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FILOMURO

Porta Collezione Filomuro, modello VERT 1VFV, vetri


trasparenti, profili alluminio nero, maniglia Playa.
Parquet Garofoli Platinum selection, finitura Rovere
Nero Profondo. www.garofoli.com
CASABELL A news
II fiere zione di calore ed energia dalla combu-
N E WS 04.02.2020 stione di legna. Innovazione e lotta
all’inquinamento atmosferico i focus

08.02.2020 della dodicesima edizione.


progettofuoco.com
IV—V
TEM PO R ARY Stockholm appuntamenti

ARCHITECTU RE BOOKSHOP Furniture & 20.02.2020


Light Fair 21.02.2020
VI—XIV
DOSSIER
Stockholsmässan – Stoccolma (SE)
Il principale punto d’incontro inter-
Suolo come
LEGNO E L ATERIZIO nazionale del design scandinavo: le
ultime tendenze e i nuovi prodotti.
paesaggio
VI–VII Arredi e luce di design sia per ambienti Auditorium spazi Bomben – Treviso (I)
M AT E R I A L I pubblici che domestici. In conco-
VII–VIII mitanza con le due fiere, inoltre, ha
SISTEMI luogo, in tutta la città di Stoccolma, la
VIII–X
Stockholm Design Week, con oltre 400
RIVESTIMENTI eventi legati al design.
stockholmfurniturelightfair.se
X–XII
ARREDI
appuntamenti
XII–XIV
R E A L I Z Z A ZI O N I 11.02.2020

LUIGI LATINI
27.03.2020
XVI
C A SABELL A FO R M A ZI O N E
James Turrell Nature, attraversamenti e immer-
sioni, nuove topografie. Suolo “come”
REPORT Pace Gallery – Londra (UK) paesaggio è il tema al centro della sedi-
R AV E N N A C I T TÀ A P E R TA cesima edizione delle giornate interna-
zionali di studio sul paesaggio, proget-
tate dal Comitato scientifico della
©JAMES TURRELL, COURTESY PACE GALLERY

a cura di Silvia Sala Fondazione Benetton Studi Ricerche


e che vedranno coinvolti nell’ana-
lisi architetti, agronomi, pianificatori,
progettisti e artisti.
fbsr.it

appuntamenti

26.02.2020
Nona mostra dedicata al visionario 22.03.2020
artista statunitense, le cui opere d’arte,
attraverso un’inconsueta percezione
della luce e dello spazio, coinvolgono
La fotografia
lo spettatore in esperienze multisen-
soriali.
di ricerca in
pacegallery.com Lombardia
fiere e in Italia
19.02.2020 Palazzo Pirelli – Milano (I)

22.02.2020 Mostra a cura di Elio Grazioli: foto-


grafie di tipo documentario e di repor-
tage –della metà degli anni Sessanta
Progetto Fuoco e decennio successivo– testimoni del
passaggio dall’ambito tradizionale a
Fiera di Verona – Verona (I) quello sperimentale delle avanguardie
Salone mondiale nel settore degli artistiche.
impianti e attrezzature per la produ- miafair.it

SOM M ARIO
Concept: claimbrandindustry - Photography: Studio Emozioni
L A Q U A L I TÀ D E L L A V I TA ,
ORA PUOI RESPIRARLA.

Soluzioni d’aria Falmec. Ispirate alla vita.


Spazio, elemento d’arredo multifunzionale, eleva il concetto di cappa aspirante
a oggetto architettonico dove trova posto ogni ingrediente della buona cucina.
Grazie all’esclusiva tecnologia Circle.Tech, garantisce le migliori performance
di aspirazione, bassa rumorosità e un’ottimale pulizia dell’aria.

falmec.it
Temporary 1, 2
la mostra The Most Beautiful
Swiss Books nello spazio

Architecture
espositivo dell’Istituto Svizzero
di Milano
3–6
viste della libreria temporanea

Bookshop
—In coincidenza con Bookcity 2019 la sede
milanese dell’Istituto Svizzero, in via del
Vecchio Politecnico 3, ha ospitato due
1
manifestazioni concomitanti, entrambe
dedicate ai libri. La prima, intitolata The
Most Beautiful Swiss Books, ha esposto a cura
di Samuel Gross, una rassegna dei volumi
premiati nelle ultime tre edizioni del concorso
organizzato dall’Ufficio Federale della Cultura,
una mostra ideata dal grafico Jonas Voegeli-
Hubertus Design, vincitore del Premio Jan
Tschichold 2019. La seconda, frutto della
collaborazione con Casabella e collegata al
ciclo di conferenze Swiss Talks in forma di
libreria temporanea, dedicata all’editoria
GIULIO BOEM

di architettura. Il progetto di allestimento,


a cura di Pasquini Tranfa architetti, è stato
2 realizzato grazie al contributo di Fioroni, che
ha fornito l’arredamento. Durante il periodo
di apertura della libreria (14 novembre 2019–
11 gennaio 2020) si sono svolti due incontri
pubblici: Building, teaching and writing on
architecture e In Valle. L’architetto britannico
Jonathan Sergison, professore ordinario presso
l’Accademia di architettura a Mendrisio, è
intervenuto per parlare delle iniziative editoriali
dello studio Sergison Bates architects mentre il
collettivo CCRZ, con sede a Balerna, di grafica
e comunicazione. La libreria temporanea è
GIULIO BOEM

stata gestita da Paolo Fasoli e Giorgio Testa,


fondatori del Temporary Bookstore di Milano.

istitutosvizzero.it sergisonbates.com
fioronidesign.it ccrz.ch
pasquini-tranfa.com temporarybookstore.it

IV
GIULIO BOEM GIULIO BOEM
3

C AS A B E LLA 9 0 6
5

V
GIULIO BOEM GIULIO BOEM
legno e laterizio
dossier
materiali città, è necessario operare non solo lazione, infatti, contribuisce a ridurre platino e nero ebano.
tutelando l’armonia del contesto, le temperature interne degli edifici e, fassabortolo.it
Ilva – gruppo ma rispettando il tetto preesistente
e l’intero sistema costruttivo, così
dunque, l’utilizzo dei condizionatori
d’aria, favorendo il risparmio ener- materiali
IVM da assicurarne il funzionamento
ottimale. Le varianti cromatiche in
getico e riducendo le emissioni di
CO2. Oltre alle classiche tegole Rossa Fornaci Laterizi
TUM1AB6x cui è disponibile Coppo Domus sono e Londra, caratterizzate dalla colora-
ispirate al paesaggio italiano, alla sua
campagna, ai suoi borghi medievali
zione uniforme rosso e grigio chiaro,
la linea Aerotile si arricchisce di tre
Danesi
e allo stile mediterraneo. La possi- nuove nuances che personalizzano Normablok® Più S35 HP
bilità di combinare i diversi colori, ogni singola tegola in modo diverso:
permette di creare coperture mélange Firenze, Berlino e Atene. Aerotile è
esteticamente uniche e personalizzate garantita 50 anni. Il tetto ventilato, in
e di ottenere una resa estetica capace particolare con l’impiego di elementi
d’inserirsi con armonia in molte- discontinui, può essere considerato
plici varietà rurali e metropolitane. una delle migliori soluzioni per l’isola-
Le dimensioni importanti della tegola mento termico passivo nei climi caldi.
consentono, inoltre, una posa molto cottopossagno.com
rapida e un minore fabbisogno al
Innovativa vernice per legno della metro quadro –11,5 pz/mq–, pertanto, materiali
serie Gloss dotata di nuove finiture UV il peso della copertura risulta inferiore
con il 100% di residuo secco, traspa-
renti e a emissioni zero. Questa linea
rispetto a un normale tetto in coppi.
Come tutte le tegole BMI Braas, anche
Fassa Bortolo Nuovo blocco ad alte prestazioni
termiche concepito per realizzare
di prodotti BIO è stata formulata con Coppo Domus è garantito per 30 anni Feel Wood tamponature monostrato performanti
un contenuto di materie prime da fonti dal momento della posa. e che risponde ai requisiti legislativi e
rinnovabili fino al 70%. Le finiture bmigroup.com/it costruttivi per tutte le zone sismiche.
sono caratterizzate da ottima disten- Attraverso un sofisticato processo
sione e resistenze chimiche, sono materiali produttivo, unico nel suo genere, perle
idonee per cicli a poro aperto e a poro di polistirene additivato di grafite
chiuso dall’eccellente qualità estetica,
e adatte a vasti campi d’impiego:
Industrie Cotto Neopor® di BASF vengono sinteriz-
zate direttamente all’interno dei fori
mobili, porte, pannellature e parquet.
ilva.it
Possagno dei blocchi. Grazie al peso contenuto,
Normablok® Più S35 HP è ideale anche
Aerotile nel caso di tamponature di edifici
materiali pluripiano, commerciali e industriali.
All’occorrenza i blocchi possono
BMI Braas Valorizzare il legno, proteggerlo dagli
agenti atmosferici, compresi i raggi
essere posti in opera integrandoli
con barre di armatura orizzontali e
Coppo Domus solari, rendere omogenee le superfici verticali, sfruttando un apposito foro
senza nascondere le peculiarità delle dotato di pre-incisione e creando così
venature: questi gli obiettivi di Feel una muratura armata di tampona-
Wood, una linea di smalti nata dall’e- mento per edifici dalle alte prestazioni
sperienza di Fassa Bortolo nel mondo termiche.
dell’edilizia. Prodotti ad alto tasso danesilaterizi.it
tecnologico per applicazioni su diverse
tipologie di manufatti: infissi, perlina- materiali
Tegola ventilata particolarmente ture, steccati, balconi, sottotetti che
traspirante, studiata per rendere gli
edifici più performanti: l’alta permea-
acquistano una nuova vita grazie a
queste soluzioni. La linea comprende
Terrecotte
bilità all’aria di Aerotile favorisce una
maggiore ventilazione e un conse-
otto prodotti, ognuno fornito sia in
confezioni da 0,75 litri che da 2,50 litri.
Sangrato
guente abbassamento della tempe- Tra le soluzioni ad acqua sono dispo- Mattone pieno UNI
ratura del manto di copertura, ridu- nibili l’impregnante classico per legno
cendo il fenomeno dell’isola di calore e e quello di finitura bianco, la vernice
Coppo leggero, versatile e veloce da favorendo la diminuzione delle tempe- protettiva trasparente sia lucida che
posare, dall’aspetto di un coppo realiz- rature sottotetto. La tegola prevede, satinata, la finitura a effetto cerato
zato a mano, artigianalmente, con inoltre, l’utilizzo di materiali ad alta con filtri UV. A questi si aggiungono
un’“onda alta” che riproduce i coppi riflettanza solare ed elevata emis- tre prodotti a solvente: il fondo opaco
antichi. Coppo Domus è la soluzione sività termica ed è, quindi, partico- riempitivo bianco, l’impregnante ad
ideale per rispettare e salvaguar- larmente adatta ad essere utilizzata alta penetrazione e la finitura protet-
dare i canoni estetici di un edificio e nell’area mediterranea dove le intense tiva a effetto cerato, anch’essa con filtri
del contesto urbano che lo accoglie. radiazioni solari estive, normalmente UV. Le tinte, a seconda del prodotto
Infatti, nella ristrutturazione di una provocano il surriscaldamento di utilizzato, coprono le essenze di legni
copertura, soprattutto se l’edificio è tetti e pareti e, di conseguenza, degli più diffuse: noce, pino, rovere, quercia, Omologato come materiale idoneo
collocato in una zona centrale della ambienti interni. Una maggiore venti- mogano, e, inoltre, bianco, grigio a realizzare strutture portanti e, in

VI Dossier
legno e laterizio
dossier
particolare, portanti antisismiche, il locali non climatizzati– e un’ottima stente struttura in grado di sostenere migliorarne l’aspetto estetico, grazie
mattone pieno UNI può essere impie- tenuta all’acqua e al vento. importanti pesi –fino a 160 kg–, questa ai listelli faccia a vista nelle varietà
gato senza telaio strutturale secondo L’applicazione di questa tegola in scala presenta una botola dotata di di finiture e colori della gamma
i dettami e le regole dell’arte. Inoltre, copertura produce benefici su scala serratura e caratterizzata da un triplo SanMarco e Pica. Queste caratteristi-
come materiale di rivestimento, è globale grazie all’“effetto albedo” sistema di guarnizioni in grado di che rendono il prodotto adatto per
adatto sia alle murature a cassa- capace di contrastare il fenomeno del garantire un’ottima ermeticità. La interventi di ristrutturazione e riqua-
vuota in strutture portanti a telaio surriscaldamento globale e permette botola, realizzata in materiale isolante lificazione edilizia così come nella
–c.a., acciaio, legno–, sia come tampo- di ottenere crediti del sistema LEED dello spessore di 8 cm, è di colore nuova edificazione.
namento esterno di rivestimenti a per coperture a elevato “effetto bianco e s’integra sia a livello croma- terreal.it
cappotto solidi e duraturi, che neces- albedo”, in quanto caratterizzata da tico che strutturale al soffitto di qual-
sitino anche di un’ottima inerzia un notevole valore SRI. La sua posa siasi abitazione. Disponibile anche sistemi
termica estiva, oltre che di un buon in opera è estremamente semplice e con kit d’isolamento Passive House,
isolamento termico invernale.
Il mattone pieno UNI può, altresì,
veloce, grazie ai suoi incastri frontali
molto ben definiti. Dimensioni:
LWT è una soluzione perfetta anche
per case passive, garantendo un’ot-
Saint–Gobain
essere utilizzato per tessiture murarie
come aggetti e grillage in cui la
440x280 mm.
fbm.it
tima ermeticità e un isolamento senza
ponti termici.
Italia
porzione non forata sia in vista. Il fakro.it Sistema Webertherm Robusto
prodotto è disponibile in diversi colori sistemi Universal con Isover Clima34 G3
–rosso, rosa salmone, giallo paglie- sistemi
rino ambrato, nocciola, tortora, bruno
testa di moro– a loro volta combina-
Fakro Terreal Italia
bili con varie tessiture/finiture super- LWT
ficiali –sabbie grigie e colorate a grana Terracoat®
più o meno grossa, bugnati più o meno
profondi, smussi e arrotondamenti,
effetti di striatura e anticatura, smal-
tature lucide e opache– in grado di
renderlo, allo stesso tempo, decorativo
e resistente.
cottosangrato.it

materiali
I sistemi a cappotto sono soluzioni
Fornaci Brizia- d’isolamento termo-acustico interno
ed esterno che riducono le perdite di
relli Marsciano calore dell’edificio durante la stagione
invernale e limitano il surriscalda-
Tegola Enzo mento durante la stagione estiva.
Webertherm Robusto Universal con
Efficiente sistema a cappotto per l’iso- Isover Clima34 G3 è un sistema d’iso-
lamento termico degli edifici, costitu- lamento termico esterno che coniuga
ito da pannelli prefabbricati mediante le prestazioni di un cappotto con la
l’assemblaggio di lastre di EPS con robustezza di una muratura tradizio-
graffite e di listelli in terracotta faccia nale. Regola il flusso di calore dell’edi-
Scala retrattile dagli altissimi valori a vista “a pasta molle” di Terreal ficio, sia in estate sia in inverno, preve-
in termini di trasmittanza termica, Italia, dello spessore di 2 cm. Il parti- nendo la formazione di ponti termici e
in grado di consentire un accesso colare sistema di assemblaggio fa sì condensa anche grazie al pannello in
semplice e sicuro a spazi mansar- che i due elementi siano saldamente lana di vetro ad alta densità, idrorepel-
dati non abitati. Una scala super-ter- incollati tra loro, per creare un corpo lente, naturale, traspirante e durevole
moisolante che presenta un coeffi- unico, indivisibile e con un’altissima nel tempo. A differenza di quanto
ciente termico di 0,51W/m2K, ideale resistenza agli agenti atmosferici. Le avviene per un sistema a cappotto
Tegola di laterizio con incastro laterale per edifici a basso impatto energe- dimensioni ridotte, equivalenti a 0,54 tradizionale, in Webertherm Robusto
e frontale per il ricoprimento di tetti, tico, volti a ridurre le perdite di calore mq per pannello e il peso limitato Universal i pannelli isolanti sono
realizzata con stampi di gesso. La e a risparmiare sulle spese di riscalda- –17,4 kg circa– rendono il pannello ricoperti e protetti da uno spessore
superficie della tegola Enzo, verni- mento. LWT risulta, inoltre, particolar- molto versatile nelle fasi di logi- di 2 cm di intonaci speciali ad alte
ciata con engobbi riflettenti applicati mente indicata per tutti quegli edifici stica, stoccaggio in cantiere e, soprat- prestazioni: questo permette la scelta
da FBM con il metodo ceramico della in cui ci sia una notevole differenza di tutto, permettono velocità e facilità di di finiture dalle più tradizionali –
monocottura, è in grado di garantire temperatura tra il vano riscaldato, in posa. I pannelli possono essere fissati finiture minerali– a quelle di maggior
ottime prestazioni in termini di riflet- mansarda, e un solaio non abitabile. meccanicamente su qualsiasi strut- tendenza –rivestimenti in pietra,
tanza solare ed emissività termica Dotata di robusti piedini antigraffio tura di supporto: dalla parete in legno ceramica e laterizio–. La possibilità,
nell’ambito delle coperture degli in grado di conferire maggior stabilità alla più tradizionale parete in late- poi, di abbinare al sistema i pannelli
edifici, come: la riduzione della tempe- alla struttura, la scala LWT presenta ro-cemento, al pannello in CA delle in lana di vetro Isover Clima34 G3 e
ratura superficiale esterna fino a 20°C un comodo corrimano che agevola le strutture prefabbricate. Il sistema prodotti di finitura (intonaci, rasanti
nei mesi estivi –che si traduce in una operazioni di salita e discesa, nonché Terracoat® assicura elevate presta- e rivestimenti decorativi) anch’essi a
riduzione di circa 4°C all’interno di una serie di gradini antiscivolo. Resi- zioni termiche dell’edificio, oltre a base minerale, permette di ottenere

C A S AB E LLA 9 0 6 VII
legno e laterizio
dossier
le migliori prestazioni di traspirabi- tura grazie agli innesti rapidi tipo adatto a tutte le tipologie di edificio– estetico ottimale. È compatibile con
lità, isolamento acustico e reazione MC4. È disponibile un’amplia gamma e Casa –per edifici fino a 7 m di tutte le tipologie di pareti in legno
al fuoco dell’intero sistema. Isover di colorazioni: Antica Possagno, altezza, come abitazioni mono e bi-fa- e con tutti i sistemi oscuranti, che
Clima 34 G3 è un pannello in lana di Rosso, Coppo Vecchio Chiaro miliari–. Le ottime proprietà isolanti siano avvolgibili, scuri o frangisole,
vetro G3 ad alta densità in fibra crêpé, e Montagna per i coppi; Rossa, della lana di roccia si associano a una ed è disponibile nelle versioni con
idrorepellente, prodotto in Italia, con Serenissima e Ardesia per le tegole. grande versatilità estetica, offrendo sottosoglia –per portefinestre– e con
almeno l’80% di vetro riciclato e con cottopossagno.com la possibilità di scelta tra oltre 200 sottobancale –per finestre–.
una resina termoindurente di nuova tonalità di colore e 3 diversi tipi di WoodBlok permette anche un
generazione, che associa componenti sistemi granulometrie. La lana di roccia e il risparmio nei costi di costruzione
organici e vegetali, minimizzando legno, due risorse naturali e soste- in quanto, integrando falso telaio
le emissioni nell’aria di sostanze
inquinanti come formaldeide e altri
Lualdi nibili, contribuiscono a ridurre l’im-
patto ambientale del settore edile.
e cassonetto in un unico sistema,
riduce notevolmente il numero di fasi
composti organici volatili (VOC). Sistema Matrix rockwool.it necessarie in cantiere per costruire il
saint-gobain.it design Piero Lissoni foro finestra.
sistemi roverplastik.it
sistemi

Industrie Cotto Roverplastik rivestimenti

Possagno
WoodBlok Fornace Brioni
Scenografica
Coppo e tegola fotovoltaici design Cristina Celestino

Una nuova finitura adatta sia a porte


battenti che scorrevoli, costitu-
ita, nello specifico, da un pannello
in legno massello composto da tre
diversi rilievi –A, B e C– accostati
tra loro. Applicabile a ogni prodotto
Lualdi, dalla boiserie all’anta, Matrix
conferisce dinamismo ai sistemi di
arredamento rendendoli elementi
Coppo e tegola fotovoltaici in cotto architettonici flessibili, innovativi e
uniscono le funzionalità classiche di grande impatto decorativo. Dall’ac-
dell’argilla alla moderna tecnologia costamento dei tre differenti intagli

MATTIA BALSAMINI
fotovoltaica, mantenendo pressoché nascono inediti giochi grafici di linee
immutato l’aspetto estetico del manu- e ombre, in grado di valorizzare la
fatto. Il risultato è un prodotto dalle matericità del legno massello.
straordinarie caratteristiche che non lualdiporte.com
modificata né altera le prestazioni del Collezione di rivestimenti e sistemi
manto di copertura: l’impermeabi- sistemi di partizione in cotto tradizionale,
lità all’acqua, la resistenza agli agenti ispirata al lavoro dei grandi sceno-
atmosferici e il volano termico tipico
del cotto. Per sviluppare 1,00 kWp
Rockwool Elemento prefabbricato per la
costruzione finita del vano finestra
grafi del Barocco italiano. Il progetto
ha come fil rouge il tema dell’il-
di potenza sono necessari 18 metri Rockwool REDArt® e porta-finestra che, nel minimo lusione, che nel periodo barocco
quadrati circa, per i coppi, e 10 metri ingombro consentito dalle case in diventa protagonista dell’espe-
quadri circa per le tegole. Il sistema legno, racchiude tutta la tecnologia rienza teatrale. Tra i riferimenti più
può, inoltre, essere integrato in una di Roverplastik in termini di presta- illustri, il lavoro della famiglia Galli
copertura esistente, sostituendo solo zioni, soluzioni e sistemi oscuranti. da Bibbiena, che tra la metà del ’600
i metri quadrati interessati. L’installa- Nella versione standard, WoodBlok è e la fine del ’700 operò nel manto-
zione di un diodo di by-pass ottimizza composto da un falso telaio in legno vano dove si trova la storica fornace
e rende il prodotto particolarmente ancorato a un cassonetto a scom- Brioni. Il cotto tradizionale è un
efficiente anche in caso di eventuali parsa realizzato in poliuretano con materiale antico e attuale allo stesso
ombreggiamenti (alberi, camini, rivestimento in Velo Skin, esclu- tempo: realizzato a mano attraverso
antenne, foglie ecc.). Il canale di venti- siva pellicola prefinita di Roverpla- la formatura in stampi di legno,
lazione tra il modulo fotovoltaico e stik. WoodBlok raggiunge eccellenti acquisisce oggi un’estetica contempo-
l’elemento in cotto rendono il sistema Per le costruzioni in legno, Rockwool prestazioni d’isolamento acustico e ranea, grazie alla combinazione unica
meno sensibile alle alte temperature propone il sistema d’isolamento termico, inoltre, consente il massimo di colori, formati e finiture. La ricerca
estive con conseguente maggior rendi- termico a cappotto REDArt®, molto grado di finitura grazie al cassonetto sulle molte tipologie di argilla, svolta
mento. I coppi e le tegole vengono versatile e performante, disponi- e alle spalle completamente a scom- da Fornace Brioni, consente, infatti,
posati come una tradizionale coper- bile nelle due varianti REDArt Plus – parsa nella muratura, per un risultato di realizzare un cotto omogeneo

VIII Dossier
legno e laterizio
dossier
dalle numerose sfumature: dal rosso rivestimenti forno– che garantisce la massima resi- arredi
intenso al rosa delicato, dal giallo stenza e stabilità, in qualsiasi desti-
chiaro al fiammato ricco di contra-
sti. L’azienda realizza da sempre solu-
I Vassalletti nazione d’uso. Questa essenza può,
infatti, resistere più di 35 anni dalla
Agape
zioni uniche e su misura, con un’at- Mattonelle posa, restando immune da umidità, Lato
tenzione speciale per il dettaglio e parassiti e sollecitazioni. Inoltre, design Benedini Associati
la qualità del risultato finale. Ogni Pavimenti artistici in legno della linea essendo Ipe Lapacho un’essenza parti-
prodotto è disponibile in una grande colarmente densa e compatta, a essa
varietà di colori, texture e sfuma- viene assegnata la stessa classe di resi-
ture, al fine di non porre limiti a ogni stenza al fuoco del calcestruzzo, nella
immaginario creativo. maggior parte dei paesi. Per un risul-
fornacebrioni.it tato ottimale complessivo, Déco pone
grande attenzione alle metodologie
rivestimenti di messa in opera delle doghe e della
sottostruttura, per garantire la giusta
Listone areazione al rivestimento e il massimo
della stabilità nel tempo.
Giordano decodecking.it

Fabrique Natural Genius rivestimenti


design Marc Sadler
Woodco
Esagono Signature

Progènie Classiche e Contemporanee,


con essenza di quercia antica e intarsi Un programma di contenitori caratte-
in marmo, legno, metallo e materiali rizzato dalle ampie dimensioni e dalle
vari. L’azienda toscana I Vassalletti, molte finiture delle ante su corpi in
pur attingendo a tecniche e saperi legno di varie essenze. I contenitori –
ereditati dal passato, propone un’idea altezza 20 o 40 cm– possono essere
di artigianato non legata esclusiva- abbinati al piano/lavabo Ell e, sul lato
mente al passato. superiore, è possibile posizionare
ivassalletti.it lavabi da appoggio. Legni, marmi,
cuoio sono utilizzati per le ante dei
rivestimenti contenitori.
Collezione in multistrato di betulla agapedesign.it
dagli innovativi trattamenti di super-
ficie, sia in termini di colore sia di
Déco arredi
tecnica di spazzolatura incrociata. Ipe Lapacho
Il multistrato ad alta performance –
sistema brevettato multilayer Listone
Team7
Giordano® del 1984– con Fabrique echt.zeit
diventa strato a vista, tramutando design Sebastian Desch
il rivestimento in un vero e proprio Una trama geometrica identifica il
tessuto ligneo senza soluzione di nuovo formato Esagono della colle-
continuità e dalla sorprendente resi- zione di parquet Signature. Un disegno
stenza e durezza. Fabrique è disponi- valorizzato dalla maestria degli arti-
bile in 6 diverse colorazioni: Fumée giani che, in collaborazione con i
Noire, Graphite, Ciment, Argile, designer d’interni, possono dare vita
Tabac e Corde, con finitura Oleo- a superfici caratterizzate non solo
nature e tecnologia antibatterica dall’alta qualità delle essenze, ma
Crystalcare. Quest'ultima finitura, a anche dalla bellezza delle colorazioni
base di oli naturali essiccati all’aria e da lavorazioni ricercate. Tutte le
grazie a uno speciale trattamento di proposte della collezione Signature,
protezione applicato in ultima mano, sono prive di emissioni di sostanze
si caratterizza per un’alta protezione Ipe Lapacho è un’essenza che proviene nocive –grazie alle finiture naturali, Tavolo caratterizzato da un impo-
antibatterica ad ampio spettro – dalle foreste del sud America, un atossiche e senza solventi– e, inoltre, nente piano in legno massello
capace di difendere automaticamente legno nobile, duro e compatto, caratte- rispettano le direttive europee relative composto da due tavole, ciascuna
la superficie da microbi e agenti rizzato da gradevoli sfumature di tono. al contenuto di formaldeide ponen- proveniente da un unico grande
patogeni, proteggendo la salute di Ideale per rivestire gli esterni degli dosi ampiamente al di sotto degli tronco d’albero. Le gambe pannellate,
tutti– e per la praticità di manuten- edifici, ma anche per terrazzi, giardini standard richiesti, per un pavimento realizzate in acciaio, sono proget-
zione. e bordi piscina, è usato da Déco nella salubre, sicuro e garantito. tate per rimanere in secondo piano e
listonegiordano.com versione KD –Kiln Dried, essiccato a woodco.it permettere di focalizzare l’attenzione

X Dossier
legno e laterizio
dossier
sulla bellezza del piano sovrastante. arredi o rovere naturale e scocca in legno arredi
Una foglia in acciaio brunito collega multistrato 3D in faggio o rovere
i due piani in legno e, insieme agli
incastri in legno della base, assicura
Fontanot naturale. È disponibile una versione
con braccioli e uno sgabello, realiz-
Gebrüder
un aggancio saldo. Gli incastri in
legno garantiscono massima stabi-
Oxa zato in due diverse altezze e dotato di
poggiapiedi in acciaio verniciato.
Thonet Vienna
lità e indeformabilità nel tempo e infinitidesign.it Rue
permettono di smontare e riassem- design Gamfratesi
blare rapidamente il tavolo senza arredi
troppi sforzi e senza attrezzi speciali.
Ogni tavolo è un pezzo unico, non ne
esistono due uguali. Un omaggio alla
Porro
natura e all’arte della lavorazione del Materic
legno naturale attraverso le sapienti design Piero Lissoni
mani degli artigiani austriaci.
team7.at

arredi

Ernestomeda
K–Lab
design Giuseppe Bavuso
Scale per interni, con gradini incassati
nei fascioni laterali, realizzate inte-
ramente in legno. Il design classico
dei modelli della collezione Oxa s’in- Testiera con struttura in faggio
tegra perfettamente anche in arre- curvato a vapore e decoro in paglia di
damenti moderni grazie agli acces- Vienna. L’elemento centrale è dispo-
sori e alla particolarità dei materiali nibile con imbottitura sfoderabile o in
utilizzati. Per arricchire con un tocco paglia di Vienna. Dimensioni 2500x730
personale la scala Fontanot è possi- mm, profondità 130 mm.
bile scegliere tra numerose tipologie gebruederthonetvienna.com
di ringhiere, ognuna capace di impri-
mere un proprio carattere alle scale da arredi
interno. La collezione Oxa comprende Tavolo composto da un piano circo-
i modelli OXA R, OXA Air, OXA Light,
OXA Mini.
lare e rastremato, appoggiato su
una base tornita a tronco di cono. Il
Carl Hansen
Nuovo modello di cucina caratte-
rizzato da un sistema di elementi a
fontanot.it piano è realizzato in marmo, disponi-
bile in 7 raffinate varianti che vanno
& Son
giorno con struttura in metallo che arredi dalle sfumature del verde rameggiato Contour Chair
trae ispirazione dai grandi banchi al più tradizionale marmo bianco design Børge Mogensen
da lavoro degli ambienti industriali:
un progetto di cucina dallo stile
infiniti di Carrara. Questo piano è disponi-
bile anche nella versione accessoriata
raffinato, ma dall’anima tecnica, in Seame con vassoio girevole centrale compla-
grado di rispondere a ogni esigenza design Klaus Nolting nare in marmo realizzato nella stessa
pratica, senza rinunciare alla compo- lastra del piano, oppure con vassoio
nente estetica. Tra le peculiarità del girevole in appoggio realizzato in legno
progetto K-Lab, spicca il sistema a nelle stesse finiture della base. La
giorno modulare K-System, realizza- base, invece, è costituita da 12 tavole in
bile da numerosi elementi: dalle basi massello di frassino giuntate tra loro
alle colonne, dai pensili alla cappa a pettine e tornite fino a ottenere un
a isola. Le basi a giorno si distin- perfetto tronco di cono dalle venature
guono per le strutture ergonomi- marcate. Il tavolo è disponibile in
che nella zona lavoro, che può essere tre dimensioni di piano, sia fisso che
arricchita da ripiani estraibili o fissi. con disco girevole centrale. Il vassoio
Tra le nuove finiture di K-Lab segna- girevole centrale è perfettamente a filo
liamo le varianti legno, che si arric- con il piano ed è ricavato dalla stessa
chiscono degli impiallacciati Rovere lastra di marmo grazie alla precisione
Nordic, Rovere Nero poro aperto e della tecnologia del taglio ad acqua.
della nuova versione Rovere Termo- L’utilizzo della medesima lastra di
trattato, presentando la finitura marmo e la complanarità garantiscono
Zero Gloss per tutte e tre le tipologie una spettacolare continuità nella L’iconica e scultorea Contour Chair,
elencate. Famiglia di sedute leggerissime con superficie e nella texture del piano. dal progetto sperimentale, con schie-
ernestomeda.com telaio in legno massello di faggio porro.com nale in impiallacciatura a pressione

C A S AB E LLA 9 0 6 XI
legno e laterizio
dossier
–presentata per la prima volta alla arredi nali, ante a ribalta e cassetti assem- contesto naturale dal forte impatto
Copenhagen Cabinetmakers’ Guild blati con incastri a coda di rondine visivo, circondata da prati e boschi.
Furniture Exhibition nel 1949–,
sarà ora aggiunta alla collezione di
Frattinifrilli e dotati di sistema di apertura push-
pull e guide metalliche. A richiesta, è
In occasione del suo ampliamento,
non sono stati rinnovati solo gli
classici del design di Carl Hansen & Lif disponibile con elementi “bifacciali” spazi esterni, ma è stato sottoposto
Son. La sedia è realizzata in rovere, design Davide Frattini Frilli e può anche essere utilizzata come a notevoli modifiche anche l’aspetto
noce e una combinazione di questi elemento divisorio all’interno degli esteriore. La struttura della facciata,
due tipi di legno con varie finiture. ambienti. costituita da elementi in legno lamel-
I giunti a tenone e mortasa della riva1920.it lare di larice scuro, allineati in oriz-
Contour Chair sono sempre comple- zontale e diagonale, conferisce all’ho-
tati da cunei in legno a contrasto arredi tel una nuova forma architettonica.
e la seduta è rivestita in pelle o in Le componenti della facciata sono
tessuto. Le dimensioni della sedia
sono: 39 cm –altezza seduta–, 73 cm –
Lema dotate di una particolare lavorazione,
che ne garantisce la durata nel tempo.
altezza–, 63,5 cm –profondità– e 53,5 Seryasse Nell’ambito del progetto, LignoAlp si
cm –larghezza–. design David Lopez Quincoces è occupata della progettazione, del
carlhansen.com taglio e del montaggio della strut-
tura e della casseratura verticale della
arredi facciata in larice spazzolato.
Paravento in multistrato di faggio lignoalp.com
Zanat e poliuretano Maharam Scuba –
proposto in 10 colorazioni– ispirato realizzazioni
Touch Collection alla linearità dei separè e delle pareti
design Studioilse mobili giapponesi e, insieme, alle
venature delle foglie. La sovrappo-
Wood–Skin
nibilità delle ante, una volta chiuso, Sala XIX sede ONU – Ginevra (CH)
ne facilita la trasportabilità, mentre, progetto PEIA Associati
la scelta dell’apertura “a guscio” e
dell’utilizzo di superfici del tutto
impenetrabili alla vista, sottoline-
ano il senso di accoglienza e privacy.
Dimensioni: larghezza 161 cm, Armadio con anta a battente in
profondità 4 cm e altezza 190 cm. massello di noce Canaletto dalla
frattinifrilli.it particolare lavorazione a micro
doghe. Fortemente materica al
arredi tatto, l’anta si caratterizza per il
telaio verticale perimetrale e l’essen-
Riva 1920 ziale maniglia in metallo verniciato
bronzo. La cura estetica di Seryasse
Password riflette l’attenzione alla funziona-
design CR&S Riva1920 lità e l’evoluta organizzazione interna Il progetto della nuova sala delle
tipica di Lema: le numerose attrez- assemblee planetarie nel Palazzo
zature e gli accessori permettono di delle Nazioni Unite, realizzato grazie
disegnare armadi su misura per ogni alla generosa donazione dello Stato
esigenza d’uso. del Qatar, reinterpreta la diplomazia,
lemamobili.com il valore della tradizione, della calli-
grafia e del paesaggio del Qatar attra-
realizzazioni verso materiali, tecnologie e linguaggi
Collezione di prodotti dalla super- contemporanei. La sala, con una
ficie lignea realizzata a mano grazie
a una speciale tecnica d’intaglio
LignoAlp capacità di 800 posti a sedere e una
superficie di 4000 mq, è la più grande
degli artigiani bosniaci di Zanat – Hotel Pfösl – Nova Ponente, Bolzano e tecnologicamente avanzata dell’ONU,
aggiunta nella lista dei patrimoni (I) modello per i progetti futuri. Il restyling
culturali dell’umanità dell’UNESCO progetto Bergmeisterwolf del soffitto e delle pareti, è stato realiz-
nel dicembre 2017–. Le incisioni sulla zato con Mesh Sheets, il prodotto più
credenza, per esempio, richiedono tre iconico della famiglia Wood-Skin, che
giorni di lavoro e, visto che gli inta- permette una totale libertà delle forme.
gliatori modellano i pezzi a mano, È stata così creata una macro-mem-
senza disegni, ogni pezzo è unico brana architettonica di circa 1000 mq
-. Oltre a Touch Sideboard, la colle- Libreria realizzata in massello e listel- in legno di Okumè, un’essenza calda e
zione include altri pezzi come: Touch lare impiallacciato, caratterizzata da dal disegno fiammato, di grande legge-
Bench, Touch Table, Touch Console, un sistema di spalle e ripiani modulari rezza, perfetta per essere ancorata
Touch Lamp, Touch Side Table, e asimmetrici. Flessibile sulla base alla storica struttura preesistente.
Touch Stools and Touch Tray. delle esigenze d’arredo, Password Il Nature&Spa Vitalpina Hotel Pfösl è Il sistema Wood-Skin ha permesso,
zanat.org rende possibile l’inserimento di schie- una struttura ricettiva inserita in un inoltre, d’integrare in maniera fluida,

XII Dossier
legno e laterizio
dossier
l’illuminazione circadiana –firmata capace di raccontare l’unicità dei legni realizzazioni zazione di sue diverse parti: la strut-
Flos– e la complessa impiantistica: utilizzati, e racchiusa da sempre nella tura del campanile in legno, sostiene la
aria condizionata, proiettori video,
camere robotizzate e sensoristica sono
coesistenza tra tecnica e artigianalità.
Tecnologie innovative e all’avanguar-
Garofoli campana originale dell’antica Basilica,
sopravvissuta intatta al sisma e il
stati attentamente posizionati in fase dia, studiate appositamente dal team Glass House rivestimento a listelli di legno della
progettuale e accostati in opera senza di ricerca e sviluppo interno, rendono facciata, che crea una scenografica
soluzione di continuità, creando un possibile la creazione di esclusivi quinta alta quasi 10 m. La quinta di
impianto organico. Inoltre, un’impor- pattern lignei, esaltando la materia viva facciata, invece, alta circa 10 m e larga
tante caratteristica dello spazio è l’acu- del legno e riproducendo le sue caratte- 16 m, oltre a isolare simbolicamente il
stica ad alte prestazioni: i software ristiche naturali o inediti segni grafici. complesso dal resto del contesto, rivela
di modellazione parametrica hanno alpi.it il volume retrostante, con trasparenze
permesso la simulazione del compor- e opacità nell’arco dell’escursione
tamento della superficie e la sua defor- realizzazioni solare. Il legno, materia prima rinnova-
mazione fino al raggiungimento delle bile per eccellenza, è stato eletto quale
masse desiderate e stabilite dalle
necessità tecnico/acustiche. I pannelli
Oikos Venezia elemento principe del progetto per le
sue doti di riciclabilità, considerata
delle pareti e del soffitto, infatti, oltre Appartamento – Cortina d’Ampezzo, la natura temporanea del complesso,
ad avere caratteristiche di diffusione Belluno (I) di rapidità di esecuzione e di stabilità
del suono, sono ingegnerizzati per antisismica, fondamentale in una città
gestire le alte e basse frequenze sonore. così duramente colpita dal terremoto.
Le geometrie complesse offrono una La stanza con letto a baldacchino, rein- jove.it
superficie irregolare che aiuta la diffu- terpretato in chiave moderna, fa parte
sione del suono e, dunque, la ridu- del progetto Glass House Garofoli. Una realizzazioni
zione dell’eco. I tessuti all’interno del proposta originale ed esclusiva per il
rivestimento, invece, garantiscono
un comportamento a membrana, più
residenziale moderno che declina il
nuovo parquet vintage in molteplici stili
Mobart Ben
simile a un materiale tessile che a un e ambienti e che accoglie la versati- Casa Riflesso – Taibon Agordino,
pannello di legno, in grado di assorbire lità di elementi differenti personalizza- Belluno (I)
anche le basse frequenze. bili. Il progetto Glass House, concepito
wood-skin.com e realizzato per un innovativo concetto
La porta blindata Synua, dal rivesti- di arredo, si sviluppa grazie all’ampia
realizzazioni mento esterno in legno fornito dal declinazione di modelli e finiture dei
cliente e maniglione verticale a tutt’al- prodotti Garofoli. Parquet a pavimento,
ALPI per tezza completamente incassato, è stata
scelta come imponente ingresso del
boiserie e rivestimenti di design:
contemporanee soluzioni per vestire
Sanlorenzo lussuoso appartamento montano. Per
la realizzazione del suo rivestimento
con eleganza qualunque ambiente
domestico.
Yacht crossover SX76 interno, invece, è stato utilizzato garofoli.com
progetto Piero Lissoni pregiato legno di abete grigio, lo stesso
che riveste l’intero appartamento, recu- realizzazioni
perato da antichi casolari locali, dopo
uno speciale trattamento. La blindata
a bilico verticale di grandi dimen-
Jove
sioni Synua –fino a 2,2 m di larghezza Chiesa di San Bernardino – L’Aquila (I)
per 3 m di altezza in una sola anta– progetto Antonio Citterio Patricia Viel
è senza cerniere o viti a vista, grazie and Partners
FEDERICO CEDRONE

al nuovo profilo in alluminio. Sicura,


moderna, raffinata e personalizzabile,
ora è disponibile anche nella versione
a taglio termico con parametri sempre
più elevati: classe 3 di serie per l’antief- Il larice spaccato, in un’esclusiva
Gli spazi interni dell’innovativo yacht frazione, isolamento termico U=1, resi- finitura, è il protagonista indiscusso
di Sanlorenzo, sono stati rivestiti con stenza al fuoco EI 60/EI 120, isolamento del nuovo progetto di Mobart Ben,
il legno ALPI Xilo 2.0 Striped White, acustico 38 dB, e aria, acqua e vento la Maison agordina punto di rife-
©LEO TORRI

parte della Designer Collection. Una rispettivamente fino a 4, 5A e C5. È, rimento su tutto il territorio per
scelta estetica in linea con lo stile inoltre, abbinabile alla serratura elet- la progettazione e realizzazione di
contemporaneo del marchio Sanlo- tronica Arckey, comandabile tramite arredi e finiture in legno, su misura
renzo: ALPI Xilo 2.0 Striped White app per smartphone, per il controllo La chiesa, che ospita 224 posti a sedere, e su progetto. A rendere unica casa
propone, infatti, una tonalità croma- totale degli accessi. L’azienda Oikos è stata costruita in tempi record alla Riflesso è, in particolar modo, la
tica chiara e delicata che trae ispira- Venezia è in grado di trovare soluzioni periferia dell’Aquila, in seguito al deva- composizione della cucina: essa si
zione dalla natura e permette continu- all’avanguardia e su misura per soddi- stante terremoto, con moduli provvi- presenta, infatti, completamente
ità stilistica tra i vari ambienti interni. sfare le richieste dei clienti, grazie alla sori in legno e acciaio, materiali rici- tamponata su ogni lato, intervento
L’azienda ALPI si contraddistingue sua competenza artigianale e all’orga- clabili pensati per un futuro riutilizzo. che dimostra l’impegno e la maestria
per l’approccio creativo e di ricerca al nizzazione industriale. Il progetto si è avvalso della compe- degli artigiani dell’azienda.
servizio di una progettualità raffinata, oikos.it tenza dell’azienda Jove per la realiz- mobartben.it

XIV Dossier
INTERNI
January-February 2020
ENGLISH ISSUE
ON NEWSSTANDS

January-February 2020
+ DESIGN INDEX
36th edition
The exclusive guide
with 8000 Italian
design addresses

internimagazine
internimagazine.it/com
CASABELL A formazione
1
Casabella e ProViaggi Architettura Studio Frontali, Wasp.
hanno sviluppato un articolato A inaugurare la manifestazione è
programma di iniziative per rispondere stata la conferenza Abitare in città/
alla domanda di formazione e agli Dwelling in the city con Cino Zucchi
obblighi di aggiornamento previsti presso il Classis Ravenna, nuovo museo
dagli Ordini. Le iniziative si rivolgono della città e del territorio risultato
a studenti e liberi professionisti. della riconversione dell’ex zuccherifi-
La proposta formativa comprende: cio Eridania. A questo evento hanno
viaggi di architettura, visite di cantieri, preso parte l’Assessore all’Urbanistica
siti produttivi e mostre, incontri con del Comune di Ravenna Federica Del
i protagonisti, lezioni, workshop. Conte, il Presidente della Fondazione
Ravenna Antica Giuseppe Sassatelli,
report il Presidente dell’Ordine degli Archi-
tetti P.P.C. di Ravenna Luca Frontali,
Ravenna Marcello Bacchini di Edilpiù e Michele
Marzucco di Quick Spa e Roberto Bosi
Città Aperta di CASABELLAformazione.

© ADRIAN LUNGU
L’incontro è stato un momento di rifles-
sione sul tema dell’abitare nelle città e
dal 11.10.2019 un’opportunità per analizzare diverse
esperienze di housing nel territorio
al 13.10.2019 2
contemporaneo.

Ciclo d’incontri e visite all’Architettura main partner del progetto


Contemporanea:
venerdì 11 ottobre
—visite in anteprima e conferenza
inaugurale
sabato 12 ottobre
—visite itinerari 1, 2, 3, 4
domenica 13 ottobre Edilpiù – porte e finestre
—visite itinerari 5, 6, 7, 8 Azienda specializzata nella progetta-
zione e installazione di serramenti e
L’iniziativa Ravenna Città Aperta, ideata infissi per l’involucro edilizio.
da ProViaggiArchitettura e organizzata edilpiu.eu
da CASABELLAformazione in colla-
borazione con l’associazione cultu- partner del progetto
rale Habitat2020, costituisce la terza
edizione del progetto Città Aperte

© ADRIAN LUNGU
che mira ad accendere i riflettori su
progetti di architettura contemporanea
nelle città–periferie stimolando la valo-
rizzazione urbana e sociale. Quicklighting – Living in the right light
Centinaia di cittadini e professioni- Azienda del gruppo Quick Spa, leader
sti del settore hanno partecipato ai tre 3 nella produzione di accessori e illumi-
giorni di visite guidate, che hanno dato notecnica nautici, è specializzata nella
loro l’opportunità di visitare alcune produzione di apparecchi per l’illumi-
architetture ravennati, accompagnati nazione di alta qualità e Made in Italy.
dai relativi progettisti. All’interno degli quicklightingprojects.com
8 itinerari organizzati in tutto il terri-
torio provinciale, sono stati visitati i
32 progetti individuati per peculiarità
architettoniche e ruolo sociale.
Gli studi di architettura selezionati e
coinvolti nelle visite guidate sono stati:
A2 Studio, Alessandro Bucci Archi-
tetti, Angeli Brucoli, Calderoni Manetti,
Chiara Preti, Cino Zucchi Architetti,
Davide Randi, Ellevuelle, Gianluca Zoli,
Giorgio Laghi, La Mela Spazio 52, LBLA 1 visita Residenze Darsena Lotto 4
+ partners, Luoghidellacittà, MTa Asso- con Cino Zucchi
ciati – Giancarlo De Carlo Associati, 2 Classis Ravenna, sede della
© ADRIAN LUNGU

Missiroli Ghetti, Montini Architettura, conferenza inaugurale


Nuovostudio, Officina Meme, Paolo 3 visita guidata GAIA, la prima casa
Rava, Piersanti Rava, Stefania Altieri, stampata 3d con Wasp

casabellaformazione.it

XVI
906
SOM M ARIO
19 9 6 –2 018 I N D I C I N U OVA E D I Z I O N E
I N D I C E S 6 32 – 893 N E W E D I T I O N

I N C O N S U LTA Z I O N E E S C L U S I VA S U :
AVA I L A B L E F O R R E F E R E N C E O N LY AT :
9 0 6 — FE B B R A I O 2 0 2 0 C A S A B E L L AW E B . E U

4—13 36 —43 92 — 99
PR AKSIS ARKITEK TER NI CO L Á S CA MPODONI CO BIBLIOTECA
O L U F BAG E R S P L A DS, O D E N S E, C A P P E L L A S A N B E R N A R D O, 92
DA N I M A RC A L A P L AYOSA , C Ó R D O BA , A R G E N T I N A RECENSIONI
4 39 94
C O N T R A P P U N T I E M PAT I C I U N A DA N Z A D I G E O M E T R I E WO H N E N LE R N E R , I M PA R A R E
M a ss i m o C u r z i Fr a n c e s c a S e r r a z a n e t t i A D A B I TA R E : L E M O LT E L E ZI O N I
D I V I E N N A ROSSA
14—19 44 —53 G i a n l u c a Fr e d i a n i
TROPICAL SPAC E CO., LTD PER KIRKEBY
T E R R A C O T TA S T U D I O, T R E C A PPE L L E, H O M B RO I C H, 100
Ð I Ê. N BÀ N, PROV I N C I A D I Q UA N G GER MANIA, 2002– 09 L A FOTO GR AFIA
NAM, VIETNAM 44 U N A C OSA P I C C O L A E M A N E G G E VO L E,
14 P E R K I R K E BY E I M AT T O N I I L M AT T O N E : U N B U O N M A E S T RO
A R T I G I A N AT O I N E S P OS I ZI O N E T h o m a s B o J e ns e n 100
Fr a n c e s c a S e r r a z a n e t t i 51 L U DW I G M I E S VA N D E R
P E R K I R K E BY, " D R E I K A P E L L E N " RO H E, M O N U M E N T O A K A R L
20—27 2 0 0 2 – 0 9, K I R K E BY- FE L D, L I E B K N E C H T E R O S A L UX E M B U R G,
SERGISON BATES H O M B RO I C H ZE N T R A L FR I E D H O F FR I E D R I C H S FE L D E,
Fr a n k B o e h m B E R L I N O 19 2 6
ARC H ITEK TEN
D U E V I L L E U R BA N E, ZU R I G O, 54 —65 101—103
S V I Z ZE R A
WITH ERFO RD WATSON EN GLISH TE X TS
20
E L O G I O D E L L A BA SSA D E N S I TÀ M AN N ARC H ITECTS 101
ENGLISH TEXTS
Fe d e r i c o Tr a n f a B R I C K FI E L DS, C R E M E R S T R E E T,
H OX T O N, R E G N O U N I T O
28—35 54
L A FO RNAC E HOFFM ANN. D O L C E L AVO R A R E
M a ss i m o C u r z i
L A COT TU R A DE I M AT TONI
A C IC LO CO NTINU O 66 —91
28 TU RNING POINT
DA B E R L I N O A M I L A N O,
L’I N V E N ZI O N E D I U N
JOSÉ R AFAEL MO NEO
E D I FI C I O - M AC C H I N A VALLÉS, R A MÓ N BESCÓS,
Fe d e r i c o B u c c i QUARTIER GENER ALE DI
BAN KINTER
66
R I C O R D O/I . R A FA E L M O N E O,
BA N K I N T E R , M A D R I D 1972 –7 7
J u a n J os é L a h u e r t a

2 SOMMARIO
“ Il mattone è un altro
maestro. Quanto è
ingegnosa questa cosa
piccola e maneggevole,
com’è utile per ogni
scopo. Quale logica
mostra la sua
commettitura, quale
vivacità i suoi giunti.
Quale ricchezza
possiede la più semplice
superficie muraria, ma
quale disciplina impone
questo materiale”
3
Praksis Contrappunti empatici
Massimo Curzi

Arkitekter Un tempo l’uso dei mattoni in architettura


permetteva di legare caratterialmente un
edificio a un luogo. L’argilla cavata in zona
determinava il timbro materico e cromatico di

Oluf Bagers Plads, un contesto territoriale. Questo materiale


veniva lavorato a mano, in dimensioni
geometriche specifiche per quel luogo e cotto

Odense, Danimarca in forni a temperature che rivelavano, in modo


estremamente preciso, la zona climatica di
produzione: la temperatura di cottura
determinava la compattezza e la
trasformazione della materia che poteva, in
molti casi, vetrificare.
Ancora oggi l’uso del mattone consente di
determinare il tono dell’edificio, rendendolo
più o meno contestuale a un luogo. Un esempio
molto eloquente è proprio questo progetto
dello studio danese Praksis Arkitekter che
ancora una volta ci mostra la sua attitudine a
realizzare edifici empatici rispetto a contesti
delicati e problematici. In questo caso il
progetto risolve un problema di proporzioni e
densità urbana ai margini del centro storico
della città di Odense, terzo centro urbano della
Danimarca e luogo che nel 1805 ha dato i natali
al famoso scrittore di favole Hans Christian
Andersen.
Il progetto permette di dar soluzione a un
margine non ben definito del tessuto storico
della città, un punto in cui la trama e le
proporzioni delle strade vanno a dialogare con
la viabilità e la dimensione spaziale
architettonica della parte più recente e
moderna del centro urbano. La proposta vede
la realizzazione di due nuove testate che, in
tensione e dialogo tra loro, risolvono e
finalmente concludono il tessuto denso del
borgo storico. Anche se apparentemente in
secondo piano, il progetto prevede anche la
realizzazione di una nuova pavimentazione
che, in realtà, ne diventa l’elemento chiave. Il
suo disegno risolve il nodo di congiunzione
delle diverse direzioni determinate dalle strade
che sbarcano sulla nuova piazza, dando forma

4
1

C AS A B E LLA 9 0 6 5
2

1
la testata di uno dei due edifici,
in evidenza il disegno della
modanatura in rilievo
image of the end of one of the
two buildings, showing the
design of the relief molding

2, 3
le due viste dalla piazza
antistante la costruzione
mostrano il legame tra i due
corpi architettonici attestati a
lato dell’edificio storico Oluf
Bagers Gaard
two views from the plaza in
front of the construction
show the connection between
the two architectural
volumes beside the historic
Oluf Bagers Gaard building
4–7
campionature di materiali e fasi
di cantiere
material samples and
worksite phases

6 Praksis Arkitekter
4

a un nucleo centrale delimitato da una serie di piazza, al di là dell’antico edificio Oluf Bagers
semicerchi che si concatenano efficacemente Gaard: si tratta di un nuovo volume che
con la complessa pavimentazione proveniente riprende la fisionomia e le quote dell’edificio a
dai bordi. lato sul quale va a completare il prospetto.
Come in altri casi, per esempio Anche in questo caso la facciata ha un ordine
nell’intervento dell’antico fienile Slotfelt nelle tripartito con basamento, corpo centrale e
campagne danesi pubblicato nelle pagine di copertura che, avendo una falda dalla
«Casabella» n. 902, ottobre 2019, lo studio pendenza molto pronunciata, diventa parte
Praksis Arkitekter dimostra ancora una volta importante del prospetto su strada: la linearità
5
grande abilità a intervenire in un contesto della falda viene interrotta da una serie di
esistente. abbaini sporgenti che replicano la ritmica di
I due edifici, uno più basso su due livelli e quelli presenti nell’edificio esistente. Anche in
uno più alto a tre piani, vanno a concludere due questo la pianta del piano terra rimarca la
fronti costruiti da caratteri e dimensioni presenza del punto d’ingresso attraverso lo
volumetriche assai diversi. Il corpo più basso si sprofondare del portale. La piegatura della
attesta a un piccolo edificio residenziale di linea di perimetro trasforma una sottile parte
6
colore rosso sormontato da un doppio ordine coperta porticata in una sorta di nuovo
di falde di copertura: per far questo il nuovo vestibolo d’accesso.
elemento sul fronte posteriore si abbassa Ambedue gli edifici si legano tra loro,
notevolmente di quota con una falda di elevata andando così a delimitare lo spazio della
pendenza. Così facendo il nuovo edificio tenta nuova piazza, grazie al disegno delle facciate
di trovare un compromesso formale esterne realizzate in mattoni pieni, con un
volumetrico, una postura particolare in cui basamento segnato dalle grandi aperture
l’unica regola rimane solamente la 7 voltate e dai fronti superiori caratterizzati da
composizione dei prospetti ripartiti in due un motivo di mattoni posati con alcuni corsi
parti: la parte basamentale inferiore e il corpo sporgenti, a disegnare così un raffinato
superiore che si conclude con una copertura a motivo a losanghe che dona ai due edifici
doppia falda. carattere e senso di rinnovato legame con la
La pianta di questo piccolo corpo appare tradizione. Una caratteristica tecnica di questi
schiacciata, a comprimere le funzioni interne. due nuovi edifici sta nella sua struttura
Il volume nella parte basamentale è portante che, vista la non eccessiva
caratterizzato da ampie aperture voltate che dimensione dei fabbricati, è realizzata con
danno trasparenza verso la nuova piazza e blocchi di laterizio portante di grande inerzia
rimandano all’architettura della tradizione. In termica, rivestiti esternamente da una
uno dei suoi angoli, tra strada pedonale e controparete di mattoni pieni.
piazza, il volume si svuota facendo arretrare il La struttura portante dei solai e la loro
serramento d’ingresso, tendando in questo geometria strutturale sono lasciate “a vista”
modo di dare maggior rilevanza al punto senza alcun rivestimento, garantendo in questo
d’accesso all’edificio e, allo stesso tempo, di modo agli spazi interni un efficace
addolcire il punto di contatto con il flusso dei contrappunto materico rispetto alle bianche
pedoni. Nel prospetto posteriore la falda del pareti verticali. Sulla nuova piazza un’ordinata
tetto, abbassandosi in modo asimmetrico, alberatura garantisce un piacevole
viene interrotta a livello del primo piano da un ombreggiamento dello spazio pubblico,
piccolo terrazzo “in tasca”. trasformando questo duplice intervento in un
Il secondo corpo architettonico si rilevante nodo d’ingresso al quartiere storico di
posiziona sul fronte opposto della nuova questa importante città danese.

C AS A B E LLA 9 0 6 7
8 10

8–11
immagini scattate dalla piazza
antistante mostrano il dialogo
tra i due edifici e come il piano
terra tende a modularsi e a
svuotarsi per accogliere i
passaggi pedonali
images shot from the frontal
plaza show the dialogue
between the two buildings,
and the way the ground floor
is shaped and emptied to
accommodate pedestrian
passages
12
l’edificio alto caratterizzato
dalla presenza di abbaini sul
tetto di copertura
the high building with the
presence of dormers on the
roof

11

8 Praksis Arkitekter
12

Praksis Arkitekter (Mette Tony,


Mads Bjørn Hansen)
Due nuovi edifici nell'antico
quartiere di Oluf Bagers Plads
a Odense, Danimarca

scheda del progetto


progetto
Praksis
progettisti
Mette Tony, Mads Bjørn
Hansen, Marianne Jørgensen,
Christian Tilma, Jakob Lind
Rasmussen
strutture e impianti
Henry Jensen A/S
paesaggio
Praksis
impresa
S. Guldfeldt Nielsen A/S
subappalto paramenti murari
Alf Jensen A/S
committente
Realdania By & Byg (Frants
Frandsen)
cronologia
2016–18: progetto e
realizzazione
dati dimensionali
1.270 mq superficie
complessiva
localizzazione
Oluf Bagers Plads, Odense,
Danimarca

fotografie
Jens Lindhe

C AS A B E LLA 9 0 6 9
13 15

14

0 2,5m
5m
0

10 Praksis Arkitekter
16

2,5m
13, 14, 15
planimetria, prospetto e sezione
siteplan, elevation and
section
16
sezioni e prospetti costruttivi.
Stratigrafia del tetto: tegole a

0
incastro, isolamento del tetto in
fibra di legno a lastre e a
granuli, intonaco interno e
pittura a base calce. Stratigrafia
dei muri perimetrali: mattoni
laterizi con finitura “fatta a
mano”, muratura in laterizi a
blocchi termoisolati portanti,
voltini finestrature in blocchi a
“U” strutturali di laterizio,
intonaco interno e pittura a base
calce. Parapetti in acciaio
verniciato. Solai interni
prefabbricati a ponte misti con
parti strutturali rivestite in
laterizio, finitura inferiore a
calce e superiore in piastrelle.
Pareti interne a blocchi non
portanti con finitura a calce.
Serramenti in alluminio e legno.
Scale interne in moduli
prefabbricati. Le superfici
esterne a basamento sono
previste rivestite di verde
rampicante
construction sections and
elevations. Roof stratigraphy:
interlocking tiles, roof
insulation in wood fiber in
sheets and granules, internal
plaster and lime-base paint.
Perimeter wall stratigraphy:
earthenware bricks with
“handmade” finish, thermal
insulated load-bearing brick
masonry, window lintels in
earthenware U-shaped
blocks, internal plaster and
lime-base paint. Parapets in
coated steel. Internal
prefabricated bridge slabs
mixed with structural parts
clad in brick, lower finish in

5m
lime, upper finish in tile.
Internal non-load-bearing
block walls with lime finish.
Frames in aluminium and
wood. Prefabricated internal
modular steps. Outer base
surfaces to be covered with
climbing plants

C AS A B E LLA 9 0 6 11
17 19

17–21
gli interni con in evidenza il
soffitto del piano terra lasciato
“a vista” con la trama del solaio
realizzato con struttura mista.
Vele di gesso bianco appese
replicano il disegno della trama
del solaio
the interiors showing the
ceiling of the ground level
left “exposed” with the
pattern of the mixed
structural slab. Vaults of
white plaster replicate the
pattern of the slab

20

18

21

12 Praksis Arkitekter
22

22
dettaglio di facciata
facade detail

C AS A B E LLA 9 0 6 13
Tropical Artigianato in esposizione
Francesca Serrazanetti

Space Co. Nel Vietnam centro-meridionale sono diffusi i


resti dei santuari del regno Champa, che fiorì tra
il II e il XV secolo: molte delle tipiche torri in
mattoni rossi a vista sono sopravvissute ai

Terra Cotta Studio, saccheggi e ai bombardamenti della guerra, e


sono visitabili ancora oggi.
Uno dei centri Champa meglio conservati è

Điê.n Bàn, Vietnam quello di My Son, a pochi chilometri dal fiume


Thu Bon, sulle cui sponde sorge il Terra Cotta
Studio: quest’ultimo è lo spazio di lavoro
dell’artista Le Duc Ha, che ha ereditato tecniche
artigianali per la produzione di vasellami, statue
e oggetti in argilla. La presenza di questa
semplice architettura in mattoni a vista nel
verde brillante della campagna circostante non
può non evocare quella degli antichi santuari
dell’area (la vicina Tra Kieu è stata la capitale del
Regno Champa dal IV al VII secolo).
Lo studio vietnamita Tropical Space Co. fa
del mattone un materiale di ricerca
continuativa. Attento all’equilibrio tra uomo,
architettura e ambiente, il lavoro di Nguyen Hai
Long e Tran Thi Ngu Ngon reinterpreta
tradizioni locali rispondendo alle esigenze di un
clima tropicale: aerazione naturale e protezione
dall’irraggiamento solare, nelle ore più calde del
giorno, sono le condizioni di base cui
rispondono le murature in mattoni lasciati a
vista, che mostrano la bellezza del materiale
grezzo e sfruttano la sua capacità di assorbire
umidità e calore. Ombra e ventilazione
dialogano, nella composizione, con le esigenze
del contesto e degli abitanti. In molti progetti di
Tropical Space Co. emerge la relazione tra
elementi massivi e strutture leggere: queste si
relazionano con la volumetria definita da
orditure di mattoni, sempre accostati
alternando pieni e vuoti nella composizione di
textures e filtri di luce.
Nella Wasp House per esempio (Ho Chi Min
City, 2015), inserita in una cortina edilizia nel
tessuto urbano, i mattoni in facciata lasciano
filtrare la luce, mentre la scala interna,
illuminata zenitalmente, è uno spazio di

14
1

C AS A B E LLA 9 0 6 15
2 4

Tropical Space Co., Ltd


Terra Cotta Studio,
atelier e laboratorio

scheda del progetto


progetto
Tropical Space Co., Ltd
team di progetto
Nguyen Hai Long, Tran Thi
Ngu Ngon, Nguyen Anh Duc,
Trinh Thanh Tu
costruzione
lavoratori locali
cronologia
2016: costruzione
3
dati dimensionali
49 mq superficie coperta
localizzazione
Điê.n Phuong, Điê.n Bàn,
,
,

Provincia di Quang Nam,


Vietnam

fotografie
Oki Hiroyuki

5m
0

16 Tropical Space Co., Ltd.


5

1
collegamento verticale che crea piattaforme da dettaglio di una facciata: i
abitare, antri intimi per la lettura o per la mattoni sono disposti in modo
crescita delle piante. La Long An House (2017) ha da generare pattern compositivi
differenti che si alternano in
una solida volumetria chiusa verso l’esterno: la riquadri modulari
concatenazione di ambienti e corti consente facade detail: the bricks
generate different
tuttavia la massima ventilazione e illuminazione compositional patterns that
grazie alla porosità delle pareti in mattoni e alla alternate in modular
segments
presenza di un patio centrale su cui si aprono
tutti gli ambienti domestici, articolati in spazi 2
planimetria dell’area
fluidi collegati da scale e soppalchi. plan of the area
Guardando alla semplicità del Terra Cotta 3
vista dell’edificio dal fiume Thu
Studio, sembra di poter individuare dei caratteri Bon
archetipici, elementi comuni del linguaggio view of the building from the
Thu Bon River
compositivo degli architetti Nguyen Hai Long e 4
Tran Thi Ngu Ngon. Lo Studio è un cubo di piante piano terra, primo piano,
sette metri per lato, illuminato dall’alto da una copertura e prospetto
ground and first floor plans,
vetrata trasparente e perimetralmente dalla roof plan and elevation
5, 6 6
luce che filtra tra i mattoni dell’involucro. Lo
viste dell’edificio nel suo
spazio interno è avvolto sui quattro lati da una contesto paesaggistico: intorno
struttura in bambù e legno di ballatoi, scale, allo Studio un recinto di bambù
crea delle sedute e un piano di
panche e piattaforme usati per seccare i appoggio per l’essicazione dei
prodotti di terracotta, proteggendoli dal rischio manufatti
views of the building in its
di inondazioni dei livelli più bassi. Questo landscape context: around
sistema modulare crea affacci sullo spazio the studio, a bamboo
enclosure creates seating and
centrale dello Studio e sul paesaggio a surface for the drying of
circostante. Il piano terra di accesso, dedicato al artifacts
laboratorio dell’artista, è nettamente separato
dal livello superiore da un solaio in cemento,
staccato dalle pareti perimetrali dalla struttura
praticabile in legno, una griglia tridimensionale
che unisce tutti i livelli.
Nei fronti i mattoni pieni di argilla –che
ricordano le fornaci tradizionali– sono disposti
in una geometria di sei moduli, tanto in altezza
quanto in larghezza, che creano dei riquadri con
pattern compositivi diversi l’uno dall’altro: i
vuoti lasciati tra i mattoni favoriscono la
ventilazione e la continuità tra spazio interno e
paesaggio circostante, pur mantenendo una
dimensione di protezione e intimità.
Il modulo del quadrato diventa così
l’elemento progettuale che si proietta su più
livelli dello spazio, dal volume alle facciate, fino
alla struttura leggera di montanti e traversi che
caratterizza l’articolazione spaziale degli interni.

C AS A B E LLA 9 0 6 17
7 9

7
vista dell’ingresso dell’edificio,
con lo spazio di lavoro
dell’artista
view of the entrance of the
building, with the artist’s
workspace
8, 9, 10
viste del primo piano
dell’edificio, illuminato
dall’alto; il sistema praticabile
di scale e ballatoi in legno lungo
i fronti interni affianca una
struttura modulare di elementi
per l’essicazione ed esposizione
delle opere
views of the first floor of the
building, lit from above; the
system of wooden stairs and
balconies along the internal
fronts is joined by a modular
structure for the drying and
display of works

10

18 Tropical Space Co., Ltd.


11

11
vista dall’alto verso lo spazio
centrale dello Studio, con la
bucatura circolare sul tavolo di
lavoro dell’artista al piano terra
view from above towards the
central space of the studio,
with the circular opening on
the work table of the artist on
the ground floor

C AS A B E LLA 9 0 6 19
Sergison Elogio della bassa densità
Federico Tranfa

Bates Londra e Zurigo non sono mai state così vicine


come negli ultimi dieci anni. Le ragioni che
hanno spinto i migliori architetti britannici
contemporanei a misurarsi con la cultura

Due ville urbane a svizzera sono diverse: la capacità di attrazione


delle scuole di architettura elvetiche, le
opportunità professionali offerte da un mercato

Zurigo delle costruzioni eccezionalmente evoluto, il


ricorso sistematico allo strumento del concorso
per l’assegnazione degli incarichi, ma anche le
affinità elettive costituite da un comune
interesse per le qualità ambientali
dell’architettura. Sergison Bates architects, per
esempio, ha aperto un ufficio a Zurigo nel 2010
con l’intenzione di inserirsi gradualmente nel
contesto professionale della città, e il progetto
1
che pubblichiamo in queste pagine potrebbe
essere definito una sorta di opera prima svizzera,
sebbene segua di alcuni anni la realizzazione
dell’edificio residenziale in Rue Rousseau, Rue
du Cendrier a Ginevra (2006–11, vedi «Casabella»,
n. 834, 2016).
Seebach è un sobborgo che si trova lungo la
direttrice di collegamento tra il centro città e
l’aeroporto di Zurigo-Kloten. Un contesto edilizio
variegato, relativamente denso lungo gli assi
viari e più rarefatto nei terreni in pendio. Il tema
della villa urbana, sia in Gran Bretagna sia in
Svizzera, è presente così nella tradizione tardo
ottocentesca e novecentesca come in quella
contemporanea e, nel caso dell’edilizia di
sostituzione, garantisce il mantenimento delle
caratteristiche ambientali del luogo anche in
presenza di un indice di fabbricazione più alto. A
Seebach, Sergison Bates intervengono con
delicatezza e misura, combinando la personale
cultura del mattone di questi architetti con
quella locale del calcestruzzo. In una nota
dedicata al progetto Jonathan Sergison scrive:
«Costruire un edificio di mattoni a Zurigo
potrebbe sembrare una scelta inusuale, perché si
tratta di una città nella quale l’impiego
dell’intonaco, nelle sue molteplici varianti, è
molto più frequente, spesso in combinazione con

20
2

1
Jonathan Sergison, schizzi di
studio delle facciate
Jonathan Sergison, study
sketches of the facades
2
i due edifici in sequenza
sequence of the two
buildings

C AS A B E LLA 9 0 6 21
3

3
vista dei due edifici dal terreno
boscoso confinante
view of the two buildings
from the bordering wooded
zone
4
edificio di testa, articolazione
volumetrica
end building, volumetric
arrangement

22 Sergison Bates architekten


materiali isolanti rigidi (…). Tuttavia, a uno sguardo più ravvicinato, si orizzontali di mattoni, che contribuiscono a
nota come un certo numero di progetti recenti impieghino il mattone modulare ulteriormente le superfici».
come materiale dominante per il rivestimento della facciate e, guardando Interessante è il ruolo che gli architetti
al passato, risulta evidente come il mattone non sia affatto fuori luogo a hanno assegnato ai prefabbricati di calcestruzzo
Zurigo. Numerosi edifici industriali e di servizio del diciannovesimo e del che coprono la distanza tra le finestre e dietro i
ventesimo secolo, generalmente situati nei pressi della ferrovia, erano quali trovano spazio le tende esterne. I pannelli,
realizzati in mattoni, che potevano essere facilmente trasportati con il di dimensione variabile, svolgono sia la funzione
treno. di marcapiano sia quella di davanzale, e
Nella stessa epoca, dietro l’intonaco, una muratura di mattoni all’altezza del coronamento si prolungano fino
portanti era spesso impiegata anche per gli edifici residenziali. Inoltre alla linea di gronda, che corrisponde al piano
diverse ville urbane o frammenti di edifici a corte avevano le facciate attico arretrato. Oppure, come nel caso delle
rivestite di mattoni a corsi alternati. Generalmente questi mattoni sono logge, simulano la presenza di una trave mentre
duri, con spigoli affilati e colore ocra mentre quelli rossi venivano in effetti si limitano a nascondere lo spessore
utilizzati per sottolineare gli angoli, le cornici delle finestre e altri della soletta e del soffitto sottostante. L’interesse
particolari decorativi. La coppia di palazzine che abbiamo recentemente suscitato da queste due sobrie palazzine non è
completato a Seebach, Zurigo, attinge da questa tradizione consolidata. comunque circoscritto al trattamento delle
Nati grazie alla volumetria preesistente di due ville attigue, i nuovi edifici facciate perché anche gli interni rappresentano
ospitano un totale di 31 appartamenti e, aderendo alle convenzioni un tentativo riuscito di andare oltre le
tipologiche che caratterizzano le ville urbane, ne esplorano la nozione di limitazioni imposte dai costi di costruzione e
differenza. Le palazzine sono infatti simili per materiali e dettagli dai regolamenti edilizi. Entrambi gli edifici sono
costruttivi ma differiscono per il colore dei mattoni, il tessuto delle tende caratterizzati da un vano scala ampio e
e delle piastrelle, conservando quel senso di varietà all’interno di un luminoso, uno spazio condiviso che accresce la
canone comune già presente nel vicinato». qualità abitativa perché dimostra l’importanza
Il laterizio impiegato da Sergison Bates a Zurigo proviene dal Belgio, rappresentata da un’attenta progettazione delle
un Paese in cui lo studio è attivo da tempo, ed è stato scelto in due superfici di transizione tra esterno e interno. Le
colorazioni diverse: rosso rosato e grigio caldo. Trattandosi di mattoni finiture degli spazi comuni e degli appartamenti
pieni, per poterli impiegare come rivestimento sono stati tagliati a metà sono semplici ma scelte con cura e controllate in
(25 mm di spessore invece di 50) mentre per gli spigoli si è provveduto a ogni dettaglio, come se si trattasse di una casa
realizzare dei pezzi speciali. Consapevoli dell’ambiguità semantica che privata.
l’isolamento termico degli edifici implica a livello costruttivo, Sergison La relazione degli edifici con il contesto è
Bates hanno deliberatamente scelto di orientare verticalmente i corsi dei ben descritta da Jonathan Sergison: «I due
mattoni, che denunciano così la loro natura di puro rivestimento. Una edifici sono collocati in un paesaggio nel quale
simile tessitura delle facciate, caratterizzata dall’ampiezza dei giunti alte alberature mediano il rapporto con gli
verticali, si adatta particolarmente bene all’andamento delle aperture e edifici esistenti accrescendo la sensazione di
alla geometria slanciata dei pilastri di sostegno delle logge: «Da distante i familiarità e appartenenza al luogo. Piuttosto
due edifici appaiono grigio-marrone e rosa, sebbene il tono cambi a che imporre l’onere della novità le palazzine
seconda della luminosità della giornata. Visti da vicino i corsi dei mattoni trovano posto nel sito in forma di attenta
somigliano alla corteccia di un vecchio albero e le colonne delle logge addizione a un consolidato quartiere situato ai
prendono l’aspetto di tronchi. margini della città». Una rinuncia, quella della
Nella parte inferiore dell’edificio sono stati impiegati un plinto di novità intesa come ricerca del massimo
calcestruzzo e un tipo di mattone più spesso, posato a corsi verticali alternati contrasto, che accompagna da sempre la
che, oltre a generare una variazione nel paramento di facciata, aggiungono produzione di Sergison Bates orientata,
una sorta di bugnato alla base. Questa soluzione è aggiustata in altezza lungo piuttosto, all’osservazione minuziosa del
i diversi prospetti, secondo i livelli e l’andamento del terreno. Nelle colonne quotidiano e alla trasfigurazione di ciò che, per
d’angolo questo tipo di rivestimento è esteso all’intera superficie, così da fretta o distrazione, si giudica spesso di scarsa
sembrare scanalate. I giunti del rivestimento sono invece dissimulati da corsi rilevanza.

C AS A B E LLA 9 0 6 23
5 7

Sergison Bates architekten


Due ville urbane in
Bahnhaldenstrasse, Zurigo,
Svizzera

scheda del progetto


progetto
Sergison Bates architekten
GmbH
progettisti
Jonathan Sergison,
Michael Stettler (architetto
responsabile),
Jonas von Wartburg,
Maria Seline
Aejmelaeus-Lindström,
Sibe Duijsters,
Flavia Saggese,
Jack Seijbold Dalla-Santa,
6
Agnes Paljak,
Carlotta Lagazzi,
Alessandra Sirena, 8
Julian Oggier (concorso)
gestione commessa
Caretta + Weidmann
Baumanagement AG, Zürich
paesaggio
Müller Illien
Landschaftsarchitekten,
Zürich
strutture
Ferrari Gartmann AG, Chur
impianti meccanici
BSP Energie GmbH, Zürich
impianti elettrici
Gutknecht Elektroplanung
AG, Au (ZH)
fisica dell’edificio
Raumanzug GmbH, Zürich
coordinamento progetto
Wohnbaubüro AG, Zürich
committenti
Evangelisch reformierte
Kirchgemeinde Zürich /
Immobilienverwaltung Meli
dati dimensionali
3.252 mq superficie
complessiva
cronologia
2015–19: concorso (primo
premio), progetto e
realizzazione
localizzazione
Bahnhaldenstrasse, Zurigo,
Svizzera

fotografie
David Grandorge

24 Sergison Bates architekten


9 11

5
planimetria generale
siteplan
6
pianta piano attico, piano tipo e
piano terra
penthouse floor plan,
standard floor plan and
ground floor plan
7, 8
particolare dei rivestimenti di
facciata alla quota del piano
inferiore
detail of facade claddings at
the lower level
9, 10
scorci dell’edificio di testa
views of the end building
11
prospetto e sezione tipo delle
facciate. I componenti edilizi
utilizzati nel progetto delle
facciate rispecchiano il desiderio
dei progettisti di evidenziare la
natura non strutturale dei
rivestimenti. Nel disegno a lato
la funzione dei diversi elementi è
resa esplicita, sia dal punto di
vista tecnico sia della
composizione architettonica. Il
senso di posa dei mattoni è
verticale, mentre i giunti di
10
separazione sono evidenziati da
un corso orizzontale. Al piede
dell’edificio una fascia di
mattoni sporgenti rende
maggiormente ricca di ombre la
superficie. Gli elementi di
coronamento, basamento e
separazione tra le finestre sono
realizzati in calcestruzzo
prefabbricato. Alla quota degli
architravi i pannelli di
calcestruzzo nascondono le
tende oscuranti esterne, mentre
alla base degli infissi formano le
soglie o i davanzali. Le balaustre
e gli infissi sono metallici, le
prime fissate direttamente alle
soglie. Un tetto verde completa
l’abaco delle superfici esposte
the construction components
used in the project of the
facades reflect the aim of the
designers to underline the
non-structural character of
the cladding. In the adjacent
drawing the functions of the
various elements are made
explicit, in technical terms
and terms of architectural
composition. The direction of
placement of the bricks is
vertical, while the expansion
joints are indicated by a
horizontal course. At the foot
of the building a band of

C AS A B E LLA 9 0 6 25
12 15

protruding bricks adds vivid


shadows to the surface. The
parts at the top and the base,
and those separating the
windows, are in precast
concrete. At the level of the
architraves the concrete
panels conceal the external
blackout curtains, while at the
base of the casements they
form thresholds or sills. The
balustrades and casements
are in metal, with the former
attached directly to the
thresholds. A green roof
completes the range of
surfaces
12–16 13
interni
interiors

16

14

26 Sergison Bates architekten


17

17
particolare dell’ingresso con in
evidenza il cambio di materiali
tra facciata e loggia
(rivestimento pareti in ceramica
e pilastro d’angolo in
calcestruzzo gettato in opera)
detail of the entrance
showing the change of
materials between facade
and loggia (ceramic wall
cladding and corner pilaster
in concrete, poured in place)

C AS A B E LLA 9 0 6 27
La fornace Da Berlino a Milano,
l’invenzione di un edificio-macchina

Hoffmann Federico Bucci


Nell’anno 1860 la rivista Zeitschrift für Bauwesen,
edita a Berlino, pubblica un lungo articolo
dedicato a un forno circolare “a lavoro continuo”

La cottura dei mattoni per cuocere mattoni costruito a Scholwin, presso


Stettino, nel territorio del Regno di Prussia1.
L’autore è un baumeister tedesco, Friedrich

a ciclo continuo Eduard Hoffmann (1818–1900), che ha avviato


l’attività della fornace con Julius Albert Gottlieb
Licht (1821–1898), direttore dell’ufficio tecnico
della municipalità di Danzica. L’anno successivo,
a testimonianza della portata dell’evento per il
mondo delle costruzioni, la notizia è ripresa
contemporaneamente, in Francia e in Italia, da
altri due prestigiosi organi di diffusione della
MATTONI
A IN COTTUR A 1 cultura tecnica europea: «Nouvelles Annales de la
Construction»2 e il «Giornale dell’Ingegnere
Architetto ed Agronomo»3.
FUOCO Il forno circolare Hoffmann, brevettato nel
10
1858, comincia a diffondersi in Europa e, nel 1867,
CAMERA
all’Esposizione Universale di Parigi, la sezione
11 DEL FUOCO 9
prussiana ne presenta un modello che viene
FUOCO FUOCO
premiato con la medaglia d’oro. Il rapporto del
12 8
Jury International mette in evidenza i suoi
vantaggi tecnici ed economici; in sintesi, alla
semplicità e all'efficacia delle operazioni di
CRUDI IN PRERISCALDAMENTO

13 7
COTTI IN RAFFREDDAMENTO

cottura, che riducono al minimo la quantità di


FUMI
A CALDA E FUM
A

prodotto da scartare, si aggiunge “une économie


U

14 6
CIMINIERA

CONDOTTO DI très-notable de combustible”4. Si tratta di una


COLLEGAMENTO
ALLA CIMINIERA
svolta tecnologica di portata storica in un settore
ARIA

15 5

produttivo antichissimo come quello dei laterizi,


MATTONI
MATTONI

attuata proprio nel momento in cui si celebrano


A

16 4

le potenzialità di nuovi materiali come il ferro e


DIAFRAMMA DI CARTA
T PAGLIA l’acciaio. In occasione dell’Esposizione parigina,
1 3
il Consiglio provinciale della città di Milano invia
SCARICO MATTONI
A COTTI
RI
2 una delegazione di esperti per studiare da vicino
A

A F
REDDA
le novità presentate nelle varie sezioni. Per i
materiali da costruzione, l’incarico è affidato a
Giulio Axerio (1830-1881), ingegnere piemontese
CARICO MATTONI
A CRUD I
specializzato all’École des Mines di Parigi, che in
quel periodo dirige il Regio Corpo delle Miniere
del distretto di Milano.
Il risultato della sua missione è una
relazione, intitolata Della fabbricazione dei

28
2

1
schema del funzionamento della
Fornace Hoffmann
functional diagram of the
5 Hoffmann kiln
2–6
tavole dal volume di Vittore
Zoppetti, Disegni di forni
macchine ed apparecchi per la
siderurgia a corredo del corso di
metallurgia professato all’Istituto
Tecnico Superiore di Milano
dall’Ingegnere del R. Corpo delle
Miniere V. Zoppetti, Litografia
Grupelli, Milano 1874: tav.
XXVII “Forni Boëtius - Forno
BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO
Hoffmann”; tav. XXVIII “Forno
Hoffmann a 18 compartimenti
- dettagli”; tav. XXIX “Studio e
dettagli di un forno Hoffmann”;
tav. XXX “Forno a gas per la
cottura della calce e laterizi a
sistema continuo”
plates from the volume by
Vittore Zoppetti, Disegni di
forni macchine ed apparecchi
3
per la siderurgia a corredo del
corso di metallurgia professato
all’Istituto Tecnico Superiore
di Milano dall’Ingegnere del R.
Corpo delle Miniere V.
Zoppetti, Litografia Grupelli,
Milano 1874: pl. XXVII
“Boëtius kilns – Hoffmann
kiln”; pl. XXVIII “Hoffmann
kiln with 18 compartments -
BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO details”; pl. XXIX “Study and
details of a Hoffmann kiln”;
pl. XXX “Gas kiln for the
firing of lime and brick in a
continuous system”

BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO

4 6

BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO

C AS A B E LLA 9 0 6 29
7

7, 8
tavole dal volume di Giuseppe
Musso e Giuseppe Copperi,
Particolari di costruzioni murali
e finimenti di fabbricati, 1. Opere
Muratorie e 2. Opere di finimento
e affini, G.B. Paravia, Torino
1885 e 1887: tav. I “Materiali e
particolari elementari” e tav. L
“Fornaci per la cottura dei
laterizi e della calce”
plates from the volume by
Giuseppe Musso and
Giuseppe Copperi, Particolari
di costruzioni murali e
finimenti di fabbricati, 1.
Opere Muratorie e 2. Opere di
finimento e affini, G.B.
Paravia, Torino 1885 & 1887:
pl. I “Materials and
elementary particulars” and

BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO


pl. L “Kilns for the firing of
brick and lime”

BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO

30 La fornace Hoffmann
laterizi, delle calci e dei cementi, in cui sono calore, il cui effetto inevitabile è lo scarto rilevante di mattoni o troppo cotti
esaminate dettagliatamente le diverse fasi della o troppo crudi. Inoltre, con il sistema “a fuoco continuo” non esistono
produzione dei laterizi e riportate modalità e tempi morti di lavorazione. Infatti, mentre in una parte della fornace è in
costi per la costruzione e la gestione degli corso la cottura, in un’altra è possibile immettere i mattoni crudi già
impianti, nonché notizie sul numero degli essiccati e prelevare quelli cotti o, se necessario, compiere le frequenti
addetti, il consumo di combustibile, i tempi, e riparazioni.
soprattutto il raffronto con i vecchi metodi Detto ciò, possiamo esaminare l’assetto fisico e il funzionamento di
adottati nella provincia di Milano5. Così, Axerio questo edificio-macchina nella versione definitiva, quella appunto che,
invita gli imprenditori italiani a costruire dopo dieci anni di esperimenti e perfezionamenti, è presentata
impianti per la produzione dei laterizi con il all’Esposizione di Parigi del 1867.
metodo di Hoffmann. La fornace Hoffmann è costituita da una lunga galleria a svolgimento
Del resto, è lo stesso baumeister tedesco a anulare, a pianta circolare o rettangolare con i lati minori arrotondati. Le
intuire le potenzialità del mercato del nuovo pareti e la volta superiore del cunicolo, alto circa due metri, sono costruite
Regno d’Italia e infatti, nel 1864, ottiene dal con una muratura in mattoni di notevole spessore che racchiude al suo
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio interno uno strato di materiale isolante per limitare la dispersione di
l’attestato di privativa industriale «per un trovato calore. L’intera lunghezza della galleria è suddivisa, con grate metalliche, in
che ha per titolo: Système de fourneaux sans fin ou un certo numero di scompartimenti (da dodici a ventiquattro) che
annulaires à action continue»6. Ai sensi della legge comunicano con l’esterno per mezzo delle bocche di caricamento e sono
n. 1657 del 31 gennaio 1864 sulle privative collegati, sul lato interno, da un condotto attraverso cui i prodotti della
industriali, tutti i brevetti rilasciati dal Ministero combustione sono immessi nel camino di scarico. Il procedimento della
devono essere pubblicati, completi di descrizione cottura avviene nel seguente modo: si comincia caricando alcuni
tecnica e disegni esplicativi, sul Bollettino scompartimenti con strati alternati di mattoni e combustibile (torba o
Industriale del Regno d’Italia, il cui primo volume carbon fossile); dopo aver chiuso le bocche di caricamento, si accende il
è appunto edito nel 18647. La conformazione e le fuoco nel primo di tali scompartimenti, in modo che la combustione sia
caratteristiche di funzionamento della fornace alimentata dall’aria che entra dalla fornace attraverso gli scompartimenti
Hoffmann si possono dunque desumere sia da ancora vuoti. In virtù dello stesso principio, l’aria calda prodotta dalla
questa prima relazione, sia dalle numerose combustione investe i mattoni che attendono di essere cotti negli altri
descrizioni apparse in seguito sui manuali e sulle scompartimenti, aumentandone progressivamente la temperatura e
riviste tecniche italiane8. facilitando l’infiammabilità del combustibile.
Il successo del nuovo sistema è dovuto in A cottura ultimata si interrompe l’alimentazione del fuoco nello
primo luogo alla stretta relazione tra scompartimento e, attraverso aperture poste sulla sommità della galleria, si
organizzazione del lavoro e organizzazione dello passa a immettere combustibile in quello successivo. In questo modo il
spazio, che inserisce questo esempio nel novero punto in cui divampa la fiamma si sposta seguendo il percorso della
degli edifici industriali ottocenteschi non più galleria, e la stessa corrente d’aria che alimenta la combustione
definibili come contenitori di macchine, uomini contemporaneamente raffredda i mattoni già cotti, con un notevole
e processi produttivi ma, con molta più risparmio nell’impiego di combustibili e una drastica riduzione del
precisione, come “edifici-macchina” progettati in materiale da scartare. Una volta arrivato allo scompartimento di partenza,
modo da corrispondere alle esigenze della il ciclo si ripete con la stessa cadenza e così i ritmi produttivi sono
produzione. decisamente intensificati, come pure la gravosità delle operazioni di
Rispetto agli antichi modelli “a fuoco caricamento e di alimentazione dei comparti di cottura, che si svolgono in
intermittente”, la nuova fornace “a fuoco ambienti a elevatissima temperatura e saturi di pulviscolo venefico. Ma
continuo” risolve una lunga serie di scompensi l’introduzione del brevetto Hoffmann in Italia è al centro di una vicenda dai
del ciclo produttivo dei laterizi: lunghezza risvolti piuttosto intricati, che tocca questioni di diritto internazionale.
eccessiva dei tempi di cottura e di Infatti, per non pagare la tassa di privativa ai concessionari italiani del
raffreddamento, dispersione termica, spreco di brevetto, alcuni fornaciai brevettano una serie di variazioni del sistema di
combustibile e disomogenea esposizione al cottura “a fuoco continuo”, affermando che la sua paternità non può essere

C AS A B E LLA 9 0 6 31
assegnata perché risale a tempi più antichi, come testimonia anche il geografia dinamica, caratterizzata dalla crescita
decreto del Governo prussiano che il 9 agosto 1870 annulla il privilegio di numerose attività produttive disperse nella
concesso a Hoffmann9. campagna, costituisce un segno tangibile del
Sul già citato Bollettino Industriale del Regno d’Italia, tra il 1865 e il 1870 lento processo di trasformazione fisica del
troviamo pubblicati, tra gli altri, gli attestati di privativa industriali paesaggio agrario milanese iniziato alla fine del
rilasciati «ai Sigg. Novi Cesare a Torino e Goebeler Hermann a Zurigo, per XVIII secolo: «Le moltissime fornaci di mattoni
un trovato che ha per titolo: Costruzione dei forni rettangolari Novi-Goebeler, ordinari –si legge nel volume Milano e il suo
per la cottura continuata di pietre laterizie, calce e cementi»10, «al signor territorio, edito nel 1844– per l’immenso consumo
Cerrano Luigi a Casale Monferrato, per un trovato che ha per titolo: Fornace cagionato dai restauri e dai nuovi fabbricati, son
per materiale da costruzione a cottura continua»11 e infine, «al signor uno de’ più bizzarri accidenti della nostra
Chinaglia Marcello, di Montagnana, per un trovato che ha per titolo: Forno campagna»17.
italiano, sistema Chinaglia»12. Con l’introduzione del nuovo sistema “a
La reazione non si fa attendere. In un opuscolo stampato nel 1871, la fuoco continuo”, le tendenze insediative del
Direzione della Privativa Hoffmann, con sede a Torino, si rivolge “Ai Signori settore dei laterizi non subiscono mutamenti
Deputati, Ministri e Senatori del Regno”, lamentando che le fatiche rilevanti. La vicinanza ai giacimenti è un vincolo
compiute per «fare applicare nel Regno su vasta scala l’invenzione del Regio sul quale i progressi tecnici non riescono ad
Architetto signor Federico Hoffmann di Berlino, cioè la sua Fornace ad agire, mantenendo inalterata l’utilità di collocare
azione continua, i cui importanti vantaggi sono abbastanza noti per lo l’intero ciclo produttivo (selezione delle terre,
straordinario risparmio di combustibile ottenuto nel cuocere i materiali confezione, cottura) in prossimità delle cave
con omogeneità e perfezione» sono state ripagate da «calunnie ed attacchi d’argilla. Tuttavia, non mancano le eccezioni. A
di una parte del giornalismo, che vuol disputare allo straniero i diritti partire dagli ultimi decenni del XIX secolo,
spettanti all’Inventore e fa per tal motivo al signor Hoffmann una guerra l’insorgere di una nuova complessità condiziona
spregevole»13. in diversa maniera le scelte localizzative.
Tra il “Forno Hoffmann” e il “Forno Italiano”14, inizia una contesa Nella provincia di Milano, il destino di questa
legale, a colpi perizie tecniche e sentenze dei Tribunali di Torino e di produzione si misura sull’andamento dei processi
Milano. Nonostante ciò, nel periodo successivo, la paternità del forno “a di espansione e trasformazione del capoluogo,
fuoco continuo” è attribuita a Hoffmann. In particolare, in Lombardia, la ma anche dell’intera trama insediativa che,
diffusione delle fornaci Hoffmann durante la seconda metà del XIX secolo è soprattutto nell’area a nord di Milano, è investita
il salto tecnologico necessario all’espansione edilizia della Milano prima dallo sviluppo diffuso del settore tessile e
industriale ed è resa possibile dall’ampia diffusione sul territorio di poi dagli assi forti dei settori metalmeccanico,
giacimenti argillosi adatti alla produzione dei laterizi15. elettromeccanico e chimico. La localizzazione
Così scrive Scipione Breislak (1750–1826) nella sua Descrizione geologica degli impianti produttivi ed estrattivi dei laterizi
della provincia di Milano: «In qualunque sito di Milano si faccia uno scavo o deve inoltre fare i conti sia con la forte domanda
per istabilire fondamenta delle case o per formare qualche pozzo, si trova del mercato urbano, sia con l’impossibilità di
sempre uno strato d’argilla conosciuto sotto la denominazione volgare di avvicinarsi troppo all’abitato. Quest’ultimo
creta»16. vincolo è dovuto soprattutto ai meccanismi della
L’illustre geologo, italiano di padre svedese, segnala con precisione la rendita fondiaria che allontanano le attività
presenza in città e nelle campagne adiacenti di banchi d’argilla estesi per povere, tra le quali si collocano appunto le
circa millecinquecento miglia quadrate, alcuni dei quali, come accade nei fornaci, da aree ormai divenute troppo pregiate
pressi di Porta Ticinese o nella zona delle Groane, affiorano dal terreno o per il mercato immobiliare.
comunque sono posti a pochi centimetri dalla superficie. Pur difettando di In uno studio pubblicato nel 1885, Archimede
indicazioni statistiche, il resoconto è in grado di indicare le maggiori Sacchi (1837–86), professore all’Istituto Tecnico
concentrazioni di fornaci per laterizi in tre aree principali: 1) un’area Superiore di Milano (poi Politecnico), redige un
immediatamente esterna alla città (San Cristoforo); 2) i territori a nord e a elenco di quelle fornaci «del tipo di recente
nord-ovest (valle del Lambro, Groane, valle dell’Olona); 3) la zona est della trovata con circolazione continuata di fuoco», la
provincia, nei pressi di Crescenzago, Gorgonzola e Cassano. Questa cui produzione costituisce «il primo e più

32 La fornace Hoffmann
9

9, 10
tavole dal volume di Giuseppe
Musso e Giuseppe Copperi,
Particolari di costruzioni murali
e finimenti di fabbricati, 1. Opere
Muratorie e 2. Opere di finimento
e affini, G. B. Paravia, Torino
1885 e 1887: tav. VI “Murature” e
tav. XX “Volte di mattoni”
plates from the volume by
Giuseppe Musso and
Giuseppe Copperi, Particolari
di costruzioni murali e
finimenti di fabbricati, 1.
Opere Muratorie e 2. Opere di
finimento e affini, G.B.
Paravia, Torino 1885 & 1887:
pl. VI “Masonry” and pl. XX
“Brick vaults”
BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO

10
BIBLIOTECA STORICA, POLITECNICO DI MILANO

C AS A B E LLA 9 0 6 33
sostanziale alimento dell’edilizia milanese»18. assestatesi le costruzioni in Milano, la
Da tale elenco si può avere una prima idea della fitta rete localizzativa produzione delle fornaci diminuì almeno della
dell’industria dei laterizi nel territorio dell’attuale comune di Milano: metà, e molti forni furono abbandonati e sono
all’interno delle mura spagnole, nei pressi di San Vittore e di Porta ora inattivi»20.
Magenta, esistono solo due fornaci, mentre circa una ventina sono dislocate Un quadro preciso della diffusione delle
nel circondario esterno, in particolare a Porta Ticinese e nei territori dei fornaci Hoffmann nell’area milanese nella
comuni confinanti di Precotto, Crescenzago, Lambrate, Cassina del Pero, seconda metà dell’Ottocento, può essere
Trenno. ricostruito sulla base delle licenze per la
La pur ragguardevole quantità di mattoni prodotta in queste zone, costruzione e l’esercizio di questo tipo di impianti
circa settanta milioni all’anno, non riesce a far fronte alle richieste di una rilasciate dalla Prefettura di Milano. Questi
città in continua espansione al punto che l’edilizia del capoluogo, come documenti, pur non costituendo un dato esatto
osserva Sacchi, «spesso spinta dal bisogno, si volge più lontano, oltrepassa sul numero delle fornaci “a fuoco continuo”
con la sua incetta la distanza di tre e di quattro chilometri, nella quale per realmente costruite, sono una fonte insostituibile
solito si contiene, e importa il materiale da regioni che sarebbero da per la comprensione della realtà legislativa che
considerare siccome estranee rispetto a tale specie di traffico»19. regola l’insediamento sul territorio del settore dei
La tendenza a coinvolgere centri di produzione compresi in una vasta laterizi. Sfogliando queste carte si ha, infatti, uno
area gravitante sul mercato metropolitano, è confermata dal fatto che le più spaccato ben definito dei rapporti esistenti tra
grandi fornaci delle province lombarde sono coinvolte nella domanda autorità governative e mondo imprenditoriale.
espressa dallo sviluppo edilizio della città di Milano. La possibilità di Il titolo quinto della Legge n. 3755 del 20
attingere da bacini di produzione relativamente lontani trova una novembre 1859 (legge mineraria) regolamenta
ragguardevole facilitazione nell’elevato grado di infrastrutturazione della infatti «opifici ed usine destinati alla elaborazione
regione, soprattutto nel sistema di viabilità su acqua, particolarmente di sostanze minerali»21 e sotto questa voce
adatto a questo tipo di trasporto. rientrano le fornaci per la cottura dei materiali
Un quadro organico dell’industria dei laterizi emerge dal censimento laterizi, divise in due distinte categorie: quelle
industriale della provincia, curato nel 1893 dall’avvocato Leopoldo Sabbatini “permanenti” soggette alla “permissione”
(1861–1914), futuro Rettore dell’Università Bocconi. Gli anni del primo prevista dall’art. 14, 7 e quelle “temporarie”
grande boom edilizio di Milano sono caratterizzati da una profonda soggette alla “semplice dichiarazione” prevista
ristrutturazione del settore. Nel decennio 1881–1891 il numero delle fornaci dall’art. 158.
attive nella provincia scende da duecento a centodiciannove, ma nel Nel periodo in cui venne emanata la legge,
contempo le fornaci “a fuoco continuo” passano da ventiquattro a le fornaci per laterizi sono per lo più attive solo
centosedici e, ancora più significativamente, la produzione complessiva è per alcuni mesi all’anno e a volte vengono
più che triplicata e sale da cento milioni di pezzi del 1881 ai addirittura distrutte o abbandonate dopo
trecentocinquantacinque milioni del 1891. Queste cifre rivelano l’enorme l’esaurimento del giacimento d’argilla a cui sono
salto della produttività reso possibile dall’introduzione di macchine a legate. Per questo motivo, la costruzione di
vapore per la lavorazione dei materiali terrosi, e soprattutto dalla larga questi impianti è in realtà regolamentata
diffusione delle fornaci Hoffmann, che ha tra gli altri effetti quello di dall’art. 158 della legge mineraria, che prescrive
rompere definitivamente il consueto ritmo stagionale nella produzione dei la compilazione di una richiesta scritta rivolta al
laterizi. Sindaco del comune, con indicata la località
Negli ultimi due decenni del secolo, infatti, l’andamento della nella quale si intende erigere la fornace.
produzione si adegua forzatamente alla richiesta proveniente dalle imprese L’introduzione delle fornaci Hoffmann in Italia
costruttrici, con il risultato di rendere ancora più evidente una dipendenza rivoluziona anche questa prassi, trovando una
dal ciclo edilizio e, quindi, di essere esposta alle crisi come quella legge pronta a disciplinare la costruzione. Il
gravissima seguita all’euforia della prima metà degli anni Ottanta. «Tale metodo di cottura “a fuoco continuo” muta le
relativamente rapido sviluppo della industria –annota Sabbatini– vuolsi caratteristiche della fornace, facendo assumere
ascrivere all’impulso dato ai lavori edilizi in Milano; e per vero la un carattere permanente all’impianto: ciò
fabbricazione dei laterizi segue le vicende dell’edilizia siffattamente che, impone di sottostare alle più complesse

34 La fornace Hoffmann
Note
procedure, previste dall’art. 147 della legge sopra citata, per il rilascio di 1 F. Hoffmann, Ringförmige 13 Fornace ad azione continua
una licenza di costruzione e di esercizio autorizzata dalla Prefettura. Brennöfen mit immerwährenden sistema Hoffmann e
Un’idea dell’iter legislativo si può avere attraverso l’esame della licenza, Betrieb, insbesondere der auf der contraffazione, con appendice
Patent-Ziegelei in Scholwin bei e documenti confutanti le false
rilasciata dalla Prefettura di Milano al “Sig. Carlo Candiani”, Stettin ausgeführte Brennofen, asserzioni pubblicate dal
concessionario del brevetto Hoffmann, per la prima fornace “a fuoco in «Zeitschrift für Bauwesen», fornaciaio Marcello Chinaglia
Jahrgang X, Verlag Von Ernst riflettenti gli italiani
continuo” costruita nell’area milanese. La “domanda di permissione”, & Korn, Berlin 1860, pp. 523-540. concessionari del Sistema
datata 11 gennaio 1869, «per maggiori schiarimenti unisce i relativi 2 Fours circulaires à travail Hoffmann, Torino 1871.
continu de la tuilerie de Scholwin, 14 Relazioni alla Società
disegni a norma della suddetta legge»22. Esaminata la richiesta, il Prefetto pres de Stettin. Par MM. Friedr. Ceramica Italiana del Socio
ne ordina la pubblicazione il 15 febbraio 1869. A questo punto è necessario Hoffmann et A. Licht, in Marcello Chinaglia, Industriale
«Nouvelles Annales de la Fornaciaio, Torino 1872.
attendere trenta giorni per le eventuali opposizioni (art. 150); scaduto tale Construction», 7 anné, mars 15 Cfr. P. Principi, Trattato di
termine, tutta la documentazione passa all’esame dell’ingegnere capo del 1861, pp. 38-39. geologia applicata, Vallardi,
3 Forni circolari ed a lavoro Milano 1924, pp. 190-193.
Regio Corpo delle Miniere che, dopo un sopralluogo, esprime «il proprio continuo per cuocer mattoni, 16 S. Breislak, Descrizione
parere tanto sulla domanda e sulle opposizioni che saranno state fatte, a Scholwin presso Stettino, geologica della provincia di
in «Giornale dell’Ingegnere Milano, Milano, 1822, p. 47.
quanto sulle condizioni da imporsi nella permissione»23. Architetto ed Agronomo», 17 A. Campiglio, Commercio
Sulla base di questo giudizio tecnico, il 3 aprile 1869 il Prefetto emette vol. IX, agosto 1861, pp. 505-506. e Industria, in Aa. Vv., Milano
il decreto che autorizza la costruzione e l’esercizio dell’impianto entro il 4 M.E. Baude, Terres cuites et e il suo territorio, Pirola,
poteries, in Exposition Universelle Milano 1844, p. 116.
termine di due anni. La procedura per ottenere le licenze di costruzione de 1867 à Paris. Rapports du Jury 18 A. Sacchi, Particolarità
delle fornaci evidenzia una volontà da parte dell’amministrazione statale International, vol. X, Paris 1868, edilizie, in Milano Tecnica dal
p. 96. 1859 al 1884. Pubblicazione fatta
di esercitare, attraverso gli organi periferici, un controllo puntuale sui 5 G. Axerio, Della fabbricazione a cura del Collegio degli Ingegneri
processi di trasformazione del territorio nazionale, soprattutto quando dei laterizi, delle calci e dei ed Architetti, U. Hoepli, Milano
cementi, Milano, 1868. 1885, p. 85.
questi sono generati dai nuovi insediamenti industriali. Tale controllo è 6 «Bollettino Industriale del 19 A. Sacchi, op. cit., p. 86.
principalmente affidato agli ingegneri del Regio Corpo delle Miniere, che Regno d’Italia», vol. I, 1864, 20 L. Sabbatini, Notizie sulle
pp. 402-404. condizioni industriali della
secondo la legislazione del tempo ha il compito di effettuare un servizio 7 Cfr. E. Montaldi, Dei modi Provincia di Milano, in «Annali
di sorveglianza sulle miniere e gli impianti esistenti nel loro distretto. di concessione degli attestati di di Statistica industriale»,
privativa industriale o brevetti serie IV, fasc. XLIV, 1893, p. 180.
Emerge tuttavia una singolare incongruenza che rende molto attuale di invenzione, Unione 21 La legislazione mineraria
questa vicenda ambientata nell’Italia postunitaria: non esiste un elenco Tipografico-Editrice, Torino dell’Italia ordinata ed annotata
1888. dagli avvocati Francesco Bo
preciso degli impianti per la produzione dei laterizi esistenti nella provincia 8 Cfr., fra gli altri, V. Zoppetti, e Pietro Tappari, Unione
di Milano, a causa dell’elevato numero di fornaci attivate senza permesso. Disegni di forni, macchine ed Tipografico-Editrice, Torino
I trasgressori, infatti, superano il 50% del totale ed è il successore di apparecchi per la siderurgia, 1890, p. 327.
Milano 1874, tav. XXVII-XXIX e 22 Archivio di Stato di Milano,
Axerio, Vittore Zoppetti (1843–91), a darne conto in una nota spedita il 31 pp. 77-85 dell’Indice dei disegni fondo Prefettura, cart. 723.
maggio 1885 alla Prefettura di Milano: «Dovendo questo Ufficio occuparsi allegato; F. Molinari, Laterizi, 23 E. Audoli, La legislazione
gesso, pozzolane, calci e cementi, mineraria del Regno d’Italia.
della statistica delle cave e fornaci per Superiore disposizione, ha potuto Dumolard Milano, 1887, Commento alle Leggi minerarie
riconoscere, da indagini fatte in proposito, che parecchi impianti recenti di pp. 86-95; G. Musso, G. Copperi, vigenti nelle diverse province
Particolari di costruzioni murali del Regno, Unione Tipografico-
forni continui per cottura di laterizi si sarebbero fatti in questi ultimi anni, e finimenti di fabbricati, Paravia, Editrice, Torino 1892, p. 329.
senza che risulti a questo Ufficio di regolare permesso accordatosi»24. Torino 1887, pp. 159-162. 24 Archivio di Stato di Milano,
9 Annullamento del privilegio fondo Prefettura, cart. 2552.
L’azione degli organi di controllo è dunque vanificata dall’impossibilità di Hoffmann per la costruzione 25 L’Ufficio distrettuale di
compiere sopralluoghi: su tutto il territorio nazionale esistono solo undici dei forni continui da mattoni, Milano deve per esempio
in «Il Politecnico. Giornale occuparsi dei territori delle
uffici, composti da un ingegnere capo e da un giovane laureato, a cui fanno dell’Ingegnere Architetto Civile province di Milano, Bergamo,
riferimento distretti formati da numerose province25. e Industriale», a. XIX, 1871, Brescia, Como, Cremona,
pp. 316-317. Parma, Pavia, Piacenza
In conclusione, se sul versante tecnologico l’introduzione della 10 «Bollettino Industriale e Sondrio.
fornace Hoffmann in Italia rivoluziona l’industria dei laterizi e, come del Regno d’Italia», vol. V, 1868, 26 J. Assmann, Das kulturelle
p. 265. Gedächtnis. Schrift, Erinnerung
abbiamo visto nel caso milanese, sostiene lo sviluppo edilizio, su quello 11 «Bollettino Industriale und politische Identität in frühen
legislativo evidenzia la difficoltà di coniugare l’interesse pubblico con la del Regno d’Italia», vol. VI, 1869, Hochkulturen, Beck, München
tutela dei singoli interessi individuali. Il forno Hoffmann, “edificio- p. 76-77. 1992.
12 «Bollettino Industriale
macchina” diffuso in tutta l’Europa dell’Ottocento, è un frammento di del Regno d’Italia», serie 2,
“memoria culturale”26 che non possiamo dimenticare. vol. 1, 1870, pp. 108-109.

C AS A B E LLA 9 0 6 35
Nicolás
Campodonico
Cappella San Bernardo,
Córdoba, Argentina

36
1

C AS A B E LLA 9 0 6 37
2 3 4

1
la disposizione radiale dei
mattoni nello spazio interno
della Cappella San Bernardo
radial arrangement of the
bricks in the internal space
of San Bernardo Chapel

2–15
immagini di cantiere: le diverse
fasi del processo costruttivo 5 6 7
worksite images: phases of
the construction process
16–19
i forni di carbone argentini o
“medias naranjas”, usati come
ispirazione per la metodologia
costruttiva della Cappella
the Argentine charcoal kilns
or “medias naranjas” taken
as inspiration for the
construction method of the
chapel

8 9 10

11 12 13

14 15

38 Nicolás Campodonico
16

Una danza di geometrie non si percepisce quindi dall’ingresso, ma solo


Francesca Serrazanetti in un secondo momento.
I forni per la produzione di carbone vegetale della Il mattone è esplorato nelle sue possibilità
tradizione argentina sono anche detti media di espressione: la disposizione degli elementi si
17
naranja (mezza arancia): sono semisfere del estende, in modo radiale, dal pavimento e sale
diametro di circa sei metri, costruite interamente lungo le pareti perimetrali; nella cupola, come
in mattoni. Questa tipologia strutturale è stata nei forni media naranja, ogni mattone è
l’ispirazione per la cappella intitolata a San allineato al centro di una sfera di 6 metri di
Bernardo, patrono del luogo, realizzata da Nicolás diametro inscritta nella cappella, tracciata fila
Campodonico nella zona rurale della Pampa, a dopo fila –come suggerisce la tradizione– con
est di Cordoba, in Argentina. 18
un’asta di legno utilizzata come compasso.
Interpretando la tipologia della cappella, il In uno spicchio di questo sistema perfetto i
progetto ne mantiene ambiti e caratteri in una mattoni variano la loro disposizione per
composizione dall’apparenza molto semplice, rispondere alle esigenze tanto statiche quanto
che rivela tuttavia un ricercato studio dei compositive: una porzione di copertura diviene
dettagli e della disposizione degli elementi. così una volta conica che “rompe” la cupola e
Gli spazi interni sono esposti ai cambiamenti consente alla luce di entrare.
dell’illuminazione naturale, attraverso una 19 Il sistema murario ha un ordine doppio: se
grande apertura a ovest, verso il tramonto, l’interno, sottoposto alle sollecitazioni
contrapposta a una fessura orizzontale e bassa strutturali più significative, è in mattoni di
rivolta a est: nella rimozione di una parte della nuova fabbricazione, per l’esterno sono stati
cupola che consente alla luce di entrare usati i mattoni riciclati da una casa rurale
orizzontalmente, seguendo il percorso del sole preesistente. Una scelta che risponde a esigenze
fino al suo calare, sta l’idea chiave del progetto di maggiore solidità strutturale, ma anche alla
nonché la sua principale sfida costruttiva, che volontà di caratterizzare interno ed esterno
impiega una tecnologia ormai in disuso e basata come due mondi diversi. L’usura, provocata
su tecniche per lo più empiriche. dall’esposizione centenaria dei mattoni riciclati
La composizione complessiva ha una ai processi naturali e al clima della regione,
spazialità ispirata al Pantheon di Agrippa, e contribuisce a integrare il progetto nel suo
unisce la centralità della cupola con una contesto, tanto da suggerire che la sua presenza
direzionalità est-ovest: la sezione cilindrica si sia radicata nel luogo da decenni.
estende attraverso due muri tangenti Il varco di accesso della luce solare guida
convergenti a est, che determinano un’apertura ogni giorno le ombre: sulla superficie interna
e una variazione della compattezza volumetrica della cupola il movimento delle proiezioni anima
in direzione ovest. una Via Crucis che si compie solo al termine della
Il percorso che conduce alla cappella si giornata. Fuori dalla grande apertura rivolta al
compone di variazioni di scala nella dimensione tramonto, la figura della croce è infatti esplosa in
della scoperta: due muri curvi definiscono un due elementi lineari, uno verticale e uno
patio che circonda il volume compatto della orizzontale, distanti tra loro. Il simbolo religioso
cappella. Dopo l’accesso al cortile, l’ingresso allo si compone solo al tramonto, quando le ombre
spazio sacro avviene attraverso uno stretto varco delle due linee si incontrano sulla tessitura di
definito da due setti in mattoni che aprono, mattoni della cupola. Durante il resto della
come una spirale, alla centralità e alla giornata, i due elementi proiettano ciascuno la
compattezza dell’interno: dopo uno spazio di propria ombra, creando un movimento di luci
transizione si arriva così nell’ambiente interno, che disegna, quotidianamente, una danza di
pieno di luce. La monumentalità dello spazio elementi geometrici.

C AS A B E LLA 9 0 6 39
20 23

Nicolás Campodonico
Cappella San Bernardo:
spazio di preghiera intitolato
al patrono del luogo

scheda del progetto


progetto
Nicolás Campodonico
collaboratori
Martin Lavayén, Soledad
Cugno, Virginia Theilig,
Gabriel Stivala, Tomás
Balparda, Pablo Taberna,
Gastón Kibysz
consulenza liturgica
Ambrogio Malacarne,
Roberto Paoli, Gustavo
Carabajal
consulenza strutturale
Carlos Geremía
21 costruzione
Jerónimo Silva
cronologia
2010: progetto
2012–15: costruzione
dati dimensionali
10.000 mq superficie del lotto
92 mq superficie coperta
localizzazione
Zona Rural, La Playosa,
Córdoba, Argentina

fotografie
Nicolás Campodonico

10m
0
22

40 Nicolás Campodonico
24

20
schizzi di studio della pianta
study sketches of the plan
21, 22
la Cappella nella pampa
argentina, sul limite tra un
boschetto e la campagna aperta
the chapel in the Argentine
pampas, on the edge between
woods and the open
countryside
23
pianta e sezioni
plan and sections
24, 25
il cortile intorno alla cappella
the inner courtyard of the
chapel

25

C AS A B E LLA 9 0 6 41
26 29

26–29
lo spazio interno della cappella,
dallo stretto varco d'ingresso
all’invaso centrale, con lo
spicchio di luce basso rivolto a
est e l’ampia apertura alta
rivolta a ovest
the internal space of the
chapel, from the narrow
entrance to the central
chamber, with the segment
of light aimed eastward and
the large high opening
towards the west
30
i due elementi “scomposti” della
croce in corrispondenza 27 30
dell’apertura rivolta a ovest
the two “separated” parts of
the cross at the opening
facing west
31
l’interno nelle diverse ore della
giornata: l’ombra della croce si
ricompone quotidianamente, al
tramonto, sulla volta della
cappella
the interior at different times
of day: the shadow of the
cross reassembles on a daily
basis, at dusk, on the vault of
the chapel

28

42 Nicolás Campodonico
31

C AS A B E LLA 9 0 6 43
Per Kirkeby Per Kirkeby e i mattoni
Thomas Bo Jensen

Tre cappelle Quando era un giovane artista e presentò la sua


prima scultura di mattoni all’interno di una

a Hombroich, minuscola galleria in uno scantinato di


Copenaghen, Per Kirkeby era ossessionato da
un conflitto interiore tra ciò che in seguito

Germania definì “forma pura e associazione impura”. La


forma pura era simboleggiata dalla sagoma
cubica regolare dei mattoni che si
contrapponeva alla loro pesante carica “storica”
e ai personali ricordi d’infanzia di Kirkeby,
cresciuto a Copenaghen all’ombra della chiesa
di Grundtvig tra milioni e milioni di mattoni.
Ripensando a quelle sue prime sculture,
l’artista ricorda: «Puro/impuro era il problema
che mi affliggeva quando ero giovane; il puro
era la forma, la matericità: entità senza
associazioni; l’impuro, invece, era carico e
gravato di ricordi incerti, associazioni perdute
negli abissi della storia. Ritengo che il mattone
sia l’uno e l’altro, puro e impuro [...]. Con il
mattone avevo un’occasione per superare o
comporre il travagliato scisma tra puro e
impuro, così credevo in gioventù. Un primo
passo sulla strada della visionarietà»1.
Ripercorrere le orme delle numerose opere
in mattoni di Per Kirkeby è un viaggio
interessante che ci porta, tra l’altro, nelle sue
spedizioni in Groenlandia, nella foresta
centramericana e nel deserto dell’Uzbekistan.
Tra le sue prime opere vi sono curiose tende
nomadi e tumuli di pietra naturale o mattoni,
questi ultimi ispirati al minimalismo della
metà degli anni Sessanta, ma sempre
accompagnati da questo “carico” di memoria
del mattone e delle spedizioni dell’artista in
luoghi remoti.
Arrivando ai primi anni Settanta, la
suggestione dei templi e delle decorazioni maya
incoraggiò Kirkeby a passare al linguaggio
molto più ornato della singolare The House,
costruita in un quartiere residenziale isolato in
una città di provincia dello Jutland: strana
combinazione tra piccolo tempio, sarcofago e
casetta dei giochi per bambini, grotta oscura o

44
C AS A B E LLA 9 0 6
45
1

GEORGIOS MICHALOUDIS FARBANALYSE


2

1
Geologische Nachrichten, 1999
mansarda spirituale, ricorda quella che Gaston
Geologische Nachrichten, Bachelard definisce “la casa onirica”, che
1999 mantiene tutti i segreti della casa archetipica,
2 ma con il commovente orgoglio della gloriosa
prime sculture in mattoni arte del mattone di tempi ormai lontani.
presso Holbergsgade,
Copenaghen, 1966 A The House segue una serie di sculture in
first brick sculptures at mattoni da interni più simili a frammenti, con
Holbergsgade, Copenhagen,
1966 nodi e crepe, che si rifanno al vocabolario
3 dell’architettura classica: colonne, basi di
“Tenda nomade”, Louisiana
Museum of Modern Art, 1967 pilastri, portali, stele, archi, una sfinge storta e
(fotografo sconosciuto) un faraone seduto, tutte presentate insieme ai
“Nomad tent,” Louisiana
Museum of Modern Art, 1967,
dipinti, ancora più stratificati. Nel 1982 Kirkeby
unknown photographer entrò in crisi con i suoi mattoni. Gli architetti
4
TROELS ANDERSEN

“The House”, Ikast, 1973


avevano cominciato a utilizzare elementi
“The House,” Ikast, 1973 decorativi e quella che ai suoi occhi era “la
5 forma senza fondamento”, inducendolo a un
“Primitive brick hut” nel parco
del Kröller-Müller Museum, ripensamento del suo approccio ornamentale.
3
Otterlo, 1988 Dovette quasi rifiutare l’invito alla mostra
“Primitive brick hut” in the
park of the Kröller-Müller documenta 7 a Kassel, finché un giorno, insonne
Museum, Otterlo, 1988 in un vagone letto, intuì come un’immagine
6
“The Kimbrer Wall”, Aars, 1995 dalle radici profonde si poteva fondere con
“The Kimbrer Wall,” Aars, l’espressione monolitica del minimalismo, in
1995
7 una capanna primordiale vitruviana
“Mur 3/Muro 3”, Ballerup, 1995 interamente costruita in mattoni. Negli anni
“Mur 3/Wall 3,” Ballerup, 1995
8
Ottanta realizzò un piccolo numero di “capanne
muro di dieci metri di altezza, vitruviane”: una tra le più notevoli, la più
Vesthimmerlands Museum,
4 Aars, 1996
enigmatica, è nascosta in un boschetto del
wall with height of ten Kröller Müller Museum di Otterlo (Paesi Bassi).
meters, Vesthimmerlands Parallelamente a questi antichi monoliti, nati
Museum, Aars, 1996
dall’ossessione per le origini che lo accompagnò
per tutta la vita, Kirkeby costruì in tutta Europa
un’ampia varietà di piattaforme combinate con
singolari archi in mattoni. Dalla fine degli anni
Ottanta e per tutto il decennio successivo, gli
archi sono rialzati da terra, formando le “opere
passaggio” urbane, che rappresentano le sue
sculture in mattoni più significative e
complesse. Prendiamo, per esempio, il muro-
labirinto di fronte alla Biblioteca Nazionale
tedesca di Francoforte sul Meno, che ripara dal
traffico il cortile anteriore esposto della
biblioteca lasciando però passaggi, arcate e
gallerie percorribili dai pedoni. Ad Aars, nello
JENS LINDHE

Jutland, un muro simile funziona come


divisorio urbano tra un livello più alto e uno più
basso di una pubblica piazza, con scale coperte

46 Per Kirkeby
5

dove i pedoni possono passare o sostare. un muro gigantesco, alto 10 metri, che forma
L’antica figura del labirinto incontra il mattone, una forte spina dorsale ritmica in mezzo al
altrettanto antico, in una dinamica metropoli parco e riflette le divisioni spaziali di una serie
moderna come Francoforte o in una cittadina di nicchie espositive interne; al tempo stesso
di provincia, creando spazi pubblici e ponti crea un’immagine di potente monumentalità

CARY MARKERINK
culturali tra tempi antichi e moderni. tra gli edifici provinciali in mattoni rossi del
Nel 1992 Kirkeby fece una scoperta vecchio museo, accolti come piccoli, fieri
importante. Rivolgendo le sue ambizioni antenati. Le pareti sono costruzioni in mattoni
sempre più verso l’architettura, si scontrava con 6 forati, realizzate come la parte piegata della
i sottili muri di rivestimento degli edifici in scultura in mattoni esposta alla galleria
mattoni contemporanei. Che cosa poteva fare Portikus. Come nei muri di Ballerup, le pieghe,
con i fastidiosi “giunti di dilatazione” e con le riprese dalla tettonica delle montagne artiche,
facciate in mattoni amorfe, più simili a una sono tradotte in tettonica del laterizio, che cerca
carta da parati? Trovò la risposta in uno dei di superare le sfide di gravità e stabilità, oltre
tanti album di schizzi delle spedizioni in che di spazialità, modularità e ritmicità. Di
Groenlandia dei primi anni Sessanta, quando, fatto è una tipica metodologia “kirkebiana”, che
studente di geologia, partecipava alle ricerche mira a creare ponti tra i principi interni della

SØREN FRIIS
dei suoi insegnanti nell’aspro deserto artico. Le natura e manufatti culturali come pittura,
faglie e le pieghe geologiche che aveva scultura e architettura. I grandi mattoni della
documentato allora si rivelarono la chiave per 7
natura incontrano i piccoli mattoni della
sciogliere il nodo gordiano della moderna opera cultura, si può dire.
in mattoni. Nel 1994 per la prima volta presentò Nell’ultimo periodo, dopo il passaggio del
il “muro piegato” così scoperto alla galleria millennio, quando Kirkeby aveva superato i
Portikus di Francoforte sul Meno; costruì poi sessant’anni e cominciava ad avere gravi

JENS LINDHE
tre grandi muri a Ballerup, vicino a problemi di salute, le sue costruzioni in mattoni
Copenaghen. In uno di questi –un lungo muro hanno mirato a essere ancora più semplici e
con una sequenza regolare di torri, portali, 8 scabre, come se Kirkeby tornasse gradualmente
nicchie e panche– integra in maniera al suo punto di partenza minimalista, negli
sistematica le sue pieghe. Queste creano anni Sessanta. Quel movimento ha trovato la
pittoresche ombre verticali (che Kirkeby definì sua espressione più radicale in The three
“ombre metafisiche”) dalla forte qualità ritmica. Chapels, costruite nel 2003 nel “Kirkeby Feld”
OLE MEYER

Ma le pieghe non sono degli elementi del Museum Insel Hombroich a Neuss
puramente estetici: hanno anche la funzione di (Germania). Le tre cappelle, che in realtà sono
stabilizzatori statici e, ove necessario, altrettante gallerie espositive, sono tra le
forniscono uno spazio per nascondere i giunti costruzioni in mattoni più aride che Kirkeby
di dilatazione. abbia mai realizzato. Non ci sono “ombre
Più avanti nel decennio, Kirkeby ebbe metafisiche” o pieghe, né nicchie a contrasto o
l’occasione di trasferire i suoi muri piegati in nodi capricciosi. Solo grandi corpi di fabbrica
un’architettura “vera”, quella del vuoti, di due tipologie, accostati in
Vesthimmerlands Museum, il museo regionale combinazioni diverse. Quando gli ho chiesto
della città di Aars. La costruzione è organizzata che cosa aveva motivato questo approccio così
come una lunga spina dorsale che collega il scarno, Per Kirkeby ha risposto asciutto: «È una
vecchio edificio del museo con i nuovi spazi sorta di anti-sviluppo [...] da un lato, era tutto il
espositivi realizzati come atelier. Kirkeby luogo e le cose che c’erano già. Heerich [l’artista
chiamò la costruzione “il martello di Thor”, al quale si devono le costruzioni in mattoni
perché in pianta ricorda un martello. In realtà è originali del Museum Insel Hombroich, N.d.R.]

C AS A B E LLA 9 0 6 47
9

9
“Scultura bassa in mattoni con
era uno scultore. La maggior parte delle sue
errore”, presso la Kunsthalle opere preparatorie sono curiose piccole scatole
Portikus di Francoforte sul di cartone che somigliano tanto a dei giocattoli.
Meno, 1994
“Low brick sculpture with E poi non c’erano tanti soldi. Heerich usò
error,” at Kunsthalle mattoni di recupero perché costavano poco, e
Portikus, Frankfurt, 1994
10 ne ha ricavato un grande stile. Io non ho potuto
foto aerea del Vesthimmerlands fare lo stesso, anche se era molto pittoresco.
Museum, Aars
aerial view of the Così ne ho ripreso almeno l’effetto»2.
Vesthimmerlands Museum, Ognuna delle tre cappelle è formata da un
Aars
11 semplice atelier con tetto a capanna, affiancato
Giovanni Bellini, Crocifissione, da due volumi a cuneo, come le grandi orecchie
PER KIRKEBY

1455–60, Museo Correr, Venezia


Giovanni Bellini, Crucifixion,
dell’elefante. In effetti i cunei derivano da una
1455–60, Museo Correr, piccola tavola del Rinascimento italiano, la
Venice
10
12
Crocifissione di Giovanni Bellini. «Ciò che ha
immagine aerea del Museo Insel sempre per prima cosa e soprattutto catturato il
Hombroich mio occhio», scrive Kirkeby a proposito di
aerial view of Insel
Hombroich Museum questo dipinto, «è il piede della croce e ciò che
c’è intorno. La croce è fissata alla base con dei
cunei. Alla base non c’è terra né sabbia del
deserto, ma pietre piatte e levigate, disposte con
una chiara geometria. Sono curve, con il punto
più alto nell’asse centrale e al piede della croce.
Questo non è naturale. È la sommità di una
cupola, costruita con pietre meticolosamente
lavorate». Kirkeby continua concludendo che
l’arte si costruisce come un uomo costruisce
una casa: «Non c’è differenza tra spostare i
SØREN FRIIS

mattoni o i colori. Fondamentalmente,


l’architettura è la più importante trasposizione
11
della pittura nel marmo»3. Sui disegni per le tre
cappelle, Kirkeby annota che i cunei “tengono
insieme il mondo”. In questo senso il cerchio
tra storia naturale, storia culturale e
architettura si chiude.

Note
1 Per Kirkeby, Håndbog, København, Borgen 1991, p. 53.
2 Colloquio con Per Kirkeby, 10 luglio 2013.
3 Per Kirkeby, Bellini, København, Edition Bløndal 1999, pp. 20-21.

Traduzione italiana di Maria Cristina Coldagelli per Scriptum, Roma.

48 Per Kirkeby
12

C AS A B E LLA 9 0 6 49
13

13
planimetria generale della
Fondazione e Museo Insel
Hombroich, presso la cittadina
di Neuss, Renania
Settentrionale-Vestfalia,
Germania
overall plan of the Insel
Hombroich Foundation and
Museum at Neuss, North
Rhine-Westphalia, Germany
14, 15
modello e planimetria della
parte del museo definita
“Kirkeby-Feld"
model and plan of the part of
the museum known as
“Kirkeby-Feld"

14 15

IVO FABER

50 Per Kirkeby
16

Per Kirkeby, Drei Kapellen 2002–09, 16


prospetti e piante dei nuovi
Kirkeby-Feld, Hombroich edifici
Frank Boehm elevations and plans of the
new buildings
Hombroich è museo e residenza per artisti,
paesaggio e luogo per l’architettura e per
manifestazioni d’arte, letteratura, filosofia e
musica. Il museo Insel Hombroich è stato aperto
al pubblico nel 1987, la Fondazione è stata istituita
dieci anni dopo. Nata come tentativo aperto
permanente dall’impegno personale di un
collezionista privato e di artisti che avevano un
legame durevole con Hombroich, ha creato con il
Museum Insel Hombroich, la Raketenstation e il
Kirkeby-Feld, uno spazio culturale più ampio e
arricchito da partner indipendenti. Kunst parallel
zur Natur, l’arte parallela alla natura: il motto del
Museum Insel Hombroich s’ispira alle parole di
Paul Cézanne secondo il quale l’arte è
un’armonia parallela alla natura e caratterizza il
progetto di uno spazio museale e paesaggistico
ideale. Il Museum Insel Hombroich comprende
un’area di tutela paesaggistica di 21 ettari; è un
museo a illuminazione esclusivamente naturale,
con dieci walk-in sculptures di Erwin Heerich
progettate come spazi espositivi. Dal 1994 la
Fondazione ha trovato in una ex base missilistica
NATO uno spazio complementare, dedicato allo
sviluppo dell’arte e dell’architettura, oltre che
luogo di lavoro e abitazione per artisti sia visivi,
sia attivi nella letteratura e nella musica.
L’inizio del lungo rapporto di collaborazione
e amicizia tra il pittore e scultore Per Kirkeby e
Karl-Heinrich Müller (1936–2007), ideatore della
Fondazione Insel Hombroich, risale al 16 giugno
1997. Quel giorno Müller scrive per la prima volta
all’artista, che allora insegnava a Francoforte sul
Meno, segnando l’inizio di un lungo confronto su
un luogo nuovo, visionario, dove nell’arco di un
decennio Kirkeby realizzerà sei grandi sculture
architettoniche. Intitolato all’artista danese, il
Kirkeby-Feld si estende tra le aree del museo e la
base missilistica. Dopo la fermata d’autobus,
realizzata nell’agosto del 2000, tra il 2002 e il 2009
vengono costruite le Drei Kapellen (Tre cappelle),
la Collezione Kahmen e il Feld-Haus. Esistono
altri progetti per Hombroich rimasti sulla carta,

C AS A B E LLA 9 0 6 51
17–21
alcune immagini dei nuovi
tra i quali una stazione ferroviaria. ripreso da Álvaro Siza nella sua costruzione
volumi espositivi denominati Le Drei Kapellen, complesso di più presso la Raketenstation.
“Tre cappelle”: ogni corpo costruzioni che scandiscono lo spazio e Nello stesso periodo Per Kirkeby ha dato un
architettonico è composto da un
corpo centrale a doppia falda e definiscono un contesto comune in un ambiente contributo anche al grande progetto
da due volumi coperti con tetto naturale da lui stesso concepito, rappresentano Raumortlabor. Questo programma visionario,
piano
images of the new exhibition una sfida particolare per Kirkeby. Qui l’artista avviato da Karl-Heinrich Müller, in cui si
spaces known as “Three opera per la prima volta su grande scala anche propone la valorizzazione dell’area con una
Chapels”: each architectural
volume is composed of a dal punto di vista della progettazione del sovrapposizione di spazio naturale, agricoltura e
central double-pitch body paesaggio, concependo un bosco (che nel costruzioni su terreni di più di 300 ettari nelle
and two parts with flat
roofing frattempo è molto cresciuto) con una radura immediate vicinanze della Fondazione Insel
centrale, dove, ai margini della vegetazione, Hombroich, ha visto la partecipazione, oltre che
sorgono le cappelle. Il complesso risulta così dello stesso Kirkeby, degli architetti e artisti
chiaramente definito e al tempo stesso separato Raimund Abraham, Tadao Ando, Shigeru Ban,
dal paesaggio agricolo circostante. La Sverre Fehn, Finsterwalder Architekten, Erwin
straordinaria forma a croce di questo bosco può Heerich, Anatol Herzfeld, Thomas Herzog,
essere apprezzata solo dall’alto. Hoidn Wang Partner, Krischanitz & Frank,
Con Per Kirkeby, Karl-Heinrich Müller ha per Oliver Kruse, Daniel Libeskind, Katsuhito
la prima volta realizzato degli spazi non destinati Nishikawa, Frei Otto e Álvaro Siza. Anche qui
all’installazione permanente di opere d’arte ma Kirkeby immagina uno spazio esterno centrale
che possono essere utilizzati temporaneamente. rettangolare, definito da sei corpi di fabbrica
Nel loro linguaggio formale rigorosamente sfalsati molto grandi e alti, di una
ridotto, le Tre cappelle devono essere viste monumentalità sorprendente. Kirkeby vi
esclusivamente come delle walk-in sculptures. elabora, portandoli a una nuova scala, gli
Kirkeby sviluppa una struttura spaziale basata su influssi fondamentali per le sue sculture e
un sistema semplice ma complessa nel risultato. architetture in mattoni: la tradizione scandinava
Ognuno dei tre corpi di fabbrica si compone di dell’architettura in laterizio da un lato e
due o tre volumi costruiti su due sole forme base. l’architettura cultuale maya studiata durante
La chiara geometria dei moduli permette uno dei suoi viaggi dall’altro.
sequenze spaziali ritmiche. Le portefinestre Nel 2019 la Fondazione Insel Hombroich ha
definiscono a due a due la fuga assiale dei volumi presentato nelle Drei Kapellen la mostra Per
laterali, aprendo così vedute sull’esterno, mentre Kirkeby. Bau und Bild, che ricostruisce
gli ambienti centrali con il tetto a capanna sono l’evoluzione dell’artista dai suoi esordi. Il motivo
caratterizzati da un grande lucernario. La conduttore è segnato dal primo dipinto in
posizione reciproca dei corpi di fabbrica crea mostra, Dunkle Höhle (the Dream about Uxmal
articolazioni spaziali precise anche all’esterno. and the Unknown Grottos of Yucatán). Ancora
Infine, le pareti esterne delle Drei Kapellen, prive figurativo, rappresenta uno scorcio della vasta
di finestre e perpendicolari tra loro (ognuna natura aperta visto da uno spazio chiuso. Lo
misura 10 × 10 metri), formano un ulteriore stesso Kirkeby ha raccontato di quando, durante
“spazio esterno” che definisce l'intera le spedizioni geologiche, trascorreva intere
composizione. La scelta dei mattoni come giornate a contemplare la natura dall’apertura
materiale per la costruzione, per di più di di una tenda, con una vista simile a quella del
produzione locale, corrisponde alla visione di quadro. Anche le Drei Kapellen sono
Kirkeby; inoltre, questo tema porta avanti lo caratterizzate strutturalmente da scorci simili:
sviluppo avviato da Erwin Heerich, che prevede lo spazio naturale visto dallo spazio dell’arte. La
l’impiego dei mattoni negli edifici del Museo e pittura come finestra sul mondo rimane
della Fondazione, e che successivamente verrà assolutamente collegata al mondo stesso.
Traduzione italiana di Maria Cristina Coldagelli per Scriptum,
Roma.

52 Per Kirkeby
ANDREAS GEHRKE ANDREAS GEHRKE ANDREAS GEHRKE
17

18

19

C AS A B E LLA 9 0 6
21
20

53
ANDREAS GEHRKE
Witherford Dolce lavorare
Massimo Curzi

Watson Questo nuovo progetto dello studio Witherford


Watson Mann architects ci permette di dare
lettura di una Londra perennemente in
trasformazione. Solo in apparenza scossa dalla

Mann
Brexit, la capitale inglese mostra segni di grande
vitalità e intraprendenza. Se, fino allo scorso
decennio, l’anima economica prendeva energia
dalle grandi società finanziarie e assicurative,
oggi il 48% dell’intero giro d’affari di Londra è

Brickfields, Hoxton, generato da piccole e medie imprese che, grazie


al loro dinamismo e alla loro competitività,
determinano il 20% dell’occupazione lavorativa

Regno Unito complessiva della città. Allo stesso tempo, come


già accaduto in molte altre città europee, ormai
da alcuni anni vi è una totale saturazione delle
aree edificabili e, pertanto, l’amministrazione
pubblica sollecita gli imprenditori a lavorare su
edifici esistenti, permettendo loro di
incrementarne la volumetria. A partire da questi
presupposti è nata l’iniziativa di Workspace
Group nel quartiere di Hoxton, a nord-est di
Londra, denominata “Brickfields”, ovvero la
creazione di spazi-ufficio di varia dimensione,
dalla singola stanza sino a uffici con spazi più
articolati, molti dei quali dotati di terrazzo. Come
accaduto in precedenza per altri progetti, lo
studio inglese WWM ha mostrato grande
intelligenza e “buon senso” nel progettare un
edificio che rispondesse alle richieste funzionali
e, allo stesso tempo, tenesse conto della relazione
con il contesto, racchiudesse soluzioni intelligenti
dal punto di vista della sostenibilità ambientale e
dettagli poetici a scale diverse. Tutto questo
senza cadere in formalismi, gesti gratuiti, forme
iconiche di facile consumo e di breve durata.
Il corpo architettonico prende il posto di un
edificio residenziale costruito negli anni Ottanta,
nelle vicinanze della stazione ferroviaria di
Hoxton Overground, disposto tra Nazrul Street a
ovest e la linea ferroviaria della metropolitana
sopraelevata a est. La costruzione a scheletro
metallico poggia a terra, sfruttando le fondazioni
esistenti, facendole collaborare attivamente al
nuovo progetto: un atteggiamento molto vicino a

54
1

1
vista da Cremer Street del nuovo
edificio per uffici
view from Cremer Street of
the new office building

DAVID GRANDORGE

C AS A B E LLA 9 0 6 55
2

2
planimetria generale dell’area di
quelli adottati in altri progetti dello studio
progetto realizzati in precedenza, dove si andava a cercare
overall plan of project area una stretta cooperazione strutturale tra esistente
3
modello generale dell’area di e nuova costruzione (vedi «Casabella» n. 830, 2013
progetto, in evidenza la e «Casabella» n. 898, 2019). Sono pertanto da
vicinanza alla stazione
ferroviaria di Hoxton sottolineare alcuni aspetti importanti di
overall plan of project area, quest’opera: il primo è la forma del volume, frutto
showing the proximity to the
railway station of Hoxton del lungo lavoro di studio compiuto attraverso
4 una serie di schizzi che hanno condotto a una
alcuni modelli di studio
mostrano l’evoluzione facciata apparentemente piatta verso il tratto
volumetrica del progetto ferroviario, contrapposta a quella “a gradoni”
study models showing the
volumetric evolution of the
verso il centro città esposta a ovest, ricavando così
3
project lunghi e utili terrazzi che permettono momenti di
5
l’inserimento del modello finale
relax all’aperto. La sezione longitudinale rivela la
nell’area di progetto caratteristica più importante dell’edificio, ovvero
insertion of the final model la stretta e lunga corte interna, spazio distributivo
in the project area
dell’intero corpo di fabbrica. Di grande teatralità e
dotato di luce zenitale, questo vuoto longitudinale
diventa il cuore vivo, luogo di socializzazione,
dove tutto accade: le persone che si muovono
nello spazio comune lo animano e lo trasformano
in una vera “piazza” a più livelli, regalando affacci
verticali, incroci visivi tra i due lati della
balconata. La sezione longitudinale rivela altresì
che le balconate interne si modulano “a cascata”,
4
ovvero tendono a essere più rarefatte nella parte
alta dell’edificio, per consentire alla luce zenitale e
agli sguardi di penetrare sino alla hall d’ingresso.
Osservando le foto con attenzione si potrà
notare la raffinatezza e al contempo la chiarezza
dei dettagli costruttivi: tra questi il sistema
strutturale che supporta le balconate interne
sostenute da travi in ferro poste non in spessore
5 di solaio ma al di sotto di questo, dando allo
spazio di circolazione nuova dimensione,
maggior intimità e proporzione domestica. Altro
elemento da sottolineare è l’aspetto cromatico
che, come in altri progetti dello studio londinese,
diventa determinante nel creare una particolare
atmosfera. Al riguardo, decisiva è stata la scelta
del mattone in clinker prodotto in Germania da
una ditta nei pressi di Brema: per trovare questo
materiale sono state prodotte molteplici
campionature, selezionate le argille direttamente
sui terreni di estrazione e posati tutti su preciso
disegno, dando luogo a decine di tavole di

56 Witherford Watson Mann Architects


6 9

6–11
schizzi che illustrano il metodo
di ricerca e di lavoro dello studio
londinese
sketches illustrating the
research and study method
of the London-based firm

7 10

8 11

C AS A B E LLA 9 0 6 57
12

Witherford Watson Mann


Architects (Stephen Witherford,
Christofer Watson, William
Mann)
Edificio per uffici nel quartiere
di Hackney a Londra

scheda del progetto


progetto
Witherford Watson Mann
Architects
progettisti
William Mann, Stephen
Witherford, Chris Watson,
Pepyn Nolet, Hannah
Schneebeli, Saya Hakamata,
Martin Erlandsson, Nuno
Castro Caldas, Fabiano
Andina, Hans Buhl
strutture
Momentum Engineering
ingegneria facciata
Price & Myers
ingegneria servizi
Max Fordham LLP
paesaggio
Kinnear Landscape Architects
consulente antincendio
Jeremy Gardner Associates
trasporti
TTP Consulting
consulente urbanistica

10m
Nathaniel Lichfield & Partners
consulente illuminazione naturale
Waldrams Ltd
consulenti certificazione BREEAM
SRL Technical Services
impresa

0
HG Construction
strutture metalliche
Wall
subappalto paramenti murari
Woodhurst
falegnameria
Dorplan
legno a blocchetti
Naturally Wood
committente
Workspace 14 Ltd
cronologia
aprile 2016: permessi
giugno 2019: completamento
dati dimensionali
9.800 mq superficie esterna
5.400 mq superficie interna
localizzazione
Cremer Street, Hoxton,
Londra, Regno Unito

fotografie
David Grandorge
Witherford Watson Mann

58 Witherford Watson Mann Architects


13

12
dettaglio, in cui si determinano cambi piante del piano terra e del
d’orientamento, soluzioni d’angolo, particolari quarto piano, sezioni di
raccordi tra diversi materiali ai bordi delle ampie progetto
ground floor and fourth floor
finestrature. All’interno, al “timbro” bruno dei plans and sections
mattoni di clinker si contrappongono altre 13, 14, 15
alcune immagini della fase
valenze cromatiche: dal colore scuro del ferro costruttiva con in evidenza il
strutturale, alla tinta naturale dei serramenti sistema strutturale in acciaio
images of the construction
interni in legno e al metallo tintato bronzo dei phase, showing the steel
parapetti. I soffitti lasciano a vista il grigio dei structural system
solai realizzati in lastre di cemento prefabbricato.
I pavimenti, rivestiti con lastre quadrate di
larice tagliato contro fibra rimandano a spazi 14

industriali della prima metà del Novecento, come


agli interni della casa Motherwell a Long Island,
East Hampton di Pierre Chareau. Il portale
d’accesso principale, posto sulla testata
dell’edificio che affaccia su Cramer Street, rientra
rispetto al filo facciata, facendo percepire
l’ingresso come un volume scavato, dando al
contempo un senso di ospitalità e protezione.
La modulazione dei prospetti in mattoni

DAVID GRANDORGE
mette in evidenza il ritmo delle pilastrature
metalliche rivestite, che si contrappongono con la
loro verticalità al segno orizzontale delle travi in
cemento prefabbricato grigio che sormontano le
ampie finestrature. L’angolo sud-est del volume si
piega permettendo una lettura continua delle
facciate il cui rivestimento superficiale cambia
orientamento, mostrando di spigolo i mattoni e
mettendo in evidenza, al passaggio del sole, un
raffinato gioco di luci e ombre.
Questo nuovo progetto rivela l’attitudine
degli architetti Witherford Watson Mann nel
sapersi inserire con cura e in modo appropriato
15
in un determinato contesto, di lavorare con
grande padronanza dell’intero ciclo costruttivo,
disegnando soluzioni durevoli di buon senso, con
dettagli ispirati e ricercati, attraverso un uso reale
e non falso dei modelli e degli schizzi che
diventano metodo d’indagine e non un simbolico
accessorio al progetto. Riteniamo che la chiave
del loro approccio si trovi nel progettare spazi “a
misura d’uomo” dove il “percorrere” il progetto
DAVID GRANDORGE
mentalmente, e poi su carta, diventa prassi per la
ricerca di un’architettura profondamente
sostenibile sotto tutti i punti di vista.

C AS A B E LLA 9 0 6 59
16 19

16–21
nelle immagini il metodo
costruttivo del paramento in
mattoni di clinker: un mattone
prende la forma dell’edificio
diventando lui stesso un
modello volumetrico
the images show the
construction method of the
facing in clinker brick: a
brick takes the form of the
building, becoming a
volumetric model

17 20

18 21

60 Witherford Watson Mann Architects


22

22
disegno di dettaglio della
facciata: sezioni e prospetti
costruttivi. L’edificio ha una
struttura portante in acciaio a
travi e pilastri. Le murature
verticali esterne di
tamponamento sono realizzate
con una struttura “a due teste”
di mattoni di clinker realizzati
appositamente per questo
progetto. La stratigrafia dei
tamponamenti perimetrali
prevede una ulteriore
intercapedine d’aria, pannelli
rigidi di isolante termico, uno
strato di isolamento in lana
minerale e una finitura interna
in cartongesso a doppia lastra
su telai d’alluminio. I solai
interni sono realizzati in
cemento prefabbricato
alleggerito. I voltini e i davanzali
esterni delle aperture
perimetrali sono in elementi
prefabbricati di cemento.
Pavimentazioni interne in
blocchetti di legno tagliati
controfibra. Parapetti interni in
acciaio verniciati tinta ottone.
Scale interne al patio in acciaio
nero con finitura trasparente
detail drawing of the facade:
construction sections and
elevations. The building has
a load-bearing structure in
steel, with beams and pillars.
The external vertical infill
masonry has a “two head”
structure in clinker brick
custom-made for this project.
The stratigraphy of the
perimeter infill calls for
another air space, rigid
panels of thermal insulation,
a layer of insulation in
mineral wool and internal
finishing with double
plasterboard on aluminium
framework. The inner slabs
are made with lightened
precast concrete. The
external lintels and sills of
the perimeter openings are
in precast concrete. Internal
flooring in wood blocks, cut
against the grain. Internal
parapets in steel, coated in
brass color. Internal staircase
of the patio in black steel
with transparent finish

1m
0

C AS A B E LLA 9 0 6 61
23

DAVID GRANDORGE

DAVID GRANDORGE

62 Witherford Watson Mann Architects


24

23, 24
viste del prospetto lungo Nazrul
Street
views of the elevation along
Nazrul Street

DAVID GRANDORGE

C AS A B E LLA 9 0 6 63
25 27

25, 26
immagini dell’esterno
dell’edificio; particolare
dell’angolo tagliato lungo il
prospetto sud, il terrazzo
all’ultimo piano
exterior views of the building;
detail of the corner cut along
the southern elevation, the
terrace on the upper level
27, 28, 29
alcune immagini dell’interno
con il patio che prende la luce
zenitale tramite un lungo
lucernario centrale. Da notare il
sistema delle scale in acciaio
che, “a cascata”, collegano lo
spazio d’ingresso con i diversi
piani
interior views showing the
patio that receives overhead
light from a long central
skylight. Note the system of

HELENE BINET
steel steps in a “cascade”
arrangement, connecting the
entrance space to the various
levels
28
HELENE BINET

26

HELENE BINET
HELENE BINET

64 Witherford Watson Mann Architects


29

HELENE BINET

C AS A B E LLA 9 0 6 65
Ricordo/i.
Rafael Moneo, Bankinter,
Madrid 1972–1977
Juan José Lahuerta

Per motivi che non sono rilevanti e che sarebbe addirittura ridicolo ricordare in questa sede, il primo ottobre del 1975
giunsi a Madrid per trascorrervi tre mesi. Da studente di architettura a metà del corso di laurea, non avevo mezzi sufficienti
per prenotare un albergo, così iniziai a girare nei dintorni di Plaza Mayor in cerca di una pensione. Cercai invano: entravo
nell’androne, salivo le scale fino al piano giusto, suonavo il campanello e dall’altro lato della porta, porta che nessuno si
sognava di aprire, la voce sgarbata di una persona invisibile mi diceva che era tutto occupato, che non c’era posto, che me
ne dovevo andare. Ciò che percepivo dall’altra parte di quelle porte sprangate, in quelle voci all’altro capo di uno spion-
cino inerte attraverso il quale nessuno osava guardare, era puro terrore.
La situazione era questa: il 1° ottobre 1975, Francisco Franco aveva fatto quella che sarebbe stata la sua ultima ap-
parizione pubblica, affacciandosi dal balcone del Palazzo Reale dinanzi a un assembramento di fedeli opportunamente
riuniti in Plaza de Oriente per dimostrare il loro sostegno al dittatore, come tante volte era successo nella storia del re-
gime. Appena pochi giorni prima, il 27 settembre, erano state invece eseguite le ultime delle centinaia di condanne a morte
firmate da Franco: cinque fucilazioni, due di militanti dell’ETA e tre di membri del FRAP (Fronte Rivoluzionario Antifascista
e Patriottico). La reazione a quelle sentenze, il tentativo da parte di singoli, organizzazioni, istituzioni e governi di impedirne
l’attuazione, le manifestazioni contro l’ennesimo atto di crudeltà del franchismo che si succedettero in Spagna e, soprat-
tutto, in numerose città di tutta Europa, costituivano la ragione dell’apparizione pubblica del caudillo e della correlata ma-
nifestazione di “appoggio incondizionato” al generalissimo il quale, per rimarcare la solidità del regime, si presentò sul bal-
cone in compagnia di Juan Carlos di Borbone, il suo successore.
Ma non è tutto. Quello stesso 1° ottobre, mentre era in corso la manifestazione ufficiale, in vari punti di una Madrid in
stato d’occupazione militare, quattro poliziotti vennero assassinati da altrettanti esponenti dei GRAPO (Gruppi di Resi-
stenza Antifascista Primo di Ottobre), un’organizzazione che con quegli atti faceva la sua prima e tragica entrata in scena.
In quei giorni le porte delle pensioni madrilene erano in effetti sbarrate con mille catenacci e dietro di esse si nasconde-
vano individui terrorizzati a ragione: non esistevano posti sicuri in cui stare.
Qualcuno si starà chiedendo quale sia il senso di queste rievocazioni, ma se si vuole parlare della cultura prodotta in
Spagna negli ultimi anni di vita del dittatore (intubato nel suo letto fin oltre l’ultimo respiro e dichiarato morto il 20 novem-
bre, dopo un’incredibile performance medico-mediatica, appena cinquanta giorni dopo quelle fucilazioni) e della cultura
germinata nel periodo successivo, durante la cosiddetta Transizione democratica –anni di instabilità, gioco sporco, vio-
lenze e attentati la cui realtà non potrebbe essere più lontana dalle tinte idilliache con cui è stata poi rappresentata– se si
vuole parlare della cultura di quegli anni dicevo, architettura inclusa, ritengo si debbano ricordare le circostanze in cui si
viveva allora, il serpente avviluppato all’infinito alla cui morsa nessuno di coloro che tentavano di creare qualcosa poteva
sfuggire.

66
1 3
1
—Franco e Juan Carlos di Borbone
nel corso dell’ultima apparizione
pubblica del dittatore dal balcone
del Palacio de Oriente a Madrid,
1° ottobre 1975
—Franco and Juan Carlos I during
the last public appearance of the
dictator on the balcony of Palacio
de Oriente in Madrid, 1 October
1975

EVERETT COLLECTION / MONDADORI PORTFOLIO


2
—«Il Messaggero», 27 settembre
1975
—Il Messaggero, 27 September
197
3
—Francisco Franco, la principessa
Sofia, moglie di Juan Carlos, Maria
Franco, Juan Carlos di Borbone,
futuro Re di Spagna, e Spiro 2 4
Agnew, vicepresidente degli Stati
Uniti alla celebrazione
dell’anniversario della Guerra
Civile, 18 luglio 1971, a Madrid
—Francisco Franco, princess
Sofia wife of Juan Carlos, Maria
Franco, Juan Carlos I, future king
of Spain, and Spiro Agnew, vice-
president of the United States, at
the celebration of the anniversary
of the Civil War, 18 July 1971 in
Madrid

BRIDGEMAN / MONDADORI PORTFOLIO


4
—Juan Carlos di Spagna con i
membri del Governo spagnolo,
1975
—Juan Carlos I with the members
of the Spanish government, 1975

C AS A B E LLA 9 0 6 67
5

Il Bankinter di Rafael Moneo e Ramón Bescós, sede di


rappresentanza di una banca nuova di zecca nel cuore di Ma-
drid –sul Paseo de la Castellana, il viale che si era trasformato

LEEMAGE / MONDADORI PORTFOLIO


nella vetrina della modernità tecnocratica e finanziaria del re-
gime– venne costruito tra il 1972 e il 1977, esattamente in
quegli anni. Come poteva un intervento architettonico come
quello, così sofisticato dal punto di vista formale e tanto intel-
lettualizzato, sfuggire a un siffatto contesto? È giunta l’ora di
6 smettere di presentare la storia dell’architettura spagnola di
quegli anni come la scoperta di una meravigliosa terra inco-
gnita, come la rivelazione di un miracolo che accompagnò e
diede un volto –il viso privo di rughe, cicatrici e conflitti di una
novella Atena sorta dalla testa di Zeus– all’altro miracolo spa-
gnolo: quello della “transizione pacifica” dalla più terribile
delle dittature alla più esemplare delle democrazie.
Ma consentitemi qualche altro appunto autobiografico.
Ricordo assai bene le giornate limpide e secche di quell’au-
tunno madrileno, giornate di una luminosità abbagliante e
ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO

sempre più fredde col trascorrere delle settimane –un clima


asciutto, una luce e un freddo inconcepibili per un barcello-
nese come me– e al contempo non riesco a dimenticare l’at-
mosfera plumbea che si respirava in città, la paura diffusa che
ho già evocato e la necessità di farvi fronte nonostante tutto,
7 il grigiore dominante che culminava nelle uniformi dei poli-
ziotti, nei pesanti cappotti a doppiopetto degli agenti di quella
che allora si chiamava ufficialmente Polizia armata, sopran-
nominati –e non poteva essere altrimenti– “los grises”, i grigi.
Un barcellonese non era abituato neppure a vedere una tale
quantità di tonache, uniformi militari e poliziotti per le strade,
né così tante auto ufficiali percorrerle a tutta velocità, scor-
tate da motociclisti e a sirene spiegate. Ebbene, una tra le
AGE / MONDADORI PORTFOLIO

prime cose che ho fatto a Madrid in quei giorni, e senz’altro


quella meno procrastinabile dal mio punto di vista di studente
di architettura, è stata recarmi alla Castellana per vedere il
nuovo palazzo di Rafael Moneo, allora ancora in costruzione,
ma almeno dall’esterno già praticamente terminato. All’inizio
dell’anno avevo letto qualche articolo che ne parlava –su
«Nueva forma» per esempio– e ne avevo discusso con i col-
leghi di università a Barcellona e, appena arrivato, anche a
Madrid. Ci sembrava chiaro che quell’ultima opera di Moneo
avesse qualcosa di esemplare e che guardarla –non solo con
gli occhi– costituisse la più impellente delle necessità. Ma
cosa determinava una tale sensazione di urgenza?

68 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


5—7
—Paseo de la Castellana, Madrid:
veduta degli anni 1930; veduta
degli anni 1960; fotografia scattata
nel 2014 (in primo piano una
scultura di Botero e sullo sfondo la
sede del Banco de Bilbao Y
Vizcaya di F. J. Sáenz de Oiza,
1979-81) Per cominciare: cosa significava pas- Sul Paseo de la Castellana, all’epoca ufficialmente inti-
—Paseo de la Castellana, Madrid: seggiare per la Castellana nei primi anni tolato al Generalísimo Franco –un viale su cui si affacciavano
view in the 1930s; view in the Settanta? Quel corso madrileno era già di- gli uffici di ministeri e importanti enti pubblici, punteggiato
1960s; photograph taken in 2014
(in the foreground, a sculpture by ventato ciò che continua a essere ancora da ambasciate e dalle sedi delle maggiori compagnie banca-
Botero, with the headquarters of oggi: lo spazio in cui assumevano e assu- rie– quel velo di imprescindibile modernità si era andato for-
Banco de Bilbao Y Vizcaya by F. J. mono un volto concreto i poteri finanziari mando a partire da iniziative decorative eloquenti, come
Sáenz de Oiza, 1979-81, in the
background) attivi nel Regno di Spagna – e in quel fran- quella del museo di scultura all’aria aperta inaugurato nel
8 gente sotto il regime franchista, un’epoca, 1972, che approfittando di una sopraelevata –un’altra incar-
—Paseo de la Castellana, Madrid, lo vedremo, con le sue specifiche peculia- nazione del progresso desarrollista– aveva riunito pezzi mo-
sede di Bankunión di J.A. Corrales
e R. Vázquez Molezún, 1970-75
rità. Il Paseo de la Castellana è insomma numentali e fatalmente astratti di alcuni tra gli artisti più rile-
—Paseo de la Castellana, Madrid, uno di quei luoghi in cui prorompe senza vanti del momento, da Alfaro e Chillida a Martín Chirino e Pa-
Bankunión building by J.A. infingimenti una verità ben nota, ma assai lazuelo, e si era poi addensato nei prevedibilissimi “gratta-
Corrales and R. Vázquez
Molezún, 1970-75
poco dibattuta e sulla quale si tende a sor- cieli” dagli opachi courtain-wall che avevano preso a sorgere
volare: l’architettura è il volto del potere. ai suoi lati.
Nel caso che ci riguarda, quel potere pre- Quando Moneo e Bescós impostarono il progetto di
senta una caratteristica fondamentale: si tratta del potere fi- Bankinter –sulla base di un incarico che in linea di principio
nanziario cresciuto a dismisura in Spagna negli anni Ses- non si discostava troppo dagli altri– era già stata intrapresa
santa, gli stessi del boom (macro)economico che coincise la costruzione di quello che sarebbe diventato senza dubbio
con l’avvento di una élite di politici e dirigenti, molti dei quali il più significativo tra gli edifici costruiti in quel contesto:
provenienti dalle file dell’Opus Dei, diventati noti come “tec- 8

nocrati”. Individui provvisti di una rete assai estesa di contatti


internazionali che occuparono posizioni di ogni tipo, nei mi-
nisteri e nelle direzioni generali come nei consigli di ammini-
strazione delle grandi banche e industrie spagnole, portando
a termine un’autentica colonizzazione del settore pubblico e
di quello privato. Quei tecnocrati rimpiazzarono la vecchia
guardia del regime –espressione della vittoria nazional-cat-
tolica nella guerra civile, immobile nella sua ideologia e nella
incredibilmente reazionaria simbolizzazione retorica della
stessa– incapace di innescare il rinnovamento strutturale
del Paese di cui il capitale aveva impellente bisogno. Avvia-
rono un progetto di modernizzazione economica di impronta
liberista, battezzato desarrollismo, che aveva come obiettivo
primario la trasformazione della Spagna da Paese sostan-
zialmente agricolo –o meglio autarchico– a nazione bor-
ghese di industrie e servizi, un’operazione condotta però – Bankunión di Corrales e Vázquez Molezún. Quel palazzo in
ed è importante ai fini del nostro discorso– senza cambiare granito rosa, vetro e alluminio anodizzato della stessa tona-
una virgola delle fondamenta politiche della dittatura. lità, coronato da una copertura semicilindrica e caratteriz-
Dico importante per il nostro discorso perché i tecno- zato dai numerosi elementi tecnici o funzionali esibiti all’e-
crati non dubitavano del fatto che i loro piani di sviluppo do- sterno –cavi, tubazioni, condotti vari, sostegni per i cartelloni
vessero essere rivestiti da uno strato di modernità formale, pubblicitari, volumi di comunicazione verticale ecc.– è il mi-
dovessero esibire un’immagine alla cui costruzione l’arte e glior esempio di un modo di intendere la modernità come
l’architettura furono chiamate a collaborare. ostentazione di materiali, strutture e impianti abbacinanti e

C AS A B E LLA 9 0 6 69
9

LINDMAN PHOTOGRAPHY AB

70 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


9
—R. Moneo, Bankinter, Madrid
1972-77
—R. Moneo, Bankinter, Madrid
1972-77

opachi a un tempo –cosa si può domandare a una sfinge sero svolgersi gli esami su materie che di fatto non erano
meccanica?– una retorica celebrazione dell’astrazione rac- state insegnate.
chiusa nella tecnologia assai meno innocente di quanto In un’università triste, povera, abbandonata, traboccante
possa sembrare oggi. Un’architettura, insomma, in cui la tec- di professori meno che mediocri e studenti che come me
nocrazia assurgeva a tecnolatria. avevano priorità ben diverse da quelle di assistere alle le-
Dinanzi alla vacua verbosità modernista di un edificio zioni, i corsi di Moneo costituivano una straordinaria ecce-
come quello di Bankunión, astrusamente meccanico, apice zione. Per due ragioni. Innanzitutto, naturalmente, per la sta-
raffinatissimo dell’estetica desarrollista volta a esaltare il tura intellettuale del personaggio: brillante, colto, dotato di
nuovo potere finanziario, così intangibile, così asettico, così un’eloquenza in grado di ammutolire la moltitudine di stu-
dispotico –così tecnocratico, insomma– ciò che propone- denti che affollava la sua classe, quelli iscritti al corso e i tanti
vano Moneo e Bescós era radicalmente differente, per non curiosi; del tutto alieno all’insulsaggine ignorante e presun-
dire esattamente opposto. Salvaguardare la preesistente pa- tuosa della stragrande maggioranza degli insegnanti che ri-
lazzina ottocentesca terminata nel 1902, una delle poche uscivano a riempire le rispettive aule solo a suon di boccia-
scampate al piccone negli anni Sessanta e ancora in grado ture. Non c’era nessun altro professore che parlasse di ar-
di richiamare alla memoria il viale residenziale che la Castel- chitettura contemporanea, moderna o antica con la stessa
lana era stato ai suoi tempi; adeguare la scala del nuovo fab- scioltezza con cui lo faceva Moneo, che fosse capace di ti-
bricato alla mole di quelli circostanti e alla dimensione della rare in ballo esempi del passato per illuminare il presente,
strada; utilizzare materiali tradizionali come il mattone e or- che discutendo di architettura facesse riferimento a un’o-
namenti non meno tradizionali come gli altorilievi in bronzo pera d’arte, a una poesia, a un brano musicale, lasciando tra-
ecc. Niente a che vedere con Bankunión e tanti altri palazzi sparire un’integrità e una competenza universali che, alle mie
innalzati sullo stesso asse viario –prima e dopo Bankinter– orecchie di diciottenne, suonavano come musica celestiale
seguendo l’ansia del potere politico e di quello economico di e fungevano da modello ideale per i castelli di carte che
trasformare la via in un esibito –per non dire spudorato– come tutti i giovani amavo costruire.
centro finanziario simboleggiato dai “grattacieli”, dal vetro e Eppure quell’ammirazione non era esente da contraddi-
dall’acciaio, dalla magniloquente rivelazione della verità più zioni. In effetti, in quel momento, al termine di una “notte” che
velata: quella dell’“alta” tecnologia. La costruzione di Moneo molti di noi vedevano tingersi –quanta ingenuità– di sfuma-
e Bescós era necessariamente esemplare, e lo era anche ture poco meno che rivoluzionarie, Moneo appariva ai nostri
per la sua condizione di unicum: si trattava di un tentativo ec- occhi come una figura decisamente conservatrice. Mentre gli
cezionale, tenuto conto della destinazione dell’edificio, di an- altri insegnanti, pochissimi, le cui lezioni valeva la pena di fre-
corarsi al sito e alla disciplina architettonica. quentare, dedicavano i propri corsi a temi tra i più pressanti o
L’emozione di trovarsi di fronte al palazzo di Moneo e a soggetti storici le cui conclusioni sembravano poter essere
Bescós, ai primi di ottobre del 1975, nelle circostanze che applicate alle urgenze della contemporaneità (Manuel de
ho spiegato, aveva ancora un’altra origine. A quei tempi Mo- Solà-Morales si occupava, per esempio, di questioni inerenti
neo era docente di composizione presso la Scuola di archi- la pianificazione urbana e delle politiche abitative condotte in
tettura di Barcellona, quella in cui studiavo. Lo avevo avuto quegli anni in Europa, degli interventi nelle banlieue francesi,
come insegnante nel 1972–73, anche se la situazione non del pesante ricorso alla prefabbricazione in Unione Sovietica;
era stata la migliore, almeno dal punto di vista accademico: Joan Busquets analizzava da parte sua le forme di accresci-
dopo l’intenso ciclo di manifestazioni, proteste e scioperi mento della città informale –baraccopoli, favelas, coree...–;
che avevano cadenzato il primo trimestre, la scuola era stata Ignasi de Solà-Morales sviscerava le esperienze architettoni-
chiusa per ordine del governo, con la conseguenza che le le- che tra le guerre mondiali, dalle Siedlungen tedesche alla
zioni di Moneo, come tutte le altre, erano state sospese per Vienna Rossa passando per la Scuola di Amsterdam), nello
il resto dell’anno. Al termine dell’anno accademico la scuola stesso frangente, dicevo, i pochi mesi del corso tenuto da
venne però riaperta, sotto stretto controllo, perché potes- Moneo ruotavano intorno a una villa di C.F.A. Voysey, il più

C AS A B E LLA 9 0 6 71
10

prudente, misurato e tradizionalista degli architetti, l’autore di


magnifiche abitazioni di campagna per una certa borghesia
inglese un po’ snob, convinta adepta di una posata ideologia
antiurbana, per la quale aveva progettato non solo grandi di-
more, mobili, orologi, cristalli, servizi da tè, tappeti, arazzi, tes-
suti stampati o carte da parati, ma l’intero stile di vita di una
società sospesa –non solo in senso nostalgico– nella “natu-
ralezza” di gerarchie inamovibili, quasi feudali.
Mentre lavoravamo sui dettagli della Broad Leys House
e in particolare ridisegnavamo la sua scalinata principale,
cosa avremmo dovuto pensare della proposta di Moneo, agli
antipodi di tutto ciò che ci stimolava? Lo stesso dilemma mi
si presentava –ci si presentava– dinanzi al fabbricato quasi
terminato di Bankinter. In quel contesto così opprimente,
così plumbeo da rendere irrevocabile il mio rigetto –il nostro
rigetto– delle operazioni urbanistiche così sfacciatamente
motivate dal bisogno di simboleggiare il potere come quella
condotta sulla Castellana, o delle architetture che, accet-
tando tutte le conseguenze, esprimevano quell’esigenza
sotto forma di modernità esagerata, l’opera di Moneo si pre-
11
sentava come un enigma, in questo caso per nulla vacuo:
studiarlo significava trovare risposte e la prima di esse ri-
guardava il ritorno dell’architettura ai suoi elementi costitu-
tivi: materiale, muro, vano, ornamento, assenza di gadget. Di-
nanzi alle forme paradigmatiche dell’apogeo del desarrolli-
smo tecnocratico, che tipo di ritorno era quello?
Dico apogeo del desarrollismo tecnocratico, ma devo
puntualizzare. Nel 1971, con un’economia americana in ca-
duta libera –e il Vietnam non era l’unica causa–, Nixon aveva
deciso di sospendere la convertibilità del dollaro in oro e, di
fatto, di abrogare lo standard aureo, dando inizio a una ca-
tena di eventi che avrebbe condotto nel 1973 all’esplosione
della cosiddetta crisi energetica. In Spagna, la cui “florida”
crescita economica si basava su un groviglio di corruzione e
bolle speculative, la crisi internazionale avrebbe avuto effetti
devastanti e il modello desarrollista avrebbe trovato una fine
inappellabile. In questo senso, l’ottimismo ostentato da
quella sorta di esibizione del futuro che è Bankunión sembra
un patetico canto del cigno, mentre il progetto di Moneo e
Bescós, incaricati anche loro di edificare la sede di una
banca proprio sulla Castellana ed esattamente in quel mo-
mento, dà l’impressione di rispondere a una profonda esi-
genza di ricapitolazione conservatrice, del tutto cosciente

72 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


10 11
—C.F.A. Voysey, progetto per la
casa Buckley a Windermere, 1900;
progetto per la casa Broad Leys a
Windermere, 1898
—C.F.A. Voysey, project for the
Buckley house at Windermere,
1900; project for the Broad Leys
house at Windermere, 1898 del cambiamento della congiuntura e che modelli tirati in ballo dalla critica del momento: Louis Kahn
perciò, sfuggendo a qualsiasi anacroni- (Goldenberg), Robert Venturi (Mathematics Building di Yale,
smo, non si propone di sciorinare il futuro, Casa sulla spiaggia), Frank Lloyd Wright (Larkin, Avery
ma piuttosto di interrogare il passato e forse di attingere ad- Coonley, Hanna, Johnson’s Wax), Alvar Aalto (Neue Vahr),
dirittura –per parafrasare un titolo di Giedion– a un passato Jørn Utzon, James Stirling (Facoltà di ingegneria di Leicester),
eterno. Le Corbusier (Padiglione svizzero, Unità abitativa di Marsiglia),
Lo voglio dire parafrasando un altro titolo, questa volta di Sullivan (Wainwright), Asplund (tribunale di Göteborg), Josef
Eric Hobsbawm: in un mondo in crisi –sotto un ancien régime Hoffmann, Adolf Loos (“gli interni di...”), Toyo Ito, Eisenman,
giunto alla fine dei suoi giorni, sia a livello internazionale sia Mondrian, Melnikov, Mies (Seagram), Philip Johnson (Kline
spagnolo– la tradizione è un’invenzione che genera sicurezza. Biology Tower a New Haven), Mendelsohn (“i cinema di...”),
Bisogna organizzare almeno alcuni settori della vita, certi sce- Álvaro Siza... oltre a rimandi generici al “razionalismo italiano”,
nari, in modo che sembrino inalterabili, imperturbabili dinanzi alla “Vienna fin-de-siècle”, alla “Scuola di Chicago”, ecc.
a qualsiasi trasformazione critica, e tra tutti i metodi possibili Per un motivo o per l’altro, in modo generico o a propo-
per riuscirci, l’architettura è uno di quelli che meglio si presta sito di un’opera in particolare, tutti questi nomi vennero le-
all’incombenza. Nella sede di Bankinter si produce la sospen- gati a qualche concetto o specifico dettaglio di Bankinter;
sione del circuito di simbolizzazione della modernità in cui si quasi che Moneo e Bescós avessero progettato l’edificio te-
era convertito il Paseo de la Castellana: all’improvviso, in quel nendo a portata di mano una sorta di prontuario dell’archi-
punto, inizia il regno di un’altra parola, così lontana dall’iperbo- tettura moderna, dal passato eroico al presente più conti-
lica vistosità degli edifici che si erano succeduti sul viale – nuista; quasi, si direbbe, che non si potesse immaginare
quella sorta di amplificatio del potere finanziario sostenuta niente senza prima essersi garantita la rete di protezione
dall’architettura e assunta come una necessità assiomatica– costituita dall’autorevolezza di opere e autori cui la nuova
da rendere impossibile addirittura il confronto. proposta si rifà o contro i quali si rivolta. Nella visione dei
Bankinter si sottrae al confronto con quei palazzi e, se commentatori contemporanei, l’edificio di Moneo e Bescós
dovessimo giudicare da ciò che ne hanno scritto i critici con- si converte in una sorta di puzzle senza capo né coda, in un
temporanei, anche a quello con qualsiasi altra cosa. È dav- assemblaggio delle disiecta membra di un cumulo di archi-
vero impressionante vedere come, dinanzi all’opera di Mo- tetti e architetture appartenenti al canone del Movimento
neo e Bescós, i commentatori contemporanei abbiano fatto moderno e alle sue propaggini.
ricorso a tutti i riferimenti possibili per non parlare diretta- Ma cosa avrà a che fare quel mostro di Frankenstein –il
mente di quell’edificio, una costruzione che sembra occul- moderno Prometeo– con un’opera che, osservata con obiet-
tarsi dietro la sua stessa evidenza. Negli articoli dei critici tività, ci si para davanti –e chi potrebbe negarlo– mettendo
madrileni in voga all’epoca, come Gabriel Ruiz Cabrero, in mostra un’austerità e un’economia di materiali, forme, ri-
Antón Capitel o Alfonso Valdés, e nei testi di alcuni stranieri, sorse e mezzi assolutamente coerenti e omogenee? Baste-
come Kenneth Frampton, ancora più loquace, la massa di ri- rebbe gettare uno sguardo sull’ambiente della critica dell’e-
ferimenti, allusioni o rimandi ad altre opere di architettura cui poca –un’epoca votata al revisionismo in cui ancora si dibat-
viene accostato Bankinter è così vasta e variegata che guar- teva della crisi (una tra le tante) dell’ortodossia del Movi-
darla dal presente suscita stupore. mento moderno: il celebre Linguaggio dell’architettura
Senza volere essere esaustivo, e tralasciando le men- postmoderna di Charles Jencks è del 1977– per capire su-
zioni alle cose più vicine e locali –per esempio alla mole in bito che il rosario di autorità sgranato dai commentatori di
mattoni della Casa Sindical progettata da Francisco de Asís Bankinter è ancorato alle manie e ai fantasmi di quel periodo
Cabrero e Rafael Aburto sul Paseo del Prado, sullo stesso storico: sono gli esempi passe-partout del momento, i vimini
asse della Castellana, ma che, a parte l’uso del mattone (e con i quali in quegli anni si intrecciavano tutti i cestini.
non si tratta nemmeno dello stesso tipo di mattone), non ha Alfonso Valdés, in un articolo del 1982 in cui molti para-
niente a che fare con Bankinter–, ecco un elenco di presunti grafi iniziano con un “come non pensare a...”, “come non fare

C AS A B E LLA 9 0 6 73
12 13

DIDA BIGGI

74 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


14
12 13
—Bankinter, veduta e
assonometria dell’intero
complesso
—Bankinter, views and isometric
of the entire complex
14 15
—Bankinter, vedute del plastico il confronto con...”, “come non realizzare
che mostrano la presenza della
passerella che avrebbe dovuto che...”, “come non ricordare il...”, conclude
collegare il nuovo corpo di fabbrica affermando che «Moneo, in ogni punto,
alla palazzina preesistente e la cita con precisione, sceglie il maestro più
finestra in lunghezza per
l’illuminazione dell’auditorium appropriato […] Tutti resteranno soddi-
—Bankinter, views of the model sfatti da Bankinter: gli architetti post-ra-
showing the walkway that would zionalisti come quelli venturiani, gli orga-
have connected the new building
to the existing one, and the nici, gli espressionisti...». Oggi possiamo
lengthwise window for lighting of affermare l’esatto contrario: quella sfilza 15
the auditorium
infinita di riferimenti, modelli e presunti
maestri non può soddisfare nessuno, e ri-
manda solo alla perplessità dei critici dinanzi all’inaspettata
complessità dell’opera di Moneo e Bescós, una complessità
che sembrava di poter sondare solo ricorrendo a quella sorta
di autoaffermazione che consiste nello sciorinare tutto ciò
che si sa.
Ma, d’altra parte, basterebbe ritornare ai libri tramite i
quali in quel momento veniva ristrutturato il canone della
modernità e in particolare a Complessità e contraddizioni
nell’architettura, pubblicato da Robert Venturi nel 1966, ma
tradotto in spagnolo solo nel 1972 (in Italia nel 1980) –un li-
bro che a differenza di quello di Jencks ricapitola il Movi-
mento moderno, ma non rompe i rapporti con esso: “mani-
festo gentile” lo chiamava lo stesso Venturi– per capire da
dove scaturivano quelle spensierate catene di citazioni e
menzioni di opere e nomi: “tutti resteranno soddisfatti”,
certo, tutti quelli sempre ben informati sugli argomenti all’ul-
timo grido.
Ebbene, in un testo piuttosto lungo inserito nel 1994 in
una monografia dedicata a Bankinter, Rafael Moneo riflette
a freddo su quell’esperienza, attribuendo tutta la loro impor-
tanza ai vincoli dell’incarico e del sito, alle decisioni prese in
fase progettuale dal punto di vista funzionale, strutturale e
formale, alle problematiche sorte in fase esecutiva, alla
scelta dei materiali, al disegno di ogni specifico elemento
ecc., senza che gli passi neppure per la mente l’idea di fare il
nome di una sola autorità, maestro o modello; rivendicando
così con limpidezza la distanza tra la sua architettura e l’e-
norme mole di citazioni incredibilmente eterogenee che i cri-
tici avevano percepito in essa.
Ma non è tutto. A proposito di due elementi inseriti nel
progetto, ma cassati in corso d’opera –la finestra continua
sulla parete semicircolare del corpo basso e la passerella che

C AS A B E LLA 9 0 6 75
16

avrebbe dovuto collegare il nuovo blocco alla palazzina pree-


sistente– Moneo afferma che «appartenevano al gergo allora
vigente e, senza dubbio, potevano già essere considerati ano-
mali; fortunatamente [il corsivo è mio, N.d.A.] si prescinderà da
entrambi nel procedere dei lavori»; e più avanti, commentando
una foto del plastico, insiste: «La comunicazione tra il terzo
piano e l’antico edificio attraverso la passerella e l’illumina-
zione a bande dell’auditorium erano soluzioni del tutto legate
all’epoca che felicemente [idem] sono scomparse».
Nel riflettere sul suo progetto a distanza di quasi
vent’anni, salta agli occhi quanto Moneo sia soddisfatto di
avere avuto al momento giusto la lucidità –col senno di poi,
il “fortunatamente” e il “felicemente” presentano quelle de-
cisioni come autentiche illuminazioni– di sopprimere gli ele-
menti “d’epoca” facendo sì che dal suo edificio promani un’a-
temporalità capace di superare tutti gli anacronismi e di sfi-
DIDA BIGGI

dare la caducità imposta dalle mode. Di più: l’architetto as-


17 serisce che quegli elementi erano già “anomali” all’epoca,
costituivano una sorta di effimera debolezza, una tentazione
passeggera indotta dal canto della sirena del tenersi al
passo. Il suo palazzo sarebbe diventato o, meglio, era già al
momento della sua concezione e costruzione, proprio l’op-
posto di tutto ciò: non un crocevia, ma un monumento –nel
senso di memoria– in cui l’architettura riconosce se stessa,
avulso dalla temporalità mutevole di una modernità condizio-
nata da tutte le crisi. I commentatori contemporanei cerca-
vano di scongiurare le insicurezze generate dalla crisi con la
fuga in avanti rappresentata dal moltiplicarsi delle citazioni
di presunte autorità, e la cosa non fa che sottolineare quanto
DIDA BIGGI

siano obsolete quelle critiche che lambivano la costruzione


di Moneo senza toccarla; il suo artefice, invece, propone una
sorta di ricapitolazione in cui l’architettura ritrova se stessa
ripartendo –come ho già detto– dalle basi, in senso quasi al-
bertiano: materiale, muro, vano, ornamento.
Nel testo che ho appena citato, Moneo attribuisce
un’importanza capitale, quasi si tratti del segno sotto il quale
era nato il progetto, alla decisione di preservare il palazzotto
del marchese di Mudela, non su richiesta dei committenti,
ma su proposta degli stessi architetti. È chiaro che si tratta
di un premeditato atto di salvaguardia. In quegli anni il pic-
cone aveva già fatto fuori un buon numero di costruzioni
dello stesso tipo: la loro sostituzione con edifici istituzionali
e aziendali del genere di quelli che abbiamo già descritto

76 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


18
16 17
—R. Moneo, Bankinter, viste
parziali
—R. Moneo, Bankinter, partial
views
18
—Bankinter, veduta frontale
—Bankinter, frontal view

MICHAEL MORAN

C AS A B E LLA 9 0 6 77
19

non costituiva solo una perdita per il catalogo del patrimonio


architettonico madrileno, ma cancellava definitivamente l’at-
mosfera di sobborgo residenziale scandito da ville e giardini
isolati che aveva caratterizzato quel viale fino a tempi relati-
vamente recenti. Dal punto di vista di un architetto come Mo-
neo, soprattutto alla luce del percorso seguito dal progetto
per Bankinter, il palazzotto preesistente, pur non trattandosi
di un fabbricato di straordinario interesse, assume il valore
del campione di un mondo che scompare, che viene brutal-
mente smantellato. Preservare quell’architettura, modesta,
eppure colma di dettagli di grande qualità costruttiva e
somma onestà ornamentale –dettagli che nelle drammati-
che circostanze in cui sopravvivono gli ultimi individui di una
specie possono giungere ad acquisire un carattere esem-

MICHAEL MORAN
plare– è un atto deliberato di conservazionismo, ma di quale
tipo di conservazionismo stiamo parlando?
Nel bel mezzo della costruzione di Bankinter, in un arti- 20
colo del 1975 in cui celebrava il restauro dell’edificio eretto
da Josep Lluís Sert alla fine degli anni Venti in calle Muntaner
a Barcellona, Moneo rimarcava il fatto che «a nessuno pas-
serebbe per la testa di invocare il tema delle preesistenze
ambientali» dinanzi a un’opera di tale splendore, caratteriz-
zata da spigoli e volumi di tale precisione, dalla composi-
zione così rigorosa come quel capolavoro dell’architettura
razionalista.
In qualche modo, con questa affermazione, Moneo
stava riflettendo sulla propria esperienza sul Paseo de la Ca-
stellana, perché la salvaguardia dell’antico palazzotto ha in
effetti ben poco a che vedere con un concetto tanto “d’e-
poca” come quello delle “preesistenze ambientali” che non
avrebbe avuto alcun senso applicare su un viale in piena tra-
sformazione e sottoposto a un processo talmente deva-
stante per quelle stesse “preesistenze” da non averne la-
sciato quasi alcuna testimonianza. Moneo e Bescós non ave-
vano deciso di preservare l’immobile ottocentesco per tute-
lare le “preesistenze”, ma per mettere in salvo un campione,
un reperto da collocare –per così dire– su un piedistallo
adeguato, come un pezzo unico in un museo.
Non sorprende quindi che, nel proseguire sulla stessa

© EREDI ALDO ROSSI


falsariga l’analisi del problema, alla decisione di preservare
la costruzione antica abbia fatto seguito l’idea di trasformare
il nuovo edificio in «un piano verticale nitido: una facciata
[che] facesse da “sfondo” al palazzotto». Ed è evidente che

78 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


19
—Bankinter, veduta laterale
—Bankinter, lateral view
20
—A. Rossi, Teatrino scientifico,
1978
—A. Rossi, Teatrino scientifico,
1978 l’alzato dell’alto blocco parallelo alla veniva rappresentato sulla Castellana e come l’abbiamo de-
strada, con il sistema regolare di finestre scritto sopra; il suo è un teatro della memoria, lo abbiamo vi-
dei piani centrali e le quattro grandi aperture del corpo su- sto, un teatro, per così dire, monumentale: un teatro in cui
periore, si converte nel tema centrale del progetto cui tutto l’architettura interpreta se stessa, sulla scena che le com-
il resto contribuisce a dar risalto. È a partire da questa subor- pete, allo scopo di ritrovarsi.
dinazione all’effetto principale che vanno decifrate le spor- È significativo che per tratteggiare il modo in cui il dise-
genze e le rientranze con cui le facciate laterali, palesemente gno dei vuoti determina l’insieme, Moneo parli di «energia
secondarie, si distendono verso gli altri edifici dell’isolato e, della facciata», giacché enargeia (ἐνάργεια) era il termine impie-
soprattutto, avanza quella sorta di chiglia rivolta a sud –l’an- gato per descrivere la capacità di convinzione che, dal podio,
golo più riprodotto su libri e riviste– che snellisce il blocco il retore, il rapsodo o l’attore devono esercitare sul proprio
rafforzando l’ideale ruolo di schermo assegnato al fronte pubblico, ed è curioso che quasi sempre, più che alle parole,
principale. gli autori antichi attribuiscano grande importanza all’espres-
Il palazzotto ottocentesco e il nuovo fabbricato vengono sione del volto, alla gestualità del corpo, ovvero a ciò che è
dunque collocati sullo stesso palco e iniziano a dialogare in visibile. Quando Vitruvio parla del teatro romano, dice ben
modo assai peculiare: l’edificio antico “si staglia” sul vasto poco sull’esperienza visiva degli spettatori, ma si dimostra
sfondo del blocco moderno come se, invece di “preesister- estremamente attento agli aspetti acustici; in pieno Rinasci-
gli”, fosse stato collocato in quel punto da una mano gene- mento, invece, nel teatro di Giulio Camillo non si pronuncia
rosa, allo scopo di essere esposto nella sua perfezione di og- una sola parola, tutto passa per la vista: di fatto il teatro che
getto altro, di oggetto distinto davanti al fondale. ci viene mostrato, nel silenzio concentrato della ricostruzione
È evidente che il “sipario” di cui parla Moneo, disposto mnemonica, è la rappresentazione delle gradinate di un an-
così com’è stato disposto, con quella planarità sottolineata fiteatro, lo spazio riservato agli spettatori.
dal rastremarsi della chiglia o dalle pieghe come di cortina Qualcosa del genere accade nel magnifico teatro –della
delle facciate laterali, non è che un rimando al teatro: una memoria anch’esso– allestito da Moneo e Bescós nel tram-
scaenae frons assolutamente spoglia. Osservando l’effetto busto della Castellana, un teatro la cui capacità di persua-
d’insieme dal Paseo de la Castellana, tra lo sfondo del nuovo sione ha travalicato i tempi. In quel terribile, plumbeo, otto-
edificio e il primo piano del palazzotto si crea una continuità bre del 1975, ricordo benissimo come mi convinse: Bankin-
spaziale e simbolica che ricorda in tutto una scatola scenica ter era un reale momento di armonia, un momento di pro-
seppure aperta. fondo riposo, un mondo a parte, proprio ciò che i suoi autori
È piuttosto significativo che nel 1978, proprio al termine desideravano fosse. Moneo e Bescós hanno strappato un
del lavoro su Bankinter, Moneo abbia dedicato un articolo al palazzotto ottocentesco alla distruzione cui era condannato
Teatrino scientifico di Aldo Rossi. In quel testo, dopo aver pa- e la storia dell’architettura –una dea sempre pronta a divo-
ragonato l’opera di Rossi al Teatro della Memoria di Giulio rare i suoi figli– ha fatto giustamente lo stesso con Bankin-
Camillo –una macchina che si dispiegava davanti ai visitatori ter, un edificio che si rivela ai nostri occhi come un capola-
come una sorta di enciclopedia visiva universale, un grande voro che contempla se stesso, come un elevatissimo esem-
reticolo di associazioni mnemoniche fondato sull’idea che pio di architettura votato a essere al tempo stesso il primo e
tutto fosse memorabile perché tutto occupava il suo posto– l’ultimo della sua specie.
l’autore insiste in modi diversi sul fatto che, con il suo piccolo Abolire il tempo: presentare, o rappresentare, il ritorno
teatro, Rossi avesse voluto «dare rappresentazione all’archi- di un’architettura tramutata in figliol prodigo, en revenant
tettura [...], renderla visibile». sullo scenario di una continuità senza strappi. In un’intervista
In realtà Moneo scrive sull’opera di Rossi per riflettere rilasciata di recente, parlando di Bankinter Moneo ha affer-
sul proprio lavoro: il teatro di cui parla l’architetto spagnolo, mato: «Oggi sarebbe impossibile che avvenisse qualcosa di
servendosi come pretesto del Teatrino scientifico, non ha simile a ciò che accadde allora». Meglio così, sappiamo bene
niente a che vedere con lo spettacolo dell’architettura come quel che succede quando la storia si ripete.

Tradotto dallo spagnolo da Jacopo Pes per Scriptum, Roma.

C AS A B E LLA 9 0 6 79
21 23

22

DIDA BIGGI

80 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


24
21 22 24
—R. Moneo, progetto di Bankinter,
schizzi di studio
—R. Moneo, Bankinter project,
study sketches
23
—Bankinter, veduta del fronte
opposto a quello con l'ingresso
pincipale
—Bankinter, view of the facade
opposite that of the main
entrance
25 26
—progetto per Bankinter, vedute
del modello
—Bankinter project, views of the
model

25 26

C AS A B E LLA 9 0 6 81
27

82 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


28
27
—Bankinter, tavola riassuntiva con
la proposta per l'organizzazione
dei diversi piani
—Bankinter, summary drawing
with the proposal for the
organization of the various levels
28—30
—Bankinter, planivolumetrico;
pianta del piano terra; pianta a
livello dell'ammezzato
—Bankinter, planivolumetric
scheme; ground floor plan;
mezzanine plan

29

30

C AS A B E LLA 9 0 6 83
31
31—33
—Bankinter, prospetto principale;
schema strutturale; dettaglio
costruttivo delle aperture
—Bankinter, main elevation;
structural scheme; construction
detail of the openings
34
—Bankinter, prospetto principale
—Bankinter, main elevation

32

33

84 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


34
HISAO SUZUKI

C AS A B E LLA 9 0 6 85
35 37
35—38
—Bankinter, dettaglio costruttivo
delle murature in corrispondenza
delle aperture; dettagli delle
aperture e della tessitura dei
mattoni
— Bankinter, construction detail
of the masonry at the openings;
details of the openings and the
arrangement of the bricks
39
—Bankinter, ingresso principale
—Bankinter, main entrance

36

MICHAEL MORAN
38

MICHAEL MORAN
MICHAEL MORAN

86 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


39

FRANCESC CATALÀ-ROCA

C AS A B E LLA 9 0 6 87
40
40—42
—Bankinter, pianta del piano terra;
studio dell'attacco dell'edificio a
terra in corrispondenza
dell'ingresso; prospettiva del vano
d'ingresso
—Bankinter, ground floor plan;
study of the ground seam at the
entrance; perspective of the
entrance hall
43 44
—Bankinter, gli attacchi a terra in
corrispondenza dell'ingresso
—Bankinter, ground seam at the
entrance

41

42

88 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


43 44

FRANCESC CATALÀ-ROCA FRANCESC CATALÀ-ROCA

C AS A B E LLA 9 0 6 89
45
45—47
—Bankinter, vedute dell'ambiente
di ingresso
—Bankinter, views of the
entrance hall

FRANCESC CATALÀ-ROCA
46

FRANCESC CATALÀ-ROCA

90 Turning Point: Rafael Moneo, Bankinter


47

FRANCESC CATALÀ-ROCA

C AS A B E LLA 9 0 6 91
BIBLIOTECA
capitolo del libro è dedicato alle assurse a un ruolo da protagonista,
vicende che si consumarono tra il fu un comprimario anche con la
1943 e 1959, anno della morte di sua produzione di arredatore-
Wright, quando egli progettò e poi allestitore. Ha avuto fortuna in
costruì il Guggenheim Museum, Italia, Paese di adozione anche per
considerato, secondo la vulgata la sua famiglia. A questo proposito,
smentita da Alofsin, l’“unico uno spunto che si coglie in una
incarico” a lui assegnato a New pagina del catalogo meriterebbe
York. Per seguire le sorti di questo qualche approfondimento: si tratta
1683— progetto Wright soggiornò a lungo del “rapporto”, se così si può dire,
Anthony Alofsin a New York: quanto Alofsin ha che Gio Ponti ebbe con lui –un
Wright and New York. scritto a proposito degli ulteriore filo dei legami che unirono
The Making of America’s accadimenti che si verificarono Ponti a Vienna?
Architect anche durante questo scorcio della
Yale University Press, New Haven- sua vita, dimostra che il debito
China Global Television London 2019 contratto da Wright nei confronti di
Network (CGTN) Gotham City è stato assai più
rilevante di quanto la storiografia
informa che nel 2019 ISBN 9780300238853
ha sino a ora riconosciuto.
l’Amministrazione Alofsin è uno studioso dell’opera di
Municipale di Pechino ha Wright tra i più affidabili. Con il
libro che segnaliamo ha affrontato
assegnato a 239 librerie un tema complicato e controverso.
sussidi per 14,22 milioni Forte delle sue conoscenze, nei
primi capitoli si è soffermato, 1685—
di dollari. I sussidi rischiando di risultare prolisso, Zeuler R.M. de A. Lima
coprono parzialmente le sulla complicata vita affettiva e Lina Bo Bardi, Drawings
spese per affitti, familiare di Wright, resa Princeton University Press, Princeton-
ulteriormente difficile da continue Oxford 2019
formazione del personale difficoltà finanziarie. In varie
e miglioramento delle occasioni queste complicazioni 1684—
ISBN 9780691191195
condussero Wright a New York, a cura di Christoph Thun-Hohenstein,
attrezzature. Ma le città a lui ritenuta “estranea” ma, Rainald Franz Sfogliare questo libro è un piacere.
librerie in Cina non si ha dimostrato Alofsin, in Otto Prutscher. Allgestalter L’autrice ha accompagnato la
riproducono soltanto a particolare rileggendo quanto egli der Wiener Moderne selezione dei disegni con testi
scrisse soggiornando a Queens nel MAK-Arnoldsche, Wien-Stuttgart informativi che non pongono molti
Pechino. Per esempio, nel 1925–26, decisiva per il maturare 2019 problemi. Le prime illustrazioni
2018 lo studio X+Living di delle sue idee circa la natura delle riproducono lavori che Bo Bardi
città, luoghi in cui si consuma, (1914–92) fece frequentando il
Shanghai ha completato pensava, la “morte della ISBN 9783897905696
Liceo Artistico. La mancanza delle
per la catena Zhongshuge civilizzazione”. Alofsin racconta, in Alcuni lettori di questo catalogo date di diverse composizioni
anche la libreria qui maniera molto documentata, come (tedesco/inglese) rimarranno successive impedisce di
a New York Wright abbia avuto sorpresi nell’apprendere che i comprenderne il grado di
fotografata nella città di modo di conoscere committenti e mentori di Prutscher (1880–1949), compatibilità con quanto negli anni
Guiyang, che si trova più o meno fedeli sostenitori e dei Josef Hoffmann e Otto Wagner, Trenta si insegnava nella Scuola di
complicati rapporti che instaurò furono l’uno «un classicista» e architettura di Roma. dominata da
nella provincia di con istituzioni quali il MoMA (dal l’altro «un realista» (sic), ha scritto Marcello Piacentini e Gustavo
Guizhou, una delle più 1932 al 1959 sue opere vi vennero Franz. Nonostante lo definisca Giovannoni, dove Lina si laureò nel
povere della Cina. Quello esposte dieci volte) e con Allgestalter-Universal Designer, il 1939. I disegni e le composizioni
personaggi quali Gurdjieff catalogo documenta grafiche che realizzò dopo il 1939
che segnaliamo è un (conosciuto grazie a Olgivanna esclusivamente quanto Prutscher per la rivista «Stile» diretta da Gio
fenomeno sul quale, Hinzenberg, sua moglie dal 1928), realizzò nel campo delle arti Ponti, invece, sono intimamente
probabilmente, varrebbe William Guthrie, Lewis Mumford, applicate. Alla sua produzione di connessi con quanto ella fece
Philip Johnson, Henry-Russell architetto, peraltro meritevole di dopo essersi trasferita in Brasile
la pena riflettere. Hitchcock, Robert Moses ed Edgar attenzioni, sono dedicate poche nel 1946. Comprendere la cultura
Kaufmann. Anche riferendosi a illustrazioni e considerazioni. È un di questo Paese e contribuire a
queste figure, Alofsin ha scritto peccato: Prutscher frequentò le trasformarlo, esaltandone la
delle origini del progetto per scuole, gli ambienti e gli artisti ricchezza, fu il suo scopo e i suoi
Broadacre City, presentato, senza (Hoffmann, Moser, Klimt ecc.) che disegni per il Museo d’Arte e per
suscitare troppo entusiasmo, a resero Vienna un crogiolo della SESC Pompeia a San Paolo
New York nel 1935. L’ultimo cultura nel primo Novecento; non spiegano le ragioni per le quali

92
queste opere vanno annoverate tra Castiglioni, il giovane Piano (cfr. le testimonianze del tempo trascorso, conoscere, per l’architetto un
i punti fermi dell’architettura pagine di L. Ciccarelli), dando vita a quali siti archeologici e musei, è irrinunciabile terzo occhio.
contemporanea. Ma non diversa è un’esperienza che quanti si resa sempre più profonda.
la freschezza e l’intelligenza di tanti occupano di design, lo studiano, lo
altri schizzi, acquerelli, piccoli insegnano e lo producono, non
progetti che De A. Lima ha raccolto dovrebbero ignorare.
rendendo omaggio a una
personalità artistica originale e a
una progettista ammirevole.

1689—
1688— Sabine Storp, Patrick Weber
Eric Parry Casa sperimentale. Giuseppe
Drawing Perugini, Uga de Plaisant and
1687— Sir John Soane’s Museum, London Raynaldo Perugini
Virginie Picon-Lefebvre 2019 Architekturgalerie am Weissenhof-
La fabrique du bonheur The Bartlett Living Laboratory,
1686— Parenthèses, Marseille 2019 Stuttgart-London 2019
ISBN 9781999693206
Roberto Dulio, Fabio Marino, Stefano
Andrea Poli Quanti conoscono il libro
ISBN 9782863643334 ISBN 9783000617379
Il Mondo di Poggi. L’officina Architecture in the Age of Divided
del design e delle arti Pochi lettori verranno rapiti da Representation (2004) potranno Immagini analoghe a quelle
Electaarchitettura, Milano 2019 questo libro e alcuni facilmente capire che il rapporto pubblicate in questo fascicolo da
rimpiangeranno il tempo impiegato che Parry (n. 1952) intrattenne qualche tempo sono diffuse da
per leggerlo, nonostante affronti con il suo autore, Dalibor Vesely, si internet. Ora Storp e Weber hanno
ISBN 9788891823007
una questione di stringente deve essere instaurato nella forma dato un piccolo contributo, in verità
Altri tempi quelli nei quali si attualità: come sono state più naturale. Molti disegni di Parry, molto succinto, per far luce sulla
formarono “mondi” analoghi a soddisfatte e stimolate le esigenze raccolti discretamente nella storia di una costruzione che
quello al quale diede vita una derivanti dall’accesso di masse pubblicazione che segnaliamo, definire curiosa è riduttivo. La
famiglia di virtuosi mobilieri, i Poggi, sempre crescenti al tempo libero? paiono trascrizioni grafiche di “Casa sperimentale”, ovvero la
che hanno contribuito a scrivere Appiattendo a volte in maniera questioni sollevate da Vesely per “Casa albero”, fu voluta come
una pagina della storia incomprensibile le prospettive nelle mettere in luce la specificità dei residenza per le vacanze sul litorale
dell’architettura italiana del quali collocare gli esempi, per lo più modi di conoscere, rappresentare romano, a Fregene. Giuseppe
secondo Novecento. Artigiani- francesi, di cui si è avvalsa, Picon- e comunicare dell’architettura. Perugini (1914–95), la moglie Uga
imprenditori come non ne esistono Lefebvre ha raccontato come Proprio sulla pratica del disegno de Plaisant (1917–2004) e il figlio
più, raffinati e colti, Roberto ed Ezio trasformazioni urbane accelerate quale strumento di conoscenza Raynaldo (autore di un libro sulla
Poggi (in questo libro N. Colombo da accadimenti traumatici (schizzi di viaggio o appunti di casa di cui vorremmo occuparci) tra
ha scritto della collezione d’arte di (esposizioni internazionali, studio), di rappresentazione (la gli anni Sessanta e Settanta del
Roberto) si legarono ai migliori olimpiadi, ecc.), i consumi, la restituzione delle complessioni secolo scorso, contribuirono in
progettisti italiani, soprattutto dopo scoperta dell’esotico, il culto per lo spaziali e ambientali di opere del varie maniere alla sua costruzione,
il 1950 quando Roberto iniziò a sport e la natura (e la sua passato o di progetti), di una struttura in cemento armato
collaborare con Franco Albini conseguente “urbanizzazione”), il comunicazione (per chiarire come che sostiene corpi cubici e sferici
(Rifugio Pirovano a Cervinia). Dal gioco e la finzione (Las Vegas- interpretare un programma), Parry sospesi, con i servizi ospitati in un
sodalizio Poggi-Albini, al centro dei Disneyworld-Dubai) abbiano si sofferma nella conversazione altro volume sferico isolato nel
saggi di Poli, Dulio e Marino, sono contribuito, all’interno di un da lui avuta con Owen Hopkins, giardino. Descrivere il contesto
derivati arredi che insieme al gusto rapporto di scambio, allo sviluppo curatore della mostra dedicata dal culturale nel quale quest’opera
hanno contribuito all’instaurarsi del esponenziale del turismo. Soane’s Museum ai suoi disegni. bizzarramente collettiva venne
clima unico (eleganza del rigore; Curiosamente il libro neppure sfiora Quanto limitato sia considerare il realizzata (Giuseppe Perugini fu
uso coerente dei materiali; la questione riguardante lo disegno di architettura un uno dei progettisti del Mausoleo
sperimentalismo colto) che nel “sfruttamento della memoria”, semplice strumento è la questione delle Fosse Ardeatine e un fautore
ventennio 1950–1960 si instaurò perché, se è vero che il turismo che Parry e Hopkins chiariscono. dell’“architettura organica”)
nel mondo dell’architettura e delle contemporaneo si riconosce nella Nel nostro libro ritorna su di essa potrebbe essere di un certo
arti applicate in Italia. Se Albini fu devozione ai simulacri di natura, anche David Leatherbarrow, che interesse e consentire di cogliere il
determinante a esaltarle, i Poggi esotico e benessere, altrettanto ha giustamente osservato come significato di quello che
seppero dare prova delle loro doti determinante è l’attrazione che su gli schizzi di Parry siano attualmente viene osservato come
collaborando anche con progettisti di esso esercita il passato, dalla restituzioni della realtà non il rudere, abbandonato nel 2004 e
quali Magistretti, Zanuso, La Pietra, quale la trasformazione fisica, immaginabili se non si coglie che poi vandalizzato, di un esperimento
Joe Colombo, Afra e Tobia Scarpa, i sociale e culturale delle città e delle la mano ha uno specifico potere di eccentrico.

C AS A B E LLA 9 0 6 93
Gianluca Frediani Tutto ciò, naturalmente, senza trascurare l’acceso dibat-
tito che negli anni non è venuto meno sulla politica co-
munale e la costruzione dei grandi complessi residenzia-
Wohnen Lerner, li sociali, testimoni silenziosi e convitati di pietra
nell’esposizione stessa. Per questo motivo, a integrazio-
imparare ad abitare: ne della mostra, alcune lodevoli iniziative collaterali han-
no offerto al pubblico di visitatori ed esperti la possibilità
le molte lezioni di di completare l’esperienza offerta dall’evento espositivo
visitando direttamente i luoghi simbolici della Vienna
Rossa, disseminati nel territorio urbano.
Vienna Rossa Nel catalogo che accompagnava la mostra, la radi-
cale trasformazione della capitale dell’impero asburgico
1 in città dell’utopia socialista è descritta con precisione a
partire dalle premesse politico-economiche (cfr. Peter
Eigner, La politica finanziaria della Vienna Rossa), il co-
siddetto “sistema Breitner”. Con il Presidente socialde-
mocratico dell’Assemblea Provinciale di Vienna, Robert
Danneberg, morto ad Auschwitz nel 1942, e Karl Seitz,
Borgomastro dal 1923 al 1943, fu Hugo Breitner, ban-
chiere e Assessore alle Finanze della giunta comunale
A cento anni esatti dai primi interventi che diedero il via a socialista, che mise a punto la politica e il sistema fiscale
uno dei più importanti esperimenti di governo e trasfor- che prese il suo nome e che si basava sulla tassazione
mazione della città moderna, il Wien Museum, il Museo indiretta imposta sui beni di lusso, sui terreni edificabili,
della città di Vienna, ha presentato, tra aprile 2019 e sulle rendite immobiliari e sulle concessioni. Questo “si-
gennaio 2020, un’ampia esposizione dedicata a Vienna stema”, fondato sulla legge per il controllo degli affitti
Rossa (Das Rote Wien, 1919-1934). La mostra è stata (Mieterschutz) del 1922 e sulla tassa sugli affitti (Wohn-
sobriamente allestita negli spazi espositivi del MUSA- hausteuer) del 1923, mirava a evitare, come Breitner
Museum Startgalerie Artothek, adiacenti al neogotico aveva sostenuto, l’aumento del debito pubblico e a finan-
edificio del Municipio, nell’attesa che vengano completa- ziare ogni nuova costruzione con i proventi delle tasse.
ti i discussi lavori di ampliamento della sede museale 2
nella Karlsplatz. I curatori della mostra, Werner Michael
Schwarz, Georg Spitaler ed Elke Wikidal, hanno raccolto
in un denso catalogo una considerevole mole di scritti,
fotografie e contributi che permettono di ripercorrere,
nel suo completo sviluppo, la parabola storica dell’espe-
1690— rienza socialista viennese fra le due guerre. Nei circa
a cura di Werner Michael Schwarz, quindici anni che intercorsero tra l’inizio e la fine di que-
Georg Spitaler, Elke Wikidal sta vicenda, Vienna conobbe il passaggio dal caos del
Das Rote Wien 1919-1934. primo dopoguerra –il finis Austriae– all’utopia realizzata
Ideen, Debatten, Praxis del governo socialista, fino al tramonto della democrazia
Birkhäuser-Wien Museum, Basel- popolare e all’ascesa del governo filofascista di Engel-
Wien, 2019 bert Dollfuss.
Affrontando il contrastato rapporto fra architettura,
politica e società in quegli anni, la mostra è riuscita a de-
ISBN 9783035619577
lineare una prospettiva storica di ampio respiro con l’o-
biettivo dichiarato di gettare nuova luce su questa, trop-
po spesso mitizzata o fraintesa, parentesi della storia e
dell’architettura viennesi. La qualità migliore del catalo-
go di cui ora ci occupiamo si coglie, infatti, nella varietà
di risultati che la paziente ricerca storica ha permesso di
raggiungere, grazie al lavoro compiuto su inediti mate-
riali provenienti dai vasti archivi dei musei e delle univer-
sità viennesi, da quello della Associazione per la storia
del Movimento Operaio e da quelli di diverse collezioni
private. Questa ricchezza di aspetti si riflette nella polie-
drica struttura dello stesso catalogo, che accoglie nu-
merosi contributi specialistici, che spaziano dalla storia Questa politica se, da un lato, consentì di realizzare vasti
politica alla cultura sociale, dalla riforma scolastica all’i- interventi di edilizia sociale, dall’altro aprì un insanabile
struzione popolare, dall’assistenza sanitaria all’emanci- conflitto, a livello nazionale, con la maggioranza conser-
pazione femminile, dall’educazione fisica e sportiva alla vatrice dell’elettorato, destinato a sfociare in uno scontro
fotografia, alla grafica e alla comunicazione, e così via. diretto e inevitabile. Il catalogo ripercorre l’inizio della

94 Biblioteca
politica sociale a Vienna a partire dalla costruzione delle per la celebre Frankfurter Küche (Cucina di Francoforte) 1
prime Kleingartensiedlungen (insediamenti residenziali nel 1926, icona dell’abitare moderno e modello di tutte le —pagina del titolo della rivista «Die
semi-rurali) e l’aprirsi del confronto tra le diverse strate- odierne cucine componibili (cfr. Christine Zwingl, La Cuci- Unzufriedene», n. 35, agosto 1930
gie di intervento che vide, fra le altre, personalità note na con acquaio di Margarete Lihotzky). —title page of the magazine Die
come quelle di Adolf Loos e Josef Frank schierate a favo- Quando nell’ottobre del 1932 Thomas Mann, premio Unzufriedene, no. 35, August
re del cosiddetto Siedlungsbewegung (cfr. Friedrich Nobel per la letteratura nel 1929, apparve sul palco del 1930
Hauer e Andre Krammer, Insediamenti spontanei e villag- Volksheim (Casa del popolo) nel popolare quartiere vien-
gi di cosacchi rossi), alternativo al programma che si tra- nese di Ottakring per rivolgere un caloroso saluto alla 2
dusse nella costruzione dei grandi Höfe (edifici a corte) Vienna Rossa (cfr. Alfred Pfoser, Thomas Mann per la —Victor Slama, Breitner controlla.
che, nonostante i suoi limiti e le sue ambiguità di fondo, Vienna Rossa), si compì una consacrazione di questo pro- Quindi scegli socialdemocratico,
si doveva dimostrare quello più efficace e, forse, anche cesso di trasformazione urbana già durato un lungo de- manifesto del Partito
quello più adatto alla comunicazione propagandistica cennio, ma si evidenziarono, allo stesso tempo, anche i Socialdemocratico austriaco, 1927
della nuova città socialista. Con l’attuazione di questa segni premonitori del suo imminente e drammatico tra- —Victor Slama, Breitner controls.
passo storico. In meno di due anni, infatti, i Moti di Febbra- So choose Social Democracy,
3
io 1934 videro la dura repressione scatenata dal cristia- poster of the Austrian Social
no-fascista Dollfuß e l’assalto armato alle “fortezze rosse” Democratic Party, 1927
(cfr. Lilli Bauer e Werner T. Bauer, Il Karl-Marx-Hof). 3
Scorrendo le pagine del nostro catalogo, appare sem- —Margarete Schütte-Lihotzky,
pre più chiaro che la Vienna socialista assunse il carattere progetto per l’abitazione 7 per un
a tutto tondo di un’utopia autonoma, che tentò di pianifi- Siedlung-giardino per Vienna XV,
care ogni aspetto della vita sociale e culturale della città 1923
(cfr. Katrin Pilz, Madre Vienna [Rossa]). Su questa base si —Margarete Schütte-Lihotzky,
fondò e sviluppò il carattere unico dell’esperienza vienne- project of apartment 7 of a
se che, nonostante alcuni elementi di similitudine con le garden Siedlung for Vienna XV,
parallele esperienze tedesca compiute durante la Repub- 1923
blica di Weimar, costituì per la sua coerenza e ampiezza 4
un’eccezione nel panorama europeo del Novecento. Que- —Rudolf Perco, complesso
sta eccezione è ancora viva e percepibile dato che oggi, residenziale Friedrich-Engels-
per effetto diretto e indiretto della politica comunale della Platz, Vienna XX, 1930–33
Vienna Rossa, circa il 60% delle famiglie viennesi vive in —Rudolf Perco, Friedrich-Engels-
Gemeindebau (abitazioni comunali) e l’amministrazione Platz residential complex, Vienna
4 municipale è in grado di calmierare –almeno in parte– gli XX, 1930-33
eccessi del mercato immobiliare privato.
Fra i numerosi contributi ospitati nelle pagine del ca-
talogo, non possiamo evitare di citarne uno in particolare,
quello intitolato Manfredo Tafuri e l’ideologia della forma di
Johan Frederik Hartle, che rilegge criticamente, a distanza
di quasi quarant’anni dalla sua pubblicazione, il pioneristi-
co libro dello storico italiano Vienna Rossa. La politica re-
sidenziale nella Vienna socialista (Electa, Milano 1980).
Nel suo saggio, Hartle si sofferma, giustamente, sul con-
politica, al Ring tardo-imperiale si venne così a contrap- testo culturale e politico italiano degli anni Settanta-Ot-
porre il Gürtel, la cintura peri-urbana dove si allinearono tanta sottolineandone l’influenza sulle posizioni assunte
alcuni dei più significativi insediamenti sociali (Reu- da Tafuri nel libro. In particolare, Hartle sostiene che la fi-
mannhof 1926, Julius-Ofner-Hof 1926, Vogelweid-Hof gura di Tafuri si potrebbe definire come quella di un «anti-
1927, Franz-Domes-Hof 1929), che trasformano l’imma- storico dell’architettura», giacché egli avrebbe relativizza-
gine della Residenzstadt asburgica in una metropoli mul- to lo stesso significato dell’architettura, interpretandola
tilaterale, ricca di contrasti sociali e culturali. come il prodotto di una astratta «ideologia della forma».
Molti oggetti esposti in mostra raccontavano, talvolta Per questo motivo, egli giudica negativamente la lunga
con accenti di toccante familiarità, come la costruzione analisi degli aspetti politici ed economici dello “austro-
quotidiana dell’utopia socialista sia principalmente pas- marxismo”, svolta da Tafuri e il sostanziale scetticismo che
sata attraverso una capillare opera di istruzione e di edu- sembra contraddistinguere la sua lettura degli esperi-
cazione degli strati più poveri della popolazione, spesso menti viennesi, visti come «soluzioni parziali (…) di cui [Ta-
appena inurbati, alla cultura moderna dell’abitare urbano furi] critica il carattere regressivo e compensatorio». A ri-
(cfr. Eva-Maria Orosz, Insegnare ad abitare, che riprende prova di questo giudizio, Hartle, non senza ragioni, ritiene
lo slogan usato anche da Adolf Loos, “Wohnen Lerner”). sostanzialmente ideologica l’opinione espressa da Tafuri
Fra questi, emblematica era la riproduzione di un acquaio sui cosiddetti “super-blocchi” residenziali, considerati te-
per cucina prefabbricato, in calcestruzzo armato, proget- stimonianze costruite dell’alienazione metropolitana e
tato da Margarete Schütte-Lihotzky nel 1923. Esso rap- presagio dell’annunciato fallimento politico della Vienna
presenta uno degli stadi preliminari del più famoso pro- Rossa. Hartle, però, conclude le sue pagine sottolineando
getto che la giovane architetto viennese ha poi sviluppato che se «le utopie estetiche e le loro parziali promesse di

C AS A B E LLA 9 0 6 95
5
5—9
—Karl Hen, Karl Marx Hof, Vienna
XIX, 1926–30. Prospettiva, 1926;
l’edificio in costruzione, 1929;
veduta del fronte sulla corte
aperta nel 1931 ca.; le lavanderie
collettive, 1931 ca.; la clinica
dentaria, 1931 ca.
—Karl Hen, Karl Marx-Hof, Vienna
XIX, 1926-30. Perspective 1926;
building under construction
1929; view of the front on the
open courtyard in 1931 ca.;
communal laundry, 1931 ca.;
dental clinic 1931 ca.

96 Biblioteca
7

8 9

C AS A B E LLA 9 0 6 97
10 felicità falliscono sempre, non significa affatto, per Tafuri,
—Manfredo Tafuri (a cura di), che si possa rinunciare a esse. Nonostante tutto, esse ri-
Vienna Rossa, prima edizione, 1980 mangono immagini memorabili di possibilità storiche non
—Manfredo Tafuri (ed.), Vienna realizzate».
Rossa, first edition 1980 10

11
—Karl Marx Hof, vista della corte
aperta
—Karl Marx-Hof, view of the open
courtyard
12
—Erich Leischner, Das neue Wien,
1931, opere realizzate da Gemeine
Wien: tra le informazioni riportate
vi sono quelle relative alle
localizzazioni ed estensioni dei
complessi residenziali collettivi
(Höfe) e quelle degli insediamenti
formati da costruzioni basse
(Siedlungen)
—Erich Leischner, Das neue Wien,
1931, works made by Gemeine
Wien (including information on Sebbene mitigata da alcuni giudizi positivi, la critica
location and size of collective al libro di Tafuri ci appare in talune parti debole e, nel
residential complexes (Höfe) and complesso, viziata da un eccesso di vis polemica che la
settlements formed by low spinge, probabilmente, a ricalcare alcuni stereotipi che
constructions (Siedlungen) accompagnano l’interpretazione del pensiero dello stu-
dioso italiano, al quale, tuttavia, l’autore implicitamente
riconosce il ruolo di precursore della lunga serie di studi
contemporanei dedicati all’architettura della Vienna so-
cialista. Comunque lo si voglia giudicare, il libro di Tafuri,
infatti, non è solo la prima approfondita indagine sul
tema, almeno in epoca recente, ma anche una delle più
ampie per ricchezza di materiali e di informazioni. Inoltre,
molte osservazioni di Tafuri su alcuni aspetti dell’espe-
rienza viennese ci paiono ancora oggi sostanzialmente
valide, anche se le si giudica, com’è giusto fare, nella
prospettiva del tempo trascorso e degli studi che dal
1980 in poi sono stati dedicati a Vienna Rossa. Con luci-
dità Tafuri intuì, per esempio, che le «scenografie urba-
ne», per metà espressioniste e per metà Biedermeier,
della città socialista nascondevano spesso un disinte- 11
resse per la ricerca tipologica e finirono per creare non
“un’altra Vienna” possibile, ma “un teatro dell’incomuni-
cabilità” sociale e urbana, soprattutto in rapporto con la
città ottocentesca. La «tragica epopea» –per usare le
parole di Tafuri– della Vienna Rossa era, cioè, già insita
nel suo germe iniziale, nel suo irrealistico carattere di «fi-
lantropia a grande scala», slegata da un contesto nazio-
nale che era, in realtà, dominato da una classe liberal-
conservatrice a essa palesemente contraria ed estranea.
Ma proprio questa inevitabile sconfitta dell’utopia socia-
le della Vienna Rossa ci offre oggi –e soprattutto oggi,
che ogni politica pubblica dell’abitare sembra fortemen-
te indebolita o del tutto abbandonata– una inaspettata
fioritura di riflessioni e di interpretazioni perché, come
Tafuri sottolineò, la città è il luogo delle contraddizioni
sottese all’architettura e alla società e, oggi come allora,
è proprio «per le sue contraddizioni che “Vienna Rossa”
ci interessa, non certo per le sue soluzioni».

98 Biblioteca
12

C AS A B E LLA 9 0 6 99
‘Una cosa
piccola e
maneggevole,
il mattone
un buon
maestro’
Ludwig Mies van der Rohe,
Monumento a Karl Liebknecht e
Rosa Luxemburg, Zentralfriedohf
Friedrichsfelde, Berlino 1926.

«[Eduard Fuchs] mi mostrò il


disegno di un monumento. Era un
monumento con colonne doriche,
portici, eccetera (...), un
monumento a Karl Liebknecht e
Rosa Luxemburg*. «Devi essere
pazzo», dissi. «Loro morirono in
una banca o di fronte a un muro in
mattoni? Perché non costruisci un
muro? Questa è roba da
banchieri». Ci rimase un po’ male
(...). Poi gli mostrai il mio progetto e
sembrò soddisfatto (...), ma in
seguito ebbi un problema con i
mattoni. Volevo mattoni molto
grezzi, ma scoprii che non ve ne
erano in commercio; [poi mi trovai]
ad Amburgo in una grande
fabbrica di mattoni. Lì mi mostrano
una montagna di scarti. «Penso
facciano al caso nostro», dissi.
«Quanto costano?». Loro
risposero: «Oh può prenderli tutti;
siamo felici di liberarcene; non
costano nulla». Così
cominciammo, mandai i mattoni al
cimitero di Friedrichsfelde e così
finì (...) e così è come volevo farlo».

DIGITAL IMAGE, THE MUSEUM OF MODERN ART, NEW YORK / SCALA, FLORENCE
Le due citazioni di Mies van der Rohe, in
apertura del numero e in questa pagina,
sono tratte da L. Mies van der Rohe, Gli
scritti e le parole, a cura di V. Pizzigoni,
Einaudi, Torino 2010, p. 94 e pp. 243-244.

* Karl Liebknecht (1871–1919) e Rosa


Luxemburg (1871–1919) nel 1919 furono i
protagonisti della Sollevazione Spartachista
a Berlino e tra i fondatori del Partito
Comunista Tedesco (KPD). Catturati dai
Freikorps, le formazioni paramilitari
organizzate per schiacciare le
organizzazioni comuniste, il 15 gennaio 1919
vennero trucidati a Berlino.

100 La fotografia
page 20 different colours were selected for the imposing the burden of newness, the reveals the most important characteris-
In praise of low density bricks, the canvas blinds and tiles, buildings find their place as a careful tic of the building, namely the long,
Federico Tranfa retaining the sense of variation found in addition to this well-established narrow internal courtyard, a circulation
the neighbouring buildings which differ neighbourhood at the edge of the city.» space for the entire facility. Very
London and Zurich have never been so from one another, but are similar in Avoiding newness as pursuit of maxi- theatrical, with zenithal lighting, this
close before, as they have been over the general terms.» The brick used by mum contrast, as always the production longitudinal void becomes the living
last decade. There are various reasons Sergison Bates in Zurich comes from of Sergison Bates is instead oriented core, the place of social contact, where
why the finest British architects are Belgium, a country where the firm has towards painstaking observation of everything happens: the people moving
coming to terms with Swiss culture: the been operating for some time, and it everyday life and the transfiguration of in this shared space bring it to life and
power of attraction of Swiss architec- has been chosen in two different colors: what is often all too hastily deemed of transform it into a true “piazza” on
ture schools, the professional opportu- a pinkish hue, and warm gray. Since the little importance. multiple levels, offering vertical vantage
nities offered by an exceptionally bricks are solid, to use them as cladding points, visual intersections between the
advanced construction market, the they have been cut in half (25 mm in two sides of the balconies. The longitu-
systematic use of competitions for the thickness, as opposed to 50), while page 54 dinal section also reveals that the
assignment of commissions, but also special pieces have been produced for Dulcet labor internal balconies are arranged as a
the elective affinities of a shared the edges. Aware of the semantic Massimo Curzi “cascade,” becoming more rarified in
interest in the environmental qualities ambiguity implied by the thermal the upper part of the building to allow
of architecture. Sergison Bates archi- insulation of the buildings on the level This new project by the firm Witherford the overhead light and the gaze to
tects, for example, opened an office in of construction, Sergison Bates have Watson Mann allows us to interpret the penetrate as far as the entrance hall.
Zurich in 2010 with the aim of gradually deliberately chosen to place the courses ongoing transformation of London. Carefully observing the photo-
inserting themselves in the professional vertically, thus indicating their nature Only apparently shaken by Brexit, the graphs, we can notice the refinement of
context of the city, and the project as pure cladding. This texturing of the English capital actually shows signs of the constructive details, always straight-
shown in this article might be defined facades featuring ample vertical joints great vitality and enterprise. While until forward but very elegant at the same
as a sort of first Swiss work, though it is particularly well suited to the the last decade the economy drew time, including the structural system
comes several years after the construc- composition of the openings and the energy from the big financial and that supports the internal balconies
tion of the residential building on Rue slim geometry of the pilasters support- insurance companies, today 48% of that are sustained by iron beams placed
Rousseau and Rue du Cedrier in Geneva ing the loggias: «From afar the two London’s productivity comes from not within the thickness of the slab but
(2006–11, see «Casabella» no. 834, 2016). buildings appear pinkish and a browny small and medium companies that with below it, granting new proportion,
Seebach is a suburb along the axis of grey, although they are quite different in their dynamism and competitive force greater intimacy and domestic charac-
connection between the city center and sunlight or under a grey sky. Close up account for 20% of overall employment. ter to the circulation space. Another
the Zurich-Kloten airport. the brickwork appears like the bark of At the same time, as has already element to emphasize is the chromatic
The constructed context is varied, old trees, and the columns of the happened in many other European aspect, which as in other projects by the
relatively dense along the traffic loggias have an equivalence with the cities, for some years there has already London-based firm becomes decisive to
arteries, and less dense on the hills. The tree trunks. In the lower parts of the been total saturation of areas available create a particular “atmosphere.” In this
theme of the urban villa, in both Great building we introduced a concrete for construction, meaning that the regard, the choice of clinker brick
Britain and Switzerland, is part of the plinth and a deeper brick in alternating public administration urges businesses produced in German by a company
tradition of the late 1800s and the vertical courses, which creates variation to work on existing buildings, granting located near Bremen becomes crucial,
1900s, and in the case of replacement it in the surface and a form of rustication permission to boost their volume. The based on multiple trials, selecting clays
guarantees conservation of the environ- at the base. This is adjusted in height initiative of Workspace Group in the directly at the source. The brick has
mental characteristics of the place also around the buildings, taking into Hoxton district, to the northeast of been installed based on a precise

ENGL ISH when the buildings are greater in


number. At Seebach Sergison Bates
account variations in level and topogra-
phy. With the corner columns, this
London, known as “Brickfields,” for the
creation of office spaces of various sizes,
design, involving many detail drawings
that feature changes of orientation,

TEX TS intervene with delicacy and tact,


combining their personal culture of
brick with the local culture of concrete.
varied profile is stretched to the top of
the building, so that the columns
appear fluted. A number of horizontal
from the single room to more complex
facilities, many with terraces, starts
from these premises. As has happened
corner solutions, particular connections
between different materials at the edges
of the large windows. Inside the brown
In a note regarding the project, Jona- brick courses has been introduced to for other projects in the past, the “timbre” of the clinker bricks, a
than Sergison writes: «Building a brick further modulate the facade and absorb English studio WWM has displayed contrast is formed by other chromatic
building may be seen as an unusual the expansion joints.» It is interesting to great intelligence and “good sense” in presences: the dark color of the struc-
material choice in Zurich, where note the role the architects have the design of a building that would tural iron, the natural hue of the
different forms of render finish are assigned to the prefabricated concrete respond to functional requirements internal wooden frames, the bronze-
more widely applied, often in combina- parts that bridge the gap between the while at the same time keeping the tone metal of the parapets. The ceilings
tion with rigid insulation. (…) However, windows, with space for the outdoor relationship with the context in mind, leave the gray of the slabs made in
on closer inspection, we see that a blinds behind them. The panels of with effective measures of environmen- prefabricated concrete visible.
number of recent projects use brick as variable size act as string courses and tal sustainability and poetic detailing The floors, clad in square segments
the dominant material in the facade of sills, and at the top they extend as far as on different scales. All this without of larch wood cut against the grain,
buildings and, looking further back in the eaves line which corresponds to the succumbing to formal mannerism, remind us of the industrial spaces of the
time, it is clear that brick construction recessed upper level. Or, as in the case gratuitous gestures or facile iconic first half of the 1900s, or the Motherwell
is not entirely foreign in Zurich. Many of the loggias, they simulate the shapes of short-term impact. house on Long Island by Pierre Char-
nineteenth and early twentieth century presence of a beam, while in effect they The architectural volume takes the eau. The main entrance placed on the
industrial or infrastructural buildings, merely conceal the thickness of the slab place of a residential building con- end of the building facing Cramer Street
generally sited close to railway lines and the ceiling below. The interest structed in the 1980s in the vicinity of is recessed inside the facade line,
were made from brick, which could be prompted by these two sober buildings the Hoxton Overground station, making it appear to be an excavated
easily transported by train. Beneath the is not in any case limited to the treat- between Nazur Street to the west and volume, while conveying a sense of
outer render, brick masonry construc- ment of the facades, because the the elevated rail line to the east. The hospitality and protection.
tion was also used in many apartment interiors also represent a successful metal skeleton rests on the ground by The shaping of the brick elevations
buildings of the same period. A number attempt to get beyond the limitations exploiting the existing foundations, underscores the rhythm of the coated
of urban villas and fragments of imposed by construction costs and granting them an active structural role, metal pilasters, whose verticality
perimeter courtyard blocks have brick building regulations. Both buildings in an approach very similar to the one counters the horizontal sign of the
outer faces with staggered header have a large, luminous stairwell, a applied in other projects completed by beams in gray prefabricated concrete
courses. Generally, the bricks are hard, shared space that boosts habitat quality the firm in the past, which involved over the large windows. The southeast
with sharp corners and ochre in colour, because it demonstrates the importance close structural collaboration between corner of the volume bends to smooth
while red bricks are used to highlight of careful design of surfaces of transi- existing construction and new construc- the interpretation of the facades with
corners, frame windows and in other tion between exterior and interior. The tion (see «Casabella» no. 830 in 2013, brick cladding that changes its orienta-
decorative features. Our recently finishings of the communal spaces and and «Casabella» no. 898 in 2019). We tion, displaying its edge to let itself be
completed pair of urban villas in the apartments are simple, but chosen should therefore emphasize certain “scraped” by the passage of the sun,
Seebach, Zurich draws upon this older with care and controlled in all the important aspects, starting with the triggering the refined play of lights and
tradition of brick construction. Two details, as if the building were a private form of the volume that is the result of a shadows.
older urban villas were demolished on home. The relationship of the buildings long process conducted by the archi- This new project demonstrates the
two neighbouring sites, and the new to the context is aptly described by tects through a series of sketches that ability of the architects of Witherford
project results in a total of 31 apart- Jonathan Sergison: «The two new have led to an apparently flat facade Watson Mann to carefully and appropri-
ments. While adhering to a set of buildings sit within a landscaped area, towards the rail line, as opposed to the ately insert their work in a given
conventions that characterise the urban where existing mature trees mediate the “stepped” facade towards the city center context, working with great mastery on
villa as a building type, they explore relationship with the older surrounding to the west, creating long useful the control of the entire construction
differences. The two buildings are buildings and reinforce a sense of terraces for moments of outdoor cycle, designing durable solutions of
similar in materials and detailing, but familiarity and rootedness. Rather than relaxation. The longitudinal section good sense, with inspired, refined

C AS A B E LLA 9 0 6 101
details, through the real, not falsified period, during the so-called democratic those places in which a well known truth, cal celebration of abstraction embodied in houses of cards that like all young people I
use of models and sketches that become transition –years of instability, dirty deal- though seldom discussed and generally technology that was much less innocent loved to build.
a method of investigation, rather than a ings, violence and attacks which in reality overlooked, bursts forth without false hes- that it might seem to be today. An architec- Yet that admiration was not without its
symbolic supplement to the design. The could not have been further from the idyllic itation: architecture is the face of power. In ture, in short, in which technocracy rose to contradictions. In effect, in that moment,
key to their approach, in our view, lies in picture painted of the period later on– if the case we are examining here, that pow- the level of technolatry. at the end of a “night” many of us saw as
designing spaces “on a human scale” we want, as I was saying, to talk about that er has one fundamental characteristic: it is Faced with the vacuous modernist having nearly revolutionary implications –
where the mental “crossing” of the culture, including architecture, I believe we the financial power that grew by leaps and verbosity of a building such as that of how naive!– Moneo appeared to be a de-
project, then shifted onto paper, have to remember the circumstances in bounds in Spain in the 1960s, the years of Bankunión, abstrusely mechanical, the cidedly conservative figure. While the oth-
becomes the praxis for the pursuit of an which people lived back then, the serpent the (macro)economic boom that coincided very refined apex of the desarrollista aes- er teachers whose lectures were worth
architecture that is profoundly sustain- infinitely coiled, whose bite could not be with the rise of a political and entrepre- thetic aimed at exalting the new financial listening to –and there were very few of
able from all vantage points. escaped by anyone who attempted to cre- neurial elite, many of whose members power, so aseptic, so intangible, so des- them– focused on pressing issues or his-
ate something new. came from the ranks of the Opus Dei, who potic –so technocratic, in short– the pro- torical subjects where the conclusions
The Bankinter of Rafael Moneo and became known as “technocrats.” Individu- posal of Moneo and Bescós was radically seemed to be applicable to the urgencies
page 66 Ramón Bescós, the representative head- als who could rely on a very widespread different, or even the precise opposite. To of the contemporary world (Manuel de
quarters of a brand new bank in the center network of international contacts, who safeguard the existing 19th-century build- Solà-Mo rales, for example, examined
Memoir/s.
of Madrid –on Paseo de la Castellana, the held positions of all kinds, in the ministries ing completed in 1902, one of the few to questions related to urban planning and
Rafael Moneo, Bankinter,
street that had been transformed into a and the boards of directors, at the helm of escape the wrecking ball in the 1960s and the housing policies implemented in those
Madrid 1972-1977
showcase of technocratic and financial big Spanish banks and industrial compa- still capable of calling up the memory of years in Europe, the projects for the urban
Juan José Lahuerta
modernity of the regime– was built from nies, in an authentic colonization of the the residential avenue the Castellana once outskirts in France, the extensive use of
For reasons not pertinent that need not be 1972 to 1977, exactly in those years. How public and private sectors. Those techno- was, in its time; to adapt the scale of the prefabrication in the Soviet Union; Joan
mentioned here, on 1 October 1975 I could such an architectural project, so so- crats took the place of the old guard of the new construction to the bulk of the sur- Busquets analyzed the forms of growth of
reached Madrid for a three-month stay. As phisticated in terms of form and so highly regime – an expression of the nationalist- rounding buildings and the size of the the informal city – shantytowns, favelas,
an architecture student halfway through intellectualized, escape from the influence catholic victory in the civil war, immobile in street; to use traditional materials like slums; Ignasi de Solà-Morales explored
my degree program, I hadn’t the where- of such a context? The time has come to its ideology and in the incredibly reaction- brick and no less traditional ornaments like the architectural experiences between the
withal to take a hotel room, so I began to stop presenting the history of Spanish ar- ary rhetorical symbolization of it – which high reliefs in bronze, etc. This has nothing two World Wars, from the German Siedlun-
wander around Plaza Mayor in search of a chitecture in those years as the discovery had been incapable of implementing the in common with the Bankunión and many gen to Red Vienna, by way of the School of
guesthouse. But in vain: I would enter a of a marvelous terra incognita, as the reve- structural renewal of the country urgently other buildings rising on the same artery – Amsterdam), in that same moment the few
hall, climb the stairs to the right floor and lation of a miracle that accompanied and required by capital. They launched a pro- before and after Bankinter– following the months of the course taught by Moneo
ring the bell, but on the other side of the granted a visage –the face without wrin- ject of economic modernization of a free- drive of the political and economic powers centered on a villa by C.F.A. Voysey, th e
door –which no one ever dreamt of open- kles, scars and conflicts of a new Athena market variety known as desa rrollismo to transform the street into an exhibited – most prudent, measured and traditionalist
ing– the irritable voice of an invisible per- born from the head of Zeus– to the other whose main objective was the transforma- or even shameless– financial center sym- of architects, creator of magnificent coun-
son told me there were no vacancies, so I Spanish miracle: that of the “peaceful tran- tion of Spain from a substantially agricul- bolized by “skyscrapers,” by glass and try dwellings for a certain rather snobby
had to go on my way. What I could perceive sition” from the most dreadful dictatorship tural country –or more precisely an autar- steel, by the bombastic revelation of the English bourgeoisie, convinced of a delib-
on the other side of those locked doors, in to the most exemplary democratic state. kic one– to a bourgeois nation of most veiled truth: that of “high” technolo- erate anti-urban ideology, for which he de-
those voices behind a blank peephole But at this point perhaps I can be al- indu stries and serv ices. This operation, gy. The construction by Moneo and Bescós signed not only large estates, furniture,
through which no one dared to gaze, was lowed to add some autobiographical refer- however –and this is important for our dis- was necessarily exemplary, also due to its clocks, crystal, tea services, rugs, tapes-
pure terror. ences. I remember the clear, dry days of cussion– was carried out without chang- condition as an unicum: it represented an tries, printed fabrics or wallpapers, but al-
The situation was as follows: on 1 Oc- that Madrid autumn very well, days of ing anything in the political foundations of exceptional attempt, given the purpose of so the entire lifestyle of a society suspend-
tober 1975 Francisco Franco had made blinding brightness that grew colder with the dictatorship. the building, to anchor itself to the site and ed –not only in a nostalgic sense– in the
what was to be his last public appearance, the passing weeks –a dryness, light and I say this is important for our discus- to the architectural discipline. “naturalness” of fixed, almost feudal hier-
looking out from the balcony of the Royal cold inconceivable for a Barcelona native sion because the technocrats had no The thrill of standing in front of the archies.
Palace at a gathering of loyal supporters like myself– and at the same time I cannot doubts about the fact that their plans of building by Moneo and Bescós, in early While we were working on the details
on P laza de Oriente, as had happened so forget the leaden atmosphere that reigned development had to be coated in a layer of October 1975, in the circumstances de- of the Broad Leys House and, in particular,
many times in the history of the regime. in the city, the widespread fear I described formal modernity, displaying an image scribed above, also had another origin. At redesigning its main staircase, what were
Just a few days earlier, on 27 September, above and the need to come to terms with whose construction had to involve art and the time Moneo was a professor of compo- we to make of Moneo’s suggestion, which
the last of the hundreds of death sentenc- it, in spite of everything. The dominant architecture. sition at the School of Architecture of Bar- was just the opposite of everything we
es signed by Franco had been carried out: tone of gray that culminated in the uni- On Paseo de la Castellana, officially celona, where I was studying. He had been found stimulating? I was faced with the
five executions by firing squad, two of ETA forms of the police, in the heavy double- named at the time for Generalísimo Franco my teacher in 1972–73, though the situa- same dilemma in front of the almost fin-
fighters and three of members of the FRAP breasted overcoats of the agents of what –an avenue faced by the offices of the min- tion was not very good, at least from an ac- ished Bankinter building. In that oppres-
(Revolutionary Antifascist Patriotic Front). was still officially known as the Policia Ar- istries and important public agencies, as ademic standpoint: after the intense cycle sive context, so leaden as to make irrevo-
The reaction to those sentences, the at- mada, nicknamed –and it could not have well as embassies and the headquarters of of demonstrations, protests and strikes cable my rejection –our rejection– of such
tempt by individuals, organizations, insti- been otherwise– “los grises,” the grays. A banks– that veil of indispensable moderni- that had marked the first quar ter, the urban operations so shamelessly driven by
tutions and governments to prevent them person from Barcelona would not be ac- ty had taken form starting with eloquent school was closed by order of the govern- the need to symbolize power, or of the
from being carried out, the demonstra- customed, moreover, to seeing such a decorative initiatives, such as the outdoor ment, with the result that Moneo’s classes, works of architect that accepting all the
tions against yet another act of cruelty of quantity of tunics, military uniforms and sculpture museum opened in 1972 (which like all the others, had been suspended for consequences expressed that need under
Francoism in Spain and above all in many policemen in the streets, where so many taking advantage of an elevated rail line – the rest of the year. At the end of the year the form of exaggerated modernity, Mo-
cities across Europe, constituted the rea- official motorcars raced at top speed, es- another embodiment of desarrollista pro- the school was reopened, but under close neo’s work appeared as an enigma, not at
son for the public appearance of the cau- corted by motorcycles with screaming si- gress– brought together monumental and control, so that examinations could be held all vacuous in this case: studying it meant
dillo and the associated demonstration of rens. Be that as it may, one of the first fatally abstract pieces by some of the most for subjects that had not actually been finding answers, and the first one had to
“unconditional support” for the Generalísi- things I did in Madrid in those days, and outstanding artists of the moment, from Al- taught. do with the returning of architecture to its
mo, who to display the solidity of the re- certainly the most urgent from my view- far o and Chillida to Martín Chirino and In a sad, impoverished, abandoned constituent parts: material, wall, room, or-
gime stood on the balcony in the company point as an architecture student, was to go Palazuelo), and had then taken on density university, overflowing with less than me- nament, absence of gadgetry. Faced with
of Juan Carlos I, his successor. to the Castellana to see the new building in the utterly predictable “skyscrapers” diocre professors and students who like the paradigmatic forms of the apogee of
But there was more. On that same first by Rafael Moneo, still under construction with opaque curtain walls that began to me had priorities very different from that technocratic desarrollismo, what type of
day of October, while the official demon- but practically completed, at least on the grow up at its sides. of attending lectures, Moneo’s courses return was that?
stration was under way, in various points of outside. At the start of the year I had read When Moneo and Bescós formulated represented a true exception, for two rea- I say apogee of technocratic desarrol-
a Madrid under military rule four police of- some articles about the work –in Nueva the project of Bankinter –on the basis of a sons. First of all, of course, for his intellec- lismo, but I should specify. In 1971, with
ficers were killed by four members of forma, for example– and I had discussed it commission that in principle was not so tual stature: brilliant, erudite, gifted with the American economy in a state of free
GRAPO (First of October Antifascist Re- with colleagues at the university in Barce- different from the others– construction an eloquence capable of stunning the mul- fall –and Vietnam was not the only cause–
sistance Groups), an organization that with lona, and also in Madrid after my arrival. It had already been done for what would un- titude of students on hand for his class, in- Nixon had decided to suspend the gold
those actions made its first, tragic appear- seemed clear to us that the latest work by doubtedly become the most important of cluding those enrolled and many curious backing of the dollar, effectively abolishing
ance on the stage. In those days the doors Moneo had something exemplary about it, the buildings erected in that context: the onlookers. He was utterly extraneous to the gold standard, and giving rise to a
of Madrid guesthouses were effectively and that to look at it –not just with the B a n k u n i ó n of C o r r a l e s a n d Vá zq u e z the ignorant, presumptuous dullness of chain of events that would lead in 1973 to
barricaded shut, and behind them were eyes– was an impelling necessity. But Molezún. This building in pink granite, most of the faculty, who managed to fill the explosion of the so-called energy cri-
hidden people who had good reason to be what conveyed this sensation of urgency? glass and anodized aluminium in the same their lecture halls only with the threat of sis. In Spain, whose “flourishing” economic
terrified: there were no safe havens. To begin: what did it mean to stroll hue, topped by a semi-cylindrical roof and bad grades. No other professor talked growth was based on a tangled web of
Some may wonder what is the meaning along the Castellana in the early 1970s? marked by many technical or functional el- about contemporary, modern or antique corruption and speculation, the interna-
of these recollections, but if we want to That street in Madrid had already become ements displayed on the outside –cables, architecture with the same fluency. Moneo tional crisis was to have devastating ef-
talk about the culture produced in Spain what it continues to be today: the space in pipes, conduits, supports for billboards, was able to call upon examples from the fects, and the desarrollista model had to
during the last years of life of the dictator which the financial powers active in the vertical access wells, etc.– is the best ex- past to shed light on the present; discuss- meet its demise. In this sense, the opti-
(hospitalized beyond the bitter end and an- Kingdom of Spain assumed and still as- ample of a way of thinking about moderni- ing architecture, he would make reference mism displayed by that sort of showcase of
nounced deceased on 20 November, after sume a concrete image – in that moment, ty as the display of materials, structures to a work of art, a poem, a piece of music, the future that is the Bankunión seems like
an incredible medical-media performance, under the Franco regime, an era with its and physical plant, dazzling and impene- revealing an integrity and a universal ex- a pathetic swan song, while the project by
just 50 days after those executions), and own specific particulars, as we shall see. In trable at the same time –what can be pertise that to my 18-year-old ears were Moneo and Bescós, also charged with cre-
the culture that grew up in the subsequent short, Paseo de la Castellana is one of asked of a mechanical sphinx?– a rhetori- like heavenly music, an ideal model for the ating a bank headquarters on the Castella-

102 EN G LIS H T EX T S
na in precisely the same moment, conveys almost as if Moneo and Bescós had de- specific part, etc., without the slightest value of a sample of a vanishing world that drop of the new building and the first floor
the impression of responding to a deeper signed the building with a sort of hand- temptation to mention the name of a single was being brutally dismantled. To con- of the old one, utterly similar to the box of a
need for conservative recapitulation, fully book of modern architecture closely within authority, master or model. By doing so, he serve that modest work of architecture, stage, though open.
aware of the change in the situation. reach, from the heroic past to the most clearly indicates the distance between his but one full of details of great constructive It is quite significant that in 1978, pre-
Therefore, excluding any anachronism, continuity-fettered present; almost, we work of architecture and the enormous quality and outstanding ornamental hon- cis ely at the end of the work on the
their building does not set out to celebrate might say, as if it were impossible to imag- body of incredibly varied citations the crit- esty –details that in the dramatic circum- Bankinter, Moneo wrote an article about
the future, but instead to question the past ine anything without first having obtained ics thought they could perceive inside it. stances in which the last individuals of a the Teat rino Scientifico of Aldo Rossi. In
and perhaps even to draw upon an eternal a network of protection constituted by the But that is not all. Regarding two ele- species survive can take on an exemplary that text, after having compared Rossi’s
past, to paraphrase a title of Giedion. authority of works and architects which ments inserted in the project but deleted character– was a deliberate act of conser- work to the The a ter of Memory of Giulio
I would like to express this by para- the new work emulates or rebelliously re- during the course of construction –the vationism. But what type of conservation- Camillo – a machine arrayed before the
phrasing another title, this time from Eric jects. In the vision of commentators of the continuous window on the semi-circular ism are we talking about? eyes of the spectator as a sort of universal
Hobsbawm: in a world in crisis –under an time, the building by Moneo and Bescós is wall of the low volume, and the walkway Right in the midst of the construction visual encyclopedia, a large grid of mne-
ancien régime reaching the end of its days, converted into a sort of puzzle without that was supposed to connect the new of the Bankinter, in an article in 1975 on monic associations based on the idea that
both internationally and in Spain– the tra- rhyme or reason, an assemblage of the block to the existing building– Moneo the restoration of the building created by everything would be memorable because
dition is an invention that generates secu- disiecta membra of a heap of ar chitects states that “they belonged to the still cur- Josep Lluís Sert at the end of the 1920s on everything was in its place – the author in-
rity. It is necessary to organize at least and works belonging to the canon of the rent jargon, and undoubtedly they could al- Calle Muntaner in Barcelona, Moneo point- sists in different ways on the fact that with
some sectors of life, certain scenarios, in Modern Movement and its outcroppings. ready have been considered anomalous; ed to the fact that “no one would be his small theater Rossi wanted to “grant
such a way as to make them seem impossi- But what does this Frankenstein’s fortunately [my italics] both were put aside prompted to invoke the theme of existing representation to architecture [...], to make
ble to alter, imper vious to any critical monster –this modern Prometheus– have during the progress of the work”; further environmental features” when looking a it visible.”
transformation. And among all the possi- to do with a work that if objectively ob- on, commenting on a photograph of the work of such splendor, characterized by Actually Moneo writes about Rossi’s
ble methods for doing this, architecture is served presents itself, undeniably, with an model, he insists: “The communication be- angles and volumes of such precision, of work to reflect on his own: the theater of
one of the best choices for the job. The austerity and economy of materials, forms, tween the third floor and the older building such rigorous composition, such as that which the Spanish architect speaks, using
Bankinter headquarters implies the sus- resources and means that make it abso- by means of a footbridge and the lighting masterpiece of Rationalist architecture. the Teatrino Scientifico as a pretext, has
pension of the circuit of symbolization of lutely coherent and homogeneous? A of the auditorium in bands were solutions Somehow with this statement Moneo nothing to do with the spectacle of archi-
modernity into which Paseo de la Castella- glance at the critical milieu of the period – utterly connected to the period, which was reflecting on his own experience at tecture as it was represented on the Cas-
na had been converted. Suddenly, in that an era of revisionism still engaged in de- happily [idem] disappeared.” Paseo de la Castellana, because the pro- tellana, as we have described above; his
point, the realm of another terminology bate on the crisis (one of many) of ortho- Reflecting on his project almost 20 tection of the old building effectively has theater is a theater of memory, as we have
begins, so far from the exaggerated flashi- doxy of the Modern Movement: the famous years later, Mo neo is strikingly pleased little to do with a “period” concept such as seen, a monumental theater, so to speak: a
ness of the buildings that had taken their Language of Post-Modern Architecture by that he had the lucidity, at the right mo- that of “existing environmental features,” theater in which architecture plays itself,
places along the avenue –that sort of am- Charles Jencks is from 1977– will suffice ment –in afterthought, the words “fortu- which it would make no sense to apply on on its proper stage, with the aim of redis-
plificatio of fina ncial power sustained by to immediately understand that the rosary nately” and “happily” present those deci- an avenue in the midst of sweeping trans- covering itself.
architecture and assumed as an axiomatic beads of authority told by the commenta- sions as true revelations– to suppress formation, subjected to such a devastating It is indicative that in order to approach
necessity– as to even make comparison tors on Bankinter were rooted in the mani- “period” features, allowing his building to process for those “features” as to have left the way the design of the voids determines
impossible. as and phantoms of that historical era: emanate a timelessness capable of get- no sign of their existence. Moneo and the whole, Moneo speaks of “energy of the
Bankinter steps back from those build- they are the passe-partout examples of the ting beyond all anachronism, defying the Bescós had not decided to preserve the facade,” since enargeia (ἐνάργεια) was the
ings, and if we are to judge by what has moment, the reeds from which so many perishability imposed by fashions. Moreo- 19th-century building in order to protect term utilized to describe the capacity to
been written by contemporary critics, it al- baskets were woven in those years. ver: the architect asserts that those ele- the “existing features,” but to salvage a convince exercised on the audience by the
so eludes comparison with anything else. Alfonso Valdés, in an article in 1982 ments were already “anomalous” at the specimen, a relic to be placed –so to orator, the rhapsodist or the actor from the
It is truly impressive to see how regarding containing many paragraphs that begin time, constituting a sort of ephemeral speak– on a suitable pedestal, as in a mu- podium, and it is curious that nearly always
the work by Moneo and Bescós contempo- with “how can we help but think...”, “how weakness, a fleeting temptation posed by seum. the ancient authors attributed great im-
rary commentators have made use of all can we refrain from comparison with...”, the siren song of staying in step. His build- Therefore it should come as no sur- portance not so much on words as on fa-
possible references in order not to talk “how can we fail to realize that...”, “how can ing would have become, or more precisely prise, pursuing the same line of analysis of cial expression, the gestures of the body,
about the building directly, a construction we not recall the...”, concludes by stating already was in the moment of its concep- the problem, that the decision to preserve i.e. what is visible. When Vitruvius speaks
that seems to hide itself behind its very ap- that “Moneo, in every point precisely cites tion and construction, just the opposite of the old construction was followed by the of the Roman theater, he says very little
pearance. In the articles by Madrid-based and selects the most appropriate master. all this: not a crossroads, but a monument idea of transforming the new building into about the visual experience of the specta-
critics in vogue at the time, such as Gabriel […] Everyone will be satisfied with the –in the sense of memory– in which archi- a “clear vertical plane: a facade [that] tors, but pays extremely close attention to
Ruiz Cabrero, Antón Capitel or Alfonso Val- Bankinter: the Post-Rationalist architects tecture recognizes itself, far removed from would act as a ‘backdrop’ for the older the acoustic aspects; in the midst of the
dés, and in the writings of a number of for- and the Venturians, the organic architects the mutable temporality of a modernity in- structure.” And it is evident that the eleva- Renaissance, on the other hand, in the
eigners, such as the even more eloquent and the expressionists...” Today we can say fluenced by all the crises. The contempo- tion of the tall block parallel to the street, theater of Giulio Camillo not a single word
Kenneth Frampton, the mass of referenc- the exact opposite: that infinite parade of rary commentators attempted to banish with its regular system of windows in the is spoken, and everything is conveyed by
es, allusions or reminders of other works references, models and supposed masters the insecurities generated by the crisis central floors and the four large openings sight: in fact, the theater shown to us, in
of architecture in relation to the Bankinter cannot satisfy anyone, and links back only with a flight forward represented by the in the upper volume, became the central the concentrated silence of the mnemonic
is so vast and varied that it becomes quite to the perplexity of the critics in the face of multiplication of citations of supposed au- theme of the project, which the rest of the reconstruction, is the representation of
amazing if it is observed today. the unexpected complexity of the work of thorities, and this simply underlines how work contributes to highlight. The protrud- the steps of an amphitheater, the space
Without trying to be complete, and Moneo and Bescós, a complexity that obsolete the criticisms of Moneo’s con- ing and recessed parts with which the lat- usually set aside for the audience.
putting aside the mentions of more local, seemed fathomable only by calling into struction were, without even touching it; eral facades –clearly secondary– extend Something of this sort happens in the
proximate things –such as the brick bulk of play the sort of self-assertion that consists its maker, on the other hand, proposes a towards the other buildings of the block, magnificent theater –it too of memory–
the Casa Sindical designed by Francisco in bandying about everything that one sort of recap in which architecture redis- and above all the advance of that sort of set up by Moneo and Bescós in the hubbub
de Asís Cabrero and Rafael Aburto on Pa- knows. covers itself, starting over –as I have said– keep towards the south –the corner most of the Castellana, a theater whose capaci-
seo d el Prado, on the same axis as the On the other hand, it will suffice to go from the basics, almost in an Alberti-like often shown in books and magazines– ty of persuasion has survived beyond the
Castellana, but which apart from the use back to the books through which the can- sense: material, wall, room, ornament. which slims the volume, reinforcing the time. In that terrible, leaden October of
of brick (and not even of the same type) on of modernity was being restructured in In the text just mentioned, Moneo at- ideal role as a screen assigned to the main 1975, I remember very well how it con-
has nothing in common with the Bankinter that moment, particularly to Complexity tributes outstanding importance, almost facade, should be deciphered starting vinced me: the Bankinter was a real mo-
building– here is a list of supposed models and Contradiction in Architecture, pub- as if it were the sign under which the pro- with this subordination to the principal ef- ment of harmony, a moment of profound
called into play by critics at the time: Louis lished by Robert Venturi in 1966 but not ject was born, to the decision to conserve fect. rest, a world apart, precisely what its mak-
Kahn (Goldenberg), Robert Venturi (Math- translated into Spanish until 1972 (Italian the small building of the Marquess of The 19th-century building and the new ers wanted it to be. Moneo and Bescós
emat ics Building at Yale, Beach House), in 1980) – a book that unlike the work by Mudela, not by request of the clients by construction are thus placed on the same wrested a 19th-century building from the
Frank Lloyd Wright (Larkin, Avery Coonley, Jencks recaps the Modern Movement but through the initiative of the architects. It is stage and begin a dialogue in a very par- clutches of destruction, and the history of
Hanna, Johnson Wax), Alvar Aalto (Neue does not break ties with it: a “gentle mani- clear that this was a premeditated act of ticular way: the old building “stands out” architecture –a goddess always ready to
Vahr), Jørn Utzon, James Stirling (Leicester festo” as Venturi himself called it – to un- safeguarding. In those years demolition against the vast backdrop of the modern devour her offspring– has rightly done the
Engineering Building), Le Corbusier (Swiss derstand where those carefree chains of had already done away with a large num- block, as if instead of “existing prior to it” it same with the Bankinter, a building that re-
Pavilion , Unité d’Habitation of Marseille), citations and mentions of works and ber of constructions of the same type: was placed in that point by a generous veals itself to us as a masterpiece that
Sullivan (Wainwright), Aspl und (Gothen- names came from: “everyone will be satis- their replacement with institutional and hand, with the aim of being displayed in its contemplates itself, as a very lofty exam-
burg Courthouse), Josef Hoffmann, Adolf fied,” indeed, all those who are always corporate buildings of the kind we have al- perfection as another object, a distinct ob- ple of architecture bent on simultaneously
Loos (“the interiors of...”), Toyo Ito, Eisen- well-informed about the latest hot topics. ready described was not just a loss for the ject in front of the backdrop. being the first and the last of its species.
man, Mondrian, Melnikov, Mies (Seagram), In a rather long text inserted in 1994 in catalogue of Madrid’s architectural herit- It is clear that the “curtain” of which To abolish time: to present, or repre-
Philip Johnson (Kline Biology Tower in New a monograph on the Bankinter, Rafael Mo- age, but also definitively erased the atmos- Moneo speaks, arranged as it has been ar- sent, the return of an architecture trans-
Haven), Mendelsohn (“the cinemas of...”), neo reflects after the fact on that experi- phere of a residential suburb containing ranged, with that planar character under- posed into prodigal son, en revenant on the
Álvaro Siza... as well as generic references ence, assigning all the proper importance isolated villas and gardens that had exist- scored by the tapering of the keel or by the sage of a continuity without rifts. In a re-
to “ Italian Rationalism ,” “ V ienna to the constraints of the commission and ed around that avenue until relatively re- curtain-like folds of the lateral facades, is cent interview, speaking of the Bankinter,
fin-de-siècle,” the “Chicago school,” etc. the site, the decisions made in the design cent times. From the vantage point of an nothing other than a reference to the Moneo asserted: “Today it would be im-
For one reason or another, in a general phase from a functional, structural and architect like Moneo, above all in the light theater: a scaenae frons that is absolutely possible for something like that to happen,
way or in relation to one work in particular, formal viewpoint, the problematic devel- of th e p ath t a ke n by th e p roj e c t fo r bare. Observing the overall effect from Pa- as it did back then.” Which is for the best –
all these names were connected to some opments that arose during construction, Bankinter, the existing building, though not seo de la Castellana, a spatial and symbol- we know very well what happens when
concept or specific detail of the Bankinter; the choice of materials, the design of each one of extraordinary interest, took on the ic continuity is created between the back- history repeats itself.

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Disponibile nelle pregiate finiture: acciaio inox e


ottone, bruniti e naturali, Corten e acciaio zincato
verniciato.

Vincitore del Compasso d’Oro, il serramento OS2


75 si distingue per la sua eleganza e flessibilità
di progettazione, avendo a disposizione oltre 40
profili per disegnare nel dettaglio il serramento
desiderato. Anche con sezioni a vista minimali, di
soli 47 mm, i serramenti del sistema OS2 75 pos-
sono avere apertura ad anta/ribalta e altissime
prestazioni di isolamento.

Fondaco dei Tedeschi - Venezia ITA


OMA - Rem Koolhaas

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