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Storia

SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°116

R LA SCUOLroA
IN PIÙ PEncettuale del lib
La mappa co e i luoghi
di Manzoni, l’epoca

Isole perdute
Tristan da Cunha,
la più remota
MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - Germania � 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - Canada CAD 11,50 - USA $ 11,50

LA PESTE,
GLI SPAGNOLI, SPECIALE
1946
LA VITA QUOTIDIANA Monarchia contro
DEL SEICENTO Repubblica:
sport, politica

L’ITALIA e costume
di 70 anni fa

AL TEMPO DEI
PROMESSI SPOSI
GIUGNO 2016
� 4,90 in Italia ANTICO EGITTO IN MUTANDE IL PRIMO GHETTO
RAMSES II: IL FARAONE LUNGHE, CORTE, VIETATE... DIETRO LE PORTE DEL
MEGALOMANE CHE RIFONDÒ LA SAGA NASCOSTA QUARTIERE EBRAICO
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona IL REGNO DEL NILO DELL’INTIMO DI VENEZIA
I V I L E E M O Z I O N I
WARS. RIV
DELLE GRANDI
E L L A S T O R I A .
BATTAGLIE D

La guerra anfibia con gli sbarchi più famosi: dal D-Day a Iwo Jima, dalla distruzione di Cartagine al fallito sbarco mongolo sulle coste del
Giappone, dall’invasione turca di Malta alla campagna di Gallipoli, con le infografiche delle navi da sbarco e la storia dei Marine americani.
E inoltre, l’evoluzione dei caccia da combattimento, la vita e le imprese di Eugenio di Savoia e le coloratissime uniformi degli eserciti europei
alla vigilia della Grande guerra.

WARS. LA STORIA IN PRIMA LINEA

Disponibile anche in versione digitale su: Abbonati su: www.abbonamenti.it/wars


Storia
CI TROVI ANCHE SU:

116
giugno 2016 focusstoria.it

R enzo armato di
archibugio aspetta
IN PIÙ...

Don Rodrigo all’uscita


dalla chiesa e gli spara.
16 VITA QUOTIDIANA
Si può avere un
po’ di privacy?
Ma il “bravo” Griso, coltello alla mano, Il diritto alla
interviene... È il nostro finale pulp per riservatezza tra le mura
di casa è una conquista
il libro più studiato (e odiato) nelle recente.
scuole italiane. Ve lo proponiamo
a pagina 36 in questo Primo piano
dedicato all’Italia del Seicento, l’epo-
22 IANTICHITÀ
colori di Pompei
L’eruzione del 79 d.C.
ca scelta appunto da Manzoni per non ha cancellato gli
ambientare I promessi sposi. Un’Italia affreschi romani.
di guerre, pestilenze, dominazioni
straniere, in cui gli umili trascinavano 28 Nel
ANNIVERSARI
serraglio
le loro vite. Ma anche un periodo de li zudei
FOTOTECA GILARDI

I promessi sposi
storico affascinante, dal quale ancora 1516: nasce
in una copertina a Venezia il primo
oggi possiamo imparare molto. Per del 1930. ghetto ebraico.
esempio il pericolo delle guerre di
religione e i rischi dei conflitti in Euro-
pa: fu infatti allora, dopo la Guerra dei
IL ’600 DI RENZO 70 IlGRANDI TEMI
signore del Nilo

36
L’Egitto di Ramses II,
Trent’anni, che si ridisegnò la mappa audace condottiero
del continente. Manzoni usò il “secolo Come sarebbe andata veramente e committente di
monumenti faraonici.
di ferro” per lanciare un messaggio La storia dei Promessi sposi calata nella Milano del 1630.
agli italiani del suo tempo, ma anche
a tutti coloro che avrebbero letto il 42 76 L’isola
ESPLORAZIONI

suo unico romanzo. Che analizziamo Il mistero dell’Innominato irraggiungibile


L’identikit del cattivissimo al quale Alessandro Manzoni si sarebbe ispirato. Tristan da Cunha:
per voi (e per chi lo deve studiare a l’isola più sperduta
scuola) nell’infografica a pagina 58.
Buona lettura.
44 del mondo.

Jacopo Loredan
direttore
1628: il capitolo italiano
Il Nord conteso tra Francia e Spagna durante la Guerra dei Trent’anni. 82 Madonne
ARTE

48
Dall’arte bizantina
all’Ottocento, la
L’estate del Sacro macello Vergine “vista”
RUBRICHE La caccia ai protestanti che si scatenò in Valtellina nel 1620.
dai pittori.

4
6
LA PAGINA DEI LETTORI
NOVITÀ & SCOPERTE
50
La vera storia della colonna infame
88 Sotto
MODA
il vestito
(quasi) niente
9AGENDA L’epidemia di peste del 1630 che dimezzò la popolazione di Milano. L’evoluzione delle
10MICROSTORIA mutande.
12IN ALTRE PAROLE 56
13
64
COLD CASE
UNA FOTO UN FATTO
Chi c’è dietro a Don Rodrigo?
Secondo alcuni storici, avrebbe un nome: Paolo Orgiano.
93 Un
SPECIALE 2 GIUGNO 1946
Paese al bivio
Cronaca di
66
68
DOMANDE & RISPOSTE
SCIENZA 58
La Storia dentro la letteratura INSERTOO CHE
una svolta
E SCIENZIATI Il Giro della
UELL
69 TECNOVINTAGE Perché Manzoni scelse proprio il ’600? TUTTO Q UL rinascita
A SAPERE S
114 FLASHBACK
La parola allo studioso. C’È D E SU L
ROMAN
ZO Napoli stelle
TO e strisce
CONTES
3
LA PAGINA DEI LETTORI
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione
dei commenti alla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a
Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o all’e-mail redazione@focusstoria.it

I Bronzi di Argos to rialzato sulla fronte. In realtà è Stati Uniti avessero chiuso i loro
Vi scrivo a proposito del servizio solo una convenzione iconogra- confini non avremmo avuto le
sui Bronzi di Riace in Focus Storia fica per mostrare il volto dell’eroe teorie fisiche di Einstein.
n° 114. Premetto che sono un rappresentato, iniziata nei primi Se il Regno Unito avesse eretto
vostro lettore e che ho molto decenni del V secolo a.C.; l’elmo muri al confine rifiutandosi di
apprezzato il giornale. Tuttavia corinzio, portato rialzato, cade dare asilo al Negus Hailé Selassié,
vorrei segnalarvi una ricerca che, inesorabilmente [...]. in fuga dall’occupazione fascista
dopo 25 anni di studi sui Bronzi, Daniele Castrizio, dell’Etiopia, l’Africa oggi non
ha ora ampio spazio nel mondo professore associato avrebbe avuto il Panafricanesimo
scientifico. Il gruppo di ricerca Università di Messina e l’Unione Africana. Ancora, se
che fa riferimento all’Università i Greci non si fossero diffusi nel
di Glasgow ha dimostrato, sulla La ringraziamo delle preci- Mediterraneo non avremmo
base dell’analisi delle terre di sazioni, tuttavia difendia- avuto le opere di Saffo e il suo
fusione all’interno dei Bronzi, che mo la nostra ricostruzione, pe- orgoglio femminista che tanto
le due statue sono state realizzate raltro sostenuta anche da un hanno contribuito alla causa dei
ad Argos nel Peloponneso. celebre antichista come il pro- diritti delle donne e in particolare
Questo dato incontrovertibile ha fessor Salvatore Settis, curatore delle omosessuali.
Il Mahatma (ossia “Grande
spazzato via quasi tutta la ricerca della mostra nella quale è stata Ma soprattutto, e questo vale per Anima”) Gandhi.
sui Bronzi, comprese le ultime esposta la copia di Brinkmann tutti coloro che rifiutano i rifugiati
teorie di Brinkmann, la cui replica da noi ripubblicata. per motivi religiosi, se l’Egitto della non violenza in risposta alla
della statua A è integralmente politeista non avesse dato asilo violenza. Il concetto noto come
ripresa da un mio saggio del Esuli da non dimenticare alla famiglia ebrea di Cristo, non ahimsa (letteralmente “non colpi-
2000, che lui cita senza dire che Cari amici di Focus Storia vi faccio ci sarebbe mai stato il cristiane- re”) fu introdotto da Vardhamana
lo accoglie in pieno. Vi invito a i miei complimenti poiché avete simo e se l’Etiopia cristiana non Mahavira, detto jina (“il vincito-
leggere il sito www.bronziriace. trattato un argomento di forte avesse dato asilo al neo profeta re”), vissuto probabilmente nel VI
it dell’Università di Messina, della impatto emotivo che serve a far Maometto non ci sarebbe stato secolo a.C.
Provincia di Reggio e del Comune riflettere anche i più ottusi dato l’islam [...]. L’altra questione che vorrei pre-
di Reggio, che riguarda la ricerca che nella rubrica Microstoria Accogliere coloro che scappano cisare è di carattere linguistico:
scientifica sui Bronzi. Focus Storia n° 114 dalla guerra, dalla fame o dalle
Un’ultima cosa riguarda l’elmo avete inserito persecuzioni quindi non deve
corinzio che secondo l’articolo nella Top Ten mai essere una gentile concessio-
da voi pubblicato veniva indos- “Gli esuli che ne ma un dovere morale [...]. Risolto il mistero
sato per la battaglia, mentre fecero la Sto- Raffaele, Messina dell’oggetto trovato
per il resto del tempo era porta- ria”. Se gli
sulla bancarella
Dottrine e messaggeri Sul numero 115 di Focus

Storia
non violenti
nte
to, capire il preSe
Scoprire il paSSa
Storia è stata pubblicata la
n°114 Vi scrivo per segnalarvi un paio di richiesta di aiuto di Marghe-
inesattezze e imprecisioni con- rita Valsecchi “Scovato in una
tenute nell’articolo “Portiamo bancarella”.
magna grecia assicurazio

Conquistadores
I 500 di Cortés
sacrificati
avanti una lotta non-violenta” L’oggetto è un coltello mec-
11,50 - USA $ 11,50

dagli Indios

Errori fatali
a pagina 78, nella rubrica canico da sellaio (a cui manca
CHF 10,40 - Canada CAd
ni battelli po caruso

Le sviste che

hanno cambiato
gli eventi

“In altre parole” di Focus però un pezzo, il coltello vero


A tavola
Ticino
CHF 10,80 - Svizzera Canton

Mangiavamo

cibi schifosi d'angeville

Storia n° 114. e proprio) e ne è stato pubbli-


pesce marcio
e cicale fritte

La dottrina della non cato uno completo sul nume-


- Germania � 11,50 - Svizzera

Greci
errori massacro acolhua

violenza deve molto ro di Focus Storia n° 92.


Portogallo, Spagna � 8

d’italia non solo alla tradizione Questo attrezzo veniva usato


■ montevideo superstizio

Francia, Lussemburgo,

induista o buddista ma anche da pellettieri e addetti


protagonisti
eredità, enigmi ecusa
MENSILE – Austria, Belgio,

da napoli a sira

ni olanda del ’600

aprile 2016
� 4,90 in Italia
garibaldi
le sue battaglie a
secolo d’oro
il potere dei mercan
ti
che fece fiorire o
grandi impr
la donna
ese
che nel
1838 arrivò in cima
anche a quella, non citata alla fabbricazione delle cintu-
al monte bianco

nell’articolo, jainista. Con ogni re: permette di tagliare lun-


inventò

montevideo, dove l’olanda del seicent


palestre

art.1, comma 1, DCB Verona


le camicie rosse
Sped. in A.P. - D.L. 353/03
ARALDO DE LUCA

Uno dei due Bronzi probabilità il jainismo è stata la ghe strisce di cuoio dai bordi
di Riace, oggi a prima dottrina filosofica e reli- paralleli e dalla larghezza de-
Reggio Calabria. giosa a introdurre in India l’etica
4
nell’articolo si fa riferimento al dalla verità e non è traducibile errori della medicina del passato.
satyagrahin, tradotto come “mes- come “messaggero”. Grazie per Leggendolo ho fatto due consi-
saggero di verità”. Il concetto di l’attenzione e complimenti per la derazioni. Intanto, siamo nati dav-
satyagraha (“resistenza passiva” vostra bella rivista. vero in un’epoca fortunata, nella
o “disobbedienza civile”) è molto Pietro Chierichetti quale prendersi un’influenza non
complesso per rendergli giustizia significa più rischiare di lasciarci le
in poche righe. Il termine di origi- Francesco II, penne. Eppure, leggendo le cro-
ne sanscrita deriva da satya, che non Franceschiello nache quotidiana di malasanità,
significa “verità”, e graha/grahin, L’ultimo Sovrano del Regno delle viene il dubbio che il sacrificio di
che risale alla radice verbale “te- Due Sicilie è stato Sua Maestà tanti medici e pazienti del passato
nere”, “possedere”, “stare attacca- Francesco II di Borbone e non non sia servito a niente.
ti”. Il satyagrahin è pertanto colui Franceschiello nome dispregiati- Antonio Bianchi
che si attacca alla verità, colui che vo usato dai Savoia.
fa dipendere le proprie azioni Augusto Santaniello Dove sta il cuore?
Segnalo il fatto che la foto pubbli-
Ovviamente conosciamo cata a pagina 35 del numero 115
(e lo abbiamo più volte è verosimilmente un falso; a me-
riportato nei nostri articoli no che non si tratti di un eccezio-
sul tema) il nome completo nale caso di destrocardia, infat-
dell’ultimo sovrano delle Due ti, il cuore nell’immagine radiolo-
Sicilie. E il nomignolo France- gica visibile sullo schermo (vero-
schiello non è stato usato con similmente fluoroscopico e non
un intento offensivo ma solo radiografico) dovrebbe compari-
perché immediatamente re nell’emitorace che si vede a de-
riconoscibile per tutti. Se stra e non in quello di sinistra.
qualcuno, come il lettore, Arnaldo Carbone
si è sentito offeso, ce ne
Francesco II scusiamo. La didascalia storica del-
di Borbone,
la foto parla di radiogra-
ultimo re
delle Due
Sanità di ieri fia. Potrebbe trattarsi in effetti di
Sicilie. e di oggi una immagine realizzata a sco-
Complimenti per il po illustrativo. Ma non escludia-
vostro ultimo nume- mo neppure che si tratti in effet-
ro sugli “orrori” e sugli ti di un caso clinico, illustrato a
scopo didattico. Purtroppo, però, Un altro oggetto
non siamo in grado di stabilirlo. misterioso.
Che cosa sarà?
finita per mezzo di una guida riore servono a riporre l’utensile Quando scriverete Complimenti per la vostra
graduata. Cinture, cinghie, sul suo supporto. Regolata la dell’Abruzzo? rivista! Vorrei qualche
briglie, corregge sono state scala graduata sulla larghezza Sono abruzzese di origine e ri- informazione su questo
per molto tempo ottenute desiderata della striscia di cuoio mango meravigliato negativa- oggetto (foto sopra), che
con questo genere di coltelli, da tagliare, si appoggia la pezza mente nell’osservare che parla- ho trovato in soffitta.
che presentano anche un di cuoio da tagliare tra la base e te di tutte le popolazioni itali- Stefano Salvatore
metro graduato per deter- il cilindro rotante, contro la pa- che escludendo completamente
minare l’esatta larghezza del rete verticale della base (stando quelle del piccolo Abruzzo, spe- Sottoponiamo il
taglio. Il filo del coltello da col corpo dal lato opposto). A cialmente per quanto riguarda le quesito, arrivato sulla
sellaio si trova sull’estremità questo punto si tira con energia due città di Lanciano (Anxanum) pagina Facebook di Focus
della lama, mentre le due la pezza verso di sé, in modo e Sulmona, che qualche paginet- Storia, ai nostri lettori.
sporgenze che il filo della lama possa ta- ta di storia sia preromana che me-
nella sua gliare la pezza stessa. dioevale l’hanno scritta.
parte infe- Alberto Cammelli Giuseppe di Francesco, Genova

Grazie per il suggerimen- I NOSTRI ERRORI


to. In realtà, dei preromani Focus Storia n° 113, pag. 45:
abruzzesi abbiamo scritto su nell’articolo sulle spie
dell’antichità romana, per un
Focus Storia Collection dell’e-
refuso il filosofo greco del I-II
state 2013, dedicato ai popo- secolo d.C. Epitteto è stato chia-
li italici. mato Epiceto.

5
novità e scoperte

La ricetta esoterica
di Newton l’alchimista
U na ricetta per produrre il
“mercurio sofico”, indispensa-
bile per ottenere la pietra filoso-
poco acquistato da una onlus di
Filadelfia, il testo finirà on line sul
sito della Indiana University.
fale e, con questa, l’oro. È conte- Sul retro un’altra “perla”: lo scien-
nuta in un manoscritto in inglese ziato annotò una propria ricetta
e latino dello scienziato inglese per ottenere la pietra filosofale.
Isaac Newton (1642-1727), copia Secondo lo storico della scienza
di un documento dell’alchimista William Newman, il testo di-
americano George Starkey (XVII mostra che Newton collaborò
secolo): ennesima dimostrazione con vari alchimisti. Non solo: gli
che il padre della fisica moderna studi alchemici potrebbero aver
aveva il pallino dell’alchimia. influito sulla nascita delle sue più
Su Internet. Rimasto per importanti teorie, come quelle
decenni in mano a privati e da dell’ottica. (g. l.)
GETTY IMAGES

In uno stagno sulle Alpi trovate tracce di

ANNIBALE
U
no dei grandi enigmi li – attraverso le Alpi per in-
del passato potrebbe vadere l’Italia. Anche se alla
Il pallino finalmente aver trova- fine il grande generale ven-
dell’alchimia to una risposta. Nel 218 a.C. ne sconfitto, questa campa-
La ricetta della Annibale guidò l’esercito car- gna è giustamente ricordata
pietra filosofale taginese contro Roma. Con- come una delle imprese mili-
in un testo dello dusse le sue truppe – oltre tari più memorabili dell’anti-
scienziato Isaac 30mila uomini, 37 elefanti e chità. Ma in quale punto An-
Newton (sopra), più di 15mila cavalli e mu- nibale attraversò le Alpi?
presto on line.

1 Sepoltura di massa 2 Mini scacco matto 3 Una villa per caso


IN PILLOLE

Presso il porto del Falero (Grecia) è emersa Un pezzo di gioco di scacchi del XIII secolo Una delle ville romane meglio conservate
una tomba con un’ottantina di scheletri. è stato scoperto nel cortile di un museo d’Inghilterra è stata recentemente ritrovata
Forse sono i resti dei seguaci di Cilone, che dell’Oxfordshire (Inghilterra): si tratta di un sotto una casa, nella contea del Wiltshire.
nel 632 a.C. tentò di instaurare una tirannide. alfiere alto solo 21 mm, forse di origine araba. La scoperta è avvenuta casualmente.

6
Transito forzato
Annibale a cavallo
di un elefante guida
l’attraversamento delle
Alpi nel 218 a.C. per
attaccare Roma. Forse
trovato il punto esatto.
Il resti del 3800-3600 a.C.: provano
il più antico caso di scorbuto.

Malattia
d’Egitto
U n’altra malattia che rivela un
pezzo delle sue origini: lo
scorbuto. Il caso più antico è stato
rinvenuto in Egitto da una missio-
ne dell’Università di Bologna con-
giuntamente a quella americana di
Yale. Negli scavi presso il villaggio
di Nag el-Qarmila, non lontano
escrementi animali. Forse degli elefanti cartaginesi da Assuan, è stato rinvenuto lo

PASSÒ DI QUI
scheletro di un bambino di un
anno vissuto nell’antico Egitto pre-
dinastico, tra il 3800 e il 3600 a.C.
Sulle ossa del bambino (mascella,
mandibola, omeri, radio e femori)
Gli studiosi se lo chiedono University di Belfast) ha sco- ce Allen: «Annibale non era i bioarcheologi hanno registrato
da secoli, ma un nuovo stu- perto una grande quantità di preoccupato solo dei Roma- porosità riconducibili allo scorbuto,
dio genetico pubblicato sul- escrementi animali in uno ni. All’epoca c’erano temibi- patologia dovuta alla carenza di
la rivista Archaeometry po- stagno presso il Colle delle li tribù galliche, e Annibale vitamina C nell’organismo. Una
trebbe avere trovato la rispo- Traversette a 2.950 metri di forse dovette prendere que- mancanza che probabilmente ri-
sta definitiva. altitudine, che risale proprio sta via, più difficile e ina- guardava anche gli adulti, dato che
Anti-imboscata. Il team a quell’epoca. spettata, per evitare un’im- il piccolo veniva fu quasi di sicuro
di scienziati del microbio- Ma perché Annibale scel- boscata devastante». • allattato dalla madre.
logo Chris Allen (Queen’s se proprio quel valico? Di- Marco Narducelli Il primo caso di tanti. Gli stu-
diosi ora si interrogano sui motivi
di questa carenza: la scoperta
comunque dimostra l’antichità
di un disturbo che tante vittime
4 Gatto a nove code 5 Impariamo l’etrusco ha mietuto nel corso dei secoli,
soprattutto tra i marinai, fino a
Nell’abbazia inglese di Rufford è stato trovato Settanta simboli su una lastra di 2.500 anni
un antico flagello di metallo della metà del fa potrebbero consentire di decifrare meglio quando nel XVIII secolo il medico
’300. Probabilmente lo usavano i monaci per la lingua etrusca. È stata ritrovata nel sito di scozzese James Lind non scoprì
punirsi e per tenere alla larga la peste. Poggio Colla, in Toscana. che mangiare agrumi preveniva
l’insorgere dello scorbuto. (a. b.)

7
novità e scoperte

Insulti

GETTY IMAGES
via tomba
“S caglia il tuo odio contro Fa-
nagora e Demetrio e la loro
taverna e la loro proprietà e i loro
possessi. Legherò il mio nemico
Demetrio, e Fanagora, in sangue
e ceneri, con tutti i morti”. Di
questo tenore quattro tavolette La battaglia del
di piombo trovate ad Atene 1795 vinta da
Horatio Nelson
nel 2003 e risalenti a 2.400 anni
(a destra): i resti
fa. Le descrive Jessica Lamont
sono stati trovati
della Johns Hopkins University, nel fondale ligure.
in un recente articolo.
Maledizioni sotterrate. Per
un miglior effetto le tavolette,
che fanno appello alle divinità
sotterranee, furono infilate in
La prima volta di capitan Nelson
una tomba nei pressi del Pireo una vittoria personale e le navi
(il porto di Atene) mentre si
Emerse nelle acque liguri le tracce della nemiche vennero distrutte. Ed
inumavano i resti cremati di prima vittoria del futuro ammiraglio. è probabile che appartenga a
una giovane che probabilmen- quei velieri l’equipaggiamento

P
te non c’entrava: sepolture e rima di Trafalgar, Ca- re della Liguria, grazie all’ar- ritrovato a 60 metri di profon-
pozzi erano infatti “canali pre- po Noli (Savona). Hora- cheologia subacquea. dità: cannoni in bronzo di pro-
ferenziali” per queste divinità. tio Nelson, l’ammiraglio Esordio. Era il 13 marzo del duzione francese databili tra il
Pare che il committente fosse che sconfisse la flotta di Na- 1795 e a Capo Noli si scontra- XVIII e il XIX secolo, moschetti
un taverniere che, con le male- poleone (1805), ebbe un forte rono le navi da guerra della re- in uso alla marina rivoluziona-
dizioni rivolte a quattro coppie legame con l’Italia. E nei no- pubblica rivoluzionaria france- ria francese e altri oggetti tipici
di colleghi (una per tavoletta), stri mari combatté la sua pri- se e quelle anglo-napoletane. di quella marineria. A questa
sperava di sbaragliare la con- ma battaglia contro i francesi. Su una di queste, il vascello scoperta è legata anche l’idea
correnza. Era tanto disperato Di quell’episodio (raccontato Hms Agamemnon, c’era il co- di realizzare un “parco subac-
da non badare a spese: come in passato da Focus Storia) rie- mandante Nelson, al suo pri- queo” sulla battaglia. •
dimostrano grafia e stile, l’au- mergono alcune tracce dal ma- mo combattimento. Fu per lui Aldo Bacci
tore era un “professionista delle
maledizioni”. (g. l.)
L’ultimo italiano in Giappone
N el 2014, durante i lavori di
costruzione di un edificio a
Tokyo, sono venuti alla luce alcuni
Chiuso. Nel 1708 quando Sidoti
partì in missione, in Giappone il
cristianesimo era proibito e i suoi
essere riuscito a convertire una
coppia, fu rinchiuso in una fossa
sotterranea, dove morì di stenti.
resti umani, recentemente identi- seguaci perseguitati. Non solo: il Sidoti fu l’ultimo occidentale ad
ficati con quelli del missionario pa- Paese era chiuso nel suo periodo avventurarsi in Giappone fino alle
lermitano Giovanni Battista Sidoti, isolazionista durato dal 1641 al missioni francesi dell’800. (s. z.)
morto nel 1714. A confermarlo 1853 e chiamato
sarebbero sia le analisi del Dna, sakoku (“Paese
effettuate dagli esperti del Museo blindato”). Entrato Occidentali in
Giappone, nell’800.
Nazionale di Scienza e Tecnologia travestito da samu-
di Tokyo, sia il luogo di ritrovamen- rai, Sidoti fu subito
Una delle tavolette-insulto to delle ossa, noto per aver ospita- catturato e messo
scritte ad Atene 2.400 anni fa. to una prigione per cristiani. in prigione; dopo
8
agenda
A cura di Irene Merli

MOSTRA ROMA

La “Cappella Sistina” del Foro

IL LIBRO

Quattrocento
anni con il Bardo
Il 23 aprile 2016 è ricorso il quat-
trocentesimo anniversario della
morte di William Shakespeare.
Stefano Manferlotti, brillante
studioso della letteratura inglese,
in questo libro ripercorre l’intera
opera dell’immenso Shakespe-
are, proponendo interpretazioni
inedite dei suoi capolavori.
Mettendo in evidenza quanto
dell’uomo vissuto nell’età elisa-

D
opo più di trent’an- con installazioni di luci che ti di pitture di epoche diver- bettiana vi sia in Amleto, Otello,
ni ha finalmente ri- illuminano il sovrapporsi dei se, intuibili sotto gli strati Falstaff, Riccardo III o Macbeth.
Stefano Manferlotti,
aperto Santa Maria dipinti sui muri per tre seco- mancanti superficiali. I visi-
Shakespeare, Salerno editrice,
Antiqua, la basilica altome- li. Affascinante in particola- tatori potranno anche capire 18 euro
dievale nel Foro Romano. re è la parete “palinsesto”, com’era la chiesa nelle sue
Scoperta nel 1900 alle pen- su cui sono dipinti 7 stra- varie fasi con l’ausilio del vi-
dici del Palatino, era chiu- ti di intonaci con frammen- deomapping e di un video. • FOTOGRAFIA MONZA
sa dagli anni Ottanta per un
complesso restauro. Henri Doisneau
Testimonianza. Santa Ma- ”Il meraviglioso quotidiano” del
ria Antiqua fu la prima chie- grande fotografo francese in 80
sa costruita ex novo nel Foro foto. Scattate dal 1929, quando
aveva solo 17 anni, fino al 1973.
dei pagani e conserva un pa-
Fino al 3/7, Arengario Info:
trimonio di affreschi unico 039 329541, www.arengario
nel mondo cristiano del pe- monzafoto.wordpress.com
riodo (VI-IX secolo). Le lot-
te icononoclaste promosse
EVENTO BRISIGHELLA (RA)
dall’Impero d’Oriente com-
portarono infatti la distru- Tempo medioevale
zione di tantissime imma- Una rievocazione della vita me-
gini sacre. La mostra San- dioevale nella Rocca edificata nel
ta Maria Antiqua tra Roma Trecento sull’Appennino roma-
e Bisanzio celebra la riaper- gnolo, tra accampamenti, duelli,
tura della chiesa al pubblico musica e figuranti.
Dal 2 al 5/6. Info: 0546 81166,
Fino all’11/09. Foro Romano, Roma. Info: 06 39967700, www.archeoroma.beniculturali.it. www.festemedioevali.org

9
microstoria
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli

PAROLE DIMENTICATE

G H I A D O
Dal latino gladius (spada), indica un’arma bianca (coltello, spada o pugnale). In senso
figurato “gelo”, per similitudine con il freddo della lama, o del cadavere dell’ucciso.

LA VIGNETTA

FUORI DI TESTA
DEA/GETTY IMAGES

Il 1775 segnò l’inizio della Rivoluzione america- concluse solo con il trattato di Parigi del 1783, con
na, un conflitto che contrapponeva le colonie cui la Gran Bretagna fu costretta a riconoscere gli
nordamericane alla madrepatria, la Gran Breta- Stati Uniti d’America, già proclamatisi tali con la di-
IL MITO gna, per ottenere l’indipendenza. La guerra si chiarazione d’indipendenza siglata il 4 luglio 1776.
Vittoria di Pirro. Bunker Hill or America’s Head Dress
La storia d’amore di è una caricatura realizzata dal britannico Matthew
ORFEO ED EURIDICE è Darly nel 1776, dopo la vittoria inglese di Bunker
tra le più tormentate della Hill (17 giugno 1775), una collina vicino a Boston,
mitologia. Euridice, sposa dove era in corso un assedio dal 19 aprile. Le milizie
del poeta Orfeo, muore per britanniche riuscirono a sconfiggere i coloni solo
il morso di un serpente. al terzo attacco, subendo pesanti perdite. Da qui
Orfeo, disperato, si reca nel la rappresentazione allegorica di una pettinatura
regno dei morti per con- esagerata, come era di moda all’epoca, che ospita
vincere Ade e Persefone, le un campo di battaglia dove le milizie inglesi
divinità che lo presiedono, a (in rosso) sono impegnate su vari fronti (via
restituire l’amata al mondo terra e via mare), nel combattere contro
dei vivi. Ci riesce, grazie alla i coloni (in blu). La vignetta rifletteva il
sua arte poetica, ma a una sentimento popolare dell’epoca: gli in-
condizione: Orfeo avrebbe glesi, infatti, ritenevano non si stessero
dovuto camminarle davanti prendendo abbastanza sul serio i
THE GRANGER COLLECTION/ALINARI

senza voltarsi a guardarla coloni ribelli. Questa caricatura fu


fino all’uscita dagli Inferi. così apprezzata da essere presa a
Certo di avercela fatta, Orfeo modello per realizzare una petti-
si gira troppo presto, ed Eu- natura, sfoggiata in occasione
ridice, ancora non del tutto di un ballo in costume a Lon-
uscita, svanisce per sempre. dra nel 1776, come riporta
Storia eterna. Il mito – che l’Ipswich Journal: “Tra le
ha ispirato generazioni di maschere c’era una signora
scrittori, pittori, scultori e con un’acconciatura ispira-
cineasti – simboleggia la ta all’illustrazione di Darly,
dolorosa separazione tra con una testa così enorme
due innamorati perché lui da contenere un mo-
è troppo precipitoso, o per- dellino dell’assedio
ché lei viene trattenuta da di Boston e della
qualcuno o qualcosa (sopra, battaglia di Bun-
Orfeo ed Euridice, dipinto del ker Hill”.
Settecento di F. H. Fuger).

10
CHI L’HA DETTO? IL NUMERO

3
“Ab ovo” Ovvero 6 cubiti e un palmo: l’al-
tezza del gigante filisteo Golia,
L’espressione, che si- guerra di Troia (sot- “partire da Adamo
secondo la Bibbia. Fu abbattuto
gnifica “da principio”, to, in un dipinto del ed Eva”, si usa quan-
è usata dal poeta la- Settecento). do qualcuno inizia METRI da Davide con una fionda.
tino Orazio (I secolo Il senso. È l’equi- a raccontare una
a.C.) nell’Ars Poetica, valente italiano di storia alla lontana. TOP TEN
per avvisare che
racconterà la guerra I PIU FAMOSI GASTRONOMI
di Troia non “ab ovo” Marco Gavio Apicio (25 a.C.-37 d.C.)
(partendo dall’inizio) 1 Suicida per aver dilapidato una fortuna in
ma “in medias res” banchetti. A suo nome è stato compilato, nel
(nel bel mezzo degli 385 d.C., un libro di ricette usate dai Romani.
eventi). L’uovo a cui
HERITAGE IMAGES/GETTY IMAGES Taillevent (G. Tirel) (1310-1395)
fa riferimento Orazio 2 Cuoco dei re francesi Filippo VI, Carlo V e
è quello generato da
Leda, sotto forma di Carlo VI, autore del trattato Le Viandier, riela-
cigno, da cui nacque borazione di un trattato precedente.
Elena, causa della Cristoforo di Messisbugo (?-1548)
3 Lavorò alla corte degli Este, a Ferrara, e
scrisse Banchetti, composizione di vivande e
L’OGGETTO MISTERIOSO apparecchio generale, pubblicato nel 1549.
Bartolomeo Scappi (1500-1577)
Si tratta di un bussolotto di legno di 25 cm di lunghezza 4 Cuoco per i papi Pio IV e Pio V, pubblicò un
per 4 di spessore, contenente una punta di ferro a struttura
trattato che raccoglieva ricette e strumenti co-
tubolare ed estraibile, cava all’interno per ¾ della sua
me la forchetta (illustrata per la prima volta).
lunghezza e fissata a pressione
Fritz Carl Watel detto Vatel (1631-1671)
all’impugnatura a pomello. 5 Cuoco personale di Luigi II di Borbone-Con-
Per che cosa veniva utilizzato?
dé. Si suicidò incolpandosi del fatto che non
c’era abbastanza pesce fresco a un banchetto.
Aspettiamo le vostre risposte, indicando
Antoine A. Parmentier (1737-1813)
anche la località, a: Focus Storia, via Battistotti
Sassi, 11/a - 20133 Milano oppure a
6 Agronomo impegnato nella diffusione della
redazione@focusstoria.it patata, si scagliò contro una legge del 1748
che la riteneva fonte di infezioni.
È stato Luigi Carlucci di Benevento il lettore più veloce
nell’indovinare l’oggetto misterioso del numero scorso: 7 Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826)
Autore de La fisiologia del gusto (1825),
era un antico bigodino, in uso nei primi del ’900. Il par- riflessione sul rapporto tra cibo e genere uma-
rucchiere avvolgeva i capelli intorno al ferro per modifi- no, ricca di nozioni scientifiche e filosofiche.
carne l’ondulazione con calore e sostanze chimiche.
8 Giovanni Vialardi (1804-1872)
Cuoco di casa Savoia e autore del Trattato di
cucina, pasticceria moderna, credenza e relativa
VOCABOLARIO: PERSONA confettureria (1854), da lui stesso illustrato.
DEA/GETTY IMAGES

Deriva dall’etrusco phersu, che indicava la maschera teatrale (a lato, un 9 Pellegrino Artusi (1820-1911)
Autore del trattato La scienza in cucina e
attore in un affresco). Il termine è anche all’origine
del sostantivo latino persona (risale a phersu-na l’arte di mangiar bene (1891), una raccolta di
ovvero “relativo alla maschera”). L’etimologia ricette delle varie regioni dell’Italia unificata.
latina si compone della preposizione per
(“attraverso”) e sonare (“risuonare”). Così, 10 Auguste Escoffier (1846-1935)
Figura leggendaria, tanto da meritare la de-
infatti, era chiamata nell’antichità la ma- finizione di “cuoco dei re e re dei cuochi”, che
schera indossata dagli attori, che copriva il rielaborò la tradizione culinaria francese.
volto e amplificava la voce.

11
IN ALTRE PAROLE
A cura di Giuliana Rotondi

I discorsi dei grandi spiegati in parole semplici

L’elogio della democrazia


Pericle 431 a.C. Discorso agli Ateniesi, riportato da Tucidide.
Pericle introduce un
concetto molto moderno:
il valore del cittadino non

“Q ui ad Atene noi facciamo così. è dato dai privilegi di


Atene è in guerra con nascita o di censo, ma dal
Sparta da un anno. Pericle suo merito (areté), ovvero
recita questa orazione Qui il nostro governo favorisce dalla capacità di assolvere
nel cimitero pubblico, al meglio al proprio
esaltando i valori di Atene e i molti invece dei pochi: e per questo viene compito. Il concetto sarà
i soldati morti nella Guerra poi tramandato alla cultura
del Peloponneso. Nella chiamato democrazia. romana che chiamerà
democrazia ateniese, dice, virtus il merito.
la sovranità appartiene al
popolo che partecipa alla
Qui ad Atene noi facciamo così. Le leg-
vita pubblica. In realtà,
a decidere era solo la gi assicurano una giustizia eguale per tutti
minoranza che aveva la
cittadinanza: da 30mila nelle loro dispute private, ma noi non igno-
a 50mila uomini, su una
popolazione di 300mila. riamo mai i meriti dell’eccellenza.
(...) Noi siamo liberi, liberi di vivere
La libertà a cui si riferisce
Pericle è quella derivante proprio come ci piace e tuttavia siamo
dalla democrazia, che
oppone alla visione della sempre pronti a fronteggiare qualsiasi
società oligarchica e
aristocratica degli Spartani. pericolo.
Questi ultimi svilupparono
solo la dimensione militare. (...) Un uomo che non si interessa al-
Ad Atene, invece, lo Stato
lasciava a ognuno la
possibilità di decidere che
lo Stato, noi non lo consideriamo in-
cosa fare della propria vita.
nocuo, ma inutile; e benché in po-

Per i Greci l’uomo era


chi siano in grado di dare vita a
un “animale sociale”
una politica, tutti qui ad Atene
V.SIRIANNI

(l’espressione è di Aristotele,
vissuto un secolo dopo
Pericle). Lo stesso principio, siamo in grado di
passato alla cultura romana,


fu alla base dell’umanesimo giudicarla.
di Roma, sintetizzato dalla
frase di Terenzio (II secolo
a.C.): “Homo sum, nihil
humani a me alienum puto”,
cioè “sono uomo e non mi
è estraneo nulla di ciò che
riguarda l’uomo”.

12
(C)OLD case
A cura di M. Picozzi e F. Ceccherini

Charley Ross: il Una delle tante


lettere di richiesta

“primo” sequestro
di riscatto
pervenuta ai Ross,
per il rilascio del
figlio di 4 anni,
A Filadelfia (Usa). nel 1874. un Charley (sotto).

fatto di cronaca ebbe una risonanza


senza precedenti sui giornali:
Charley Ross, di soli 4 anni, fu
rapito mentre giocava in strada.

? IL CASO
Fatta eccezione per l’omicidio e la violen- o con massicce dosi di oppio propinate di come altri, fino a quando una carrozza
za sessuale, il sequestro di persona è nascosto. a cavalli si fermò e i due uomini a bordo
il crimine più odioso. Ciò non toglie che Carrozza sospetta. Ma il caso che segnò avvicinarono i bambini offrendo loro dei
sia sempre stato praticato: gli esempi l’inizio dell’era moderna dei sequestri av- dolciumi. I piccoli furono invitati a salire,
abbondano, da Giulio Cesare (rapito da venne il 1° luglio del 1874 e riguardava con la promessa di acquistare fuochi d’ar-
giovane dai pirati) ai re tenuti in ostaggio. il piccolo Charley Ross, di 4 anni. Fu il tificio per l’imminente festa del 4 luglio.
Fino agli Stati Uniti dell’inizio Ottocento, primo rapimento di una persona comune Un’occasione troppo ghiotta per rifiutare:
quando a San Francisco imperversava “Ca- accolto da un’ampia risonanza, seguito i bambini accettarono. Al primo incrocio
lico Jim” Rueben. Con la sua banda, Calico con attenzione dagli organi di stampa gli uomini fecero scendere il più grande,
setacciava le bettole attorno al porto alla statunitensi. Quel pomeriggio, Charley e il Walter, gli dettero un quarto di dollaro e
ricerca di uomini da imbarcare sulle navi fratello Walter, di qualche anno più gran- lo mandarono nel negozio più vicino a
dirette in Asia, soprattutto a Shanghai. E de, stavano giocando davanti alla loro comprare delle caramelle. Quando il ra-
non si faceva scrupolo di mettere a “dor- casa su East Washington Lane, alla perife- gazzino tornò sulla strada, della carrozza
mire” ogni riottoso a colpi di manganello ria di Filadelfia. Sembrava un pomeriggio (e di Charley) non c’era più traccia.

LE INDAGINI
Era il 3 luglio quando la signora Ross Nessun indizio. Dopo questa “soffiata” insospettito dai rumori, prese la pistola,
ricevette la prima di una serie di lettere gli investigatori fecero una serie di con- entrò e sorprese i ladri che svaligiavano
da parte dei rapitori. La lettera intimava trolli incrociati arrivando alla conclusione l’appartamento: intimò loro di fermarsi,
ai genitori di Charley di non parlare con che la pista era giusta. Mosher e Douglas gridando di essere armato.
nessuno della scomparsa e di prepararsi erano i rapitori del piccolo Charley Ross. I malviventi aprirono il fuoco per primi,
a pagare 20mila dollari se volevano rive- Ma nonostante gli sforzi della polizia e ma nella sparatoria ebbero la peggio.
dere il figlio vivo. La svolta nelle indagini dei detective della prestigiosa agenzia Uno dei due morì subito, mentre il secon-
arrivò il 2 agosto, grazie a un informatore. Pinkerton (pagati dai Ross), nessun indi- do, agonizzante, fece in tempo a dire di
L’uomo raccontò di essere stato avvicina- zio portò al loro nascondiglio. Passarono chiamarsi Joseph Douglas, e a confessare
to tempo prima da due criminali che si settimane e mesi infruttuosi. Poi accadde di essere lui, insieme a Mosher (che gia-
chiamavano William Mosher e Joseph qualcosa. A dicembre, nella residenza ceva lì accanto), l’autore del rapimento
Douglas, che gli chiesero di aiutarli nel del giudice Van Brunt, a New York, pene- di Charley Ross. Ma non fece in tempo
sequestro del figlio dei Vanderbilt, una trarono due ladri. Il magistrato non era ad aggiungere altro. Del piccolo non si
delle famiglie più ricche d’America. in casa ma il fratello, che abitava vicino, seppe mai più nulla.

13
I LIBRI DI FOCUS STORIA

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ILLUSTRATE CON
FOTOGRAFIE IN
GRANDE FORMATO

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GIUGNO
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I Musei Vaticani
dietro le quinte
Come nacquero, come funzionano, i tesori che contengono, le curiosità che non tutti
conoscono: un’occasione unica per scoprire le collezioni d’arte dei pontefici.

G
razie a una spe- gnati in un percorso tra me- In laboratorIo. Ma c’è di dei Musei Vaticani una fabbri-
ciale collaborazio- raviglie senza paragoni: la più. Vi accompagneremo an- ca di cultura.
ne con i Musei Va- Cappella Sistina, le Stanze di che oltre le porte dove i visi- I testi, tutti inediti, di que-
ticani, Focus Storia Raffaello, la Pinacoteca con il tatori non sono ammessi, nei sta “visita virtuale” raccontano
ha realizzato un volume uni- meglio del Rinascimento ita- laboratori dove restauratori e come nacquero quelle sale, di
co nel suo genere: un viaggio liano, i tesori dell’antichità scienziati si prendono cura di quali piccoli e grandi fatti sto-
attraverso i segreti, la storia e greco-romana ed etrusca, le dipinti, stoffe, mappe antiche, rici sono state testimoni, quali
le curiosità dietro ai capola- sale più recenti, come la Gal- gioielli e reperti archeologi- drammi e sfide hanno vissuto
vori delle collezioni d’arte dei leria delle carrozze con i coc- ci utilizzando le più avanzate i papi e gli artisti che le hanno
pontefici. In questo libro, con chi dorati e le “papamobili”, tecnologie. Scoprirete così il la- trasformate in scrigni di tesori.
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de formato, verrete accompa- perti di tutti i popoli. addetti e ricercatori, che fanno mero, dal 17 giugno. •

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14
ANNIVERSARI

Buon compleanno!
Elisabetta d’Inghilterra ha compiuto
novant’anni: la festeggiamo con un libro
sulla sua vita da regina.

I
n occasione del 90° com- la vita al suo fianco, ma anche
pleanno di Elisabetta II il complesso e a volte diffici-
d’Inghilterra Focus Storia le rapporto con il figlio Carlo
propone ai suoi lettori que- e con “la principessa del po-
sta biografia della regina più polo”, Diana. E poi incontre-
amata (e più longeva) della rete i grandi personaggi del-
storia britannica. Vittorio Sa- la politica con i quali Elisa-
badin, giornalista e scrittore, betta ha avuto a che fare, co-
ne ripercorre le tappe della vi- me la Lady di ferro Margaret
ta fin da quando era un bimba Thatcher, il premier laburista
di 6 anni e suo padre, Giorgio Tony Blair, i capi di Stato.
VI, salì al trono dopo l’abdica- Il risultato è una biografia
zione di Edoardo VIII. brillante e documentata, che
Vite regali. Grazie al suo intreccia i grandi eventi stori-
racconto, ricco di aneddoti ci e gli aspetti più intimi e per-
anche poco conosciuti, rivive sonali (come la passione per i
la storia d’amore con Filippo, cappellini o quella per i suoi
conosciuto quando lei aveva cani), che restituisce un ritrat-
appena 13 anni e rimasto tutta to vivace della sovrana. • IN EDICOLA DAL 17 GIUGNO A € 8,90*

MISTERI Casi storici sotto la lente


Archeologia, popoli perduti, delitti rimasti
senza un colpevole: il passato è una
miniera di gialli da risolvere.

C
on i prossimi tre nu- in cerca di risposte. Il secon-
meri di Focus Storia do volume è dedicato ai miste-
potrete acquistare ri storici e archeologici appa-
IN EDICOLA tre libri di Massimo rentemente inspiegabili. Come
DAL 16 LUGLIO Polidoro, scrittore, divulga- è stata realizzata la Grande Pi-
A € 9,90* tore e “detective” dei misteri ramide di Cheope? Chi ha co-
della Storia e della cronaca. struito i moai, le gigantesche
Si comincia con i grandi de- teste di pietra dell’Isola di Pa-
litti italiani, dagli anni Venti a squa? Shakespeare è esistito
oggi: la saponificatrice di Cor- realmente? Queste sono alcu-
reggio, Rina Fort e Donato Bi- ne delle domande: nel libro, le
lancia, il delitto del Circeo e risposte di storici e scienziati.
quello di via Poma, il mistero Infine, una serie di gialli sto-
di Wilma Montesi, gli omicidi rici avvolti ancora oggi dal mi-
satanici. Un’indagine storica e stero, tra cui Jack lo Squartato-
IN EDICOLA scientifica sui casi che hanno re, l’assassinio di Jfk, la scom-
DAL 13 AGOSTO sconvolto l’opinione pubblica parsa di Amelia Earhart, il
IN EDICOLA DAL 17 GIUGNO A € 9,90* A € 9,90* del nostro Paese. massacro dei Romanov. •
15
VITA QUOTIDIANA

Il diritto alla riservatezza e quello all’intimità tra le mura


di casa sono conquiste molto più recenti di quanto si pensi

Si può avere

PRIVACY?

un po’ di

P
er soddisfare i gusti pruriginosi del
grande pubblico, i dettagli di rela-
zioni sessuali vengono diffusi tra-
mite le colonne dei grandi quotidia-
ni […]. Fotografie istantanee e iniziative giorna-
listiche hanno ormai invaso i sacri confini della
Senza pudore. Per millenni l’esistenza di una
“zona di rispetto” attorno alla vita dell’indivi-
duo era stata negata. A partire dalla lunga sta-
gione preistorica e protostorica, in cui
l’uomo fu “animale sociale” a tempo
pieno e per forza di cose.
vita privata e domestica, mentre un gran nume- Nelle comunità primitive la
ro di congegni […] minaccia di realizzare la pre- possibilità di sopravvive-
dizione secondo cui sussurrare dentro l’armadio re ai pericoli, naturali e
sarà come lanciare proclami dai tetti”. L’ennesi- non, era legata alla vi-
ma invettiva contro l’arsenale di tecnologie fic- ta di gruppo. Dunque
canaso che invade i nostri spazi? Niente affatto. la possibilità di appar-
Si tratta di uno stralcio del saggio scritto a quat- tarsi per avere rappor-
tro mani nel 1890 da Samuel D. Warren e Louis ti con il partner, allat-
D. Brandeis, giovani e rampanti avvocati di Bo- tare un figlio o esple-
ston. Il loro articolo The Right to Privacy (“Di- tare bisogni fisiologi-
ritto alla privacy”) è oggi considerato la Bibbia ci, non era contemplata
del diritto alla riservatezza o all’“essere lascia- semplicemente per ra-
ti in pace”, secondo la definizione di Brandeis. gioni di sicurezza. Un’a-
La definizione latina è ius solitudinis, che ha bitudine conservata a lun-
il doppio significato di diritto all’intimità del- go tra le ultime società triba-
la persona negli spazi domestici ma anche al li del pianeta.
controllo sulle informazioni personali che la ri- Lo confermarono già agli inizi del
guardano: un orientamento normativo che do- Novecento gli studi di Bronislaw Mali-
po uno stentato esordio trovò definitiva consa- nowski: l’antropologo polacco registrò come in
crazione a partire dagli anni Sessanta del seco- alcuni remoti villaggi delle Isole Trobriand, in
lo scorso, momento in cui la società cominciava Nuova Guinea, i genitori trovassero normale fa- Nell’occhio del mirino
ad avvicinarsi al moderno concetto di privacy. re sesso di fronte ai figli. Il massimo del pudo-
Sopra, Parigi 1963: un
Tutto ebbe iniziò così: Warren, che era anche re era ordinare ai piccoli di coprirsi la testa con paparazzo scatta nascosto nel
un famoso giocatore di polo, era infastidito dal- una stuoia. baule di un’automobile. Nella
le attenzioni morbose che la stampa dell’epoca diStinguo. La prima linea di demarcazione pagina accanto, la servitù spia
riservava alla sfarzosa vita mondana della mo- pubblico-privato comparve nella Grecia clas- dal buco della serratura, in un
glie Mabel. sica, in particolare nelle abitazioni. Il filosofo dipinto francese del 1908.

16
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
Nelle case medioevali si viveva tutti insieme e si dormiva
1348 Aristotele (384-322 a.C.) distingueva tra polis zione possibile con la più ridotta esposizione a
L’epidemia della Peste (“città”, e dunque per esteso la vita di relazio- sguardi indiscreti.
nera induce i medici ni esterne al ginnasio o nell’agorà) e oikos (“fa- Ben diversa la situazione nella caotica Roma
a usare una
miglia” o “casa”), una distinzione che si riflet- imperiale dove per ogni domus, la residenza si-
branda per ogni
malato. teva nelle case costruite come dei fortini: quasi gnorile del ceto patrizio, si contavano almeno
nessuna finestra sulle pareti perimetrali – non 26 insulae, grandi e insalubri condomini a più
a caso il ladro era detto anche toikorùkos, “sca- piani riservati alle classi più modeste. Nell’in-
vatore di muri” – e un’ampia corte interna su sula tutto era promiscuo: porte e muri di scarsa
cui affacciavano i vari ambienti, rigorosamen- qualità lasciavano filtrare ogni tipo di intimità,
te differenziati per uomini e donne. L’esigenza per non parlare dei più poveri che dormivano
era infatti quella di unire la massima illumina- direttamente sui luridi pianerottoli del caseggia-

SECOLI SENZA VERGOGNA


Quando la pipì
si faceva
in cucina:
l’evoluzione del
senso del pudore,
dagli albori al
giorno d’oggi.

O ggi la toilette è il
luogo privato per
eccellenza. La stessa
parola “cesso”, dal latino
recessum, significa rifu-
gio o stanza appartata.
Un tempo, però, non
era così: nell’antica
Roma si andava in
gabinetto gomito a
gomito e le latrine
pubbliche erano anche
un luogo in cui conclu-
dere affari.
“Comode” . In tempi
più recenti, nobiltà e
ricchezza non erano
certo sinonimo di pu-
dore: Luigi XIV (1638-
1715) annunciò il suo
matrimonio dalla sua
sontuosa “comoda”
(una poltrona col buco),
al centro della sala rea-
le. Su di essa il sovrano
riceveva le delegazioni
di nobili.
Wc per tutti. Solo agli
inizi del ’900, gli appar-
tamenti operai inizia-
rono ad avere bagni in
comune dotati di toilet-
te alla turca, e le case
dei ceti più abbienti ANGOLO LATRINA BISOGNI IN CUCINA SCIACQUONE D’ANTAN AL CALDUCCIO
una stanza dedicata Stanza di un castello Solo la bassa parete Per pulire la latrina Il camino garantiva di
con raffinati water dalla medioevale riservata divisoria dei fornelli bastava una espletare i bisogni in un
seduta in legno. alla servitù: qui la separava la latrina dal veloce secchiata ambiente riscaldato: ma
privacy non esisteva. resto della stanza. d’acqua. era un lusso all’epoca.

18
tutti nello stesso letto. Ci si appartava solo per pregare
to-alveare. Anche per i ricchi non era facile farsi li: i servizi in casa erano rarissimi e nelle latrine
i fatti propri. “La grande fortuna non permette a pagamento gestite dai conductores foricarum,
di nascondere nulla”, scriveva Plinio il Vecchio, prive di divisori o anche solo di tende, gli abi-
e in effetti il romano d’alto ceto era legato a una tanti dell’Urbe chiacchieravano senza pudore in
forzosa visibilità pubblica sin dalle prime luci “seduta” l’uno accanto all’altro. E per gli squat-
dell’alba, quando la folla rumorosa dei clientes trinati? Un’alternativa ancora più in vista: gran-
veniva a svegliarlo per l’omaggio della salutatio di giare di terracotta collocate qua e là ai crocic-

GETTY IMAGES
matutina accompagnato da lamentose richieste chi delle strade.
di soldi e favori. Laddove fallirono i gabinetti riuscì la re-
Seduta pubblica. E nemmeno al ligione: i primi secoli dell’era cristia-
gabinetto si poteva stare da so- na introdussero un inedito bisogno

1361 di isolamento per la preghiera e


la contemplazione (v. riquadro
Il Justices of the Peace nelle pagine successive).
Act sanziona Fu proprio la disapprovazio-
i sudditi inglesi ne dei testi biblici per la curio-
“beccati” a fare sità morbosa (celebre il raccon-
i guardoni. to del re Davide che spiò Betsa-
bea al bagno e, invaghitosene, ne Dalla teoria
fece uccidere il marito) a sensibiliz- alla pratica
zare i giuristi sull’argomento: nel 1361 il Sopra, ritratto di Louis
Justices of the Peace Act sanzionava penalmen- D. Brandeis, uno degli
te i sudditi inglesi colti a fare i guardoni oppure autori dell’articolo
a origliare attraverso le porte. sul diritto alla privacy
tra le mura domeStiche. Il posto dove era pubblicato nel 1890.
più difficile conquistare un po’ di privacy era Sotto, l’antropologo
comunque casa propria. In Europa le famiglie Malinowski impegnato
di estrazione modesta dormivano in un unico in una ricerca sul campo.
grande giaciglio collettivo, in cui talora pote-
va trovare spazio persino qualche occasionale
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
G. ALBERTINI
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
Sguardi indiscreti
La presenza dei domestici
rendeva più difficile nascondere
amori e relazioni clandestine,
come dimostra questo dipinto
francese del 1881.

L’invenzione della stampa a caratteri mobili La soluzione per riscaldarsi senza correre il
rischio di morire soffocati arrivò col camino in
diede nuovo impulso all’esigenza d’isolarsi: mattoni, la cui diffusione iniziò a partire dal XII
secolo. E che, strano a dirsi, fu cruciale per la
una condizione per leggere in santa pace storia della privacy: alla sua struttura si appog-
giavano infatti le travi di supporto che resero
possibile la costruzione di tramezzi e, quindi,
ospite di riguardo. A sdoganare per primi il let- di ambienti separati all’interno delle abitazioni.
to a una piazza furono gli ospedali: le eviden- Letture soLitarie. Nel 1455, ormai agli albori

1710
ze del contagio con cui la Peste nera del 1348 dell’Età moderna, il desiderio di ritagliarsi mo-
decimò l’Europa, indussero i medici a rivedere menti “fuori dal branco” trovò ulteriore stimolo
Il Post Office Act l’abitudine di sistemare due malati adulti (op- nella stampa a caratteri mobili. Insieme a libri
perseguiva pure svariati bambini, anche una decina) nel- dalle dimensioni più agevoli e dai prezzi meno
gli impiegati postali la stessa branda. proibitivi, l’epocale invenzione di Gutenberg
che sbirciavano la effetto staLLa. Ancora nell’Alto Medioevo la diffuse in Europa anche un modo nuovo di uti-
corrispondenza. quasi totalità delle case, soprattutto rurali, era lizzarli: accanto alla lettura pubblica ad alta vo-
formata da un unico ambiente privo di pareti di- ce – che restò a lungo la regola soprattutto in
visorie, che includeva spesso anche la stalla. Al ambito religioso e liturgico – si sviluppò quel-
centro, su una semplice base rialzata di matto- la fatta da soli, in silenzio e ancor meglio sen-
ni o di argilla, ardeva un fuoco pericolosamente za essere disturbati.
privo di ausili per convogliare i fumi verso l’a- A dire qualcosa di nuovo in materia di riser-
pertura di sfogo collocata sul tetto. vatezza arrivò, da Oltreoceano, il Post Office Act
20
GETTY IMAGES

GETTY IMAGES/BETTMANN ARCHIVE


del 1710 che perseguiva il vizio degli impiegati Frances – bella e più giova-
postali di sbirciare nella corrispondenza. ne del marito di 28 anni – per
A fine Settecento poi si scatenò una vivace pubblicizzare prodotti di vario ge-
polemica attorno alla decisione di rendere pub- nere condusse nel 1903 al varo di una
blici – per questioni di accuratezza, più che al- norma che puniva con una multa fino a
tro – i risultati del primo censimento naziona- 1.000 dollari l’utilizzo non autorizzato dell’im-
le. “Nessun vincolo, morale o di altro tipo, può magine a scopi commerciali. In prima fila
obbligarmi a divulgare a quanto ammontano le Verso il futuro. A inizio Novecento le fab- Sopra, questa buffa foto,
mie spese e profitti annui”: questa la protesta briche del gossip a mezzo stampa erano dun- scattata a Ginevra (Svizzera)
che arrivava dal futuro secondo presidente de- que già attive. Cent’anni dopo, il testimone il 18 giugno 1960, ritrae un
gli Stati Uniti, John Adams, benestante avvo- passò ai nuovi “invasori” contemporanei: i sa- paparazzo in piedi in un
cato poco propenso a mettere in piazza le pro- telliti-spia e le telecamere a circuito chiuso, i 4 cesto di vimini sulle spalle di
un collega: sta tentando di
prie rendite. miliardi di smartphone a spasso per il mondo
immortalare il diplomatico
Molti anni dopo un suo successore alla Ca- entro il 2018. Fino alle violazioni degli spazi e
sovietico Vjaceslav Molotov,
sa Bianca, Grover Cleveland, fu il motore ne- dei dati personali, sempre più spesso invoca- durante un incontro con il
anche troppo occulto di una delle prime legi- te per battere sul tempo il terrorismo. La storia politico francese Georges
slazioni americane in materia di privacy. E di della privacy, dal Neolitico a oggi, è un libro il Bidault. A sinistra, due
nuovo c’era di mezzo una consorte. L’utiliz- cui finale non è ancora stato scritto. • fotoreporter americani
zo spregiudicato delle fattezze della moglie Adriano Monti Buzzetti Colella appostati nel 1926.

VITE SEGRETE, DALLA CLAUSURA AL CONFESSIONALE


I protagonisti della
“privacy estrema”,
nel mondo cristiano
solitudine, tenacemen-
te inseguita in luoghi
remoti e inospitali come
di nuovo conio nei primi
secoli del cristianesimo.
Io confesso. Come il sa-
irlandese san Colomba-
no e dai suoi monaci,
che soppiantò rapida-
Concilio Lateranense
del 1215 – si associava
la penitenza, e a questa
ma non solo, sono da caverne e deserti. A cramento della confes- mente quella pubblica la preghiera, l’abitudine
sempre i monaci. I primi diffondere questa sen- sione in forma privata, delle origini. E siccome di ricercare momenti
anacoreti (dal greco sibilità oltre la ristretta per esempio, diffuso alla confessione – più di raccoglimento
anachōreō, “ritirarsi”) cerchia degli asceti in Occidente nell’ VIII tardi resa obbligatoria personale si diffuse
furono attratti dalla contribuirono pratiche secolo dal missionario per tutti i fedeli dal rapidamente.
MONDADORI PORTFOLIO

Le celle dei monaci cistercensi nella Certosa


di Pavia, luoghi di massima privacy.

21
ANTICHITÀ

I COLORI DI POMPEI
A cura di Irene Merli

Rosso La Casa del Menandro a Pompei, con i suoi affreschi, è tra le più spettacolari del sito campano.
pompeiano In questo dettaglio, che raffigura un amorino, è usato il cinabro, un colore artificiale di difficile
stesura e costoso (70 sesterzi la libbra, circa un mese di paga di un legionario).
La tecnica Vista di un interno della Casa del Menandro, decorata con affreschi e mosaici. A partire dal III secolo a.C.
degli affreschi in Campania era in uso rivestire le pareti con l’intonaco. Se ne impiegavano da 3 a 7 strati per preparare i
muri ad accogliere l’affresco. L’uso e il pagamento dei colori era regolato dalla legge.

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. non ha cancellato la tavolozza


della pittura romana, di cui gli archeologi hanno svelato i segreti

BERTHOLD STEINHILBER/LAIF/CONTRASTO (3)

La morte? Una Gli archeologi hanno catalogato circa 3mila vittime della devastante eruzione vesuviana.,
nube ardente e i calchi esposti a Pompei, che riproducono i corpi nell’attimo della morte, sono 42. Di recente si è
scoperto che non perirono asfissiati, ma bruciati all’istante perché investiti da temperature di 300 °C.

23
Tra giardini Vista del peristilio, il portico colonnato che cingeva il cortile al centro dell’abitazione. Nelle case di città i
e colonne Romani realizzavano giardini interni con piante e fontane, mentre nelle ville di campagna li sistemavano
all’esterno. Qui fu trovato anche lo scheletro di un cane da guardia.

L’abitazione era di una famiglia in vista: l’ultimo proprietario


vantava legami con Poppea, seconda moglie di Nerone

BERTHOLD STEINHILBER/LAIF/CONTRASTO (3)

Un tesoro Una serie di anfore in terracotta: alcune contenevano vino di Sorrento, una aceto, un’altra miele del tipo
sotterraneo despumatum (“depurato”). Nella casa fu rinvenuta anche una cassa con 118 pezzi di argenteria (per un
peso complessivo di 24 chili), uno scrigno con monili d’oro e 1.432 sesterzi.

24
Amorino nel Particolare di un affresco del “salone verde”. Il verde, come
salone verde molti pigmenti, era di origine minerale. Queste decorazioni
appartengono al quarto stile pompeiano, detto “fantastico”.
Giallo: la festa Particolare decorativo di un affresco della stanza 19.
di Dioniso Le pareti presentano pannelli a fondo giallo-oro, ottenuto
dall’ocra, con motivi legati al culto di Dioniso (il dio del vino).
Commediografo In primo piano, a sinistra, l’esedra nel portico con il ritratto del commediografo ateniese Menandro
leggendario (circa 342-291a.C.). Questo affresco dà il nome alla grandiosa abitazione di queste pagine. Sempre in tema
teatrale, sulle altre pareti sono state dipinte maschere tragiche e satiriche.

Secondo Vitruvio (I secolo), i Romani usavano 16 colori:


2 organici, 5 naturali e 9 artificiali, come il rosso e il ceruleo

BERTHOLD STEINHILBER/LAIF/CONTRASTO (3)

Morirono La camera 19, dove si trova una vetrina con alcuni scheletri. Molto probabilmente si tratta dei resti
proprio qui ossei di 3 uomini, una donna e 3 bimbi, rinvenuti in questa stanza e nel corridoio. I muri sono dipinti
in stile “fantastico”: dopo un terremoto, nel 62 d.C. molte case furono restaurate e ridecorate.

27
ANNIVERSARI

Nel 1516 nasceva a


Venezia il primo ghetto al
mondo. Perché fu creato,
le storie dietro le sue porte
chiuse, i suoi segreti

Unico al mondo
Il ghetto veneziano
fondato nel 1516 in
un’immagine moderna
e, a sinistra, Shylock, il
BRIDGEMANART/MONDADORI PORTFOLIO

protagonista del Mercante


di Venezia di William
Shakespeare ambientato
proprio nel ghetto.
NEL SERRAGLIO
DE LI
ZUDEI

AKG/CAMERAPHOTO/MONDADORI PORTFOLIO


T
utti li Zudei che de pre- zoletto di terra c’era stata una fonderia raio Shylock, reso immortale dal Mercante
sente se attrovano abitar dove si “gettava” il metallo fuso. Il “get- di Venezia, l’opera teatrale di William Sha-
in diverse contrade de que- to”, nome con cui veniva indicata, di- kespeare ambientata proprio nel XVI seco-
sta città, debbano abitar ventò “ghetto” sulla bocca degli ebrei lo. Basti pensare per esempio alla dispu-
unidi”. La città in questione è Venezia askenaziti (originari dell’Europa cen- ta rabbinica – tipicamente veneziana – sul
e la legge, votata dal senato della Sere- trale) che non conoscevano consonan- fatto che fosse lecito o meno prendere la
nissima il 29 marzo 1516, è il certifica- ti morbide. Questa l’origine della paro- gondola di sabato. Nel 1244 il rabbino Isa-
to di nascita del primo ghetto della Sto- la, ma da dove e quando erano arrivati ia da Trani aveva infatti navigato per i ca-
ria. Come “serraglio dei Giudei” fu scel- gli ebrei in città? nali durante lo shabbat, giorno in cui non
ta un’isoletta tutta circondata da cana- Sabato in gondola. Innanzitutto erano è permesso alcun tipo di lavoro. La stes-
li, con due ponti soltanto. Chiusi quelli, arrivati ben prima della legge del 1516 e sa cosa voleva fare, quattro secoli più tardi
non si entrava né si usciva. In quel faz- prima dell’ebreo più famoso, il ricco usu- il rabbino Simone Luzzatto, basandosi su
29
TRE SECOLI, TRE GHETTI
La segregazione degli ebrei a Venezia durò 300 anni: nacquero
tre quartieri chiusi dal tramonto all’alba.
D ei tre settori che
componevano il
quartiere degli ebrei
finestre comunicanti
con l’esterno e le porte
delle abitazioni dei
veneziani, il più antico cristiani che davano
è il ghetto Nuovo, un sul ghetto. Il Nuovissi-
isolotto abitato da mo (non presente nel
ebrei europei e italia- disegno) – due calli a
ni: è rappresentato (a est del ghetto Nuovo
sinistra) nel disegno – fu istituito nel 1633
insieme al Vecchio (a per ospitare alcune
destra), istituito nel famiglie sefardite par-
1541 per i sefarditi ticolarmente agiate.
provenienti da Spagna
Portogallo e Africa del
Nord.
Murati. Per rendere
completo l’isolamen-
to furono murate le 1

1 LA CALLE-SPINA
La calle del ghetto
Vecchio è una tipica
calle-spina veneziana
tagliata da angusti
vicoli laterali tra alti
edifici.

Il gheto novo fu sempre il più vivace e affollato.


E il più frequentato dai cristiani, che non disdegnavano le festività ebraiche
quel precedente, ma il Consiglio della co- Il 14 maggio 1509 ad Agnadello arrivò un’abitudine piuttosto consolidata. Quar-
munità aveva rigettato quella possibilità, la sonora sconfitta dei veneziani, che fece tieri separati, chiusi da mura e sorvegliati
ritenendola troppo spregiudicata. perdere loro tutto il territorio in terrafer- da guardie armate, erano presenti un po’
L’ondata più consistente di ebrei arri- ma. Per gli ebrei il rischio era di ritrovarsi in tutto il Mediterraneo. A Costantinopoli,
vò in terra veneta nel 1492, quando Ferdi- di nuovo faccia a faccia con spagnoli e im- per esempio, i genovesi cristiani vivevano
nando d’Aragona e Isabella di Castiglia li periali, i loro persecutori di qualche tem- isolati e piantonati nel quartiere di Galata.
cacciarono dalla Penisola iberica. Peccato po prima. L’unica possibilità era rifugiar- Lo stesso avveniva per i cristiani di Ales-
che si trattasse di un momento turbolen- si in massa a Venezia, una roccaforte cir- sandria d’Egitto. Nella stessa Venezia esi-
to per un territorio generalmente pacifico. condata dalla laguna. Con delle limitazio- steva già qualcosa di simile a quello che
Tutte le potenze europee, tranne l’Inghil- ni però, che si leggono sempre nella legge sarebbe diventato il ghetto: dal XIII seco-
terra, si erano infatti alleate per contenere del 1516: “li zudei non possino star in que- lo esisteva infatti il “fondaco dei tedeschi”.
l’espansionismo veneziano: le truppe del sta città nostra salvo che zorni quindici”. Si trattava di un singolo edificio (che esi-
Leone di San Marco avevano già passato AppArtAti dA sempre. Per non creare ste ancor oggi, ai piedi del Ponte di Rialto)
l’Adda ed erano a un passo dalla conqui- squilibri si decise di tenerli inoltre sepa- in cui i mercanti “tedeschi” (o meglio tut-
sta di Milano. rati dal resto della popolazione, secondo ti quelli che provenivano dall’Europa cen-
30
La celebrità
A veva svariati nomi, molte-
plici interessi e passò dal

G. ALBERTINI
ghetto di Venezia: João Micas
(in Portogallo), Giovanni Mi-
ches (a Venezia), Juán Migues
3 o Miquez (in Spagna), Joseph
4 Nasi (a Costantinopoli) fu
uno degli uomini più potenti
della seconda metà del ’500.
Nonché il regista occulto del-
la Battaglia di Lepanto.
5 Una vita in fuga. La sua
famiglia era stata cacciata
da Lisbona e si era alla fine
stabilita nella Serenissima,
dove i migliori rampolli del
patriziato avevano messo gli
occhi su sua nipote, Brianda,
e sulla relativa dote. Per sfug-
gire allo stuolo di promessi
2 sposi (cristiani), la famiglia si
trasferì a Costantinopoli. Qui
gli eventi precipitarono: Jo-
seph fu accusato di spionag-
gio a favore degli Ottomani
e bandito da Venezia. Per
vendetta, divenuto consi-
gliere del sultano, lo istigò a
5 NUOVISSIMI occupare la veneziana isola
4 IN ALTEZZA Un ponticello simile di Cipro ponendo le premes-
I caseggiati affacciati a un ponte levatoio se per la Battaglia di Lepanto
2 PATTUGLIATI 3 CUORE EBRAICO sul rio del ghetto unisce i due settori (7 ottobre 1571). Joseph
I canali che Il campo del ghetto danno un’idea Nuovo e Nuovissimo. voleva trasformare Cipro
circondavano il Nuovo, fulcro del dell’antica altezza Quest’ultimo fu nella Terra Promessa dei suoi
ghetto Nuovo di notte quartiere, ha una degli edifici che aperto nel 1633 correligionari: non ci riuscì e
venivano pattugliati in superficie di circa arrivavano anche a per ospitare alcune si accontentò di una colonia
sul lago di Tiberiade (Israele)
gondola da guardiani. 3mila metri quadri. 9 piani. famiglie agiate.
e del titolo di duca di Nasso
La scuola degli ebrei (nelle Cicladi greche).
italiani fu completata
nel 1575, come ricorda
l’iscrizione sulla
facciata.

trale, fossero pure ungheresi o boemi) ve-


nivano rinchiusi durante la notte. Anche
gli Ottomani avevano un loro fondaco, do-
ve poter vivere appartati, con tanto di luo-
go di culto e hammam.
AltA densità. Ma come si viveva all’in-
terno del ghetto? Arrivarono ad abitarci fi-
no a 5mila persone e gli edifici, che non
potevano espandersi in ampiezza, lo fe-
cero in altezza. Le case, uniche in città,
raggiunsero i sette-otto piani (contro i tre-
quattro abituali). Ma durante il giorno si
usciva e a Rialto, il cuore economico del- to. Ma sarebbe potuto esistere solo là: era
la Serenissima, in alcune giornate si vede- l’unico luogo del mondo di allora dove un Tutto iniziò da qui
vano più berrette gialle (che erano costret- ebreo avrebbe potuto ricoprire quel ruolo. Il decreto del Maggior Consiglio del
ti a indossare i mercanti ebrei) che berret- sepArAti in cAsA. Per gli ebrei, oltre 29 marzo 1516 che sancì la nascita del
te nere, dei colleghi cristiani. Il mercante all’obbligo spesso disatteso del berret- ghetto ebraico a Venezia. Le porte del
più famoso fu proprio lo Shylock descritto to giallo, c’era la proibizione dei rappor- ghetto furono abbattute nel 1797, alla
da Shakespeare, che però non è mai esisti- ti sessuali con i cristiani. E anche questo caduta della Serenissima.

31
Cinque secoli di espulsioni e di diaspora ebraica
F erdinando d’Aragona

O
e Isabella di Castiglia,

IC
LT
i cosiddetti “re cattolici” LITUANIA

149
B
di Spagna, ordinarono INGHILTERRA R
E

1290
A

5
l’espulsione degli ebrei
M
200
OCEANO Amburgo 1100-1 Grodno
(per lo più del ramo

14
Londra

45
Amsterdam RUSSIA
sefardita) dai loro regni. ATL ANTICO Magdeburgo POLONIA
Anversa 1340

1290
Era il 1492. Si sposta- Parigi Cracovia Lvov
Kiev
SACRO
rono 300mila persone, ROMANO Norimberga
Praga
1494

1016
Cernopol
con destinazione Grecia, IMPERO
1421
Toscana, Medio Oriente FRANCIA Vienna

e Balcani in genere. E
1 49 7
Budapest 1350 Caffa
Venezia naturalmente. Lubiana 101

06
Venezia 6

13
Esodi. Non era la prima Genova Bucarest
6 MAR
volta che gli ebrei erano PORTOGALLO
Livorno
Spalato
101 NERO
Madrid
costretti con la forza a Lisbona 1492 1394 ITALIA
Trebisonda
cambiare casa, fin dalla SPAGNA 1492 Roma
Costantinopoli
prima deportazione Napoli Salonicco
1 497

in Mesopotamia do- 1492 IMPERO BIZANTINO


po la conquista della
Palestina da parte dei Algeri
Babilonesi, nel 722 a.C. Fez Tunisi MA
Il prestito di denaro, R M
ED
l’unica attività concessa ITE Damasco
RR
agli ebrei, fu poi il prete- AN
EO 1497
sto di espulsioni dall’In- Tripoli
Gerusalemme
ghilterra (1290), dalla Flussi della diaspora
Alessandria
Normandia (1296), dalla ebraica e date dei
Francia (1306 e 1394). maggiori spostamenti Il Cairo

Nel ghetto ci furono false conversioni di ebrei che


facendosi cristiani sfuggivano alla segregazione
veniva spesso ignorato. Il rabbino Leone un testo divulgativo per spiegare l’ebrai-
Modena (1571-1648), una delle figure più smo ai non ebrei. Il libro, scritto probabil-
importanti dell’ebraismo italiano, era un mente su invito dell’ambasciatore britan-
assiduo frequentatore di cortigiane. Ma nico a Venezia, sir Henry Wotton, che vo-
anche un giocatore d’azzardo compulsivo leva donarlo al suo re, Giacomo I, fu stam-
che frequentò molto probabilmente il Ri- pato in edizione integrale a Parigi nel 1637
GRANGER/ALINARI

S+
dotto, il primo casinò della Storia, fonda- e un anno dopo a Ve-
to nel 1638, ovvero dieci anni prima del- nezia, con i tagli vo- APERNE
la sua morte. luti dall’Inquisizione. DI PIÙ
Ferdinando e Isabella decretano la cacciata degli Sempre il rabbino Modena si contraddi- Leone lasciò il se-
ebrei dalla Spagna, in una stampa dell’800. stinse per la sua Historia de’ riti hebraici, gno anche nella sto-
ria della musica per- Storia del ghetto
di Venezia,
ché stampò una rac- Riccardo Calimani
1776: il delitto del ghetto colta di salmi e canti (Mondadori).

A ccoltellato il 18 luglio il nome dell’aggressore: per omicidio e passarono il da sinagoga, musica- Venezia e il ghetto,
1776, il 26enne Marco Giuseppe Vita. Che, però, testimone a uno dei massi- ti dall’allora celeber- Donatella Calabi
(Bollati Boringhieri).
Scaramella muore in una non fu arrestato e fuggì, mi organi di governo della rimo Salomone Rossi.
pozza di sangue. Si trova- forse a Trieste. Le indagini Repubblica, il Consiglio dei Una sua allieva, Sara
va in un caffè ai piedi del cambiarono piega quando Dieci. Il reato? Sodomia. Copio Sullam, esper-
ponte che univa il ghetto l’oste rivelò che Moisè Nel gennaio del 1778 i
Vecchio a quello Nuovo, in Musolin aveva un rapporto fratelli Calimani furono ta in teologia, filosofia e lingue e raffina-
compagnia di Giuda (suo “speciale” con il presunto arrestati con l’accusa di atti ta poetessa, nella sua casa del ghetto die-
suocero) e Moisè Musolin, assassino. Vita sarebbe cioè violenti e di aver aiutato de vita a uno dei salotti letterari più cele-
detti i fratelli Calimani. Era stato il suo ragazzo di piace- l’omicida a uscire dallo Sta- bri del Seicento, frequentato da veneziani
questo lo scenario del “delit- re, “fantolin da culo” come si to. Alla fine Moisè e Giuda e da persone che arrivavano apposta per
to del ghetto”, uno dei casi diceva a Venezia. Alla noti- furono assolti e scarcerati.
irrisolti della Serenissima. zia gli Avogadori de Comùn Nemmeno i famigerati Dieci conoscerla. Insomma chiusi, ma non per
Impuniti. Scaramella, in (una sorta di Avvocatura di erano riusciti a risolvere questo bloccati. •
punto di morte, aveva fatto Stato) smisero di indagare quell’intricato caso. Alessandro Marzo Magno

32
PRIMO PIANO
IL SEICENTO
L’ITALIA DEI
PROMESSI SPOSI
Nel suo romanzo,
Alessandro Manzoni
dipinse l’Italia I promessi sposi
dominata dagli nella Milano
spagnola .
spagnoli e dai privilegi
di classe. Ma com’era
veramente la vita ai
tempi di Renzo
e Lucia?

LA VITA AI TEMPI DI LA GUERRA CHE SEGNÒ MILANO FALCIDIATA


TRAMAGLINO L’EUROPA DALLA PESTE
pag. 36 pag. 44 pag. 50
■ ■ ■ ■
L’INNOMINATO: MASSACRI RELIGIOSI IN IL CATTIVO LA STORIA DIETRO
A CHI È ISPIRATO? VALTELLINA E I SUOI “BRAVI” AL ROMANZO
pag. 42 pag. 48 pag. 56 pag. 58
A. MOLINO

35
PRIMO PIANO

L
a gente sciama fuori dalla chie-
sa, alla fine della funzione, al-
lontanandosi a gruppetti. Per ul-
timo, sulla porta compare Don
Rodrigo, con la sua aria spavalda: si fer-
ma un attimo, guardandosi intorno im-
pettito, come aspettasse un applauso. In-
vece arriva uno sparo, che squarcia la cal-
ma: il signorotto cade a terra, le mani in-
sanguinate premute sul ventre. “O Don
Rodrigo, come ti va?”, lo apostrofa sor-
nione Renzo, con l’archibugio tra le ma-
ni. Non si accorge che il Griso gli è ad-
dosso: quando vede guizzare la lama del
coltello è troppo tardi. Un finale pulp alla
Quentin Tarantino: è così che si sareb-
be conclusa la vicenda tra il per-
fido stalker e il promesso sposo
della non bella Lucia. E quasi
nessuno avrebbe bat-
tuto ciglio.

La storia dei Promessi


sposi calata nella realtà
quotidiana della Milano
del 1630. Inizio simile, ma
conclusione ben diversa
da quella del Manzoni

COME SAREBBE
ANDATA
MONDADORI PORTFOLLIO/LEEMAGE

Speriamo bene...

DAVVERO
Una gitana legge la mano
a due giovani nel dipinto
di Adam de Coster
(1586-1643). Le future
coppie come Renzo e
Lucia lo facevano spesso.

37
Viva le maschere!
Piazza del Duomo (con la
cattedrale in costruzione)
durante il carnevale, uno
dei pochi svaghi della
povera gente del tempo.

La gente come Renzo e Lucia viveva in case molto piccole: dormivano tutti
sugli stessi pagliericci e tra gli animali domestici. Il pane era l’alimento base
Milano da non bere. Altro che lieto fi- a contatto con gli animali domestici. Il po- “Il canchero ti venga”, lo saluta scher-
ne, punizione divina per il cattivo e tanti polo tirava a campare, vivendo alla gior- zosamente il suo vicino di casa, Bertol-
bambini ad allietare nonna Agnese: se im- nata un’esistenza grama, priva di diverti- do. Così usano i popolani, in contrasto
maginiamo i personaggi dei Promessi spo- menti a eccezione delle festività solenni e con gli altisonanti titoli che “eccellenze”
si e li trapiantiamo nella Milano del 1628, del carnevale». e “signorie illustrissime” delle classi più
vedremo che la loro vita reale, nel duca- No, non era una Milano da bere: anche elevate si scambiano di solito. Il giovane
to dominato dagli spagnoli, dalla guerra e perché l’acqua era inquinata e la gente, segue il flusso di donne, artigiani e am-

13,5
dalla carestia, era peggio- donne e bambini inclusi, bulanti diretti in Piazza Duomo: è il cuo-
re di quella descritta dal preferiva tracannare vino, re di Milano, il centro in cui abitano i go-
Manzoni. «Era una vita benché scadente. E Ren- vernanti, ma anche il luogo dove si rac-
dura, c’era la possibilità zo? Eccolo: un ragazzone coglie un numero eccezionale di botteghe.
di ritrovarsi, almeno 5 o
6 volte nell’arco dell’esi-
MILIONI di 25 anni. Esce di buon
mattino dalla sua casu-
Nell’aria la puzza di sporcizia e urina, ro-
vesciata dai vasi da notte nei vicoli, si mi-
La popolazione italiana nel
stenza, in mezzo a un’e- 1600. Nel 1650 erano scesi pola appena fuori le mu- schia all’odore forte di pesce, pollame e
pidemia di peste o di mo- a meno di 12 milioni. ra, nel quartiere di Porta formaggi.
rire per molte altre malat- Orientale, un’unica stan- “Filera” addio. Renzo è abituato e non
tie, come il tifo endemico o il colera», dice za stretta e lunga, una sola finestra e una ci fa caso, anche perché è immerso in tetri
Davide Maffi, docente di Storia degli an- parete che separa il focolare dal paglieric- pensieri. È un abile filatore di seta, ma l’o-
tichi Stati italiani all’Università di Pavia. cio. Sul retro c’è il podere che i genitori pificio in cui lavorava ha chiuso lasciando
«I poveri vivevano in case molto piccole, gli hanno lasciato quando sono morti di lui e i suoi trenta colleghi senza lavoro. La
con moglie, figli e genitori, dormivano tut- febbri, in strada un solo pozzo per mol- depressione economica era cominciata in-
ti sullo stesso pagliericcio pieno di pulci, te famiglie. torno al 1620 (avrebbe toccato il suo api-
38
Giochi di mano
I bari, di Daniele Crespi
(1590-1630). Il gioco
d’azzardo era molto
diffuso nella società
seicentesca, tra i nobili
come tra i briganti.

SCALA (3)

ce nel 1640), a quasi un secolo dall’inizio


della dominazione spagnola (1535-1714):
«La crisi della filatura non era dovuta al
governo straniero, ma a una congiuntu-
ra internazionale e alla concorrenza delle
merci provenienti dall’Inghilterra e dall’O-
landa», sostiene Maffi.
La diminuzione dei consumi interni ave-
va fatto chiudere metà delle 10mila “file-
re” sparse in Lombardia e fatto perdere il
posto ad altrettanti artigiani. Al crollo del
mercato si era aggiunta una grave care-
stia e la guerra per la successione al Duca-
to di Mantova.
«Vent’anni prima, Renzo avrebbe trova-
to stabilità e una vita più facile. Ma Ales-
sandro Manzoni scelse di descrivere un
periodo particolarmente nefasto del Du-
cato di Milano, attribuendo ogni colpa agli
spagnoli, gli odiati invasori: da buon na-
zionalista, non potendo attaccare gli au-
striaci che governavano la Lombardia del Trasporti galanti
suo tempo, cercava di dimostrare che i do- Giovani dame milanesi in
minatori stranieri ci avevano sempre rapi- carrozza, accompagnate da
nato. Ma in realtà non fu così: gli Asburgo due gentiluomini a piedi. Le
di Spagna furono rispettosi della Lombar- strade erano pericolose e le
dia», afferma l’esperto. donne andavano sorvegliate.
Le armi da taglio costavano pochissimo. Tutti le avevano e le sapevano
usare. Bastava un’offesa o un piccolo furto e la lite finiva nel sangue
MatriMoni con poco aMore. Intanto Lu- miglie lombarde, proprio come chi lo ha quentato la scuola fino a 12 anni, scrive a
cia è in chiesa, nella piccola parrocchia preceduto: il cugino Carlo Borromeo e pri- fatica e conosce un po’ di aritmetica, ma
di don Abbondio. Il suo sacerdote non è ma di lui Gaspare Visconti. Quelli come lei no: come la maggior parte delle don-
lì per vocazione, lo sanno tutti: è il terzo don Abbondio, di famiglie non povere ma ne dell’epoca, legge solo le preghiere. Fin
di 5 figli maschi e suo padre l’ha costret- neppure nobili, privi di mezzi e di aggan- da bambina ha lavorato nella filera dove
to a scegliere tra farsi prete, soldato o av- ci, tirano a campare come il loro gregge ha conosciuto il suo promesso sposo, ma
venturiero, per non dividere il patrimonio di fedeli, senza discutere gli ordini del ve- non è dispiaciuta di aver perso il lavoro.
familiare. E non può sperare di far carrie- scovo per non incorrere nell’Inquisizione. C’è la terra da lavorare e, sposando Ren-
ra, perché le abbazie e i vescovadi sono Lucia comunque gli è grata: il sacerdote zo, eviterà che suo padre la chiuda in con-
appannaggio della nobiltà. Un esempio? sta aiutando lei e Renzo con i documenti vento. Sarà una moglie virtuosa e servizie-
L’arcivescovo di Milano, Federico Borro- per il matrimonio, un compito arduo per vole e darà tanti figli al marito: questo è
meo, appartiene a una delle più nobili fa- chi sa leggere a stento. Renzo, che ha fre- quanto ci si aspetta da una donna, nel Sei-
cento, e questo è quanto Lucia farà. A co-
sto di cambiar Paese: sembra che in Fran-
Sanità pubblica cia molti operai delle filande abbiano fat-
Il cortile dell’Ospedale Maggiore di
to fortuna. Ed è sempre meglio andar via
Milano, la Ca’ Granda. Qui si accudivano che rimanere a Milano a fare la fame, in-
i poveri: i più ricchi avevano l’ospedale grossando le file dei poveri e dei miserabi-
spagnolo del Castello Sforzesco. li, adesso più numerosi che mai.
assitenziali. A prendersi cura di loro,
distribuendo un po’ di pane, cure e un let-
to, sono i monaci, nei pii istituti per biso-
gnosi, vecchi, ammalati, mendicanti, or-
fani e “donne perdute”. Anche il gover-
no ha a cuore la sussistenza dei poveri,
non fosse altro che proprio la mancanza
del pane, il piatto forte della dieta quoti-
diana per un’ampia fetta di popolazione,
ha scatenato i famosi tumulti di San Mar-
tino. L’11 novembre 1628, la folla, infero-
cita per i rincari dovuti alla carestia, ha as-

5,2
saltato, saccheggiato e distrut-
to alcuni forni in città. Ma,
in realtà, azioni del genere
stupiscono solo noi moderni.
MILIONI «All’epoca c’era un senti-
Gli abitanti del Nord Italia mento di violenza che noi non
nel 1650. L’aspettativa conosciamo, pronto a scate-
di vita era di 30 anni. narsi anche per i motivi più
banali: una partita a dadi, il
furto di una pecora, un litigio», spiega
Maffi. «Le armi, soprattutto quelle da ta-
glio, costavano pochissimo e, per quanto
la legge lo vietasse, tutti portavano con sé
un coltello, una roncola, una mannaia o,
nel caso dei ricchi, una spada. Ed erano
capaci di usarla». Dopo un crimine, i più
scafati si davano alla macchia, diventava-
no briganti e si nascondevano nelle valla-
te alpine e nelle zone di confine, sempre
pronti alla fuga.
i “bravi” e la legge. Alla specie crimina-
le apparteneva però anche una “razza” ti-
SCALA (4)

pica della Lombardia: quella dei “bravi”,


40
Eleganza alla
spagnola
Gentiluomo con
un abito di foggia
spagnola, come
usava nel Seicento
nel ducato milanese,
assoggettato
al dominio dei
sovrani di Madrid.

Rischi del
mestiere
Un mercante di frutta
viene derubato da
un ragazzino mentre
serve un cliente. La
maggior parte delle
botteghe si trovava
intorno al Duomo.

delinquenti legalizzati al servizio dei po- lano era piuttosto caotica: ai numerosi di- sapevano solo i ricchi, che erano anche gli
tenti. «Tutti i nobili lombardi avevano un vieti e ad alcune esecuzioni capitali a sco- unici a potersi permettere di perorare una
certo numero di questi scagnozzi: persi- po dimostrativo, facevano da contraltare causa a Madrid e di affrontare le spese di
no l’arcivescovo Carlo Borromeo, il futu- la frequente concessione della grazia ai un processo di durata biblica o di un av-
ro santo, quando entrò a Milano nel 1565 condannati e il numero esiguo di “sbirri” vocato come l’Azzeccagarbugli manzonia-
ne portò 2mila, per mantenere l’ordine. E (40 uomini in città e 20, a cavallo, sul re- no», dice Maffi. Nessun popolano avrebbe
li usò spesso», dice Maffi. Di qualsiasi ma- sto del territorio). mai pensato di rivolgersi a un giureconsul-
lefatta si macchiassero, la maggior parte Le mazzette e i regali ai membri del Se- to. Tanto meno Renzo, che, fermo davan-
di loro restava impunita, in virtù dell’im- nato (il massimo tribunale di Milano) fa- ti al Duomo, aspetta con l’archibugio sot-
portanza del datore di lavoro. D’altra par- cevano il resto. «Secondo la legge, ogni to al mantello la fine della messa. •
te l’amministrazione della giustizia a Mi- suddito poteva appellarsi al sovrano: lo Maria Leonarda Leone

Il cardinale Borromeo Ritratto di


Federico

T ra i personaggi
realmente esi-
stiti, il cardinale
gendo alle proprie
ricchezze per nu-
trire chi non aveva
vescovo, le copie dei
manoscritti delle bi-
blioteche personali
Borromeo, del
XVII secolo.
Federico Borromeo sostentamento e di principi e signori
(1564-1631) è uno rischiando la vita e, successivamente,
dei più importanti per confortare gli i testi recuperati dai
nei Promessi sposi. appestati. Fu anche messi di Federico
Manzoni gli dedica un appassionato di dentro e fuori la Pe-
quasi un capitolo in- libri e la Biblioteca nisola. La costruzio-
tero, il XXII, esaltan- Ambrosiana fu il suo ne della biblioteca
done la cultura, la dono a Milano. venne completata
bontà d’animo e la Munifico. Cosa l’8 dicembre 1609.
carità. Arcivescovo inconsueta per Nove anni dopo il
di Milano dal 1595 l’epoca, era una prelato aggiunse
e cugino dell’ancor biblioteca pubblica, una collezione di
più famoso san aperta a chiunque quadri e statue: la
Carlo Borromeo, volesse frequentarla futura Pinacoteca
durante la carestia e conteneva una Ambrosiana, che
e la peste si batté in raccolta inestima- accompagnò la
prima linea a fianco bile di tesori librari: nascita, nel 1621,
dei poveri e degli tutti i volumi e i dell’omonima
ammalati, attin- manoscritti dell’arci- Accademia.

41
PRIMO PIANO

Il mistero
DELL’INNOMINATO
Talmente cattivo e prepotente che il suo nome non poteva essere
pronunciato: così Manzoni descrisse uno dei suoi personaggi più riusciti.
Ecco l’identikit del criminale al quale lo scrittore si sarebbe ispirato.

B
asta il nome, che per Dare per certo che dietro to di campagna. Ma il feudo di ci briganti, dediti a spedizio­
l’appunto non esiste, all’Innominato si nasconda il Brignano Gera d’Adda (oggi in ni punitive. Tanto che, dopo
a circondare di un Visconti, tuttavia, sarebbe un provincia di Bergamo), dove aver subìto la confisca dei be­
alone di mistero la fi­ azzardo. Infatti la lettera in cui nacque il 16 settembre 1579, ni nel 1602, Bernardino fu ci­
gura dell’Innominato: un uomo Manzoni avrebbe chiarito che era al confine tra il Ducato di tato, tra il 1603 e il 1614, in tre
senza pietà, ma anche capace Francesco Bernardino è l’Inno­ Milano e la Repubblica di Ve­ “grida”(i proclami del governo
di redenzione assoluta. minato si è persa (sempre che nezia: una zona strategica che spagnolo).
A chi si è ispirato Manzoni sia esistita). Inoltre, per Giu­ faceva gola agli spagnoli. An­ Dal 1614 si perdono però le
per tratteggiare questo perso­ lio Scotti, autore nel 1923 del cora adolescenti, Bernardino e sue tracce: si dice che avesse
naggio tormentato? Nelle Storie saggio Chi era l’Innominato?, Galeazzo difesero con i denti i trovato rifugio, dopo l’esilio in
patrie di Giuseppe Ripamonti l’ispiratore di Manzoni sareb­ loro beni, tramandati dal 1310, Svizzera, nella fortezza di So­
(1648) si narra di un crimina­ be stato in realtà il fratello, Ga­ conservati anche quando, nel masca (Lecco). La stessa che
le senza nome convertito dal leazzo Maria. Quel che sappia­ 1447, Gera d’Adda passò alla Manzoni descrive nel romanzo
cardinale Federico Borromeo. mo di Bernardino, in ogni ca­ Serenissima e mantenuti con il come “castello dell’Innomina­
Lo scrittore potrebbe aver trat­ so, rende bene l’idea di come ritorno sotto Milano. to”. La rocca, di proprietà dei
to spunto da questa notizia, in­ vivevano i feudatari di Lom­ Su due fRonti. Oltre a com­ Visconti dal XIV secolo, era po­
trecciandola con la figura stori­ bardia sotto gli spagnoli. battere gli spagnoli, i piccoli sta sul confine tra la Repubbica
ca di Francesco Bernardino Vi­ Rampollo. Bernardino, figlio signori come Bernardino dove­ di Venezia e i territori spagnoli
sconti, suo parente da parte di di un Visconti e di Paola Ben­ vano contrastare i fittavoli che di Lombardia. È plausibile che
madre, per dar vita al malva­ zoni, discendente di una ricca volevano impadronirsi delle lo­ Bernardino l’abbia usata come
gio perseguitato dai rimorsi nei famiglia di Crema, avrebbe po­ ro terre. Si trasformarono co­ covo? La posizione strategica
Promessi sposi. tuto fare una vita da signorot­ sì da nobili feudatari in fero­ gli avrebbe permesso di con­

La monaca vissuta all’ombra del peccato


M entre l’Innominato servì a Manzoni per cele-
brare l’apoteosi di un pentimento, la monaca
di Monza (a lato) fu l’occasione per mostrare come
dove Marianna, ormai orfana di madre, prese i voti
a 16 anni, spinta dalla famiglia per evitare che go-
desse dell’eredità materna. Come unica alternativa
l’innocenza possa perdersi nella corruzione. al convento le offrirono la possibilità di sposare un
Spagnola. Marianna de Leyva (1575-1650), perso- uomo di 25 anni più vecchio.
naggio realmente esistito, era primogenita di una Tresca. Accanto al convento, vivevano gli Osio, fa-
nobile famiglia spagnola. Il padre aveva ottenuto miglia di possidenti bergamaschi. Nacque così una
in feudo da Francesco Sforza la città di Monza, tresca tra la suora e il rampollo Gian Paolo.

42
Signori a confronto
A sinistra, il Castello di Somasca (Lecco),
descritto nei Promessi sposi come
dimora dell’Innominato, e la residenza
di Francesco Bernardino Visconti a
Brignano d’Adda (Bergamo).
A destra, l’Innominato in un’illustrazione
dell’Ottocento; sopra, Bernardino con il
biscione, emblema dei Visconti.

trollare le sue terre, ma non c’è


prova che abbia vissuto qui.
Conversione? E non c’è nep-
pure testimonianza che Ber-
nardino si sia davvero penti-
to, come l’Innominato. Di si-
curo, però, conosceva Federi-
co Borromeo. Lo dimostra una
lettera scritta dal cardinale nel
1614, che lo incontrò nel 1619
in occasione di una visita pa-
storale a Treviglio. L’unico dato
certo di un avvicinamento al-
la Chiesa è un lascito all’orato-
rio di Santa Maria delle Grazie
a Caetta (presso Bagnolo Cre-
masco), registrato nel 1647. Da
questa data si perdono le trac-
ce del “redento brigante” che
ispirò il personaggio più miste-
rioso dei Promessi sposi. •
Paola Panigas

Murata viva. Marianna diede alla luce due figli


(un maschio nato morto e una femmina). La
situazione precipitò quando l’Osio fu implicato
in una serie di delitti con la complicità della mo-
naca. I due furono processati: lui fu processato in
contumacia e poi assassinato, lei condannata alla
segregazione in convento. Dopo 14 anni ottenne
la grazia, ma visse nell’ombra fino alla morte.
PRIMO PIANO

Ai tempi di Renzo e Lucia


il Nord Italia era conteso
tra Francia e Spagna.

1628
E nel Monferrato si giocò
una fase della Guerra
dei Trent’anni

IL CAPITOLO
ITALIANO

44
P
ochi conflitti hanno segnato la storia
d’Europa come la Guerra dei Trent’an-
ni (1618-1648). E, a sorpresa, quel
dramma ebbe anche un capitolo ita-
liano. Gli storici di solito dividono la guerra in
quattro fasi: boemo-palatina, danese, svedese e
francese, in base ai regni protagonisti. Ma mol-
ti riconoscono ormai, tra quello danese e quello
svedese, anche un “periodo italiano”, che coin-
cide proprio con gli anni in cui è ambientato I
promessi sposi, ossia fra il 1628 e il 1630. La Pe-
nisola era percorsa da eserciti piemontesi, man-
tovani, veneziani e lombardi, napoletani, ponti-
fici, tedeschi, spagnoli e francesi.
Trono vacanTe. L’occasione, per le potenze
straniere, di approfittare della debolezza italia-
na per giocare la partita del Nord Italia (il Sud
era saldamente spagnolo), arrivò con la morte Francia o
del duca di Mantova e del Monferrato, Vincen- Spagna...
zo II Gonzaga, privo di eredi diretti. Il primo mi- L’arrivo a Susa
nistro francese, il cardinale Richelieu, eminen- (Piemonte) delle
za grigia di Luigi XIII, aveva un’ossessione: argi- truppe francesi nel
nare l’ascesa della Spagna. Che in Italia control- 1629, in un quadro di
lava, direttamente o indirettamente, gran parte Claude Lorrain.

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
30 ANNI La Spagna dominava l’Italia. La Francia approfittò
IN GUERRA
del pretesto della successione al Ducato di Mantova
1618 per intervenire con le truppe del cardinale Richelieu
Scoppia la Guerra dei
Trent’anni, conseguenza
dell’espansionismo degli degli Stati e staterelli italiani. Soffiarle almeno 3.000 caduti. Filippo IV di Spagna era così sod-
Asburgo in Europa. il Ducato dei Gonzaga poteva essere una strate- disfatto da commentare: “Voglio credere che per
gia sensata, per distrarre il nemico dal principa- l’innanzi questa gente non sarà così facile a ten-
1628 le teatro di guerra, quello nord-europeo. Inoltre,
nei territori dei Gonzaga c’erano le importanti
tar d’invadere li miei Stati”.
CArdinAle ArmAto. Ma Richelieu era un os-
Gli Asburgo (che
regnavano su Spagna e piazzeforti di Casale Monferrato e di Mantova. so duro. Rispose mettendosi personalmente al-
Austria) attaccano Casale e Fin qui la strategia militare. Ma se si passa al- la testa, insieme al re, di un’armata triplicata ri-
la Francia invade l’Italia per la politica, le cose si complicano parecchio. La spetto alla precedente: 35.000 fanti e 3mila ca-
arginarli. Francia, appoggiata da Venezia, sosteneva per valieri, che il 6 febbraio 1629 travolsero i 9mi-
la successione mantovana Carlo di Gonzaga-Ne- la soldati di Carlo Emanuele trincerati presso
1630 vers, cugino più francese che italiano del duca
passato a miglior vita. La Spagna gli contrappo-
Chiomonte. Il duca fu costretto a stipulare una
pace separata con la Francia, il trattato di Susa
A luglio Carlo Emanuele
di Savoia perde Mantova,
se un altro ramo Gonzaga, con il duca di Gua- dell’11 marzo seguente, con cui concedeva ai
che finisce sotto il controllo stalla, Ferrante. Ma Mantova era anche un feu- transalpini il libero passaggio attraverso i pro-
degli Asburgo d’Austria. do dell’impero asburgico d’Austria, alleato del- pri territori. Appena in tempo, per il cardinale.
la Spagna. E l’imperatore austriaco Ferdinan- Spagnoli e imperiali stavano per sferrare la più

1635 do II riteneva di avere il diritto di decidere sulla


successione. Infine, il Monferrato, possedimen-
massiccia delle offensive: contro Mantova, con
un’armata asburgica di 37.000 uomini al co-
Inizia la “fase francese” to dei Gonzaga, faceva gola al duca di Savoia mando di Rambaldo di Collalto, Aldriger e Ga-
del conflitto, non più
Carlo Emanuele I, che appoggiava gli austriaci. lasso, contro il Monferrato con un esercito na-
solamente tra cattolici e
Assedio spAgnolo. Gli eventi precipitarono nel poletano di 20.000 effettivi agli ordini del con-
protestanti, ma tra Francia
e Spagna. mese di marzo del 1628, quando scoppiò la co- dottiero Ambrogio Spinola.
siddetta “seconda guerra del Monferrato”. Gli I movimenti imperiali spaventarono perfino
spagnoli si gettarono su Casale, dando inizio a il papa, che spedì oltre 20.000 uomini a scon-
1648 un assedio che provocò la reazione dei francesi: giurare l’eventuale irruzione dei tedeschi nello
La pace di Vestfalia chiude in “soccorso” della città varcò le Alpi un eser- Stato della Chiesa. Gli storici hanno visto pro-
la Guerra dei Trent’anni e cito di 12.000 fanti e 1.500 cavalieri. Spagno- prio in questa vicenda, apparentemente margi-
ridimensiona la Spagna, li e piemontesi lo affrontarono a Sampeyre il 7 nale rispetto al teatro operativo del conflitto eu-
a favore della Francia.
agosto, infliggendogli una secca sconfitta e ben ropeo, un evento determinante della Guerra dei
SCALA (4)

46
Trent’anni: quella mossa significava infatti il di-
stacco tra il papato e gli Asburgo, rendendo pos- La Battaglia
sibile un’insolita alleanza tra il papato stesso e di Avigliana
D
le potenze protestanti. opo l’occupazione francese
Richelieu dovette intervenire personalmente, di Pinerolo, in Piemonte,
assumendo il grado di generalissimo alla testa un’altra armata transalpina
di un’armata di 22.000 uomini, mentre Manto- scese attraverso la Val di Susa.
va provava a resistere fino al suo arrivo grazie Carlo Emanuele aveva posto uno
sbarramento tra la Dora Riparia
al sostegno di Venezia. A quel punto Carlo Ema- e Avigliana, scavando un canale
nuele divenne l’ago della bilancia: non rispet- tra due laghi per allagare il ter-
tò il trattato di Susa e fortificò inoltre Aviglia- reno e impedire l’avanzata. Ma
na, sperando di essere attaccato per costringere aveva soltanto 3.000 uomini,
i francesi a rompere il trattato. Ma Richelieu lo contro i 10.000 della colonna
francese. Così, il duca decise di
giocò soffiandogli Pinerolo, che si arrese il gior- lasciar sfilare l’armata nemica
no di Pasqua, 31 marzo 1630, consentendo co- attaccandone la retroguardia.
sì ai francesi un comodo passaggio delle Alpi. Nella mischia. Così, quando i
Imperiali e asburgici erano troppo impegnati a francesi iniziarono a muoversi,
Mantova e Casale per sostenere Carlo Emanue- alle 3 del mattino del 10 luglio
1630, il figlio del duca, Vittorio
le, che affrontò da solo la reazione francese: fu Amedeo, si lanciò all’attacco
sconfitto a Bricherasio e Avigliana (v. riquadro con tre battaglioni solo quando
a destra) e finì per perdere Saluzzo e l’intera Sa- Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova passò la retroguardia. Lo scon-
e del Monferrato dal 1626 al 1627. Alla sua morte tro si estese progressivamente
voia. Non era più una minaccia per gli asburgici
si scatenò la lotta per la successione. a tutti gli schieramenti e si tra-
in Lombardia orientale: poterono così entrare a
sformò in una mischia feroce.
Mantova, che saccheggiarono nella notte tra 17 Dopo un’ora di stallo, il coman-
e 18 luglio. Una settimana dopo, una polmonite di una Mantova ridotta alla fame. Quanto al- dante francese, il maresciallo
si portava via il duca piemontese, cui succedeva la Francia, grazie al controllo della roccaforte Montmorency, guidò una
il figlio Vittorio Amedeo, erede di un ducato allo di Casale, Richelieu si era assicurato il transito carica di cavalleria, rompendo
stremo, che anelava solo a uscire dalla guerra. attraverso le Alpi, controbilanciando la poten- le file della fanteria avversaria
e, sullo slancio, quelle dei 400
SoddiSfatti. Anche francesi e spagnoli ne ave- za spagnola in Italia e arginando l’espansione a cavalieri napoletani. Per gli
vano abbastanza del fronte italiano. In fondo sud degli Asburgo. Il breve (e certo non decisi- italiani fu la fine. Pagano Doria,
avevano ottenuto quello che volevano: i tran- vo) periodo italiano del trentennale conflitto si comandante dei napoletani, fe-
salpini erano riusciti a tenere il controllo di Ca- concludeva con un risultato favorevole per Pa- rito al volto, fu fatto prigioniero.
sale, mentre gli iberici potevano essere soddi- rigi: aveva finalmente spezzato l’accerchiamen- Le truppe di Carlo Emanuele si
ritirarono in rotta, lasciandosi
sfatti della caduta di Mantova in mano austria- to asburgico, che da un decennio turbava i son- alle spalle mille caduti. I
ca, anche se il duca-fantoccio Carlo di Gonza- ni dei re di Francia. • francesi presero Pinerolo
ga-Nevers riuscì comunque a rimanere sul trono Andrea Frediani con solo 300 perdite.

Colline di sangue
La battaglia di Avigliana,
che si svolse tra
piemontesi e francesi
il 10 luglio 1630, in
un’acquaforte di un
incisore d’Oltralpe del
tempo, Jacques Callot.
A sinistra, saccheggio
spagnolo di un borgo,
durante la “seconda
guerra del Monferrato”.
La reazione francese
non tardò e un
esercito varcò le Alpi.
PRIMO PIANO

L’estate del
SACRO MACELLO
Nel luglio del 1620, in Valtellina, si scatenò la caccia ai protestanti
italiani che si erano rifugiati nella valle per non essere perseguitati. In
pochi giorni furono massacrate almeno 600 persone, bambini inclusi.
U
no tra gli epi- degli Asburgo di Spagna, non- cello di Valtellina”. In poche
sodi più cruen- ché una porta di accesso al Du- ore tutti i protestanti della città
ti della Guerra dei cato milanese. Sull’altro fronte, vennero massacrati in un deli-
Trent’anni si svol- francesi e veneziani aspirava- rio di violenza. La strage con-
se in Valtellina, nell’estate del no a sbarrare questo corrido- tinuò in tutta la valle, anche
1620. Il cattolicissimo impero io». La nobiltà cattolica, gui- con l’appoggio del clero cat-
degli Asburgo voleva a tutti i data da Giacomo Robustelli, si tolico e di popolani che, come
costi riportare alla “vera fede convinse di poter contare sul cani da caccia eccitati dal san-
romana” i protestanti. La Chie- pieno appoggio della Spagna gue, si aggiravano con falci e
sa cattolica era nel pieno del- in caso di insurrezione contro coltelli. A Teglio, alcune fami-
la Controriforma e nel nostro i Grigioni. E poi, c’era una ven- glie si rifugiarono nel campani-
Paese la mano dell’Inquisizio- detta da compiere. Nell’estate le della Chiesa riformata, ma i
ne stava stroncando sul nasce- del 1618 un “commando” pro- cattolici appiccarono il fuoco e
re ogni tipo di dissidenza. Così, testante aveva rapito il più fie- tutti, bambini compresi, mori-
i pochi luterani e calvinisti del ro rappresentante del cattolice- rono bruciati. Chi rifiutava l’a-
nostro Paese furono costretti a simo valtellinese, l’arciprete di biura veniva buttato su cataste
scegliere: fuga, abiura o rogo. Sondrio Nicolò Rusca. Portato di legna e arso vivo.
La Valtellina, terra cattolicis- di fronte a un tribunale nei Gri- L’eccidio durò alcuni giorni.
sima per tradizione, dal 1512 gioni, Rusca morì per le tortu- Il conteggio delle vittime è in-
Guerra era controllata dal cantone re subite. Quello stesso giorno certo, ma si calcola che tut-
di religione svizzero dei Grigioni, dove il una frana travolse l’abitato di ti i protestanti della valle sia-
A lato, xilografia anonima protestantesimo era invece di Piuro, vicino a Chiavenna, uno no morti quell’estate: circa 600
dell’eccidio di Tirano casa. «Nella seconda metà del dei centri del protestantesimo persone.
(Sondrio), che segnò
XVI secolo la Riforma attirò nel in Italia. Per i cattolici era un epilogo. Giacomo Robustelli
l’inizio del massacro.
territorio valtellinese rifugiati segnale divino: nessuna pietà dichiarò l’indipendenza della
Sopra, Giacomo
Robustelli, il nobile protestanti italiani, che qui po- per gli “eretici”. Valtellina, pronto a consegnar-
cattolico che guidò tevano predicare senza esse- San BartoloMeo italiana. A si alla Spagna. Ma gli svizze-
l’attacco ai protestanti. re perseguitati», spiega Fabri- Tirano, nella notte tra il 19 e il ri non stavano certo a guarda-
In basso a destra, Jurg zio Panzera, docente di Storia 20 luglio 1620, 4 colpi di archi- re: i soldati dei Grigioni, dopo
Jenatsch, pastore della Svizzera all’Università di bugio e le campane a distesa avere indossato per disprez-
protestante svizzero, uno Milano. «Ai vescovi di Como diedero il via a quello che Ce- zo i paramenti sacri rubati nel-
dei pochi sopravvissuti fu impedito di effettuare visite sare Cantù, storico cattolico, le chiese cattoliche, guidaro-
al Sacro Macello. pastorali in Valtellina. Alcune nel 1832 chiamò “Sacro Ma- no la rappresaglia. A quel pun-
chiese cattoliche vennero adi- to gli spagnoli si mossero e per
bite al culto riformato e ci fu vent’anni la Valtellina divenne
un tentativo di istituire a Son- un campo di battaglia, presto
drio un collegio evangelico». tormentato dalla carestia e dal
M ire cattoliche . Con lo flagello della peste. Come finì?
scoppio della Guerra dei Nel 1639 Spagna e Grigioni tro-
Trent’anni la tensione salì oltre varono un accordo e la Valtelli-
il livello di guardia. «Per le po- na passò sotto la Svizzera, do-
tenze belligeranti la Valtellina ve rimase fino al 1793. Ma di
rappresentava il collegamen- protestanti, tra quelle monta-
to più breve fra il Tirolo degli gne, non se ne videro più. •
Asburgo d’Austria e la Milano Roberto Roveda

La lunga caccia alle streghe


D opo il Sacro Macello, la Chiesa cattolica
ristabilì con il pugno di ferro la sua
autorità in Valtellina. I domenicani della
scatenò una caccia alle streghe tra le più
spietate che si conoscano.
Al rogo! Nel 1630, nella sola Bormio,
sua decapitazione, Anna Jon Bich dichiarò:
“Se io avessi una grossa borsa di denaro
non vorrei durare fatica a farmi liberare,
Santa Inquisizione, che aveva una sua sede furono 36 le persone a essere condannate perché si imprigiona solo la gente povera,
anche a Bormio, tenevano sotto controllo per stregoneria, quindi decapitate e non già i ricchi”. Nel 1672-1676 ci fu una
i territori e le autorità civili locali, per poter infine bruciate. Erano quasi tutti poveri, nuova ondata di processi, con 37 persone
reprimere ogni minimo segnale di un ritorno emarginati e soprattutto donne. Nel 1652, giustiziate. L’ultima condanna a morte di
calvinista e luterano. In questo clima, si nel corso del processo che condusse alla una presunta strega valtellinese è del 1715.

49
PRIMO PIANO

La vera
storia della
COLONNA
INFAME
L’epidemia di peste del 1630 dimezzò
I
l filosofo francese Michel de Montai-
gne affermava che la morte per pe-

la popolazione di Milano. Per placare ste non era una delle peggiori, per-
ché “è di solito breve, con stordi-
la rabbia popolare e trovare un capro mento, senza dolore”. Lui però se ne an-
dò all’altro mondo nel 1592, senza aver
espiatorio, si incolparono due innocenti vissuto la terribile epidemia, la cosiddet-
ta “peste manzoniana”, che tra il 1629 e
il 1631 devastò il Nord Italia fino al gran-
ducato di Toscana, colpendo con partico-
lare violenza Milano. La Morte Nera ab-
bracciava democratica ricchi e poveri, uo-
mini, donne e bambini. Uccideva in fretta
le sue vittime, dopo una febbre altissima
e violenti sintomi che lasciavano il cor-
po esanime e violaceo, segnato da pusto-
le e bubboni.
La morte non fu nemmeno l’unico male
di quella epidemia: c’erano anche la pau-
ra, il panico e la rabbia cieca, che fecero
le loro vittime. Le due più famose furono
il commissario del tribunale di sanità Gu-
glielmo Piazza e il barbiere Gian Giacomo
Mora, protagonisti della Storia della Co-
lonna infame scritta da Alessandro Man-
zoni e pubblicata in appendice all’edizio-
ne definitiva dei Promessi sposi. Ma per
capire quel che accadde loro il 1° agosto
del 1630, bisogna partire da una decina
di mesi prima.
D ai monti . Era l’autunno del 1629
quando la peste comparve in Lombar-
dia, portata dai lanzichenecchi. I merce-
nari tedeschi al soldo dell’imperatore Fer-
dinando II d’Asburgo erano calati nella
Penisola dalla Valtellina, già colpita dal
flagello, diretti a Mantova in appoggio
agli spagnoli che per questioni dinastiche
contendevano la città alla Francia.Le pul-
ci dei ratti, portatrici del batterio Yersinia
pestis, entrarono a Milano con un solda-
to italiano arruolato nell’esercito tedesco,
in visita ai parenti nel quartiere di Porta
Orientale (oggi Porta Venezia). Così rac-
conta il presbitero Giuseppe Ripamon-
ti, cronista seicentesco. Nel ducato, pe-
rò, furono in pochi a preoccuparsi. Dopo
l’ultima epidemia, nel 1576, la gente si ri-
fiutava persino di sentir nominare la pe-
ste. E i pochi medici che si azzardarono a
“Pietà l’è morta” mettere in guardia le autorità furono pre-
si a sassate dal popolo, che li accusava di
Una scena della peste che
portar sfortuna e di diffondere false voci
colpì Milano nel 1630 in
un dipinto del XIX secolo, per dare lavoro alla Sanità. Solo quando
ispirato ai Promessi sposi. Vi due famiglie nobili furono spazzate via
si notano i monatti sui carri, dai morsi delle pulci, il bacillo fece il suo
che trasportavano i cadaveri ingresso trionfale anche nella testa dei
alle fosse comuni. milanesi: era il mese di marzo del 1630.
ALINARI

51
Preghiamo
San Carlo Borromeo tra
i moribondi durante
la precedente peste di
Milano, nel 1576.

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE
A maggio ci fu il picco: 40 casi al giorno. E sui muri
del Duomo e della città comparvero macchie di unto.
Fu questo a scatenare la psicosi degli untori
«Manzoni sottolinea come gli interven­ dall’esterno: si trattava delle case

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
ti del governo furono quasi del tutto as­ in cui aveva dimorato un appestato
senti, ma in quegli anni c’erano anche la e dove a volte rimanevano in qua­
guerra e la carestia, fattori importanti che rantena i suoi familiari, in attesa del­
spiegano come mai le autorità fossero la­ la morte o di qualcuno che riempisse
titanti. Si può ipotizzare che le istituzio­ di cibo un paniere calato dalla finestra.
ni in quel frangente tentassero di mante­ Punizione divina. A maggio venne il
nere un atteggiamento non troppo duro, peggio, con almeno 40 nuovi casi al
per non pressare ulteriormente il popolo», giorno. “Qui non c’entrano gli influs­
spiega Matteo Palumbo, docente di Lette­ si astrali e nemmeno l’aria contaminata
ratura italiana all’Università di Napoli. Le dall’odore della sporcizia e della putrefa­
ricerche storiche, inoltre, hanno rivelato zione: la peste la portano gli untori, che
che, nonostante il ritardo e la lentezza bu­ spargono il morbo con impiastri e olii”,
rocratica, qualcosa venne fatto. mormorava la gente. E di bocca in boc­ Dottore
Il problema era che, dato che si ignorava ca, complici le macchie d’unto comparse Tra gli appestati i
del tutto la causa della malattia, i provve­ nel Duomo e sui muri della città, la teo­ medici giravano
dimenti furono inutili. I contagi aumenta­ ria convinse un po’ tutti, compresi molti con mantello
rono in modo esponenziale: i malati furo­ dottori del tempo, l’arcivescovo Federico cerato, bastone
no ammucchiati nel lazzaretto di San Gre­ Borromeo e il governatore spagnolo di Mi­ per non toccare
gorio (v. riquadro a destra), i cadaveri po­ lano, che incolpava le potenze nemiche. i malati, occhiali
e maschera. Nel
sti sui carri e sepolti in fosse comuni, sotto Mentre Manzoni la bollava invece come
“becco”, erbe
strati di calce. Lungo le strade semideser­ frutto del delirio collettivo e dell’immagi­
aromatiche.
te, molte porte e finestre furono serrate nazione popolare.
52
COME
FUNZIONAVA
IL LAZZARETTO
1 G li appestati, veri o
presunti, durante l’epi-
demia del 1630 venivano
tutti chiusi nel lazzaretto,
una specie di ghetto sani-
tario costruito, più che per
curare i malati, per tenerli
separati dalle persone sane.
A Milano, il maggiore era
quello di San Gregorio, ge-
stito dai padri cappuccini:
completato nel 1509, era un
grande recinto rettangolare
2 3 circondato da un fossato
pieno d’acqua, compreso tra
le attuali via Lazzaretto, via
san Gregorio, corso Buenos
4 Aires e viale Vittorio Veneto.
Ecco com’era fatto.

1 All’interno, su tre lati


correva un porticato a
colonne, su cui si aprivano
280 piccole stanze.
5
2 Dalle stanzette del
porticato gli ammalati
potevano assistere alle
messe celebrate nella chiesa
ottagonale di san Carlo
6 Borromeo, posta al centro
del lazzaretto (ancora
esistente).

3 Sovrintendenti salariati
si occupavano di annota-
re giornalmente le necessità
del lazzaretto per far rap-
porto all’ufficio di Sanità,
LEEMAGE

spurgare le fogne, ripulire le


celle dei malati, far bruciare
abiti e oggetti dei morti e
Giustizia portar via i cadaveri, scri-
Fra’ Cristoforo vendo i nomi su un registro.
porta Renzo
a vedere Don 4 Quando i ricoverati rag-
giunsero lo spropositato
numero di 16mila il sistema
Rodrigo tra i
collassò: “dormivano am-
moribondi, al montati a venti, a trenta per
lazzaretto. ognuna di quelle cellette, o
accovacciati sotto i portici,
su un po’ di paglia putrida e
fetente, o sulla nuda terra”,
scrive Manzoni nei Promessi
sposi.

5 Per far posto ai malati, le


autorità sanitarie edifica-
rono nello spiazzo capanne
di legno e paglia, dividendo
il lazzaretto in quartieri.

6 I dottori, che si rifiutava-


no di entrare per paura
del contagio, visitavano i
FOTOTECA GILARDI

malati stando al di qua del


fossato che circondava il
lazzaretto.
Morte
agli untori
L’esecuzione
pubblica di Gian
Giacomo Mora,
Guglielmo Piazza
e altri complici,
durante la peste
“manzoniana”.
A sinistra, la
presunta ricetta
di polvere e
unguento usata
dagli “untori”
per proteggersi,
negli atti del
FOTOTECA GILARDI (2)

processo.

Oltre al lazzaretto di San Gregorio c’era l’ospedale Napoli 1656


La piazza del
spagnolo. Ma qui erano ricoverati soltanto i soldati Mercato di Napoli
durante la peste
della guarnigione, oppure i notabili milanesi del 1656. Qui il
bacillo giunse
Psicosi. In effetti, spiegano oggi alcu- otto del mattino. Era un individuo sospet- forse da alcune
ni studiosi, gli untori esistevano davve- to, mantello nero e cappello calato sul vi- navi provenienti
ro. Che fossero in grado di diffondere la so, che camminava rasente alle abitazioni dalla Sardegna.
peste con impiastri rimane improbabile, lungo via della Vetra dei Cittadini, con un
ma, batteriologica o psicologica che fosse, foglio di carta in mano. E ogni tanto stro-
quella guerra ebbe i suoi effetti. «A pre- finava le mani sui muri. Si trattava proprio
scindere dalla loro reale esistenza, gli un- del nostro Guglielmo Piazza.
tori erano sentiti come presenza», dice Pa- Vittime innocenti. Alto e magro, con
lumbo. «Il popolo, superstizioso e prova- una lunga barba rossa e capelli castani
to dall’epidemia, cercava dei responsabili, scuri, il pover’uomo venne arrestato: cam-
perché trovare un capro espiatorio, incol- minava a ridosso delle case per ripararsi
pare qualcuno di specifico, illudeva la gen- dalla pioggia mentre lavorava, annotando
te che il problema fosse facilmente risolvi- sul foglio di servizio le case abbandonate
bile eliminando la causa». e i decessi nel quartiere. Ogni tanto si pu-
La paura, come succede anche o liva le dita sporche di inchiostro sul mu-
ggi, si mutò in aggressività. E quando si ro. Questa fu la sua versione, finché due
aprì la caccia agli untori molti innocen- sessioni di terribili torture e la promessa
ti ci andarono di mezzo. Nella chiesa di dell’impunità in cambio del nome di un
sant’Antonio i fedeli linciarono un vec- complice gliela fecero modificare: era stato
chietto che prima di sedersi aveva spolve- Gian Giacomo Mora, barbiere e preparato-
rato la panca col mantello. Tre giovani pel- re di unguenti, a dargli il veleno con cui
legrini francesi, che avevano allungato le imbrattare il quartiere in cambio di soldi.
mani per accarezzare il marmo del Duo- Strappato senza troppe spiegazioni alla
mo, furono picchiati e portati di peso in moglie, ai figli e alla sua bottega, Mora su-
cella, prima di essere scagionati. bì lo stesso trattamento del suo delatore.
La psicosi toccò l’apice in un piovoso 21 E, dopo più di un mese di torture, per por-
giugno, quando gli abitanti del quartiere re fine alle sofferenze si proclamò colpe-
di Porta Ticinese scoprirono una sostan- vole, aggiungendo i nomi di altri complici:
MONDADORI PORTFOLIO/THE ART ARCHIVE

za gialla e appiccicosa sulle mura e le por- banchieri, comuni artigiani e persino don
te delle loro case. Il responsabile non l’a- Giovanni Gaetano de Padilla, figlio della
vrebbe fatta franca: la vedova Caterina Ro- terza carica del ducato e l’unico a evita-
sa lo aveva visto dalla finestra, intorno alle re la condanna.
54
Altri tempi. Tra gli storici c’è chi dice la vista del popolo per sei ore prima di es- La peste in Europa
che i giudici non fecero altro che seguire i sere sgozzati e bruciati. Mentre le loro ce-
criteri legali e morali del tempo, ma anche neri venivano gettate nel canale della Ve- 500
chi li ritiene affetti dalla stessa cieca super- tra, la casa-bottega del Mora fu demolita
stizione dei milanesi e chi, come Manzo- per far posto a una colonna di granito “da 450
ni, sostiene che, nell’impossibilità di por- chiamare infame”, che ricordasse le colpe
400
re un argine alla peste, scelsero un verdet- dei condannati e le terribili pene che spet-
to che placasse la rabbia popolare. Quel tavano agli untori. 350
che è certo è che il 1° agosto Piazza e Mo- La memoria dei due innocenti venne
ra furono caricati su un carro legati schie- riabilitata soltanto nel 1778, quando la 300
na contro schiena e tra due ali di folla in- colonna, diventata ormai testimonianza
250
ferocita, in una specie di via crucis per le d’infamia non per i condannati ma per i
strade di Milano, vennero torturati con loro giudici, venne abbattuta. Quanto alla 200
ferri roventi e mutilati della mano destra. peste, proseguì ancora, dilagando nel resto
Giunti nell’attuale piazza della Vetra, d’Italia. L’epidemia si esaurì soltanto nei 150
storico luogo dei roghi degli eretici, furo- primi mesi del 1631: Milano aveva perso
100
no legati alla ruota per la tortura e colpiti circa 60mila persone, quasi metà dell’inte-
a lungo con un bastone fino a spezzar loro ra popolazione. E la propria umanità. • 50
le ossa. Agonizzanti, rimasero esposti al- Maria Leonarda Leone
33% 50% 24% 45% 40% 14%
0

NAPOLI
1656
MIGLIAIA
VENEZIA
1630

1630
BOLOGNA
1631
MILANO

BARCELLONA
1653

LONDRA
1665
POPOLAZIONE MORTI
TOTALE DI PESTE
Chi c’è dietro
DON RODRIGO?
Una serie di coincidenze induce gli storici a pensare si tratti di Paolo
Orgiano, vissuto nel Seicento. Secondo gli atti del processo che subì,
pronunciò la fatidica frase “Questo matrimonio non s’ha da fare”.

I
ntemperante e mediocre, gli aizzasse, a digrignar le gen- kespeare, che nel suo Otello to Paolo Orgiano, accusato di
un “signorotto” che abi- give”. Eppure la sua meschina parla di un gentiluomo vene- violenza su una giovane don-
tava in un “palazzotto”: figura è stata il motore dei Pro- ziano simile a quello manzo- na. Vissuto nel Seicento pro-
Alessandro Manzoni non messi sposi. niano, dal nome inequivocabi- prio a Orgiano (Vicenza), eb-
stimava Don Rodrigo. Anco- Quale “musa” ispirò Manzo- le: Roderigo. be una vita simile a quella di
ra minor simpatia gli ispirava ni nel mettere su carta la figu- Agli Atti. Qualche anno fa Don Rodrigo. «La coincidenza
l’entourage che ruotava intor- ra di Don Rodrigo? Ancora oggi uno studioso dell’Università di dei fatti è tale da rendere plau-
no al suo podere: “La gente che non lo sappiamo. In compen- Venezia, Claudio Povolo, ha sibile l’ipotesi che lo scrittore,
vi s’incontrava erano omacci so conosciamo tutte le ipotesi proposto un’altra ipotesi. Al- nella fase di gestazione del ro-
tarchiati e arcigni [...]; vecchi avanzate dagli studiosi. Qual- cuni atti processuali (pubblica- manzo, avesse preso visione
che perdute le zanne, parevan cuno ha azzardato che si fos- ti dall’editore Viella nel 2013) del fascicolo processuale istru-
sempre pronti, chi nulla nulla se ispirato addirittura a Sha- raccontano la storia di un cer- ito dalla suprema magistratura
veneziana. L’intelaiatura nar- ni, Fiore si sposò. Nemmeno
rativa del capolavoro manzo- il tempo di dire “sì, lo voglio”
niano [...] corrisponde, in buo- e ricevette una visita dei bra-
na misura, alla vicenda proces- vi pronti a condurla nel palaz-
suale che si svolse nel villaggio zo del signorotto che la violen-
vicentino», sostengono Gaeta- tò. A proteggerla solo un frate.
no Cozzi e Gino Benzoni, due Non fra Cristoforo, ma fra Lu-
storici che hanno analizzato gli dovico Oddi, che la convinse
atti del processo. a ribellarsi, subendo la reazio-
Somiglianze. Effettivamente ne dello zio del nobile, il con-
i punti di contatto tra le due te dei Fracanzan, che, ricorren-

FOTOTECA GILARDI
storie non mancano. Il nobi- do alla curia vescovile vicenti-
le viveva come Don Rodri- na, ottenne un processo contro
go circondato da una piccola il frate. Ecco fino a qui le so-
corte di aristocratici e di “bra- miglianze tra la storia di Paolo
vi”. Gente poco raccomanda- Orgiano e quella di Don Rodri- aspetto non irrilevante è che il bone, dice il Manzoni, chiamò
bile dedita a soprusi e anghe- go. Confermate anche da una trasferimento degli archivi av- un suo bravo chiedendo di ri-
rie: alcune passate sotto silen- frase messa agli atti: la cele- venne tra il 1818 e il 1821, an- volgersi a un medico, amico lo-
zio, altre denunciate. Come bre espressione “questo matri- ni in cui si colloca il concepi- ro, nella speranza che lo curas-
nel caso di quella riservata a monio non s’ha da fare!”, due- mento del Fermo e Lucia (pri- se all’insaputa di tutti. Le cose
una giovane donna, tal Fiore: cento anni prima che Manzoni ma versione dei Promessi spo- non andranno così: il bravo lo
una contadina che viveva con la mettesse in bocca a Don Ab- si, ndr). Un periodo in cui la tradì e lo fece portare nel Laz-
la madre vedova, proprio co- bondio, l’avrebbe pronuncia- documentazione, non anco- zaretto di Milano dove trascor-
me Lucia Mondella con la ma- ta proprio il signore vicentino. ra interamente catalogata, era se i suoi ultimi giorni tra feb-
dre Agnese. Nonostante le mi- CoinCiDenze. Ma che proba- sottoposta a controlli meno ri- bri, sudori e dolori. Fra Cristo-
nacce dell’Orgiano che le ave- bilità ci sono che Manzoni ab- gidi dal direttore dell’archivio». foro lo notò e lo indicò a Ren-
va manifestato le sue attenzio- bia letto le carte del processo, Divergenze. A far crollare zo: “Stava l’infelice, immoto;
preso ispirazione e addirittu- l’intera costruzione è la con- spalancati gli occhi, ma senza
Il cattivo ra copiato questa espressione? clusione del processo. Dell’e- sguardo; pallido il viso e spar-
Due illustrazioni Come confermano gli studio- pico finale manzoniano nel te- so di macchie nere; nere ed en-
realizzate per due si, non ci sono prove certe. Le sto giudiziario non c’è trac- fiate le labbra: l’avreste detto
diverse edizioni dei coincidenze però sono davve- cia. L’imputato vicentino vie- il viso d’un cadavere, se una
Promessi sposi: Don ro curiose. Non si può esclu- ne condannato al carcere a vita contrazione violenta non aves-
Rodrigo rapisce Lucia dere la possibilità che Manzoni con la sentenza del 1607 del se reso testimonio d’una vita
nel giorno delle sue abbia preso visione di questa Consiglio dei Dieci della Sere- tenace”.
nozze (a sinistra), i storia scartabellando la vasta nissima Repubblica di Vene- Nell’epilogo c’è il senso
bravi saccheggiano