• a) il referto deve essere presentato entro 48 ore o, se vi è pericolo nel ritardo immediatamente;
• b) va presentato al pubblico ministero o a qualsiasi ufficiale di polizia giudiziaria del luogo dove è avvenuta la
prestazione del sanitario. Sono ufficiali di polizia giudiziaria i funzionari di pubblica sicurezza, gli ufficiali e
sottoufficiali dei carabinieri, della guardia di finanza e degli agenti di pubblica sicurezza;
• c) il medico può consegnare personalmente il referto o farlo pervenire in busta chiusa a mezzo di terzi assumendosi
però la responsabilità in caso di ritardo o di mancato recapito;
• d) il referto deve contenere il nome della persona alla quale è stata prestata assistenza, il luogo dove si trova
attualmente, il luogo, il tempo e le altre circostanze dell'intervento, e ogni altra notizia atta a stabilire le circostanze,
le cause del delitto, i mezzi con i quali fu commesso e gli effetti che ha causato o può causare;
• e) qualora più sanitari abbiano prestato la loro opera o assistenza nella medesima occasione, sono tutti obbligati a
presentare il referto, che può redigersi in atti separati o in uno solo sottoscritto da tutti.
Il rapporto. E' la denuncia da parte di medici che rivestono la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un
pubblico servizio, quando abbiano avuto notizia di un reato perseguibile d'ufficio nell'esercizio o a causa delle loro
funzioni o del servizio (art. 361 e 362 c.p.).
La denuncia deve essere presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero o ad un ufficiale di polizia
giudiziaria (art. 331 n.c.p.p.). Il suo contenuto espone gli elementi essenziali del fatto ed indica il giorno
dell'acquisizione della notizia nonchè le fonti di prova già note. Contiene, inoltre, quando è possibile, le generalità il
domicilio e quanto altro valga alla identificazione della persona alla quale il fatto è attribuito, della persona offesa e
dei testimoni (art. 332 n.c.p.p.).
DONAZIONE ORGANI
Da vivente: sangue, midollo, il rene e il fegato (e il cuore da soggetto sottoposto ad accertamento di morte cerebrale)
Adesso hanno tentato di fare il prelievo da cadavere di rene e polmoni: il soggetto muore e quindi dobbiamo
certificare che è morto e quindi facciamo velocemente l'ECG per 20 minuti e dopo 20 minuti si dice che il rene sia
ancora prelevabile ed essere trapiantato.
È ovvio che dopo l'accertamento della morte va messo in ecmo, e quindi con una circolazione extracorporea.
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Si sta sperimentando questo perché si è visto che vi sono pochissimi donatori, e allora si cerca di farlo anche dalle
persone che muoiono. NB Il cadavere è anche quel soggetto sottoposto ad accertamento di morte cerebrale!!! come
funziona? Lo monitorate per 6h, poi lo dichiarate morto, ma non viene disconnesso dal respiratore, perché se lo
disconnettiamo dal respiratore gli organi si ritirano. Dunque, anche se dichiarato legalmente morto, viene mantenuta
ancora la circolazione fino a che non arriva l'equipe che preleva l'organo. Quindi dopo l'osservazione e CADAVERE
perché l'abbiamo dichiarato morto!
Come funziona la donazione organi? Quindi se siete iscritti all'AIDO automaticamente venite iscritti nel SIT
(sistema informativo trapianti), ma non solo all'AIDO ma è riportato anche da tutte le altre associazioni per le quali, se
voi siete iscritti, siete inseriti nel sistema informativo trapianti. Inoltre adesso quando andate a rinnovare la carta
d'identità vi viene chiesto: " volete essere donatore di organi?" voi rispondete "si" e vi aggiungono al sistema
informativo trapianti. Questo dal 2011 funziona in tutti i comuni. Quindi questi sono i modi per essere inseriti nel SIT
Quindi come funziona? Un soggetto è ricoverato in rianimazione sottoposto a accertamento di morte cerebrale.
Arriva il responsabile del Centro trapianti va a vedere nel SIT se il signor Mario Rossi è donatore e quindi va dai
familiari e li informa "il signor Mario Rossi è iscritto al SIT e quindi dona gli organi".
Il problema è un altro: se non è iscritto al SIT cosa facciamo? andiamo a controllare nei documenti se ha il tesserino
blu o un foglio che lui ha scritto. Se non ha neanche questo allora si chiede al coniuge (se è sposato), se convive si
chiede al convivente more uxorio (Il coniuge more uxorio è una persona che negli usi e costumi si comporta come un
coniuge), se non convive o non e sposato si chiede ai figli se non ha figli si chiede ai genitori (e genitori, di solito
quelli anziani dicono tutti no), se non ci sono neanche loro allora ad un legale rappresentante. (Questo sopra è
l’ordine gerarchico). Il problema può nascere se ci sono più figli, perché tutti devono essere d’accordo, basta uno
solo che dissente e non si può procedere per la donazione.
Se non dovessero trovarsi i familiari entro le 6 ore dell’accertamento, ci si può avvalere del silenzio- assenso e
procedere al prelievo degli organi. Questo però funziona dal 2008-2009 prima invece eravamo sempre costretti a
chiedere a questi soggetti, quindi o il convivente o il coniuge...etc etc la scaletta è questa.
Si era sempre costretti a chiedere questo anche se aveva il tesserino AIDO. È successo diverse volte che, anche se il
soggetto era iscritto all'AIDO, il familiare dava dissenso al prelievo degli organi, e in quel caso non si procede al
prelievo. Ora invece con tutte queste circolari abbiamo fatto sì che ci fosse questo sistema informativo trapianti o
questi fogli o questi tesserini portatili all'interno dei propri documenti personali.
ESIMENTE - DENUNCIA
Il medico come Pubblico Ufficiale o incaricato di pubblico servizio è la figura tipica del medico che lavora in un
ospedale o in una clinica convenzionata con il SSN, non per una struttura privata. La differenza si capisce anche in
base a chi emette una fattura autonoma rispetto a chi ha una busta paga.
[Il medico di base sottoscrive invece una convenzione con la regione e con lo Stato impegnandosi ad assistere un
determinato bacino di pazienti, rispettando opportune regole. È come se fosse un rapporto di semidipendenza.]
I pubblici ufficiali (357 c.p.) e gli incaricati di un pubblico servizio (358 c.p.) che nell`esercizio o a causa delle loro
funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche
quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito. La denuncia è presentata o trasmessa senza
ritardo al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria.
Quando più persone sono obbligate alla denuncia per il medesimo fatto, esse possono anche redigere e
sottoscrivere un unico atto.
La parola “esimente” vuol dire che nessuno ti obbliga a fare determinate cose, ma deve prevalere l’etica e la
deontologia. Dal punto di vista medico prevale il silenzio.
Per l’esimente speciale possiamo fare l’esempio di un rapinatore ferito che si reca al PS per essere curato: in quel
caso parte la denuncia, non accade invece se si reca dal medico di base.
Per l’esimente comune ricordiamo l’essere “costretto dalla necessità di salvare sè o un prossimo congiunto da un
grave ed inevitabile nocumento nella libertà o nell’onore” . L’esempio di un danno alla libertà è quando io o un
prossimo congiunto rischiamo l’arresto, cioè se noi stessi commettiamo un reato. Nessuno vi chiede di segnalare e
di autodenunciare ciò che è accaduto a causa vostra.
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FECONDAZIONE ASSISTITA
Fecondazione assistita: con procreazione medicalmente assistita si intende il ricorso a tecniche e procedure
(inseminazione, fecondazione) aventi la finalità di rispondere alle richieste di coppie sterili di essere medicalmente
assistite nell'esercizio del diritto alla procreazione.
- Gradualità, garantita dal ricorso preferenziale ad interventi di minore invasività rispetto a quelli "aventi un grado di
invasività tecnico-psicologico più gravoso per i destinatari”.
- Consenso informato.
• di maternità surrogata
È proibita ogni pratica ispirata a pregiudizi razziali, così come non è consentita la selezione dei gameti ed è proibito
ogni sfruttamento commerciale di gameti, embrioni o tessuti embrionali, nonché la produzione di embrioni ai fini di
ricerca.
HIV
Cartella clinica : Devo capire se il dissenso al trattamento di questo dato sensibile (sieropositività) è valido,
accertandomi che sia maggiorenne/capace (chiedo quanti anni ha e se ha il tutore) . Se è minorenne/incapace
procedo dal punto di vista medico-legale a seconda che il dato sensibile sia pertinente o meno col motivo del
ricovero
- Se il paziente è ricoverato per una patologia che non ha nulla a che vedere con l’AIDS si omette informazione nella
cartella clinica per due motivi:
• Il dato non è rilevante ai fini della tutela della salute del paziente né di terzi (Art. 7 Legge 135 1990 secondo cui il
personale sanitario è tenuto ad adottare le misure di sicurezza con ogni paziente come se tutti fossero
sieropositivi)
• Se non lo inserissi verrebbe meno un requisito sostanziale della cartella clinica (pertinenza)
Rassicuro il paziente che anziché HIV + scriverò in cartella “affetto da sindrome da immunodeficienza acquisita” o
“CD4 < 100/mm3 “
Lo informo che tutti i colleghi e studenti hanno l’obbligo penale e deontologico di mantenere il segreto professionale/
d’ufficio altrimenti sarebbero imputabili di: a) rivelazione di segreto professionale (Art. 622 del Codice Penale); b)
rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio (Art. 326 del Codice Penale); c) violazione Art. 10 del Codice di
Deontologia Medica con sanzione da parte dell’ordine
Se nonostante le mie rassicurazioni il paziente nega il consenso per il trattamento del suo dato sensibile io non
posso riportarlo in cartella (Art. 12 del Codice di Deontologia Medica)
Se sono il primo medico a fare la diagnosi di AIDS ho l’obbligo per legge (giusta causa di rilevazione del
segreto d’ufficio) di redigere una denuncia sanitaria su scheda prestampata in triplice copia a calco [Centro
Regionale AIDS, CDA (Centro Operativo AIDS del Ministero della Salute) e medico notificatore]
Secondo l’art.6, Legge 135 1990 il datore di lavoro pubblico o privato non può sottoporre ad accertamento per HIV i
propri dipendenti a meno che (Sentenza della Corte Costituzionale 1994) non siano a contatto con terzi a titolo della
salute della collettività (Art. 32 della Costituzione)
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