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Esami di Fisica Matematica e Meccanica Razionale

Corsi di Laurea in Ingegneria Civile, Meccanica ed Ambientale


Prova scritta del 04/09/19 - SVOLGIMENTO

I. (a) Il raggio di curvatura si può calcolare dalla definizione, ma qui dobbiamo pensare che il
parametro d’arco s sia legato al parametro p, per cui:

1 dP dP dp
= = ,
ρ ds dp ds
con
dP
= (6 p2 , 6 p, 0) , (1)
dp
e siccome la funzione che lega s a p è invertibile:

dp ds
=1 .
ds dp

La fuzione s(p) si calcola dalla formula per la lunghezza di un arco di curva. Nel nostro caso
la curva inizia a p = 21 :
Z pp Z p p
s(p) = 2 2 2
(6 p ) + (6 p) dp = 6 p p2 + 1 dp ,
1 1
2 2

da cui:
ds p
= 6 p p2 + 1
dp
Sostituendo si trova, dopo un po’ di passaggi:

1 dP dp 1
= = 3 ,
ρ dp ds

6 p (p2 + 1) 2
per cui:
3
ρ(p) = 6 p (1 + p2 ) 2 .
Alternativamente, si poteva calcolare ρ(p) dalla formula:

|v|3
ρ(p) = ,
|v × a|
con v e a la velocità e l’accelerazione di P :
dP dP dp
v= = = (6 p2, 6 p, 0) ṗ
dt dp dt
 
dv d 2 d
a= = ((6 p , 6 p, 0) ṗ) = (6 p , 6 p, 0) ṗ + (6 p2 , 6 p, 0) p̈ =
2
dt dt dt
 
d
= (6 p2 , 6 p, 0) ṗ2 + (6 p2, 6 p, 0) p̈ = (12 p, 6, 0) ṗ2 + (6 p2, 6 p, 0) p̈ ,
dp
ritrovando lo stesso risultato.

(b) La velocità scalare, essendo costante, si può√calcolare dividendo la lunghezza L dell’arco


di curva fra A e B per il tempo impiegato, che è 5. La lunghezza L coincide con s(p) quando
il parametro p è uguale a 2, per cui:
Z 2 p
L= 6 p p2 + 1 dp .
1
2

Cambiando variabile in y = p2 , da cui dy = 2 p dp, si ha:


4
35 √
Z 4 p
3 2
L= 3 y + 1 dy = 3 (y + 1) 2 = ... = 5,
1
4
3 1 4
4

e quindi:
35
v= .
4

(c) Conosciamo il vettore posizione in funzione del parametro p, quindi basta trovare la fun-
zione che lega p alla variabile t. Per fare questo, calcoliamo
dp dp ds dp 35 1 35
= = = p ,
dt ds dt ds 4 6 p p2 + 1 4

da cui:
35 p dp
= 6 p p2 + 1 .
4 dt
Integrando rispetto al tempo, ed introducendo una costante di integrazione t0 , si ha:
35 dp
Z p Z p
2
(t − t0 ) = 6 p p + 1 dt = 6 p p2 + 1 dp =
4 dt
3 2
Z p
3
= 3 y + 1 dy = 3 (y + 1) 2 = 2 (p2 + 1) 2
3
√ √
La costante t0 la troviamo sostituendo t = 0 e p = 12 (o t = 5 e p = 2), e risulta: t0 = − 75 ,
da cui: √ !
35 5 3
t+ = (p2 + 1) 2 .
8 7
Dalla relazione precedente, ricaviamo la funzione che lega p a t, che risulta:
v
u 2 √ ! 23 r
u 35 3 5 1  √  23
p= t+ −1= 35 t + 5 5 − 1 (2)
t
4 7 4

C’era anche una soluzione col il segno − davanti alla radice, che non ci interessa, perchè
nell’arco AB è p ≥ 12 .
La soluzione è quindi l’espressione data dal testo, OP = (2p3 , 3p2 , 0), con p dato dalla (2).

2
(d) La rotazione dei versori ǫ3 e ǫ1 attorno alla direzione individuata dal versore ǫ2 comporta:

ǫ3 = cos α e3 + sin α e1
ǫ1 = − sin α e3 + cos α e1

con α tale che α̇ = ω. Integrando, si trova α = ω t + α0 , e siccome a t = 0 i versori ǫi


coincidono con i versori ei , si ha α0 = 0.
Sia C il punto di intersezione dell’asse di rotazione con il piano he3 , e1 i. Dunque OC = e3 .
All’istante t = 0 is sistema mobile S ′ vede O ′C = ǫ3 , perché in quell’istante O ′ = O e ǫ3 = e3 .
In tutti gli istanti successivi, S ′ ruota attorno alla retta parallela ad ǫ2 , che passa per C,
dunque, sarà sempre
√ O ′ C = ǫ3 .
All’istante t = 5, si ha OP = OB = 16 e1 + 12 e2. In quell’istante sarà:

O ′ B = O ′ C + CO + OB = ǫ3 − e3 + (16 e1 + 12e2 ) =

= ǫ3 − (cos α ǫ3 − sin α ǫ1 ) + 16 (sin α ǫ3 + cos α ǫ1 ) + 12 ǫ2 =


(sin α + 16 cos α) ǫ1 + 12 ǫ2 + (1 − cos α + 16 sin α) ǫ3 ,

in cui si deve prendere α = ω 5.

√ √ √ √ √
O ′ P ( 5) = (sin 5 ω + 16 cos 5 ω) ǫ1 + 12 ǫ2 + (1 − cos 5 ω + 16 sin 5 ω) ǫ3 .

2
(e) Siccome v = ṡ è costante, l’accelerazione a è normale alla traiettoria: a = ṡρ n, con n il
versore normale principale, quindi a è normale al vettore velocità, e al vettore tangente dP dp
.

Nell’istante t = 5 si ha p = 2, e quindi aa è ortogonale al vettore 12 (2, 1, 0), calcolato dalla
(1). I versori ortogonali al vettore tangente (2, 1, 0) paralleli al piano osculatore he1 , e2 i sono:
1
n± = ± √ (−1, 2, 0) .
5
Il versore normale principale punta verso l’interno della curva e quindi n coincide con n− =
√1 (1, −2, 0). Facendo i conti, si ottiene:
5

√ 49
a( 5) = (e1 − 2 e2 ) .
192

3
II. (a) Definiamo un sistema di riferimento (O, e1, e2 , e3 ), con e1 = vers(OO ′), e2 = vers(BA) e
e3 = e1 × e2 .
Calcoliamo innanzitutto le posizioni di A e di B. Per fare questo scriviamo le equazioni delle
due circonferenze e risolviamo il loro sistema:
2 2 2

√ x2 + y 2 = R 2
(x − R 3) + y = 4 R

Risulta: A = (0, R, 0) e B = (0, −R, 0). Si capisce quindi che BA è il diametro verticale della
\
circonferenza piccola, e che AO ′B = π .
3
La mezzaluna possiede due piani di simmetria: il piano z = 0 e il piano y = 0, per cui il
baricentro G ha yG = zG = 0, e basta calcolare l’ascissa xG . Per fare questo utilizziamo la
proprietà distributiva dei baricentri.
Definiamo 4 figure piane, che saranno utili nei calcoli:

• F1 , di area A1 , massa M1 = σ A1 , e baricentro di ascissa x1 , è il semicerchio di diametro


AB situato nel semipiano z = 0, x ≤ 0;
• F2 , di area A2 , massa M2 = σ A2 , e baricentro di ascissa x2 , è il triangolo AO ′ B;
• F3 , di area A3 , massa M3 = σ A3 , e baricentro di ascissa x3 , è il settore circolare con
\
angolo al centro AO ′ B;

• F4 , di area A4 , massa M4 = σ A4 , e baricentro di ascissa x4 , è la mezzaluna.


S S
Notiamo che F1 F2 ≡ F3 F4 , per cui A1 + A2 = A3 + A4 , M1 + M2 = M3 + M4 e

M1 x1 + M2 x2 = M3 x3 + M4 x4 ,

formula che divisa per σ, dà:

A1 x1 + A2 x2 = A3 x3 + A4 x4 , (3)

La (3) permette di ricavare x4 se riusciamo a determinare tutte le altre variabili che vi com-
paiono. Si ha:
π R2
A1 = ,
2

|AB| |OO ′| 2RR 3 √
A2 = = = R2 3
2 2
Dalla proporzione
π
A3 : π 4 R2 = : 2π,
3
si ottiene:
π 1 2
A3 = π 4 R2 = π R2 ,
3 2π 3
π R2 2
√ 2 2
√ π 2
A4 = A1 + A2 − A3 = +R 3− πR = 3− R .
2 3 6
La posizione del baricentro x1 del semicerchio F1 si può calcolare con il teorema di Pappo
Guldino. Si ha:
π R2 4
2 π |x1 | = π R3 ,
2 3
da cui
4R
|x1 | = ,

4
e quindi, siccome F1 sta nel semipiano z = 0, x ≤ 0, si ottiene:
4R
x1 = − ,

In un triangolo ogni mediana è divisa dal baricentro in 2 parti una doppia dell’altra, per cui:

3
x2 = R.
3
Per trovare x3 usiamo la definizione ed integriamo su F3 . Per fare questo, utilizziamo un
sistema di coordinate polari, di polo O ′. Per semplificare i calcoli, supponiamo momentanea-
mente, che l’origine delle ascisse x′ sia O ′, cosı̀ x′ = r cos ϕ, e si ha:
7
2R π
1 1 1
Z Z Z Z
6
x′3 = ′
x dM = ′
x dA = dr dϕ r (r cos ϕ) =
M3 F3 A3 F3 A3 0 5
6
π

3
 7 π   r 3 2 R  3

1 1
 
8 3

4
6
= sin ϕ 5 = + R −0 = R

2 π R2 3 0 2πR 2 2 2 3 π

6
π

e quindi:
4 √
x3 = R R. 3−
π
Abbiamo quindi determinato tutti i dati necessari per ricavare x4 dalla (3). Facendo i conti
si trova: √
9−2π 3
x4 = √ 2R.
6 3−π

(b) In condizioni di equilibrio, il baricentro G della mezzaluna deve stare sulla stessa verticale
del punto A. Solo cosı̀ il momento delle forze esterne (che in questo caso sono date dalle sole
forze peso, che si possono supporre concentrate in G) rispetto al polo A, si annulla. Se α è
l’angolo fra AB e la verticale discendente AG, in condizioni di equilibrio, si ha:

|OG| |x4 |
tan α = =
|AO| R

da cui: √
|x4 | 2π 3− 9
α = arctan =2 √ .
R 6 3−π

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