono, in sformò, diventando sempre più corto.
lingerie.
Indumento per esibizioniste Con il tempo divenne persino di moda:
E tra le aristocratiche del Seicento, in Fran- attorno al 1920 le mutande erano di seta o
cia, c’era chi di mutande ne faceva gran di pizzo, colorate e ricamate. La scoperta
vanto. Si narra che una certa Madame di nuovi tessuti e l’evoluzione di un certo
Tanlieu, durante un ricevimento monda- stile ha portato nel tempo la moda a sbiz-
no, avesse alzato le vesti per far ammirare zarrirsi su un indumento che, a par-
RUE DES ARCHIVES/AGF

agli invitati un prezioso ricamo di seta sul- tire dalla fine del XIX secolo, è
le sue mutande: era l’effigie del cardinale diventato anche un’arma
Giulio Mazzarino, primo ministro del re di seduzione. •
Sole, che faceva bella mostra di sé proprio Roberto Festorazzi

90
Bisnonni in
calzamaglia
Uomini in mutande posano
nel 1918. In quegli anni le
mutande, spesso di lana,
erano lunghe a coprire
tutta la gamba: dovevano
proteggere anche dal freddo.
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VERSO IL
REFERENDUM
pag. 94

QUEI GIORNI
DI GIUGNO
pag. 98

LA RINASCITA
AL GIRO
pag. 102 La scelta
■ La copertina del Tempo
AMERICANI dopo i risultati del
referendum con cui
ADDIO
gli italiani scelsero tra
pag. 106
monarchia e repubblica.

SPECIALE 1946

UNA NUOVA ITALIA


SPECIALE 1946
Come si arrivò al 2 giugno 1946? La scelta di indire quella
votazione popolare senza precedenti in Italia fu appoggiata da
entrambi gli schieramenti, ma con motivazioni assai diverse

UN PAESE
AL BIVIO
S
ono passati settant’anni dal 2 giu-
gno 1946, data in cui l’intera po- Monarchia vs repubblica
polazione italiana (le donne ave- 1946: i Savoia in un manifesto
vano votato per la prima volta il 10 di propaganda a favore della
marzo, per le amministrative) fu chiama- monarchia. Nella pagina a sinistra,
ta a scegliere tra monarchia e repubblica. una manifestazione a favore della
repubblica, con slogan contro il re
Ma come si arrivò a quella consultazione,
Umberto II, sul trono dal 9 maggio.
e quali erano gli schieramenti?
Fin dalla caduta del fascismo, il 25 lu-
glio 1943, la scelta monarchia-repubblica
fu il vero dilemma del Paese. La polemi-
ca si acuì drammaticamente all’indomani
dell’armistizio dell’8 settembre: il 9, alle
cinque del mattino, quando le truppe te-
desche stavano per circondare Roma, il re
e il governo Badoglio lasciarono la capita-
le. Gran parte degli italiani interpretarono
quella partenza come una fuga. Fuga, in
primo luogo, dal dovere di difendere il Pa-
ese dall’ex alleato tedesco. Questa mossa,
ALINARI

al di là delle motivazioni, peserà come un


macigno sul futuro della Corona d’Italia.
IllusIonI. Quanto ai nuovi alleati, come
vedevano il futuro istituzionale del nostro
Paese? Fondamentale era la posizione di
Winston Churchill, vero vincitore della
guerra. Il premier inglese fin dal ’44 si im-
pegnò per far sopravvivere la monarchia
italiana. Era certo che sotto la cappa tra-
dizionale dei Savoia si sarebbe costituito
un regime che avrebbe consentito di con-
trollare meglio un Paese abituato a forme
di potere tradizionali. Al tempo stesso,
un’ipotetica monarchia italiana post-bel-
lica avrebbe favorito l’egemonia inglese
Referendum o plebiscito?
P erché la consultazione del 2 giugno
fu chiamata referendum e non plebi-
scito? Per rispondere, bisogna ripercor-
leggi, in risposta a una precisa domanda
o proposta rivolta da organi istituziona-
li, di solito a partire dalla richiesta di un
rere la storia di queste due parole. Dal determinato numero di sottoscrittori.
punto di vista del significato, plebiscito Quello del 1946, dunque, sul piano
deriva dal termine latino di epoca re- giuridico, era più simile a un plebiscito:
pubblicana plebis scitum (“decreto della le leggi non prevedevano infatti un
plebe”), che indicava i comizi convocati referendum istituzionale (oggi in Italia
dal tribuno della plebe. Referendum vietato dalla Costituzione). Il plebiscito,
viene invece da ad referendum: “per però, nacque con la Rivoluzione francese
riferire”. Ma quello che nel 1946 fece la e servì, nell’Italia risorgimentale, a ratifi-
differenza fu come vennero usate nella care annessioni territoriali avvenute sul
Storia queste consultazioni popolari. campo. Inoltre fu lo strumento usato per
Democrazia diretta. Il plebiscito viene legalizzare colpi di Stato: da Napoleone
indetto da chi è al governo solo in casi fino ai plebisciti elettorali di Mussolini.
eccezionali e non è regolato da leggi Così, si preferì parlare di referendum per
costituzionali. Il referendum è invece sottolineare che si trattava di una scelta
un atto di governo diretto del popolo, del popolo e non di un atto formale per
previsto dalla Costituzione e regolato da una decisione già presa.
ALINARI (2)

La scelta di indire il referendum era condivisa da entrambe le parti. Lo scopo


in Europa nel Dopoguerra. Per Churchill, il passo all’idea, positiva, del re che aveva vano gettato il Paese nell’avventura im-
l’opzione repubblicana sarebbe stata trop- “cacciato lo straniero” e a un modello di periale del fascismo e della guerra. Eppu-
po rischiosa. Era convinto che mantenen- monarchia liberale e costituzionalista. Un re il referendum sembrava anche ai mo-
do il governo Badoglio e i Savoia, la con- secolo più tardi, nel 1945, non era più co- narchici un’occasione da sfruttare: con il
sultazione referendaria avrebbe regalato sì. L’istituto monarchico era avviato ovun- voto popolare avrebbero potuto rilegitti-
una vittoria facile alla monarchia che era que verso il declino. E la realtà dell’Italia mare i Savoia.
sostenuta da una schiacciante maggioran- era radicalmente diversa. L’ormai masto- PartItI In camPo. Lo schieramento dei
za nel Sud della Penisola. In parte appog- dontico partito comunista, che godeva del partiti favorevoli alla repubblica portava
giato dagli alleati americani, questo dise- prestigio acquisito durante la Resistenza, invece con sé gli ideali, ancora freschi nel-
gno però si scontrò con l’inattesa sconfitta era congenitamente incompatibile con il la memoria degli italiani, della Resistenza
di Churchill alle elezioni inglesi del 1945. regime monarchico. e prometteva la riscoperta della democra-
Il declIno deI SavoIa. E gli italiani? Co- C’è poi da dire che i Savoia in Italia zia. Nello schieramento monarchico, im-
me la pensavano? Il dibattito ideologico avevano ben poche carte da giocare. Per pegnato nel tentativo di far dimenticare il
fra le posizioni monarchiche e repubbli- vent’anni, durante il fascismo, avevano ventennio all’ombra di Mussolini, la pro-
cane aveva superato da un pezzo le posi- abdicato alla loro funzione di garanzia del paganda elettorale invece fu centrata sul-
zioni del Risorgimento. Dopo il 1848 l’ala principio parlamentare, avevano ratifica- le memorie della Prima guerra mondiale e
mazziniana (repubblicana) aveva ceduto to le leggi di Mussolini e soprattutto ave- sulla difesa del Piave.
Tutti al
referendum
Una svendita
a “prezzi da
referendum” nel
1946: la parola in
quell’anno passò
dall’ambito politico
a quello quotidiano.
Nella pagina a
sinistra, tensione
durante una
manifestazione dei
sostenitori della
monarchia.

era evitare sollevazioni popolari in un Paese prostrato dalla guerra


In ogni caso, entrambi gli schieramenti sto avrebbe significato, per i repubblica- 1848, era la prima volta che il nostro Pa-
volevano il referendum, una consultazio- ni liberali della Dc, allearsi con il blocco ese conosceva, in epoca moderna, questa
ne ampia e senza precedenti nella storia antimonarchico dei socialisti e dei comu- forma di governo.
italiana. Ma perché fu scelta proprio quel- nisti, rischiando pericolose spaccature. Siccome soltanto il 18 giugno la Cassa-
la strada? Sicuramente non solo per voglia Inoltre, una mossa del genere sareb- zione fornì i dati definitivi, qualcuno par-
di democrazia. be stata ostacolata dagli Alleati, con il ri- lò di brogli. Ma nessuno storico, da allo-
Ai monarchici del Centro e del Sud fa- schio che questi ultimi appoggiassero un ra a oggi, ha riconosciuto a queste accu-
ceva comodo che nel Nord, in maggio- colpo di Stato a favore dei Savoia. Soprat- se un fondamento tale da inficiare quel
ranza repubblicano, non potessero votare tutto il Paese, prostrato dalla lunga e de- risultato. Nell’atmosfera di pacificazione
Trieste, l’Istria e l’Alto Adige (ancora sot- vastante guerra, aveva bisogno di certez- nazionale, il 22 giugno il governo conces-
to l’amministrazione alleata). D’altra par- ze, e non certo di rivoluzioni. Così si ar- se l’amnistia per i reati politici che portò
te le forze liberali favorevoli alla repub- rivò al referendum. E vinse la repubblica, alla scarcerazione anche di detenuti per
blica (nella Democrazia Cristiana, primo per un milione e mezzo di voti. reati gravi. Il 25 giugno l’Assemblea Co-
partito nella Costituente, una maggioran- InedIto. A parte la Repubblica inventa- stituente (a maggioranza democristiana)
za esigua) sapevano che l’unica alterna- ta a Roma da patrioti locali contro Pio VI iniziò i suoi lavori. E il vascello della Re-
tiva al referendum era una sollevazione (1797-1798) e la sfortunata Repubblica pubblica Italiana finalmente salpò. •
di popolo contro la monarchia. Ma que- Romana di Mazzini, Saffi e Armellini del Emilio Raffaele Papa

97
SPECIALE 1946

2 giugno: l’Italia deve


votare per il re o la
CRONACA
DI UNA
repubblica. Ecco che
cosa accadde in quei
giorni decisivi

63,5%
59,9%
63,6%

68,0%
53,8%

67,2%
85,0%

56,2%
61,5%
63,1%

SVOLTA
R
51,9%
72,8%
51,9% 80,5% oma, 1° giugno 1946, vigilia del
referendum fra monarchia e re-
71,6% pubblica. È piena notte nella
70,1% REPUBBLICA MONARCHIA
70,1% capitale, quando alle 2:20 dal-
la redazione centrale dell’agenzia Ansa
73,8% 66,7% Referendum non eseguito viene lanciato un dispaccio. Si tratta di
54,3% Media nazionale un proclama di Umberto II, re d’Italia da
46,8%
tre settimane, dopo l’abdicazione del pa-
49,0% dre Vittorio Emanuele III: “Italiani, vi di-
30,1%
38,5% co solennemente che in caso di riafferma-
21,1% zione dell’istituto monarchico accetterò
le responsabilità che ho assunte secondo
40,6% 24,7%
27,1% la legge della successione, ma per quan-
39,1%
to mi riguarda e mi compete, mi impegno
ad ammettere che, appena la Costituen-
39,7% te avrà assolto il suo compito, possa es-
sere ancora sottoposta agli Italiani, nella
forma che la rappresentanza popolare vo-
Sopra, cartina dell’Italia con le
lesse proporre, la domanda cui siete chia-
percentuali di voti a favore della
repubblica: nelle circoscrizioni 39,0% mati a rispondere il 2 giugno”. Il re aveva
31,8%
più blu prevalse la repubblica, voluto infrangere il silenzio della chiusu-
in quelle in rosso la monarchia. ra della campagna elettorale per provare
in ogni modo a ribaltare i pronostici della
vigilia favorevoli alla repubblica.
Tensioni. Il leader comunista Palmiro To-
gliatti, allora ministro della Giustizia, fu
svegliato in piena notte e dettò all’Unità
MONDADORI PORTFOLIO

alcune righe di polemica reazione. Il so-


cialista Pietro Nenni giudicò il proclama
“solo un diversivo”, mentre i mazziniani

Risultato
Giuseppe Romita, ministro
dell’Interno, legge al Viminale il
comunicato con i risultati provvisori
del referendum, il 5 giugno: i risultati
definitivi arrivarono il 18 giugno.
Quelli che votarono monarchia
LUIGI EINAUDI GIULIO ANDREOTTI
Il 24 maggio del 1946, alla Apparteneva all’ala della
vigilia del referendum, Democrazia Cristiana che
Luigi Einaudi firma su votò per il re, seguendo
L’Opinione l’ articolo di l’orientamento degli allea­
fondo Perché voterò per la ti angloamericani. Con
monarchia, che termina senso pratico, dichiarò in
così: “Noi, ognuno dei seguito, sulla posizione
quali è uguale a te e che della Dc, favorevole al
tutti insieme siamo più di referendum: “Metà del no-
te, dichiariamo e vogliamo stro elettorato era monar-
che tu sia Re per la difesa di chico, metà repubblicano.
tutti noi contro chiunque di Non potevamo scegliere
noi si eriga ad oppressore noi fra monarchia e re-
nostro e contro la follia di pubblica perché avremmo
noi stessi se per avventura perso comunque la metà
ci persuadessimo a rinun- dei voti. De Gasperi votò
ciare alla nostra libertà. per la repubblica, io per la
Se tu sarai Re per difendere monarchia perché sono
noi e le nostre libertà, noi romano e sono stato edu-
ti saremo fedeli perché sa- cato da una zia che visse
remo, così facendo, fedeli a sedici anni di pontificato
noi stessi, ai nostri avi ed ai di Pio IX. Come per molti
nostri figli. Ma se tu non sa- romani, per me il detto: è
rai il Re che noi vogliamo, una repubblica, significava
sappi che non basterà più dire: è il caos”. Questi, se­
l’oblio dell’esilio volontario condo l’agenzia di stampa
a lavare le tue colpe”. Fert, altri personaggi che
Economista di fama mon­ scelsero la monarchia. Gli
diale, Einaudi l’11 maggio attori Gino Cervi, Eduar­
del 1948 sarà eletto Pre­ do, Peppino e Titina De
sidente della Repubblica Filippo, Totò (a lato), il
succedendo a Enrico De tenore Mario Del Monaco,
Nicola, primo presidente. gli intellettuali e scrittori
E monarchico come lui. Valentino Bompiani,
Benedetto Croce, Carlo
GIANNI AGNELLI Emilio Gadda, Giovannino
All’epoca “l’Avvocato” era Guareschi, Leo Longanesi,
soldato e votò per la mo­ Piero Chiara; nello sport,
narchia. Molti anni dopo Gino Bartali, Enzo Ferrari,
in occasione della morte Silvio Piola, Vittorio Poz­
in esilio di Umberto II, nel zo; tra i giornalisti, Luigi
1983, fece scendere in Barzini, Mario Missiroli,
campo la sua squadra di Indro Montanelli, Mario
calcio, la Juventus, con il Pannunzio ed Eugenio
lutto al braccio. Scalfari.

GETTY IMAGES
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ALINARI
L’Italia nel 1946

45.540.000 POPOLAZIONE
(L’ultimo censimento risaliva al 1936)

13% tasso di analfabetismo


4(circaLIRE prezzo di un quotidiano
0,12 centesimi di euro attuali)

ALLA AL
RADIO CINEMA
Amado mio, dal Escono Paisà,
film Gilda, con Rita di Roberto Rossellini
Hayworth e Glenn e Sciuscià di Vittorio
Ford, Munasterio De Sica.
’e Santa Chiara, di
Michele Galdieri e
Alberto Barberis.
L’INTERVISTA
MIA MADRE, L’ULTIMA REGINA D’ITALIA
M arie José Carlot-
ta Sofia Amelia
Enrichetta Gabriella
in Italia. Definì “roba da
Medioevo” le leggi raz-
ziali e il 6 giugno del ’46,
Gabriella, sua figlia, nei
giorni del referendum
aveva 6 anni, e queste
di Sassonia Coburgo- lasciò l’Italia con i suoi sono le sue impressioni
Gotha, nota come Maria quattro figli a bordo di quel 2 giugno.
José del Belgio, è stata dell’incrociatore Duca
l’ultima regina d’Italia. degli Abruzzi alla volta Che ricordi ha di quel-
Moglie di Umberto II, del Portogallo. Morì il lo che avvenne dopo il
fu l’unico membro di 27 gennaio 2001 ed è 2 giugno 1946?
Casa Reale ad avere sepolta nell’Abbazia «Ero al Quirinale. Sen-
contatti e frequenta- di Altacomba in Alta tivo questa grande
zioni con l’opposizione Savoia (Francia), accan- tensione, ma ero così
SCALA

antifascista esistente to a suo marito. Maria piccola che non capivo

Tra i favorevoli alla monarchia c’era anche l’arcivescovo Roncalli, nel 1958
rimproverarono al re “di non essersi com- Sul Corriere della Sera si leggevano no- Contestazioni. Il 6 giugno, a conteggi
portato come un elemento al di sopra del- te di colore, come questa: “Al seggio me- non ancora conclusi, dal ministero dell’In-
la mischia, ma di aver polemizzato come glio andare senza rossetto alle labbra. Sic- terno si avvertì il re, con una telefona-
parte in causa”. come la scheda deve essere incollata e non ta privata: i giochi erano fatti. Alle 9:30
Il giorno dopo arrivò la risposta di deve avere alcun segno di riconoscimento, di quel 6 giugno il Presidente del Consi-
24.946.878 italiani (esclusi quindi gli abi- le donne nell’umettare con le labbra il lem- glio Alcide De Gasperi si recò dal sovrano.
tanti dell’Alto Adige e di Trieste). Tra que- bo da incollare potrebbero, senza volerlo, Umberto II si disse certo di aver compiuto
sti 12.718.641 – il 54,27% – scelsero la re- lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso il suo dovere “in questi ultimi due anni di
pubblica, contro 10.718.502, e votarono i rendere nullo il loro voto. Dunque, il ros- duro sacrificio, pur avendo conosciuto l’in-
rappresentanti all’Assemblea Costituente. setto lo si porti con sé, per ravvivare le lab- gratitudine umana, così come aver avuto
La percentuale di votanti fu altissima e, bra fuori dal seggio. Perché, come ha scrit- prove di dedizione oltre misura”.
come ha raccontato lo storico inglese De- to Dorothy Thomson (una giornalista ame- La monarchia aveva perso, ma, con le
nis Mack Smith, “gli stranieri e la maggior ricana, ndr), ‘non è azzardato affermare valigie già pronte, il re avrebbe atteso a
parte degli italiani rimasero impressiona- che saranno le donne a far pencolare la bi- Roma la proclamazione ufficiale dell’e-
ti dall’ordine, dal buon umore e dalla cor- lancia in favore della monarchia o della re- sito del referendum. Ci furono contesta-
retta osservanza delle norme elettorali con pubblica’”. Le donne votavano quell’anno zioni da parte monarchica e ci vollero al-
cui esse si svolsero”. per la prima volta a un’elezione politica. tri dieci giorni di riconteggi. Soltanto il 13
100
Sua Maestà ha votato
La regina Maria José, moglie
di Umberto II, al voto nella
sezione Trevi, a Roma. La
famiglia reale attese i risultati
al Quirinale e poi partì
per il Portogallo.

tutto. Ricordo il grande tarlo. Il suo modello era Della scelta degli ita- noi della storia che ave- duri. Ma vorrei parlarle
nervosismo della nostra sua madre Elisabetta liani che cosa pensava va vissuto. Sentivamo la di un mio grande desi-
governante, la sua in- del Belgio, anche se non sua madre? sua tristezza, ma non ce derio. Spero davvero
quietudine. Anni dopo si può certo paragonare «La volontà del popolo la manifestò mai. Lui era che mio nonno Vittorio
fu lei a raccontarmi che il Belgio con l’Italia andava rispettata. nato in Italia, educato Emanuele e mia nonna
mia madre, saputo dei fascista. Avevo 6 anni, ero molto militarmente, disciplina- Elena di Montenegro
risultati, era furiosa. Da giovane, a corte, piccola e ricordo poco di tissimo. Per noi bambini ritornino in Italia. Lo sa?
Era un leone, aveva si trovò malissimo. Si quei momenti. Andam- fu diverso, imparammo L’Italia è l’unica nazione
sempre queste reazioni era fatta una cerchia di mo a vivere in Porto- l’italiano, ma ci sentiva- europea che non ha fat-
violente. Lei, educata intellettuali antifascisti gallo con nostro padre. mo più cittadini euro- to rientrare le salme dei
in Belgio al mestiere di e per questo era sem- Sapevo poco di quanto pei. Lui no. Per lui l’esilio suoi ex regnanti e credo
regina, non aveva avuto pre seguita da spie di era accaduto. Era molto e la lontananza dal suo sia una cosa triste per la
l’opportunità di eserci- Mussolini». riluttante a parlare con Paese furono molto sua Storia».

eletto papa con il nome di Giovanni XXIII. Lo prova una sua lettera al fratello
giugno l’ex monarca, spinto dal gover- ve lo aspettava il resto della sua famiglia, Umberto II, re Vittorio Emanuele III, ave-
no (che aveva trasferito provvisoriamen- che aveva già lasciato l’Italia il 6 giugno. va scelto con grande ritardo di abdicare in
te ad Alcide De Gasperi le funzioni di Ca- Addio regno. Con il titolo di conte di favore di un figlio che non aveva mai sti-
po dello Stato), decise di lasciare Roma Sarre, Umberto si rifiutò di riconoscere la mato e considerato. Rappresentò per il re
per il Portogallo, cinque giorni prima che legittimità della repubblica. Questo por- l’ultimo disperato tentativo di recupera-
la Corte di Cassazione dichiarasse l’Italia tò alla XIII Disposizione transitoria e fina- re consensi per la Corona. Ma era troppo
una repubblica. le della Costituzione, entrata in vigore il tardi. Il sovrano aveva legittimato le azio-
Il suo ultimo atto in patria fu accusare 1° gennaio 1948, che gli avrebbe per sem- ni di Benito Mussolini (arrestato soltanto
il governo di aver compiuto “un atto rivo- pre chiuso le porte del suo Paese. Era an- tre anni prima), sottoscritto e ratificato la
luzionario, assumendo con atto arbitrario che la fine del rapporto tra l’Italia e i Sa- marcia su Roma, i provvedimenti contro la
e unilaterale poteri che non gli spettano”. voia che, secondo Mack Smith, “furono in- libertà di stampa, il silenzio sulle violen-
Umberto era però convinto anche che con- discutibilmente partecipi, in modo attivo o ze degli squadristi e sull’uccisione di Mat-
testare quei risultati avrebbe significato passivo, di tutte le decisioni prese dai loro teotti, la guerra di Etiopia, le leggi razzia-
spingere l’Italia verso una nuova guerra ci- governi, e talvolta scavalcarono ministri e li, il Patto d’Acciaio con Hitler e la dichia-
vile. “Se la repubblica si può reggere con il Parlamento per imporre decisioni proprie”. razione di guerra alla Francia e al Regno
51% dei voti, la monarchia no!”, dichiarò. Come quando, il 9 maggio 1946, a so- Unito. Gli italiani non lo dimenticarono. •
Dopodiché prese l’aereo per Lisbona, do- le tre settimane dalle votazioni, il padre di Francesco De Leo

101
SPECIALE 1946

Fatta la Repubblica, restava da “cementarla” con la ricostruzione. Intanto,


grazie al ciclismo, gli italiani vivevano il sogno di una vita normale

IL GIRO DELLA
RINASCITA
OLYCOM

102

D
ove l’ampiezza dei fiumi radio e telefonici da ripristinare. Un ve- re), ma anche perché i suoi eroi erano tut-
non ha consentito la co- ro azzardo far disputare il Giro in quelle ti di origini umili, vincenti ma a prezzo di
struzione di ponti provvi- condizioni. Ma resuscitare la prestigiosa immense fatiche. Il ciclismo assomigliava
sori bisognerà che la corsa corsa a tappe avrebbe a suo modo spro- a un lavoro duro e faticoso.
scenda sul greto per superare i corsi d’ac- nato gli italiani a ricominciare. Sarebbe Nel 1946 anche i corridori tiravano la
qua con varie passerelle”. Sono le no- stato, pensavano i due organizzatori, “il cinghia, campioni compresi. “Avevo mes-
te dei sopralluoghi di Augusto Cougnet, Giro della Rinascita”. so su un negozietto da ciclista, soprattutto
fondatore e direttore del Giro d’Italia, Un Paese in bolletta. In un’Italia a pane per la riparazione dei tubolari che scarseg-
impegnato nella definizione del percorso razionato e con stipendi che arrivavano a giavano. Facevo il toppinaro, cioè mettevo
della 29a edizione della corsa a tappe. un massimo di 5mila lire al mese (160 eu- le toppe alle camere d’aria”, ha raccontato
Era il 1946 e quello che Cougnet e l’assi- ro di oggi), il ciclismo era lo sport più po- Gino Bartali, all’epoca già vincitore di due
stente Vincenzo Torriani stavano percor- polare. Era il più vicino alla gente non so- Giri e di un Tour de France. “Quello che
rendo a bordo di una Balilla era un Pae- lo perché la bicicletta era il mezzo più eco- avevamo guadagnato dal 1935 al 1940 era
se ferito: più della metà delle strade sta- nomico e indispensabile per spostarsi (ne andato in fumo. Eravamo tutti in bolletta”.
tali compromesse, quasi 3mila ponti di- circolavano in quell’anno più di tre milio- Bisognava davvero che tutti ricominciasse-
strutti, alberghi da ricostruire, contatti ni mentre solo 149mila erano le autovettu- ro a “pedalare”.
a tU Per tU con la storia. La partenza
Pedalata storica del Giro della Rinascita fu ritardata di un
A sinistra, Gino Bartali,
mese rispetto alla tradizione, per non in-
vincitore del 29o Giro, tralciare il referendum del 2 giugno. Era
in trionfo all’arrivo a appena nata la Repubblica quando, il 15
Milano, il 7 luglio 1946. giugno 1946, un’ottantina di corridori (49
Sotto, l’ultima tappa del professionisti e 30 “senza squadra”) con
Giro 1934 sulla Gazzetta. una carovana composta principalmente

Il Giro tra le due


guerre mondiali
I l Giro d’Italia, nato nel 1909,
fu sospeso dal 1915 al 1918
in concomitanza con la Prima
guerra mondiale. Alla settima
edizione, quella del 1919,
presero il via 87 atleti, di cui
ben 42 erano militari, che
correvano come “isolati”. Le
prime tappe furono Trento
e Trieste, una scelta signifi-
cativa perché erano le città
simbolo della vittoria.
Sprint finale. Il Giro del
1940, il primo vinto da
Fausto Coppi, si concluse a
Milano il 9 giugno: il giorno
dopo Mussolini annunciava
la dichiarazione di guerra
a Francia e Inghilterra. Nel
1942 la Gazzetta dello Sport
si inventò un “Giro di Guer-
ra” sommando i risultati
di otto corse disputate in
quell’anno. Primo, in base
a quel conteggio, risultò
Gino Bartali. L’anno suc-
cessivo, lo sbarco degli
Alleati mise fine a ogni
altro tentativo di stilare
classifiche, incluse quelle
virtuali.
Il Giro del 1946 filò liscio, eccetto la tappa di Trieste. Le sorti della città erano
da jeep americane rimediate tra i residua- ri, “calzo gli scarponi e sono al passo Rolle i duellAnti. Un altro confronto animò
ti bellici, presero il via da Milano. La cor- (sulle Dolomiti, ndr) a salutare i girini che quel Giro. Quello fra Coppi e Bartali. Nel-
sa fece il giro delle città del Centro-nord, portano alla mia Trento il grido appassio- la tappa Udine-Auronzo i due si alterna-
si spinse a sud fino a Napoli, ricevette la nato della Sorella in pericolo”. rono nei cambi in perfetta sincronia accu-
solenne benedizione del papa e quando Il 2 luglio il Giro, partito da Rovigo, do- mulando un incolmabile vantaggio. A quel
ripartì da Roma fu salutata ovunque da vette però fermarsi a Pieris, 40 km prima punto si gareggiava per la vittoria finale:
ali di folla. Al passaggio della corsa tanti del traguardo di Trieste. Manifestanti fi- Bartali aveva in precedenza accumulato
italiani, dicevano le cronache del tempo, loiugoslavi, dopo aver piazzato blocchi di oltre 4 minuti di vantaggio su Coppi. Se-
“tornavano a riconoscersi e a sorridersi”. cemento, chiodi e filo spinato sulla car- nonché, conclusa la tappa di Auronzo, ar-
A ostAcoli. Sterrati, buche nell’asfalto, reggiata, accolsero atleti e carovana con rivò la notizia che ai corridori italiani era-
ponti di barche: le difficoltà logistiche fu- un lancio di pietre. La tappa fu annullata no stati revocati i permessi per le assai re-
rono superate e il programma rigorosa- e gran parte del plotone fece dietrofront. I munerative corse all’estero. Mentre Cop-
mente rispettato. Con un’unica eccezione: 17 ciclisti che, superato il blocco, decise- pi, che grazie alla sua squadra, la Bianchi,
l’arrivo a Trieste. Come già era avvenuto ro di proseguire ugualmente, furono accol- beneficiava di un contratto più ricco degli
alla fine della Prima guerra mondiale, gli ti, una volta giunti in città, come eroi, tra altri, fece buon viso a cattivo gioco, la re-
organizzatori avevano stabilito che, insie- le bandiere tricolori. A guidarli il triestino
me a Trento, la città giuliana fosse sede di Cottur (a cui venne assegnata la vittoria)
tappa. La scelta aveva un significato sim- e suoi compagni della squadra locale, la
bolico: erano in corso le trattative di pa- Wilier (acronimo di W l’Italia Libera e Re-
ce e la sorte di Trieste era ancora in bilico. denta). “Il delirante abbraccio dei triestini
“Da vecchio alpinista”, scriveva il presi- accoglie il Giro d’Italia”, titolò a tutta pa-
dente del Consiglio e capo di Stato ad in- gina la Gazzetta. Ma la corsa, per pruden-
terim Alcide De Gasperi agli organizzato- za, venne fatta ripartire da Udine.

Maglia rosa o maglia nera?


L a “maglia rosa”, colore
scelto in omaggio
alla Gazzetta dello Sport
come simbolo del pri-
mato in classifica nel
Giro del 1931. Il primo
1946 si decise di assegna-
re anche una “maglia ne-
ra” destinata, con relativo
che organizzava la corsa a indossarla fu Learco premio in denaro, all’ul-
a tappe, fu introdotta Guerra. Proprio nel timo classificato. Anche
quella maglia fu oggetto
Malabrocca, per di accanite competizioni:
OLYCOM

CINECITTÀ LUCE/SCALA

due anni di seguito all’epoca di Coppi e Barta-


maglia nera. li l’antagonismo tra Luigi
Malabrocca e Sante Ca-
rollo, specialisti di quelle
“fughe al contrario”, riuscì
a entusiasmare i tifosi.
Ritardo cronico. Gli
aspiranti alla maglia nera
dovevano saper fare i
conti col cronometro, per
accumulare il maggior
ritardo possibile restando
nei limiti del tempo mas-
simo senza farsi squalifi-
care. C’erano corridori che
per riuscirci si nasconde-
vano nelle osterie, negli
androni delle case e nei
fienili. Per aver dato luo-
go a spettacoli “indeco-
rosi” e decisamente poco
sportivi, la maglia nera fu Il rivale
abolita nel 1952. L’ultimo Fausto Coppi acclamato
a indossarla fu, nel 1951, dalla folla al suo arrivo
Giuseppe Pinarello. a Siena, seguito dai
compagni di squadra.

104
ancora in bilico e i ciclisti, a 40 km dall’arrivo, furono accolti da un lancio di pietre
azione di Bartali fu a dir poco furiosa. Re- lo, però, fu l’ultimo scambio di cortesie.
stituì la maglia rosa appena conquistata, In quella stessa tappa Coppi attaccò senza
annunciando il ritiro dal Giro. tregua, e così in quelle successive. Quan- Il Giro del 1946 in cifre
Il mattino seguente la federazione cicli- do Bartali arrivò, vincitore, al traguardo di
stica fece marcia indietro, ma Bartali ave- Milano, aveva solo 47 secondi di vantag- A MILANO
va già le valigie pronte e soprattutto aveva gio. La rivincita di Coppi sarebbe arrivata PARTENZA ARRIVO

15 7
mangiato come un bue. Ripresentandosi l’anno seguente, con la vittoria nell’edizio-
alla partenza della successiva tappa dolo- ne 1947: il “Giro del Progresso”. •
mitica non pareva in grado di difendere la Gianpaolo Fissore
maglia rosa. Coppi non solo non attaccò il
rivale, ma lo aspettò, lo aiutò a vomitare la GIUGNO LUGLIO
cena, a ripulirsi e a ripartire. Perché lo fe-
ce? Doveva sdebitarsi. Anni prima, Bartali,

7
allora suo compagno di squadra, lo aveva

79
sostenuto durante una crisi simile. Quel-

SQUADRE
CICLISTI
TUTTI
ITALIANI

30
ISOLATI
“senza squadra” divisi
in sei gruppi,
tesserati da
49
PROFESSIONISTI
polisportive (Squadre: Legnano,
Bianchi, Viscontea,
Benotto, Olmo, Welter
e Wilier-Triestina)

3.039,5 km percorsi
151 km lunghezza media delle tappe
33,948 km/h media oraria del vincitore
20 tappe (19 completate)
40 arrivati al traguardo
CLASSIFICA GENERALE

1 2 3
GINO FAUSTO VITO
BARTALI COPPI ORTELLI
(Legnano) (Bianchi) (Benotto)

Gran premio della montagna


GINO BARTALI
ultimo arrivato (maglia nera)
LUIGI MALABROCCA

105
SPECIALE 1946

Nel luglio di settant’anni fa finiva

GETTY IMAGES
l’amministrazione americana nella città campana,
dopo 33 mesi di luci e ombre

NAPOLI
&
STELLE
STRISCE

I
l 31 luglio 1946 la commissione al­ ovunque. Gli uomini dell’amministrazio­
leata lascia Napoli. È il formale pas­ ne alleata (l’Amg, v. riquadro nelle pagi-
saggio di consegne dell’amministra­ ne successive) cercarono di riattivare il
zione cittadina dalle autorità anglo­ porto, sgombrando le 200 navi affondate
americane al governo italiano. Gli Allea­ e rimettendo in sesto le banchine per i ri­
ti erano a Napoli dal 1° ottobre 1943: fornimenti in arrivo dall’Africa. Senza luce
una lunga presenza, giustificata da ra­ Gli attracchi ripresero a funzionare in Napoletani evacuati
gioni strategico­militari legate al control­ parte già nell’ottobre del 1943. Fu riaper­ prima che le truppe
lo del porto. E che terminò soltanto do­ to l’ospedale Pellegrini, vennero ripristi­ alleate iniziassero
po la nascita della Repubblica italiana. nati i collegamenti cittadini, come le tre le operazioni di
Ma che cosa era accaduto nella principa­ funicolari tra la parte alta e bassa del­ riallacciamento
dell’elettricità. I
le città del Sud in quei due anni e mez­ la città e le linee della Circumvesuviana,
tedeschi l’avevano
zo? Di tutto, e quando i soldati a stelle e ferrovia di collegamento con la provincia. staccata e avevano
strisce se ne andarono, in molti festeggia­ Fin qui la parte positiva. Ma mancava l’e­ lasciato trappole
rono (anche se non quanto avevano fatto nergia elettrica, la distribuzione dell’ac­ esplosive negli edifici.
al loro arrivo). qua era saltuaria e fu necessario predi­ A lato, una banconota
Tra le macerie. La vita quotidiana, per sporre in città 60 autobotti fisse. di Am-lire, la valuta
i napoletani, in quei due anni e mezzo Quando arrivarono gli angloamericani, per le transazioni tra
era stata durissima. Le macerie erano c’erano ancora 11.930 persone costrette Alleati e napoletani.

106
Ricostruzione
Da sinistra, in senso
orario: Charles
Poletti, italo-
americano, secondo
responsabile
dell’Allied military
government
installato a
Napoli; truppe
della V Armata
passano vicino a
case crollate per i
bombardamenti;
il porto di Napoli,
riattivato dagli
americani e in cui
furono impiegati
migliaia di
napoletani senza
più lavoro; soldati
americani si fanno
lucidare le scarpe
da “sciuscià”: la
miseria regnava.

MONDADORI PORTFOLIO (4)


C’era il coprifuoco dalle 19 alle 5:30 e la miseria Al lavoro nel porto
imperava ovunque. Un quarto delle napoletane I bombardamenti
tra il 18 e il 30
settembre del
lavorare come
facchini nelle ope-
razioni di carico
1943 avevano e scarico merci.
nubili si dovettero prostituire con i soldati alleati distrutto il 46 per Il porto fu ricon-
cento delle fab- segnato all’Italia
a vivere nei rifugi antiaerei perché rima- la soldati. Che, reduci dai combattimen- briche in provin- nel novembre del
cia di Napoli. E nel 1946, 4 mesi dopo
ste senza casa. Molti vi restarono fino al ti sul fronte di Cassino, avevano fatto di
1946 il 67% del la fine dell’am-
1946 e anche oltre. L’Amg, fino alla fine Napoli un luogo di divertimento, ovvero, sistema produtti- minstrazione
del conflitto, aveva imposto il coprifuo- un immenso bordello. vo napoletano era alleata.
co, che cominciava alle 19 e finiva alle Molti militari contrassero la sifilide e al- da ricostruire. La Ma 61 stabili-
5,30 del mattino. tre malattie veneree: secondo le cifre dei conseguenza im- menti industriali
mediata fu la di- requisiti dagli an-
Nelle lettere dei napoletani ai loro pa- sanitari alleati si infettarono l’8 per cen-
soccupazione per gloamericani ven-
renti emigrati all’estero, passate al setac- to degli statunitensi e il 5 per cento de- 450.000 persone, nero riconsegnati
cio dalla censura dell’Allied Censor Con- gli inglesi. Si diffusero i brothels, ossia i con ben 20.873 solo dopo un
trol Office, si rifletteva il sentimento, entu- bordelli: per ufficiali e soldati, improvvi- dipendenti delle incontro tra il mi-
siasta all’inizio, ma poi sempre più ostile, sati e organizzati. Il più costoso si trova- industrie rimasti nistro dei Lavori
senza lavoro nel pubblici italiano,
nei confronti dei nuovi padroni: “Gli allea- va al numero 67 di corso Vittorio Ema-
maggio del 1943, Giuseppe Romita,
ti, questi cialtroni, non fanno altro che pre- nuele, verso Mergellina. Nell’edificio in saliti a 110mila e il colonnello
dicare e valorizzare le necessità di guerra via Chiaia 175 c’erano 5 casini, separa- nel dicembre del- Pennycuick, che
che contrastano i rifornimenti civili. I mi- ti per militari bianchi e neri. Anche nei lo stesso anno. commentò: “Forse
gliori negozi sono in mano loro, che non Quartieri spagnoli si moltiplicarono bor- Facchini. La situa- dalle macerie della
zione spinse molti guerra sorgerà una
fanno che fondare circoli frequentando ca- delli di ogni tipo.
ad accontentarsi Napoli con una ri-
sini dove sfogarsi”. Lo Psychological Warfare Branch, che di lavori anche di costruita litoranea
Al bordello. Nel 1946 si usavano an- aveva compiti di controllo sull’informa- poche ore, offerti che le apporterà
cora le Am-lire, la valuta coniata per le zione, calcolò un incredibile numero di dagli angloameri- maggiore dignità e
transazioni tra truppe alleate e popola- prostitute a Napoli: 42mila, che in quel cani che avevano prosperità futura.
bisogno di mano- Vi sono indubbi
zione locale e che continuò a circolare fi- momento significava un quarto delle
dopera soprattut- segni di tempi
no al 1950. Ma gli americani lasciarono donne nubili presenti in città. Nel 1944 to per sistemare migliori per l’av-
anche un’altra eredità a Napoli. Per cir- erano 38 i casini autorizzati. I medici ac- e far funzionare il venire a Napoli,
ca 30 mesi la città era stata la retrovia certarono 12.949 casi di donne infette da porto. In 20mila nonostante i molti
del fronte, dove arrivarono oltre 100mi- malattie veneree. accettarono di danni di guerra”.
w

Gli uomini dell’Amg


(e i loro discutibili amici)
L’ amministra-
zione alleata
(Amg, Allied mili-
mento durante il
fascismo. Peccato
che fosse solo una
tary government) carica onorifica,
si insediò il 6 senza autonomia
ottobre del 1943, dall’Amg.
nei palazzi tra Bravi ragazzi.
piazza Plebiscito e Dopo Hume,
piazza Municipio. arrivò a Napoli il
Erano in preva- colonnello Charles
lenza americani: Poletti, avvocato
106 su 49 inglesi. e governatore
All’inizio ne fu democratico dello
responsabile il Stato di New York.
colonnello Usa Italo-americano,
Edgar Erskine Hu- si circondò di col-
me, un medico di laboratori di fama
54 anni originario discutibile, come
MONDADORI PORTFOLIO

del Kentucky e Vito Genovese


specializzatosi (sotto) cui affidò
all’Università compiti di inter-
di Roma: perciò prete nonostante
parlava italiano. fosse un boss ma-
Hume, per non fioso, sbarcato in
rischiare salti nel
buio, confermò il
Sicilia con le trup-
pe Usa. Questo il
Nacque allora la borsa nera, il traffico clandestino
prefetto del regi- programma di Po-
me fascista: Giu- letti: “Non ho pietà Il quartiere “a luci rosse” era Montecal- na erano le merci più richieste e il quar-
seppe Solimena. per gli incapaci e i vario, dove c’era il maggior numero di tiere Forcella divenne regno del contrab-
In una realtà che disonesti. Bisogna bordelli clandestini e dove le autorità af- bando. A gestire il mercato nero c’era-
conosceva poco, pulire la casa e lei, fissero opuscoli e manifesti per informa- no personaggi come Gennaro Merolla, re
come altrove in Ingrosso, come
Italia, si affidò alla sindaco avrà sem- re i soldati sulle malattie in cui potevano di quello che gli americani chiamavano
classe dirigente pre al suo fianco il incorrere. Molte donne rimasero incinte: black market, o Pio Vittorio Giuliano, di-
del Ventennio. Fu maggiore Hutchin- nacquero i cosiddetti “figli della guerra”. ventato una celebrità a Napoli.
designato sindaco son, che l’aiuterà”. Uno di loro è il sassofonista James Senese Anche tra le truppe americane, però,
Gustavo Ingrosso, Era l’avvertimento che, come ha raccontato lui stesso, non c’erano criminali: dal 1943 al 1947 i mi-
giurista di idee che Napoli aveva
liberali, rimosso un sindaco sotto conobbe mai il padre James Smith, sol- litari alleati furono accusati di 23.265 de-
dall’insegna- tutela. dato della 92esima divisione americana. litti tra cui, solo in Campania, 171 omici-
Tra borsa nera e camorra. Non c’e- di, 574 ferimenti, 818 aggressioni e risse,
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ra soltanto la prostituzione, ma anche la 3.443 furti e rapine.


borsa nera. “Charlie Poletti, Charlie Po- Fu in questo clima che si crearono le
letti, meno ciarle e più spaghetti” era la condizioni per la nascita di nuovi gruppi
filastrocca più diffusa in quei mesi, che camorristici, che cominciarono a gestire
sintetizzava la situazione di fame e mi- appunto la borsa nera e la prostituzione.
seria. Con la complicità dei militari ame- Personaggi come Vittorio Fortuna, colle-
ricani, nacque il traffico clandestino di gato a don Vito Genovese (v. riquadro a
merci dai depositi alleati. Tra il febbra- sinistra), Antonio Spavone detto ‘o ma-
io e l’aprile del 1944, oltre 12mila perso- lommo, Giovanni Mormone, Giuseppe
ne furono fermate per attività legate al- Navarra si imposero nei traffici illegali.
la borsa nera. In seguito, a Napoli sarebbe arrivato an-
Furono eseguiti 4.510 sequestri di beni che Lucky Luciano, il boss italo-america-
provenienti da magazzini alleati e trovati no scarcerato negli Usa e spedito in Ita-
in possesso a civili. A Napoli, nel maggio lia dopo aver fornito alla marina militare
del 1944, furono arrestati 1.048 contrab- statunitense informazioni utili allo sbarco
bandieri. Giravano anche tessere annona- in Sicilia. Quando, il 2 giugno del 1946,
rie false: ne vennero sequestrate non me- l’Italia divenne una repubblica, i proble-
no di 300mila. Pasta, medicine, sigarette, mi di Napoli erano pronti a esplodere. •
conserve di pomodoro, benzina, olio, la- Gigi Di Fiore

110
Festaioli
Soldati statunitensi in un
“club riservato”, frequentato
da loro e da ragazze del
posto. A destra, famiglie fuori
da una caverna naturale dove
avevano vissuto per sfuggire
ai bombardamenti.

GETTY IMAGES
di merci dei depositi delle truppe Usa. Che finivano nelle mani della camorra

Braccia da mare
Gli Alleati istruiscono un
equipaggio che sta lavorando
su una nave semiaffondata,
da riutilizzare come approdo
per le truppe in arrivo.

GETTY IMAGES

111
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1915 gallipoli

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1945 Iwo Jima  
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Della forma

monarchie
Di governo
spettacolari, anche i segreti della popo- più antica

potrete rivivere le imprese dei marines, larità della regina Elisabet-


la presa di Messina nel 1848, l’eroismo ta II, sul trono da 64 anni; le
australiano a Gallipoli nella Prima guerra grandi dinastie europee, da-
mondiale, gli scontri epici di Iwo Jima e gli Asburgo ai Borbone, che monarchie
i sovrani che hanno governato il monDo
della Normandia, l’assedio ottomano a hanno disegnato la mappa
i 90 anni di età e i 64 sul trono della regina elisabetta
Malta nel 1565 e molto altro ancora. del nostro continente; l’Ita- • carlo magno e carlo V: nel nome di dio • il re sole •

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Magazine Publishing Coordinator e Business Manager Carolina Cefalù
Periodico associato alla FIEG Accertamento Diffusione Stampa Codice ISSN:
Coordinamento Tecnico Valter Martin (Federaz. Ital. Editori Giornali) Certificato n. 7151 del 14/12/2011 1824-906x

112
IN EDICOLA dal 17 giugno
neI prossimI numerI con tante altre storie e personaggi

PERSONAGGI CINEMA
GETTY IMAGES (4)

Il romano che se ne lavò le mani Spaghetti western


Il governatore della Giudea citato dai Vangeli è storicamente esistito, ma In Spagna si restaurano i luoghi dove Sergio Leone girò i suoi
chi era davvero Ponzio Pilato? Un nuovo studio ne ripercorre la vita. western all’italiana con Clint Eastwood.

MISTERI OTTOCENTO

A caccia di spiriti Il Secondo impero


Mesmerismo, tavolini volanti e defunti parlanti: quando Dal 1852 al 1870 Napoleone III fondò il Secondo impero di Francia, ispirato a
anche la (pseudo) scienza credeva ai fantasmi. Bonaparte: portò alla guerra contro la Prussia, ma anche allo splendore di Parigi.

113
flashback

Un pallone frenato
dell’esercito tedesco nel-
la Grande guerra. Questi
palloni aerostatici erano
agganciati a terra con
cavi d’acciaio e venivano
usati soprattutto con
funzioni di sbarramento.
Rendevano più difficile
al nemico aggiustare il
tiro dell’artiglieria e, po-
sizionati al di sopra delle
trincee, impedivano le
manovre dell’aviazione
nemica.
GETTYIMAGES (2)

I tedeschi brevettarono
una sorta di cyclette per
generare l’energia
necessaria a gonfiare i
palloni aerostatici.
Il Drachenballon
(“aquilone”), come
veniva chiamato in
Germania questo mezzo
di difesa, fu impiegato
durante la Prima
guerra mondiale. Nella
stessa epoca si
svilupparono i grandi
dirigibili per passeggeri.

114
A Roma anche la plebe senza fissa dimora vive senza produrre nulla,
mantenuta dalle elargizioni dello Stato. Ecco, ancora di Ammiano Mar-
cellino, una vivida descrizione di questi imitatori di bassa lega dell’otium
aristocratico:
Nella folla più bassa e povera, alcuni passano tutta la notte nelle osterie, altri
vanno a dormire sotto i tendoni del teatro che Catulo... quando era edile, fece
stendere sopra gli spettatori. Oppure giocano con accanimento a dadi e fanno
suoni volgari richiamando rumorosamente l’aria nelle narici; infine, ed è la loro
massima passione, dall’alba al tramonto, che ci sia sole o pioggia, se ne stanno a
osservare aurighi e cavalli per rimarcarne pregi e difetti. Ed è davvero stupefacen-
te vedere una folla smisurata, entusiasmata e rapita dalle corse dei cocchi. Questa
e altre cose del genere non permettono che a Roma si faccia nulla di serio.
12

Molti produttori fuggono dall


e loro sedi per sottrarsi alla schi
abituale per i debitori insolven avitù, che è
ti, ma la maggior parte dei terr
presidiata da aristocrazie dom itori è oramai
inanti...
La procedura corretta e statuita
nei trattati è di restituire i fugg
ciò non sempre avviene perc iaschi, ma
hé via via che i produttori si
mero diventano più preziosi riducono di nu-
e le aristocrazie sono sempre
a reintegrare il proprio settore più interessate
produttivo.

Nel crollo miceneo gli arch


eologi hanno rilevato una inte
nezza: dopo le distruzioni viol ressante stra -
ente dei grandi palazzi che dom
secoli la società e la scompars inavano da
a dei wanax, i potenti signori
per due o tre generazioni inte in essi residenti,
rviene una sorta di recupero
vengono in parte ripristinati. in cui i palazzi

Ora, in una società ideologizzata in


senso aristocratico ma in cui è anco
presente una classe media legata ra
ad antiche tradizioni nomadico-eg
litarie, come appunto il damos, e non ua-
sottomessa, se il settore produttiv
via via si indebolisce questa finisce o
in sofferenza e, arrivati al primo punt
di crisi – quello delle «sedizioni e o
sommosse» – può essere in grado
rimuovere violentemente la classe di
dominante.
Ciò sgrava il settore produttivo di
un grosso peso e migliora la situa
ne. Ma i vittoriosi esponenti delle zio-
classi medie, trovandosi ora al verti
della società e ancora ispirati dai mod ce
elli aristocratici, prendono subito
scimmiottare i vecchi grandi signo a
ri, continuano a spremere “troppo”
settore produttivo, producendo il il
secondo e definitivo tracollo.
E a Tirinto gli archeologi hanno appu
nto reperito le tracce dell’ascesa al
potere sociale di una classe alta nuov
a ma inclinata a replicare i vecchi
modelli
Che cosa succede in una società in cui le classi alte acquistano
in Forest of King un dominio tanto forte sul settore produttivo da poterlo spremere
studiosi sempre lod , di Linda Schele
evolmente tesi a e David Freidel, du
e
impunemente fino, addirittura, a “consumarlo”?
antichi Maya: sintonizzarsi sulla
All’in
mentalità degli Logicamente si verifica un tracollo, e questo spiega in modo semplice
izio del periodo cla
mente piccola de
ssico [la nobiltà]
comprendeva un i modi della decadenza e scomparsa di molte antiche civiltà
lla popolazione, a parte relativa-
velocemente nei ma [già poco dopo e, più di recente, il grave impoverimento di Italia e Spagna nel Seicento.
numeri e nei privil ] essa stava cresce
del resto della po egi. Più alti in me ndo
polazione, [i nobil dia di dieci centim
quota maggiore de i] usufruivano de etri
lle risorse economi i cibi migliori e di
che, per cui avevan una Ma come mai nel Seicento, mentre Italia e Spagna decadono,
bilità di avere figli o ma
nascevano in una
che raggiungessero
l’età adulta. Dato
ggiori proba- l’Olanda prospera e l’Inghilterra comincia la sua spettacolare ascesa
famiglia nobile po che tutti coloro ch
ci vollero troppi sec tevano esercitare
oli di prosperità pe prerogative da élit
e verso la rivoluzione industriale?
rché si formasse un e, non
mensioni sufficie
nti per essere un ’ar istocrazia di di- Qui l’indagine porta a conclusioni nuove e politicamente scorrette,
per i contadini.18 problema per i go
verni e un peso no confermando, tra molte altre cose, l’intuizione di Luciano De Crescenzo:
tevole
«In Italia gli Inglesi sono i Milanesi»
seta per
Ma per l’economia complessiva l’incremento dell’industria della
comu-
l’aristocrazia non compensa il crollo di quella della lana per l’uomo È così che il latino humilis, “umile”, arrivato nell’inglese attraverso il fran-
omogenea
ne: stiamo assistendo alla transizione da una società più ricca e
di stracci co-normanno, risolve l’indebolimento della seconda sillaba con il glide
a una più povera e differenziata, in cui una maggioranza vestita
b: humilis > humb(i)lis > humble.
convive con una minoranza abbigliata in modo raffinato.
con la
E il decorso successivo dell’economia presenta ulteriori analogie Nel nostro caso il glide è g, ma la dinamica è identica e il passaggio e > a
e, in
decadenza romana: spopolamento, crescita oppressiva della fiscalità non è problematico...: *enili > ang(i)li > angli.
certe regioni, diffusione di agri deserti e penuria colonorum:
a

nel corso di
Nel 1675 il veneziano Mocenigo giungeva alla conclusione che
gli stati pontifici avevano perso un terzo della loro popolazio ne,
quarant’anni
incolti per
mentre le tasse nel contempo erano raddoppiate. I campi restavano
mancanza di contadini, di animali da tiro e di denaro.
39

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