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abstract
In this paper, I discuss the peculiarity of the Italian philosophy of the “impure reason” by
highlighting the connection between the ideas of a “classic” Italian philosopher and the works
of a contemporary Italian philosopher: Giambattista Vico and Luciano Floridi. With this aim, I
present a defence of “constructionism” from an epistemological and conceptual point of view
(§ 2), and then I claim that, in an anthropological and philosophical perspective, to inherit means
constructing or reconstructing, that is, hacking (§ 3).
_ Contributo ricevuto su invito il 10/07/2019. Sottoposto a peer review, accettato il 02/09/2019.
A
l di là delle sue svariate de- della ragione impura»5, in ragione del
clinazioni, uno degli assi fatto che in essa la praxis viene consi-
più rilevanti di ciò che è derata come una forma di conoscen-
stato ribattezzato Italian Thought o Ita- za peculiare, prima ancora che come
lian Theory2 è l’attenzione alla machiavel- un semplice agire (contrapposto a o
liana «verità effettuale della cosa»: in altri quantomeno separato dal conoscere).
termini, la filosofia italiana si contraddi- In questa filosofia del concreto, inteso
stinguerebbe per un’attitudine spiccata- come quel cum-crescere in cui consiste
mente rivolta alla vita, alla produttività, il gioco delle cose effettivamente o effet-
alla potenza, alla concretezza – insomma, tualmente reali, episteme e praxis, teoria
al farsi reale delle cose. Da questo pun- ed esperienza, non sono separate, sen-
doi: 10.4399/97888255278034
to di vista, si potrebbe persino dire che za che questo equivalga – come discu-
novembre 2019, pp. 89-106
il «canone minore» filosofico concentrato terò – a far venire meno criteri di verità:
sulla tematizzazione della processualità in piuttosto, questi vengono trasformati,
senso creativo troverebbe – in modo più cioè concepiti diversamente. Per la filo-
o meno diretto – un significativo spazio sofia della ragione impura, da ultimo, le
espressivo proprio nel pensiero italiano3. cose sono qualcosa che chiama in causa:
89
90 _ Italian Hacking ed eredità
le faremmo»10, egli sta apertamente pren- ingegnosità, cioè come – diremmo oggi
dendo posizione contro il cogito di Car- – “specie creativa”. Questo significa che
tesio – suo riferimento polemico pres- l’uomo non viene connotato innanzitut-
soché costante11. Questo significa non to come un essere razionale capace di
semplicemente criticare una connotazio- cogliere le cose per come sono nel mon-
ne astratta della soggettività o la pretesa do “là fuori”, ma si presenta come esse-
di una conoscenza razionale-deduttiva, re capace di fare qualcosa delle cose che
bensì – più radicalmente – smarcarsi da incontra, capace innanzitutto di fare “se
un modello di conoscenza per il quale si stesso” interagendo con le cose “là fuo-
giunge a un certo punto a stabilire un ri- ri”. Non a caso, altro aspetto da sottoli-
ferimento “fondamentale”, un che di già neare, per Vico la fantasia gioca un ruolo
dato, “chiaro e distinto” (soggettivo od cardine nella vita umana: l’immaginazio-
oggettivo che sia), rispetto al quale non ne è poetica, ossia poietica, produttiva e
occorre altro che “adeguarsi”. generativa, prima ancora che meramente
La seconda ragione è poi che Vico – rappresentativa (magari in maniera deli-
difensore della «filologia» oltre che del- rante e imperfetta), e la dimensione poe-
la «filosofia» – esprime una concezione tica possiede una propria «logica», tanto
dinamica della vita associata: per lui, da poter dire che è più vero affermare
le vicende umane sono protagoniste di homo non intelligendo fit omnia anziché
una genuina storia, fatta di mutamenti homo intelligendo fit omnia13.
e oscillazioni. Dare risalto alla storicità È proprio unendo questi tre aspetti,
permette di riconoscere almeno due ele- che in Vico sono appunto tutti ben pre-
menti rilevanti, connotabili come trasfor- senti, che si riesce a cogliere appieno la
mabilità e relazionalità: da una parte si portata del pensiero del filosofo italiano
tiene presente che le cose cambiano (non e il suo contributo “pioneristico” alla
solo nel campo delle imprese umane, in possibile elaborazione di una critica del-
fondo); dall’altra parte si considera che la ragione costruzionista. In particolare,
si diventa umani tra gli uomini, vale a è importante sottolineare la grande capa-
dire socialmente. In tal modo, al centro cità di Vico di cogliere le buone ragioni
della scena troviamo il gioco mobile del- di una concezione della verità diversa da
le interazioni. quella “corrispondentista”, canonica-
La terza ragione, infine, è che quan- mente riassunta dal movimento di ada-
do Vico evidenzia che «ingenium è lo equatio rei et intellectus. Questo vale so-
stesso che natura» in quanto «l’ingegno prattutto se consideriamo che quest’ul-
è la natura propria dell’uomo», tanto timo modello è centrale nel cammino
che «l’uomo è il Dio delle cose artificia- della filosofia, se è vero che lo si troverà
li»12, sta definendo l’uomo in termini di in opera, pur con le dovute distinzioni,
92 _ Italian Hacking ed eredità
per esempio anche nella teoria della veri- è stato fatto, provare mediante le cause
tà come corrispondenza di A. Tarski. è lo stesso che fare; e così la causa e la
Per restare sempre al panorama fi- faccenda saranno la stessa cosa, cioè l’o-
losofico italiano, muovendosi nel solco perazione; e la stessa cosa saranno il vero
dell’ontologizzazione dell’ermeneutica e il fatto, cioè l’effetto»18. Essere vero si-
già intrapresa da Heidegger14 e appro- gnifica prima di tutto essere sorto, cioè
fondendo tramite Gadamer il problema essere venuto realmente a essere: essere
canonico dell’irriducibilità delle scienze veri significa essere nati, potremmo dire.
dello spirito alle scienze della natura, si Evidentemente, tutto questo sembra
è cercato di ridefinire la verità in termini avere poco a che fare con la “verità”;
di esperienza trasformativa, vale a dire ma questo accade fintantoché essa viene
di trasformazione effettiva15. Questo è concepita in termini mimetico-rappre-
avvenuto anche in polemica con un cer- sentativi, ricalcando il modello del lin-
to modo di concepire il (nuovo) realismo guaggio che “rispecchia” le cose a cui si
come aderenza, adesione e adeguazione riferisce. Sotto questo riguardo, il gesto
alle cose, ossia come corrispondenza alla vichiano è davvero radicale, nel suo pro-
datità di fatto e attestazione del carattere fondo – diremmo oggi – pragmatismo19:
di «inemendabilità» della realtà16. non si tratta di limitarsi a evidenziare che
Si è così insistito sulla distinzione tra conosciamo soltanto ciò che facciamo,
Realität e Wirklichkeit17, cioè sulla diffe- come se potessimo rappresentarci sol-
renza tra la realtà del dato attuale e la re- tanto le cose che facciamo e a cose fatte,
altà della capacità di effettuazione: la ve- perché in questo modo il nesso tra co-
rità non starebbe soltanto dal lato della noscenza, verità e rappresentazione non
prima, perché anche la seconda possiede verrebbe minimamente scalfito. Il punto
un proprio modo di verità, cioè una pro- è invece pensare il conoscere come in-
pria maniera di “essere” vera, totalmente trinsecamente legato al fare: sostenere la
irriducibile all’altra. causa di una ragione costruzionista im-
Senza certo usare questi termini, lo plica l’impegno di smettere di pensare il
sforzo che già Vico invitava a fare è co- conoscere in termini rappresentativi, per
minciare a concepire la verità in termini giungere a fare coincidere il “vero” e il
di operatività e non di corrispondenza in “conoscere” con un movimento di effet-
senso rappresentativo. Infatti, egli sotto- tuale/effettivo design.
linea che «caussa e negocium od opera- In breve, è l’idea per cui esse sequitur
zione sono la stessa cosa» e l’effectum è operari; ma “segue” non equivale ad “ar-
«ciò che nasce dalla causa», cosa piena- rivare dopo”, bensì a “procedere passo
mente coerente con il principio del ve- passo con”, cioè a qualcosa di simile al
rum ipsum factum: «se è vero che ciò che movimento con cui si “asseconda” (cfr.
Giacomo Pezzano _ 93
infra, § 3.1): l’essere asseconda l’operare; è una faccenda innanzitutto di attiva in-
l’essere è fatto, ma non per questo non è terazione, non di passiva ricezione o di
vero, anzi, proprio perciò è effettivamente arbitraria invenzione.
vero. Secondo Floridi, la filosofia (a partire
È qui che il “classico” Vico incontra il da Platone) e il senso comune si muo-
“contemporaneo” Floridi. vono prevalentemente nei confini della
prospettiva della user’s knowledge, per
la quale la conoscenza viene concepi-
2.2. Verità e interazione. In un progetto ta sul modello dell’uso, cioè dell’utiliz-
complessivo dibattuto da anni a livello zo di qualcosa che in quanto tale è già
internazionale, Floridi si sta dedicando dato – lasciando aperto il problema della
alla costruzione di una filosofia dell’in- sua costituzione, cioè della natura effet-
formazione che sappia fornire una trat- tiva di tale “datità”. In altri termini, se
tazione fondativa dei concetti e dei feno- conoscere può significare adeguarsi alla
meni soggiacenti alla rivoluzione dell’in- cosa, è perché esso viene inteso a partire
formazione, che starebbe cambiando il dall’esperienza fondamentale dell’“ac-
mondo in maniera profonda e irreversi- coglimento” di qualcosa che è “già lì”
bile, rendendo la creazione, la gestione soltanto in quanto prodotto da qualcun
e l’utilizzo dell’informazione questioni altro.
vitali. A tal fine, oltre ad alcuni lavori Questo modello lascia appunto in se-
introduttivi di taglio maggiormente di- condo piano il fatto fondamentale che le
vulgativo20, il pensatore italiano ha dato cose “emergono”, ossia che non c’è user
vita a un’opera generale che prevede senza maker: la prospettiva della maker’s
una filosofia dell’informazione21, un’etica knowledge, invece, considera che cono-
dell’informazione22, una politica dell’in- scere significa essere in grado di intera-
formazione (ancora in preparazione) e gire con il “dato”, cioè di ricavare atti-
una logica dell’informazione23. vamente informazione attraverso esso,
Senza poter ora discutere l’insieme di di produrla a tutti gli effetti. Una delle
questa impresa, mi concentro su alcune convinzioni principali di Floridi è che
pagine dell’ultimo di questi volumi, nel- oggi non sia più possibile ignorare que-
le quali per supportare la tesi che la filo- sto carattere interattivo del lavoro della
sofia è una forma di design concettuale, conoscenza, proprio per via della rivolu-
cioè di costruzione effettiva di concetti, zione dell’informazione e della correlata
l’autore – questione che qui mi interes- esplosione di discipline in cui il design
sa maggiormente esplicitare – difende le in senso ampio, come l’utilizzo della tec-
ragioni del costruzionismo, ossia della nologia, sono parte integrante del lavoro
prospettiva per la quale la conoscenza della conoscenza.
94 _ Italian Hacking ed eredità
Detta altrimenti, non si può più non credibile. Bisogna dunque proprio met-
accorgersi che conoscere consiste non tere in discussione una simile dicotomia,
nel «ricevere un messaggio dal mondo», per sottolineare che la conoscenza «né
bensì nel «negoziare» (proprio come vo- descrive né prescrive» il modo in cui è
leva Vico) «il giusto tipo di comunica- fatto il mondo: piuttosto, conoscere si-
zione con esso»24, in maniera ogni volta gnifica «inscrivere» qualcosa nel mondo
“prudente” in senso pieno, cioè attenti a attraverso l’interazione con le sue affor-
“saggiare” e “sperimentare”25. dances27.
Proprio l’insistenza su questo caratte- Questa iscrizione è genuinamente rela-
re “negoziale” della conoscenza fa sì che zionale senza con ciò essere “relativista”,
Floridi sia molto attento a non propor- cioè scettica o lassista: il costruzionismo
re un mero slittamento da un realismo è in quanto tale «realisticamente orienta-
ingenuo a un “irrealismo” altrettanto to», fintantoché si coglie che la sua real-
ingenuo: il costruzionismo che egli pro- tà è quella del “fatto” in senso letterale,
pone si distingue altrettanto nettamente cioè legata a criteri che emergono lungo
da ogni forma di «costruttivismo», tipi- lo stesso processo interattivo, ogni volta
co già dell’idealismo del Romanticismo, situato in un qualche “spazio di proble-
prima ancora che dell’atteggiamento mi”. Un simile campo è impossibile da
postmoderno. Infatti, il costruttivismo definire a priori, in maniera indipendente
accetta i presupposti stessi del realismo, dall’esperienza, ma può essere colto solo
ossia che l’alternativa secca, tertium mettendosi nella prospettiva delle cose
non datur, sia tra negare qualsiasi tipo che “si stanno facendo”, nemmeno dun-
di carattere «poietico» all’attività della que in quella a posteriori delle cose “già
conoscenza in favore della sua natura fatte”, che vanno poi soltanto ricevute e
meramente «mimetica» oppure negare accolte. Non si è fruitori o spettatori, ma
qualsiasi tipo di esistenza di un «mondo attori o meglio inter-attori, in una cornice
esterno». Lo scenario si riduce così a una in cui ci orienta piuttosto «ab anteriori»:
scelta tra «scoperta» (trovo quel che già sulla base di congetture di volta in volta
c’è) e «invenzione» (pongo in essere dal avanzate come in un continuo tentativo,
nulla)26. nel quale si sperimentano e saggiano le
Sotto questo riguardo, il costruttivi- cose per poi aprirsi alle loro retro-azioni,
smo finisce per essere qualcosa come il e via discorrendo28.
«miglior nemico» che il modello user-o- Le cose accadono «non prima e nem-
riented possa sperare di avere, perché la meno dopo ma attraverso l’esperienza»29.
presenza del primo non farà altro che Ancora più precisamente, allora, bisogna
rinforzare la posizione di quest’ultimo, tenere separata la prospettiva del pro-
rivelandosi incapace di porre una sfida duttore da un lato da quella del fruitore e
Giacomo Pezzano _ 95
viste e veggonsi ogni dì, fuora di ogni tanto disparate e contrastanti che gli es-
umana coniettura»39: in tali circostanze, seri umani hanno avuto e hanno nei con-
ciò che giunge dal passato non è suffi- fronti delle faccende legate all’eredità
ciente per “tenere il passo” con ciò che – dunque connesse al problema aperto
sta accadendo, così da interrompere ogni di cosa significhi rapportarsi al passato.
(supposta) adeguazione. Questo è vero dal versante economico,
Tuttavia, anche nelle fasi più statiche come da quelli sociale, culturale e – in
possibili, resta sempre vero che – per modo ormai sempre più pressante – eti-
quanto in maniera sotterranea e imper- co-politico41.
cettibile – un’adeguazione piena e com- Nel momento in cui, come accade
pleta non esiste, proprio perché non è oggi nell’epoca del data storage, siamo
adeguandosi nel senso mimetico-rappre- chiamati in maniera diretta a decidere
sentativo che le vicende storiche fanno il non più soltanto che cosa vale la pena
proprio corso e l’eredità agisce. Questo conservare, ma anche che cosa bisogna
punto può ricevere svariate formulazio- cancellare, esplicitare la natura dello
ni, che certamente evidenziano ciascuna hacking culturale è un compito da pren-
una diversa sfumatura importante: ade- dere sul serio. Senza dubbio, parlare di
guarsi significa rilanciare; corrispondere hacking può suscitare perplessità e sem-
significa dissomigliare; ripetere significa brare una semplice provocazione, ma a
differenziare; imitare significa riattivare; mio giudizio tale espressione consente di
rappresentare significa ri-presentificare; evidenziare e tenere insieme due compo-
rispecchiare significa raddoppiare; ri- nenti fondamentali42.
produrre significa produrre; ecc. Mi riferisco al fatto che – da una parte
Ciò che però in questa sede mi inte- – hackerare significa “violare”, cioè dar
ressa rimarcare è l’elemento di fondo per vita a un ingresso imprevisto in un siste-
il quale – mi sia concessa la formulazione ma, finendo per perturbare la sua stabili-
icastica – per comprendere l’eredità biso- tà e per interpolare i suoi dati: è in gioco
gna rivolgersi non a Cartesio ma a Vico: una manomissione in senso letterale, cioè
è nell’eredità che vediamo con chiarezza un “mettere mano”, un maneggiare, un
che verum ipsum factum. L’eredità è una farci qualcosa. Dall’altra parte, però, per
faccenda di hacking. poter “farci qualcosa” occorre una peri-
Se parlavo sopra di oscillazioni e am- zia persino esasperata, ed è esattamente
biguità, è perché questa fondamentale in tal senso che hackerare richiede innan-
tensione tra “ricezione” e “scarto”, che zitutto una conoscenza quanto più con-
ritroviamo più quotidianamente all’ope- sistente possibile del sistema che si in-
ra in ogni contesto in senso ampio tradut- tende manomettere. In altre parole, non
tivo40, è la causa profonda delle reazioni si può hackerare un sistema dal di fuori,
Giacomo Pezzano _ 99
3.2. Il pozzo dell’eredità. Nella tensione Come che sia, in questa prospettiva,
fondamentale espressa da questo “asse- l’eredità è una faccenda di design nel
condamento” troviamo insomma il cuo- senso già precedentemente chiamato in
re dell’ereditarietà, vale a dire – in termi- causa: non si dà un progetto fondativo ex
ni semplici: non si può alterare il passato nihilo, ma si è sempre presi da riproget-
che ereditandolo; non si può ereditare il tazione e rimediazione, attenti alla cura
passato che alterandolo. dei dettagli (nei quali si annida il diavo-
È esattamente qui che possiamo far lo della “separazione”), in un processo
valere le ragioni di un’ottica maker-o- che chiama in questione gli usi di qual-
riented: l’atteggiamento di chi eredita cosa di “dato” alla maniera di materia in
non coincide né con quello del riceven- questione, di materia che concerne, che
te di un messaggio già dato (quasi come interessa46. Per il design, il “dato” è un
un osservatore distaccato), né con quello problema, un compito: si profila – è stato
del consumatore di un prodotto già dato rimarcato – un atteggiamento che non dà
(quasi come un predatore disinvolto). O, più per assodato che le cose si affermino
forse meglio, se questi due ultimi atteg- «in forza di una tradizione», per manife-
giamenti possono connotare “l’erede” stare piuttosto una volontà «di una nuo-
quali estremi di un campo di possibili va versione di tutte le cose», mossa dallo
posture, è solo perché l’eredità è innan- spirito «di un domandare radicale»47.
zitutto altro, ossia qualcosa che si fa, il Ereditare è insomma un processo
termine di un’interazione: qualcosa che intimamente costruzionista, anzi rico-
ci interessa, in cui e da cui siamo coin- struzionista: non si può in nessun caso
volti44. procedere ex nihilo e “da zero”, nemme-
Forse meglio ancora, per evitare la no quando i riferimenti del passato sem-
contrapposizione tra “usare” (passivo) brano totalmente incapaci di fornire un
e “fare” (attivo) e mettere realmente al punto di appoggio nel presente, perché
centro l’interattività, potremmo ricorre- anche in quel momento si devono pur
re all’espressione italiana fare uso, che sempre fare i conti con quella specifica
appunto unisce il fare e l’usare in un incapacità; non si può in nessun caso
medesimo processo, nel quale l’utiliz- ridursi a imitare il passato ponendosi
zare diventa un’azione vera e propria e quali meri specchi neutri, o a disporne
il produrre diventa un atto innanzitutto ergendosi a suoi semplici destinatari fi-
ricettivo. Dell’eredità si fa uso: soggetto nali, nemmeno quando le cose del pre-
e oggetto si configurano interattivamen- sente sembrano ineluttabilmente uguali
te, non c’è già l’uno che prende possesso a quelle del passato. Si sta sempre “son-
dell’altro o viceversa come fossero dati dando”: (re)interrogare equivale a (ri)
in partenza45. mettere in questione.
Giacomo Pezzano _ 101
L’eredità non si può cancellare: questo “slegare”, quei vincoli dai quali non ci si
non solo non nega ma anzi rende possi- può liberare – altrimenti «deformo i miei
bile il fatto che l’eredità si può (si deve) rapporti attuali»49.
alterare. Riconoscere l’impossibilità di Dall’altra parte, simile critica “impu-
una semplice ricezione da un lato e di ra” non perciò impegna a sottoscrivere
una semplice dissoluzione dall’altro lato quel programma di totale disfacimento
significa – sul piano storico-filosofico – dell’eredità per il quale i «bambini» del
da una parte dare ragione alla denuncia futuro, «monelli insolenti» e «buoni a
di Nietzsche dei rischi del peso eccessivo nulla» rispetto all’apparente buon sen-
della storia sulla vita, senza però lasciar- so tramandato, «non si lasceranno più
si prendere dalla rivoluzionaria – con le abbindolare con chiacchiere e piagnistei
celebri parole hegeliane – «furia del di- e non proveranno alcuna simpatia per
leguare»48. tutte le scemenze per le quali voi vi esal-
Pertanto, una critica “impura” della tate e di cui vaneggiate da sempre»: essi
ragione (ri)costruzionista può assolvere invece «aboliranno il diritto ereditario,
a un doppio compito. cioè non vorranno ereditare le vostre stu-
Da una parte essa consente di pro- pidate che voi invece avete ereditato dai
blematizzare l’idea per cui «tutti noi ci vostri antenati», al punto che «cancelle-
accostiamo alle circostanze della nostra ranno il peccato originale», che appunto
esistenza in quanto portatori di una spe- «si trasmette per via ereditaria»50.
cifica identità sociale», fatta di apparte- Dal primo versante l’innovazione ri-
nenza a determinati ruoli, così che «quel sulta sempre sacrificata al sostegno e alla
che è bene per me dovrà essere bene per riproposizione dell’eredità intesa come
una persona che occupa questi ruoli». In tradizione, alla quale si è chiamati in ul-
base a questa convinzione, «ciò che sono tima istanza ad aderire, per appropriarsi
è in una parte fondamentale ciò che ho della propria essenza. Dal secondo ver-
ereditato», così che «che mi piaccia o no, sante la causa fondata sul nulla rischia
che ne sia consapevole o no, sono uno pericolosamente di affondarci su quel
dei portatori di una tradizione»: «io ere- nulla, in nome di una radicale esigenza
dito dal passato della mia famiglia, della di discontinuità che appunto dissolve
mia città, tribù, nazione, una determina- ogni possibile continuazione. In entram-
ta gamma di debiti, patrimoni ereditari, bi i casi agisce però la medesima logica,
aspettative e obblighi legittimi». Questi perché l’eredità è comunque considerata
finiscono per rappresentare non soltan- una “cosa” e non un “processo”, è cioè
to «l’elemento dato della mia vita, il mio concepita staticamente come essenza/
punto di partenza», ma anche e soprat- identità (da affermare o da negare) e non
tutto quel passato dal quale non ci si può dinamicamente come tendenza/operati-
102 _ Italian Hacking ed eredità
vità: essa resta pur sempre qualcosa che potrebbe allora consistere proprio nelle
“(si) è” e non qualcosa che “(si) fa”. risorse per comprendere iuxta propria
L’Italian Hacking può dunque tenere principia la storia stessa, se questa è re-
ugualmente a distanza quelli che sono almente qualcosa che si fa, senza che vi
stati connotati come fallimento dell’ere- siano programmi già scritti (in una men-
dità di destra e fallimento dell’eredità di te divina, in un corredo genetico, nelle
sinistra51. Il primo assimila l’eredità alla intenzioni umane, e così via).
mera ripetizione di ciò che è già stato, al Nel confrontarsi ogni volta con l’ere-
semplice assorbimento del dato, del già dità, gli esseri umani hanno affrontato e
avvenuto, schiacciandola sotto il peso devono affrontare il fatto che si è inevi-
del passato; il secondo assimila l’eredità tabilmente chiamati a fare i conti con la
al suo annullamento, cioè alla recisione “provenienza”, ma «profondo è il pozzo
di ogni legame con il passato, al rifiuto del passato», al punto che «non dovrem-
di tutto ciò che sarebbe stato, in favore mo dirlo insondabile?»52. Il fatto è che
di una radicale forma di partenogenesi, un pozzo è un luogo in cui si nascondo-
di auto-generazione. Entrambi gli atteg- no risorse, è un luogo da sondare, senza
giamenti, essere schiacciati dal debito e che sia già scritto l’esito di questa “risol-
rifiutare ogni debito, hanno in comune lecitazione” e in modo tale da lasciare a
il fatto di non tenere adeguatamente in propria volta qualcosa che a chi seguirà
conto che ereditare significa entrare in apparirà ugualmente insondabile – ep-
rapporto con il passato, con il “proprio” pure irrinunciabilmente da sondare.
passato. Questa relazione è una dinami- L’Italian Hacking può in ultima istan-
ca interattiva, nella quale né la clonazio- za metterci con forza di fronte a un dato
ne né la rivolta trovano propriamente fondamentale del modo umano di stare
spazio: si tratta di far proprio ciò di cui al mondo: se ciò che appartiene alla na-
si è al contempo propri, di appropriarsi tura umana è la storia, cioè – come rias-
di ciò che al contempo si appropria di sé. sunse l’abilità letteraria di Bergson – l’a-
In altre parole, connettere il vero e bitudine di prendere abitudini, allora la
il fare quando si considerano le nostre tradizione umana più antica possibile, la
vicende culturali, la nostra eredità, per- “tradizione delle tradizioni”, è quella di
mette di rendere ragione di una prospet- discostarsi dalle tradizioni, affrontando
tiva storica ma non storicista, in quanto tutte le conseguenze che ciò comporta53.
concentrata sulla comprensione delle Perché discostarsi non significa né ade-
dinamiche della storia senza però ricon- guarsi né opporsi: significa interagire, o
durre queste all’azione di una qualche anche – seguendo ancora due pensato-
Origine – come di un(a) qualche Fine. ri italiani54 – significa dar vita a una so-
L’eredità “impura” del pensiero italiano miglianza, a un’analogia, anziché mera-
Giacomo Pezzano _ 103
dintorni, La nave di Teseo, Milano 2018, pp. 22 _ Id., The Ethics of Information, Oxford
71-73. University Press, Oxford 2013.
15 _ Alludo per esempio a G. Chiurazzi, 23 _ Id., The Logic of Information: A Theory
L’esperienza della verità, Mimesis, Milano-Udi- of Philosophy as Conceptual Design, Oxford Uni-
ne 2011; e prima ancora a G. Vattimo, La verità versity Press, Oxford 2019.
dell’ermeneutica, in Id., Oltre l’interpretazione. Il 24 _ Ivi, pp. 27-52, 171-187.
significato dell’ermeneutica per la filosofia, Later- 25 _ In tal senso, in un’intervista contenu-
za, Roma-Bari 1994, pp. 95-120. ta in un volume incentrato proprio sulle idee
16 _ Cfr. già M. Ferraris, Il mondo esterno, più rilevanti del panorama filosofico italiano
Bompiani, Milano 2000. contemporaneo, Floridi ha evidenziato la cen-
17 _ Vedi G. Chiurazzi, Dynamis. Onto- tralità del design per la comprensione della
logia dell’incommensurabile, Guerini, Milano contemporaneità, in quanto in esso la creazio-
2018; e G. Vattimo, Della realtà. Fini della filo- ne avviene non come atto soggettivo che estrae
sofia, Garzanti, Milano 2012. A onor del vero, su una forma dal nulla, bensì come composizione
tale distinzione ha fatto leva anche lo stesso M. e ricomposizione che fa congiuntamente leva
Ferraris, Realismo positivo, Rosenberg & Sellier, su vincoli e opportunità: cfr. G. Barbera (a
Torino 2013, pp. 85-103. cura di), Idee viventi. Il pensiero filosofico in
18 _ G. Vico, De antiquissima Italorum sa- Italia oggi, Mimesis, Milano-Udine 2018, pp.
pientia, cap. III. 135-150.
19 _ Questa connotazione pragmatista od 26 _ L. Floridi, The Logic of Information,
operazionista del pensiero di Vico viene talora cit., p. 30.
riscontrata evidenziandone le criticità, nel sen- 27 _ Ibidem.
so che il principio verum ipsum factum sarebbe 28 _ Ivi, pp. 37 e 178.
uno degli assunti filosofici a fondamento espli- 29 _ Ivi, p. 183.
cito dell’avventura tecnoscientifica moderna e – 30 _ Cfr. ivi, p. 33.
cosa che sarebbe più inquietante – della deriva 31 _ Ivi, p. 186.
ultra-tecnologica contemporanea: cfr. per es. H. 32 _ Ivi, p. 36.
Martins, Experimentum humanum. Civilizacão 33 _ Ivi, pp. 188-205.
tecnológica e condiçao humana, Relógio D’Água, 34 _ Rimando perlomeno a G. Lingua, Il
Lisbona 2011, pp. 79-119. principio ricostruttivo. Comunicazione ed etica
20 _ L. Floridi, La rivoluzione dell’informa- nel pensiero di Jean-Marc Ferry, ETS, Pisa 2012.
zione (2010), trad. it. di M. Durante, Codice, To- 35 _ L. Floridi, The Logic of Information,
rino 2012; Id., La quarta rivoluzione. Come l’in- cit., pp. 71 e 89-92.
fosfera sta trasformando il mondo (2014), trad. it. 36 _ Mi permetto di rinviare, anche per ri-
di M. Durante, Cortina, Milano 2017. ferimenti bibliografici, a G. Pezzano, Pesci fuor
21 _ Id., The Philosophy of Information, d’acqua. Per un’antropologia critica degli immagi-
Oxford University Press, Oxford 2011. nari sociali, ETS, Pisa 2018, pp. 35-133.
Giacomo Pezzano _ 105
37 _ Sulle forme della trasmissione culturale way to build something is, hackers would ra-
un riferimento resta L.L. Cavalli Sforza, Geni, ther just prototype something and see what
popoli e lingue, Adelphi, Milano 1996, pp. 257- works» (M. Zuckenberg, Letter for Facebook
270. IPO, 01/02/2012).
38 _ Sul concetto di “de-coincidenza” vedi 43 _ Sull’assecondamento si è soffermato
F. Jullien, Il gioco dell’esistenza. De-coincidenza F. Jullien, Una seconda vita. Come cominciare a
e libertà (2017), trad. it. di M. Guareschi, Feltri- esistere davvero (2017), trad. it. di M. Guareschi,
nelli, Milano 2019. Feltrinelli, Milano 2017.
39 _ N. Machiavelli, Il Principe, cap. XXV 44 _ Sulla rivalutazione del concetto di inte-
(ed. Einaudi, Torino 2005). resse – ormai sempre più opportuna a mio giudi-
40 _ Dove si tratta di fare, dire, pensare, zio – segnalo qui quantomeno M. Santarelli, La
ecc. quasi la stessa cosa: cfr. perlomeno U. Eco, vita interessata. Una proposta teorica a partire da
Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione, John Dewey, Quodlibet, Macerata 2019.
Bompiani, Milano 2003. 45 _ Tale modo di concepire l’uso percorre
41 _ Su tutti questi aspetti, mi permetto di anche le riflessioni di G. Agamben, L’uso dei corpi.
rimandare al volume G. Pezzano, Venturi aevi ”Homo sacer”, IV, 2, Neri Pozza, Vicenza 2014.
non immemor. Che cosa significa ereditare? (in 46 _ Cfr. B. Latour, Un Prometeo cauto?
preparazione). Primi passi verso una filosofia del design (2008),
42 _ Che in qualche modo vengono con- trad. it. di A. Mattozzi, «E|C» 3 (2009) 3-4, pp.
densate, con tutte le ambiguità del caso, dalla 255-263.
Hacker Way su cui si impernia la “filosofia” di 47 _ P. Sloterdijk, L’imperativo estetico.
Facebook: «the Hacker Way is an approach to Scritti sull’arte (2007), trad. it. di P. Montani,
building that involves continuous improvement Cortina, Milano 2017, pp. 77-79.
and iteration. Hackers believe that something 48 _ Tendenza che sarebbe il cuore più o
can always be better, and that nothing is ever meno nascosto dell’«esperimento anti-genealo-
complete. They just have to go fix it — often gico della modernità», secondo il sottotitolo di
in the face of people who say it’s impossible or una rilevante opera di Peter Sloterdijk, che ho
are content with the status quo. Hackers try to analizzato in G. Pezzano, Figli che generano i
build the best services over the long term by propri genitori? Analisi critica di “P. Sloterdijk, I
quickly releasing and learning from smaller ite- figli impossibili della nuova era”, «Lessico di Eti-
rations rather than trying to get everything ri- ca pubblica» 9 (2018) 2, pp. 110-121.
ght all at once. […] We have the words “Done 49 _ È la posizione di A. MacIntyre, Dopo
is better than perfect” painted on our walls la virtù (1981), trad. it. di P. Capriolo, Feltrinelli,
to remind ourselves to always keep shipping. Milano 1988, soprattutto pp. 249-266.
Hacking is also an inherently hands-on and 50 _ Sono i proclami lanciati da M. Stirner,
active discipline. Instead of debating for days L’Unico e la sua proprietà (1844), trad. it. di L.
whether a new idea is possible or what the best Amoroso, Adelphi, Milano 1979, p. 90.
106 _ Italian Hacking ed eredità
51 _ Seguo M. Recalcati, Il complesso di fusamente in Id., Vico eversivo, il Mulino, Bo-
Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del pa- logna 2011.
dre, Feltrinelli, Milano 2013, pp. 124-141. 54 _ Mi riferisco a due significativi lavori
52 _ T. Mann, Le storie di Giacobbe (1933), come E. Melandri, La linea e il circolo. Studio
trad. it. di B. Arzeni, Mondadori, Milano 1963, p. 9. logico-filosofico sull’analogia, Quodlibet, Mace-
53 _ Cfr. G. Zanetti, Filosofia della vulne- rata 2004; e F. Remotti, Somiglianza. Una via per
rabilità. Percezione, discriminazione, diritto, Ca- la convivenza, Laterza, Roma-Bari 2019.
rocci, Roma 2019, pp. 111-117, che fa valere, 55 _ Su questa connessione tra hacking e fare si
cose non secondaria in questo contesto, quello veda anche M. Lallement, L’âge du faire. Hacking,
spirito “eversivo” vichiano ricostruito più dif- travail, anarchie, Éditions du Seuil, Paris 2015.